L’estate prepotentemente è arrivata e reclama la sua colonna sonora. Quale scelta migliore del sound del giovane e talentoso Silver?
Da qualche tempo, l’ex concorrente di X Factor 3 ha pubblicato il suo primo album che racchiude, oltre a pezzi inediti, anche tutti i singoli usciti nel giro degli ultimi anni. Brani molto diversi tra loro, per stile e intensità: dalla classica canzone per l’estate a pezzi più intimisti e riflessivi.
Questo è Silver, questa la sua anima. Un ragazzo giovane, ma con le idee chiare su chi è e che cosa vuole dire al suo pubblico. Così, mentre compone le canzoni del prossimo album, Silver si racconta a Cosmopeople a trecentosessanta gradi, così come nei testi delle sue canzoni.
D. Silver, facciamo un bilancio dalla pubblicazione del tuo primo album.
R. L’uscita del primo album è stata una grande soddisfazione. Stavo facendo un singolo dietro l’altro, un singolo e il suo video, rispettando le esigenze del nuovo mercato discografico e il fatto che sia più facile promuovere un brano alla volta. Però, a un certo punto un artista ha bisogno anche di un album fisico in mano, è più bello. Tracciare un proprio percorso su YouTube è una cosa, averlo in mano fisicamente è un’altra e lo preferisco decisamente.
L’album raccoglie tutti i miei singoli, presenta brani inediti e recupera anche un pezzo che viene dal mio passato, “Glass of Water“, una ballad che avevo scritto con la mia prima band, un brano in inglese che segna un po’ il mio inizio.
Nel disco è presente anche una cover di Dylan “It’s All Over Now Baby Blue“, un pezzo e un cantante che per me hanno un significato particolare. Mio padre mi faceva ascoltare le sue canzoni dalla mattina alla sera, tanto che me lo ha fatto pure odiare a un certo punto. “It’s All Over Now Baby Blue” chiudeva l’album di Dylan del ’65, “Bringing It All Back Home“, un album che segnava il suo passaggio dall’acustico all’elettrico; mi è piaciuto, pertanto, che chiudesse anche il mio album, un piccolo tributo per sottolineare quanto è stato importante per me Dylan.
Gli altri pezzi rappresentano un vero e proprio percorso di crescita, sono spaccati della mia vita. Tutti i brani sono scritti da me, testo e musica, rappresentano la mia vita, le mie esperienze; quando li riascolto vedo la mia crescita, le mie emozioni, le sensazioni che ho provato.
D. Ci sono pezzi a cui sei più affezionato o che ti ricordano momenti particolari della tua vita?
R. Mi piacciono tutti i miei pezzi anche se ci sono delle ballad a cui sono più emotivamente legato, perché mi ricordano precisamente cosa stavo pensando, cosa stavo vivendo. “Ora Tocca a Me“, ad esempio. Si tratta di un dialogo tra una persona matura, che ha già vissuto, e un giovane che deve iniziare la propria vita e che grida “ora tocca a me, ora è il mio momento. Voglio guardarmi allo specchio e vedere un riflesso di te, ma adesso è il mio turno“. Dall’altra parte l’adulto, che riconosce la necessità di dare pieno spazio alle giovani generazioni, risponde dicendo “adesso è il tuo momento, costruisci la tua vita, tu che puoi e ha più possibilità di me, sei più fortunato di me”. Io sono educatore scout e credo che sia proprio questo mio ruolo e le esperienze vissute in tale ambito a rappresentare una fonte di ispirazione per la nascita di questa canzone. Certo io non sono “anziano”, sono dalla parte del giovane, ma ho assunto anche il ruolo dell’anziano proprio per il rapporto che ho come educatore con i bambini più piccoli che frequentano il gruppo.
Altri pezzi sono invece un po’ più movimentati, sono un’altra parte di me. Diciamo che quando sono al sole scrivo pezzi energici, quando sono chiuso nella mia stanza escono brani più emotivi ed intimi. Così mostro Silver a trecentosessanta gradi: quello più allegro e giocoso e quello più intimo e riflessivo.
“Questo Amore“, che apre l’album, è un brano molto allegro, con cui gioco sui colori e sulla bellezza di essere sempre aperti a tutto, evitando preconcetti, pregiudizi, categorizzazioni in amore come nella vita. In “Tutto Diverso” ho voluto suonare anche l’ukulele, perché fa estate ed è un brano che vuol portare allegria a me e a chi lo ascolta.
D. Tu nasci come leader di una band, i Sunshine. Ti manca la dimensione band?
R. La vita da band è bella: quando hai un progetto comune, come lo avevo io con i Sunshine, vivi le stesse emozioni, ci credi tu come gli altri, ti senti un unico soggetto. Si ha tutti la stessa età, le stesse speranze, si è felici e si è tristi insieme. Questa cosa un po’ mi manca. Mi manca anche non essere più il leader di una band.
Adesso sono però il leader di me stesso, ovviamente dietro c’è una struttura che crede fortemente nel progetto, che condivide con me lavoro, scelte, cura promozione, produzione, comunicazione e tutto, una squadra solida ed unita, perché da soli non si può fare niente.
D. Quali sono i tuoi prossimi programmi?
R. Adesso sono impegnato con la promozione e i live anche se ormai sono un po’ in dirittura d’arrivo: un album dura un annetto e poi bisogna fare altra roba e difatti stiamo lavorando in questo senso. Sono stato in Svizzera, sia in televisione sia in radio, abbiamo colto la possibilità di promuovere l’album anche all’estero. Ci sono diversi eventi per l’estate (tutti i dettagli su www.silverofficial.it). Inoltre, si lavora a nuovi brani. Come sempre, quando si promuove qualcosa, si sta già scrivendo altro, non ci si può mai fermare anche perché scrivere pezzi è importante ed è una cosa che mi piace fare. Non ho ancora deciso se fare un nuovo singolo o intervallarlo con un’eventuale collaborazione, però i brani dell’album sono già tanti e bisognerà fare una scelta, vedere gli arrangiamenti, ma all’orizzonte c’è sicuramente un altro album.
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D. La domanda è d’obbligo: ci racconti qualcosa della tua partecipazione a XFactor 3?
R. Io arrivavo dalla band The Sunshine, ero l’unico cantante della band, all’epoca di X-Factor 3 non si poteva entrare come band nel programma e, pertanto, mi sono presentato come solista. Sono rimasto nel programma tre mesi, in pratica quasi fino alla fine, perché sono arrivato in finale, mi sono classificato quarto. Tre mesi che ho vissuto appieno e che, secondo me, equivalgono a tre anni per intensità di lavoro, di esperienze e di collaborazioni importanti.
Ho appreso veramente tanto, sono cresciuto grazie a Luca Tommasini e ai suoi insegnamenti su come stare sul palco, come gestire le telecamere che c’erano in giro per lo studio. Sono cose grandi: quando sei lì ti rendi conto, magari, che non sei capace, però con il tempo e con un po’ di pazienza impari, anche senza che qualcuno te lo spieghi direttamente. L’importante è che tu abbia occhi veloci, pronti a carpire qualsiasi tipo di movimento e ad apprendere anche eventualmente dagli errori altrui, così da non replicarli: è veramente importante essere come una spugna per crescere il più possibile.
Un’altra persona che mi ha insegnato molto è Morgan, il mio coach. Sia con Luca che con Morgan esiste ancora un bel rapporto di amicizia.
D. Il tuo nome è spesso legato anche a opere di volontariato e a raccolte fondi.
R. Credo che c’entri anche qui lo scoutismo. Sono cresciuto in una famiglia di un certo tipo che mi ha sempre fatto fare esperienze di volontariato. Reputo il volontariato molto importante. Sono nato in un paesino molto piccolo dove, se non ci fossero state queste attività, queste iniziative, ci sarebbe stato ben poco da fare. Vedevo le persone grandi che facevano queste cose e quando sono cresciuto ho voluto dare anche io il mio contributo, grazie al mio mestiere lo posso fare, partecipando ad eventi benefici e iniziative di volontariato, perché reputo importantissimo l’impegno in ambito sociale.
D. Che importanza hanno secondo te i social network? Sono un valido strumento per farsi conoscere e far conoscere la propria musica?
R. I social network oggi sono importantissimi. I social permettono di arrivare a un pubblico molto più vasto e di farsi conoscere soprattutto dai più giovani. Nel mio caso, credo, che insieme alla TV e alla radio, mi abbiano permesso di far conoscere la mia musica a un pubblico sempre più vasto.
Foto di Davide D’Errico
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