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Una Medea (s)velata

di zZz – Dal 17 al 27 ottobre 2019, al Teatro Menotti, dopo gli Uccelli di Aristofane, Emilio Russo porta la sua Medea.

 Il testo è quello di Euripide (naturalmente). Ed anche se gli attori danno voce, a volte, a parole che Euripide non scrisse, la fedeltà all’originale può comunque essere considerata la regola (con poche eccezioni) di questo ambizioso e coraggioso progetto. Si tratta – credo – di una sfida consapevolmente lanciata dal regista e dai suoi attori a un tempo (quello nostro) reso sempre più indifferente e disinteressato nei confronti della storia e del passato. Onore al merito, dunque, alla controtendenza di questa scelta, che propone un ‘classico’ in un momento storico animato da un pericoloso senso di superiorità (ingiustificato e ingiustificabile) nei confronti di chi ci ha preceduto.

La storia è nota; e chi ancora non la conosce, può rimediare, adesso: la Medea di Russo si fa seguire bene; lineare e semplice pur nella sua complessità strutturale. L’apertura è d’effetto, come pure la chiusura: nenie, respiri e sussurri danno il ritmo e il colore (nonché il senso) ad uno spettacolo che per il testo, avvincente e senza tempo – catalizza l’attenzione fino alla fine, coinvolgendo lo spettatore emotivamente e lasciandolo in bilico nel giudizio: Medea è vittima e carnefice nello stesso tempo; traditrice e tradita; due volte profuga, due volte esule, mille volte trafitta. Maga, dea e amante; figlia e madre. Tanto forte da far ombra a tutti gli altri protagonisti della storia; tanto tragica da ipnotizzare e far tacere il pubblico fino all’uscita della sala. La prima (17 ottobre) si è chiusa così: tra lunghi applausi e nel silenzio del pubblico.

Bella la scenografia, anche se sfruttata poco. Brava Romina Mondello (Medea), anche se poco scomposta: forse avrebbe potuto osare di più e mostrarsi più ‘imbruttita’ dall’azione. Magari per l’emozione della prima (o forse per scelta del regista), oltre al lento movimento del coro, gli altri attori seguivano percorsi fissi sulla scena: forse si sarebbe dovuto dare più movimento al tutto e più ‘corpo’ alle emozioni. Ma a parte questo (de gustibus…), lo spettacolo è da vedere: merita assistere alla lenta apparizione di una Medea che gioca (sapientemente) con il suo copricapo; una Medea velata che si svela davanti agli occhi del pubblico e che, con le mani intrecciate sul suo ventre, mostra ossimoricamente (e ossessivamente) determinazione ed esitazione nel progettare la sua vendetta, che è pure la sua morte.

foto Gianfranco Ferraro




Tutto o niente: il nuovo successo di Nearco feat. Tiara

TUTTO O NIENTE è la hit estiva di Nearco,  un brano che concilia l’anima rock dell’artista emiliano, con sonorità spiccatamente elettroniche e dance, impreziosite dalla voce straordinaria della giovane co-autrice TIARA, al secolo Chiara Mendo, che vanta un illustre passato di campionessa italiana di tennis under 16.

Abbiamo intervistato Nearco per conoscere meglio i suoi progetti e tutti i dettagli dell’intensissimo tour che lo vedrà in giro per numerose località dell’Emilia Romagna, Toscana e non solo.

Come è nato “Tutto o niente”?

Ogni mio brano parte da uno spunto che trovo nella realtà di tutti i giorni, in questo caso, la consapevolezza che, dalle esperienze della vita non si possono prendere solo le cose belle, ma si devono accettare (o meglio “sopportare”) anche le cose meno belle. Per cui, se ne vale la pena, si deve già sapere che bisogna prendere tutto il pacchetto. Questo è il messaggio che il brano vuol lanciare in modo simpatico ed ironico.

Qual è la novità di questo nuovo singolo, dal punto di vista musicale?

L’idea di utilizzare sonorità elettroniche e dance che rendessero il brano attuale, solare e in linea con il pubblico che incontro nei miei frequenti appuntamenti live; nello stesso tempo si sono scelte sonorità che potessero incontrare e fondersi con la mia anima rock, che da sempre contraddistingue il mio percorso musicale.

Come nasce la collaborazione con Tiara?

Chiara Mendo, in arte Tiara, l’ho conosciuta grazie a Max Corona (mio chitarrista storico, che ha lavorato anche per Emma Marrone, Lucio Dalla, Sylvie Vartain e lo staff di “Amici”), che ha co-prodotto insieme a me questo brano. E’ stata campionessa italiana di tennis under 16 e avendo viaggiato mezzo mondo, ha una straordinaria padronanza dell’inglese: pertanto abbiamo voluto chiamarla in studio e chiederle di scriverci la parte del brano in inglese. Devo dire che mi ha impressionato, oltre che per le sue doti canore, anche come autrice.

Dove possiamo vederti live e quando?

L’ attività live mi porta in giro praticamente tutto l’anno, sia come “front-man” della mia rock-band, sia come animatore e deejay nei party, nei locali e nelle feste di piazza, con un mio format personale che mi piace definire come “DeejayShow“.  Devo dire che dopo diversi anni di dura gavetta, partendo dall’Emilia, mia zona d’origine, e continuando in Romagna e Toscana, la mia attività live, sta raggiungendo piano piano, una dimensione nazionale. Per questa estate sono circa 80 gli appuntamenti live in programma, che vi invito a trovare, visitando i miei social ed il mio sito ufficiale www.nearco.it.  

Progetti in cantiere?

I progetti a breve termine sono due: continuare la promozione del mio nuovo singolo “TUTTO O NIENTE” per tutta l’estate e concentrarmi sul ricco calendario estivo, che mi vedrà impegnato in sagre, feste di piazza, locali ed eventi fino a fine settembre. Dopodiché da ottobre ripartirà la mia trasmissione televisiva in onda su tutta l’Emilia Romagna e parte del nord Italia, dal titolo “Voto Rocknroll” su DI.TV. e, magari, arriverà anche l’ispirazione per tornare a lavorare su un nuovo singolo.

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Sito Ufficiale: www.nearco.it

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Mr Dailom: il rapper controcorrente

YIl rapper varesino Mr Dailom (al secolo Davide di Bartolomeo), dopo i singoli “Vita da cane”, “Porno giapponesi” e “Meridionali” (e due album “Sulle mie gambe” e “Vita da Cane”), torna in radio con un quarto singolo: “Chi sono”, un brano autobiografico, uno story telling che racconta la vita dell’artista attraverso le immagini del suo passato.

Da “Sulle mie Gambe” a “Vita da cane” fino all’ultimo singolo, “Chi sono”, come è stato il percorso artistico e umano di Mr Dailom?

Sicuramente “Sulle mie Gambe” è un disco più combattivo, in cui emerge quella voglia da parte di un Dailom giovanissimo di combattere per ottenere un’opportunità, “Vita Da Cane” è un disco più maturo e fondamentale per la mia carriera, traspare una consapevolezza che mi porta verso una dimensione nuova.

“Chi sono” è un po’ l’emblema di questa evoluzione, certamente è il brano che racconta la mia storia, il pezzo più vero che ho scritto, che mi è nato dal cuore. Si collega in qualche modo al precedente singolo, “Meridionali” che ha, anch’esso, un riferimento alla mia storia personale e famigliare: il ricordo del disagio che i miei nonni e i miei genitori hanno provato quando sono emigrati al nord, un ricordo che si è risvegliato in me in seguito a quanto continuamente leggiamo e ascoltiamo dai media. E’ bene ricordare come nel passato il razzismo in Italia era nei confronti dei meridionali, negli anni ‘80/90 il male del nord erano i meridionali, invece nel 2019 i nordafricani.

Come ti sei avvicinato alla musica e più in particolare al Rap?

Fin da ragazzino ho scoperto di avere un gusto e un’inclinazione verso il rap; la mia curiosità mi ha dato la possibilità di scoprire la cultura e il movimento Hip Hop in Italia, stimolato anche da Fabio Kaso (esponente del rap italiano e varesino), grazie al quale ho iniziato a scrivere quasi per gioco i primi testi.

Ti ritieni diverso da altri tuoi colleghi?

Posso solo dire che la mia musica è vera, ma soprattutto è responsabile, non invento un passato difficile solo per catturare l’attenzione, mi esprimo sì liberamente, ma sempre cercando di riflettere sulla responsabilità che un artista ha nei confronti dei suoi potenziali ascoltatori. Questo è molto importante oggi: è troppo facile crogiolarsi nel degrado.
Se questa è la tendenza oggi allora io voglio andare controcorrente professando dei valori troppo spesso dimenticati, magari è una linea che non paga nell’immediato, ma essere veri resta una condizione fondamentale del fare musica e arte.

Diciamo che voglio essere un artista Punk. Sai cosa significa nel 2019 essere punk? Non seguire la corrente, tutti parlando di droga, tutti si drogano, IO NO e non si sta parlando di Maria, io sono a favore della legalizzazione delle droghe leggere.

Penso che la cosa più punk nel 2019, sia per me far ritornare l’ascoltatore a dei vecchi valori, anche però dando spazio al mio ego, sempre rimanendo su un profilo irriverente.

Mi piacerebbe far tornare le persone che mi ascoltano a diretto contatto con la loro parte più profonda, quella che ci fa apparire fuori moda agli occhi della società odierna, oggi professare l’amore e alcuni valori è controcorrente, spero di riuscirci in futuro in maniera più dirompente.


Un artista che ti ha ispirato e che ammiri particolarmente?

Italiano, Fabri Fibra, americano 5O Cent. Drake sicuramente è il top per le mie orecchie, ma devo dire anche Kendrick Lamar.

Mr Dailom artista e Mr Dailom, o meglio Davide, uomo…

Mr. Dailom, è la parte più profonda della mia personalità, la maggiore espressione del mio ego in tutta la sua potenza, nella mia musica questa parte è rappresentata da pezzi autocelebrativi e rabbiosi.

Al contempo questa parte lascia anche spazio a una personalità più riflessiva, che si manifesta con pezzi carichi di sentimenti e ricordi della mia vita caratterizzati da suoni più rnb e dolci se così vogliamo definirli.

Davide Di Bartolomeo però è la mente, è la parte più razionale e scientifica di me grazie alla quale continuo nel mio percorso artistico a migliorare e perfezionare la mia tecnica, sia comunicativa che vocale.

Entrambi i miei lati sono caratterizzati da un aspetto: sono un lavoratore instancabile in tutti i sensi, perché divido la mia giornata lavorativa su due fronti, lavoro per un’azienda farmaceutica e faccio l’artista per il resto della giornata, poi invece per divertirmi e staccare la spina sono diventato un discreto ballerino di latino americano (ride).


Come vedi Mr. Dailom in futuro?

Sai come mi vedo? Non solo un Rapper, ma come artista in grado di esprimersi con la musica senza canoni di stile e di suono, non mi precludo a nessun genere musicale, voglio lasciarmi andare.

Foto Chiara Sardelli

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Gaga Symphony Orchestra in concerto al Teatro Dal Verme

Domani sera, 14 maggio, ore 21, il Teatro Dal Verme ospita un evento eccezionale,  uno spettacolo imperdibile dall’inconfondibile sapore symphonic-pop: Dancers in Concert della Gaga Symphony Orchestra

La Gaga Symphony Orchestra è composta da oltre 60 giovani musicisti, tutti rigorosamente under 30, guidati dalla frizzante bacchetta di Simone Tonin (classe 1992) e propone una nuova lettura in chiave sinfonica delle hit pop/rock più belle di sempre, oltre alle ultime novità discografiche che stanno facendo impazzire le classifiche in Italia e in tutto il mondo. E non solo: QUEEN, MAHMOOD, AC/DC, MINA, STEVE AOKI, BILLIE EILISH, POOH, GUNS N’ROSES, ELVIS, AEROSMITH, ARIANA GRANDE, FRANCESCO DE GREGORI, LED ZEPPELIN, BASTILLE, GIORGIA, BON JOVI, ROSSINI, KISS, CLAUDIO BAGLIONI, CELINE DION, CRISTINA D’AVENA sono alcuni dei nomi che affollano la scaletta della serata.

Per questo appuntamento milanese la Gaga Symphony Orchestra ha in serbo una sorpresa davvero unica per tutti i presenti: la nota cantante CHIARA GALIAZZO interpreterà un’esclusiva versione del suo nuovissimo singolo Pioggia viola, eccezionalmente accompagnata dal vivo dall’orchestra sinfonica.

Per DANCERS IN CONCERT la Gaga Symphony Orchestra ha infatti pensato come accontentare tutti i gusti, spaziando dallacanzone italiana ai miti del rock, dalle sigle dei cartoon anni Ottanta e Novanta al grande repertorio operistico e sinfonico, dalle canzoni d’amore che hanno fatto la storia ai successi discografici del momento. Commenta il direttore d’orchestra Tonin: «Le canzoni pop, dalle ballate romantiche alle hit dance con la cassa dritta, mantengono il loro carattere originale, ma nel nostro personale arrangiamento si sfruttano le infinite possibilità timbriche e coloristiche dell’orchestra sinfonica. Inoltre ciò che caratterizza il gruppo e contagia lo spettatore, oltre alla peculiarità dell’offerta tematica, è l’entusiasmo con il quale l’intera orchestra sviluppa lo spettacolo, condito di gag e sketch. Non si tratta di un semplice concerto, ma di un vero e proprio show in cui l’intera orchestra partecipa in maniera attiva. Così a volte capita che ci definiscano una “band”; e noi, infatti, non siamo solo un’orchestra, siamo una “super band”, in cui tutti condividono la stessa energia e sono coinvolti al 100% nel progetto musicale. Per questi motivi la Gaga Symphony Orchestra è unica nel suo genere!».

Ad arricchire il già variegato programma musicale le performance di altissimo livello dei danzatori provenienti da uno dei più prestigiosi corpi di ballo al mondo, il Teatro alla Scala di Milano. I Primi ballerini Martina Arduino e Claudio Coviello ed i Solisti Vittoria Valerio e Marco Agostino sono infatti chiamati ad interpretare due momenti particolarmente struggenti e coinvolgenti del concerto, i medley dedicati alle ballate rock e pop e alle canzoni italiane.

Le coreografie sono eccezionalmente firmate dall’artista di fama internazionale Marco Pelle, coreografo che, tra gli altri, ha firmato importanti ed unici lavori per nomi del calibro di Roberto Bolle, Polina Semionova, Alessandra Ferri e Ryan Murphy (regista e creatore di “Glee”, “American Horror Story”, “Feud” e “Mangia. Prega. Ama.”). «Questo spettacolo afferma Pelleè una sfida personale, perché è la prima volta che presento un lavoro coreografico su canzoni e musica leggera.Questa volta ho voluto unire il mio background classico, ispiratomi dai meravigliosi ballerini della Scala, al mio background geografico e culturale costellato dalle musiche con cui sono cresciuto e che conosco da sempre. La sfida è quindi portare la mia visione artistica e coreografica in una serata in cui sono parte di un processo di costruzione di qualcosa di nuovo, quale è l’innovativa operazione della Gaga Symphony Orchestra».

Per questo spettacolo, capace di coinvolgere e trasportare tutto il pubblico in sala, dai più grandi ai più piccoli, dagli habitué dei teatri ai frequentatori di concerti rock, dagli esperti di musica ai neofiti del genere, il divertimento è assicuratoall’insegna di un ritmo travolgente e melodie incalzanti che renderà difficile rimanere seduti.

La Gaga Symphony Orchestra, ensemble veneto di giovani professionisti del panorama musicale, è noto per proporre durante i suoi spettacoli un originalissimo repertorio pop e dance capace di divertire spettatori di ogni età all’insegna dell’alta qualità artistica. Dai classici evergreen alle ultime hit trasmesse alla radio e sul web, il risultato è un entusiasmodirompente che coinvolge e contagia il pubblico durante ogni concerto. Dal 2012 ad oggi la Gaga Symphony Orchestra ha realizzato oltre 70 spettacoli in Italia e all’estero (Mosca,Berlino, Cairo, Malabo in Guinea Equatoriale), nelle location più varie e diversificate, collezionando numerosi sold out e dimostrando versatilità ed ecletticità nella propria proposta artistica.

Oltre alla partecipazione alle note trasmissioni televisive Italia’s Got Talent e X-Factor (Home Visit con Mara Maionchi), l’Orchestra vanta importanti collaborazioni con artisti della scena pop italiana: nella primavera 2017, dopo l’ottimo piazzamento a Sanremo, il quartetto d’archi della Gaga Symphony Orchestra ha accompagnato Michele Bravi nel suo tour “Anime di Carta”, mentre in settembre ha registrato per il disco di Patrizia Laquidara C’è qui qualcosa che ti riguarda”.Nella primavera 2018 la Gaga Symphony Orchestra ha inoltre accompagnato Patty Pravo nel tour “La Cambio Io La Vita Che”; a settembre dello stesso anno ha preso parte alle riprese del video del singolo “New Yorkdei Thegiornalisti, mentre in autunno ha registrato le parti orchestrali del nuovo disco di prossima uscita di Chiara Galiazzo.

Tra i prossimi impegni la Gaga Symphony Orchestra accompagnerà con la formazione da 40 elementi Francesco De Gregori nel suo nuovo tour estivo “De Gregori & Orchestra – Greatest Hits Live”, da giugno a settembre 2019, presso le location più prestigiose d’Italia, tra cui le Terme di Caracalla, l’Arena di Verona e il Teatro antico di Taormina.

Ad avvalersi delle performance della Gaga Symphony Orchestra anche importanti aziende e brand come PwC,Calzedonia, Intimissimi, Pirelli, Pinko, Smeg e Juventus.

«Che suoni in teatro, in piazza o addirittura in discoteca afferma Sara Prandin, Direttore Artistico dell’ensemble laGaga Symphony Orchestra regala un’esperienza vivace e ricca di stimoli, costruita sullo studio e l’impegno dei giovani. E così,finalmente, intrattenimento e cultura possono avvicinarsi e diventare sinonimi».

Dancers in Concert gode del Patrocinio del Comune di Milano.

Si ringrazia il Main Sponsor Valigeria Roncato per il prezioso sostegno che permette la realizzazione dello spettacolo e il Media Partner Classica HD.

La serata è inoltre un evento eco-friendly: grazie alla collaborazione con il brand Stone Project, la Gaga Symphony Orchestra abbraccia l’ecosostenibilità e diventa la prima orchestra al mondo ad utilizzare per la stampa dei propri spartiti l’innovativa carta ecologica Stone Paper, composta da polvere di pietra e da resina HDPE.

Biglietti da € 10,00 a € 34,00 oltre diritto di prevendita acquistabili su www.ticketone.it e presso la Biglietteria delTeatro Dal Verme.

Info pubblico info@gagasymphonyorchestra.comwww.gagasymphonyorchestra.com

Facebook @GagaSymphonyOrchestra

Instagram gaga_symphony

YouTube Gaga Symphony Orchestra

Twitter @GagaSymphony

Hashtag ufficiali #gagasymphonyorchestra #dancersinconcert




Valerio Ameli racconta “Romeo e Giulietta” nell’allestimento di Chronos3

Valerio Ameli, affermato attore di prosa e musical, dopo il successo del musical originale Smack – Bacia chi ti pare, questa sera debutta a Milano, al Teatro Libero, in un nuovo e originale allestimento di “Romeo e Giulietta“, portato in scena dalla compagnia Chronos3, con la regia di Manuel Renga.

Valerio quale è il tuo percorso di formazione?

Ho cominciato con il teatro di strada nella mia città, Ascoli Piceno, con la Compagnia dei Folli. Dopo un po’ ho capito che il mio posto doveva essere in un teatro e ho quindi frequentato  la scuola di teatro a Bologna. E ora eccomi qui! Da tre anni collaboro stabilmente con la compagnia Chronos3, ho iniziato a esplorare il mondo del musical e tengo corsi di teatro.

Ci parli di questo nuovo allestimento di “Romeo e Giulietta”?

E’ uno spettacolo molto originale, che parte dal testo shakespeariano, in una traduzione molto poetica, adattato però per soli cinque attori; due sempre in scena, Romeo e Giulietta, gli altri impersonati tutti, di volta in volta, da tre attori.

Lo spettacolo ha fondamentalmente due scopi: quello di riportare nella nostra società un linguaggio più elevato, aulico e poetico ormai quasi dimenticato grazie all’impoverimento della lingua causato soprattutto dalla televisione;  in secondo luogo quello di far rivivere la tradizione del teatro popolare utilizzando la narrazione in musica.

Questa messa in scena, infatti, si avvale di una partitura musicale originale composta dal Maestro Francesco Lori. Un narratore/cantante fa da raccordo alle parti recitate del dramma shakespeariano.

La storia è ambientata in un’epoca moderna, senza riferimenti temporali precisi. I personaggi si muovono in un’ambientazione molto cupa, costruita con tavoli con superfici a specchio volutamente sporche che, a seconda di come vengono spostate, creano i vari ambienti scenici. In questo clima di freddezza Romeo, interpretato da me, e Giulietta (Francesca Muscatello) vivono la loro passione e il loro dramma.

Sei reduce dal successo del musical Smack. Che cosa ti piace del mondo del musical?

Sono un attore di prosa da sempre affascinato dal musical. Per un attore è molto più impegnativo lavorare in un musical: recitare, cantare e ballare contemporaneamente non è poco, ma l’atmosfera che si crea è qualcosa di straordinario. Tutto si alleggerisce e riesci a veicolare messaggi anche importanti con molta più naturalezza. Pensa a Smack e alla tematica omosessuale di cui parlava. L’argomento è attuale, sempre dibattuto e controverso ma grazie al musical molte persone hanno potuto capire meglio il significato di essere gay. Qualcuno ha addirittura cambiato opinione!

Questo vuol dire che ti vedremo più spesso impegnato in musical?

Per ora c’è in progetto solo la ripresa si Smack. Un giorno mi piacerebbe fare Les Miserables, Rent o Pinocchio dei Pooh, un musical che ha segnato la mia adolescenza.

Che cosa ti aspetti da uno spettacolo?

Una solo cosa: che “riempia”. Gli spettacoli devono riempire, arricchire, nutrire l’anima non solo all’attore ma anche allo spettatore che torna a casa con qualcosa in più, un’emozione, una riflessione.

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Teatro Libero – Milano

dal 9 al 12 e dal 16 al 19 maggio ore 21

ROMEO E GIULIETTA

Regia e adattamento drammaturgico Manuel Renga

con Valerio Ameli, Francesca Muscatello, Denise Brambillasca, Antonio Valentino e Daniele Profeta

Scene e costumi Aurelio Colombo

Musiche originali Francesco Lori

Produzione Chronos3




Valhalla: a Milano si mangia con gli Dei

di Giuliana Tonini – Chi ama sperimentare tradizioni culinarie di culture diverse non si faccia sfuggire il ristorante Valhalla – La Brace degli Dei, a Milano, il primo ristorante vichingo d’Italia. È in via Gaetano Ronzoni 2, in zona Darsena, e ha aperto lo scorso novembre, dall’idea di due giovani imprenditori, Igor Iavicoli e Milena Vio, appassionati di mitologia norrena. 

Il nome del locale, infatti, si riferisce al mitico luogo dove i guerrieri vichinghi morti in battaglia venivano portati dalle Valchirie e dove, al cospetto del dio Odino, tra banchetti e battaglie ultraterrene, attendevano il Ragnarok, lo scontro finale tra le forze del bene e quelle del male, l’armageddon della mitologia nordica, il crepuscolo degli dei. Anche il logo del ristorante si ispira, oltre alle inconfondibili navi vichinghe, ai tre triangoli del Valknut, il nodo di Odino.   

Entrando nel locale si fa un viaggio nel mitico Valhalla con la vista e col palato, con asce, pelli di cervo e scudi esposti e con piatti di carne dal sapore davvero divino, preparati in chiave moderna secondo gli usi alimentari e le tecniche di cottura degli antichi popoli nordici e seguendo la stagionalità delle materie prime, con un menù che cambia periodicamente.

E così si può gustare selvaggina, che veniva cacciata tutto l’anno, e i capi che venivano allevati e uccisi prima dell’inverno, perché non sarebbero sopravvissuti alle rigidissime temperature, come il vitello, il maiale e l’agnello. Ogni piatto viene preparato con la cottura più indicata al tipo di carne, alla brace in forno a legna, a temperature elevate che danno alla carne l’irresistibile gusto affumicato, oppure bollita a cottura lenta e a bassa temperatura. 

Tra le pietanze che abbiamo gustato segnaliamo, ad esempio, l’Ullr, una tartare di cervo con cipolla rossa, spuma di pino e pane dal sapore a dir poco celestiale, il Munin, petto d’anatra leggermente affumicato con contorno di funghi spadellati, e il Seidr, guanciotto di vitello accompagnato con un gustosissimo purè affumicato. Chi predilige un gusto molto salato può aggiungere alla carne sale affumicato o aromatizzato. Anche i dolci fanno venire l’acquolina in bocca. Uno su tutti, la Svava, spongecake al tè verde e namelaka di pistacchio, mousse al cioccolato bianco e mirtilli disidratati. E se, quando andrete voi al Valhalla, il menù sarà cambiato, state certi che troverete un’offerta di cibi degna di quella che abbiamo provato noi. 

Visto che i vichinghi del XXI secolo sanno che oggi non tutti mangiano la carne, al Valhalla si preparano anche piatti vegetariani.

Da bere si possono scegliere vini da tutta Italia, birre in bottiglia oppure, fortemente consigliata, la birra artigianale alla spina Bi-Max, scegliendo tra chiara classica, ambrata o triplo malto strong. 

Come è intuibile, il nome di ogni pietanza è legato alla mitologia norrena. Le carni hanno nomi di personaggi e creature, i piatti vegetariani nomi di luoghi e i dolci nomi di divinità femminili. 

Quelli che abbiamo assaggiato noi, ad esempio, si richiamano a Ullr, l’arciere degli dei figlioccio di Thor, sempre a caccia per procurare selvaggina per le mense divine, a Munin, che significa memoria, uno dei due corvi di Odino (l’altro è Hugin, pensiero), che parte all’alba e ritorna a sera per appoggiarsi sulle spalle del dio e sussurrargli quello che accade nel mondo, e a Seidr, potente sciamano che portava sandali di pelle di vitello.  

Il paradiso dei guerrieri vichinghi vi aspetta presto a cena o a pranzo.

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Valhalla – La Brace degli Dei

Via Gaetano Ronzoni 2

20123 Milano

Telefono: 02.84041503

Email: info@valhallarestaurant.it

Sito Internet: www.valhallarestaurant.it  

Pagina Facebook: Valhalla Milano

Orari: 

da lunedì a sabato: 19.00 – 23.30

domenica: 12.00 – 15.30

chiuso domenica sera




Netri e i Laredo: arriva l’album della band Toscana

Dopo l’uscita di “Amore tattile” , il nuovo singolo della band toscana Netri e i Laredo, che lancia il loro primo album “Sogni di periferia” e si posiziona  da subito nelle classifiche vendita (album) di iTunes, nonché nelle classifiche radio airplay (per la categoria indipendenti), arriva finalmente anche il video.

“Sogni di periferia” è il titolo del vostro disco. Da dove nasce?

Nei sogni di periferia sono racchiuse le aspirazioni e i desideri di rivalsa di chi vive tutti i giorni nelle zone di periferia e che spesso sente forte la necessità di emanciparsi.

Gli stessi “Netri e i Laredo” sono principalmente un gruppo di quattro amici che provengono da Piombino, in provincia di Livorno, e possiamo dire che una piccola parte del nostro sogno di periferia si è avverato attraverso la pubblicazione di questo album di cui siamo soddisfatti, supportati e guidati da un ottimo team di professionisti.

Qual è la vostra storia musicale prima dei “Netri e i Laredo”? 

Ci conosciamo da tantissimi anni e da altrettanti suoniamo insieme in quanto fino al 2015 militavamo in una band hard rock in lingua inglese (Deadly Tide) con la quale abbiamo incisi vari album, partecipato a colonne sonore di film e dato vita a svariati show in Italia e all’estero. 

Come sono nate le importanti collaborazioni artistiche per la realizzazione del singolo “PER NIENTE FACILE”?

Il tutto è nato da un’intuizione di Federico Poggipolini (chitarrista di Ligabue e Litfiba), con il quale abbiamo collaborato per la produzione del nostro ultimo album a nome Deadly Tide, il quale ci ha consigliato di provare questo brano con un testo in italiano. Da qui è nata ” Per niente facile”, che è stata poi sviluppata da due grandi musicisti e produttori quali Niccolò Fragile e Davide Bosio.

Quali sono i progetti che vi terranno impegnati nel futuro prossimo?

Senza dubbio le esibizioni live per promuovere l’album non mancheranno e inoltre, per lo stesso motivo, abbiamo da pochissimo pubblicato il videoclip del singolo di lancio dell’album, “Amore tattile”, che ha  una protagonista femminile d’eccezione Anna Spina, finalista miss Italia 2017 (top 10). Il video racconta le sfaccettature dell’amore vissute da una giovane ragazza madre: l’amore verso suo figlio con tutte le difficoltà di crescere un bambino da sola e la ricerca di un nuovo amore con qualcuno che dovrà comunque accettare la sua difficile situazione. Una giovane madre persa in una situazione più grande di lei, che sembra andare verso l’orlo del baratro, ma la storia si chiude con un messaggio finale di speranza… perché l’amore è sempre la risposta, anche alle difficoltà: non è una scelta, lo si vive e basta e a volte lo si incontra solo  strada facendo. 

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foto Netri e i Laredo di Chiara Sardelli

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Morgan While esordisce come cantautore con il singolo The King of the Nowhere

The King of the Nowhere è  il singolo di esordio di Morgan While (Federico Lovato), arrangiato e composto insieme a Luca Sven Macher (Dreamsound Labs, Routing Studio). Si tratta di un brano molto particolare, che rispecchia la passione del suo autore per la narrativa fantasy.

Morgan While da dove arriva questo pseudonimo?

Morgan While è uno pseudonimo inventato come nickname per giocare online, unendo uno dei miei nomi preferiti, Morgan, con una parola che mi piaceva per assonanza, While. 

Morgan While è più producer, Dj, compositore, cantante?

MW vuole essere un progetto “smart”. Oggigiorno un musicista non può permettersi di essere una cosa sola, bisogna saper essere un po’ di questo, un po’ di quello, maturare sempre più conoscenza ed esperienza.

Dicci qualcosa di questo nuovo singolo, dal respiro molto internazionale

The King of the Nowhere è la storia di uno spaventoso invasore proveniente da altri mondi, che spunta nel cielo sconvolgendo l’intera umanità al suono dei suoi cannoni, mentre intona il suo spietato “canto di libertà”. Ma proprio nel momento più disperato per l’umanità, a rischio di estinzione, i pochi sopravvissuti riescono a dimenticare secoli di rancori tra razze e culture diverse, unendosi per organizzare una controffensiva che metta in ginocchio il nemico.  Una storia fantascientifica, allegoria della società attuale, troppo spesso dominata da odi, rancori, estremizzazione delle differenze e delle divisioni tra popoli e persone, sulla base della diversità di etnia, cultura, credo, natura…  

Perché la scelta dell’inglese?

Gli amici danno la colpa alla mia erre moscia per prendermi in giro ma, sinceramente, non saprei proprio dire il perché; adoro le sonorità inglesi, francesi, saranno le mie origini austriache ma trovo interessante anche la pronuncia tedesca, faccio la musica che mi sento di fare e la scrivo come mi esce, la lingua non è mai un limite, anzi, è come una formula magica!

Quali le prossime news?

Nei mesi futuri mi vedrete impegnato coni miei djset e da qui a Dicembre punto a rilasciare almeno due singoli.

Programmi in cantiere?

News in arrivo nell’immediato: presto il video di “The king of the Nowhere” e altre novità.

foto di Chiara Sardelli

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Andrea Palumbo: Da qui ad ogni secondo, un esordio che parla di vita

Da qui ad ogni secondo”, in radio e negli stores digitali dallo scorso 11 febbraio, è il titolo del primo singolo del giovane artista novarese Andrea Palumbo, un brano il cui sound e la cui struttura richiamano fortemente le sonorità del pop italiano, ma con influenze internazionali. Frutto della consolidata collaborazione tra l’artista e “La Sociedad”,  team di produttori italiani che ha scritto e prodotto il pezzo e che ha all’attivo una certificazione Fimi d’oro per l’album di Thomas “#18 Edition” (Warner Music), il brano tratta un tema attualissimo: la vita di un adolescente che si trova, come tutti, ad affrontare il passaggio all’età adulta.

Andrea, quando hai deciso di dedicarti alla musica?

Ho deciso di dedicarmi alla musica dopo l’ascolto di un brano di Giorgia. Il brano che portò a Sanremo nel ‘94, “E poi”. Mi ha letteralmente emozionato! 

Che studi musicali hai intrapreso fino ad oggi?

Sono partito cantando nel coro della scuola elementare, poi dopo le elementari ho accantonato il tutto per poi riprendere seriamente all’inizio delle superiori con l’insegnante Aurelio Pitino, il mio attuale insegnante di canto .

Nel frattempo ho suonato qualche strumento quale chitarra, piano e violino, anche se devo ammettere che il pianoforte è lo strumento che uso di più. Ne ho uno anche in camera mia. Durante il periodo liceale ho avuto il piacere di conoscere Carlo Montanari, Danilo Galenda e Sara Laddomada, che sono stati fondamentali nella nascita del brano “Da qui ad ogni secondo” ed altri del mio progetto! Fanno parte di un team di produttori denominati La Sociedad. Ci siamo conosciuti durante uno stage di canto, hanno notato subito il mio timbro e mi hanno chiesto di iniziare una collaborazione. Con loro mi sento a mio agio, posso parlare di ogni cosa, sono delle persone, prima di essere dei professionisti!. Per me il lato umano è tutto nel lavoro, è un punto che prendo seriamente in considerazione nella scelta dei collaboratori, ad esempio il mio fotografo Vito Vagali.

Di cosa parla questo singolo?

Ho da poco finito le superiori, quindi è da qui che ho voluto cominciare. Il brano è autobiografico, è una presa di coscienza del percorso umano, spirituale che ho esplorato fino ad adesso. In questo brano sono presenti insicurezze e paure… che mi hanno permesso di arrivare fin qui con nuove consapevolezze, nuove risposte e forze maggiori. Perché quando finisci la scuola, sembra nascere una nuova vita, alla quale devi abituarti. A cominciare dalle ore di Università!

Nel tuo inedito si sentono molto le influenze di Tiziano Ferro,Marco Mengoni, hanno inciso nei tuoi ascolti?

Sicuramente hanno avuto una grande influenza, come del resto Giorgia, Sam Smith, la grandissima Whitney e Mariah Carey. Quello che mi affascinava e che mi affascina tuttora sono i colori e le sfumature che riescono a dare nell’interpretazione di un brano. Devo ammetterlo, all’inizio dei miei studi di canto sono stato incline a copiare e incollare la loro modulazione vocale.

Ti piacerebbe partecipare ad un talent come Amici ed Xfactor?

Chi non vorrebbe! Per iniziare un percorso il trampolino del Talent se si ha un progetto dietro, è necessario per arrivare al grande pubblico!

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sicuramente continuare a cantare a livello professionistico.

 

 

foto di Vito Vagali

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Beyond Fukuyama: prima nazionale al Teatro Filodrammatici

Il 26 marzo debutta in prima nazionale, al Teatro Filodrammatici di Milano, una nuova produzione di Teatro i: Beyond Fukuyama dell’austriaco Thomas Köck, con la regia di Renzo Martinelli.

Il team della Dottorressa Phetka, direttrice dell’Istituto della Felicità, sta cercando di individuare quale sia il “punto dell’esistenza umana”, che cosa realmente possa portare alla felicità e ad un futuro quantificabile e controllabile. 

Nella realtà descritta da Köck la standardizzazione delle abitudini, i gusti, i profili e le attività online vengono raggruppati, salvati, analizzati, organizzati, venduti a decision makers con l’obiettivo di controllare la società eliminando ogni tipo di conflitto sociale. La massa deve essere tenuta a bada: la sua facoltà di scegliere, pensare, agire deve essere ridotta, indirizzata, sorvegliata.

È ovvio quindi che i dati raccolti debbano rimanere segreti. Ma purtroppo così non sarà.

Con questo espediente drammaturgico, l’autore, passando velocemente dall’assurdità del pensiero attuale alla sua logica conclusione, con brillanti giochi di parole e un eccezionale umorismo, si domanda quali utopie della vita ci possano oggi rimanere per riuscire trovare l’HAPPY END della nostra storia.

Il testo di Thomas Köck indaga, con una forma e un linguaggio particolarmente originali, il rapporto tra umanità, scienza e tecnologia traendo ironicamente spunto dalle teorie del politologo Francis Fukuyama e immaginando un mondo del tutto verosimile ma, al contempo, estremo.

In scena cinque attori, Federica Carra, Mauro Milone, Elisabetta Pogliani, Ulisse Romanò, Anna Sala, con la collaborazione del musicista e compositore Gianluca Misiti, in uno spazio evocato più che rappresentato – dove il Fuori non è altro che un deserto di senso – si troveranno faccia a faccia con un futuro sempre più prossimo. 

Un futuro che sembra non aver imparato nulla, o ben poco, dal passato. 

TEATRO FILODRAMMATICI

Via Filodrammatici,1 Milano

martedì, giovedì e sabato 21.00 / mercoledì e venerdì 19.30 / domenica16.00 

info e prenotazioni: tel. 02/36727550

biglietteria@teatrofilodrammatici.eu – www.teatrofilodrammatici.eu

PREZZI
intero: 22 €
ridotto under30: 16 € – ridotto over65 e under18: 11 €

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