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Alla scoperta della biodiversità del Perù

L’Earth Day, celebrato il 22 aprile, riporta l’attenzione su destinazioni dove la biodiversità è protagonista come il Perù che vanta una sorprendente varietà di ecosistemi grazie a un territorio che si estende dall’Oceano Pacifico alle Ande fino alla Foresta Amazzonica.

Il Perù è sinonimo di natura ed è uno dei dieci paesi al mondo con maggiore biodiversità e risorse naturali:  246 aree naturali protette che includono 15 parchi nazionali, 18 riserve, 9 santuari nazionali e 4 santuari storici. Ospita oltre 1.800 varietà di uccelli e il 10% di rettili, mammiferi e pesci dell’intero pianeta, oltre a 3.500 specie di orchidea. Offre una straordinaria biodiversità, con paesaggi che spaziano dalle Ande alla foresta amazzonica, fino alle coste dell’oceano Pacifico. Dal Parco Nazionale di Huascarán (regione di Áncash) con le sue cime innevate, al lago Titicaca (Puno), il lago navigabile più alto al mondo, passando per la riserva di Tambopata (regione di Madre de Dios) e quella di Pacaya-Samiria (Loreto), la più grande del Paese che offre infiniti corsi d’acqua e zone umide, il Perù rappresenta una meta perfetta per il turismo naturalistico e per scoprire una fauna e una flora uniche al mondo.

Sulla costa nella regione di Ica, il Parco Nazionale di Paracas e le Isole Ballestas sono ricchi di uccelli marini, leoni marini e pinguini di Humboldt. Ica, molto vicina a Lima, è un’area prevalentemente desertica dove è possibile vivere ogni genere di esperienza. A cominciare dalla più popolare: gli amanti della natura e dell’ornitologia possono imbarcarsi per le isole Ballestas e il parco nazionale di Paracas. Gli avventurieri possono esplorare l’oasi del deserto di Huacachina o sorvolare le Linee di Nasca, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Le linee di Nasca non sono altro che geoglifi tracciati sulla superficie del deserto formati da una linea continua, che misurano fino a 300 metri di lunghezza e i cui messaggi rimangono tutt’oggi un mistero irrisolto. Dal cielo si possono distinguere chiaramente il Colibrì, la Scimmia, l’Uccello Fragata, l’Uccello Gigante e il Ragno. E ancora a sud di Lima nella Riserva Nazionale di Paracas, che deve il proprio nome alle tormente di sabbia o “paracas” molto frequenti nella zona, vivono in armonia leoni marini, pinguini di Humboldt, fenicotteri ed altre specie protette. Trovandosi a solcare il mare in direzione delle Isole Ballestas, sulle cui spiagge vivono migliaia di leoni marini, è possibile osservare chiaramente un enorme geoglifo di origine incerta denominato Il Candelabro. E ancora, ci si può divertire prenotando un tour in 4×4 sulle dune o organizzando un picnic di lusso sotto le stelle nel deserto. Da non perdere a Ica, definita la città del sole eterno, anche un tour presso le cantine vinicole della zona.

Sulle Ande peruviane, nella valle dell’Urubamba, il Machu Picchu e l’omonima montagna su cui sorge è rinomato anche per la sua ricchezza di biodiversità con oltre 400 specie di orchidee, oltre a bromelie, felci e alberi. La sacra città nel cuore delle Ande peruviane è uno dei maggiori simboli dell’impressionante architettura e ingegneria dell’Impero Inca. Questa cittadella è formata da templi, palazzi, terrazze, monumenti, complessi e muraglie; oltre a canali d’acqua, edificati con grandi blocchi di pietra. Machupicchu è collegata a diversi siti archeologici attraverso la rete Qhapaq Ñan e qui si trovano 5 percorsi di trekking del Sentiero Inka. Lo scorso 27 giugno, inoltre, in occasione del 17° anniversario della sua nomina ad una delleSette Meraviglie del Mondo Moderno, il Santuario Storico di Machu Picchu è stato nuovamente riconosciuto una “Destinazione Carbon Neutral”. 


Arequipa è un altro punto di interesse, soprattutto per il condor andino che si trova principalmente su queste montagne. Questa regione interna offre una vasta gamma di ecosistemi, dalle calde coste dell’oceano Pacifico alle alte cime delle Ande, creando una grande diversità di habitat, tra cui deserti, valli, canyon, boschi secchi, zone umide e montagne. La Regione di Arequipa a sud del paese, che si estende dalle Ande alla costa, è celebre per lo sconfinato Canyon del Colca, il secondo più profondo al mondo, ma anche per lo splendore della Città Bianca, costellata da attrazioni culturali uniche. La città di Arequipa regala un paesaggio architettonico tanto unico quanto impressionante, in cui la protagonista è la pietra sillar, una roccia chiara di origine vulcanica. L’itinerario del Sillar, consente di assistere all’intero processo di estrazione e di intaglio del minerale. Il percorso comprende la visita alle cave di Añashuayco, Cortadores e Culebrillas, situate alle porte della città. Tra i luoghi più visitati è il Sillar Rosado, un canyon che, grazie alla particolare combinazione di sabbia, roccia, sillar e gli effetti della luce solare, riflette nelle sue strutture un particolare colore rosa. Lungo il percorso Arequipa – Yura, invece, a circa un’ora e mezza da Arequipa, si trova la spettacolare Riserva Nazionale di Salinas e Aguada Blanca, un’area naturale di oltre 360.000 ettari che, nella parte sud-occidentale, è custodita dai vulcani Ubinas, Pichupichu, Misti e Chachani mentre, a nord, si affaccia sulle cime innevate Chuccura e Huarancante. Inizialmente concepito come luogo per la protezione delle vigogne, oggi la Riserva ospita 37 specie di mammiferi, tra cui lama, alpaca, ma anche puma o rare volpi andine, 158 specie di uccelli e numerose altre varietà animali, facendone un territorio ideale per l’avvistamento della flora e della fauna tipiche della Regione. Infine, a 163 km dalla città di Arequipa e vicino al villaggio di La Candelaria, è possibile ammirare il Complesso Archeologico di Toro Muerto, uno dei siti con la più grande quantità di arte rupestre del pianeta. I petroglifi di Toro Muerto, infatti, contengono circa 2600 blocchi incisi a basso rilievo con immagini geometriche, zoomorfe e antropomorfe. A soli undici chilometri dai petroglifi si trova anche il Parco Giurassico di Querullpa, dove nel 2002 sono state scoperte impronte di dinosauri e fossili di pesci. Nelle vicinanze si estende il fiume Majes, costellato da diverse cantine di vino e pisco, dove è possibile effettuare visite guidate e degustare l’acquavite nazionale.

La regione di Lambayeque nel Perù settentrionale vanta la presenza della Riserva ecologica di Chaparrí, Wildlife Refuge di Laquipampa, nel bosco di Pomac e nello storico Santuario di Chaparrí. Questa zona del Perù  è stata la terra di grandi re che governarono il nord del paese tra il I e il VI secolo dopo Cristo, per cui l’area conserva numerosi resti archeologici di grande valore tra Sicán, Túcume e Chotuna. I reperti, uniti alle ricchezze naturali, offrono una proposta turistica sorprendente. Tra le bellezze culturali nell’area non si può non menzionare la tomba di uno degli uomini più potenti dell’antico Perù: i resti intatti del Signore di Sipán scoperti nella Huaca Rajada (piramide), considerato il più grande ritrovamento archeologico della storia peruviana. Meravigliosi gioielli d’oro, d’argento e turchesi, ornamenti per il petto e pendenti; preziose ceramiche e oggetti finemente lavorati, oggi conservati nel Museo delle Tombe dei Re. Merita una tappa  Túcume, un importante sito archeologico formato dai resti di molte piramidi, attorno a una struttura rocciosa conosciuta come la linea della collina. Si ritiene che il luogo sia stato occupato prima dalla cultura Lambayeque, tra il 1000 e il 1370 d.C., poi dai Chimú, tra il 1370 e il 1470, e infine dagli Incas, tra il 1470 e il 1532, poi arrivarono gli spagnoli. Il sito, chiamato dalla popolazione locale El Purgatorio o Huaca La Raya, è formato da decine di piramidi preispaniche di notevoli dimensioni, che ne fanno uno dei più grandi siti archeologici d’America.

 

 




Tutti i luoghi energetici del Renon

Il Renon, balcone panoramico sulle Dolomiti a 12 minuti di funivia dal centro di Bolzano, è un luogo ricco di energia naturale e spirituale. La sua conformazione geologica, la presenza di antiche tradizioni locali e la forte connessione con la natura ne fanno un punto di riferimento per coloro che cercano luoghi di pace, benessere e contatto con con l’ambiente circostante. Attraversato da una rete di sentieri che si snodano tra boschi, prati e rocce l’altopiano del Renon regala paesaggi unici e vibrazioni positive.
La bella stagione è il momento perfetto per andare alla scoperta di questi luoghi energetici. Ecco dove.

Le Piramidi di terra. Queste formazioni geologiche, costituite da torri di terra e pietra create dall’erosione e dal tempo, sono veri e propri monumenti naturali che, secondo alcune credenze, sono in grado di  stimolare la creatività e il benessere psicofisico. Sono tre le località sul Renon in cui possono essere ammirati questi bizzarri coni d’argilla alti fino a venti metri: Incantevoli anche i sentieri per raggiungerli, con punti panoramici e panchine per godersi la vista.

Le passeggiate, mindfulness e cultura. I sentieri che attraversano il Renon sono catalizzatori di energia molto amati da chiunque scelga di trascorrere qui un soggiorno di relax e benessere. Tra i percorsi più apprezzati ci sono la “Freud Promenade”, una passeggiata sulle tracce del celebre ospite del Renon che porta da Soprabolzano a Collalbo in quasi sei chilometri di percorso e la passeggiata che da Collalbo gira attorno al colle Fenn per una via storica, dove già sette secoli fa passavano imperatori, eserciti e commercianti in quanto collegava i paesi del nord con quelli del sud.

Il Lago di Costalovara. Nel cuore dell’altopiano del Renon, il Lago di Costalovara è uno dei laghi d’acqua dolce più puliti d’Italia. Qui la quiete del lago, il riflesso delle montagne nell’acqua e la bellezza del paesaggio creano una sensazione di pace profonda.

Il Sentiero Kneipp nel bosco I boschi del Renon sono un altro punto di forza energetico. Camminare tra gli alberi secolari, immersi nel silenzio della natura, permette di sentirsi rigenerati.  Lungo un sentiero di 1,2 chilometri che si snoda nel bosco tra Bad Siess e l’Hotel Tann è stato di recente realizzato un percorso Kneipp davvero unico: cinque stazioni nel cuore della natura ispirate ai cinque pilastri della filosofia Kneipp (ordine esistenziale, movimento, erbe, acqua e alimentazione) concepite per trasformare la passeggiata in un’esperienza sensoriale. I profumi inducono alla riflessione, le erbe hanno un effetto curativo, l’acqua fresca è un toccasana per il fisico. Lungo il percorso non mancano punti di appoggio per soste meditative e pannelli con informazioni e suggerimenti per sfruttare al meglio i benefici Kneipp. Fondamentale camminare sul sentiero a piedi nudi per percepire a fondo i diversi tipi di terreno e vivere un’esperienza wellness davvero immersiva.

Bad Siess e l’acqua termale benefica  A 1.450 metri di altitudine, la sorgente di Bad Siess sgorga da una fonte nella roccia a una temperatura costante di 6,7° C in tutte le stagioni. È stata riscoperta intorno al 1870 e da allora in questo luogo di grande energia è iniziata la cultura della balneazione e del benessere. Limpidissima e pura, rigorosamente neutra, con pochissimi sali minerali, quest’acqua termale trova applicazione soprattutto in caso di reumatismi e per la cura della pelle.




I primi cent’anni della Route66

La Route66 si avvia a compiere cent’anni  nel 2026. Non c’è momento migliore, potendo, per organizzare un road trip negli Usa sull’autostrada che collega Chicago a Santa Monica divenuta, nel corso dei decenni, icona stessa del viaggio e della libertà.

Conosciuta anche come Mother Road, la Route66 è stata la prima autostrada completamente asfaltata degli Stati Uniti e si estende per quasi 4.000 km attraverso otto Stati: IllinoisMissouriKansasOklahomaTexasNew MexicoArizona e California. Questo leggendario percorso ha contribuito a lanciare la tradizione del Grande Viaggio Americano e oggi diventa un viaggio nel tempo e nel cuore della provincia americana tra centinaia di motel vintage, pompe di benzina kitsch, diner improbabili, siti storici,  cinema drive in, muffler man (statue giganti che sponsorizzano attività commerciali), insegne al neon, attrazioni stradali e strade principali di piccole città da esplorare lungo il percorso.

Un tempo via principale per chi si spostava verso ovest, La Route66 ha favorito l’espansione di piccole attività commerciali, stazioni di servizio e aree di sosta lungo il percorso, diventando simbolo di un’epoca grazie. La sua presenza nella letteratura, nel cinema e nella musica ha consolidato la sua fama internazionale.




In Sicilia per Pasqua

Pasqua e i ponti di aprile offrono un’occasione perfetta per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della Sicilia. Le giornate lunghe e tiepide e la primavera rendono un viaggio in Sicilia per Pasqua ancora più bello.

Ogni provincia vanta una sua tradizione secolare in cui fede e folklore si mescolano dando vita a riti come il “ballu di li diavoli” di Prizzi nel palermitano nella domenica di Pasqua, o la Pasqua bizantina di Piana degli Albanesi  con la sfilata in abiti tradizionali o la processione dei misteri siciliani di Trapani con la ricostruzione della via Crucis con venti gruppi sacri. La processione dei Misteri di Barette Messina risale addirittura al 1610, mentre quella di Lipari si tiene nel contesto particolarmente suggestivo del centro storico della città fino al castello normanno.  A Ispica, nel Ragusano, la via Crucis inizia alle due del mattino. In provincia di Siracusa, a Sortino nella notte del giovedì santo si accendono piccoli falò, fareti, al passaggio della processione. A Messina infine le statue della Madonna e del Cristo Risorto si cercano per le strade della città.

Un viaggio ideale in Sicilia in primavera non può comunque che iniziare dalla distesa di mandorli fioriti della Valle dei Templi di Agrigento, l’antica Akragas definita da Pindaro la più bella tra le città dei mortali, per poi proseguire a Piazza Armerina dove dedicare tutta la giornata alla Villa del Casale e ai suoi straordinari mosaici.

Al di fuori dai classici tour, Caltanissetta ed Enna, facilmente raggiungibili, possono essere considerate due tappe interessanti a livello culturale ed enogastronomico. Ancora di più a Pasqua.

Sul centro storico di Caltanissetta,  considerata a inizio novecento la capitale mondiale della produzione di zolfo, spicca il monumentale Palazzo Moncada, reggia cinquecentesca in stile barocco con influenze rinascimentali, la cui costruzione non fu mai ultimata. Da non perdere anche una visita all’antica Abbazia di Santo Spirito e al monumento al “Redentore” da cui si gode uno splendido panorama sulla città, sulle Madonie e sull’Etna. Vanto della città è poi la raffinata pasticceria. Proprio qui, secondo la leggenda, è nato il cannolo. A Caltanissetta, la Settimana Santa, gemellata con quella di Siviglia, si celebra con rituali antichi che si sviluppano nell’arco di sette giorni. Si parte dal corteo della Real Maestranza, fino alle “Vare”, i grandi gruppi statuari che sfilano la sera del Giovedì Santo, per arrivare alla processione del Cristo Nero, accompagnata dalle ladate dei “fogliamari”, i raccoglitori di verdure selvatiche.

Dal capoluogo nisseno, per raggiungere Enna bastano appena trenta minuti di auto o treno. La città è arroccata su un monte terrazzato, definito nei tempi antichi “ombelico della Sicilia”. Il Duomo, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, è stato costruito nel Trecento per volere di Eleonora d’Angiò, moglie del re di Sicilia Federico III d’Aragona, per celebrare la nascita del figlio Pietro. A poca distanza si ergono d la Torre di Federico II, usata probabilmente come residenza estiva dell’imperatore e il castello di Lombardia, di origine medievale, che deve il suo nome a una guarnigione di soldati lombardi posti a difesa del maniero durante la dominazione normanna. Anche ad Enna, i riti della Settimana Santa sono particolarmente sentiti e culminano con la processione degli incappucciati del Venerdì Santo, quando tremila confrati circa  procedono lentamente lungo le vie cittadine, accompagnando le Vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, in un’atmosfera carica di spiritualità.  In provincia di Enna, vale infine la pena ricordare la “Corsa dei Santoni”, statue alte oltre tre metri che raffigurano i dodici apostoli che si tiene ad Aidone la Domenica della Palme.

 




Particolare Milano, un locale che reinventa il tapas bar in chiave iraliana

Apre a Brera Particolare Milano, un locale che reinventa il tapas bar con una formula tutta italiana.  Il locale, in via Moscova 50, segue l’ormai storica presenza in Porta Romana del ristorante omonimo. Qui i due soci fondatori, Andrea Cutillo, chef mosso da una passione inesauribile, e Luca Beretta, motore organizzativo, hanno voluto mettere al centro di questa nuova avventura l’idea di convivialità. Il nuovo Particolare Milano si distingue per il concept che propone un viaggio gastronomico attraverso ricette, ispirate alle tapas, da condividere. I piatti da condividere invitano a un’esperienza gastronomica corale e rendono la proposta fresca e dinamica 

Particolare Milano con le sue tapas d’identità italiana vuole rendere omaggio al territorio con un tocco internazionale: i crudi di mare, come gli scampi e il gambero rosso di Sicilia, le tartare, la Pasta patate, provola affumicata e baccalà che rivisita un grande classico, il Calamaro alla plancia con salsa all’arancia e la Guancia di manzo cotta a bassa temperatura. Non mancano proposte vegetariane, come la Milanese di cavolfiore e il Carciofo alla griglia.

 




A Instanbul per la Festa dei Tulipani

Ad aprile c’è una ragione in più per andare a Istanbul: il Tulip Festival che colora strade, giardini, spazi pubblici e monumenti cittadini dal 1 al 30 aprile.  L’evento segna l’inizio della primavera e regala ai visitatori uno spettacolo straordinario grazie agli oltre 20 mila bulbi di tulipani, simbolo della capitale turca, piantati a Instabul 

Originari dei monti Pamir nell’Asia Centrale, i tulipani i arrivarono in Turchia già nel XII secolo, per poi essere coltivati come fiori da giardino fin dal XVI secolo. Sotto il regno di Solimano il Magnifico la passione dei tulipani esplose, portando alla creazione di numerose varietà. Portati in Europa i tulipani diedero origine alla prima bolla speculativa dei mercati.

A Istanbul la festa dei tulipani è l’occasione perfetta per esplorare i parchi più belli di Istanbul come il Parco Emirgan, con un tappeto di tulipani composto da oltre 545,000 tulipani di oltre 120 tipi diversi,  i giardini Yildiz o il  Parco Gulhane, situato nel cuore della Città Vecchia, il Boschetto di Fethi Pasa, la Camlica Hill a Uskudar, il Boschetto di Cubuklu Hidiv a Cubuklu, e il Parco Beikoz a Beykoz nella parte asiatica. A Piazza Sultanahmet viene intrecciato un tappeto di tulipani utilizzando il metodo dell’acquacoltura. Il festival dei tulipani di Istanbul è anche una celebrazione della storia, della cultura e delle tradizioni turche, con concerti di musica dal vivo, danze tradizionali, mostre d’arte, di fotografia e di artigianato.




Itinerari in bici

La primavera è la stagione ideale per avventure in bici alla scoperta del territorio italiano tra borghi, enogastronomia se  sapori tipici,  percorsi immersi nella storia o scenari naturali.  Pedalare fa bene, è divertente e con la bici elettrica è alla portata di tutti o quasi. In bici si possono scoprire scenari inconsueti senza fretta, assaporando ogni minuto del viaggio. Per questo il cicloturismo negli ultimi anni è letteralmente esploso portando viaggiatori solitari o in gruppo a scoprire borghi, colline e campagna da un altro punto di vista, quello del sellino. E, allo stesso tempo, il cicloturismo è uno strumento di rigenerazione territoriale, sociale e ambientale che valorizza le comunità locali, tutela i paesaggi e promuove esperienze che lasciano un impatto positivo, per chi pedala e per i luoghi attraversati.
Ecco alcuni spunti di itinerari per organizzare un week end o un viaggio più articolato in bici, immergendosi nella bellezza del paesaggio ed esplorando il territorio.

. La Ciclovia del Sole: in bici tra piccoli borghi, natura e buon cibo

La Ciclovia del Sole nel tratto Mirandola – Bologna è  un viaggio che coinvolge tutti i sensi nel cuore dell’Emilia-Romagna. Lungo il tragitto, infatti, non mancano le occasioni per assaporare le eccellenze gastronomiche della cucina emiliana dai tortellini ai bolliti misti, dallo gnocco fritto con salumi tipici accompagnati da un bicchiere di Lambrusco Che si tratti di una pedalata rilassante o di un’avventura su due ruote, la Ciclovia del Sole è l’ideale anche per principianti. Il percorso, interamente pianeggiante, si sviluppa lungo l’ex tracciato ferroviario della linea Verona-Bologna, attraversando i  paesaggi rurali della pianura emiliana. Tra campi coltivati, corsi d’acqua e borghi, questa ciclovia tocca località ricche di storia e tradizioni, come Mirandola, San Felice sul Panaro, Crevalcore e San Giovanni in Persiceto, per poi proseguire verso Bologna.

. L’Anello di Perugia in bici nel cuore dell’Umbria

L’Anello di Perugia è un itinerario che combina sport, natura e cultura.
Il percorso, lungo 38 km con un dislivello di 906 metri, si sviluppa prevalentemente su asfalto ed è adatto a biciclette gravel, city bike, mountain bike ed e-bike. Il livello di difficoltà è intermedio. Lungo il tragitto si alternano tratti immersi nella natura a tappe nei borghi storici umbri, dove piazze, antiche fortezze e architetture secolari raccontano secoli di storia. Pedalando, si attraversa Perugia toccando luoghi iconici di questa città come la Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo e la Rocca Paolina.

. La Ciclovia dei Parchi della Calabria

Pedalare lungo la Ciclovia dei Parchi della Calabria significa attraversare un territorio autentico, dove la natura incontaminata si fonde con le tradizioni di una terra millenaria. Un percorso di 545 km che si snoda tra boschi, borghi e vette dell’Appennino calabrese, toccando quattro aree protette: il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale della Sila, il Parco Naturale Regionale delle Serre e il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Premiata con l’Italian Green Road Award 2021 e l’Oscar dell’Ecoturismo 2024, questa Ciclovia rappresenta un modello virtuoso di turismo lento, capace di valorizzare il territorio senza alterarne l’identità.
L’itinerario si sviluppa lungo strade poco trafficate e sentieri ciclabili, con un dislivello impegnativo che regala panorami mozzafiato. Strutturato in 12 tappe, il tracciato offre percorsi adatti a diversi livelli di difficoltà, dalle sezioni più agevoli fino alle impegnative salite appenniniche, riservate ai ciclisti più esperti. La variante verso il Lago Angitola, immerso nel Parco delle Serre, aggiunge un’ulteriore opportunità di scoperta. La Ciclovia inoltre è un viaggio nei sapori autentici della Calabria: dai salumi artigianali ai formaggi tipici come il caciocavallo di Ciminà, dai legumi di montagna ai piatti iconici come il Pesce Stocco.

. Il Parco delle Dune Costiere in bici a ridosso della spiaggia

Non occorre essere dei ciclisti professionisti per regalarsi una pedalata nel Parco delle Dune Costiere: il territorio infatti è sostanzialmente pianeggiante e i percorsi sono ben tenuti e segnalati. Per una prima esplorazione del territorio, si può scegliere un itinerario ad anello che si snoda dall’ex casa cantoniera per 18 km tra uliveti, masserie e dune fino al mare su stradine pianeggianti a basso traffico e, in parte, sterrate. Un breve raccordo conduce dall’ex casa cantoniera alla via Traiana, strada tracciata agli inizi del II secolo d.C. per collegare Roma al porto di Brindisi e facilitare, tra l’altro, il trasporto dell’olio. Dalla via Traiana poi, si prende una stradina sterrata diretta verso la foce del fiume Morelli attraverso distese di uliveti e pascoli,  da cui si intravedono le “lame”canali carsici su cui si aprono grotte. La zona umida del Fiume Morelli, tra i gioielli naturalistici del Parco, è infine angolo incontaminato di natura dominato da dune fossili con oltre 120mila anni di storia alle spalle e costellato da specchi di acqua dolce dove si possono osservare anatre, uccelli migratori, canneti e ginepri pluricentenari.

.Cycling Riviera: in bici in Liguria sulla riviera dei fiori
La Cycling Riviera è un percorso adatto a tutti, in gran parte pianeggiante, dove il mare è protagonista. La ciclabile di 24 km si snoda tra Ospedaletti e San Lorenzo a Mare sul percorso, riconvertito, della dismessa vecchia rete ferroviaria. Riconosciuta tra le ciclabili più belle d’Europa è una delle eccellenze della riviera ligure di Ponente.

. Ciclovia del Mincio, in bici tra natura e cultura
La pista ciclabile del Mincio collega Peschiera del Garda a Mantova in 45 chilometri di pista che si snoda lungo le alzaie del Mincio toccando Valeggio sul Mincio, Borghetto, Pozzolo e, infine, Mantova. Il percorso è pianeggiante, abbastanza ombreggiato e costellato di una nutrita presenza di fauna, per lo più di uccelli. In primavera le fioriture del Parco del Mincio regalano un’atmosfera indimenticabile.

. Ciclovia Meridiana per scoprire in bici l’Appeninno Lucano
La Ciclovia Meridiana attraversa il Parco dell’Appennino Lucano con un tracciato principale ad anello di 295 km (6.110 m di dislivello), prevalentemente su strade a basso traffico,  suddivisibile in due circuiti autonomi. Il sistema include cinque percorsi di intersezione, un anello pianeggiante nella Val d’Agri e un tracciato MTB “La via dell’acqua”. La Ciclovia ricalca parzialmente l’antica Via Herculia.

-La Via dei Templi e dei Borghi” per attraversare in bici la storia della Sicilia
La Via dei Templi e dei Borghi collega Catania, Agrigento e Palermo, attraversando alcune delle zone più suggestive della Sicilia. Questo percorso è pensato per offrire un’esperienza immersiva tra storia, archeologia, enogastronomia e natura, con tappe nei borghi più affascinanti dell’entroterra siciliano.

. Ciclovia del Trasimeno in bici in riva al lago
La Ciclovia del Trasimeno è un percorso ad anello di circa 60 km che abbraccia il lago Trasimeno, ideale per ogni tipo di ciclista. Con i suoi scorci panoramici, i lidi tranquilli e i borghi pittoreschi, rappresenta la cornice perfetta per una vacanza in bici indimenticabile.




Tappa tra le fioriture d’Italia ancora da scoprire

L’arrivo della primavera è il momento perfetto per lasciarsi ispirare e andare alla scoperta di fioriture insolite organizzando un viaggio on the road per il BelPaese, magari in camper per immergersi completamente nella natura.

I mandorli di Agrigento

Ogni anno in primavera la Valle dei Templi di Agrigento ospita la Festa dei Mandorli in fiore. Nella zona patrimonio dell’Unesco infatti, nascono, in mezzo alle rovine, alberi dai fiori rosa che si adattano molto bene al clima di questa terra. Simbolo di speranza, oltre che di ritorno in vita della natura, rendono il paesaggio unico nel suo genere. Originari dell’Asia, questi alberi si diffusero presto in tutto il Mediterraneo grazie al popolo dei Greci.

 I ciliegi in fiore di Vignola 

 Vignola (Modena) offre uno spettacolo straordinario grazie alla fioritura dei ciliegi tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile che colora le campagne per chilometri. Il percorso ideale per assistere a questa magia è la “Via dei Ciliegi”, un itinerario ciclopedonale che permette di ammirare lo spettacolo naturale immersi nella natura. Inoltre, dal 5 al 13 aprile 2025 la Festa dei Ciliegi in Fiore animala città con eventi enogastronomici e culturali.

I crochi di Campo Imperatore

Tra le più affascinanti fioriture in Italia c’è quella dei crochi a Campo Imperatore, in provincia dell’Aquila in Abruzzo. Su questo vasto altopiano il fiore trova il suo habitat ideale. Appena si scioglie la neve, infatti, migliaia di boccioli spuntano e vanno a formare un nuovo manto dalle sfumature viola e bianco.

Le orchidee del Parco Aymerich di Laconi 

In Sardegna, in provincia di Oristano, il Parco Aymerich di Laconi ospita un’incredibile varietà di orchidee selvatiche autoctone, rendendolo un vero paradiso per botanici e amanti della natura. Il parco Aymerich è un’oasi di 22 ettari situata nel  borgo di Laconi. Si tratta del più grande parco urbano della Sardegna caratterizzato da sentieri naturalistici tra innumerevoli specie vegetali grotte, cascate e rovine medievali.
La collina delle peonie a Vitorchiano 

Il Centro Botanico Moutan, situato a Vitorchiano, piccolo borgo medievale della Tuscia viterbese, ospita la più grande collezione al mondo di peonie cinesi, che si estendono a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collina del centro botanico ogni anno a primavera si trasforma in una tavolozza di colori, da aprile fino ai primi di maggio.

I tulipani di Parco Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, nel Parco Sigurtà, sono presenti tantissime varietà di tulipani che da marzo a fine aprile offrono un’esplosione di colori a perdita d’occhio. Qui si svolge un evento molto amato dagli appassionati di fiori, Tulipanissima: durante questa manifestazione, aiuole e ampi tratti di prato si tingono dei forti e variegati colori dei tulipani.

I meleti in fiore e Castel Cles 

Tra aprile e maggio la Val di Non si trasforma in un tappeto di fiori bianchi grazie alla spettacolare fioritura dei meleti. Un percorso ideale per godere di questa meraviglia è quello che porta da Castel Cles alla frazione di Maiano e al rione di Pez, attraversando i meleti con vista sul lago di Santa Giustina.

Parco della Lavanda di Campotenese, la “Provenza d’Italia” 

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, a Campotenese (frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza), si estende una coltivazione di lavanda con 60 varietà diverse. La Lavanda Loricata, chiamata anche “Loricanda”, fiorisce tra giugno agosto, creando un paesaggio suggestivo e profumato. Il parco, facilmente raggiungibile, è un vero e proprio paradiso per gli amanti della fotografia, specialmente al tramonto.

Le camelie della Lucchesia


La camelia è un fiore di rara bellezza: grande, a larghi petali sui toni del rosso, del rosa e del bianco; vederla fiorire è uno spettacolo da non perdere. In Italia, è nella Lucchesia che è presente la più grande coltivazione di camelie da fiore. Percorrere questa regione è una gioia per gli occhi ed è perfetta da visitare in questo periodo dell’anno. Nel mese di marzo, inoltre, si tiene la manifestazione “Antiche camelie della Lucchesia” a Sant’Andrea di Compito, piccolissimo borgo toscano dove si trovano vivai e ville con giardini vocati alla coltivazione di camelie da fiore.

 

Il Dente di Leone della Val di Non

Il Tarassaco o Dente di Leone, è una pianta dalle grandi e rinomate virtù. In Alta Val di Non si celebra e festeggia questa pianta, diventata ormai il simbolo della valle, con una manifestazione che si chiama “Le Settimane del Dente di Leone”. Durante le settimane di fioritura di questa pianta, recandosi nella zona di Merano e dintorni, è possibile scoprire le numerose virtù terapeutiche e gustare piatti tipici della tradizione che lo includono come ingrediente.




Zurigo in fiore

A Zurigo è tempo di fioriture ed è possibile seguire online il countdown per ciliegi giapponesi e magnolie così da organizzare al meglio un week lungo di primavera in questa città al centro della Svizzera, ma facilmente raggiungibile dall’Italia sia in treno (si raggiunge in tre ore e mezza da Milano)  sia in aereo.  Affacciata sull’omonimo lago, attraversata dal fiume Limmat e attorniata dalle Alpi, Zurigo è una destinazione perfetta per un week end di primavera in cui abbinare percorsi culturali negli oltre cinquanta musei della città, a itinerari nei vecchi quartieri industriali riconvertiti e passeggiate per i parchi cittadini.
Sono sette i posti  da non perdere per assistere al  tripudio delle fioriture primaverili che trasformano Zurigo in una distesa di fiori colorati.

. Idaplatz: in primavera i ciliegi in fiore trasformano la Idaplatz e le strade circostanti (soprattutto Bertastrasse, Gertrudstrasse e Zurlindenstrasse) el cuore di Wiedikonin un pittoresco spettacolo naturalistico in rosa.
. Parco Belvoir: annoverato tra i giardini all’inglese più antichi della regione è un luogo speciale dove rilassarsi, con ampi prati, grandi stagni, alberi secolari e zone pervase dalla quiete più assoluta. Dal 1985 vanta un giardino con oltre 120 varietà di iris e gigli. Da qui si gode una vista maestosa su città, lago e montagne.
. Rieterpark: con i suoi 70mila metri quadrati di superficie il parco, che sorge nel quartiere di Enge nei pressi del lago, è il più grande di Zurigo. Le origini del parco e la sua villa (che oggi ospita il Museo Rietberg) risalgono al 1855, per poi essere rilevati alla fine del XIX secolo dalla famiglia di industriali di Winterthur Rieter e passare alla città nel 1945.
. Stauffacher: crocevia centrale di Zurigo con su cui si affacciano caffè e ristoranti. n primavera, lo Stauffacher colpisce con un’atmosfera particolare: magnolie, ciliegi e ciliegi giapponesi adornano la piazza con le loro fioriture.
.Parco Platzspitz: il popolare parco di fronte alla Stazione Centrale di Zurigo. Nel XV secolo, quello che allora era un pascolo veniva usato per le feste degli “Schützen”. Qui ebbe origine anche la tradizione dello “Knabenschiessen”. Fu solo nel 1780 che, lungo i fiumi Limmat e Sihl, che abbracciano il parco, furono allestiti dei viali alberati, che riscossero un grande successo. Nel XIX secolo, ai viali si aggiunsero un gazebo musicale e la rete di sentieri.
.Lungolago: la passeggiata sulle rive del lago di Zurigo. Quando, attorno al 1800, andare a passeggiare divenne una moda a Zurigo, nella parte inferiore del bacino lacustre nacque il parco ininterrotto più grande dell’epoca e Zurigo si trasformò da cittadina sul fiume a metropoli sul lago. Il lungolago era ed è un luogo di relax. La terrazza panoramica sulla Bürkliplatz rappresenta la metà della passeggiata e consente di ammirare i tratti del lungolago rimanenti: Mythenquai, General-Guisan-Quai, Utoquai e Seefeldquai. Al termine del Seefeldquai si trova il Giardino Cinese, un omaggio della città di Kunming, gemellata con Zurigo.
.Casa del Patrimonio:  villa zurighese che ospita una mostra interattiva sulla cultura edilizia.




Erl, il palcoscenico culturale delle Alpi

Erl è un minuscolo piccolo paese della regione austriaca di Kufstein che, grazie alla presenza di due futuristici (e giganteschi) teatri si trasforma in un vero e proprio palcoscenico delle Alpi con enti culturali di eco internazionale. E quest’anno è l’anno giusto per organizzare un viaggio in questo angolo di Tirolo peraltro comodamente raggiungibile in treno da Verona.

Quest’anno, a Erl vanno in scena i “Passionsspiele” che dal 2013 sono inseriti nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità quale opera d’arte che contraddistingue e ha contraddistinto nei secoli questa parte dell’Austria. Tutti i sabati e le domeniche compresi tra il 25 maggio e il l 4 ottobre 2025 verranno portate in scena le esibizioni teatrali nel celebre teatro “Passionsspielhaus” costruito 60 anni fa appositamente per recitare la Passione. Si tratta di un teatro dall’incredibile acustica e dal design particolare. Non potendo essere riscaldato è utilizzato solo dalla tardi primavera ad inizio autunno.

Erl minuscolo paese del Tirolo
Immagine per gentile concessione ufficio stampa Kufstein

Dal 1623 a Erl, ogni sei anni, va in scena da maggio a ottobre  al “Passionsspielhaus“(Teatro della Passione)  la rappresentazione sacra della Passione di Cristo che coinvolge praticamente tutto il villaggio tra comparsi, attori e cantanti. Si tratta della rappresentazione teatrale in lingua tedesca più antica al mondo. Da quattrocento anni questa tradizione è portata avanti dagli abitanti Erl, i quali, per salire sul palco nelle antiche vesti di chi conobbe Gesù, non tagliano capelli e barba per parecchi mesi antecedenti i Passionsspiele. Sul paco infatti salgono oltre 600 persone, la metà degli abitanti di Erl, a recitare i Passionsspiele.  Lo stesso Passionsspielhaus ospita fino a 1500 persone, più di tutti gli abitanti di Erl, eppure in occasione della rappresentazione della Passione di Cristo è sempre esaurito. I i numeri hanno dell’incredibile e, anche per questo si ritiene che il Passionsspielhaus sia un punto fondamentale della vita culturale di Erl e di tutto il Kufsteinerland, il territorio tirolese che gravita intorno Kufstein e che comprende anche Erl.
Oltre al “Passionsspielhaus” ovvero “Teatro della Passione” dove per tutta estate vanno in scena i Passionsspiele, Erl vanta un secondo teatro innovativo, dalla forma futuristica: si chiama Festspielhaus e sorge vicino al Passionsspielhaus. Qui si tengono numerosi eventi e festival musicali durante tutto l’anno, rassegne di opere liriche e concerti di musica da camera di alto livello rendendo la regione di Kufstein il “palcoscenico culturale” delle Alpi.

Erl è celebre anche per la Blaue Quelle, una fonte d’acqua molto speciale in quanto si tratta di un luogo energetico. Circa 700 litri di acqua potabile sgorgano dalla terra ogni secondo alla temperatura di 8,1 gradi e alimentano un piccolo laghetto, una sorta di piscina naturale che brilla di tonalità iridescenti di verde, blu e turchese, a seconda di come i raggi del sole illuminano lo specchio d’acqua.