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Going solo, viaggiatori solitari nel mondo

Partire da soli alla scoperta del mondo è un’idea che spesso affascina e allo stesso tempo spaventa. All’estero hanno persino coniato una specifica categoria per i viaggiatori solitari: “going solo”. Per chi non se la sente di affrontare da solo l’intera gestione di un viaggio, da tempo sono fioriti tour operator che propongono offerte di viaggio per viaggiatori solitari. Sul mercato italiano leader incontrastata per numero di destinazioni offerte (mille circa) è Viaggi nel Mondo (ovvero come Avventure nel Mondo), seguita da Vagabondo, Jonas, Viaggi Giovani e una serie di tour operator con proposte di viaggio più o meno diversificate e spesso all’insegna dei principi di turismo sostenibile e responsabile. Spesso si tratta di proposte di viaggio spartane, in tutto o in parte “autogestite dal gruppo” e dove l’idea principale è quella di aggregare potenziali viaggiatori solitari per destinazioni condivise. Per un target più elevato, dove a differenza di Avventure nel Mondo e dei suoi epigoni i viaggi sono in genere affidati a professionisti con chiari compiti o ruoli, ci sono anche  Kel 12, Ruta40, FourSeasons-Natura e Cultura,  Vai- Viaggiinavventura che propongono il lusso di viaggi “experience” o proposte “adventure” con viaggi tailor made o di gruppo che coinvolgono professionisti nei rispettivi settori come fotografi e archeologi.

Per gli sportivi travelrunning organizza viaggi a tema maratona, blufreccia segue gli eventi mondiali e una pletora di sci club (a Milano oltre al Cai, Poliuisp e Alaska), propongono soluzioni adeguate per tutti, mentre per il mare corsi e crociere sono gestiti da numerose associazioni tra cui HorcaMiseria e VelaMare o Jonas che, tra l’altro, offre proposte anche di viaggi in bici organizzati.

All’estero, dove l’universo dei viaggiatori solitari è da tempo ritenuto un mercato interessante dai tour operator, le proposte sono più diversificate per destinazioni, fasce d’età e persino genere di vacanza (esiste persino un tour operatore specializzato in vacanze per viaggiatori solitari sugli sci). Per chi mastica un po’ l’inglese (o magari lo vuole migliorare con un viaggio diverso dal solito corso di lingua al di là della Manica o Oltre Oceano), il quotidiano The Guardian ha stilato un vademecum dei migliori tour operator anglosassoni per viaggiatori solitari che generalmente, in questi tour, godono di una camera singola. Ecco qualche spunto: Friendship Travel scelto da viaggiatori solitari con una età media di a 35-60 anni specializzato su Grecia, Baleari e Caraibi; Just You offre weekend o vacanze impegnative su 46 Paesi ed è scelto da viaggiatori solitari con una età media dai 35 in su;  One Traveller è scelto da viaggiatori solitari con una età media di oltre 50 anni e si spinge anche in Cina; Solos Prevede quattro fasce d’età; Contiki  Viaggia in tutto il mondo e si rivolge a un target compreso tra i 18 e i 35 anni; Dragoman propone l’avventura spesso anche all’aria aperta, in Nord e Sud America e Asia;  Explore offre oltre 400 tour proposti dall’Europa al Kilimanjaro; Wild Frontiers dai 30 ai 70 anni, popone itinerari all’insegna dell’avventura; Authentic Adventures specializzato in viaggi tematici: foto, pittura e percorsi enogastronomi; Spice dai 35 ai 55 anni proporne vacanze all’insegna dell’adrenalina; ATG Oxford il lusso e i percorsi enogastronomici a portata di viaggiatori solitari; Ramblers  propone un’idea di turismo lento; On Foot Holidays organizza tour a piedi in tutta Eruopa per i viaggiatori solitari che vogliono viaggiare soli. Trasporto di bagagli incluso e nessun supplemento singola; Andante il focus è sul Mediterraneo per persone di 60 anni; Martin Randall Travel propone tour culturali e festival musicali; Jules Verne offre 40 tour compreso Burma senza nessun supplemento singola;  Pandaw Cruises crociere di lusso senza supplementi sui fiumi del Sud Est Asiatico; Redpoint Holidays propone vacanze sulla neve in Austria senza supplementi singola e si rivolge, soprattutto, a viaggiatori solitari con un’età media 40-60 anni; Skiworld propone vacanze sulla neve in Francia per viaggiatori solitari senza supplementi.

Non solo. Tra i tour operator emergenti dedicati ai viaggiatori solitari ci sono anche l’americana Intrepid Travel con partenze da Bali al Vietnam e last minute da prendere al volo (8 notti in Perù con l’Inca Trail, viaggio a e da Cusco escluso, costa 1190 euro in partenza il 9 febbraio; Road Scholar e Overseas Adventure Travel propongono anche stanze singole senza supplemento.

 

 




Viaggiatori solitari anche a San Valentino

Il popolo dei single “rule”, detta legge.  Anche a San Valentino. Se fino a qualche decennio fa “zittellone” e “zittelloni” erano ritenuti target ospiti poco graditi, oggi la percezione di chi viaggia da solo è cambiata: non sempre si tratta di giovanissimi con disponibilità limitate, molto più spesso le fasce di età interessate da questo trend sono più elevate con budget auspicabilmente maggiori.  E non necessariamente si tratta di  persone alla ricerca dell’anima gemelle (per chi invece è a caccia dell’altra metà della mela c’è Speed Date, oggi presente anche nel mondo dei viaggi con Speed Vacanze). Il comun denominatore tra i diversi viaggiatori solitari è che a nessuno piace pagare esplicitamente il doppio consumando per uno. E il marketing si adegua.

Avventure nel Mondo (o meglio la società Viaggi nel Mondo) certo, ma anche Vagabondo, Jonas o Viaggi Giovani che si ispirano a un’idea di viaggio meno “spartana” rispetto al progenitore: si parte alla scoperta di un territorio con chi condivide l’obiettivo di visitare la stessa meta, con un gruppo (più o meno riuscito) di viaggiatori solitari guidati o meno da esperti (in genere vale il principio di incrociare le dita).  L’alternativa? contattare direttamente un tour operatore dei diversi Paesi che si vogliono visitare per costruirsi un viaggio tailor made sulle proprie esigenze e fare nuove amicizie direttamente in viaggio, se funzionano si prosegue il viaggio in compagnia e avanti dritta! Impossibile? Certo dipende dai Paesi ma neppure più di tanto. Con il web si fanno miracoli. Esistono numerosi gruppi dove farsi avanti per chiedere informazioni. Non solo. Evaneos è un tour operator che si avvale di corrispondenti locali e in genere è in grado di costruire almeno i primi passi in un Paese straniero su misura, tanto per non sentirsi eccessivamente spaesati arrivati a destinazione. Per chi poi ha la possibilità fare un salto in Bit  Milano o al TTG di Rimini è sempre un buon modo per prendere direttamente contatti con tour operator, corrispondenti e strutture locali.

Più rilassante e friendly è  la proposta di Human Company che ha costruito il proprio successo sull’idea dei “glam camping” e l’ha poi consolidato sviluppando ostelli di lusso dedicati a chi viaggia da solo, a Firenze, Praga e Berlino, strutture centrali ospitate in siti storici con camere private e servizi da hotel come piscine, saune, ristoranti, wi-fi gratuito, noleggio biciclette e area fitness a partire da 39 euro a camera.  Non è un caso che il Plus Berlin, l’ostello del circuito Human Hostels ospitato in un’ex università tessile in stile neo gotico, oggi patrimonio storico architettonico della città di Berlino, sia il primo ostello d’Europa a comparire nella classifica di Hostelworld nella categoria “Best Extra Large Hostels”. Per la categoria “Most Popular Hostels”, creata sulla base del numero delle prenotazioni e la media del rating per gli ostelli più famosi nelle principali città del circuito, il Plus Florence si è invece aggiudicato il premio quale ostello più popolare del capoluogo toscano.

Ma la vera novità è che qualcosa si sta muovendo anche nelle fasce di ospitalità tendenti al lusso.  Per tutti i viaggiatori solitari che vogliono coccolarsi, l’Hotel Posta Marcucci di Bagno Vignoni ha pensato a una pausa salutista di tre giorni e quattro notti per rigenerarsi nella magia della Val D’Orcia prendendo parte a un percorso olistico con trattamenti e bagni termali secondo le più moderne tecniche di Medicina Olistica Integrati: La Via del Cuore. In questi tre giorni la ricerca del benessere (e della conseguente felicità) è orientata alla persona e non alla soluzione di suoi singoli malesseri: va alle loro origini per interpretarle e risolverle.

L’ Hotel Sägerhof in Tirolo, nella Tannheimer Valley, prevede pacchetti appositamente studiati per i viaggiatori solitari a partire da 739 euro per cinque notti in pensione completa e con diverse attività sportive e wellness comprese nel prezzo. Una località ideale per gli sport invernali e il relax circondati da vette innevate e che porta i propri ospiti a “1100 metri al di sopra della vita di tutti i giorni”.

E per chi è in cerca di un’idea last minute all’Hotel Posta Zim di Corvara, direttamente sulle piste più belle del mondo dell’Alta Badia (Dolomiti), le singole sono deluxe e la spa feng shui assicura un pieno relax dopo una giornata in pista.  Cucina sana e curata, spa silenziosa e trattamenti benessere a base di aromaterapia e rituali sapienti, non faranno rimpiangere la compagnia.

Per chi invece ama il mare, Norwegian Cruise Line  ha sfatato un tabù ed è probabilmente la prima compagnia di crociere a prevedere appositamente una tipologia di cabine (gli studios) destinata ai solitari, non più obbligati a raddoppiare le quote per godere di privacy nel corso di una crociera senza tralasciare, attraverso però spazi comuni per favorire, per chi vuole, la conoscenza di altri passeggeri solitari.

 




“2 Donna in Fuga”: Iva Zanicchi e Marisa Laurito

Marisa Laurito e Iva Zanicchi insieme per “2 Donna in Fuga“, uno spettacolo tutto da ridere in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al 28 gennaio.
“2 Donne in Fuga” è tratto da “Le fuggitive” di Pierre Palmade e Christophe Duthuron, con l’adattamento di Mario Scaletta e la regia di Nicasio Anzelmo.

Due donne si incontrano di notte su una strada statale mentre fanno l’autostop. Entrambe fuggono dalla loro vita, Margherita da 30 anni di vita di
casalinga, moglie e madre repressa, Claude dalla casa di riposo i GLADIOLI dove il figlio l’ha parcheggiata dopo la morte del marito. È l’ inizio di un’avventura che vede le due donne viaggiare in autostop, interpretando una commedia dalle battute felici che non sono mai fini a se stesse ma servono a costruire con ironia i caratteri diversissimi delle due donne. Ogni scena aggiunge un tassello alla vita e alla psicologia delle due protagoniste mostrando allo spettatore il nascere di una vera amicizia.

Una commedia divertente e che induce alla riflessione. Marisa Laurito in scena è una forza della natura. Molto naturale Iva Zanichi che non perde una battuta e rende verosimile un personaggio così complesso.




RHOK, al debutto un cantautore da scoprire

“RHOK”: un nome, un destino. Il primo disco di RHOK, “Fibrillazione Atriale”, sta destando l’interesse di alcune case discografiche, nonostante l’autore non sia uscito da uno dei mille talent show, da Amici a X Factor, che imperversano in televisione. I dodici inediti di “Fibrillazione Atriale”, in vendita su Amazon e su altre piattaforme online come Spotify e iTunes (e a breve anche in negozio), hanno infatti riscosso un ottimo riscontro nella web community. “Sto facendo alcune riflessioni, ma sono geloso dell’indipendenza che mi ha portato a riarrangiare alcuni brani scritti qualche tempo fa e a crearne di nuovi, con l’obiettivo di raccogliere, in un solo album, melodie semplici ma mai banali e caratterizzate da testi interessanti. Ho pensato a “Fibrillazione Atriale” come a un lavoro destinato a rimanere nel tempo, un album in grado di mantenere attuale nel tempo il valore dei testi e la piacevolezza della musica. Oggi purtroppo si brucia tutto velocemente, troppo. Non volevo questo per il mio primo cd” sostiene RHOK una sigla dietro a cui si cela Riccardo Moraca,  medico di base, pediatra, musicoterapeuta, omotossicologo e omeopata, oltre a autore e compositore iscritto alla Siae.

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Qual è la metamorfosi di Riccardo Moraca, medico con esperienza pluridecennale, in RHOK, autore di “Fibrillazione Atriale”?
A Melissa, un borgo a pochi chilometri da Crotone quando, da giovane, suonavo in una band, da me chiamata The Doctors quale preludio della mia professione,  avevo scelto come nome d’arte Richard Homak.  E, anche anni dopo, quando mi ero ormai trasferito a Pavia per motivi di studio, per gli amici di questa prima band sono sempre rimasto Richard Homak. Da qui, dalla crasi del mio nome d’arte di un tempo, ha avuto origine il mio futuro come cantante, autore e compositore.

Sta già lavorando quindi a nuovi progetti?
Al momento sto promuovendo “Fibrillazione atriale”, anche con serate dal vivo, spettacoli teatrali e presentazioni. E sto lavorando a un duo acustico. Ma ho diverso materiale su cui vorrei tornare a lavorare per altri cd.

Dove ha trovato il tempo di studiare musica in un percorso professionale così articolato?
Sono e resto un autodidatta con una irrefrenabile passione per la musica che mi ha portato, negli Anni 70, a superare gli esami Siae come autore e compositore melodista.

Come ha scoperto questa passione RHOK?
In casa mia non si ascoltava musica, per così dire, moderna. Solo il nonno medico, di cui ho seguito le gesta, era melomane, ma è mancato quando ero piccolo. Avrò avuto dieci anni quando un giorno sono entrato nell’unico negozio di musica di Crotone e ho chiesto al proprietario di consigliarmi un disco “agitato”.  Ho comprato sulla fiducia Twist and Shout” dei Beatles. È stato una rivelazione e l’inizio di una grande avventura. Ho iniziato allora a studiare da autodidatta e ho persino dato vita a una band, The Doctors, che suonava a molti eventi di Melissa e dei paesi vicini, matrimoni, comunioni e feste di piazza.  Cover certo, dai Beatles ai Dik Dik, Camaleonti e ai Nomadi, e in generale alle band musicali del momento. Ma non solo. Già da adolescente scrivevo testi e musica, inserendole nel repertorio che poi cantavo e suonavo sul paleo … e non mi sono mai più fermato.

Quali sono state le tappe che l’hanno portata dai The Doctors a “Fibrillazione Atriale”?
Dopo i The Doctors ho cantato e suonato in altre band tra cui i Music Live di Pavia, con i quali ho suonato negli Anni 90  cover e brani da me composti. Ma mi sono sempre visto soprattutto come autore. In questi anni infatti non ho mai smesso di scrivere testi e musica, diciamo che la musica è stata la colonna sonora della mia vita. Ho vinto tra l’altro il Derby Nazionale della Canzone a Salice Terme presentato da Daniele Piombi con “Non Voglio Vivere” nel 1973, ho  partecipato al primo Festival di Città di Novara presentata da Corrado con “Quanto Tempo ci Vorrà”  e ho lavorato con Pierquinto Carraggi, l’imprenditore che ha portato Frank Sinatra in Italia e che, nel 1985, mi ha aperto le porte dell’Ambrogino trasmesso in Eurovisione. Ho vinto come autore anche quest’ultima manifestazione con la canzone “Tu, Tu, Tu” interpretata sul palco da Paola Carra.

È mai stato tentato dall’idea di dedicare maggiore spazio professionale alla vena creativa e artistica?
Certo. E non sono mancate neanche le offerte, persino un abboccamento dalla Ricordi. Ma all’epoca avevo altre esigenze. Oggi è venuto il momento di tornare in campo con i miei tre figli che hanno partecipato a “Fibrillazione Atriale”: Marco ha curato gli arrangiamenti oltre a suonare chitarre e basso e a cantare alcuni brani; Valentina si è occupata del design e ha cantato in “Ma Dimmi un Po’ Cos’è Questa Musica” ed Emanuele ha suonato alla batteria.

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Come nasce a questo punto “Fibrillazione Atriale”?
Fibrillazione Atriale” nasce da una chiacchierata con mio figlio Marco, psicologo musicista, cantatore e leader dei Back to the Beatles. Volevo raccogliere alcuni brani che avevo composto nel corso del tempo e, insieme a mio figlio, ho integrato e riaggiornato alcuni testi, lavorando agli arrangiamenti e completando la collezione con nuovi brani.

… Per la discesa in campo ha scelto un titolo piuttosto complesso…
Mi sono ispirato ad alcuni album di Franco Battiato. D’altro canto, cercavo un titolo che si distinguesse e, allo stesso tempo, rispecchiasse la mia identità che racchiude sia l’aspetto scientifico sia il lato creativo. Sotto a un vocabolario prettamente medico, si cela in realtà una metafora della vita. Sono in ogni caso convinto che la musica possa aiutare a far comprendere la scienza e, allo stesso tempo, possa essere un sostegno terapeutico per la guarigione.

Sin da un primo ascolto di “Fibrillazione Atriale” balza all’orecchio la prevalenza di testi impegnati rispetto a quelli, più classici almeno nella tradizione italiana, d’amore Si spazia dalla denuncia della violenza contro le donne, in “La Mattina Appena Sveglia”, a temi economici in “Recessione”.  …una scelta peculiare.
Tengo molto ai testi, sia che si parli d’amore sia che si parli di realtà sociali o di sofferenza interiore. Per questo in “Fibrillazione Atriale” trovano posto brani come “C’era Una Volta” che è una denuncia sulla società, dai veterinari corrotti che firmavano anche l’idoneità delle carni gonfiate di ormoni alla corruzione negli uffici pubblici; “Aiutami, Sostienimi, Soccorrimi”, dove si parla di ansia, depressione e attacchi di panico, una condizione che riguarda sempre più persone e soprattutto giovani e “Come On” che parla di persone che aspettano la manna dal cielo. Non mancano infine poi melodie come “Cade Lenta la Neve” e “Uno Spruzzo di Mare”. Peraltro proprio di “Fibrillazione Atriale” ho già prodotto e pubblicato su YoutTube il primo video in cui arte, scienza e musica si fondono.

Oltre alla sua musica e a quella dei Beatles, cosa ascolta? Qual è l’ultimo concerto a cui ha assistito?
Mi piace la musica italiana De Andrè, Fossati, De Gregori, Battiato, Paolo Conte e tutta la buona musica classica, jazz, pop, leggera, dalle origini ai giorni nostri. Ma non solo. Sono andato, tra l’altro, al concerto degli Aerosmith, a quello dei Rollig Stones e, più volte, a quelli di Paul McCarthy, il mio idolo.




Pila, natura e sport a un passo da Aosta

A #Pila si scia tra i giganti, con la vista che si perde sulle leggendarie cime di oltre 3mila metri che si vendono all’orizzonte: dal Cervino al Monte Bianco fino al Monte Rosa e al Grand Combin. Giunti in vetta, a un passo dal cielo, si domina la Valle: su un versante è arroccata Pila e sull’altro Cogne, nel cuore del Parco del Gran Paradiso ed Eden per lo sci di fondo. Il progetto è quello di collegare con gli impianti le due località, nel frattempo si può comunque godere di un paesaggio alpino incomparabile: si è circondati a 360° da cime leggendarie a una manciata di minuti da Aosta. Chiusi gli impianti, Pila si trasforma in un paesaggio incantato, solo boschi, neve e silenzio e un mondo antico sospeso tra le luci delle stelle e, a valle, le luci del capoluogo.

Pila sci

Il bello di Pila infatti è quello di venire catapultati, in meno di venti minuti di impianti, dal parcheggio di Aosta all’incanto innevato di questa piccola frazione circondata dai boschi. Niente tornanti, code limitate e limitata necessità di montare e smontare catene. E per chi non guida Autostradale e Flixbus offrono un servizio a bordo pista per pochi euro. La vacanza, senza stress, inizia meglio. Per questo la destinazione è tra quelle preferite in inverno per una domenica sulla neve tanto più che, rispetto ad altre località, Pila gode di una posizione maggiormente riparata dal vento, ma trascorrerci qualche giorno in più è anche meglio, soprattutto per chi cerca sport, natura  e relax.

Pila Hotel La Chance

 

Un buon punto di appoggio è l’Hotel La Chance, a pochi minuti dall’arrivo degli impianti, offre camere ampie e attente ai dettagli, una cucina curata e la sola Spa (con vista Monte Bianco!) della località. E se si sente la mancanza di cinema, negozi, musei o teatri la piccola Roma in formato alpino, Aosta, è a pochi minuti di funivia, con qualche km in più si possono raggiungere anche i castelli valdostani di Fénis, Verrés, Nus, Sarre, Sarriod de la Tour, Saint Pierre e l’imponente Forte di Bard.

Sci a Pila

Settanta km di piste battute ogni sera dai gattisti e con innevamento garantito (anche se quest’anno apre non ce ne sia bisogno), due scuole per imparare o migliorare la tecnica (170 maestri!) e sentieri da percorrere con le ciaspole ai piedi, magari accompagnati da una guida naturalistica (il giovedì l’escursione è gratuita per gli ospiti delle strutture turistiche) per scoprire le peculiarità del territorio.

Pila tramontoLe cime di PilaPila 1

E per ritrovare le forze? un piatto di selvaggina, meglio ancora lo stinco (soprattutto se si è in compagnia viste le dimensioni epiche del piatto)  o di pasta fatta in casa allo #Yeti, all’arrivo della telecabina, è l’ideale, magari accompagnato da un bicchiere valdostano doc (tra l’altro Gamay, Fumin o Torrette o Inferno): la struttura infatti ripone una particolare attenzione nella valorizzazione dei vitigni autoctoni grazie anche alla passione di Katia Albanese, presidente del Consorzio Turistico “Espace de Pila”. Per una serata diversa si può salire in quota con il gatto delle nevi accomodandosi nella sua cabina chiusa, per raggiungere le baite dove cenare con i piatti originali della cucina tradizionale valdostana.

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Se poi si sceglie di andare a Pila dal 22 al 28 gennaio, in occasione della sesta edizione di I Light Pila, alle donne che soggiornano per almeno 4 notti verrà regalata l’intera giornata del 27 gennaio (hotel, skipass e iscrizione all’evento). La fiaccolata di solidarietà a luci led di#ILightPila, giunta ormai alla sua sesta edizione, raccoglie fondi a favore della fondazione Susan G. Komen Italia per la lotta al tumore al seno con un evento unico: una notte di festa e una manifestazione suggestiva che illumina l’intera valle di rosa.

ILightPila




St Moritz: neve, sole e spa per dare il benvenuto all’inverno

Borghi tradizionali, facciate graffite e un comprensorio sciistico immenso, ben 350 chilometri di tracciati:  L’Alta Engadina è il paradiso degli amanti della montagna e St Moritz è simbolo dell’Europa mondana che scia. Ma per chi si ferma più di una notte, non mancano le offerte: lo o skipass costa 35 franchi al giorno: una trentina di euro, oltre la metà del prezzo normale, per divertirsi sull’intero comprensorio circondati da vette spettacolari e terrazze panoramiche. Sono oltre cento gli hotel che aderiscono all’iniziativa Albergo Skipass Incluso, compresi icone del lusso storico come il Kulm e il Kempinski.

 A Saint Moritz conviene arrivare il venerdì sera, quando si svolge la snow night, la sciata in notturna sul Corvatsch (dall’8 dicembre si scia dalle 19 all’una di notte, da febbraio fino alle due) tra discese elettrizzanti e soste più goderecce all’Hossa Bar o negli altri rifugi che, con l’occasione, rimangono aperti nel corso della serata spesso con party e musica dal vivo, mentre una volta al mese nelle sere di glüna plaina (luna piena, in romancio) si scende a valle lungo i versanti del Diavolezza (date previste: 1 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo e 1 aprile) inondati dalla sola luce avvolgente della luna piena a partire dalle 19.30. Si riprende lentamente confidenza con la neve, circondati dai ghiacciai di oltre tremila metri, mentre a valle si passeggia lungo le vie dello shopping, in centro, o costeggiando laghi e i corsi d’acqua dove ancora per qualche giorno si specchiano i larici dalle mille sfumature dell’oro e del rame. 

E se, dopo un primo allenamento sul Diavolezza, il ritorno sugli sci dovesse risultare troppo faticoso, una pausa relax si impone. Impossibile resistere alla tentazione di immergersi nella vasca jacuzzi all’aperto del Berghaus Diavolezza, con vista sul Piz Cambrena, del Piz Bernina, del Bellavista e del Piz Morteratsch dove si gode di un’ora di relax in esclusiva su uno dei più incantevoli tetti d’Europa immersi nell’acqua spumeggiante a 41 gradi. Per un break goloso tra una pista e l’altra, gli impianti da non perdere sono invece quelli che dal Corviglia, raggiungibile sia dal centro di St Moritz sia da Celerina, portano ai 3.057 metri del Piz Nair su una terrazza assolata dallo scenario emozionante.
Chi ama alzarsi presto la mattina sale subito qui, in vetta (gli impianti aprono alle 7.45), per la cosiddetta cerimonia del white carpet, la prima discesa sulle piste appena battute, con vista su Saint Moritz e l’intera Alta Engadina. Una sosta al ristorante panoramico con specialità locali a base di funghi e cacciagione e la tipica torta alle noci dell’Engadina e si torna in pista, non troppo appesantiti (in Svizzera si possono ordinare anche le mezze porzioni). Un unico ski tour collega i quattro comprensori engadinesi, ma bisogna calcolare un giorno di tempo per completarlo. Dopo un’intensa giornata di sci, niente di meglio di un trattamento nel centro benessere ricavato sul tetto dell’Hotel Schweizerhof, storico albergo in pieno centro con vista sul lago di Saint Moritz e sulla vallata o, se si preferisce la più sportiva Pontresina, nell’immensa spa dell’Hotel Schloss, ricavato in un  castello di fine Ottocento completamente ristrutturato, da cui si ammira un panorama unico sulla Val Roseg e sui suggestivi ghiacciai della catena del Bernina. Qui ci si può lasciare guidare da una “spanner” ovvero  un professionista del benessere che suggerisce come godere di un percorso di “salus per aquam” tra vasche, bagni turchi e sune di diverse temperature.  Per chi vuole concedersi un vero e proprio sogno ad occhi aperti, sempre a Pontresina, ci si può ritagliare un soggiorno praticamente perfetto Grand Hotel Kronenhof, primo hotel del borgo. L’edificio, risalente al 1848, è stato classificato monumento nazionale e vanta saloni affrescati degni di un a reggia oltre ché una zona spa affacciata sui ghiacciai dove rilassarsi dopo le fatiche di una giornata sulla neve prima di concedersi ai piaceri dell’al cucina engadinese. 

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Alba e tramonto sulla Great Ocean Road

Duecentocinquanta km di tornanti a picco sull’Oceano tra foreste pluviali e cespugli argentei, spiagge iconiche per i surfisti di tutto il mondo come la Bells Beach, Johanna Beach e l’Apollo Bay, scenari mozzafiato, fari romantici come quello di  Cape Otway  e quei faraglioni di calcare e arenaria dai colori cangianti e dalle mille forme modellate dal mare e dal vento come i Dodici Apostoli divenuti uno dei simboli del Paese. E, come sempre accade in Australia, tutto ha dimensioni colossali, si percepisce la forza e l’imponenza della natura.  Tutto questo è la Great Ocean Road, nello stato del Victoria e a una distanza ragionevole da Melbourne, che parte da Torquay e arriva a Warrnmbool in un vortice di forme, profumi e colori travolgente.

L’origine della strada panoramica, tra le più scenografiche al mondo, risale alla fine della Prima Guerra Mondiale quando per dare lavoro e sostegno ai reduci e, allo stesso tempo, incrementare il turismo, il governo decise di avviare i lavori e scolpire nella roccia il percorso. Ci sono voluti 14 anni e 3mila soldati prima di giungere alla fine dell’impresa stappando letteralmente alla natura selvaggio la strada, pezzo dopo pezzo.  Ma ne è valsa la pena. Ancora oggi la Great Ocean Road attrae ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo (me compresa).

L’ideale, come sempre accade in Australia, considerando gli spazi infiniti e le distanze, è quello di affittare una macchina per percorre la strada e magari spostarsi tra Melbourne e Adelaide. In ogni caso esistono dei tour organizzati e, se si hanno a disposizioni più giorni, mezzi pubblici che permettono comunque di spostarsi sulla Great Ocean Road. È bene comunque prevedere almeno due giorni: i colori dell’alba e del tramonto sulla costa più fotogenica del mondo valgono l’intero viaggio. La tentazione è quella infatti di fermarsi ad ogni tornante per scovare gli angoli nascosti, perdersi nel labirinto di stradine che raggiungono la costa lasciando correre lo sguardo alle onde gigantesche che si abbattono sulle rocce modellando i futuri faraglioni o cercando di avvistare le balene, esplorare le foreste pluviali e i santuari dedicati a koala e canguri.

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Lorella Cuccarini è La Regina di Ghiaccio

Lorella Cuccarini è LA REGINA DI GHIACCIO. Il musical, ideato e diretto da Maurizio Colombi e ispirato alla fiaba persiana da cui nacque la Turandot di Giacomo Puccini, ha debuttato al Teatro Arcimboldi di Milano dove rimarrà in scena fino al 10 dicembre prima di proseguire il tour nazionale, tra l’altro, al Teatro Auditorium di Cassano Magnago (12-13 dicembre), al Teatro Brancaccio di Roma (20 dicembre-7 gennaio) e all’Europauditorium  di Bologna il 13 e 14 gennaio.

Un cast artistico formato da venti performer fra attori, cantanti, ballerini, acrobati affianca Lorella Cuccarini.  La produzione è firmata da Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, per Viola Produzioni  e annovera nel cast creativo: Davide Magnabosco, Alex Procacci e Paolo Barillari per le musiche, Giulio Nannini per i testi, Alessandro Chiti per le scenografie, Francesca Grossi per i costumi, Alessio De Simone per il disegno luci, Emanuele Carlucci per il disegno suono, Rita Pivano per le coreografie. La musica originale, composta da 18 emozionanti brani musicali, arrangiata e diretta da Davide Magnabosco, mantiene dei riferimenti melodici ad alcune tra le più famose arie di Puccini
Lorella Cuccarini interpreta il ruolo di una crudele e malefica regina, vittima di un incantesimo che le ha reso il cuore di ghiaccio. Nel regno della regina di ghiaccio gli uomini sono costretti ad indossare una maschera per non incrociare lo sguardo regale. Solo colui che sarà in grado di risolvere tre enigmi potrà averla in sposa. Lo spettacolo, adatto per tutta la famiglia, vede un susseguirsi di sorprese ed effetti speciali.

 

 




Riccardo Rossi si racconta a teatro

Riccardo Rossi porta a teatro il mondo visto da Rossi nel monologo  “Rossi che più Rossi non si può”  in scena da stasera fino al 3 dicembre al Teatro Leonardo di Milano. “Più Rossi non si può” è uno spettacolo scritto da Alberto Di Risio  e si propone come un viaggio tra aneddoti, personaggi e situazioni.

L’attore romano, volto al cinema e in tv (ieri in “College” oggi con “Fuochi e Fiamme” e “I miei vinili”), ripercorre vent’anni di carriera, offrendo in carrellata di ritratti di persone e di situazioni analizzate da  un punto di vista assolutamente dissacrante: dalle scuole elementari,la cosiddetta età dell’innocenza con tutti i “traumi” che l’accompagna (scarpe ortopediche, pantaloni conti e vestiti da Zorro fatti in casa a confronto con i scintilla ti costumi degli amici usciti se non da un sarto almeno da un supermercato), all’adolescenza con i primi falliti approcci all’altro sesso, fino alla soglia  dei 50 anni tra timori ipocondriaci e voglia di giovinezza. Sardonico e dissacrante Riccardo Rossi dipinge un quando della quotidianità che, se visto con gli occhi dello stesso attore, diventa grottesco ma in fondo non innaturale.

DOVE COME E A QUANTO – “Rossi che più Rossi non si può”
Dal 28 novembre al 3 dicembre. Teatro Leonardo. Via Ampère 1. Biglietti da 12 euro.




Pippo Franco è Brancaleone

Pippo Franco debutta in Brancaleone al Teatro San Babila di Milano dove rimarrà va in scena fino al 3 dicembre. La commedia ispirata al cult di Mario Monicelli presenta una esilarante messa in scena ricca di colpi di scena e di sorprese al limite del grottesco dove, tra divertimento e risate, non mancano i momenti di riflessione.
Brancaleone, interpretato da Pippo Franco, di ritorno dalle Crociate in Terra Santa,  chiede ospitalità a un clerico eremita, uomo colto ed esperto cerusico al servizio del Vescovo di Trani. Brancaleone, pur non avendo mai perso il suo senso dell’ironia con cui affronta la sua esasperata esistenza, è in preda ad una crisi suicida: nella sua ultima battaglia si è finto morto per non essere ucciso dai Saraceni e ora vuole espiare la sua colpa ingerendo un veleno. Una volta tornato in sé a Brancaleone viene offerta dal Vescovo la possibilità di formare un’armata e di conquistare il Castello di Bellafonte caduto in mano ai saraceni. Il cavaliere accetta subito l’incarico ma formare un’armata non è facile e al condottiero si unisce soltanto una compagnia di comici incontrata durante il viaggio verso il castello è accompagnato dalla sua armata composta da grandi attori (tra questi i comici Gegia, Battaglia e Miseferi) . Grazie agli imprevisti che si trova a fronteggiare, Brancaleone si rende conto di aver vissuto metà della sua esistenza come uomo d’armi mentre l’altra metà, quella dell’esperienza dell’amore e della visione spirituale dell’essere, gli è rimasta sconosciuta.

Brancaleone -DOVE, COME E A QUANTO
San Babila di Milano 28 novembre – 3 dicembre
Biglietti a partire da 12 euro