1

A Instanbul per la Festa dei Tulipani

Ad aprile c’è una ragione in più per andare a Istanbul: il Tulip Festival che colora strade, giardini, spazi pubblici e monumenti cittadini dal 1 al 30 aprile.  L’evento segna l’inizio della primavera e regala ai visitatori uno spettacolo straordinario grazie agli oltre 20 mila bulbi di tulipani, simbolo della capitale turca, piantati a Instabul 

Originari dei monti Pamir nell’Asia Centrale, i tulipani i arrivarono in Turchia già nel XII secolo, per poi essere coltivati come fiori da giardino fin dal XVI secolo. Sotto il regno di Solimano il Magnifico la passione dei tulipani esplose, portando alla creazione di numerose varietà. Portati in Europa i tulipani diedero origine alla prima bolla speculativa dei mercati.

A Istanbul la festa dei tulipani è l’occasione perfetta per esplorare i parchi più belli di Istanbul come il Parco Emirgan, con un tappeto di tulipani composto da oltre 545,000 tulipani di oltre 120 tipi diversi,  i giardini Yildiz o il  Parco Gulhane, situato nel cuore della Città Vecchia, il Boschetto di Fethi Pasa, la Camlica Hill a Uskudar, il Boschetto di Cubuklu Hidiv a Cubuklu, e il Parco Beikoz a Beykoz nella parte asiatica. A Piazza Sultanahmet viene intrecciato un tappeto di tulipani utilizzando il metodo dell’acquacoltura. Il festival dei tulipani di Istanbul è anche una celebrazione della storia, della cultura e delle tradizioni turche, con concerti di musica dal vivo, danze tradizionali, mostre d’arte, di fotografia e di artigianato.




Tappa tra le fioriture d’Italia ancora da scoprire

L’arrivo della primavera è il momento perfetto per lasciarsi ispirare e andare alla scoperta di fioriture insolite organizzando un viaggio on the road per il BelPaese, magari in camper per immergersi completamente nella natura.

I mandorli di Agrigento

Ogni anno in primavera la Valle dei Templi di Agrigento ospita la Festa dei Mandorli in fiore. Nella zona patrimonio dell’Unesco infatti, nascono, in mezzo alle rovine, alberi dai fiori rosa che si adattano molto bene al clima di questa terra. Simbolo di speranza, oltre che di ritorno in vita della natura, rendono il paesaggio unico nel suo genere. Originari dell’Asia, questi alberi si diffusero presto in tutto il Mediterraneo grazie al popolo dei Greci.

 I ciliegi in fiore di Vignola 

 Vignola (Modena) offre uno spettacolo straordinario grazie alla fioritura dei ciliegi tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile che colora le campagne per chilometri. Il percorso ideale per assistere a questa magia è la “Via dei Ciliegi”, un itinerario ciclopedonale che permette di ammirare lo spettacolo naturale immersi nella natura. Inoltre, dal 5 al 13 aprile 2025 la Festa dei Ciliegi in Fiore animala città con eventi enogastronomici e culturali.

I crochi di Campo Imperatore

Tra le più affascinanti fioriture in Italia c’è quella dei crochi a Campo Imperatore, in provincia dell’Aquila in Abruzzo. Su questo vasto altopiano il fiore trova il suo habitat ideale. Appena si scioglie la neve, infatti, migliaia di boccioli spuntano e vanno a formare un nuovo manto dalle sfumature viola e bianco.

Le orchidee del Parco Aymerich di Laconi 

In Sardegna, in provincia di Oristano, il Parco Aymerich di Laconi ospita un’incredibile varietà di orchidee selvatiche autoctone, rendendolo un vero paradiso per botanici e amanti della natura. Il parco Aymerich è un’oasi di 22 ettari situata nel  borgo di Laconi. Si tratta del più grande parco urbano della Sardegna caratterizzato da sentieri naturalistici tra innumerevoli specie vegetali grotte, cascate e rovine medievali.
La collina delle peonie a Vitorchiano 

Il Centro Botanico Moutan, situato a Vitorchiano, piccolo borgo medievale della Tuscia viterbese, ospita la più grande collezione al mondo di peonie cinesi, che si estendono a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collina del centro botanico ogni anno a primavera si trasforma in una tavolozza di colori, da aprile fino ai primi di maggio.

I tulipani di Parco Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, nel Parco Sigurtà, sono presenti tantissime varietà di tulipani che da marzo a fine aprile offrono un’esplosione di colori a perdita d’occhio. Qui si svolge un evento molto amato dagli appassionati di fiori, Tulipanissima: durante questa manifestazione, aiuole e ampi tratti di prato si tingono dei forti e variegati colori dei tulipani.

I meleti in fiore e Castel Cles 

Tra aprile e maggio la Val di Non si trasforma in un tappeto di fiori bianchi grazie alla spettacolare fioritura dei meleti. Un percorso ideale per godere di questa meraviglia è quello che porta da Castel Cles alla frazione di Maiano e al rione di Pez, attraversando i meleti con vista sul lago di Santa Giustina.

Parco della Lavanda di Campotenese, la “Provenza d’Italia” 

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, a Campotenese (frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza), si estende una coltivazione di lavanda con 60 varietà diverse. La Lavanda Loricata, chiamata anche “Loricanda”, fiorisce tra giugno agosto, creando un paesaggio suggestivo e profumato. Il parco, facilmente raggiungibile, è un vero e proprio paradiso per gli amanti della fotografia, specialmente al tramonto.

Le camelie della Lucchesia


La camelia è un fiore di rara bellezza: grande, a larghi petali sui toni del rosso, del rosa e del bianco; vederla fiorire è uno spettacolo da non perdere. In Italia, è nella Lucchesia che è presente la più grande coltivazione di camelie da fiore. Percorrere questa regione è una gioia per gli occhi ed è perfetta da visitare in questo periodo dell’anno. Nel mese di marzo, inoltre, si tiene la manifestazione “Antiche camelie della Lucchesia” a Sant’Andrea di Compito, piccolissimo borgo toscano dove si trovano vivai e ville con giardini vocati alla coltivazione di camelie da fiore.

 

Il Dente di Leone della Val di Non

Il Tarassaco o Dente di Leone, è una pianta dalle grandi e rinomate virtù. In Alta Val di Non si celebra e festeggia questa pianta, diventata ormai il simbolo della valle, con una manifestazione che si chiama “Le Settimane del Dente di Leone”. Durante le settimane di fioritura di questa pianta, recandosi nella zona di Merano e dintorni, è possibile scoprire le numerose virtù terapeutiche e gustare piatti tipici della tradizione che lo includono come ingrediente.




Non solo sci ad Arabba

Non solo sci ad Arabba, tappa obbligata del Sellaronda ma anche winter wonderland per passeggiate,  forest bathing e ciaspolate al chiaro di luna.

Ad Arabba, tra il Passo Pordoi e il Campolongo, le piste sono tante, tutte belle e davvero sfidanti:62 km di discese che diventano 480 se si considerano i collegamenti sci ai piedi con le valli vicine, l’accesso diretto ai 1.200 km di piste del Dolomiti Superski, e 5 piste nere tra le più adrenaliniche della Skiarea e dell’intero Dolomiti Superski (da non perdere la Fodoma, uno dei tracciati più spettacolari dal punto di vista tecnico, perfetto per mettere alla prova la propria sciata).  Una settimana bianca ad Arabba lascia anche il tempo di cimentarsi nei due skitour più famosi dell’intero arco alpino: Sellaronda, il famoso “giro dei quattro passi” lungo ben 40 km, e quello della Grande Guerra, un anello sciistico di circa 80 km che gira attorno al Col di Lana e deve il suo nome al fatto che attraversa i luoghi che hanno visto soldati italiani ed austroungarici combattere l’uno contro l’altro nella Prima Guerra Mondiale.

Il forest bathing di Arabba diventa una pratica di meditazione guidata con l’unico obiettivo di prendersi del tempo per se stessi e imparare a riattivare i propri sensi per una vita più consapevole. Anche una ciaspolata tra gli alberi carichi di neve su sentieri poco battuti può diventare un’esperienza meditativa: in contatto totale con la natura lo spirito si ritempra, il respiro scandisce i passi sul manto innevato e il cuore si apre ad ogni vista spettacolare. Consigliata la passeggiata da Passo Campolongo in direzione Passo Incisa. E dopo il calar del sole Arabba diventa un luogo pieno di magia con l’appuntamento “Lanternando”, una camminata notturna attraverso i boschi, accompagnati da una guida alla scoperta dei segreti e delle particolarità del territorio. Muniti di lanterne ci si inoltra tra gli alberi del bosco, e ci si ferma ad ascoltare i rumori degli animali che lo popolano e le storie e le curiosità raccontate dalla guida alpina locale. Partenza alle 20.30 e rientro intorno alle 22. La Colm de luna, luna piena poi in ladino-fodom, crea sempre un’ambientazione magica sulle Dolomiti, per questo la ciaspolata al Colm de luna è un itinerario emozionante che con le racchette da neve porta alla scoperta degli angoli più scenografici della Valle di Fodom. Massimo 11 partecipanti. Ritrovo alle ore 17:45.

Da non perdere infine l’escursione di sci alpinismo che dal suggestivo Castello di Andraz porta al monte Sief, a 2424 metri di quota. Un’esperienza naturalistica e culturale che si svolge nel gruppo del Col di Lana, teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale.




4 profumi per celebrare le donne

Volete regalare qualcosa di diverso del solito mazzo di mimose per la festa della donna?

Oppure, desiderate farvi un regalo per  festeggiare voi stesse?

Ecco i nostri consigli profumati per questo bellissimo periodo dell’anno: non so voi, ma i giorni come questi in cui iniziano ad intravedersi i primissimi segni dell’arrivo della primavera ci fanno venire voglia di profumi floreali, armoniosi, civettuoli, ma anche eterei e delicati !

La prima fragranza che vi vogliamo consigliare è Mimosa Tanneron di Perris Monte Carlo, un brand che ci piace tantissimo e che seguiamo sin dalla sua nascita nel 2011 perché unisce tradizione e modernità, utilizzo sapiente di materie prime e un’allure di pulizia e sobrietà non comune. Il Massiccio del Tanneron si estende alle spalle di Cannes ed è il massiccio della mimosa:  le mimose selvatiche si alternano alle varietà coltivate in quella che è la patria di questa coltura e che gli è valsa l’appellativo di «Più grande bosco di mimose d’Europa».

Non sappiamo voi, ma noi adoriamo il profumo di questo fiore, che è unico, soave ed inebriante allo stesso tempo. E il maestro Jean-Claude Ellena con Mimosa Tanneron ha voluto omaggiare la dolcezza e la tenerezza che si prova all’inizio dell’innamoramento, catturando l’atmosfera ariosa e leggera che l’inizio della primavera porta con sé. In aggiunta, il parfumeur ha scelto Biancospino, Rosa e Muschio bianco, per esaltare al massimo il profumo naturale di questo fiore. 

(Perris Monte Carlo official website)

Il secondo profumo è J’Adore l’Or della Maison Christian Dior. Non appena nominato quale nuovo Direttore creativo della Maison, Francis Kurkdjian ha deciso di riscrivere uno dei più celebri e celebrati blockbuster della profumeria moderna, che dalla sua uscita nel 1999 è sempre stato ai primi posti nelle classifiche e non ha mai perso un colpo. J’adore, per l’appunto. 

Questa è una versione della fragranza originale più rotonda e morbida, ispirata dal desiderio di Kurkdjian di esaltare la purezza dei fiori, enfatizzandone i contorni e le sfumature sfaccettate. Le note olfattive includono fiori d’arancio, gelsomino grandiflorum e rosa, tutte in assoluta, cioè in massima concentrazione. I fiori d’arancio conferiscono luminosità e rotondità, accentuando la femminilità della fragranza, mentre il gelsomino è potente e discreto, accompagnato da sfumature di mandorla, mango e banana. La rosa centifolia è una rosa carnale, rotonda ed esuberante: questi ingredienti sono il vero oro di J’adore. E questa versione trasforma questo iconico profumo da dolce e giovane essenza floreale a un aroma più maturo e complesso.

E passiamo ora a 2 profumi di nicchia, quindi che non troviamo nelle classiche profumerie commerciali. Entrambi i marchi di cui vi parliamo oggi sono distribuiti in Italia da Omnia Luxury Trade srl.

Il primo brand che vi vogliamo segnalare è stato creato nel 2016 da una meravigliosa ragazza tailandese di nome Pissara Umavijani. Nata e cresciuta a Bangkok, Pissara è stata affascinata dalla profumeria francese fin dalla tenera età. Arrivata a Parigi nel 2011, con il sogno di iniziare una carriera nel mondo dei profumi, ha fondato l’ormai celebre Maison Parfums Dusita.  Il termine “dusita” in lingua tailandese significa “paradiso”, poiché il focus delle fragranze di Dusita sta proprio nel voler suscitare felicità in chi le utilizza.

Tutti i profumi di Dusita sono tributi olfattivi alla poesia del compianto poeta ed artista Montri Umavijani. padre di Pissara. Nell’universo di Dusita, sia la poesia che il profumo sono mezzi ideali per connettersi con gli altri; stimolano l’immaginazione, elevano lo spirito e richiamano i sensi, oltre che l’intelletto. Per ogni fragranza che compone, Pissara crea anche un’illustrazione che cattura l’essenza del profumo, così come il poema che lo ha ispirato. Tutte le creazioni sono realizzate con materiali di prima qualità e in gran parte naturali, garantendo la migliore esperienza olfattiva. 

Per questa festa speciale vi consigliamo La Duceur de Siam. Profumo di strana bellezza notturna, questa fragranza ci trasporta in un giardino orientale pieno di spezie e di sensuali fiori notturni il cui profumo inebriante quasi ci stordisce.

L’apertura è un mix mozzafiato di fiori favolosi – Foglia di Violetta, Frangipani, Champaca. Il leggero tocco di Garofano dona una sensazione verde ed energizzante, che si equilibra con la dolcezza balsamica dell’Ylang Ylang e della Rosa di maggio. Nel cuore, le note uniche e celesti di Cannella morbida e calda si fondono con un eccezionale Legno di Chalood tailandese – un accordo sensuale, legnoso e vanigliato dell’antico Siam – invitando a un viaggio sensoriale attraverso la tradizione e la novità. Le note di base svelano una miscela esclusiva di Assoluta di Vaniglia e Legno di Sandalo Mysore, con il profumo afrodisiaco di Ambra rara e un seducente accenno di Ambra Grigia.

(Foto ufficiale PR and more)

Infine, un altro brand molto interessante è Maison de l’Asie, una Casa di Profumi di lusso nata da ispirazioni asiatiche che, fondendo arte storica della profumeria francese classica con aperture asiatiche, crea veri e propri viaggi olfattivi evocativi. Imbarcarsi in un’avventura sensoriale grazie a profumi meticolosamente curati e studiati per raggiungere il perfetto equilibrio tra purezza, vibrazione tematica e opulenza: questo il core della mission di Maison del l’Asie.  La visione della fondatrice, Elizabeth Liau, è reinventare le forme classiche della profumeria moderna e intrecciare nuove storie olfattive con riferimenti all’arte, alla letteratura e ai viaggi nel meraviglioso, esoterico e immaginifico mondo dell’Asia.

Oggi vi vogliamo parlare di Mother x Love, una delle 3 fragranze che compongono la collezione dedicata a Singapore. Il capitolo si svolge sullo sfondo di Singapore, dove il vecchio e il nuovo devono coesistere, mescolando maschile e femminile, e armonizzando influenze orientali e occidentali. La narrazione incapsula il viaggio emotivo attraverso la vita fugace di momenti, fondendo il passato con il presente in un arazzo culturale che confonde tradizionale e frontiere moderne. Attraverso la brezza dolcemente ondeggiante del muschio bianco, Mother x Love evoca sensazioni di nostalgia e conforto. Delicati fiori bianchi catturano la consistenza del cashmere, fondendosi nel muschio per evocare sensazioni di apertura – di ricordi di giardini lussureggianti, dove le piastrelle sbiadite sono illuminate dalla luce del sole pomeridiano.

Mother x Love è arioso, elegante e intimo, come un ricordo di una sensazione costante e confortante di affetto. Un profumo che porta al nostro presente, guardando verso un passato felice.

(Foto ufficiale PR and more)

Vi è piaciuta la nostra selezione? Fatecelo sapere nei commenti !!




Murcia, eredità millenaria e fiesta

Ci sono tanti motivi per visitare Murcia, nel Sud-Est della Spagna che celebra i 1200 anni dalla sua fondazione ad opera dell’emiro Abderramán II:  l’eredità culturale, l’enogastronomia e ancora di più le feste. Murcia, allora Medina Mursiya, è divenuta fin da subito un  importante centro economico grazie alle tecniche idrauliche che ne hanno sfruttato la vicinanza del fiume Segura alla città, creando una complessa rete di canali di irrigazione, condotte, dighe, ruote, idrovore e acquedotti che servirono per sfruttare le risorse della fertile pianura del Segura. Fu così costruita una città con 90 torri difensive e 16 porte d’ingresso di cui si conservano ancora alcuni resti e, nel corso del XII secolo, Murcia fiorì come importante centro economico e politico, con la realizzazione di numerose opere pubbliche, edifici religiosi e fortezze.
Cattedrali e antichi palazzi La città vecchia si estende lungo Segura, con strade ricche di storia che conservano i nomi delle antiche corporazioni che vi avevano sede,  Platería, Trapería e Vidrieros.  Sulla piazza del Cardenal Belluga si ergono due gioielli architettonici di Murcia: il Palazzo Episcopale con facciata rococò e cortile churrigueresco, e la Cattedrale. costruita a partire dalla fine del XIV secolo e caratterizzata da una sovrapposizione di stili. Il barocco a Murcia è ampiamente rappresentato da edifici religiosi come la chiesa della Merced, la chiesa convento di Santa Ana, la chiesa di Santo Domingo, San Nicolás e San Miguel. Va
Celebrazioni  Gli eventi che si susseguono nel corso dell’anno sono un’occasione perfetta per esplorare la città. Dalla Settimana Santa, al curioso Funerale della Sardina, sfilata popolare che risale al 1850, quando un gruppo di studenti decise di formare un corteo presieduto da una sardina che simbolizzava il digiuno e l’astinenza,al Bando de la Huerta, che da oltre centocinquanta anni si tiene il primo martedì dopo Pasqua e  rappresenta un’esaltazione della gastronomia e del folclore della regione, con sfilate, costumi tradizionali, degustazione di prodotti tipici e lettura di versi in panocho (il dialetto della campagna). A 1.200 anni dalla fondazione della città, Murcia continua a celebrare ogni settembre (dall’8 al 15 settembre) la sua Festa dei Mori e dei Cristiani, riconosciuta già come Festa di Interesse Turistico Nazionale le cui origini risalgono  al XV secolo. La Festa dei Mori e dei Cristiani di Murcia ricorda due grandi eventi, la fondazione della città di Murcia nell’anno 825 da parte di Abderraman II e la consegna delle chiavi dei musulmani all’Infante di Castiglia e poi al re Alfonso X Il Saggio, nel 1243.  Le Feste dei Mori (i Romani li chiamavano Mauros, poiché provenivano dalla Mauretania, che per loro era l’intera Africa settentrionale) e dei Cristiani, sono molto popolari in Spagna. Si stima che siano più di 220 le città che ne celebrano. A Murcia la giornata principale della Festa dei Mori e dei Cristiani è quella del sabato in cui si tiene la grande parata. La domenica si svolge l’Ambasciata (una rappresentazione che trae origine dal teatro popolare dei secoli XVI, XVII e XVIII) della Fondazione di Murcia, in Plaza del Cardenal Belluga, con l’attuale Cattedrale e l’antica moschea sullo sfondo. Il lunedì, invece, è la volta dell’Ambasciata della consegna delle chiavi, in occasione della quale viene inscenato l’ingresso trionfale dell’Infante Alfonso di Castiglia a Murcia, per poi ricevere le chiavi della città. Durante i giorni della festa, ci sono molti altri eventi: dai queimadas alle presentazioni di portabandiera e re, dai tornei di scacchi alle processioni del pane, oltre all’offerta di fiori e alla presentazione dei bambini nati l’anno precedente alla Vergine di Arrixaca. E ogni giorno, al calar della sera, mori e cristiani si riuniscono, ancora una volta, nell’Accampamento Medievale, situato accanto al Paseo del Malecón, dove ogni cabila o mesnada ha il suo spazio, un luogo di incontro, divertimento e convivenza, con diverse specialità gastronomiche .
Gastronomia La gastronomia murciana vede come protagonisti stufati e piatti tipici come il pisto huertano (con peperoni, cipolle e pomodori), lo stufato di ceci e bietole o lo zarangollo (zucchine, uova e cipolle), accompagnati da vini a denominazione di origine di Murcia, Bullas, Yecla e Jumilla.



Slovenia romantica

In Slovenia i mesi di passaggio, quelli che dall’inverno aprono la strada ai primi timidi sprazzi di primavera, sono avvolti da un velo di romanticismo e passione. L’atmosfera ideale per una fuga tra natura, terme e castelli, magari per San Gregorio (12 marzo) quando la tradizione vuole che siano messi in acqua i “gregorčki”, barchette e casette colorate e illuminate con candele che vengono lasciate galleggiare lungo ruscelli e fiumi alla vigilia della festa di San Gregorio.

Celebrare l’amore in un castello
Ogni fiaba che si rispetti comincia con un “c’era una volta” e finisce con un “felici e contenti” quasi sempre in un castello.  Da questo punto di vista, la Slovenia può essere considerata l’ambientazione ideale dal momento che si calcola che vi siano almeno cinquecento castelli, uno ogni quattro mila abitanti.  E alcuni di questi sono  entrati nell’immaginario collettivo per il loro fascino intramontabile. Quello di Predjama, ad esempio, ha ispirato numerose leggende, conquistando anche l’immaginazione di George R. R. Martin, autore dei romanzi da cui è tratta la serie culto  Game of Thrones. 

In molti castelli inoltre è possibile regalarsi reali. Molti dei manieri sloveni sono stati trasformati in alberghi che sussurrano racconti del passato, e rappresentano lo scenario ideale per una vacanza  romantica. Tra questi  si annoverano il Castello di Otočec nella regione della Dolenjska, l’unico sull’acqua di tutta la Slovenia e il Castello di Mokrice presso Brežice, dotato di campo da golf e a pochi km dal centro di benessere TermeČatež. 

Fughe di benessere alle Terme Olimia 

Le Terme Olimia (dal monastero medievale di Olimje, situato nelle prossimità delle terme), a Podčetrtek, ai confini orientali della Slovenia, sono una destinazione ideale per una fuga romantica all’insegna del relax con un’offerta di ospitalità che spazia  dalle soluzioni glamping di Glamorous Camping Villag eal più tradizionale e lussuoso Hotel Sothelia., mentre il Wellness Orhidelia è stato premiato come miglior centro benessere in Slovenia per otto anni consecutivi. Secondo la tradizione orale, i baroni di Miljana in Harina Zlaka disponevano di bagni termali propri già quattro secoli fa. Poi, nel 1935 le sorgenti calde naturali attirarono l’attenzione di Friderik Strnad, il parroco locale, che dimostrò, insieme agli esperti, i numerosi effetti benefici delle sorgenti calde nella cura di affezioni reumatiche, patologie dermatologiche, disturbi della circolazione arteriosa, condizioni post operatorie, lesioni ossee e muscolari e disturbi del sistema nervoso periferico. L’apertura ufficiale delle terme risale al 1966 e da allora l’offerta termale e turistica si + sviluppata senza sosta andandosi a congiungere con le vicine attrazioni naturali e culturali  e con l’offerta enogastronomica (a cominciare dai vini doc di Virštajn).

Amore per la natura e ski & luxury glamping 

Quello di una casetta sull’albero è forse uno dei sogni più comuni dei bambini di tutto il mondo.  Al  Ribno Alpin Glamping, non lontano dal Lago di Bled diventa realtà  nel mezzo di una foresta di abeti rossi. Ideale mix di romanticismo e avventura, le casette del Ribno Alpine Glamping sono termo-isolate e riscaldate, quindi adatte anche alla stagione della neve e dello sci: è infatti possibile soggiornarvi con il pacchetto skipass Vogel  inclusivo di pass per la nota località sciistica e accesso alla sauna.  

 

 

 

 




Torino al cioccolato

A Torino, Sua Maestà è il cioccolato. Dal 27 febbraio al 2 marzo CioccolaTò, in Piazza Vittorio Veneto, a più di vent’anni dalla prima edizione, riporta sotto i riflettori la tradizione della pasticceria sabauda. Il salotto buono in riva al Po, con una vista privilegiata che spazia dalla Mole alla Gran Madre, dal Monte dei Cappuccini a Superga, diventa infatti  il centro propulsore di CioccolaTò grazie alla presenza degli stand di decine di produttori del cacao. La kermesse coinvolge anche sedi museali e palazzi storici, come le Gallerie d’Italia, il Cinema Massimo (grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema), il Circolo dei Lettori, e ulteriori realtà cittadine che ospiteranno eventi, workshop, incontri e dibattiti.

Una vecchia leggenda racconta che la prima tazza di cioccolata calda della storia d’Italia sia quella offerta ai torinesi dal duca Testa di Ferro, quell’Emanuele Filiberto di Savoia che nel 1563 volle trasferire la capitale del Ducato da Chambery a Torino. Non esiste, in realtà, alcuna evidenza storica che questo fatto sia effettivamente accaduto. Eppure, è significativo che al cioccolato venga assegnato un ruolo così centrale nella mitologia di casa Savoia.

E il rapporto tra Torino e il cioccolato si sviluppa, tra mito e realtà, in numerose tappe da rivivere in vista di  CioccolaTò.

Giò Antonio Ari: il primo cicôlatè
Risale al 1678, la prima licenza per la vendita del cioccolato accordata: è quella concessa dalla Madama Reale Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours a Giò Antonio Ari, il primo Maestro Cioccolatiere a essere legalmente riconosciuto come venditore al pubblico di cioccolato e vero iniziatore di questa tradizione a Torino. Sebbene già diffusissima, a quel punto, in tutte le corti europee, la cioccolata era stata fino a quel punto boicottata da voci che la indicavano come bevanda malefica, causa della gotta che aveva colpito Carlo V e Filippo II d’Asburgo.  Questa prima “patente” da cicôlatè, però, fu un importantissimo passo in avanti per la diffusione della cioccolata anche agli altri strati della popolazione e per l’instaurazione, nella capitale sabauda, di quella che sarebbe diventata una delle più pregiate tradizioni cioccolatiere d’Europa.

Il bicerin: la bevanda che conquistò Cavour
Nato nel Settecento nell’omonimo caffè di Piazza della Consolata come evoluzione della settecentesca bevanda bavareisa, allora di gran moda, il bicerin si compone di caffè espresso caldo, cioccolato e crema di latte  e viene servito in bicchieri o calici di vetro per poter ammirare i singoli strati. Il segreto per assaporarlo al meglio, infatti, è non mescolarlo, lasciando che le varie componenti si fondano tra loro direttamente sul palato, con le loro differenti densità, temperature e sapori.
Il rito originario prevedeva che al bicerin venissero affiancate le stisse, tre bicchierini ognuno con un singolo ingrediente in modo da poterlo “correggere” a piacere, ma dall’Ottocento si preferisce servirlo in un’unica soluzione: il suo gusto avvolgente ha conquistato i torinesi e anche molti personaggi illustri come Camillo Benso Conte di Cavour.

Napoleone, il Carnevale e la nascita del gianduiotto
Con l’era napoleonica e il  Blocco Continentale (il divieto alle navi provenienti dalle colonie britanniche di approdare nei porti appartenenti all’Impero), a Torino diventa sempre più difficile accedere alla materia prima. Per aggirare il problema i pasticceri torinesi fanno ricordo a un frutto che nel territorio piemontese proprio non mancava: la nocciola tonda gentile delle Langhe. Perché, però, a questa invenzione fosse dato il nome di Pasta Gianduja, e alla forma di barchetta rovesciata incartata singolarmente il nome di gianduiotto, occorrerà attendere il 1865, quando, in occasione del Carnevale, fu proprio Gianduja, la maschera della città, a distribuirne ai passanti, legando indissolubilmente il suo nome a quello del cioccolatino più famoso e amato di Torino. Oggi, a 160 anni da quel Carnevale, il gianduiotto è stato ufficialmente riconosciuto come prodotto IGP, ulteriore garanzia di un prodotto di assoluta eccellenza.

Per rivivere tutto l’anno il meglio della tradizione al cioccolato torinese ecco quattro indirizzi

Choco-Story, Via Paolo Sacchi 42
Tra i portici della storica via Paolo Sacchi, alle spalle della stazione Porta Nuova, è possibile, scendendo sotto il livello della strada, compiere un vero e proprio viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta del cioccolato: è Choco-Story, il primo museo a Torino dedicato al Cioccolato e al Gianduja.
Il museo sorge negli spazi sotterranei del laboratorio di cioccolato della pasticceria Pfatish, dove attrazioni interattive permettono una divertente esplorazione della storia e della produzione del cioccolato.  La ricca collezione di oltre 700 oggetti attraversa i secoli e farà ripercorrere la storia del cacao dai Maya al ‘900, fino al gianduia, mentre gli assaggi rendono l’esperienza sensoriale ancora più piacevole.
Nel Museo del Cioccolato è possibile, inoltre, prenotare un laboratorio durante il quale si possono creare tavolette personalizzate, leccalecca e praline sotto la guida dei maestri cioccolatieri, sperimentando tecniche tradizionali e ingredienti unici.
Da Choco-Story, infine, parte anche il Choco Tram: un tour per le vie di Torino a bordo di un tram dei primi anni del Novecento. Evento su prenotazione e in collaborazione con ATTS, Associazione Le Vie del Tempo e Associazione Officine Ianòs.

Caffè Baratti&Milano, Piazza Castello 27
Il Caffè Baratti&Milano deve il suo nome a due confettieri canavesani: Ferdinando Baratti e Edoardo Milano. Trasferitisi a Torino nel 1858, aprirono un laboratorio di confetteria e pasticceria in via Dora Grossa 43 (l’attuale via Garibaldi), destinato a divenire uno dei marchi più rinomati dell’industria dolciaria piemontese e italiana. A Ferdinando Baratti si deve anche la creazione del cremino divenuto poi, insieme al gianduiotto, uno dei grandi classici fra i cioccolatini italiani. La pasticceria di Franco Sinagra segue oggi le orme di tutti i Maestri della pasticceria che hanno reso “Baratti&Milano” uno dei più antichi e famosi laboratori di pasticceria in Italia e all’estero.

 La Perla di Torino, via Catania 9
 La Perla di Torino è stata fondata nel 1992, quando Sergio Arzilli, cresciuto nella pasticceria di famiglia, decise di ritagliarsi un suo spazio. La sua celiachia lo spinge, quindi, a reinventarsi nel mondo del cioccolato, trasformando un limite in un’opportunità. Dal piccolo laboratorio iniziale, casa del celebre tartufo di cioccolato, l’azienda si evolve, pur mantenendo un focus sull’artigianalità e l’innovazione. Oggi, La Perla di Torino offre una vasta gamma di prodotti senza glutine, inclusi gianduiotti, tartufi, creme spalmabili e tavolette, oltre a linee senza lattosio e senza zuccheri aggiunti, per soddisfare le diverse esigenze del mercato.
Con l’esperienza “Ho fatto una tavoletta”  è possibile cimentarsi, inoltre, nella realizzazione e decorazione di tavolette di cioccolato nel laboratorio de La Perla di Torino, da portare a casa al termine della visita.

Ziccat, via Pietro Micca 2h
In Ziccat coesistono la tradizione di una ricetta classica e le mani giovani di cioccolatieri sotto la quarantina. Una passione innata che porta volti nuovi nel mondo del cioccolato e della produzione. Questa azienda che affonda le proprie radici al 1958 è ormai parte integrante dello scenario torinese e  propone prodotti di qualità cucinati con cura e amore, ingredienti immancabili di ogni preparazione al cioccolato.

 

 

 




I Light Pila

Torna per l’undicesimo anno consecutivo, I Light Pila, la fiaccolata solidale che accende di rosa le cime la sera del 15 febbraio. Per l’occasione è prevista una apertura straordinaria della telecabina Aosta Pila, dalle 8:00 alle 23:00. Chi si presenta alle biglietterie con la ricevuta dell’iscrizione (donazione minima 15 euro per gli adulti) ha diritto allo skipass giornaliero scontato a 44 euro.

I Light Pila è un evento che unisce sport, divertimento e solidarietà, dedicato alla lotta contro i tumori del seno. L’intero ricavato delle iscrizioni sarà devoluto a Komen Italia, un’organizzazione basata sul volontariato che opera da 25 anni nella lotta ai tumori del seno su tutto il territorio nazionale. L’associazione è in prima linea nel sostenere iniziative per la prevenzione, la cura e la ricerca per la salute femminile

Il villaggio apre alle 14:00. Per chi nn lo ha ancora fatto, qui ci si può iscrivere a I Light Pila oltre che ritirare la fiaccola e fare festa con La Vale di Radio Deejay e Francesco Ciocca .
Alle  17:30 è fissato l’appuntamento allo ski village per i partecipanti con le ciaspole, con partenza alle ore 18.00 accompagnati lungo il percorso dalle guide di Trekking Habitat e Tracce Alpine.
Sempre alle 17:30 è prevista l’ultima risalita con gli impianti per gli sciatori per raggiungere i punti di partenza della fiaccolata.
La partenza della fiaccolata è fissata poi alle 18:30 per poi chiudersi allee 20 con musica e festa.

Prima della fiaccolata le baite di Pila si preparano ad accogliere tutti i partecipanti con musica, tè caldo e vin brulé: Lo Baoutson con  musica anni 60/70/80; La Chatelaine con musica elettronica/house;  Société Anonime de Consommation con musica italiana anni 80/90; Hermitage con musica commerciale e Buvette Grimod con musica rock.




Vi piacerebbe passare San Valentino in montagna? Vi diciamo noi dove !

San Valentino si avvicina e non avete ancora deciso dove passarlo? Vi proponiamo una fuga romantica a Crans-Montana, nel cuore delle Alpi svizzere. Immersi nella natura, nel centro del paese o su una vetta a 2.000 metri, scoprite luoghi d’eccezione grazie a sistemazioni accoglienti e originali. Un servizio attento da parte di persone entusiaste e un’accoglienza calorosa e conviviale renderanno la vostra vacanza indimenticabile.

Tante le proposte per il week-end di San Valentino, a cominciare dallo speciale di bolle e di fuoco organizzato dall’azienda Herz-Feuer sul fatato sentiero delle lanterne. Con l’associazione del fuoco alle bolle di sapone, gli artisti ospiti creeranno momenti magici che scalderanno il cuore degli spettatori. Senza effetti sonori, ma con grande calore umano, porteranno il fuoco in mano, danzeranno con gli elementi e faranno a gara a chi brilla di più con le fiamme.

Il sentiero delle lanterne è aperto dal 7 dicembre 2024 al 9 marzo 2025. Immerso nella natura, ma a pochi passi dal centro, questo percorso esalta la magia dell’inverno: alla luce delle lanterne, quando cala la notte il manto bianco che riveste gli alberi e la neve che scricchiola sotto le scarpe regalano uno spettacolo ricco di poesia. Lo scintillio delle Lanterne guida i visitatori alla scoperta di inedite opere luminose, spettacoli incantevoli e concerti all’aperto, in un’atmosfera magica.

E per gli amanti della cucina gourmet, Crans-Montana è decisamente una destinazione gastronomica da non perdere, dato che è casa di moltissimi ottimi ristoranti: oltre ai due locali stellati, l’Ours di Franck Reynaud e LeMontBlanc del LeCrans Hôtel & Spa, tenuto da Yannick Crepaux, sono 10 gli chef che si distinguono nella guida Gault&Millau. Scoprite qui i menù preparati apposta per l’occasione dai ristoranti della regione di Crans-Montana.  

Infine, per dimenticare lo stress di tutti i giorni perché non regalarsi una pausa fuori dal tempo, in una delle innumerevoli SPA della località? Potrete ricaricarvi in piscina, con una sauna o un bagno turco, per un momento di vero relax in coppia. Per chi ama la natura e l’avventura, una passeggiata con le racchette da neve, un’escursione nella natura o una gita sugli sci sono tutte attività perfette per creare indimenticabili ricordi insieme.

A questo link trovate tutte le offerte pensate per passare al meglio la festa degli innamorati: cosa aspettate a prenotare e partire?




Jusbox: quando il profumo diventa una sinfonia

Il marchio italiano di profumi Jusbox nasce nel 2016 dalla passione dei suoi due fondatori, Andrea e Vittoria, per la musica – considerata un linguaggio universale capace di unire persone di ogni cultura ed età – e per l’arte del “saper sentire”, un’arte che si lega profondamente all’universo delle fragranze.

Il marchio è un’ode alla musica e al suo potere evocativo, capace di risvegliare emozioni profonde e ricordi sopiti. Quante volte un odore familiare sentito per caso per la strada ci ha risvegliato una memoria sopita? E quante volte una musica leggera proveniente da una finestra ci ha risvegliato emozioni e sbloccato un ricordo che credevamo perso nei meandri della memoria?

Così, ogni profumo Jusbox è un viaggio sensoriale che si ispira a un genere musicale iconico, una melodia olfattiva che racconta la storia di un artista o di un momento storico.

Il packaging

Anche il packaging dei profumi Jusbox è un tributo al mondo della musica. Il flacone in vetro da 78 ml ricorda il formato del primo disco fonografico a 78 giri, mentre il tappo in bachelite richiama il vinile, supporto iconico nella storia della musica. L’originale flacone è infine racchiuso in un cofanetto che rievoca, nella forma ed apertura, la confezione di un CD, al cui interno un lyrics book racconta l’ispirazione che ha dato forma alla creazione olfattiva.

 

Le fragranze

Quando abbiamo visitato il flagship store del brand in via della Spiga 1, siamo rimasti affascinati dal mondo colorato e psichedelico di quella che sembra una discoteca degli anni 70. Ci siamo molto divertiti a far girare il juke-box olfattivo e a fermarlo sulle canzoni che più risuonavano nella nostra mente e nei nostri cuori, ed ecco quali sono stati i risultati in termini olfattivi:

  • Fifty-Four: un omaggio alla disco music degli anni ’70, una fragranza energica e sensuale con note di patchouli, incenso e vaniglia.
  • Night Flow: un tributo alla musica elettronica, un profumo notturno e misterioso con note di oud, sandalo e ambra.
  • Beat Cafè: ispirato all’atmosfera dei caffè letterari degli anni ’50, un profumo caldo e avvolgente con note di caffè, cardamomo e cannella.
  • 14 Hour Dream: un omaggio alla musica psichedelica degli anni ’60, una fragranza onirica e visionaria con note di incenso, patchouli e ambra.
  • Feather Supreme: ispirato alla musica classica, un profumo elegante e raffinato con note di bergamotto, gelsomino e muschio bianco.
  • Spring Dance: un’ode alla primavera, una fragranza floreale e frizzante con note di pompelmo, rosmarino, gelsomino e caprifoglio.

Se non riuscite a passare in negozio per cercare la vostra combo ideale musica-profumo, potete iniziare con il divertente test che trovate sul sito ufficiale del brand: https://www.jusboxperfumes.com/

La cantante Björk ha detto una volta che “Il profumo è una forma di musica che si indossa” : non potremmo essere più d’accordo, e voi?