Castagne e sci: dalla Val Chiavenna all’Engadina
È un viaggio tra due mondi quello che partendo dalla Val Bregaglia, la valle svizzera di lingua italiana che collega la Val Chiavenna con l’Engadina, arriva fino a St Moritz per poi ridiscendere a Tirana tra laghi alpini, boschi e le valli da sogno attraversate treno rosso del Bernina. La tradizione e i borghi dove il tempo pare essersi fermato da un lato, dall’altro il glamour e l’innovazione. È un viaggio all’insegna della lentezza, della scoperta e della sorpresa. Anche per questo, potendo concedersi il lusso di qualche ora di tragitto in più vale la pena di salire sugli autobus gialli svizzeri, i tipici postali, in partenza da Chiavenna per poi proseguire con calma, tappa dopo tappa, sulla strada che tocca il castagneto storico di Castasegna, tra i più grandi d’Europa, Stampa, il passo del Maloja, il lago di Sils e arriva a Saint Mortiz scoprendo la luce, il verde dei prati, l’azzurro acceso dei laghi e dei torrenti di montagna che hanno incantato un artista come Giovanni Segantini, i Giacometti (Alberto certo, ma anche Diego, Bruno, Giovanni e Augusto) e Varlin (Willy Guggenheim). È un viaggio per tutte le stagioni, ma l’autunno può riservare sorprese inattese come il Festival delle castagne della Val Bregaglia, giunto ormai alla sua dodicesima edizione (quest’anno si è tenuto tra il 1 e il 23 ottobre), in cui il prezioso frutto diventa protagonista dei menù, delle passeggiate e della riscoperta di un territorio che, per l’occasione, si tinge del giallo e del rosso dei castagni. Per chi poi volesse giocare d’anticipo e spolverare gli sci, non mancano le piste aperte a pochi km di distanza. Il 22 ottobre infatti apre la stagione il Diavolezza, mentre a novembre è la volta di alcuni impianti del Corviglia e del Corvatsch storiche località del comprensorio di St Moritz.
L’arrivo a Stampa, località di origine dei Giacometti è già una sorpresa con il castello di Castelmur del XVIII secolo che si staglia nella valle, le cascine dove si procede al lungo processo di essicazione delle castagne e i castagni secolari, di dice portati in questa valle in epoca romana, che si inerpicano sui ripidi pendii fino Soglio, paese a 1090 metri di altezza baciato tutto l’anno del sole e che sembra uscito direttamente da un’altra epoca. E non si tratta solo dell’armonia generata dall’insieme di case in pietra con i tipici tetti costruiti con “piotte” (sassi piatti) e antichi fienili, dal labirinto di strette viuzze acciottolate e dalla miriade di fontane affacciate sulle cime del gruppo Sciora e del Pizzo Badile che domina la valle. In una giornata soleggiata lo scenario che da Soglio si apre sulla valle è di quelli che si dimenticano difficilmente, se poi si volessero seguire le orme di Segantini che a Soglio passava spesso i suoi inverni tanto da descriverla come “la soglia del paradiso”, e rimanere più a lungo, gli hotel non mancano e neppure le alternative immersi nella natura: la possibilità di soggiornare nei dintorni nelle cascine adibite all’essicazione delle castagne (per avere i dettagli è bene rivolgersi all’ufficio del turismo di Bregalia) e, volendo, di prendere parte alle attività agricole in compagnia dei castanicoltori che, dopo la raccolta di ottobre a metà novembre, si occupano della battitura del frutto. In questa stagione la castagna è la protagonista indiscussa dei menù sia delle valli: gnocchi e pasta a base di farina di castagne, come accompagnamento alla selvaggina e nei dolci. Nel borgo persino il turista occasionale percepisce fin da subito il sentimento di appartenenza alla comunità. Non è un caso che in un posto così ci sia persino un negozio, “la Bottega”, privo di venditori e dove ci si affida completamente all’onestà altrui nel pagare gli acquisiti effettuati in una apposita cassetta. E finora, a quanto pare, i conti son sempre tornati. Riprendere il cammino può essere difficile vista la serenità e la poesia emanate Soglio, ma lo sforzo sarà comunque ampiamente ripagato. L’autunno a St. Moritz d’autunno è infatti la stagione dell’oro con i larici dell’Engadina che si tingono di giallo-arancio e si specchiano nei laghi e nei corsi d’acqua che circondano la perla delle Alpi.