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A Milano si vola con la galleria del vento

Per tutti i milanesi che vedono le vacanze come un traguardo ancora lontano da raggiungere, è in programma un evento assolutamente da non perdere che potrebbe aiutare a sopportare meglio gli ultimi giorni di lavoro prima delle agognate vacanze.

Venerdì 22 luglio, dalle ore 15.00 alle 24.00, sarà installata presso Marketsound – il village che ospita i grandi eventi musicali dell’estate milanese – una galleria del vento verticale che in tutta sicurezza permette di sfruttare un potente flusso d’aria che annulla la forza di gravità, permettendo alla persona di galleggiare su una bolla d’aria, esattamente come succede a un paracadutista quando si lancia da un aeroplano. Il tunnel, che garantisce una vera e propria esperienza di volo, è attualmente l’unico disponibile in Italia e ha un diametro di 11 mt. per 8 mt. di altezza. La struttura del tunnel permette a chi vola di godersi una prospettiva inedita e di interagire con gli spettatori. Si tratta di un’esperienza alla portata di tutti, dai 14 ai 60 anni e non richiede una prestazione fisica particolare né comporta alcun rischio. Serve solo tanta voglia di divertirsi e di lasciarsi andare. L’esperienza è stata voluta da Groupon che,  con l’obiettivo di continuare a proporre esperienze che rendano l’estate degli italiani “sensazionale”, ha voluto regalare ai milanesi la possibilità di vivere, gratuitamente, un’esperienza unica, come quella di volare!




Al via i Suoni delle Dolomiti

I Suoni delle Dolomiti aspettano tutti gli appassionati di musica e montagna in vetta.  La manifestazione debutta oggi con Selmer Saxharmonic presso i Laghi di Bombassei. Ma il nutrito calendario di appuntamenti previsto per l’edizione 2016 dei Suoni delle Dolomiti, promette di portare i maggiori nomi della musica d’autore ad incontrare tanti appassionati negli angoli più suggestivi del Trentino.

Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi ospiteranno due eventi da non perdere. Il primo concerto vedrà protagonista uno dei massimi violoncellisti viventi, Mischa Maisky,  che si esibirà mercoledì 20 luglio alle ore 13.00 nei dintorni del Rifugio Pedrotti alla Rosetta sul panoramico Altopiano delle Pale. Il maestro, per la prima volta ospite del festival, eseguirà la terza e la quinta Suite per Violoncello di Johann Sebastian Bach. Il secondo evento sarà quindi dedicato ad un grande duo italiano e si svolgerà  martedì 2 agosto alle ore 13.00 in Val Canali nei pressi di Villa Welsperg, casa del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, dove Petra Magoni e Ferruccio Spinetti porteranno il loro progetto voce-contrabbasso “Musica nuda” che ha già conquistato tutta Europa. Ad arricchire questa esperienza anche la possibilità di partecipare ad uno percorso sui sentieri montani dal 31 luglio al 2 agosto, con una tre giorni in compagnia di Petra Magoni e Ilaria Fantin, tra camminate e magie sonore per voce e arciliuto nello scenario unico delle Pale di San Martino.

Per l’edizione 2016 dei Suoni delle Dolomiti, sono attesi tra gli altri anche Mario Brunello, Giuliano Carmignola e Jadran Duncumb il 25 luglio presso il Rifugio Antermoia; Alessandro Carbonare, Luca Cipriano e Perla Cormani il 29 luglio presso il Rifugio Segantini; Stefano Bollani il 3 agosto al Rifugio Micheluzzi; Huun-Huur-Tu il 5 agosto presso il Buse de Tresca; Mario Brunello e Yong Min Cho il 10 agosto presso la Malga Tassulla; Cristina Donà, Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto e altri il 12 agosto presso la Bait del Germano; Ballakè Sissiko e Vincent Segal il 22 agosto presso la Malga Canvere; Richard Galliano e l’Ensemble Symphony Orchestra il 24 agosto presso il Camp Centener e, infine, a chiusura dei Suoni delle Dolomiti, Barcellona Gipsy Balkan Orchestra il 26 agosto presso il Ciampac.




West End Live, 48 ore di musical pronte a infiammare Londra

Sabato 18 e domenica 19 giugno, in un solo weekend oltre 25 block buster del West End londinese si alterneranno in scena a Leichester Square per uno show imperdibile: il West End Live 2016, giunto ormai alla sua 12° edizione. Dalle 11 (domenica dalle 12) alle 12 una full immersion con i migliori interpreti della scena londinese che riproporranno, davanti al pubblico di Leichester Square , il meglio dei diversi show. C’è di più…è anche gratis.

I nomi dei musical attesi al West end Live sono da brivido tra i superclassici del West End londinese:  American Idiot, Beautiful – The Carole King Musical, The Bodyguard, Charlie And The Chocolate Factory, Disney’s The Lion King, In The Heights, Impossible, Jersey Boys, Les Misérables, Mamma Mia!, Matilda The Musical, The Phantom Of The Opera, Showstopper! The Improvised Musical, Stomp, Sunny Afternoon, Thriller Live e Wicked. debuttan questanno all’11° edizione del West End Live: Kinky Boots,  Breakfast At Tiffany’s, Crazy For You, Guys And Dolls, Jesus Christ Superstar, Motown The Musical, Murder Ballad, The Secret Garden, Show Boat e The Wedding Singer. Tra le star del musical sono poi attesi: Beverley Knight, Matt Cardle, Samantha Barks e  Pixie Lott.

L’ideale per  partecipare all’evento e goderselo fino in fondo è quello di arrivare già attrezzati a Leichester Square con tutto quello che può servire in una classica giornata londinese: dalla crema solare all’ombrello, senza dimenticare magari qualche genere di alimentare di conforto per ampliare il godimento…ovviamente anche all’interno del Wes End Live non mancano i punti ristoro, ma la scelta è più ampia in un tesco qualsiasi.  Arrivare presto è un must per non perdersi neppure un secondo del West end Live ed essere sicuri di entrare,  possibilmente prima dell’apertura dei cancelli  così come mettersi ordinatamente in fila  (generalmente l’apertura dal lato della Sainsbury Wing della National Gallery corre più veloce) e aspettare il proprio turno. una volta entrati è bene scendere subito verso il palco, non appena infatti la piazza si riempie chiudono l’accesso al palco. Se sono libere poi è consigliabile accaparrarsi subito un posto sulle scale, possibilmente in alto: si ha un audio e una visuale perfetta, stando per di più comodamente seduti.
Insomma il West End Live per chi è a Londra in questi giorni, è un’occasione da non lasciarsi sfuggire.

 




Fivizzano porta in tavola il meglio della lunigiana

La biodiversità in mostra nella 15° edizione di Sapori dal 2 al 5 giugno. Il borgo lunigianese di Fivizzano si trasforma nella capitale delle eccellenze gastronomiche, dove gli ingredienti della tradizione diventano tesoro culturale e vanno in scena i prodotti del Parco dell’Appennino tosco-emiliano, patrimonio consolidato Man and the Biosphere dell’Unesco. Una carrellata di gusto che fa scoprire come la storia di un territorio passi obbligatoriamente dalla tavola. Tra una degustazione e l’altra, spazio a spettacoli e manifestazioni culturali. 

Favizzano Gruppo storico per F

La manifestazione è la scusa adatta per organizzarsi un fine settimana, quello del solo ponte dell’anno per di più, per un fune settimana. Fivizzano infatti è un gioiello tutto da scoprire. “La Firenze della Lunigiana”, così è stata soprannominata Fivizzano durante i secoli, definizione che ancora oggi resta viva tra la popolazione. La sua posizione geografica, letteralmente incastrata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, l’ha sempre resa un territorio particolarmente ambito, contesa tra la famiglia Malaspina e la grande famiglia de’ Medici, fino ad entrare sotto il controllo del Gran Ducato di Toscana ed essere ceduta, dopo il 1844, al Ducato di Modena; quest’ultimo ha controllato Fivizzano sino all’Unità d’Italia. Un illustre passato che ha reso Fivizzano un “gioiello” dal punto di vista artistico, storico e architettonico visto che conserva importanti testimonianze. In primis l’imponente Piazza Medicea al centro della quale si trova la fontana fatta erigere da Cosimo III nel 1683. Poco distante dalla piazza l’ex Convento degli Agostiniani con l’annessa Biblioteca all’interno della quale sono custoditi importanti incunaboli e l’Erbariolo Lunense. Di grande importanza anche il Museo della Stampa poiché, proprio a Fivizzano, intorno al 1470, furono stampati libri con i primi caratteri tipografici italiani mobili, con anticipo rispetto a molte capitali europee. Sempre nel centro storico anche la Chiesa dedicata ai Santi Jacopo e Antonio: al suo interno il Fonte Battesimale risalente al XIV secolo, una lunetta affrescata con una Deposizione opera della scuola pittorica di Andrea del Sarto, il Tabernacolo in argento dell’altare maggiore e l’immagine della Beata Vergine in memoria di un’apparizione e di una guarigione miracolosa.

Al vasto patrimonio storico-artistico Fivizzano affianca anche quello ambientale e naturalistico. Tra boschi, vallate e corsi d’acqua, questo territorio è perfetto per chi ama le escursioni e l’aria aperta. Degna di nota la vicina Equi, località conosciuta per gli stabilimenti termali e per la bellezza delle sue grotte: un esteso percorso carsico formatosi millenni fa grazie all’azione dell’acqua, oggi Geo-Archeo Park.

L’edizione “Sapori” 2016 sarà   di appuntamenti e iniziative, tutte siglate dall’importante riconoscimento che il Parco dell’Appennino-Tosco Emiliano ha ricevuto nel 2015, ossia l’essere entrato a far parte della Rete delle Riserve ‘Uomo e Biosfera’ MaB UNESCO (Man and the Biosphere). Proprio per celebrare questo “traguardo”, all’interno della Biblioteca di Fivizzano, saranno messi in mostra i prodotti dell’area MaB suddivisi tra Dop e Igp; una carrellata di gusto per far scoprire come la storia di un territorio passi obbligatoriamente dalla tavola e dallo stretto legame che l’uomo sigilla con il suo luogo d’origine, sempre nel pieno rispetto della natura e di quanto ci viene offerto.

La 15° edizione di Sapori esibirà tra le vie e gli antichi luoghi di quella che, un tempo, era chiamata “Il bel cantuccio di Firenze” perché feudo dei Medici, i 64 prodotti dell’Area MaB affiancati da tutte le altre bontà che contraddistinguono la Lunigiana e i territori limitrofi, comprese le regioni confinanti. Via libera per assaggiare (e scoprire) alcune specialità della Garfagnana come il pane di patate, il Biroldo (insaccato con le parti meno nobili del maiale), la Mondiola, (salame tipico della zona) e il farro garfagnino, giusto per citarne alcuni; ci saranno anche i formaggi della Lunigiana, la tipica Mortadella, i prodotti con la farina di castagne, le cipolle di Treschietto e il Miele Dop. Spazio anche per il Parmigiano Reggiano, il Cotechino e l’Aceto Balsamico di Modena e il Prosciutto di Parma. Non mancheranno nemmeno le perle enologiche della Valle di Magra, di alcune zone della Toscana e dell’Emilia.

 

COME E DOVE

2-5 giguno Fivizzano
In Auto – Autostrada A15 (Parma – La Spezia): uscita al casello di Aulla, proseguire per la Strada

In Treno – Linea La Spezia-Parma, stazione di Aulla. Ad Aulla c’è la stazione degli autobus con linee che conducono nelle principali località della Lunigiana.

 




“Nonna Domenica”, una boutique del gusto dove riscoprire i sapori della tradizione

Le mode vanno e vengono e Milano ne è, da sempre, crocevia. Il rischio? È quello di non conoscere più le tradizioni della cucina italiana che pure, a molti neofiti di sushi e sashimi, potrebbe riservare grandi e golose sorprese. Proprio per questo,  nasce a Milano “Nonna Domenica” una piccola boutique del gusto dedicata alla cucina della nonna e ai sapori della tradizione, quelli appunto per cui non servono dizionari bilingue o costanti aggiornamenti online per capire le meraviglie presenti nel piatto. Sapori autentici, prodotti quando possibile bio e una ricerca costante della tradizione tricolore, nel materia e nella preparazione, sono questi i tratti essenziali di “Nonna Domenica”. L’indirizzo è di quelli da preservare con cura:  via Altaguardia 16, a cinque minuti a piedi dalla fermata della metropolitana di Porta Romana. Meglio prenotare però allo 02-58317200. Il locale si riempie presto apprezzato da chi, in questi pochi giorni dall’apertura, ne ha già provato la qualità, l’ambiente  e i prezzi non eccessivi (per un primo e un secondo si spendono 25-30 euro).  Sono solo 26 infatti  i coperti, così da creare un ambiente intimo seppure curato al minimo dettaglio, dove poter parlare e ascoltare senza essere assordati da vicini ingombranti o da una musica invadente. Il salotto di “Nonna Domenica” è solo leggermente più grande del salotto delle nonne, quello dove la famiglia si riuniva di domenica, ma ugualmente accogliente e dal gusto un po’ retro che invita  alla cordialità e alle chiacchiere. Sarà forse un caso ma persino la musica ascolta da “Nonna Domenica” si adattava perfettamente al locale: solo successi italiani dagli Anni ’70 in poi, quelli conosciuti e canticchiati da tutti nonostante le mode che, nella musica come nel cibo, ogni mese invadono Milano.

 Nonna Domenica 3
Il ristorante nasce dall’idea di Fabio Marenco che nella vita si sdoppia: consulente d’azienda di giorno in Long term Partner e di sera ristoratore per passione con un locale dedicato, per l’appunto, alla nonna: “Nonna Domenica”. Da sempre culto del buon cibo e del buon vivere, Marenco ha coinvolto in quest’avventura quattro soci per trovare,, secondo le sue stesse parole, “un ristorante dove potessi mangiare sano e bene prima di tutto io”. La chef Ilaria, nella prima vita architetto, ha poi tramutato l’idea iniziale in realtà e ricette adeguate addirittura ai tempi moderni da ricettari pluricentenari come le “uova in crostata croccante su crema di asparagi”, un piatto del 1884 portato nel futuro e offerto per 13 euro.  L’idea è basata su tre semplici principi: l’Italianità: nessuna regione precisa, ma tanti spunti e ricette speciali; la tradizione: nessun ingrediente lontano dalle cucine delle nostre nonne; le lunghe preparazioni: macerazioni, frollature, cotture rappresentate da piatti “lenti” per antonomasia.  Il menu poi varia spesso con proposte sempre nuove. 
 
Nonna domenica 4Nonna domenica
Il menù da “Nonna Domenica” non è fisso, ma varia con le stagioni e con le settimane. Ogni volta “Nonna domenica” propone qualcosa di nuovo, goloso e assolutamente da provare. Per questo, anche se è aperto da poco, il ristorante ha già una nutrita rigata di habitué. Da gustare, con il pane fatto in casa, l’arancino spaccato con ragù e accompagnato da culatta scelta, lo sformatino di carote con cuore fondente, il frico friulano con cialde di polenta o il polpo arrosto su crema di patate. Tra i primi meritano una menzione particolare gli Spatzle allo speck con noci e salvia, il risotto zucca e crescenza con semi di zucca o gli gnocchi al ragù bianco di agnello tagliato al coltello con scorzetta di limone e ginepro. Re indiscusso dei secondi piatti è lo stufato d’asina (ormai una rarità introvabile) o, in alternativa, la dadolata di filetto alla “Salsa Speciale della Nonna” con patate al forno e zucchine grigliate. Ottimo il Brandacujun alla ligure o il carciofo capitolino. Come dessert consigliato il castagnaccio all’antica con uvetta, pinoli e rosmarino. Il
Il menù non esteso, pochi piatti, preparati con cura .ma che ciclicamente cambiano secondo diverse categorie: i piatti della nonna, legati alla tradizione e una preparazione lunga che riesce a sprigionare al meglio profumi e sapore, i piatti tipici della cucina regionale e le proposte per una clientela vegana o vegetariana.  La cucina è saporita e leggera, anche la trazione in effetti può essere se non migliorata quanto meno aggiornata alle esigenze moderne. Il tutto accompagnato da una selezione di vini rossi e bianchi scelti  tra piccole cantine italiane con una produzione sotto le 100mila bottiglie all’anno.



Polo, vip e glamour illuminano Rovigno

Quattro squadre internazionali, tra cui giocatori di polo provenienti da sette paesi diversi, potranno lottare per la vittoria al Beach Polo Cup   a Rovigno, idilliaca cittadina della situata della penisola istriana. Attesi oltre 3mila spettatori e molti protagonisti della scena internazionale per un appuntamento che coniuga lo sport al glamour. E così il polo, il gioco preferito sull’isola istriana di Brioni, negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, conquisterà nuovamente, questa primavera, il litorale croato questa primavera.

Per la Beach Polo Cup, al classico polo su erba si è preferita  la versione più recente del polo che, negli ultimi dieci anni, viene praticato sulla spiaggia, con qualche modifica nel regolamento. L’intera infrastruttura, così come l’arena di dimensioni,  sarà allestita sulla spiaggia Porton Biondi, dalla quale si gode uno splendido panorama sul centro storico cittadino.

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Il torneo inizia il 12 Maggio 2016 con una festa di benvenuto presso la piscina dell’Hotel Lone e prosegue tra partite e party (il 14 arile si terrà il James Bond Black Tie Player Party presso l’Hotel Mulin, mentre la festa di addio, domenica sera, sarà celebrata al JoyMe, lo yatch di Philip Zepter) nei luoghi più belli di Rovigno. Le prime gare di polo sono previste per il 13 maggio e sono aperte al pubblico. La serata si concluderà con una cena di gala presso l’ex fabbrica di tabacco  di Rovigno. Il 14 maggio si comincia con una sfilata di tutti i giocatori e dei loro cavalli per il centro di Rovigno, accompagnati da un certo numero di limousine e macchine della Bentley Wien. La sfilata terminerà di fronte all’hotel Adriatic con un ricevimento offerto da Champagne Louis Roederer. L’arbitro sarà Marc Holmes mentre i match saranno commentati da Chris Hyde. Maximilian Zimmermann avrà la responsabilità di tenere il tempo e segnare il punteggio.

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Per l’occasione sono  attese nella perla della Croazia molte celebrità tra cui Ivana Trump, Enno v. Ruffin, Lothar Matthäus e la sua famiglia, il sindaco di Rovigno e il governatore dell’Istria, la famiglia Illy così come molti altri volti noti dei media, del mondo dell’economia e della politica di Croazia, Slovenia, Germania e Svizzera.

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“Tutti vogliono qualcosa”: una commedia che parla anche di noi

di Elisa PediniDal 12 maggio sarà nelle sale italiane “Tutti vogliono qualcosa” del regista Richard Linklater. Appuntamento assolutamente da non perdere perché si tratta di una commedia spassosa che vi farà passare 116 minuti in allegria. La storia si basa sull’esperienza personale del regista del suo ingresso al college e per questa ragione la pellicola si discosta totalmente da quelle cui il cinema americano ci ha abituato su tale tematica e sulle abitudini degli studenti statunitensi.

Tutta la storia di “Tutti vogliono qualcosa”  si gioca nei tre giorni antecedenti l’inizio delle lezioni e ci mostra la vita di ragazzi normalissimi intenti a cominciare la loro nuova vita “da adulti”. Niente scene esacerbate o iperrealismi improbabili: qua, la comicità, è data proprio dalla vita quotidiana, quindi, dalle esperienze/inesperienze dei ragazzi, dalle diverse personalità, dalle scempiaggini che normalmente si fanno a quell’età. Questo taglio rende, forse, il ritmo un po’ lento in certi punti; ma, è proprio questo realismo di “vita quotidiana” che rende la pellicola originale. La trama di “Tutti vogliono qualcosa” , dunque, è, di suo, abbastanza semplice e lineare, mentre è il sottinteso che da profondità a quanto si sta guardando. Siamo nel 1981 e il protagonista, Jake Bradford, si trasferisce al college. È il classico bravo ragazzo: timido, faccino d’angelo e buone maniere. Arriva pieno d’entusiasmo nell’abitazione della squadra di baseball universitaria di cui entrerà a far parte. Si ritrova in una palazzina fatiscente con un manipolo di spostati. Insomma, l’approccio non è certo dei migliori e Jake è, evidentemente, spiazzato. Tuttavia, è proprio lì, già dai primi momenti del suo arrivo, che il protagonista comincia a crescere. Passo dopo passo, impara a conoscere le diverse personalità dei compagni e ad approcciarvisi. Tra cameratismi, attriti, competizione fortissima, che s’estrinseca in tutto: dalle garette più futili al campo da baseball, feste, notti folli, e “caccia” alle ragazze, Jake inizia il suo percorso verso “l’età adulta”.

Il concetto di base che viene fuori in “Tutti vogliono qualcosa” è proprio l’ostacolo che, nel nostro cammino, abbiamo incontrato tutti: al liceo si è dei grandi, i migliori, poi, s’arriva all’università e il mondo reale spalanca le sue porte e ci apre gli occhi sulla dura verità che, come noi, ce ne sono altri mille e altrettanti sono anche migliori di noi. Tutti i parametri, che valevano fino al giorno prima, vengono sovvertiti. Se si vuole restare i migliori, allora, bisogna eccellere, bisogna competere, bisogna distinguersi fra migliaia di altri, che, per nessuna ragione al mondo, sono disposti a cedere il passo. Un’età che sta a metà strada tra l’adolescenza, coi suoi sogni, le sue grandi aspettative, i suoi desideri e l’età adulta, che, invece, chiama al banco di prova e obbliga alla scelta e all’affermazione della propria volumetria. Jake, rappresenta tutto questo. Impara a difendere i suoi sogni e a lottare per loro. Impara a scegliere occasioni e persone, anche nell’amore.

“Tutti vogliono qualcosa” è un film molto dialogato, cosa che consente l’estrinsecarsi sia delle diverse psicologie, che delle differenti personalità. Esattamente come nella vita di tutti i giorni, è proprio dall’incontro e talvolta dallo scontro d’individualità molteplici, che scaturiscono gli avvenimenti comici, quando non esilaranti, o filosofici, o esistenziali. La forza di questa pellicola è proprio il nascere dalla vita reale, che consente allo spettatore di tornare indietro ai suoi vent’anni e al proprio vissuto, finendo per ridere non solo di ciò che accade davanti ai suoi occhi, ma anche dei propri ricordi, che, via via, riaffiorano. Sicuramente un film da ridere, da gustare, ma anche su cui riflettere.

Un giovane e già affermato cast ne completa la riuscita, essendo tutta la pellicola, basata, proprio, sull’esecuzione degli interpreti e sulla loro capacità d’incarnare e far emergere le diverse personalità: il protagonista, Jake Bradford, è reso con grande realismo dal giovane e talentuoso Blake Jenner, diventato famoso con la musical comedy “Glee”, affiancato da: Tyler Hoechlin, già apprezzato nel film “Era mio padre” del 2002 al fianco di Tom Hanks, che gli ha dato la gloria sul grande schermo; Wyatt Russell, figlio d’arte di Kurt Russell e Goldie Hawn, ha iniziato a recitare sin da piccolo e conta numerosi film di successo e la deliziosa Zoey Deutch, nota al pubblico per “Vampire Academy” del 2014. La sceneggiatura è curata dallo stesso regista, ovviamente, essendo autobiografica la materia di partenza. La fotografia è, invece, affidata alle sapienti mani di Shane F. Kelly, che, lo ricordo, aveva già curato quella di “Boyhood”, sempre per la regia di Linklater, film che, ai Golden Globes 2015, fece letteralmente incetta di premi.

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Burgenland, un’Austria da scoprire dove splende sempre il sole

Non siamo i soli a poterci definire come Paese del sole. Anche l’Austria ha una regione del sole,  Burgenland,  che vale la pena di scoprire e offre una media di 300 giorni di sole all’anno. Il  Burgenland, al confine con l’Ungheria, è tra le regione austriache quella meno conosciuta. Ma è un peccato. Si tratta infatti di un’area che vanta meraviglie artistiche (non è un caso che Burgenland significhi proprio terra di castelli), splendidi scenari naturalistici (con ben sei parchi nazionali), numeroso fonti termali e una cultura enogastronomica che gode dell’influenza delle diverse popolazioni che hanno abitato nel territorio.  Una regione che non assomiglia per nulla all’idea canonica di Austria e, anche per questo, varrebbe la pena visitare. Nel Burgenland  infatti non vi sono montagne, ma distese pianeggianti a perdita d’occhio, colline tondeggianti, aree verdi fluviali e filari di viti infiniti. Il Burgenland è raggiungibile in auto, treno o autobus da Graz o da Vienna.

Come terra di confine il territorio è costellato da castelli rocche con funzione difensiva attorno a cui si sono, nei secoli, sviluppati interi paesi. Il Burgenland è la regione austriaca meno conosciuta, ma è ricca di suggestioni culturali e naturalistiche. Burgenland vuol dire terra dei castelli, a testimonianza della sua posizione di confine e della sua funzione difensiva contro gli Ottomani. Molti paesi sono nati intorno a rocche difensive. Tra i più noti vi sono il trecentesco  forte Forchtenstein, quartier generale della famiglia Esterházy sorge arroccato a ud, sui monti Rosaliengebirge, del trecento. Ma vi sono anche il castello di Lockenhaus, altra roccaforte degli Esterhàzy e ultimo castello cavalleresco d’Austria,  oggi adibita a hotel; il castello di Güssing, costruito sul cono di un vulcano spento e da cui si può ammirare un panorama mozzafiato; il castello di Bernste, della famiglia Batthyány e dove visse conte Ladislaus Almasy, a cui è ispirato “Il paziente inglese”; il castello barocco di Halbturn, ex residenza estiva dell’imperatore.

La scoperta del Burgenland  non può che partire dal capoluogo  Eisenstadt, la “città di ferro” per via delle mura ritenute inespugnabili, legata a doppio filo con i principi ungheresi Esterházy e il compositore Josef Haydn che per trent’anni rimase a servizio della città e dei principi. Gli Esterházy sono una delle più antiche famiglie nobiliari dell’Ungheria ed erano, a partire dal 1600, tra le famiglie più ricche dell’Europa centrale. Proprio Esterházy, nonostante le diverse proprietà possedute nella regione, scelsero Eisenstadt come residenza principale.  Il magnifico castello barocco ancora oggi è  testimone della potenza e della ricchezza raggiunta dagli Esterházy.

Per chi preferisce una full immersion nella natura il  Lago Neusiedl (Neusiedler See) e il parco nazionale di Neusiedler See-Seewinkel, patrimonio dell’umanità Unesco, costituiscono  un perfetto punto di partenza per escursioni naturalistiche, birdwatching e attività all’aria aperta (attorno al lago e nella grande pianura pannonica ci sono piste ciclabili per 2.500 i chilometri, non manca poi la possibilità di praticare vela, windsurf, kite o golf).  In quest’area di confine tra le Alpi e la puszta ungherese, vive un’eccezionale molteplicità di specie, animali e piante sono presenti anche nelle aree alpine, asiatiche o mediterranee. Non solo.  Questa riserva, vero e proprio concentrato di biodiversità e varietà paesaggistica, comprende diversi tipi di habitat: il lago della steppa con la presenza di canneti, i laghi di acqua salata che durante la stagione estiva evaporano, dune di sabbia e la torbiera bassa dell’Hànsag. Proprio dal Neusiedler See-Seewinkel transitano gli stormi di uccelli migratori che dall’Europa volano in Africa, per questo il aprco è diventato un vero e rprio eden per tutti gli appassionati di birdwatching.




Alessandro Siani è tra le “Stelle a metà”

Alessandro Siani torna al Teatro Sistina di Roma con “Stelle a metà” il prossimo 21 e 22 maggio. Il musical, scritto dallo stesso Siani, è interpretato da Sal Da Vinci, autore anche delle musiche, con le coreografie originali di Luca Tommassini e prodotto da Tunnel Cabaret. “Stelle a metà” è una commedia musicale nuova dove si ride, si canta, si soffre per amore ma soprattutto ci si emoziona con la voce di Sal da Vinci e la poesia dei testi dei brani di  Siani. “Stelle a metà”  vuole raccontare tutti quei talenti che non vanno in tv e che, non avendo questa straordinaria vetrina, risultano invisibili. Ma alla fine il talento vero supera ogni porta in faccia: perché il talento entra senza bussare” spiega Siani.

“Stelle a metà”, è ambientato in un piccolo centro dell’area vesuviana dove Nicola Avetrana detto Nick (il personaggio interpretato da Sal Da Vinci), ex cantante di successo, ha fondato la sua Star Academy, scuola di musica per giovani talenti. Le difficoltà sono molte, ma la passione, l’impegno e la volontà di salvare quei ragazzi da un destino fatto di strada ed emarginazione, spingono Nick a lottare con tutte le forze per tenere in piedi la sua scuola. La sorte però lo porta a scontrarsi con gli interessi di una grande multinazionale che, proprio in quel quartiere, vorrebbe creare un centro commerciale. E a curare gli interessi del gruppo, verrà mandata a Napoli una vecchia conoscenza di Nick: Mia, il suo primo, grande e indimenticato amore.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Sistina, Roma – 21 (h 21.00) e 22 maggio h 17.00)
Biglietti a partire da da 20 euro

 




Svizzera: 1600 km di gusto. Il Grand Tour

Prodotti locali,  ricette tradizionali, baite, “home restaurant” in stile “nonna di Heidi” per condividere un pranzo o una cena con gli  imprenditori agricoli e chef innovativi come Nenad Mlinarevic, Cuoco dell’anno 2016 e chef presso il ristorante Focus del Park Hotel Vitznau . Un percorso suggestivo in cui le meraviglie culturali e artistiche della Svizzera si fondono con i maestosi scenari montani e si sublimano nelle eccellenze enogastronomiche.  Il Grand Tour della Svizzera passa infatti da 22 laghi, cinque passi alpini e 11 siti Unesco. Insomma un viaggio da organizzare assolutamente, sa che si pensi a una lunga vacanza che a più week end.

Ovviamente per un Grand Tour del gusto in Svizzera non possono mancare né acqua né vino. D’altro canto la Svizzera è la riserva idrica d’Europa con più di 7mila laghi, 120 ghiacciai, fiumi che percorrono migliaia di chilometri. Lungo il Grand Tour si può osservare l’azione millenaria dell’acqua che ha plasmato la bellezza del territorio. Davvero suggestiva, ad esempio, è la tratta da Greppen a Beckenried che costeggia il Lago di Lucerna passando per i villaggi di Weggis e Vitznau. Si può poi caricare l’auto sul battello per raggiungere la sponda opposta e continuare poi in direzione di Altdorf, Svitto ed Ensiedeln. Lungo il Grand Tour poi ci sono numerose aree vitivinicole da esplorare: dal Vallese al Lavaux, patrimonio Unesco, al Ticino, regno del Merlot, Neuchâtel e Biel dove vengono coltivati prevalentemente vitigni Chasselas, Pinot grigio e Chardonnay e infine il Sentiero della Vite che si snoda tra Twann e Ligerz (sopra al Lago di Biel). Non solo. Per chi preferisce distillati più decisi, Grand Tour del gusto in Svizzera  prevede perfino i trekking del whisky  (due proposte di itinerari: la prima include nove tappe e nove whisky, di produzione propria, a scelta in una delle Gasthaus; la seconda  n tutte le 27 Gasthaus della regione e altrettanti whisky) in uno dei paesaggi più incontaminati della Confederazione, l’Appenzello.

Un’idea per organizzarsi il proprio Grand Tour in Svizzera è quella di volare su Zurigo e da lì prevedere una decina di giorni alla scoperta delle meraviglie dei diversi cantoni. Già Zurigo meriterebbe di suo ben più di un paio di giorni: metropoli d’arte e di finanza affacciata su un lago e circondata dalle Alpi, per un mix inconfondibile. Da Zurigo poi s può andare a Sciaffusa alle Cascate del Reno, tra le più imponenti d’Europa, per poi approdare a San allo, la maggiore città della Svizzera Orientale situata tra il lago di Costanza e Alpenzello. Il viaggio continua poi attraverso Appenzell (regione di Alpenzello) e Mainenfel, il villaggio di Heidi, per approdare a Davo. L’itinerario poi si sviluppa attraverso l’Engadina per arrivare a Lugano e da qui fino a Zermatt, ai piedi del Cervino. La tappa successiva è Montreux per poi virare, subito dopo, su Gstaad, tra le mete più amate dal gotha internazionale. Si passa poi da INterlaken e qui, sarebbe davvero un peccato, non cogliere l’occasione di raggiungere in treno il ghiacciaio dello Jungfrau a 3454 metri di altezza e di rilassarsi, il giorno dopo, a bordo di una crociera sul lago di Thun o Brienz. Prima del rientro da Zurigo, l’ultima tappa è Lucerna, porta d’ingresso della Svizzera Centrale situata sul lago dei Quattro Cantoni.

In attesa di potersi concedere il Grand Tour della svizzera, non mancano tuttavia le occasioni per organizzare qualche week end alla scoperta di alcune delle località più gustose della Confederazione Elvetica. Tra le tappe del gusto più vicine ai nostri confini merita una menzione la proposta studiata da un caseificio di Airolo, nel Ticino, che permette di prendere parte a lezioni tenute da un esperto casaro e trasformare il latte alpino del San Gottardo in un delizioso formaggio. In seguito le creazioni vengono messe a stagionare nelle cantine del caseificio ed una volta raggiunta la giusta maturazione vengono spedite direttamente a casa, purché la casa sia in Svizzera.  Il caseificio dimostrativo del Gottardo si trova ai piedi del passo omonimo (strada della Tremola, tappa del Grand Tour of Switzerland) e, per chi non avesse voglia di aspettare i risultati della propria fatica, ha al suo interno un ristorante dove gustare fondue e raclette.

A Lugano l’Hotel The View permette di vivere un’esperienza gourmet a 360°: su richiesta si fa la spesa e si cucina con gli chef Eros Picco e Tommaso Arrigoni per carpirne i segreti.

A Lucerna è da non perdere la boutique del cioccolato di Max Chocolatier che, dal 2009, vende  creazioni originali in cui la materia prima è rigidamente selezionata e segue la stagionalità.  La boutique organizza degustazioni e workshop, su prenotazione, per creare la propria tavoletta di cioccolato sotto la supervisione di esperti pasticceri.

L’area invece che circonda il comune di Svitto è da sempre nota per i suoi ciliegie e proprio il Kirsh è diventato un’icona della zona. A Brunnen, non lontano della fabbrica Victorinox, la distilleria Dettling vende kirsch così pregiati che nel 2015 è entrata a far parte della World Class Distillery per l’ottava volta. Il segreto sta nella tecnica di distillazione – scoperta già nel 1867 dal fondatore, Franz-Xaver Dettling – e nella selezione delle ciliegie che devono essere mature al punto giusto.

Una sosta consigliata è certamente l’Abbazia di Bellelay, vicino a La-Chaux-de-Fonds, già XII secolo alcuni monaci producevano formaggio dalla forma cilindrica che aveva acquisito una tale reputazione da essere utilizzato come moneta di scambio. Si tratta del Tête de Moine, formaggio DOP a pasta semidura, prodotto solo con latte crudo non pastorizzato, che viene raschiato e servito a rosette.

Altra tappa golosa è nella Valle dell’Emme, area rurale dove si produce l’Emmentaler e dove ha sede Kambly che da tre generazioni è sinonimo di arte dolciaria. Il 21 e 22 maggio 2016 si celebra il compleanno del Bretzeli (ben 110 anni), il biscotto che diede inizio all’avventura imprenditoriale di Oscar Kambly. La sua idea era preparare biscotti gli abitanti della valle usando una ricetta della nonna …oggi Kambly. La fabbrica può essere visitata e si può partecipare a laboratori di pasticceria con maestri pasticceri

Per chiudere in bellezza, l’Engadina è in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. A Saint Moritz si possono addirittura percorrere vie gastronomiche con itinerari di diversa lunghezza e livello di difficoltà.  Il punto di partenza è per tutti la stazione a monte di Furtschellas dove al ristorante “La Chüdera” viene servito un antipasto a base di affettati misti, sulla terrazza panoramica o all’interno. Da qui si continua sul tracciato breve per circa due ore fino alla Pensiun Crasta via Marmoré in Val Fex, dove gustare il piatto principale. Se si vuole combinare l’esperienza culinaria alla vista fantastica delle cime e dei laghi alpini del Corvatsch, si può poi scegliere di prendere il sentiero più lungo e impegnativo che in circa cinque ore porta al lago Sgrischus e al Piz Chüern e scende verso la Val Fex. Alla Pensiun Crasta gli escursionisti potranno scegliere tra quattro piatti tipici dei Grigioni: la zuppa d’orzo, il rösti con formaggio e uova, la pasta di castagne con funghi porcini o la polenta con formaggio. Il dolce fatto in casa  viene servito alla terza e ultima tappa della Via Gastronomica, presso l’albergo-ristorante Chesa Pool, nel borgo di Platta sempre in Fex. Da qui in mezz’ora si rientra al villaggio di Sils.