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Santa Caterina Valfurva, nel cuore del Parco dello Stelvio

Santa Caterina Valfurva è un piccolo borgo, arroccato a 1738 metri nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, un borgo di montagna dove rilassarsi immersi in boschi di larici e abeti e andare a sciare sulle piste dei campioni del mondo. Un paradiso per lo sci, per la bici e per lo sport all’aria aperta. Non è un caso che proprio a Santa Caterina Valfurva sono nati fuoriclasse come appunto la Compagnoni, Marco Confortola, Tino Pietrogiovanna, Silvano Barco e Pietro Vitalino. Chi risale la statale che da Sondrio, in 78 km di strada, porta in quota, si rende subito dell’atmosfera differente che regna a Santa Caterina, meno città e più montagna. Può persino capitare di avere un maestro di sci che di cognome fa “Compagnoni” o di condividere un caffè al bar dell’Hotel Sport con Giorgio Di Centa e con Pietro Piller Cottrer, indimenticabili campioni dello sci di fondo arrivati a Santa Caterina Valfurva a seguitò della nazionale.

Fat Bike Santa Caterina

Santa Caterina Valfurva offre 35 km di piste di ogni difficoltà, tra cui la celebre Compagnoni dedicata alla regina della neve e su cui si celebrano le gare di coppa del Mondo e di un numero svariato di sci club che proprio sulle nevi di Santa Caterina Valfurva vengono ad allenarsi. Le piste partono dai 2800 metri e arrivano in paese dopo oltre mille metri di dislivello tra muretti, boschi e tornanti. Il divertimento è assicurato. La neve non manca mai e infatti il comprensorio resta aperto fino al 25 aprile. Da non perdere la cabinovia a otto posti che dal paese arriva dritta a 2700 metri, su una terrazza assolata, la Sunny Valley circondati dalle cime dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello fino ad arrivare alle creste del Pizzo Tresero e del Corno dei Tre Signori. Da qui si dipanano piste per sciatori di livello medio che possono salire fino a sfiorare il cielo, a 2900 metri di altezza e poi scendere in piste a perdifiato nella neve accompagnati solo dal rumore del vento. Se si preferisce la tavola allo sport, l’indirizzo è quello del  rifugio Sunny Valley Kelo Resort (contatti: 0342 935 422; 335 603 4200) dove concedersi una pausa particolarmente gustosa (il rifugio è dotato di una maxi griglia a carbonella e produce un proprio vino grazie all’iniziativa “adotta un vigneto”).  Per chi ama lo sci di fondo, c’è invece la “pista Valtellina” (con anelli da 5 e da 8 km), circondata da boschi di pini, già teatro di numerose competizioni internazionali, ma con tracciati anche turistici (con anelli da 1,5 a 8 km).  Per chi non scia le alternative non mancano tra escursioni con o senza ciaspole e passeggiate in fat bike, ovvero speciali biciclette dalle ruote enormi, simili a quelle dei motorini, che garantiscono la presa anche sulla neve e sul ghiaccio. La Fat Bike Emotion, organizza e gestisce escursioni in fat bike, anche elettriche, per mattinate, pomeriggi e sere (si tratta di passeggiate da tre ore circa) a 40 euro a persona per gruppi di almeno tre persone, attrezzature di qualità comprese (per informazioni Andrea 347 4875041 ed Elena 348 8750971).

Hotel Sport Santa Caterina

Per un week end lungo o una settimana bianca, a l’Hotel Sport (Via Magliaga, 2, telefono: 0342 925100), a meno di 50 metri dagli impianti di risalita di Santa Caterina offre uno dei migliori rapporti tra qualità e prezzo dell’area. L’hotel offre camere luminose, dai tipici arredamenti in legno e dalla calda atmosfera alpina. La cucina tipica valtellinese a base di pizzoccheri, formaggi d’alpe, sciatt, polenta e salmì di cervo, dolci fatti in casa e la cantina particolarmente curata, sono un ulteriore valore aggiunto per l’ospite che, una volta arrivato in hotel, può staccare il pensiero dai mille pensieri quotidiani e rilassarsi affidandosi alle cure del proprietario Norberto Pedranzini che è in grado di gestire qualsiasi richiesta.




Pamela Villoresi in scena con Cancun

Dal 4 al 9 aprile al Teatro San Babila va in scena Cancun, una commedia di Galceràn dagli aspetti comici e surreali sulle relazioni e i desideri inconfessabili dell’amore coniugale. Cancun porta la firma alla regia di Marco Mattolini. In scena pamela Viloresi, Blas Roca Rey, iancarlo Ratti e Nicoletta Della Corte.

Due coppie di amici vanno in vacanza a Cancun, meta perfetta per celebrare oltre vent’anni di amicizia. Tutto sembra perfetto all’arrivo: Francesca e Giovanni con Laura e Paolo si godono il paradiso che li accoglie, in un ambiente naturale da favola, ma festeggiano forse con troppe bollicine il loro arrivo. L’ebbrezza infatti porta a rivelare dei segreti che sarebbe stato meglio restassero tali, rendendoli consapevoli che le cose in passato sarebbero potute andare in maniera diversa.

Ma se la vita nella quale si erano riposte tante aspettative si è rivelata meno bella del previsto, cosa può succedere? E se i desideri più inconfessabili per uno strano gioco del destino si potessero realizzare?

Galceràn, il famoso commediografo catalano, è maestro nell’esplorare i rapporti contemporanei tra uomo e donna, con un occhio ironico, divertente, ma mai banale, passando con disinvoltura dal tono della commedia a quello sofisticato di una storia contemporanea.

DOVE, COME E A QUANTO – Cancun

Teatro San Babila di Milano  martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.30; mercoledì – domenica ore 15.30
Biglietti da 15




Coppélia prende vita al Manzoni

Coppélia è in arrivo al Teatro Manzoni di Milano il prossimo 11 aprile. Il balletto, in tre atti e su musica di Léo Delibes, porta la firma di Marinel Stefanescu alla coreografia  e di Liliana Cosi come Maitre du ballet.

Lo spettacolo presentato dalla Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu mantiene la sua versione musicale originale e così la trama. La novità della coreografia sta nello specifico dello stile del coreografo Stefanescu: fantasia, ricchezza, inventiva e attualizzazione sia per le parti classiche che nelle danze di carattere, le mazurke e la ciardasc, sia per le pantomime e i costumi.

Coppélia si annovera tra i capolavori del grande repertorio del balletto classico per gli ingredienti artistici calibrati perfettamente: colorito musicale vivace e romantico, una storia credibile, ambientazione facilmente riconoscibile.  “Ho cercato di pormi dietro ai loro occhi, di capire perché da piccoli si sogna tanto e da grandi così poco …. sì, ricordo, ero capace di parlare per ore con un pupazzo di paglia, ora invece mi accorgo di comunicare a fatica con chi mi sta vicino. Forse c’è qualcosa nei bambini che i grandi non dovrebbero dimenticare, la capacità istintiva di amare l’“altro” anche quando l’altro è una bambola.” spiega Stefanescu.

Lo spettacolo è il primo esempio di un balletto scritto su musica programmata, nato quindi da una stretta collaborazione fra librettista, musicista e coreografo. Ogni azione scenica è ben definita dal libretto e quindi musicata con tempi, ritmi e stili propri del balletto classico. Nasce così un balletto vivace, comico, romantico, popolare, che mantiene tutt’oggi una particolare freschezza e attualità.

Coppélia  si svolge in un villaggio della Galizia, regione confinante tra Polonia e Ungheria. I ragazzi e le ragazze del villaggio, e tra questi soprattutto Swanilda e Franz, sono terribilmente curiosi di sapere chi sia la fanciulla alla finestra della casa abitata da Coppélius, strano vecchio dalla fama di mago. Swanilda è gelosa dell’interesse che il fidanzato Franz mostra verso la nuova fanciulla. Nel II° atto, Swanilda e le sue amiche riescono ad introdursi nella casa misteriosa e scoprono così che è piena di automi di ogni tipo e che anche la ragazza alla finestra non è che una bambola perfetta: Coppélia. Ma il vecchio rincasa all’improvviso. Solo Swanilda non fugge ma, di nascosto e per gioco, s’infila i vestiti di Coppélia. Anche Franz è riuscito a entrare nella casa desideroso di fare la conoscenza di Coppélia, ma Coppélius con astuzia lo fa addormentare per attuare un suo esperimento: trasfondere la sua anima in quella che lui crede essere Coppélia. Swanilda sta al gioco e finge piano piano di animarsi, ma, svegliato dal sonno Franz, Swanilda si smaschera e finalmente felici, lasciano solo e disperato il povero Coppélius. Nel III° atto il balletto si conclude con una grande festa per il matrimonio di Franz e Swanilda. Festa che coinvolge tutto il villaggio, e quasi anche il povero deluso Coppélius.

Coppélia – DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano, 11 aprile – h 204.5
Biglietti da 20 euro.  

 

 




Party e sci in alta quota

Party e feste scatenate contrassegnano la fine della stagione sciistica nei più noti comprensori italiani ed esteri. Perderli sarebbe un peccato…tanto più che, tra marzo e aprile, si moltiplicano le offerte sulla neve. Insomma un week end a buon prezzo per sciare, prendere il sole in quota, scoprire le meraviglie dell’enogastronomia di montagna e divertirsi il più possibile.

Ecco alcuni degli eventi da non perdere per dare l’arrivederci a tuta e scarponi. Si comincia con l’1 e il 2 aprile quando Alta Badia dedica un intero fine settimana  allo sci vintage con lo Ski Carousel Vintage Party: sci, abbigliamento e persino cucina oltre a party anni 80-90. In valle e sulle piste sarà ricreata l’atmosfera di una località sciistica d’antan, dove gli sciatori sfoggeranno abbigliamento e attrezzatura retrò, catapultando il moderno comprensorio nei tempi passati.  Un salto indietro nel tempo grazie a cui il comprensorio che va da Corvara a La villa, da San Cassiano a Colfosco porterà gli sciatori indietro nel tempo, ricreando sia in valle che sulle piste da sci, l’atmosfera degli spensierati Eighty, quando tutto sembrava realizzabile e non solo. A La Villa da non perdere i vintage party in programma sabato sera a La Bercia, mentre domenica è in programma sulla pista la Para una gara in cui sarà obbligatorio rispolverare i vecchi sci da troppo tempo lasciati in cantina. Tutto poi a festeggiare all’après ski L’Murin a Corvara in cui verrà premiato l’abbigliamento vintage più originale.

Il 3 aprile  inizia lo Snowbombing a Mayrhofen, sei giorni di puro divertimento in un mix di sport invernali e musica elettronica con i migliori dj che si esibiscono in un festival di musica elettronica ambientato sulle montagne della Zillertal. Non si può lasciare Mayrhofen senza buttarsi sulla leggendaria pista numero 34: una pista per i più arditi visto che la pendenza arriva al 78%. Protagonisti di questa settima edizione sono i Run The Jewels, i Groove Armada, i De La Soul e la band inglese The Enemy. Fino all’8 aprile ci sarà quindi tempo per scoprire Mayrhofen, località tirolese meta  per tutti gli sportivi di ogni età grazie ai versanti del Penken e dell’Ahorn che offrono puro divertimento a grandi e piccini.

Il 6 e 7 aprile sarà la volta di Sölden che farà da palcoscenico all’Electric Mountain Festival, una due giorni ad alta quota in cui la località sciistica si trasformerà in un club a cielo aperto. Igloo rave party, gare negli snow park e musica dal vivo con dj set e gruppi come i Chase&Status e il the Bronx Street APrty animeranno il week end in una delle più belle località alpine austriache.  

 L’8 e 9 aprile a fare festa con due giorni di gare, sport e musica è Madonna di Campiglio. Un fine settimana nel comprensorio Adamello-Brenta, scorre veloce. Si scia sui 150 chilometri di piste che collegano la Perla delle Alpi con Pinzolo e Folgarida-Marileva: un vero e proprio paradiso della neve. Per i più esperti il canalone Miramonti, sede della storica dello slalom di Coppa del Mondo di sci alpino e la leggendaria Spinale Diretta sono tappe obbligatorie, ma non mancano opportunità per divertirsi anche per i principianti grazie a ben 45 piste blu adatte a tutti tra cui la magnifica Cinque Laghi o la Pradalago. Madonna di Campiglio è inoltre un Paradiso per i “foodies” con due ristoranti stellati (“Il Gallo Cedrone” e il “Dolomieu”) e tanti altri da scoprire.  

Il 15 aprile è la volta del Corvatsch (St Moritz) con Kunz& Florian e una festa tra piste e rifugi in programma dalle 11.30 alle 22.

Il 21 aprile al ghiacciaio del Rettenbach va in scena Hannibal, spettacolare messa in scena, con oltre 500 partecipanti, dell’attraversamento delle Alpi da parte del generale cartaginese Annibale in uno scenario naturale mozzafiato aerei storici, elicotteri, paracadutisti, base jumper, motoslitte, paracadutisti, sciatori e ballerini tra fuochi d’artificio, giochi di luce sulla neve e tanta musica.

Il 30 aprile a Ischgl sul palco del Top of the Mountain salirà Zucchero Fornaciari per un concerto a 2.300 metri di altezza, seguito da apres ski e feste per un week end da non perdere. A Ischgl si scia su 238 km di piste tra i 1.400 e i 2.870 metri con neve fino a inizio maggio.

 




“Latteria della Darsena”, un angolo di Puglia a Milano

La “Latteria della Darsena” di Milano è diventata il nuovo punto di riferimento per tutti gli amanti della Puglia che, ogni tanto, in città, sentono la nostalgia dei sapori e dei profumi salentini. Aperto a novembre 2015 sui Navigli ( Piazza Cantore 1), nel pieno centro della movida milanese, “Latteria della Darsena” nasce da un’idea di un salentino doc esperto di locali, Francesco di Giacomo che ha voluto portare a sotto la Madonnina un angolo della sua Puglia.

Il casaro Mimmo prepara quotidianamente, nel laboratorio a vista all’interno del locale, i freschissimi formaggi vaccini della tradizione pugliese: la burrata, il fior di latte, la mozzarella, i nodini, il primo sale, la ricotta, la scamorza, il caciocavallo. A queste prelibatezze si aggiunge la stracciatella, fiore all’occhiello della “Latteria della Darsena” e probabilmente una delle migliori di Milano. Nel laboratorio vengono anche fatte piccole produzioni di nicchia che recuperano il patrimonio culinario della terra d’origine con ingredienti rigorosamente “made in Puglia”: i panzerotti, la focaccia barese, le orecchiette, la frisella d’orzo, la brasciola…speciali anche i salumi DOP.

Alla “Latteria della Darsena” è bello fermarsi e poter gustare direttamente sul posto i capolavori pugliesi. A pranzo, magari nel week end quando i Navigli si vestono a festa, o all’ora dell0aperitivo prima che inizi lo struscio sui canali di Milano. E di certo, difficilmente chi si ferma a bere un primitivo con un piatto di salumi e formaggi pugliesi,  avrà voglia di andarsene prima di aver assaggiato una delle specialità pugliesi in menù che cambiano stagionalmente, lasciando la voglia agli avventori di continuare a tornare in questo angolo di paradiso salentino sotto la Madonnina. Pochi tavolini, alla giusta distanza, e ambiente informale rendono subito caloroso il locale su cui appunto si affaccia anche il laboratorio del casaro.  Ad accogliere i clienti in questo magico “angolo di Puglia” c’è Francesco accanto ad una deliziosa Vespa Vintage molto gettonata dagli amanti dei selfie. Da non perdere le classiche orecchiette alle cime di rapa, saporite e leggermente piccanti e gli immancabili pasticciotti a doppia crema che lasciano in bocca il ricordo delle estati al mare …e soprattutto delle colazioni all’alba. Per un pranzo o una cena si spendono all’incirca 20-25 euro

Si comincia con le entrée che vanno dallo “Scampo crudo al Lime con Burrata e Mandorle” alla “Battuta di Manzo al Ginepro e Misticanza”. Ottime le “Fave e Cicoria”, la “Tartare di Salmone con Crema di Piselli novelli”, il “Polpo alla griglia” e la “Tartare di Pesce bianco e Melograno”.  Nei primi piatti è racchiusa tutta la storia di una grande Terra. Si va dall’ “Orecchietta Classica alle Cime di Rape” alla “Orecchietta Cime, Stracciatella e Chips di Patata” passando per il “Cavatello con Pomodoro Fiaschetto e Ricotta salata”. Per i secondi la Latteria propone il Polpo alla Luciana con Crostone di Pane casereccio”, la “Darna di Orata con Crema di Cavolfiore verde e Ricotta”, le “Bombette tipiche con Patate al Rosmarino”, il “Baccalà Mantecato con Zucca arrosto” e la classica “Tagliata di Manzo con Riduzione al Negramaro e Patata”.

A settembre la Latteria della Darsena ha raddoppiato con l’apertura di un nuovo punto vendita in via Stoppani 12, zona Città Studi, dove poter acquistare le golosità pugliesi. 




Gianluca Guidi in scena per “Serial Killer per Signora”

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia  debuttano in “SERIAL KILLER PER SIGNORA” musical di Douglas J. Cohen, tratto da un racconto di William Goldman e adattato dallo stesso Guidi e da Gianni Fenzi. “Serial Killer per Signora” sarà in scena al Teatro manzoni di Milano dal 23 marzo al 9 aprile.

“Serial Killer per Signora” per me rappresenta il ritorno sulla scena del delitto. Era il 2001 quando ho prodotto e diretto (senza interpretarlo) questo spettacolo per la prima volta. Fu un’esperienza felice: la mia prima regia. Piacque tantissimo, mettendo d’accordo critica e pubblico. A distanza di quindici anni ne curo una seconda edizione, con delle differenze: non produco più, ne sono sempre il regista, interpreto uno dei due ruoli maschili ma spero nel medesimo esito” dichiara Guidi. “Il teatro, tendenzialmente, dovrebbe sempre raccontare una storia; a volte, purtroppo, la si sacrifica per qualche non meglio identificato onanismo di palcoscenico che non porta acqua al mulino di nessuno” conclude il regista

“Un killer in città, può provocare il caos, e che detective lo impacchetterà” canta Morris ad un certo punto della commedia. Questa frase stigmatizza il percorso dei due protagonisti. Kit, uccidendo, ottiene la prima pagina del New York Times, secondo la sua mente malata raggiunge il successo. Morris ne diventa l’inseguitore e potenziale carnefice, dando lustro alla sua sbiadita carriera. Nutrendosi uno dell’altro, iniziano una gara senza esclusione di colpi che, inevitabilmente, avrà un solo vincitore. Se volessimo addentrarci brevemente in una descrizione più profonda del loro rapporto, potremmo tranquillamente asserire che, sebbene in forma assai più lieve e edulcorata, sono l’uno il compendio dell’altro, quasi a voler risvegliare un saggio shakespeariano a firma di René Girard intitolato Il Teatro dell’Invidia in cui si descrive quella spirale che, a partire dal desiderio dell’essere di un altro (il desiderio mimetico), innesca un conflitto la cui violenza è domata solo sporadicamente mediante il sacrificio di una vittima designata. Si intrecciano le vite dei nostri due eroi e del loro “Amore” (come dice Shakespeare ne I Due Gentiluomini di Verona): l’uno per l’altro, con altri rapporti normali e protagonisti di vite terrene: due madri, tre vittime ed una affascinante giovane donna dell’upper class newyorkese, che contribuirà non poco a mettere confusione nella vita del povero Detective Morris Bromo.

 

 

SERIAL KILLER PER SIGNORA” -DOVE, COME E A QUANTO
23 marzo-9 aprile
ORARI: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
BIGLIETTI: da 23 euro

 




LovBy a caccia di influencer

In un anno di attività LovBy, piattaforma di action marketing fondata da Fabrizio Rametto, ha  già raggiunto 80mila influencer attivi sui diversi canali social e progetta di crescere ancora. Per questo cerca nuovi influencer.

LovBy permette alle aziende di abbattere ogni “barriera” ed entrare in contatto diretto con i loro potenziali clienti, e agli utenti, persone “comuni” che in questi anni hanno sviluppato una loro influenza sui social, di diventare ambasciatori dei brandi più amati. Per entrare nel circuito degli ambasciatori di Lovby basta registrarsi con uno o più profili e scoprire il proprio social rank.

Nel giro di pochi minuti infatti, un algoritmo proprietario misurerà il numero degli amici, i contatti, i follower, i like, le condivisioni dei post, le visualizzazioni, la frequenza di utilizzo  l’interazione che ciascuno è in grado di generare all’interno della propria community.    Più le interazioni generano consenso, più il social score sarà alto e maggiore sarà la valorizzazione delle attività. In base al social rank, gli influencer su LovBy vengono classificati in “start”,”senior”,“master” e “top”.

L’azienda crea e propone una missione che desidera far compiere agli influencer, che può essere social (per esempio una condivisione di un post o di un video su Facebook) e non social (dall’iscirzione ad una newsletter, alla prova di un prodotto o un acquisto a condizioni privilegiate) e stabilisce quanto remunerare l’attività dell’utente per ogni missione eseguita.

Le aziende entrano così in relazione diretta e continuativa con il consumatore, definiscono il tipo di action in base ai propri obiettivi, stabiliscono il costo, la verificano e pagano solo a consuntivo, con un modello di spesa a performance basato su risultati misurati e verificati.

L’influencer a sua volta sceglie a quali missioni aderire in base al livello di gradimento del brand, o a quanto è coinvolto in quella missione; per ciascuna missione sviluppata l’utente guadagnano dei Lovies che potrà convertire in ogni istante nella boutique premi sulla piattaforma.  

 




Michelangelo & Sebastiano: la National Gallery esplora il rapporto

Il rapporto tra Michelangelo e Sebastiano del Piombo è il tema della mostra dedicata ai due artisti italiani che sarà in scena per tutta la primavera alla National Gallery di Londra. Michelangelo & Sebastiano apre il 15 marzo e termina il 25 giugno.  L’esposizione, che analizza il rapporto tra i due artisti sostanzialmente contemporanei  (Michelangelo 1475-1564 e Sebastiano del Piombo 1485-1547), esplora i talenti complementari e le personalità divergenti dei due artisti. La mostra comprende circa settanta opere tra dipinti, disegni, sculture e lettere, prodotte da Michelangelo e Sebastiano prima, durante e dopo la loro collaborazione. Michelangelo & Sebastiano, grazie all’ampia corrispondenza tra i due artisti presentata dall’esposizione, offre una visione unica nella loro vita personale e professionale, le loro preoccupazioni, le frustrazioni e i momenti di gloria.

Nel 1511, Sebastiano del Piombo, un giovane pittore veneziano dal talento eccezionale, arriva a Roma e viene rapidamente coinvolto dalla scena artistica e altamente competitiva della città. Qui incontra Michelangelo, all’epoca al lavoro per il soffitto della Cappella Sistina. I due diventano rapidamente amici e alleati contro lo straordinario Raffaello, da poco arrivato in città e con una fama in aumento tra i più influenti patroni di Roma. Come unico pittore ad olio in città rivale di Raffaello, Sebastiano del Piombo diventa un collaboratore ideale per Michelangelo. Da parte sua, Sebastiano del Piombo beneficia immensamente dei disegni e delle proposte concettuali di Michelangelo e insieme creano una serie di opere di grande originalità e rara bellezza. Quella tra Michelangelo e Sebastiano del Piombo è una collaborazione sviluppatasi in  un momento particolarmente drammatico per l’Italia stretta tra guerra e alle prese con lo  scisma teologico nel Nord Europa, ma anche di grande energia intellettuale e innovazione artistica.

La amicizia tra Michelangelo e Sebastiano del Piombo iniziata a Roma nei primi anni del ‘500 dura per oltre venticinque anni, ben oltre il trasferimento a lungo termine di Michelangelo nella sua nativa Firenze (1516) e la morte di Raffaello (1520), per poi chiudersi bruscamente con il ritorno di Michelangelo a Roma per dipingere il Giudizio Universale nella Cappella Sistina, apparentemente a causa di un diverbio sulla tecnica pittorica.

Un prestito chiave della mostra Michelangelo & Sebastiano è il Compianto su Cristo morto, noto anche come la Pietà di Viterbo (circa 1512-16 – in foto) Si tratta del primo dipinto frutto della collaborazione tra Michelangelo e Sebastiano e rappresenta eloquentemente l’unione delle due menti. Raramente esposto fuori dall’Italia, è anche il primo grande paesaggio notturno nella storia, originale nell’iconografia per la separazione del Cristo dal grembo della madre.

A suo tempo, la Pietà di Viterbo fu ricevuta con ampie lodi, grazie a cui Sebastiano del Piombo si aggiudicò le due seguenti importanti commissioni, entrambe completate con l’aiuto di Michelangelo – la decorazione della cappella Borgherini in San Pietro in Montorio, Roma (1516-24) e la Resurrezione di Lazzaro (1517-19). Quest’ultima fu dipinta in concorrenza con la grande Trasfigurazione (ora ai Musei Vaticani) di Raffaello per la cattedrale di Narbonne, dalla cui  fu rimossa nel XVIII secolo. La Resurrezione di Lazzaro diventò poi parte del gruppo fondamentale di dipinti che forma parte della collezione della National Gallery nel 1824, a cui fu attribuito il primo numero di inventario, NG1.

Recenti ricerche scientifiche condotte presso la National Gallery hanno fornito nuovi spunti sui rispettivi lavori dei due artisti sulla Resurrezione di Lazzaro. La riflettografia infrarossa ha evidenziato che il contributo di Sebastiano del Piombo al dipinto fu più considerevole e indipendente dall’influenza di Michelangelo di quanto si fosse pensato. Ora resta inteso che Michelangelo è intervenuto solo in una fase relativamente avanzata nello sviluppo del dipinto, rivedendo con i disegni la figura del Lazzaro resuscitato, già dipinto da Sebastiano del Piombo

Tra le altre opere in evidenza c’è Il Cristo risorto di Michelangelo, una statua di marmo di dimensioni maggiori del naturale scolpita da Michelangelo nel 1514-15,  prestata dalla Chiesa di San Vincenzo Martire di Bassano Romano (Italia). Il Cristo risorto sarà esposto con un calco in gesso del XIX secolo ispirato alla seconda versione dello stesso soggetto di Michelangelo (1519-21), che risiede sempre nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Mai vista prima, questa giustapposizione permette ai visitatori di vedere per la prima volta queste statue fianco a fianco.

La Visitazione di Sebastiano dal Louvre di Parigi e il Compianto sul Cristo morto dallo State Hermitage Museum di San Pietroburgo lasceranno le loro collezioni per la prima volta per viaggiare a Trafalgar Square. Quest’ultimo sarà riunito con La discesa di Cristo al Limbo (1516) di Sebastiano del Piombo proveniente dal Museo del Prado di Madrid, e con una copia del secolo XVII di Francisco Ribalta del Cristo che si rivela agli apostoli di Sebastiano, non conservato. I tre dipinti saranno presentati come il trittico originale per la prima volta da quando furono separati nel 1646.

Per evocare l’esperienza di vedere le opere in situ, sarà utilizzata una rivoluzionaria tecnologia per presentare una spettacolare riproduzione tridimensionale della cappella Borgherini in San Pietro in Montorio, Roma. Utilizzando le più avanzate tecniche di acquisizione digitale e di ricostruzione delle immagini, la National Gallery porterà la cappella a Londra per una coinvolgente esperienza della struttura così come fu creata.

“Questa è la prima esposizione del suo genere mai allestita, e la prima a presentare l’opera di Sebastiano del Piombo nel Regno Unito. Sebbene altamente stimato tra i collezionisti nel secolo XIX , Sebastiano è stato emarginato nell’immaginario collettivo in gran parte a causa della sua stretta associazione con Michelangelo, Raffaello e Tiziano. Spero che questa mostra possa incoraggiare un nuovo punto di vista su questo grande artista originale, evidenziando anche un aspetto trascurato dell’attività di Michelangelo” afferma Matthias Wivel, curatore del The Credit Suisse Exhibition: Michelangelo & Sebastiano.

Il direttore della National Gallery, dott. Gabriele Finaldi, commenta “La mostra ci introduce nel cuore dell’Alto Rinascimento a Roma, dove stava nascendo un’arte nuova ed eroica. In un contesto di guerra e di conflitto religioso Michelangelo e Sebastiano del Piombo hanno prodotto opere sulla vita e la morte e la risurrezione che sono tra le più potenti e toccanti mai realizzate. Questa è un’opportunità unica per vedere un’eccezionale raccolta di capolavori”.

 

Michelangelo & Sebastiano DOVE, COME E A QUANTO- 15 marzo-25 giugno
National Gallery, Londra

Biglietto: 18 sterline
Orari: 10-18. Venerdì ultimo ingresso: 201.15

 

 




Keith Haring in mostra a Milano

Dal 21 febbraio al 18 giugno 2017, Milano celebra il genio di Keith Haring (1958-1990) con una grande mostra allestita a Palazzo Reale.  L’esposizione di Keith Haring prevede con una vasta selezione di opere provenienti da tutto il mondo e mette in evidenza i riferimenti tra Haring e altri artisti e linguaggi.

A Palazzo Reale saranno presenti oltre 90 opere del geniale artista americano, molte di grandi dimensioni, alcune inedite o mai esposte in Italia, provenienti da collezioni pubbliche e private americane, europee, asiatiche.  La rassegna, per la prima volta, rende il senso profondo e la complessità della sua ricerca, mettendo in luce il suo rapporto con la storia dell’arte.

All’interno del percorso espositivo, i lavori di Haring vengono posti in dialogo con le sue fonti di ispirazione, dall’archeologia classica, alle arti precolombiane, alle figure archetipe delle religioni, alle maschere del Pacifico e alle creazioni dei nativi americani, fino a arrivare ai maestri del Novecento, quali Pollock, Dubuffet, Klee.

 

 

L’esposizione Keith Haring. About Art, curata da Gianni Mercurio,  ruota attorno a un nuovo assunto critico: la lettura retrospettiva dell’opera di Keith Haring non è corretta se non è vista anche alla luce della storia delle arti che egli ha compreso e collocato al centro del suo lavoro, assimilandola fino a integrarla esplicitamente nei suoi dipinti e costruendo in questo modo la parte più significativa della sua ricerca estetica.

Le opere dell’artista americano si affiancano a quelle di autori di epoche diverse, a cui Haring si è ispirato e che ha reinterpretato con il suo stile unico e inconfondibile, in una sintesi narrativa di archetipi della tradizione classica, di arte tribale ed etnografica, di immaginario gotico o di cartoonism, di linguaggi del suo secolo e di escursioni nel futuro con l’impiego del computer in alcune sue ultime sperimentazioni. Tra queste, s’incontrano quelle realizzate da Jackson Pollock, Jean Dubuffet, Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano e altre.

Keith Haring è stato uno dei più importanti autori della seconda metà del Novecento; la sua arte è percepita come espressione di una controcultura socialmente e politicamente impegnata su temi propri del suo e del nostro tempo: droga, razzismo, Aids, minaccia nucleare, alienazione giovanile, discriminazione delle minoranze, arroganza del potere. Haring ha partecipato di un sentire collettivo diventando l’icona di artista-attivista globale.

Tuttavia, il suo progetto, reso evidente in questa mostra, fu di ricomporre i linguaggi dell’arte in un unico personale, immaginario simbolico, che fosse al tempo stesso universale, per riscoprire l’arte come testimonianza di una verità interiore che pone al suo centro l’uomo e la sua condizione sociale e individuale. È in questo disegno che risiede la vera grandezza di Haring; da qui parte e si sviluppa il suo celebrato impegno di artista-attivista e si afferma la sua forte singolarità rispetto ai suoi contemporanei.

La mostra sarà ordinata in un allestimento emozionante e al contempo denso di rimandi al contesto in cui la breve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di esprimersi come una delle personalità più riconosciute dell’arte americana del dopoguerra.

DOVE, COME E A QUANTO

 

 

 

KEITH HARING. ABOUT ART

Milano, Palazzo Reale: 21 febbraio – 18 giugno 2017

 

lunedì: 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
giovedì e sabato: 9.30-22.30

Biglietti: 12 euro

 

 




Tornano a teatro i Kataklò

Con EUREKA (dal greco,“ho trovato”, esclamazione resa da Archimede) tornano in scena i Kataklò.  Lo spettacolo è ideato, diretto e coreografato dalla fondatrice e direttrice artistica Giulia Staccioli. Lo show dei Kataklò vuole comunicare con la stessa forza del celebre scienziato il desiderio di condividere con il pubblico la ricerca di un movimento nuovo, espressivo, intenso, libero da fumosi intellettualismi e sempre In EUREKA si ritrovano gli stessi elementi che da vent’anni fanno di Kataklò  una compagnia amata ed apprezzata in campo internazionale: i gesti intensi e mai scontati dei suoi espressivi performer, la scelta di luci suggestive e accattivanti, la ricerca musicale accurata e non banale che spazia da melodie sconosciute a brani che fanno parte della memoria storica e culturale di tutti e costumi che suggeriscono ambientazioni sempre nuove. I due tempi dello spettacolo sono molto diversi tra loro: il primo tempo è, quasi in bianco e nero, in cui il corpo e la luce sono protagonisti; il secondo invece è colorato, energico, coinvolgente e ironico. A regalargli unicità nel panorama della danza acrobatica, l’assoluta novità dell’apertura alla partecipazione attiva del pubblico: ad ogni replica, infatti, cinque spettatori, selezionati dalla compagnia, saliranno sul palco con gli artisti. Non acrobati tecnicamente addestrati, ma cinque temerari che condivideranno un’esperienza indimenticabile e contribuiranno a rendere ogni replica unica e irripetibile. A Milano i Kataklò saranno presenti al Teatro Carcano dal 22 al 26 febbraio