La Carmen in versione colossal di Franco Zeffirelli in scena all’Arena di Verona è un caleidoscopio di colori, danze travolgenti, emozioni e musica che catapulta lo spettatore in una caotica Siviglia ottocentesca rendendolo partecipe delle vicende dell’eroina raccontata da Prosper Mérimée che, anche grazie ai librettisti Meilhac e Halévy, è allo stesso tempo una femme fatale determinata, egoiste e sprezzante capace di far perdere all’uomo il controllo di sé, una donna consapevole dei propri desideri, uno spirito libero e la vittima chi è incapace di accettare la libertà come valore fondate della vita di una persona.. L’allestimento, che ha aperto l’Opera Festival due anni fa, porta sul palco cinquecento persone tra solisti, coro delle voci bianche A.li.ve diretto da Paolo Facincani, coro, orchestra, ballo della Fondazione Arena di Verona, figuranti, i ballerini della Compañia Gades e cinque cavalli. È un allestimento dinamico, colorato cinematografico, autentico, immersivo che per le quattro ore circa dell’opera avvolge lo spettatore.
Zeffirelli accompagna lo spettatore dentro la tormentata vicenda della sigaraia e dei suoi amori feroci e roventi con il brigadiere Don Josè e il torero Escamillo, con quadri che, fin dall’ouverture, mostrano la grandezza delle masse in scena. Lo spettacolare allestimento integra, anche grazie al coinvolgimento della Fondazione Franco Zeffirelli, le migliori intuizioni del Maestro per gli allestimenti del 1995 e del 2009 con nuovi elementi tratti dai bozzetti originali come i velari che incorniciano il proscenio delimitando, come in un teatro al chiuso, i confini della storia raccontata sul palco. Gli sgargianti costumi sono quelli originali di Anna Anni, mentre le luci sono opera di Paolo Mazzon che evidenzia prima l’atmosfera mediterranea, poi la segretezza dei traffici notturni sui monti e infine il climax con la torrida piazza con al centro una croce votiva quando, nel giorno della corrida, si consuma la tragedia.
La seconda rappresentazione di Carmen al 101° Arena di Verona Opera Festival, in una serata dedicata a Carlo Bergoni nel centenario della sua nascita, è stata accolta da una lunga standing ovation che ha tributato il successo dell’opera e dell’intero cast. A dirigere il maestro Leonardo Sini che ha impresso un efficace ritmo teatrale e creato le giuste atmosfere cromatiche. Protagonista del capolavoro di Bizet nella serata del 13 luglio è Aigul Akhmetshina che ha saputo sprigionare la sensualità di Carmen in una interpretazione fluida e disinvolta. La sua gitana, nata libera, seduce Don Josè, interpretato dal tenore Freddie De Tommaso che ha unito un’esecuzione impeccabile alla tragica espressività del protagonista, salvo poi innamorarsi del toreador Escamillo, portato in scena da un convincente Erwin Schrott dalla voce piena e potente. Daria Ryback è stata una Micala, la fidanzata di Don Josè, dalla vocalità fresca e sicura che ha incantato il pubblico nel terzo atto nella struggente Je dis que rien ne m’épouvante. Completano il cast Jan Antem e Vincent Ordonneau (i contrabbandieri Dancairo e Remendado), Chiara Maria Fiorani, al suo debutto areniano, Alessia Nadin (le amiche di Carmen: Frasquita e Mercedes), Gabriele Sagona e Fabio Previati (Zuniga e Morales).
Nonostante Carmen sia la seconda opera più rappresentata sul palco dell’Arena di Verona subito dopo l’Aida (nel 1914, fu il primo titolo ad essere rappresentato in Arena dopo il successo della prima Aida e con il Festival 2025 si raggiungeranno le 300 rappresentazioni), questa versione vale sicuramente il viaggio a Verona per l’atmosfera incandescente creata sul palco; per l’attualità di una storia, quella di Carmen, in grado di rinnovarsi anno dopo anno e di apparire sempre moderna agli occhi degli spettatori; per la realizzazione d’eccezione in ogni singolo dettaglio, compresa l’improvvisazione flamenca a cui la Compañia Antonio Gades dà vita nel cambio di scena a cavallo tra il terzo e quarto atto; ma soprattutto per le voci in grado di incantare, replica dopo replica, migliaia di turisti e melomani.
Meglio organizzarsi fin da subito per non lasciarsi sfuggire l’occasione di assistere a questo appassionante allestimento che ha dato il via al 101° Opera Festival 2024. Le repliche rimaste non sono tantissime e nell’ordine: il 20 e 25 luglio; il 3, 8, 17, 23 agosto e il 7 settembre. Sul palco si alterneranno stelle internazionali come Clémentine Margaine (20, 25/7 e 3, 17, 23/8) e Alisa Kolosova (8/8) nel ruolo di Carmen; i tenore Francesco Meli (il 20/7, 3, 8, 17/8 e 7/9), Roberto Alagna (25/7 e 23/8) e Paolo Lardizzone nel ruolo di Don Josè; i soprani Daria Rybak (20/7), Aleksandra Kurzak (25/7 e 23/8), Pretty Yende (3/8 e 8/8), Mariangela Sicilia (17/8 e 7/9) nel ruolo di Micaela e Luca Micheletti (20/7 e 25/7), Dalibor Jenis (8/8, 17/8, 23/8 e 7/9) e Ludovic Tézier (il 3/8) nel ruolo di Escamillo. Per l’ultima rappresentazione del 7 settembre sul podio è atteso infine il ritorno di Daniel Oren.