“BAD MOMS – MAMME MOLTO CATTIVE”: QUANDO L’IMPERFEZIONE È LA VERA PERFEZIONE

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di Elisa Pedini – Arriva al cinema dal 13 ottobreBAD MOMS – MAMME MOLTO CATTIVE”, scaturito dalla testa geniale e perversa dei registi di “Una notte da leoni” e “21&Over”: Jon Lucas e Scott Moore. Una pellicola esilarante, eccessiva, surreale, dissacrante, assolutamente psicopatica, insomma, da non perdere. Preparatevi a ridere fino alle lacrime dopo nemmeno dieci minuti dall’inizio del film. La trama è riassumibile in poche parole: Amy Mitchell è una donna bellissima, s’è sposata con Mike a vent’anni, ha due bambini: Jane e Dylan e lavora in un’azienda di caffè. Tutto sembra perfetto, se non fosse che: dovrebbe lavorare in part-time verticale e invece è sempre in ufficio, dovrebbe poter contare sul marito per la gestione della famiglia, mentre si ritrova al fianco una specie d’ameba, pantofolaia e indolente, vorrebbe avere una famiglia comunicativa e invece ha cresciuto due figli viziati, ansiosi e nevrotici. A tutto questo, si aggiungono le riunioni e gli impegni dell’Associazione Insegnanti-Genitori dell’idilliaca scuola elementare William McKinley, la di cui presidentessa, la perfettissima Gwendolyn James, supportata dalle sue amiche: Vicky e Stacy, tiranneggia tutte le altre madri, facendo un po’ il bello e il cattivo tempo come le pare. Tuttavia, proprio per il suo potere e il suo spirito altamente vendicativo, viene ubbidita e assecondata da tutte. Amy è sull’orlo di una crisi di nervi, ma non realizza quanto sia fasullo tutto quello che sta vivendo. Poi, nel giro di poche ore, si succedono una serie di, diciamo così, sfortunati eventi, sia interni alla famiglia, che esterni, culminanti in una magnifica riunione scolastica. Finalmente, Amy, trova il coraggio di dire “no”. Stringe amicizia con altre due mamme, Kiki e Carla e insieme, danno inizio alla loro rivoluzione di “mamme cattive”, riappropriandosi della loro identità e dei loro spazi. Ovviamente, la decisione, non sarà senza conseguenze e vedrà la triade delle “mamme cattive” contrapporsi a quella delle “mamme perfette”. Detto questo, va precisato che, “Bad moms” nasce dalle migliori intenzioni dei registi d’esaltare le loro mogli e tutto l’immenso, infaticabile, lavoro che, quotidianamente, svolgono. Pertanto, ci sono dei contenuti seri, sotto il paradossale aspetto del film. Primo fra tutti, il dilemma lacerante di qualsiasi genitore: “starò facendo bene?”; qui, parafraso una battuta proprio di “Bad moms” e dico: solo i figli potranno dirlo e quando saranno in grado di giudicare, sarà pure troppo tardi. Questa è una realtà, dura, forse spietata, ma fa parte del “contratto genitore” che si firma nel momento in cui si decide di mettere al mondo un figlio. Altra riflessione importante del film, è che lasciare i figli un po’ a se stessi, non significa abbandonarli, o amarli meno e anzi, non può far loro che bene. Spesso, nel tentativo di sentirsi “genitori perfetti”, si perde totalmente di vista il fatto che “crescere” significa, anche: tentare, sbagliare, migliorarsi e ritentare. Iper-proteggere, o, peggio ancora, risolvere costantemente i problemi ai figli, comporta, di fatto, non farli crescere mai. Questi sono i messaggi più importanti del film, per il resto, si muove su un sostrato di luoghi comuni: mamme iper-impegnate e padri indolenti o schiavisti. Tuttavia, essi sono necessari per costruire la solida, geniale, struttura su cui si basa questa spassosa commedia. Una maggiore aderenza al realismo, non avrebbe consentito le iperboli paradossali che rendono “Bad Moms” una commedia esilarante, che regala 80 minuti di sane, grasse, risate. Seguendo il più squisito e complesso metodo di “burlesco cinematografico”, i registi introducono “fratture” ben definite tra status del personaggio e il suo modo d’esprimersi, o tra modo di essere e modo di fare, o tra realtà percepita dal personaggio e realtà mostrata allo spettatore. Da qui, ne scaturisce un prodotto solido, sapiente e coerente, sia come regia, che come sceneggiatura. La commedia, di fatto, procede in modo, incredibilmente, compatto in un climax di “follia pura” e tale effetto è dato, proprio, dalle situazioni completamente surreali e da queste “fratture” operate ad arte. Ve ne descrivo una per tutte: il trio delle “mamme perfette” è davanti all’ingresso della scuola per distribuire i volantini della riunione. Sono ricche, ben vestite, impeccabilmente truccate e pettinate, quando, arriva lui, il papà dei sogni: bello, sexi, vedovo e dal sorriso smagliante. Bene, che le tre donne restino tutte compite e compunte, è abbastanza naturale, direi, che commentino tra loro, lo è altrettanto; ma, che lo facciano esprimendosi con un gergo che farebbe impallidire il Sergente Hartman, ecco, questo, è del tutto inatteso e crea una “frattura”. Oltre che risate a crepapelle, ovviamente. Questa particolare struttura del film, è supportata da un cast, semplicemente, superlativo: Mila Kunis (Il Cigno Nero), Kristen Bell (Frozen), Kathryn Hahn (Transparent), Christina Applegate (Anchorman), Annie Mumolo (Le amiche della sposa), Jada Pinkett Smith (Magic Mike XXL), Jay Hernandez (Siucide Squad), Clark Duke (Un tuffo nel passato), Emjay Anthony (Il libro della giungla), Oona Laurence (Il Drago invisibile) e David Walton (About a Boy).

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