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Biennale al via a Venezia

Al grido di “Viva Arte Viva” sabato 13 maggio prende il via a Venezia l’Esposizione Internazionale d’Arte, meglio nota come Biennale, presso i Giardini e Arsenale . L’apertura ufficiale della Biennale sarà preceduta da intense giornate di anteprima in cui per i calli veneziani si riverserà la stipa internazionale oltre agli attesi buyers provenienti dai quattro angoli del pianeta. L’esposizione sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, ad eccezione del lunedì, fino al 26 novembre 2017. Il biglietto di accesso giornaliero alla Biennale parte da 25 euro.

La 57° edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia è curata da Christine Macel e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La Mostra annovera la partecipazione di 120 artisti provenienti da 51 Paesi di cui 103 presenti per la prima volta in Biennale e 86 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Il tema scelto per questa edizione della Biennale Arte è Viva Arte Viva, immaginando una mostra fatta dagli artisti, con gli artisti e per gli artisti. Il progetto espositivo pone gli artefici della creazione in prima linea, garantendo loro l’opportunità di esprimersi in totale libertà.

La mostra si sviluppa intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini. “La Biennale si deve qualificare come luogo che ha come metodo, e quasi come ragion d’essere, il libero dialogo tra gli artisti e tra questi e il pubblico” sostiene Paolo Baratta, presidente della Biennale, secondo cui: “con questa edizione si introduce un ulteriore sviluppo; è come se quello che deve sempre essere il metodo principale del nostro lavoro, l’incontro e il dialogo, diventasse il tema stesso della mostra. Perché questa Biennale è proprio dedicata a celebrare, e quasi a rendere grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza”.  Per Christine Macel si tratta di una Biennale “ispirata all’umanesimo. Un umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana. È un umanesimo nel quale l’atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”.

Ognuno dei nove capitoli o famiglie di artisti della mostra costituisce di per sé un Padiglione. Dal “Padiglione degli artisti e dei libri” al “Padiglione del tempo e dell’infinito”, questi nove episodi propongono un racconto, spesso discorsivo e talvolta paradossale, con delle deviazioni che riflettono la complessità del mondo, la molteplicità delle posizioni e la varietà delle pratiche. Per la curatrice “la mostra si propone così come una esperienza che disegna un movimento di estroversione, dall’io verso l’altro, verso lo spazio comune e le dimensioni meno definibili, aprendo così alla possibilità di un neoumanesimo”. In definitiva Viva Arte Viva vuole al contempo infondere una energia positiva e prospettica, rivolta ai giovani artisti e che al contempo dedica una nuova attenzione agli artisti troppo presto scomparsi o ancora misconosciuti al grande pubblico, malgrado l’importanza della loro opera”.

Attorno alla mostra principale della curatrice, 86 padiglioni dei Paesi partecipanti daranno vita ancora una volta a quel pluralismo di voci che è tipico della Biennale di Venezia.

In particolare, il Padiglione Cina  presenta un progetto espositivo curato da un artista per gli artisti, dal titolo Continuum – Generation by Generation. La mostra propone una riflessione incentrata sul concetto di ‘eternità’: ponendo in dialogo arte contemporanea e arte vernacolare, offre una chiave di lettura del misterioso protrarsi della tradizione cinese nella produzione artistica, nel corso dei secoli. Qiu Zhijie è stato chiamato a curare questa esposizione. La missione che il Padiglione Cinese si pone è quella di catturare l’energia del continuum – o del “Bu Xi” così come definito nella cultura cinese – al fine di ritrovare nella vitalità che caratterizza il fare arte ai nostri giorni quel valore di rigenerazione narrato dai testi antichi, registrando le trasformazioni e il rinnovamento nelle arti applicate tradizionali.

Oltre al percorso ufficiale della Biennale, sono numerosi gli eventi artistici collaterali che, nei prossimi mesi, affiancheranno l’Esposizione Internazionale. Tra questi:

JAN FABRE Glass and bone sculptures 1977-2017 Venezia, Abbazia di San Gregorio (Dorsoduro 172) | 13 maggio -26 novembre 2017

MEMORY AND CONTEMPORANEITY – Venezia, Arsenale Nord – Tese 98-99 | 13 maggio -26 novembre 2017

SAM HAVADTOY. 18 – 17 Venezia, Palazzo Bembo (Riva del Carbon 4793) | 13 maggio -26 novembre 2017

BEAT KUERT. Good Morning Darkness – Venezia, Palazzo Bembo (Riva del Carbon 4793) | 13 maggio -26 novembre 2017

Con la Biennale nasce inoltre la Fondazione delle Arti presso il Palazzetto Pisani di Sestiere di S. Marco per promuovere gli eventi culturali veneziani di elevata qualità, legati alla salvaguardia dell’identità della città, del suo patrimonio artistico e storico e della qualità della sua offerta culturale.

Nel corso dei prossimi mesi poi, tra gli eventi che affiancheranno l’Esposizione vi sono: il Festival Internazionale di Danza Contemporanea e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. 




Selfie, la rinascita di Simona Ventura?

di Federica Pisati – “Cerco sempre di rinascere, come l’araba fenice, mi piace ricominciare da zero” dichiara Simona Ventura presentando la seconda edizione di  Selfie- le cose cambiano che debutta su Canale 5, in prima serata, l’8 maggio.

Mitologicamente associata al ciclo della vita, la fenice è simbolo di immortalità dello spirito. Sono ricchi i riferimenti alla partecipazione all‘Isola dei famosi 2016 da parte della presentatrice. Così come il reality, anche Selfie si presenta come un percorso che genera un cambiamento nella vita delle persone. “Selfie mi ha cambiato moltissimo è stata la mia rinascita dopo L’Isola”  spiega Simona Ventura che poi aggiunge: “Una volta tornata avevo voglia di spaccare il mondo, volevo l’opportunità di avere un programma nuovo ed ottenerlo è stata una bella soddisfazione”. Senza considerare infine che “Selfie mi ha permesso di tornare a Mediaset dopo 11 anni di Rai. Ora mi sento di nuovo a casa” conclude la conduttrice.

“In redazione, dopo la prima edizione del tv show, sono arrivate le 45mila richieste d’aiuto” sottolinea Simona Ventura che poi accenna agli  svariati temi sociali toccati dal programma e illustrati dagli stessi protagonisti. Vengono raccontate storie di bullismo a causa dei difetti fisici, di donne che si sono trascurate per mantenere unita la loro famiglia, oppure ancora vittime di violenza domestica che scrivono al programma chiedendo di rimuoverne i segni rimasti sulla pelle. In questi casi specifici, il ricorso alla chirurgia estetica è probabilmente la scintilla che invoglia le persone a ricominciare ed a ritrovare loro stesse. L’obiettivo del programma è appunto quello di aiutare le persone comuni, principalmente attraverso la chirurgia a ritrovare autostima e sicurezza alle persone che per diversi problemi le hanno perse. Ma non solo, si affrontano semplici problemi di look per affrontare anche micro e macro chirurgia, attraversando in alcuni casi problemi psicologici come ansie, fobie, manie e dipendenze. 

Ad affiancare Super Simo ci sarà Belen Rodriguez che si prenderà carico dei casi accompagnando ciascun partecipante fino alla scala delle meraviglie. Oltre a Belen troviamo 3 coppie di mentori: Stefano De Martino con Bernardo Corradi; Alessandra Celentano e Mattia Briga; Iva Zanicchi e Barbara De Rossi ed un giurato che cambierà ogni puntata, il primo in questa veste sarà il Professor Stefano Zecchi. La giuria stabile vedrà la partecipazione di Platinette, Alex Belli, Pamela Camassa e Tina Cipollari. Ad affiancare la giuria permanente, a comporre l’equipe medica ci saranno il professor Giorgio Nardone fondatore del centro di terapia strategica di Arezzo; la dottoressa Sarà Farnetti, specialista in medicina interna; il Professor Marco Gasparotti chirurgo estetico ricostruttivo; il dottor Antonio Spagnolo medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva e medicina estetica ed ancora il dottor Emanuele Puzzilli medico dentista e il dottor Bruno Carlesimo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.  




Zucchero a Ischgl: blues e magia a 2400 metri

Debutta a 2400 metri di altezza la nuova tournée di Zucchero, il Black Cat World Tour, accompagnato da una band di 13 elementi tra cui Brian Auger, il chitarrista Kat Dyson, Queen Cora Dunhma alla batteria e il basso Polo Jones.  Il bluesman italiano,  lo scorso 30 aprile, ha incantano oltre 20mila spettatori giunti in Tirolo, a Ischgl, da ogni parte d’Europa per ascoltare il Top of the Mountain Closing Concert che chiude una delle più eccitanti stagioni sciistiche al mondo. Un’occasione in cui, come hanno recitato i lanci locali “la Dolce Vita” ha incontrato il rock di Ischgl dove il finale della stagione di sci si celebra con due giorni di party scatenati, après ski, dj session, band musicali per le strade del borgo e il mitico concerto che, nel corso degli anni, ha visto intervenire artisti come Robin Williams ed Elton John. Un luogo magico e un’atmosfera elettrizzante per un posto che, incredibilmente, nonostante la vicinanza ai confini italiani (Ischgl è a un’oretta e mezza da Innsbruck, a sua volta a un’ora dal Brennero) rimane ancora secreto al pubblico italiano.

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Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, è il secondo cantante italiano, dopo Gianna Nannini nel 1999, a raggiungere le vette austriache per  celebrare la fine della stagione estiva di fronte a una platea internazionale di sciatori, sortivi e meno sportivi che ha ballato (spesso con gli scaroponi ai piedi)  e cantano per le oltre due ore di concerto dal palco di Idalp collocato nell’arena naturale Silvretta Arena, a 2320 metri di altezza, da cui si dipanano 240 km di piste. La splendida giornata di sole e l’incanto del Silvrette Arena circondata dalle cime innevata del comprensorio hanno reso l’occasione ancora più speciale.

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“Avrei già dovuto esibirmi a Ischgl per il Top of the Mountains Closing Concert nel 2007, ma poi ho dovuto rinunciare (nell’occasione fu chiamata sul palco Mel C ndr) . E oggi, dieci anni dopo, recupero” racconta Zucchero nel corso della conferenza stampa che ha preceduto l’evento e che ha richiamato giornalisti da tutta Europa. L’artista si è poi detto entusiasta della località ospitante ma, a chi gli chiedeva della sua esperienza sci ai piedi, considerato che Ischl è tra le più belle e moderne località sciistiche europee (esiste persino una funivia a due piani) e, tra l’altro, anche tra le  più divertenti, ha risposto: “Ho provato a sciare solo una volta con Alberto Tomba, a Cortina, ed è stato una catastrofe. Già mi vedevo finire contro un albero. Non sono esattamente sportivo. E poi non capisco….in molte località diverse da Ischgl (qui gli skipass sono richiesti solo per salire dalla valle in vette e in Svizzera,  il comprensorio è infatti al confine tra Austria ed Engadina. Le code non si formano ndr) si sta in coda un’ora e poi si scende in cinque minuti…Non è per me”. Se, a quanto pare, Zucchero può vivere tranquillamente senza sci,  le tre cose senza cui invece l’artista non potrebbe vivere, secondo le sue stesse parole, sono “la musica, le donne e la tavola con gli amici“, tre elementi protagonisti, non a caso, nel repertorio di Zucchero.

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L’artista ha proposto inizialmente alcuni brani del suo ultimo album “Black Cat”, tra cui una toccante “Hey Lord”, per poi passare ai grandi classici come “Baila Morena”, “Miserere” dedicata da Zucchero a Luciano Pavarotti, “Per colpa di chi”, “Diavolo in me”,”Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica”, vero e propri inno generazionale per tutti quelli che negli Anni 80 erano adolescenti, fino a chiudere con “”Senza una Donna”. Voce calda e profonda, l’artista ha regalato pura magia al pubblico di Ischgl tra cui, nei momenti più emozionanti, spiccava persino una enorme bandiera italiana.

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Un consiglio? Due: le tappe del Black Cat World Tour di Zucchero sono 150, sarebbe un vero peccato non  approfittarne. E poi, chiunque sia l’artista chiamato a dare il calcio di inizio alla stagione sciistica 2017/18 (negli anni Rihanna e Kate Perry…) ….meglio segnarsi la data del 25 novembre ed organizzarsi un week end (almeno) a Ischgl ….sarà indimenticabile.

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Un buon indirizzo dove prenotare, nel caso, è l’Hotel Brigitte (Oberer Kirchenweg 3, 6561 Ischgl, Austria – +43 5444 5646), camere ampie e arredate con stile alpino,  ottima cucina, spa ampia e personale attento e amichevole. Ma soprattutto l’Hotel Brigitte è a cinque passi dagli impianti e dalla strada principale …una distanza adeguata per avere tutto a portata di mano ma poter, allo stesso tempo,  dormire mentre nei locali le feste si scatenano. E Ischgl gli aprés ski vanno avanti fino a notte inoltrata. Non a caso lo slogan scelto dalla località è “Ischgl …relax if you can”. un programma!

 

 

 

 




Il Sorpasso debutta a teatro

Il Sorpasso di Dino Risi, uno dei grandi capolavori della commedia italiana. Lo spettacolo sarà in scena dal 4 al 21 maggio

A più di cinquant’anni dall’uscita del film, la  sceneggiatura,  scritta dallo stesso Risi insieme con Ettore Scola e Ruggero Maccari, approda a teatro con la regia di Guglielmo Ferro e l’adattamento di Micaela Miano.

Nei panni di Bruno (magistralmente interpretato sul grande schermo da Vittorio Gassman) l’attore Giuseppe Zeno, mentre a vestire i panni del suo contraltare, Roberto, la giovane promessa Luca Di Giovanni. La pièce vede anche la partecipazione di Cristiana Vaccaro, l’esplosiva Maddalena nella fortunata serie “Un medico in Famiglia 10” che questa volta incarna l’immaginario femminile nel doppio ruolo della moglie di Bruno e della zia di Roberto. Fanno parte del cast Marco Prosperini, Simone Pieroni, Pietro Casella, Francesco Lattarulo e Marial Bajma Riva.

Manifesto dell’Italia del ‘boom’ economico, Il Sorpasso è, al tempo stesso, un grande road movie psicologico, il che lo rende un testo senza tempo. Spogliato della connotazione storico-sociale, il film è costruito su una drammaturgia destrutturata, scatola aperta ideale per una riscrittura teatrale focalizzata sui personaggi. In questa dinamica la trasposizione teatrale mette al centro della vicenda i due protagonisti, e il loro incontro/scontro come puro conflitto caratteriale e psicologico. Tra Bruno e Roberto si stabilisce sin dalle prime scene un giocoforza di prevaricazione, rivendicazione, ambizioni, fughe, rinascite, silenzi e violenza.

DOVE, COME E A QUANTO
Il Sorpassa  – teatro Manzoni di Milano
4-21 maggio
Orari: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Biglietti da 23 euro




Al via Taste of Milano

Al via l’ottava edizione di Taste of Milano, tappa milanese del format di Wme-Img che celebra l’alta cucina nel mondo. La manifestazione che apre le porte ai nuovi trend della cucina milanese, prende vita dal 4 al 7 maggio a The Mall,  Piazza Lina Bo Bardi 1, in zona Porta Nuova Varesine (ingresso 16 euro). Incontri, degustazioni, lezioni di cucina, showcooking e la possibilità di assaggiare il meglio della cucina milanese in quattro giorni di festa all’ombra del nuovo fulcro della vita mondana e culturale sotto la Madonnina.

“Taste of Milano è da 8 anni la festa degli chef e del loro pubblico. Una manifestazione in continua crescita ed evoluzione dedicata quest’anno interamente ai numerosi ristoranti di qualità del territorio milanese” commenta  Mauro Dorigo, General Manager di Brand Events Italy, società che dal 2010 organizza i Taste Festival Italiani ovvero Milano, Roma e, con questa stagione, anche Courmayeur. “Il primo Taste of risale al 2004 a Londra. Mia sorella lavorava per la società organizzatrice e, dopo qualche anno, visto il crescente successo della manifestazione londinese, abbiamo deciso di portarlo in Italia”. Di edizione in edizione, Taste of è cresciuta esponenzialmente tanto che oggi Brands Events Italy fattura all’incirca un milione di euro con una marginalità del 12-15% circa. Il solo rimpianto, come commenta il manager, è quello di non essere riusciti ad abbinare la musica con i trend gourmet, come invece accade all’estero, a causa egli elevati costi della Siae.

Pe quanto poi riguarda Taste of Milano, Dorigo spiega: “La manifestazione quest’anno è inserita nel palinsesto Milano Food City e di Week&Food si caratterizza come uno degli eventi di punta della nuova settimana del food, eredità di Expo2015. I numeri di questa edizione parlano da soli: 24 chef, 84 piatti, oltre 50 vini in mescita e le eccellenze italiane della birra e del caffè. Tutto è pronto per soddisfare i palatati degli oltre 22mila visitatori attesi per assaggiare la MilanoGourmet”. A The Mall si alterneranno venti ristoranti su quattro giorni. Giovedì 4 e venerdì 5 il pubblico potrà assaggiare le creazioni di: Ceresio 7 Pools and Restaurant, Felix Lo Basso Restaurant, Finger’s, Langosteria, Mantra Raw Vegan, Quechua, Ristorante Sadler, Tano Passami L’Olio, Vinciguerra Restaurant e Vun Andrea Aprea. A seguire si alterneranno nelle cucine sabato 6 e domenica 7: Acanto, Ada e Augusto, Il Liberty, Il Ristorante Trussardi Alla Scala, Innocenti Evasioni, La Locanda del Notaio, Ristorante Berton, Ristorante Rubacuori by Venissa, Unico Ristorante e Wicky’s Wicuisine. Ogni chef proporrà un menu di 4 portate con prezzi variabili da 6 a 10 Ducati, la speciale valuta dell’evento con cambio 1 Ducato/1 Euro.

Tra le novità di questa ottava edizione del Taste of Milano vi è la possibilità di farsi consegnare a casa alcuni piatti proposti dai maggiori chef milanesi al Taste of Milano grazie al servizio di food delivery di UberEats. Tra queste eccellenze un donut di mousse di piselli accompagnato da una capasanta cotta a bassa temperatura e tre salse (pomodoro, nero di seppia e basilico)  firmato da Felice Lo Basso (Felix Lo Basso) che, da solo, porta nell’aria il profumo di primavera, e la rivisitazione del manzo all’olio di Andrea Provenzani del ristorante Il Liberty, il solo chef che, finora, è stato invitato e ha partecipato a tutte le otto edizioni del Taste of Milano. “Nel corso di queste otto edizioni del Taste of Milano  la manifestazione mi ha portato nuovi clienti e profitti” sostiene Provenzani che sottolinea poi come per la sua rigata sia particolarmente entusiasta di partecipare al Taste of Milano, un’occasione di incontro e scambio con le eccellenze gourmet meneghine.




A Biella esplodono i colori della primavera

La primavera è la stagione ideale per scoprire Biella, o meglio il territorio biellese dove ancora si possono scoprire le eredità lasciate dai grandi imprenditori tessili a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, come Ermenegildo Zegna, la famiglia Barberis Canonico, la famiglia Piacenza e Pietro Loro Piana che hanno trasformato il cuore medievale di Biella nella capitale del tessile di alta gamma, valorizzando allo stesso tempo il paesaggio circostante. Incantati dalla bellezza degli scenari naturali circostanti e legati profondamente alla loro terra, questi primi e visionari mecenati ambientali hanno trasformato e valorizzato il territorio, aprendolo poi all’intera comunità che, ancora oggi, ne gode i frutti. Passeggiare nel Parco Burcina “Felice Piacenza” di Pollone è pura poesia soprattutto in primavera quando l’intera colina si ricopre di rododendri e in autunno quando si assiste a una vera e propria esplosione.  Il parco prende vita su una collina creata dalla passione per il giardinaggio della famiglia Piacenza che, nel corso del tempo, ha realizzato un eden di piante esotiche: monumentali sequoie, cedri d’Atlante, faggi rossi, cedri, pini cembro, curiosi alberi dei fazzoletti e alberi del tulipano. Qui, nelle giornate di sole, è bello oziare rilassandosi nel bosco magari davanti a un piatto di polenta concia a Il Cascinotto (335-6624679, prezzo medio 20-40 euro). A breve distanza da Biella sorge poi l’Oasi Zegna, cento chilometri quadrati racchiusi tra la Valle Mosso, la Val Sessera e la Valle Cervo destinati a riserva naturale nel 1993 per sviluppare il pensiero verde del fondatore dell’omonima maison. Oggi l’Oasi vuole essere un laboratorio all’aria aperta e nel pieno rispetto degli ecosistemi per le nuove generazioni. L’ideale è concedersi almeno un paio di giorni per esplorare i numerosi itinerari e lasciarsi coccolare, al termine della giornata da un trattamento benessere (presso l’Hotel Bucaneve di Trivero la spa è aperta anche agli esterni) e dalle golose specialità piemontesi. Una passeggiata tra le betulle e i faggi del bosco del sorriso è poesia. Il percorso, adatto a tutti, parte da Bocchetto Sessera e si snoda per cinque chilometri nel silenzio e nella magia del bosco. Un dislivello leggermente più impegnativo (350 metri circa) è previsto invece dal sentiero Fra Dolcino (da Bocchetta di Stavello), che proprio da queste montagne dette origine al tentativo di riforma del cristianesimo. Se il tempo stringe, si può percorrere la strada Panoramica Zegna (strada statale 232), 65 km di scenari suggestivi che da Trivero, sede storica della Ermenegildo Zegna, risalgono fino a Bielmonte a quota 1500 metri e godersi il tramonto con una vista che spazia dal Valsessera, al Monte Rosa, alla pianura padana e al Monviso.




Diana Ross regala magia

di Francesca VercesiNew York City Center, New York, 24-29 aprile 2017. Non è scontato che, dopo un concerto, si riesca a trattenere in sé cosi tanta energia positiva da essere poi in grado di trasferirla ad altri. Si esce emotivamente scossi (e molto sorridenti) dopo quasi due ore di pura adrenalina dalle date live newyorchesi di Diana Ross. Pura energia, intimità e vigore. Questo è il mix sapiente che la prima vera diva della black music ha regalato a un teatro strapieno. L’artista che ha spalancato le porte del successo a popstar come Beyoncé o Rihanna non ha cantato mai in playback, superando brillantemente la prova di un’audience appassionata ma molto critica. Una leggenda vivente, Diana Ross.

L’artista nata a Detroit, Usa, il 26 marzo 1944 al New York City Center nelle date di New York esegue il suo repertorio d’elezione, le canzoni principali che coprono la sua carriera. Ampiamente acclamata come una delle più belle voci, gli innumerevoli successi della Ross si sentono tutti: “Ain’t No Mountain High Enough,” “Upside Down,” “I’m Coming Out,” “Stop! In the Name of Love,” “Where Did Our Love Go,” “You Keep Me Hangin’ On,” e “Endless Love.” La cantante ha recentemente ricevuto la Presidential Medal of Freedom, l’onore civile più alto della nazione. È stata candidata all’Oscar, è stata inserita nella Rock & Roll Hall of Fame e ha ricevuto il premio Grammy Lifetime Achievement Award. Da sempre legata alla Motown, debuttò come cantante nel 1958 e nel 1960 fu parte del gruppo delle Supremes, con cui raggiunse per dodici volte il primo posto nelle classifiche di Billboard in soli cinque anni, con successi (appunto) come Baby Love, Stop! In the Name of Love, You Can’t Hurry Love, You Keep Me Hanging On, Love Child e Reflections. Nel 1970 ha intrapreso la carriera da solista, proseguita con successo sino alla fine degli anni novanta. Nella sua lunghissima carriera ha tenuto più di duemila concerti in ogni parte del mondo, cantando per Re, Regine e Capi di Stato e partecipando agli eventi più importanti negli Stati Uniti d’America e nel resto del mondo.

Al concerto del City Center la Ross ha esibito grazia e glamour, in un perfetto equilibrio tra sogno e realtà, con disinvoltura e stile. Voce potente e senza sbavature. Sapiente l’uso delle luci sul palco. Nell’aria non mancava la magia.




Fiat 500 in festa a Vermezzo

di Giuliana Tonini – Lo scorso 2 aprile a Vermezzo, comune della Città Metropolitana di Milano, è stata una domenica all’insegna del divertimento, della solidarietà e del buon cibo.

Hanno infatti richiamato nel paese moltissimi avventori due iniziative in contemporanea che da anni fanno parte della tradizione del comune lambito dal Naviglio Grande: la sesta edizione della Sagra del Carciofo di Niscemi e …. l’ottava edizione del raduno delle Fiat 500 storiche!

Il doppio evento è stato organizzato e promosso dall’amministrazione del comune, dagli Amici di Vermezzo, associazione che si occupa di promuovere le iniziative del territorio, dall’Associazione Monelli Felici di Mauro Massa, ente no profit con lo scopo di sviluppare dinamiche ludico-ricreative per i bambini disabili, dal Coordinamento di Milano Ovest del Fiat 500 Club Italia, il più grande club al mondo dedicato alla mitica creatura della Fiat, e da altri enti del territorio.

Ho partecipato alla giornata con Vera Cocucci, mia amica dai tempi del liceo, Consigliere della Città Metropolitana di Milano, che, tra una riunione a Palazzo Isimbardi e l’altra, si è concessa una domenica di svago col figlio Riccardo, undici anni, appassionato di motori, e la sottoscritta, appassionata di auto d’epoca e, soprattutto e sopra tutte, della irresistibile Fiat 500 storica.

L’atmosfera era quella di una festa. Già dalla mattina le vie del centro ospitavano le bancarelle con varie prelibatezze, e uno dopo l’altro arrivavano i cinquini partecipanti al raduno.

La giornata ha preso il via ufficialmente alle 11.30, con un minuto di silenzio attorno al Monumento dei Caduti, per ricordarci di chi è morto in guerra dopotutto non molto tempo fa, e con l’inaugurazione, da parte del sindaco di Vermezzo, Andrea Cipullo, del defibrillatore donato al comune dall’azienda Progetto Serramenti di Abbiategrasso. Alla presenza del titolare della ditta e della Croce Oro di Gaggiano, il sindaco ha ringraziato e sottolineato l’importanza del gesto per tutta la comunità.

E poco dopo, come è tradizione in ogni raduno di 500 in ogni parte del mondo, è partito lo scoppiettante e colorato giro a suon di clacson dei cinquini, venuti per l’occasione a Vermezzo a decine.

Ma questa volta io non ho solo assistito al giro, ho anche….partecipato! Io, Vera e Ricky siamo stati ospitati sulla 500 di Agostino, un bellissimo modello di 500 D decapottabile del marzo del 1964, di quelle che, prima che venissero vietate, avevano ancora le porte controvento. Di che colore? I profani direbbero verdolina, ma, ci dice Agostino, il nome esatto è Verde Oasi 383, una tonalità utilizzata dalla Fiat solo per un anno, dal 1963 al 1964.

Io, Vera e Riccardo ci siamo divertiti come pazzi. Tre adulti e un bambino impacchettati nell’abitacolo (ma da un’amica ho sentito anche di un viaggio Milano-Roma in 500 in sette, quattro adulti e tre bambini in braccio), in fila assieme agli altri cinquini per le strade della cittadina, abbiamo fatto un salto indietro nel tempo. E senza sentire la mancanza di nessun moderno aggeggio elettronico, di cui la 500, meccanica in tutto e per tutto, è orgogliosamente priva.

Il fotografo Domenico Pepe ha testimoniato il nostro entusiasmo. Dirò di più, da appassionata quale sono è proprio strano, ma prima non ero mai salita su una 500! Ho infatti ‘interrogato’ mia mamma, ma la 500 del mio papà e quelle di altri familiari (negli anni Sessanta e Settanta quasi ogni famiglia ne aveva una), quando sono nata io, ahimè, non c’erano già più. Quindi doppio entusiasmo per il giretto di Vermezzo.

La cara vecchia Fiat 500, la macchina che quest’anno, il 4 luglio, compirà sessant’anni, è piaciuta anche al millennial Riccardo. E non c’è niente di cui meravigliarsi, la 500 conquista e continuerà a conquistare tutti.

E dopo che le 500 si sono di nuovo parcheggiate una di fianco all’altra per farsi ammirare e fotografare da vicino, i loro proprietari, noi, il sindaco, i rappresentanti del comune e tutti gli avventori siamo andati a gustarci il pranzo a base di carciofi di Niscemi, il paese in provincia di Caltanissetta che è uno dei principali produttori di carciofi. Un buonissimo risotto, naturalmente al carciofo, e il piatto forte, i carciofi arrostiti, gustosissimi, conditi con sale e olio, curati pazientemente sulla brace dai cuochi per gran parte della mattina.

 

 

 

 




“Ti parlerò d’amor”, un tuffo negli Anni ’30

Serata da non perdere al Teatro Manzoni di Milano dove il 12 aprile andrà in scena “Ti parlerò d’amor”, uno spettacolo tra prosa e musica che vuole rendere omaggio al cabaret della Berlino degli Anni ’30.

“Ti parlerò d’amor”, prende spunto dalla storia di due sfortunati artisti di cabaret che in una Berlino alla vigilia dei Giochi Olimpici cercano di rilanciare la propria carriera.

Lei sogna di raggiungere in America Marlene Dietrich che un giorno lontano le ha scritto una lettera d’incoraggiamento; lui, più realisticamente, pensa a Parigi. Ne nascono situazioni comiche e momenti di poesia, scanditi da sogni, ricordi e dalle memorie musicali di Weill, Stolz, dalle canzoni francesi e italiane del tempo, da Gershwin: un percorso affascinante, dalla drammatica e toccante conclusione. L’ambientazione voluta dal regista e ideata dallo scenografo Pierpaolo Bisleri rende in modo astratto, ma simbolico, il clima della Germania degli anni Trenta, con uno scivolo prospettico che rappresenta il perimetro della stanza dove si svolge la vicenda.

“Ti parlerò d’amor” è uno spettacolo scritto da Gianni Gori e Alessandro Gilleri con musiche di Brecht-Weill, Stolz, Hollander, D’Anzi,Bixio-Neri , Siegel, Irving Berlin, Gershwin. In scena Marzia Postogna e Andrea Binetti con la regia di Tommaso Tuzzoli.  ,

 

 




Destinazione Innsbruck. Arte, natura e sport

Innsbruck 3Destinazione Innsbruck. La capitale del Tirolo è una meta ideale per almeno un week end lungo  in qualsiasi stagione dell’anno: è infatti uno scrigno di otto secoli di arte e storia racchiuso in uno scenario naturale impressionate, tra boschi, cime innevate e ghiacciai perenni. In primavera poi Innsbruck si presenta nella sua veste più bella. Il cielo azzurro, l’aria tersa, le cime delle montagne che la circondano ancora innevate, con il sole primaverile che invita a sedersi all’aperto nei tipici caffè, avvolti da morbide coperte, ammirando la luce che si riflette sui palazzi nobiliari. La scelta è ampia e comprende il super chic Cafè Sacher all’interno del sontuoso Palazzo Imperiale dove provare l’autentica delizia di cioccolato e confettura e magari decidere di fare provviste per portarsi a casa un pezzetto d’Austria, il più goloso. La primavera a Innsbruck accompagna poi una delle feste più amate, la Pasqua, che trasforma la città con decorazioni a tema, danze e musica folkloristica, un mercatino colorato (oltre 30 bancarelle, all’ombra del “Tettuccio d’Oro” proporranno artigianato locale e delizie tirolesi) e   tanti appuntamenti legati alla tradizione tirolese e un calendario di eventi culturali molto intenso.

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Già dopo pochi minuti emerge l’atmosfera unica di Innsbuck, capitale anche economica del Tirolo e paradiso degli sport all’aria aperta. Passeggiando nel dedalo di stradine del borgo gotico della città asburgica si nota subito che l’unione sorprendente dello struscio borghesia locale passeggia a quello degli studenti del polo universitario locale, senza considerare che i numerosi turisti provenienti da tutto il mondo e il pubblico eterogeneo di sportivi di ogni età, il tutto mentre Ciclisti e runner percorrono la Innpromenade. Al mattino presto alle fermata degli autobus, ad attendere i mezzi di trasporto si incrociano manager e sportivi con attrezzature da montagna, sci e snowboard compresi. Nel comprensorio di Kuhtai si scia fino a fine aprile. Insomma tacchi a spillo e scarponi.

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Il bello di Innsbruck infatti è che arte e cultura si sposano con una natura senza uguali: il roccocò dell’Hofburg Imperial Palace, il “Tettuccio d’oro” con le sue 2657 tegole di rame dorate a fuoco commissionate dall’imperatore Massimiliano I nel ‘500, oltre al trampolino olimpico sul Bergisel disegnato da Zaha Hadid così come la ripida  funicolare che dalla città sale in vetta, sono tutti simboli di Innsbruck che, non a caso, è stata più volte città olimpica.

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Dal centro cittadino si possono prendere gli impianti della Nordkette che in mezz’ora portano a oltre duemila metri. Qui, in inverno, si può sciare su piste piuttosto ripide ammirando i tetti della città tirolese dall’alto, si può passeggiare esplorando il territorio circostante o godere il panorama sulle comode sdraio del rifugio Seegrube a quasi 2mila metri per con un gluttenwein (un vin brulè che d’inverno riscalda il sangue) o una coca cola ghiacciata. Da qui lo sguardo spazia dalla cima del Glugenzer allo Stabaier Galtscher dalla cima dello Schrankogel di quasi 3500 metri fino al Pirchkogel. Qui poi ogni venerdì sera si può approfittare dell’apertura degli impianti della Seegrubenbahn fino alle 23.00, per aspettar eil tramonto lasciandosi poi dalle mille luci notturne di Innsbruck davanti a una tipica specialità tirolese.

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Per gli amanti della montagna, in qualsiasi stagione dell’anno, la scelta da Innsbruck comunque non manca. A mezz’ora circa dalla capitale infatti si può infatti esplorare, tra l’altro, il comprensorio dello Stubai, uno dei più grandi ghiacciai austriaci o scegliere il più famigliare Schlick2000, poche piste ma lunghe e divertiti. La Valle dello Stubai offre quattro comprensori sciistici con neve da ottobre ad aprile e alcuni impianti aperti anche d’estate, oltre a 80 km di sentieri per escursioni sulla neve, 62 km di sci di fondo, la più grande pista da slittino del Tirolo (la pista Olympia). Per chi poi non soffre di vertigini la Valle inoltre è un vero e proprio paradiso per il parapendio e il deltaplano. Nei dintorni di Innsbruck peraltro i comprensori sciistici sono addirittura nove con oltre 300 km di piste e fanno parte dell’Olympia SkiWorld Innsbruck: con un unico skipass si può sciare ovunque.

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Un’alternativa allo sport è la visita ai luoghi asburgici (oltre al Palazzo Imperiale, la magnifica Hofkirche che ospita il cenotafio dell’imperatore Massimiliano I) e al museo più glamour al mondo, lo Swarosvski Kristallwelten, inaugurato a Wattens, sede storica della società, nel 1995, in occasione del centesimo anniversario dell’azienda e che con una concezione piuttosto innovativa per l’epoca voluta dall’artista multimediale André Heller rileggono le camere delle meraviglie tipiche dei castelli rinascimentali come appunto quella all’interno del vicino castello di Ambras.

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Lo Swarosvski Kristallwelten, così come il Castello di Ambras e i luoghi asburgici sono inclusi nella Innsbruck Card che garantisce l’utilizzo dei mezzi pubblici, permette l’utilizzo di alcuni impianti di risalita sulle montagne circostanti e dà accesso ai principali luoghi turistici dell’area per 24, 48 o 72 ore (il cui costo varia rispettivamente da 39 euro a 48 euro fino a 55 euro). Vale la pena considerare l’acquisto della Innsbruck Card qualora si vogliano visitare più attrazioni: si consideri che per il solo Swarosvski Kristallwelten si spendono 19 euro per entrare nel museo (oltre ad eventuali 9 euro di navetta per raggiungere la località su cui sorge) .

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Di sera, dopo le fatiche dello shopping o dello sport, niente di meglio che un aperitivo al tramonto (per una birra piccola si spendono 3,5 euro) sulla terrazza al 12° piano dell’Hotel Adlers, dove le cime che circondano Innsbruck sembrano a portata di mano. Volendo si può anche cenare in terrazza accompagnati dalle luci che si accendono progressivamente sulla città e da un’ottima selezione di musica. Un’alternativa nel centro storico invece può essere la Gastholf Hotel Weisser Rossl (Kiebachgasse 8, +43 (0) 512-583057) che propone le specialità tirolesi in un ambiente tipico (si cena con 25 euro circa).

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Per un fine settimana lungo al di là delle Alpi, una buona base di partenza è costituita dallo storico Grand Hotel Europa di Innsbruck (al di là di singole offerte, per una camera doppia i prezzi partono da 113 euro a notte … e si dorme in un hotel di fine ‘800) della catena JSH Hotels Collection. L’Hotel sorge proprio di fronte alla stazione internazionale di Innsbruck, luogo di arrivo e partenza per qualsiasi mezzo di esplorazione della città e dei suoi dintorni e, la sua posizione centrale rende facilmente raggiungibile qualsiasi attrazione della città dal palazzo Imperiale, al “Tettuccio d’oro” fino agli impianti di risalta che circondano la capitale. Di particolare fascino la stube (Europa Stuberl Brixner Strasse 6. +43 (0)512/5931-0), dove si può cenare a prezzi competitivi (per una immensa wiener schnitzel con verdure e una birra si spendono sui 30 euro), e l’ambientazione ricreata negli ambienti comuni dell’hotel che richiamano il tema del viaggio con cartine antiche, vecchi bauli e testimonianze dell’Europa dei primi del ‘900.

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