Alla scoperta della biodiversità del Perù
L’Earth Day, celebrato il 22 aprile, riporta l’attenzione su destinazioni dove la biodiversità è protagonista come il Perù che vanta una sorprendente varietà di ecosistemi grazie a un territorio che si estende dall’Oceano Pacifico alle Ande fino alla Foresta Amazzonica.
Il Perù è sinonimo di natura ed è uno dei dieci paesi al mondo con maggiore biodiversità e risorse naturali: 246 aree naturali protette che includono 15 parchi nazionali, 18 riserve, 9 santuari nazionali e 4 santuari storici. Ospita oltre 1.800 varietà di uccelli e il 10% di rettili, mammiferi e pesci dell’intero pianeta, oltre a 3.500 specie di orchidea. Offre una straordinaria biodiversità, con paesaggi che spaziano dalle Ande alla foresta amazzonica, fino alle coste dell’oceano Pacifico. Dal Parco Nazionale di Huascarán (regione di Áncash) con le sue cime innevate, al lago Titicaca (Puno), il lago navigabile più alto al mondo, passando per la riserva di Tambopata (regione di Madre de Dios) e quella di Pacaya-Samiria (Loreto), la più grande del Paese che offre infiniti corsi d’acqua e zone umide, il Perù rappresenta una meta perfetta per il turismo naturalistico e per scoprire una fauna e una flora uniche al mondo.
Sulla costa nella regione di Ica, il Parco Nazionale di Paracas e le Isole Ballestas sono ricchi di uccelli marini, leoni marini e pinguini di Humboldt. Ica, molto vicina a Lima, è un’area prevalentemente desertica dove è possibile vivere ogni genere di esperienza. A cominciare dalla più popolare: gli amanti della natura e dell’ornitologia possono imbarcarsi per le isole Ballestas e il parco nazionale di Paracas. Gli avventurieri possono esplorare l’oasi del deserto di Huacachina o sorvolare le Linee di Nasca, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Le linee di Nasca non sono altro che geoglifi tracciati sulla superficie del deserto formati da una linea continua, che misurano fino a 300 metri di lunghezza e i cui messaggi rimangono tutt’oggi un mistero irrisolto. Dal cielo si possono distinguere chiaramente il Colibrì, la Scimmia, l’Uccello Fragata, l’Uccello Gigante e il Ragno. E ancora a sud di Lima nella Riserva Nazionale di Paracas, che deve il proprio nome alle tormente di sabbia o “paracas” molto frequenti nella zona, vivono in armonia leoni marini, pinguini di Humboldt, fenicotteri ed altre specie protette. Trovandosi a solcare il mare in direzione delle Isole Ballestas, sulle cui spiagge vivono migliaia di leoni marini, è possibile osservare chiaramente un enorme geoglifo di origine incerta denominato Il Candelabro. E ancora, ci si può divertire prenotando un tour in 4×4 sulle dune o organizzando un picnic di lusso sotto le stelle nel deserto. Da non perdere a Ica, definita la città del sole eterno, anche un tour presso le cantine vinicole della zona.
Sulle Ande peruviane, nella valle dell’Urubamba, il Machu Picchu e l’omonima montagna su cui sorge è rinomato anche per la sua ricchezza di biodiversità con oltre 400 specie di orchidee, oltre a bromelie, felci e alberi. La sacra città nel cuore delle Ande peruviane è uno dei maggiori simboli dell’impressionante architettura e ingegneria dell’Impero Inca. Questa cittadella è formata da templi, palazzi, terrazze, monumenti, complessi e muraglie; oltre a canali d’acqua, edificati con grandi blocchi di pietra. Machupicchu è collegata a diversi siti archeologici attraverso la rete Qhapaq Ñan e qui si trovano 5 percorsi di trekking del Sentiero Inka. Lo scorso 27 giugno, inoltre, in occasione del 17° anniversario della sua nomina ad una delleSette Meraviglie del Mondo Moderno, il Santuario Storico di Machu Picchu è stato nuovamente riconosciuto una “Destinazione Carbon Neutral”.
Arequipa è un altro punto di interesse, soprattutto per il condor andino che si trova principalmente su queste montagne. Questa regione interna offre una vasta gamma di ecosistemi, dalle calde coste dell’oceano Pacifico alle alte cime delle Ande, creando una grande diversità di habitat, tra cui deserti, valli, canyon, boschi secchi, zone umide e montagne. La Regione di Arequipa a sud del paese, che si estende dalle Ande alla costa, è celebre per lo sconfinato Canyon del Colca, il secondo più profondo al mondo, ma anche per lo splendore della Città Bianca, costellata da attrazioni culturali uniche. La città di Arequipa regala un paesaggio architettonico tanto unico quanto impressionante, in cui la protagonista è la pietra sillar, una roccia chiara di origine vulcanica. L’itinerario del Sillar, consente di assistere all’intero processo di estrazione e di intaglio del minerale. Il percorso comprende la visita alle cave di Añashuayco, Cortadores e Culebrillas, situate alle porte della città. Tra i luoghi più visitati è il Sillar Rosado, un canyon che, grazie alla particolare combinazione di sabbia, roccia, sillar e gli effetti della luce solare, riflette nelle sue strutture un particolare colore rosa. Lungo il percorso Arequipa – Yura, invece, a circa un’ora e mezza da Arequipa, si trova la spettacolare Riserva Nazionale di Salinas e Aguada Blanca, un’area naturale di oltre 360.000 ettari che, nella parte sud-occidentale, è custodita dai vulcani Ubinas, Pichupichu, Misti e Chachani mentre, a nord, si affaccia sulle cime innevate Chuccura e Huarancante. Inizialmente concepito come luogo per la protezione delle vigogne, oggi la Riserva ospita 37 specie di mammiferi, tra cui lama, alpaca, ma anche puma o rare volpi andine, 158 specie di uccelli e numerose altre varietà animali, facendone un territorio ideale per l’avvistamento della flora e della fauna tipiche della Regione. Infine, a 163 km dalla città di Arequipa e vicino al villaggio di La Candelaria, è possibile ammirare il Complesso Archeologico di Toro Muerto, uno dei siti con la più grande quantità di arte rupestre del pianeta. I petroglifi di Toro Muerto, infatti, contengono circa 2600 blocchi incisi a basso rilievo con immagini geometriche, zoomorfe e antropomorfe. A soli undici chilometri dai petroglifi si trova anche il Parco Giurassico di Querullpa, dove nel 2002 sono state scoperte impronte di dinosauri e fossili di pesci. Nelle vicinanze si estende il fiume Majes, costellato da diverse cantine di vino e pisco, dove è possibile effettuare visite guidate e degustare l’acquavite nazionale.
La regione di Lambayeque nel Perù settentrionale vanta la presenza della Riserva ecologica di Chaparrí, Wildlife Refuge di Laquipampa, nel bosco di Pomac e nello storico Santuario di Chaparrí. Questa zona del Perù è stata la terra di grandi re che governarono il nord del paese tra il I e il VI secolo dopo Cristo, per cui l’area conserva numerosi resti archeologici di grande valore tra Sicán, Túcume e Chotuna. I reperti, uniti alle ricchezze naturali, offrono una proposta turistica sorprendente. Tra le bellezze culturali nell’area non si può non menzionare la tomba di uno degli uomini più potenti dell’antico Perù: i resti intatti del Signore di Sipán scoperti nella Huaca Rajada (piramide), considerato il più grande ritrovamento archeologico della storia peruviana. Meravigliosi gioielli d’oro, d’argento e turchesi, ornamenti per il petto e pendenti; preziose ceramiche e oggetti finemente lavorati, oggi conservati nel Museo delle Tombe dei Re. Merita una tappa Túcume, un importante sito archeologico formato dai resti di molte piramidi, attorno a una struttura rocciosa conosciuta come la linea della collina. Si ritiene che il luogo sia stato occupato prima dalla cultura Lambayeque, tra il 1000 e il 1370 d.C., poi dai Chimú, tra il 1370 e il 1470, e infine dagli Incas, tra il 1470 e il 1532, poi arrivarono gli spagnoli. Il sito, chiamato dalla popolazione locale El Purgatorio o Huaca La Raya, è formato da decine di piramidi preispaniche di notevoli dimensioni, che ne fanno uno dei più grandi siti archeologici d’America.