Campari, Piaggio, Ferrari, Gallerie d’Italia …i musei d’impresa, un patrimonio da scoprire

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A Dublino la Guinness Storehouse di Dublino, il museo della Coca Cola di Atlanta, la Heineken Experience ad Amsterdam, il Bmw Museum di Monaco di Baviera, sono percepite come tappe obbligate per qualsiasi visitatore di quelle capitali. E non si tratta di penuria di alternative artistiche tradizionali, ma piuttosto di capacità di vendere la storia industriale e dei rispettivi brand come attraente, divertente e affascinante. Anche in Italia non mancano simili esperienze di cultura aziendale che, nonostante siano generalmente meno conosciute tra il grande pubblico rispetto ai cugini stranieri, possono costituire uno spunto per un week end insolito. Ce ne sono per tutte le tasche e per tutti i possibili interessi, sparsi sull’intero territorio nazionale. Certo, non è una sorpresa che la gran parte di questi musei, archivi storici e archeologia industriale valorizzi soprattutto i punti di forza tricolori come il comparto alimentare (nella provincia di Modena sono addirittura venti), la moda, i motori e il design. Ma, con qualche minuto di paziente ricerca, è probabile che ogni interesse rispetto possa essere soddisfatto. E sarebbe un peccato non approfittarne: i percorsi museali di impresa possono infatti fornire validi spunti per comprendere l’evoluzione industriale e culturale della Penisola, la capacità di innovazione e il connubio tra arte e marketing. Esiste persino un’associazione da cui partire, Museimpresa, promossa da Assolombarda e Confindustria, che li rappresenta e li suddivide per categoria di attività e area geografica.

 

CAMPARI – GALLERIA CAMPARI  La Galleria, inaugurata il 18 marzo 2010 in occasione del 150° anniversario del marchio, sorge nella sede storica della società realizzata dallo stesso Davide Campari negli spazi della palazzina liberty del 1904 (oggetto di un impegnativo progetto di restyling del 2007/2009), di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano e si propone non solo un luogo di ricordi ma soprattutto come luogo creativo, interattivo, emozionante e vitale. L’ingresso è gratuito e vi si accede con visite guidate pomeridiane (dalle 14 alle 15.30, dalle 15.30 alle 17.00 e dalle 17 alle 18.30) il martedì, il giovedì e  venerdì. Sono inoltre previste visite guidata anche il secondo sabato del mese (l’apertura è dalle 10 alle 18.30). Il percorso espositivo si sviluppa su due piani: il primo racconta la storia del brand dell’aperitivo rosso  noto in tutto il mondo attraverso l’arte moderna e contemporanea, il secondo piaon invece è riservato a mostre temporanee. All’interno è possibile trovare una selezione delle campagne pubblicitarie Campari, tra cui gli spot dei grandi registi da Federico Fellini a Singh Tarsem e Joel Schumacher, caroselli e filmati pubblicitari dal 1954 fino al 1977 in un video wall di 15 schermi e le immagini animate dei Calendari Campari.  Tra gli autori di maggior interesse: Marcello Dudovich, Bruno Munari, Leonetto Cappiello, Primo Sinopico, Ugo Mochi e Ugo Nespolo. Campari fin dalle origini l’azienda ha sempre mostrato di una spiccata attenzione al mondo della comunicazione anche attraverso valorizzazione dell’arte nella vita quotidiana.  Non è un caso che tra i più noti artisti che hanno collaborato con il colosso del beverage vi sia Fortunato Depero, l’artista futurista di Rovereto che per la Campari ha disegnato oltre a grafiche e affiche pubblicitarie anche la nota bottiglietta monodose del Campari Soda. Una visita alla Galleria Campari non può che concludersi con un aperitivo o una cena a Villa Campari,  dimora ottocentesca per decenni sede di rappresentanza del vecchio stabilimento della famiglia Campari e oggi raffinato ristorante, proprio al lato dell’ingresso della mostra. Si cena (50 euro per un menù degustazione) o si beve un campari spritz (l’aperitivo è proposto a 15 euro) circondati dalle afiches degli artisti futuristi in salette riservate.  Da non perdere, per gli amanti dell’aperitivo rosso, il Carnaroli Gran Riserva allo zafferano midollo di vitello e campari in riduzione (il piatto costa 14 euro).

 

INTESA SAN PAOLO- GALLERIE D’ITALIA

Sotto il nome di Gallerie d’Italia si riuniscono i poli museali del gruppo Intesa Sanpaolo presenti sul territorio nazionale: palazzi storici della banca adibiti a sedi espositive delle imponenti raccolte della Ca’ de Sass ereditate dai circa 250 istituti bancari confluiti in Intesa Sanpaolo nel corso degli anni. Dai reperti archeologici alle testimonianze del Novecento, in tutto si tratta di circa 20.000 opere di cui 10.000 di particolare interesse storico-artistico. L’ambizione dichiarata è quella di creare una rete che abbracci l’intero Paese, fatta di luoghi idonei a favorire l’interesse e l’accostamento del pubblico all’arte nelle sue diverse espressioni, centri destinati a ospitare mostre temporanee, iniziative culturali e scientifiche, programmi musicali e laboratori didattici. La prima a nascere è stata la sede di Vicenza (Palazzo Leoni Montanari inaugurato nel 1999), seguita da Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano, sede delle Gallerie dal 2007) e, nel 2011, da Milano dove tra le stanze dei palazzi sette-ottocenteschi Anguissola e Brentani, situati tra via Manzoni e via Morone, sono esposte 197 opere del XIX secolo provenienti dalle collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo. In articolare Palazzo Leoni Montanari, ospita una collezione di 140 icone russe, tra le principali conservate in Occidente, e una raccolta di dipinti del Settecento Veneto. Il museo è aperto da martedì alla domenica dalle 10 alle 18.00 e l’ingresso intero costa 5 euro. Presso la sede delle Gallerie di via Toledo a Napoli invece si trova una dei maggiori capolavori dell’arte italiana: il Martirio di Sant’Orsola di Carvaggio, una delle ultime opere del maestro lombardo. Il museo è aperto da martedì a venerdì dalle 10 alle 18.00, mentre nel fine settimana la chiusura è fissata per le 20. L’ingresso intero costa 5 euro. A Milano, infine, la gallerie di Piazza della Scala propone un percorso di 197 opere del XIX secolo e intitolato da Canova a Boccioni, collezioni del XX secolo mostre temporanee. Tra i capolavori presenti sotto la Madonnina: “I due Foscari” di Francesco Hayez, “La raccolta dei bozzoli” di Giovanni Segantini e “Ritratto di fattori nel suo studio” di Giovanni Boldini. Il museo da martedì a domenica dalle 9.30 alle 119.30 (il giovedì l’orario è prolungato fino alle 22.30). L’ingresso intero costa 5 euro

 

FERRARI – MUSEO FERRARI MARANELLO E MUSEO ENZO FERRARI MODENA

Per una full immersion nel mondo della rossa più desiderata, la Ferrari ha addirittura previsto due percorsi a breve distanza l’uno dall’altro: il Museo Enzo Ferrari e dei Motori di Modena e il Museo Ferrari di Maranello, aperti tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.00. Una tentazione davvero irresistibile per i patiti di Formula Uno, a 15 euro ciascuno (il biglietto combinato costa 26 euro). È possibile visitare i due musei nella stessa giornata grazie a un servizio navetta, ma sarebbe un peccato perdersi l’opportunità di godere delle bellezze artistiche di Modena e dei sapori della sua terra. Nel Museo di Modena ci si può lasciare avvolgere da uno spettacolo emozionante dove si uniscono ingredienti unici: l’avveniristico padiglione di Jan Kaplicky, 5mila metri di esposizione senza colonne o ostacoli, le auto storiche e un filmato sul mito di Enzo Ferrari proiettato sulle pareti del salone. Non solo qui è poi possibile visitare l’officina del padre di Enzo (l’officina meccanica Alfredo Ferrari) e alcune stanze della casa natale della leggenda dei motori. A Maranello (in via Dino Ferrari 43), il museo promette invece di far vivere il sogno a tutti i visitatori con auto da sogno, la sala dei premi, proiezioni a tema e persino simulatori Formua1 semiprofessionali.  Un museo divertente e che dà la possibilità al patito del cavallino Rampante di mettersi alla prova con storie, aneddoti e persino un cambio delle gomme.

PIAGGIO-MUSEO PIAGGIO

Per i patiti delle due ruote, quella di Pontedera al Museo Piaggio è una tappa irrinunciabile. Quest’anno infatti si festeggiano i 70 da quanto Enrico Piaggio, il 23 aprile 1946, ha depositato il brevetto per la Vespa, icona due ruote dell’italian way of life. il Museo Piaggio è al centro dei festeggiamenti, ma la visita può essere interessante per altri aspetti a iniziare dalla Collezione Vespa unica nel suo genere. A Pontedera infatti si possono trovare anche i preziosi prototipi degli Anni ’40 oltre ai grandi classici della produzione. Il Museo è stato inaugurato nel marzo del 2000 nei 3mila metri quadrati dell’ex officina attrezzeria, uno dei corpi di fabbrica più antichi e affascinanti del complesso industriale di Pontedera, dove l’azienda insediò la propria produzione a partire dai primi anni Venti del ‘900. Il Museo è nato per conservare e valorizzare il patrimonio storico di una delle più antiche imprese italiane e si pone l’obiettivo di ricostruire le vicende di Piaggio e del suo territorio ripercorrendo un lungo tratto di storia italiana, fatto di trasformazioni economiche, di costume e di sviluppo industriale. Il Museo è aperto da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00, sabato chiude tra le 13.00 e le 14.00. Per quanto riguarda l’apertura domenicale è prevista solo per la seconda e la quarta domenica del mese. Ingresso libero.

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