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Alagna tra powder e tappe golose

Appartata, schiva, eppure modernissima. Perché oltre le case walser, appartenenti a un altro secolo, di Pedemente e Ronco, oltre le chiesette affrescate e il profumo di legna e polenta, spuntano coloratissime tribù di giovani a caccia della neve perfetta. Non c’è nulla di più emozionante che sfiorare la leggendaria “powder”, quel mare di neve candida e leggera come la cipria sulla quale sembra di galleggiare. Alagna Valsesia è la meta di stagione, antica nel paesaggio e ospitalissima sui suoi sentieri, perché è questa la capitale del freeride, calamita irresistibile per nugoli di sciatori provenienti da tutto il mondo  che ogni inverno salgono quassù, a cercare emozioni in neve fresca. Soli, nel bianco. Lasciando che gli altri sportivi (meno avvezzi al wild) si godano in i collegamenti con Gressoney e Champoluc, per oltre 180 km complessivi di piste, che fanno del MonteRosa Ski uno dei più grandi comprensori del Paese. Il sogno è in vetta, sul massiccio del Rosa, per segnare per primi il manto intatto, alle prime luci del giorno. 

Oggi solo pochi temerari arrivano a un passo dal cielo grazie all’heliski o alle pelli di foca dello sci d’alpinismo ma, quanto prima, il giro del Massiccio potrebbe essere effettuato attraverso gli impianti, collegando quelli del Cervino (Valtournenche, Cervinia e Zermatt) a quelli del Monte Rosa (Alagna, Champoluc e Gressoney-La Trinité). Il progetto è allo studio. Meglio quindi affrettarsi per godere degli spazi immensi di queste montagne lontano dalle folle.  Anche per chi preferisce rimanere sui sentieri tracciati di Alagna, le alternative non mancano vista la buona proporzione tra piste facili e più impegnative compresa la leggendaria Olen, una nera di 4km che scende da 2880 metri fino a 2050.  Sono infatti sette le piste battute tra i 1212 e i 2971 metri ai piedi del Monte Rosa dove trascorrere un’intensa giornata di sport all’aria aperta.

La località è ideale per trascorrere una vacanza sportiva e godersi i momenti di relax nella tradizionale ospitalità della valle dove ristoranti e hotel sono in molti casi tramandati di generazione in generazione. Vecchi fienili o antiche case walser che hanno conservato nel tempo spazi e materiali, legno e pietra. Un après ski o un aperitivo all’An Bacher Wi (0163 91301) dove si può scegliere tra oltre trecento etichette guidati, eventualmente, dall’esperienza del proprietario e una polentina con la marmellata i mirtilli di Mirella Pasticceria e Camere (0163 92286), proprio sotto gli impianti di risalita, sono il giusto premio per una giornata all’insegna dello sport. Per qualcosa di più sostanzioso, il calore, l’allegria e il carré di agnello del ristorante Unione (0163 922930) allinterno del teatro ottocentesco di Alagna, rendono la giornata indimenticabile.

Alagna è stata portata alla ribalta internazionale vent’anni fa, da un gruppo di registi e nomadi a caccia di neve fresca dove poter filmare adrenaliniche acrobazie: nel 1994 i documentari Toast e Teamzero hanno trasformato Alagna e le sue vette tra le mete più ricercate dell’arco alpino. Oggi, a vent’anni dall’uscita dei documentari Alagna si trasforma in inverno, che qui inizia relativamente presto, nella capitale del freeride, ma si può anche scegliere di andare per ciaspole o dedicarsi allo sci di fondo (Centro Sci di Fondo La Marmotta Rosa di Riva Valdobbia), praticare l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio, guidare auto e kart sulle piste ghiacciate (Ice Rosa Rink 348 2662869) e organizzare la circumnavigazione del Monte Rosa, che con i sui 4634 metri sfiora il cielo, con guide alpine ed heliski (per informazioni: Guide Alpine 0163 91310; 340 5835738).

Già  nello slogan della località, Alagna ha deciso di rimanere concentrata sul freeride, lo sci fuoripista adottando il titolo“Freeride Paradise” attribuito dalla testata Usa “Powder” . E, in effetti, nel cuore della Valsesia, la scelta per lo sci fuoripista non manca ed è dedicata agli sciatori di almeno medio livello, anche se gli esperti consigliano sempre di muoversi con delle guide per praticare il freeride, almeno per un primo approccio con la località. Discese molto lunghe e piuttosto impegnative caratterizzano l’area. Da Punta Indren a quota 3.275 parte un pistone non battuto, un classico della Valsesia su cui cimentarsi. Da Passo dei Salati, scendendo verso Alagna, si può percorrere fuoripista nel vallone d’Olen, ampi pendii con un dislivello di mille metri. Tra i percorsi più “gettonati” anche particolare la Balma, otto km di pura adrenalina che collegano il vecchio impianto di Indren al borgo lungo il vallone del Bors. Dal ghiacciacio dell’Indren, da cui lo sguardo può spaziare sui laghi e su tutta la catena delle Alpi, sono possibili diversi itinerari in fuori pista sia sl versante di Gressoney che su quello di Alagna on oltre due mila metri di dislivello di adrenalina da percorrere sci ai piedi. Altre alternative del freeride paradise sono la Valle SalzaCanale dell’AquilaValle BorsBalmaValle del LysPunta Vittoria Malfatta.

Gli impianti di risalita partono a valle, a 1212 metri, da Alagna dove la cabinovia Pianalunga porta fino a 2046 metri da cui, con la funivia Pianalunga-Cimalegna-Salati si può salire fino a 2980 metri. Con la stagione 2017-2018 sarà poi inaugurata anche una nuova seggiovia quadriposto che porta da Cimalegna a 2650 fino al passo dei Salati a quota 3030. Oltre che ad accelerare il passaggio verso la Valle d’Aosta l’impianto permetterà l’apertura delle due piste Cimalegna e Bodwich anche durante le festività e i fine settimana, quando spesso rimanevano    chiuse per via della coda che si creava alla partenza della funivia Pianalunga-Passo dei Salati.




Con Spamalot i Monty Python sbarcano in Italia

Elio porta in scena, in prima nazionale, Spamalot– Il cavalieri della tavola molto, molto, molto rotonda,  la surreale parodia della saga di Re Artù basato sul cult dei Monty Pyton “Monty Python e il Sacro Graal” del 1974 è prodotta da Lorenzo Vitali e dal Teatro Nuovo di Milano e diretta da Claudio Insegno. L’adattamento italiano di Spamalot, musical scritto da Eric Idle (membro dei Mothy Python) e John Du Prez che ha sbancato i botteghini internazionale, è firmato da Rocco Tanica. Una band di dieci elementi suonerà dal vivo. Spamalot è in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al 6 gennaio dove promette di far divertire milanesi e non per tutte le Feste prima di proseguire la tournée nel Paese.

Spamalot è andato in scena per la prima volta a Chicago nel 2004, a 30 anni dall’uscita eni cinema del film e ha subito conquistato 3 Tony Awards. Il musical si porpone come un viaggio parodia all’interno dl mondo di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal e nel farlo ironizzasul mondo dei musical e dello show business.  

In quarant’anni anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i Monty Python in Italia, con la loro comicità surreale e testi pieni di riferimenti e giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili per un pubblico non anglosassone.  “Trentaquattro anni fa vidi al cinema Monty Python, Il senso della vita – dice Tanica – e fu una folgorazione. È un onore essere stato scelto per quest’incarico”. Quanto a Elio che nei panni di Re Artù  arruolerà per un’importante missione i cavalieri della tavola molto molto molto rotonda sostiene: “Anch’io trentaquattro anni fa vidi “Il senso della vita”, ma a differenza di Rocco l’unica conseguenza fu che persi le chiavi della macchina, una 127 blu che oltretutto non era veramente mia, ma di mia mamma. Tornai il giorno dopo nel parcheggio e fortunatamente le ritrovai”.

Sul palco insieme ad Elio, Pamela Lacerenza, Andrea Spina, Umberto Noto, Giuseppe Orsillo, Filippo Musenga, Thomas Santu, Luigi Fiorenti, Michela Delle Chiaie, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Simone De Rose, Daniele Romano, Alfredo Simeone, Giovanni Zummo.

 




“Figliol Prodigo” un musical di “valore”

Il Figliol Prodigo” è un musical che tocca il cuore, scritto e diretto da Isabella Biffi, in arte Isabeau. Lo spettacolo vede in scena 21 performer, fra cui alcuni detenuti di alta sicurezza del Carcere di Opera, sarà al Teatro della Luna di Milano fino al 19 novembre.

Il Figliol Prodigo” racconta una storia emozionante che viaggia fra passato e presente messa in musica da Gino De Stefani, Fabio Perversi dei Mattia Bazar e Osvaldo Pizzoli. Lo spettacolo è stato “benedetto” da Papa Francesco.

Il Laboratorio del Musical è un progetto di volontariato ideato e realizzato da Isabella Biffi, cantautrice e regista che, da quasi dieci anni, grazie alla condivisione istituzionale del Direttore di Opera e alla collaborazione dell’Associazione Culturale Eventi di Valore, utilizza l’Arte e la Cultura, quali mezzi di rieducazione e “rivoluzione umana”. Isabella Biffi non è nuova a sfide di questo genere: dopo il successo dei “Dieci Mondi“, “La Luna sulla Capitale“, “L’Amore Vincerà“, “Siddhartha“, il nuovo spettacolo “Figliol Prodigo” è un invito a superare diffidenze e chiusure e a credere che si può cambiare, aiutando gli altri a cambiare.

 




Anna Foria: da “La Febbre del Sabato Sera” a “Chicago”

“La Febbre del Sabato Sera” festeggia i 40 anni dall’uscita dell’iconico film con John Travolta a teatro con l’allestimento firmato da Claudio Insegno e prodotto dal Teatro Nuovo di Milano che da mesi sta riempiendo le sale italiane anche grazie a un cast di talenti come la travolgente Anna Foria, cantante, attrice e ballerina e co-protagonista dello spettacolo nel ruolo di “Stephanie Mangano”, che abbiamo incontrato all’indomani della tappa milanese della tournée. Napoletana, classe ’91, Anna Foria ha debuttato nel 2010 in “C’era una volta Scugnizzi” diretto da Claudio Mattone e con le coreografie di Gino Landi per poi approdare nell’ensemble de “La febbre del Sabato Sera” nella produzione del 2012 diretta da Carline Brouwer e Chiara Noschese e coreografie di Christopher Baldock e nel 2016 in “Grease” nel ruolo di Cha Cha De Gregorio. Il prossimo obiettivo? Interpretare Roxie. Non appena “Chicago” dovesse finalmente approdare sui palcoscenici italiani

Da un anno ormai “La Febbre del Sabato Sera” è sold out nei teatri di tutta Italia. Quali retroscena ci puoi raccontare?
Penso che la forza di questo spettacolo siano sicuramente le hit che tutti conoscono, queste musiche così moderne nonostante gli anni trascorsi, queste musiche che fanno vibrare tutti dalle poltrone. Ma c’è anche da dire che trovarsi in un cast coeso di persone ci dà la possibilità di far trasparire  la serenità e l’amore che proviamo nel fare questo spettacolo. Dovreste vedere il nostro backstage … abbiamo addirittura scritto il testo di una canzone su vari avvenimenti accaduti. Insomma che dire ci divertiamo molto e sia fuori che dentro la scena e questo per lo spettacolo e per noi è una grande vittoria.

Quali sono gli aspetti che ti coinvolgono maggiormente del ruolo di Stephanie Mangano?
Questi suoi modi di essere a volte un po’ troppo duri pur di mascherare i suoi momenti di fragilità e di insicurezza.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai sostenuto per affrontata il ruolo e come ti sei preparata?
Mi sono impegnata al massimo e ho cercato come una spugna di assorbire quanto più nozioni possibile e ad oggi sono soddisfatta del risultato che ho portato in scena anche se continuamente cerco di trovare nuovi stimoli per arricchire il mio personaggio. Per affrontare questo ruolo ci sono stati tanti momenti di sconforto, ma fortunatamente sono una persona abbastanza forte e mi piace imbattermi in situazioni più grandi di me e quindi con la mia tenacia sono riuscita a superare delle lacune che credevo potessero ostacolare il mio percorso.

Eri già presente nel cast de “La Febbre del Sabato Sera” di Stage Enterteinment. Cosa ti ricordi di quella edizione?
Avevo solo 19 anni e non avevo tutta l’esperienza che ho oggi, ma non avevo nemmeno la responsabilità di affrontare un ruolo perché facevo parte dell’ensemble e quindi tutto era molto più spensierato. Ma ricordo con piacere quel bellissimo momento con un cast pieno di artisti e colleghi talentuosi.

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Prima di allora avvi avuto occasione di vedere il film del 1977? E, nel caso, il film ti aveva in qualche modo colpito o emozionato?
il film lo avevo visto appunto in occasione del musical e ad esser sincera la storia non mi ha mai entusiasmata così tanto, ma il grandissimo John Travolta era un mito in quel film e con le musiche dei Bee Gees non è stato così difficile farmelo piacere.

Dopo “La febbre del Sabato Sera cosa ti aspetta? Stai già lavorando a nuovi ruoli?
Beh dopo la Febbre chi può dirlo cosa mi aspetta, sono giovane e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Prenderò parte ad uno spettacolo di prosa con alcuni colleghi e poi aspetterò e continuerò a fare audizioni su audizioni. In ogni caso mi auguro tante cose belle sicuramente.

Hai mai pensato di andare oltre confine, da Londra a Broadway, per confrontarti con un mercato più ampio?
Per il momento preferisco restare nella mia amata Italia fin quando ho la possibilità di lavorare, poi chissà non escludo sicuramente la possibilità di potermi appunto confrontare con un mercato più ampio.

A quale spettatolo o ruolo sei rimasta maggiormente legata?
Uno degli spettacoli a cui sono maggiormente legata è senza dubbio il musical “C’era una volta Scugnizzi” di Claudio Mattone perché ho vissuto i momenti più belli della mia vita, emozioni e sensazioni meravigliose che auguro a tutti di vivere in uno show

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Quale ruolo vorresti interpretare?
Mi piacerebbe interpretare il ruolo di Roxie in Chicago perchè è un ruolo che mi ha sempre affascinata sin da piccola.

Anna Foria La Febbre del Sabato Sera




“Gran Varietà 2.0” porta il meglio della tv a teatro

Debutta il 16 novembre al Teatro Delfino di Milano “Gran Varietà 2.0”  con Luca Sandri e Federico Zanandrea. Lo spettacolo rimarrà in scena fino a domenica 19 novembre e sarà poi riproposto il week end successivo (23-26 novembre).  “Gran Varietà 2.0” vuole portare in scena la televisione classica, quella dove gli show del sabato sera avevano una perfetta struttura drammaturgica e le coreografie erano studiate con la cura dovuta cura dei dettalgi.

Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Il Mecenate, vede l’alternarsi di sketch del classico varietà televisivo arricchito da numeri musicali ballati da performer di tip tap (Valentina Bordi, Michela Brasca, Yuri Pascale Langer, Monica Patino, Ilaria Suss) e cantati da Silvia Pinto e Maria Silvia Roli. Verranno riproposti sketch di Raimondo Vianello, Ugo Tognazzi, Paolo Panelli, Gianni Agus e Walter Chiari, grandi nomi che hanno fatto la storia della tv italiana.

Il palco sarà uno studio televisivo che mostrerà tutti i retroscena e i momenti salienti delle prove che precedono la messa in onda, infatti accanto a Sandri e Zanandrea, ci sarà Marco Benedetti nelle vesti dell’assistente di studio che coordinerà tutta la “macchina televisiva”.

“Gran Varietà 2.0” -DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Delfino di Milano in Piazza Piero Carnelli, dal 16 al 19 novembre e dal 23 al 26 novembre.
Orario: feriali ore 21.00, domenica ore 16.00
Biglietti: 15 euro




Tutti a Verona, da Flover, per i mercatini di Natale

Oltre 15 mila metri quadrati dei quali 7.000 al coperto allestiti, tra le piante della serra, in caratteristici mercati di Natale ispirati a quelli del Nord Europa, con decorazioni originali, show ed eventi a tema.  Tutto questo è Flover a Bussolengo, vicino a Verona, dove fino a metà gennaio si può trascorrere una giornata tra shopping e pause golose alla ricerca del regalo perfetto, per parenti, amici e soprattutto per se stessi. L’appuntamento al #villaggionataleflover è di quelli da non perdere. Entrare al Villaggio di Natale di Flover è come entrare  in una delle case fiabesche della piazza di Rothenburg e ogni anno, ormai, da 21 anni non mancano scenari sorprendenti pronti a lasciare i visitatori a bocca aperta

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L’idea del Villaggio di Natale Flover è nata oltre vent’anni a quando uno dei due fratelli proprietari del Garden Center aveva voluto fermarsi a Rothenburg Ob der Tauber, sulla famosa Romantische Straße,  rimanendone incantato tanto da voler portare con sé un pizzico di magia dall’antico questo antico borgo. Era il 1996 e il Villaggio di Natale Flover è piano pano diventato sempre più grande con la creazione di un ambiente magico con innumerevoli oggetti creati artigianalmente con i più disparati materiali, sapientemente disposti ed ambientati allo scopo di rendere ancora più magico ed affascinante il Natale. Visitando il Villaggio di Natale si ha l’impressione di trovarsi in un borgo medioevale: sono ricostruite le mura di cinta della città fortificata, il bosco incantato dove si incontrano gnomi e folletti, il centro storico. il mercatino con le bancarelle e gli alberi addobbati.
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La magica scenografia accompagna gli ospiti in un magico viaggio nel Natale. Si parte dalla stazione alle porte del #villaggioflover, dove una carrozza attende i viaggiatori per condurli tra le meraviglie del Villaggio, verso il mondo degli gnomi al lavoro perché tutto sia pronto per la notte più importante dell’anno, si arriva così in una scintillante e colorata miniera costellata di gemme, dove gli gnomi estraggono il materiale che fa funzionare il treno del Natale. Di carrozza in carrozza ci si addentra nel bosco incantato. Lasciate le carrozze si arriva al cuore del Villaggio, la piazzetta, dove tra le tante bancarelle che espongono decorazioni di ogni tipo e per ogni arredamento provenienti da tutto il mondo, si scorgono alcuni artigiani al lavoro: il pirografo che realizza quadretti bruciando il legno, la decoratrice dei fiori pressati, la creatrice di opere in porcellana fredda e la pittrice che decora il vetro creano le loro opere davanti agli ospiti.

Di particolare fascino gli allestimenti delle stanze del Natale che Flover ha addobbato con i colori di tendenza del Natale 2017, rosa, malva e salvia o per chi cerca accostamenti più particolari tutte le tonalità del blu e dell’azzurro, passando per il petrolio e arrivando al verde, accostati alla lucentezza del bianco e dell’argento.

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Tra le novità di quest’anno poi un grande presepe multimediale interattivo: utilizzando un tablet gli ospiti del Villaggio potranno trasformare la scenografia con effetti e luci diverse. Gli appassionati troveranno a loro disposizione una vasta esposizione di capanne e statuine di provenienza italiana ed estera, oltre a esemplari realizzati interamente a mano e curati nei minimi dettagli da scultori professionisti.  Uno spazio speciale è dedicato ai villaggi Lemax, il presepe nella versione d’oltreoceano, dove la Natività e gli scenari che prendono spunto dall’origine religiosa vengono affiancati, senza limiti di fantasia, da riproduzioni di scene di vita quotidiana. Nella serra esterna il Flover Christmas Express attende gli ospiti tutti i fine settimana per portarli alla Casa di Babbo Natale e alla Fabbrica dei giocattoli.

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 DOVE, COME E A QUANTO

Il Villaggio di Natale Flover si trova a Bussolengo (Verona), in via Pastrengo 16. Apertura: il Villaggio è aperto dal 4 novembre 2017 al 7 gennaio 2018. Unici giorni di chiusura il 25 dicembre 2017 e il 1° gennaio 2018. Orari: dalle 9 alle 19.30, con orario continuato.

Biglietto d’ingresso: 2 euro solo nei giorni di sabato e domenica dal 4 novembre al 17 dicembre 2017 e 8 dicembre 2017.




Pinocchio, un sorprendente allestimento 4.0

Un nuovo sorprendente allestimento di Pinocchio, in versione 4.0, va in scena ogni sabato pomeriggio (alle 15.30) e domenica mattina (alle 11.30) presso il Teatro Nazionale CheBanca!. “PINOCCHIO – Cuor Connesso” è una produzione, ideata e diretta da Chiara Noschese che rivisita l’omonimo classico della letteratura per ragazzi di Carlo Collodi.  In scena Mario Acampa nel ruolo di Pinocchio, Antonio Speranza nel ruolo di Geppy e Raffaella Atlerio in quello di Grillo Parlante.

Ambientato nei nostri giorni lo spettacolo conduce il pubblico in sala a seguire il viaggio, ricco di allegorie e simbologie moderne, del burattino di legno, Pinocchio, per diventare un bambino in carne ed ossa e successivamente, quindi, un vero uomo.

Il Paese dei Balocchi sarà sempre lì ad aspettarlo, agli occhi dei nostri giovani rimarrà sempre la “grande tentazione”, nascondendo in verità insidie e bugie, e presentandosi, in questa versione teatrale, nelle sembianze del -mondo virtuale-, il web.

 

“When you wish upon a star…”Quando si desidera qualcosa, con tutto il cuore, si chiede ad una stella di realizzarlo e quel sogno si avvererà”. È proprio un forte desiderio il motore che muove la nostra favola moderna, rielaborata ai tempi d’oggi, dove i pericoli provengono dall’uso smodato della tecnologia e del web: in questa favola c’è un grillo/angelo custode che vive nel  laboratorio con Geppy” racconta Chiara Noschese  per poi aggiungere: “PINOCCHIO (CuorConnesso) ci parla di amore, quell’amore che permette a tutti noi di trovare, ogni giorno, il coraggio e la forza per vivere.

Nel nuovo allestimento di Pinocchio, Geppy è un ingegnere robotico che, dopo aver costruito nel corso della sua vita tanti giochi rincorre il sogno di realizzare il compagno ideale, una creatura dall’aspetto umano che possa fare compagnia a grandi e piccini. Geppy vive nel suo garage/laboratorio, da solo e nell’attesa che la multinazionale Turchini approvi e finanzi il suo Progetto Pinocchio. Non ha più un soldo ed è preoccupato perché  la sua creatura meccanica non riesce a funzionare, non riesce a prendere vita. C’è qualcuno, però, che, da sempre, veglia su di lui, una presenza magica e generosa che, una notte, fa svegliare Pinocchio, esaudendo il desiderio più grande del povero Geppy. La loro vita insieme sarà piena di accadimenti, comici ma anche drammatici, nascerà, di fatto, un rapporto padre e figlio…si perderanno ma, alla fine si ritroveranno, connettendo i loro cuori e protetti dalla loro stella…

 




Debutta “Il Seduttore”

“Il Seduttore” debutta il 14 novembre al Teatro San Babila di Milano dove resterà in scena fino al 19 novembre. La commedia di Diego Fabbri, diretta da Alessio Pizzech, vede in scena Roberto Alpi, Laura Lattuada, Isabel Russinova e Agnese Nano.

“Il Seduttore” è una commedia brillante che si dipana tra intrecci amorosi ed equivoci senza comunque tralasciare momenti più profondi di riflessione. Il protagonista, Eugenio (Roberto Alpi), gestisce un’agenzia di viaggi ed è sposato con Norma ma intrattiene addirittura due relazioni extraconiugali: la prima con Wilma, la seconda con Alina, segretaria presso l’agenzia.

Tre donne, tre luoghi e tre modi di vivere una relazione sentimentale totalmente differenti. Norma è alla ricerca di un amore fedele, ma insegue qualcosa che ormai è finito; Wilma è impegnata in una guerra costante e radicale con Eugenio in cui carne e sensualità diventano privilegiato campo di battaglia; infine Alina, proiettata in un sogno di fuga dalla realtà, in un gioco di emozioni eccitante e leggero.

La storia di Eugenio “Il Seduttore” è legata, seppure indirettamente, alla perdita del figlio avuto da Norma. Egli promette a ognuna amore sincero e viaggi lontani in geografie a dir poco immaginarie. Con perfido cinismo fa in modo che le tre donne si incontrino in un Caffè, imbastendo un gioco rocambolesco di equivoci e situazioni tragicomiche. Il tutto per divertirsi nel vederle parlare assieme, inconsapevoli, dello stesso uomo. L’epilogo sarà sorprendente.

Tre racconti di un unico femminile, declinazioni di un’unica esistenza. “Il Seduttore” le usa, le manovra alla ricerca disperata di una identità che solo le tre donne possono dargli. “Il Seduttore” come un novecentesco Don Giovanni, cerca così in loro un appagamento di una mancanza profonda che riverbera nelle pieghe della sua anima; l’infanzia stroncata del suo unico figlio rivive in lui, nel suo atteggiamento bambino ed infantile che inganna e seduce.

 




Urban Tour, per scoprire i tesori nascosti di Milano

Un pomeriggio diverso alla scoperta delle meraviglie artistiche ed enologiche del nostro Paese. È questo quel che propone l’Urban Tour di Officine Turistiche di Milano: itinerari urbani accompagnati da una guida turistica pensati per abbinare arte, cultura e degustazioni caratterizzate da un tema o comunque mirate alla valorizzazione di un prodotto o di un territorio.

Per sabato 11 novembre, le Officine Turistiche di Milano hanno in serbo un programma d’eccezione:  il percorso guidato “Stazione Centrale, la Cattedrale del movimento”, e la degustazione, altrettanto guidata, di tre vini.  La Stazione  Centrale di Milano è troppo spesso ritenuta un semplice luogo di passaggio attraversato ma che racchiude in sé decenni di storia dove si fondono  passato e presente nel gioco incredibile delle sue architetture Nel tour è prevista una visita a Cascina Pozzobonelli, un tesoro nascosto attribuito al Bramante.Seguirà un “viaggio” con il Sauvignon per apprezzare le differenze stilistiche di tre vini prodotti con le stesse uve in tre Paesi diversi: Italia, Francia e Cile.

Gli itinerari su Milano sono quattro, per ora: ben due differenti percorsi portano alla scoperta del Liberty nel capoluogo Lombardo (in zona Porta Venezia il primo e in zona corso Magenta il sorprendente secondo  che porta alla ribalta il poco conosciuto “villino Maria Luisa” di via Tamburini); il tour legato alla Mediolaum romana e infine il percorso dedicato alla Stazione Centrale.

Passeggiando si scoprono le meraviglie di Milano raccontate da guide appassionate che non esitano a cogliere le occasioni che possono presentarsi nelle diverse occasioni di incontro come, aderendo all’invito di un residente, esplorare i magnifici cortili di Milano generalmente nascosti generalmente al pubblico. E al termine del percorso a piedi, in genere un paio d’ore alla portata di tutti, il viaggio continua come nelle migliori tradizioni italiane esaltando i sapori della tavola.

Il prezzo, 35 euro, non è propriamente economico ma li vale: i gruppi sono piccoli e l’iterazione con le diverse guide è garantita. e, d’altro canto, per una pizza e un cinema si spende uguale.




Dieci anni di swing con le Sorelle Marinetti

Le Sorelle Marinetti festeggiano i dieci anni dalla fondazione del trio, che ha fatto dello swing una missione di vita, con Topolini mici e pinguini innamorati. Lo spettacolo debutta il 9 novembre al Teatro Delfino di Milano dove rimarrà in scena fino al 12 novembre. La regia è affidata a Giorgio Bozzo e mentre la direzione musicale al maestro Christian Schmitz.

 Topolini mici e pinguini innamorati è uno spettacolo che racconta il repertorio della canzonetta sincopata degli anni Trenta e Quaranta, con un’attenzione particolare al “filone animalista”, a tutti quei brani – firmati dalle migliori penne della musica del tempo – che avevano per protagonisti gli animali. Una lezione di storia del costume arricchita da una selezione di divertenti canzoni interpretate dalle Sorelle Marinetti. Turbina, Scintilla e Elica Marinetti sono tre attori e cantanti (al secolo Nicola Olivieri, Marco Lugli e Matteo Minerva) al servizio di un progetto di recupero della canzonetta swingata che ha visto nel Trio Lescano il più noto interprete di “canto armonizzato” nel nostro paese. Sul palco sono accompagnate al pianoforte dal maestro Christian Schmitz, preparatore vocale e arrangiatore dei brani proposti, che in questo spettacolo si cimenta anche nel canto e nella recitazione.

Il pinguino innamorato, Il gatto in cantina, La canzone delle mosche, Maramao perché sei morto, La sardina innamorata… sono alcune delle canzoni che ai tempi dell’E.I.A.R. diedero vita a un “fantastico zoo” al servizio dello swing. Fatta salva la tradizione millenaria della favola con interpreti zoomorfi, una ragione era senz’altro da rintracciare nelle programmazioni cinematografiche di quegli anni, che dalla metà degli anni Trenta cominciarono ad ospitare i primi cartoni animati di Walt Disney, le Silly Symphonies, il cui titolo nel nostro Paese venne italianizzato in Sinfonie Allegre. I programmi leggeri dell’EIAR e tutta la pletora di artisti che vi gravitavano intorno intuirono immediatamente il grosso successo di questi cortometraggi animati e si impegnarono da subito a creare canzoncine in sintonia con quel mondo fantastico.