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Kneipp, Törggelen e vino sul Renon

Kneipp, Törggelen e vino sono i capisaldi dell’autunno sull’Altipiano del Renon raggiungibile a Bolzano in meno di venti minuti di impianti dal centro della città.

Tra le novità della stagione è stato inaugurato un percorso Kneipp  con cinque stazioni ispirate ai cinque pilastri della filosofia Kneipp (ordine esistenziale, movimento, erbe, acqua e alimentazione) lungo un sentiero di 1,2 km che si snoda nel bosco tra l’Hotel Tann e Bad Siess così da trasformare la passeggiata in un’esperienza sensoriale a tutto tondo. I profumi del bosco inducono alla riflessione, le erbe hanno un effetto curativo, l’acqua fresca è un toccasana per il fisico. Sul percorso anche punti di appoggio per soste meditative e pannelli con informazioni e suggerimenti per sfruttare al meglio i benefici Kneipp. Fondamentale camminare sul sentiero a piedi nudi per percepire a fondo i diversi tipi di terreno e vivere un’esperienza wellness davvero immersiva.

Sul Renon non c’è autunno senza Törggelen: appuntamento immancabile di questo periodo dell’anno è chiamato anche “la quinta stagione delle Alpi del Sud” ed è una vera e propria festa in onore della fine della vendemmia (la parola deriva dal latino torquere, torchiare, e si riferisce alle uve appena pressate) quando gli agricoltori erano soliti degustare il vino nuovo accompagnato da una merenda. Oggi l’antica tradizione si rivive andando di maso in maso (o meglio nelle tradizionali “Buschenschänke” o “Hofschänke”, le tipiche locande contadine) ad assaggiare specialità come speck, canederli, crauti, Kaminwurzen, Schlutzkrapfen, zuppa d’orzo, castagne arrostite e vino novello.

Proprio in onore del vino, oltre alle speciali escursioni guidate in compagnia dell’ambasciatore del gusto altoatesino Franz Wenter, dal Renon c’è un’escursione da non perdere: il sentiero del vino Rebe (ovvero “vigna”). Questa passeggiata di circa 400 metri di dislivello si snoda per un’oretta e mezza si snoda tra i filari, in parte sulla vecchia strada romana che parte dai possedimenti del maso Waldgries, lungo un percorso costellato di interventi artistici ad opera del gardenese Philipp Doss Moroder e di tabelle con la narrazione del paesaggio, dei vitigni tipici, delle zone di coltivazione Doc e dei siti culturali che lambiscono il sentiero. Rebe è unatappa imperdibile per gli amanti di Bacco: qui, una sosta Törggelen nelle varie cantine nei pressi del percorso è obbligatoria.
Sabato 26 ottobre degustazione speciale con i viticoltori del Renon e di Rencio: in cinque postazioni i viticoltori offrono in degustazione i loro vini che crescono nelle rispettive altitudini tra Rencio e Signato, dal corposo Lagrein all’aromatico Gewürztraminer fino allo speziato Kerner (sono ben 13 le varietà di uva che maturano lungo i 3,5 km del sentiero del vino Rebe). A seguire, un accogliente chill-out presso l’Ansitz Waldgries con prelibatezze culinarie e musica.




L’autunno dorato del Renon sul Sentiero del Vino Rebe

Il Sentiero del Vino Rebe (vite in tedesco) sull’Altipiano del Renon celebra una tradizione vitivinicola che affonda le sue radici nell’epoca romana ed esplora a stretta connessione tra la terra, lavoro dell’uomo e paesaggio.

Con i suoi 132 ettari di superficie coltivata a vite, il Renon si distingue come uno dei principali comuni a vocazione vinicola dell’Alto Adige. Il Sentiero del Vino Rebe è un un percorso che si snoda in discesa per 3,5 chilometri da Signato a Rencio con un dislivello di circa 500 metri, regalando viste mozzafiato sul territorio circostante e sui vigneti. Lungo il tragitto, le installazioni artistiche raccontano le diverse fasi della coltivazione della vite e le peculiarità dei vitigni locali. Ogni tappa del sentiero ha un tema preciso: dall’incontro tra uomo e natura, alla vendemmia e Bolzano, città del vino.

Il Sentiero del Vino Rebe si propone come un simbolo della sinergia tra turismo e agricoltura, un invito a rallentare il ritmo e a lasciarsi trasportare dalla bellezza del Renon, dai profumi della terra e dalle storie che solo il vino sa raccontare.

Una base ideale per scoprire il Sentiero del Vino Rebe e l’autunno dorato sull’Altipiano del Renon è il Parkhotel Holzner che accoglie gli ospiti nell’atmosfera senza tempo della struttura che affonda le proprie radici nel 1908. E proprio l’anno della fondazione dà il nome al ristorante stellato diretto dallo Chef Stephan Zippl. La struttura vanta 15 categorie di camere, distribuite tra la storica casa principale e la sua parte più contemporanea, mantenendo un profondo rispetto per l’ambiente. Situato all’arrivo degli impianti di risalita che in un quarto d’ora collegano Bolzano al suo Altipiano, luogo privilegiato di villeggiatura per i bolzanini, il Parkhotel Holzner sulla stazione del trenino che, grazie al suo approccio “slow” (viaggia a30 chilometri orari) regala un punto di osservazione esclusivo per il foliage d’autunno e permette di raggiungere numerosi sentieri escursionistici che conducono agli angoli più belli del soleggiato altipiano.




I Wine Hotel della Valtellina

Con la vendemmia che avanza, ottobre diventa il periodo ideale per soggiornare nei wine hotel della Valtellina, scoprire la lunga tradizione enogastronomica della valle e percorrere i suoi 2.500 km di terrazzamenti vitati che caratterizzano principalmente la Media Valtellina. Proprio qui si trovano anche diverse strutture ricettive  dove soggiornare tra i terrazzamenti vitati e respirare il profumo della natura.

 

Il Wine Hotel Retici Balzi a Poggiridenti

Il Wine Hotel Retici Balzi è un boutique hotel non lontano da Sondrio completamente immerso nei vigneti terrazzati. La struttura ha 11 camere che prendono nome dai vini locali. Chi desidera conoscere meglio il Nebbiolo delle Alpi che nasce qui può prendere parte a una delle degustazioni che il Wine Hotel propone.

Il Wine Hotel San Carlo

Il Wine Hotel San Carlo si trova a Chiuro, nella patria del vino valtellinese. Il relais nasce da un’antica stazione di posta ristrutturata nel corso degli anni. Le 12 camere si affacciano sui terrazzamenti della Valtellina e sono dotate di una piccola cantina. La cantina  ospita al suo interno pregiate bottiglie di vini valtellinesi mentre il ristorante unisce tradizione con un pizzico di innovazione. A ottobre la struttura propone ai suoi ospiti un pacchetto speciale che coniuga esperienza in spae cena ispirata ai sapori d’autunno.

La Locanda Via Priula a Morbegno

Situata nel centro storico di Morbegno, la Locanda Via Priula offre ai suoi ospiti un soggiorno attento ai dettagli anche grazie al Wine Bar e alla tipica stua in legno presente in struttura-

Il Nebbiolo Wine B&B

Il Nebbiolo Wine B&B  è situato all’interno della Cantina Menegola a poca distanza da Sondrio. La struttura è  immersa nei terrazzamenti vitati e le  camere si aprono sul paesaggio circostante. Oltre alle degustazioni in canina, gli ospiti possono proseguire il tour enogastronomico al ristorante della struttura, la Tavernetta.

Cà Rossa B&B

Situato a Montagna nella sottozona del Grumello, il Cà Rossa è un agriturismo b&b immerso nei terrazzamenti che offre ai suoi turisti un soggiorno a stretto contatto con la natura. L’hotel dispone di 2 suite, dotate di ogni comfort con terrazzo panoramico sui vigneti. La piccola cantina del B&B è il luogo ideale dove prendere parte a degustazioni di vini locali.

Agriturismo B&B Caffè e Vino

L’Agriturismo B&B Caffè e Vino di Caiolo si trova sul versante orobico che offre una veduta panoramica sui 2.500 km di muretti a secco della Valtellina. Il B&B propone degustazioni e visite guidate a produttori.

Olmo Agriturismo

Olmo Agriturismo è una struttura nata nel 2020 a Ponchiera, una piccola frazione di Sondrio, che mira a diventare un luogo dove riconnettersi con la natura e il paesaggio circostante. Nella cantina dell’agriturismo si può prendere parte a degustazioni di vini di cantine vinicole del territorio.

Cà Barroni Agriresort

Situato nel cuore dei terrazzamenti valtellinesi, il Cà Barroni Agriresort è  una struttura di recente apertura situato nella zona del Sassella che offre ai suoi ospiti un soggiorno all’insegna di comfort ed eleganza.  Il Cà Barroni dispone di quattro camere dalle ampie vetrate affacciate sul territorio e suoi suoi terrazzamenti.




Bici e Mare per l’autunno di Cervia

Domenica 13 ottobre torna a Cervia la cicloturistica Strade Bianche del Sale Fantini Club, giunta ormai alla sua quinta edizione
Con partenza alla francese dalle ore 7.45 alle 8.45 dal Fantini Club, si tratta di una pedalata che rievoca il ciclismo di un tempo, dedicata sia al ciclista che vuole confrontarsi su percorsi lunghi e impegnativi, che agli amanti della bici senza i vincoli della competizione agonistica, che amano pedalare senza fretta, alla scoperta del territorio.

Lo splendido itinerario prevede quest’anno quattro percorsi da 35, 65, 100 e 120 km, con partenza dalla costa per attraversare il Parco della Salina di Cervia, riserva naturale di popolamento e di nidificazione per molte specie animali e vegetali, e raggiungere le colline dell’entroterra, attraverso paesaggi incantati e suggestivi borghi storici, nel cuore della Romagna più vera. Sul percorso lungo attenderanno i gravellisti ben quattro ristori, mentre in gran finale sarà per tutti al Fantini Club, con il pasta party aperto anche agli accompagnatori.




Al Shoo Loong Kan per un viaggio in Cina senza muoversi da Milano

In viaggio in Cina, nello  Sichuan, senza muoversi dal cuore di Milano, da Via Farini 21 tra Chinatown e Porta Garibaldi. Ed è questo, un vero e proprio viaggio nel gusto dello Sichuan, che propone  Shoo Loong Kan, il primo ristorante in Italia (e uno dei sette in Europa) della catena dedicata all’hot pot, un piatto simbolo di socialità e condivisione a tavola originario della Terra dai Mille Volti, la provincia sud occidentale della Cina attraversata dal Fiume Azzurro e habitat naturale dei panda giganti.

Tra lanterne rosse e pagode in legno che riprendono l’architettura dei villaggi dello Sichuan, al Shoo Loong Kan gli ospiti si trasformano in chef, cuocendo da soli e secondo il proprio gusto carne, pesce, verdure e noodle all’interno dei brodi che bollono  in un enorme pentolone condiviso, l’hot pot. Fin dal nome Shoo Loong Kan richiama la cultura della provincia di Sichuan dove l’hot pot ha avuto origine secoli fa almeno secondo una certa tradizione (un’altra fa risalire questa fondue cinese ai mongoli),   Shoo Loong Kan, che in alfabeto fonetico pinyi diventa significa infatti promontorio del piccolo drago (Xiao ()= piccolo, Long ()= drago, Kan )= promontorio, pendio) e riporta a sua volta a Chongqing, la città dove è iniziato il rito dell’hot pot.

Ed è proprio questa particolare pentola in rame posta al centro di ogni tavolo, costantemente riscaldata e condivisa dagli ospiti, l’hot pot appunto, la protagonista di Shoo Loong Kan. Nell’hot pot bollono fino a tre diversi brodi (il prezzo varia da 12 a 15 euro, è fisso, non dipende dal numero dei commensali e il brodo verrà costanemente riempito nel corso della serata), dai più classici ai più piccanti anche con variante vegana, in cui cuociono le pietanze da abbinare poi a una o più salse, create secondo il proprio gusto con un mix di oltre 16 condimenti, spezie, oli vegetali, sperimentando ogni volta nuove combinazioni. Un’esperienza sensoriale divertente, aggregante e gustosa dove lasciarsi stupire, guidati dallo staff, da sapori inattesi e da verdure dai nomi impronunciabili, condividendo con gli altri commensali la sorpresa della “pesca” nel brodo.

Nell’hot pot infatti cuociono diversi ingredienti contemporaneamente in un mix tutto da inventare tra frutti di mare e pescato, tagli di carne, Wagyu compreso, e frattaglie selezionati da Macelleria Sirtori, verdure e funghi orientali dalle foglie di crisantemo al taro, dalle patate igname alle alghe, dal sedano lattuga al melone d’inverno, dai funghi shitake agli enoki, dalle orecchie di Giuda ai shimeji bianchi o marroni.

Per  chi desiderasse qualcosa dalla cucina ci sono anche alcune chicche dello chef Michele Yang. Il tutto da abbinare a vini, birre e sake (anche in degustazione) o con i Loong Tea a base di the freddo alla camelia e frutta, peculiarità del locale. Ad accogliere gli ospiti Chen Yeyan, per anni direttore di sala dello storico ristorante giapponese Osaka.




Milano Beauty Week 2024

Sta per iniziare la terza edizione di Milano Beauty Week, la settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere.

Dal 25 al 29 settembre sarà possibile partecipare ad un ricco programma di attività, esperienze, conferenze, spettacoli, che animeranno non solo gli hub principali della manifestazione (Palazzo Giureconsulti, Palazzo Castiglioni, Beauty Cube e Beauty Tram), ma anche le vie, le piazze, gli spazi commerciali, i luoghi d’arte e di cultura del capoluogo lombardo.

Milano Beauty Week si pone l’obiettivo di affermare il cosmetico come bene indispensabile per il benessere e l’autostima di ognuno, e creare maggiore consapevolezza rispetto all’essenzialità di questi prodotti che accompagnano quotidianamente nei gesti legati all’igiene, alla cura di sé, alla prevenzione e alla protezione.

Il progetto è stato creato da Cosmetica Italia – l’Associazione che rappresenta le aziende dell’industria cosmetica nazionale e della sua filiera – in collaborazione con Cosmoprof (dal 1967 l’appuntamento più importante per tutti gli stakeholder dell’industria cosmetica) ed Esxence, la più importante manifestazione espositiva dedicata alla Profumeria Artistica a livello internazionale.

Preparatevi a partecipare a passeggiate olfattive per la città, a sperimentare trattamenti esclusivi, scambiare prodotti cosmetici non più utilizzabili con nuovi prodotti a marchio MBW, ottenere una consulenza personalizzata per i propri capelli, seguire masterclass e conferenze. E tanto tanto tanto altro ancora.

La Cerimonia di apertura si terrà negli spazi aperti di fronte al Palazzo dei Giureconsulti, e promette di stupirci con una serie di incredibili performance artistiche, mentre domenica 29 ci sarà l’attesissima Cerimonia di Premiazione dei migliori profumi dell’anno 2024, a cura di Accademia del Profumo. Che quest’anno si terrà nientemeno che al Teatro alla Scala e verrà seguita dal concerto “Note di Bellezza”, a opera dell’Orchestra e dei Solisti dell’Accademia Teatro alla Scala.

Per scoprire tutti gli appuntamenti della settimana, scaricate da qui la APP ufficiale di Milano Beauty Week e registratevi ai vostri eventi preferiti!!




2 profumi per … giugno

Niente lo emozionava
come il profumo del tiglio
in fiore, come quel torpore
soave che risaliva alle narici
dalle lontane, perdute ore dell’infanzia.

Franco Marcoaldi, da La trappola, Einaudi, 2012

Come non essere d’accordo con l’affermazione che giugno è il mese del re tiglio? Quel profumo dolce e soave ci fa immediatamente pensare alla primavera che lascia piano il posto all’estate, le giornate sono lunghissime ma non ancora afose e le sere diventano sempre più tiepide. Camminare e stare all’aperto è così piacevole in questo mese di mezzo, decisamente il mio preferito di tutto l’anno (e prima che lo chiediate – no – non è solo perché è il mese del mio compleanno!!), perché i sensi sono tutti stimolati e l’inizio dell’estate porta sempre un po’ di spensieratezza in più.

Per questo mese quindi vi voglio consigliare due fragranze con la nota di tiglio, per portare sempre con voi la felicità che si prova quando si passeggia sotto questi alberi dal profumo inebriante: si tratta di Tiglio Mirabilis di Laboratorio Olfattivo e Sol Salgado di Thomas de Monaco. Il primo un po’ più secco, che vi consigliamo per il giorno, mentre il secondo più dolce e avvolgente, ideale per le sere d’estate.

Il progetto di Laboratorio Olfattivo nasce nel 2009 dalla visione di Daniela Caon e Roberto Drago e dalla loro passione per la profumeria artistica. Lavorando con i più eclettici nasi al mondo hanno creato una serie nutrita di referenze che ripropongono profumi e sensazioni riconoscibili e familiari in una veste raffinata, elegante e sempre sorprendente. Una serie di profumi del cuore insomma, che ci riportano a memorie e luoghi lontani eppure vicinissimi. Non fa eccezione Tiglio Mirabilis, una delle ultime fragranze lanciate dal brand e frutto della maestria del bravissimo naso italiano Luca Maffei, il quale è riuscito a creare un profumo che racchiude tutta la gioia, la serenità e la pace che regalano i tigli in fiore, con il loro profumo di inizio estate.

L’aggiunta di zenzero e cardamomo in apertura dona alla composizione un tocco frizzante e fresco, stemperando al contempo la dolcezza e la cremosità della nota di tiglio, che troviamo nel cuore della piramide olfattiva insieme all’altrettanto iconico e primaverile gelsomino, in una danza gioiosa e luminosa, che termina nel fondo morbido e soave di legni e muschi. Insomma, un profumo perfetto per una giornata di quasi estate, con la sua carica di energia positiva e di promesse di qualcosa di bello che sappiamo sta per arrivare!

La seconda fragranza che vi proponiamo non è dedicata esclusivamente al tiglio, bensì al desiderio di trattenere per sempre la sensazione di felicità e benessere che si prova nella cosiddetta “Golden Hour”, o magic hour, un termine utilizzato in fotografia (e non per nulla il nostro Thomas nasce fotografo – questo il link all’articolo che gli abbiamo dedicato qualche tempo fa) per indicare una particolare e ricercata condizione della naturale luce solare: quella in cui abbiamo luce morbida, colori caldi, ombre così lunghe che tendono a sparire ed un buon livello di contrasto.

Catturando l’essenza dell’estate infinita, Sol Salgado è un omaggio alla pelle baciata dal sole e ai ricordi più cari, e davvero ci potrà accompagnare per tutta l’estate facendoci vivere nella golden hour per più dei 30 minuti della durata effettiva di questo fenomeno naturale. La fragranza si apre con un meraviglioso fiore di tiglio, la cui potenza e cremosità vengono supportate e amplificate dalla mimosa, mentre il fior di cotone dona acquaticità. Il cuore, con sale, eliotropio ed ambra grigia, fornisce quella sensazione di sale essiccato sulla pelle riscaldata dal sole, nostalgia della fresca sera che arriva. Nel fondo, il muschio, delicato e sensuale, si fonde con il calore dell’ambra, creando un’aura avvolgente. Il legno di sandalo aggiunge una nota di tranquillità mentre la vaniglia affumicata introduce profondità e mistero, come un’ombra che preannuncia l’avvicinarsi del crepuscolo, ma allo stesso tempo enfatizza il calore e la luminosità del giorno che se ne va.
Ogni respiro è come un ritorno a quegli istanti in cui il tempo sembrava infinito e ogni tramonto prometteva un’altra bellissima giornata…

E voi: quali sono i profumi che amate indossare in questo periodo? Fatecelo sapere nei commenti!




Il Forte di Bard: tra storia e futuro

Il Forte di Bard è un’imponente struttura militare realizzata nella prima metà del XIX secolo, e rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento del periodo. Posta alla sommità di una rocca all’ingresso della Valle d’Aosta, grazie ad un articolato intervento di recupero dal 2006 è un polo culturale e turistico sede di musei, esposizioni di respiro internazionale, di eventi e di accoglienza all’avanguardia.

La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica, posti a diversi livelli, tra i 400 e i 467 metri: dal più basso, l’Opera Ferdinando, a quello mediano, l’Opera Vittorio, e al più alto, l’Opera Carlo Alberto per un totale di 283 locali.
L’Opera Ferdinando si presenta a forma di tenaglia ed è costituita da due corpi di fabbrica, l’Opera Ferdinando Inferiore e l’Opera Ferdinando Superiore all’interno del quale è ubicato il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere.
L’Opera Mortai, collocata alle sue spalle, e l’attigua Polveriera ospitano i locali destinati ai laboratori didattici e sono adibiti anche a mostre temporanee. A circa metà della rocca sorge l’Opera Vittorio, che ospita Le Alpi dei Ragazzi, uno spazio dedicato a laboratori scientifici incentrati sull’impatto che i cambiamenti climatici stanno avendo sui ghiacciai di tutto il mondo.

Al culmine del rilievo, la più imponente delle tre opere è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude al suo interno l’Opera di Gola, con il relativo cortile, posta a difesa del lato sud, e l’Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi, circondato da un ampio porticato. Il primo piano dell’Opera ospita il Museo delle Alpi. Al pianterreno, lungo il Deambulatorio che si affaccia sulla Piazza d’Armi, si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee (Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia) e lo spazio Vallée Culture.

All’interno dell’Opera Carlo Alberto si trovano anche le Prigioni, 24 celle di detenzione disposte lungo quattro sezioni. Le anguste celle dove venivano rinchiusi i prigionieri hanno dimensioni molto ridotte, circa 1,3X2 metri. Nel corso dell’Ottocento arrivarono ad ospitare decine di prigionieri, in particolare nel corso della terza Insurrection des Socques del 1854 per poi essere trasformate in magazzini viveri della fortezza. Lo spazio ospita un percorso multimediale dedicato alla storia della fortezza.

Oltre al percorso museale permanente, il Forte ospita nel corso dell’anno una ricca offerta di mostre temporanee. In particolare, è per noi imperdibile l’annuale Wildlife Photographer of the Year, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra e arrivato quest’anno alla 59esima edizione. Selezionate tra 49.957 proposte provenienti da 95 paesi, le immagini premiate sono esposte in anteprima per l’Italia dal 3 febbraio al 2 giugno 2024 e raccontano la vita animale e le emergenze ambientali di tutto il mondo. Uno dei giudici del premio è Stefano Unthertiner, fotografo naturalista e divulgatore scientifico, che collabora con il National Geographic dal 2009 e la cui elegante galleria-atelier – la Little Wild Gallery – si trova proprio all’interno del Forte, nella galleria commerciale Passage du Fort (littlewild-gallery.com).

Segnaliamo infine altre 2 interessanti mostre che si possono visitare in questo periodo: The best of Cycling e Non c’è più tempo. La prima sarà aperta fino al 13 ottobre prossimo all’interno delle Scuderie ed espone una rassegna di scatti che hanno partecipato alla settima edizione dell’omonimo concorso: le bellissime fotografie hanno l’obiettivo di suscitare emozione, valorizzando quel patrimonio unico che è il ciclismo, nei suoi più svariati aspetti. La seconda, ospitata dell’Opera Mortai e promossa dal Forte e dall’Agence France-Presse sarà visitabile fino al 21 luglio. Si tratta di un progetto espositivo inedito, che mira a promuovere una vera e propria azione di sensibilizzazione su tematiche non più rinviabili e che coinvolgono tutti, documentando per la prima volta il fenomeno dei migranti climatici.

Per info:

Associazione Forte di Bard
11020 Bard (Aosta)
Valle d’Aosta. Italia

www.fortedibard.it




2 profumi per maggio

“Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera
Il nuovo amore getti via l’antico nell’ombra della sera
Ben venga Maggio, ben venga la rosa, che dei poeti è il fiore
Mentre la canto con la mia chitarra, brindo a Cenne e a Folgore”
Così scrive Francesco Guccini nella Canzone dei Dodici Mesi. 

Quando pensiamo al mese di maggio, il pensiero evoca immagini di luce, sole, bel tempo, rose, canti di uccelli, voli di rondini. Non sappiamo voi, ma noi quando iniziamo a sentire aria di primavera sentiamo voglia di profumi fioriti, luminosi, anche un po’ fruttati…

Per questo mese quindi vi vogliamo consigliare due profumi che potete trovare facilmente, profumi cosiddetti “commerciali” ma con un DNA distintivo e particolare. Il primo è prettamente femminile, mentre il secondo è assolutamente unisex e fuori dal comune. Parliamo di J’adore l’Or di Dior e di Mémoire d’une Odeur di Gucci.

Da quando nel 2021 Dior annunciò la nomina del grande maestro profumiere Francis Kurkdjian (che aveva già creato due fragranze della Collection Privée, tra l’altro riformulate proprio dopo la nomina) quale direttore creativo delle Fragranze di Parfums Christian Dior, gli esperti ed appassionati hanno aspettato con ansia il primo lavoro dell’ex enfant prodige della profumeria francese. E che lavoro: Kurkdjian si è cimentato nientemeno che con la riscrittura di uno dei più celebri e celebrati blockbuster della profumeria moderna, che dalla sua uscita nel 1999 è sempre stato ai primi posti nelle classifiche e non ha mai perso un colpo. J’adore, per l’appunto.

La svolta cruciale dell’aggiornamento trova le sue radici nel termine “d’oro”. «Pensavo che l’oro a 24 carati fosse puro, ma in realtà, per ottenere l’oro più puro, è necessario riscaldare il metallo fino a renderlo liquido e continuare a riscaldarlo finché le impurità non scompaiono», ha spiegato Kurkdjian in alcune interviste.

Questo concetto ha suscitato la domanda su che cosa sarebbe accaduto se si fosse applicato lo stesso processo a J’adore. Il risultato è una versione della fragranza originale più rotonda e morbida, ispirata dal desiderio di Kurkdjian di esaltare la purezza dei fiori, enfatizzandone i contorni e le sfumature sfaccettate. Le note olfattive includono fiori d’arancio, gelsomino grandiflorum e rosa, tutte in assoluta, cioè in massima concentrazione. I fiori d’arancio conferiscono luminosità e rotondità, accentuando la femminilità della fragranza, mentre il gelsomino è potente e discreto, accompagnato da sfumature di mandorla, mango e banana. La rosa centifolia è una rosa carnale, rotonda ed esuberante: questi ingredienti sono il vero oro di J’adore. E questa versione trasforma questo iconico profumo da dolce e giovane essenza floreale a un aroma più maturo e complesso.

Con Mémoire d’une Odeur la Maison Gucci ha voluto creare una nuova famiglia olfattiva, definita come minerale aromatica. In effetti, Mémoire è un profumo che si fatica ad incasellare in una precisa etichetta. Mescolati dal maestro profumiere Alberto Morillas, gli ingredienti inattesi ed enigmatici di questa fragranza creano un elisir unisex e intramontabile; è una fragranza senza tempo e senza genere, ed è la prima fragranza unisex creata da Gucci. Definito da una nota di camomilla romana, questo particolare fiore della fragranza è stato scelto da Alessandro Michele, all’epoca (siamo nel 2019) direttore creativo della Maison. 

La camomilla romana cresce intorno a Roma in giardini terrazzati a partire dal XVI secolo e ha un profumo verde aromatico, con un carattere che irradia gioia e una nota dolce aromatica di miele e mela verde. Mémoire d’une Odeur mescola la camomilla romana con i petali di gelsomino indiano per donare tenerezza, preziose note muschiate per la profondità e legni nobili, tra cui il caldo e luminoso sandalo e il delicato e leggero legno di cedro, un albero dalla grande forza con radici profonde e un’irresistibile nota alla vaniglia. La confezione esterna, di colore verde, presenta un motivo a stelle ispirato agli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova.

In un periodo attuale in cui la profumeria sta assecondando il gusto imperante per i profumi “bombazza”, persistenti, dalla grande scia, Mémoire d’une Odeur se ne discosta totalmente: è un profumo intimo, discreto ed estremamente elegante. Noi lo adoriamo, e lo consigliamo a tutti coloro che amano le note verdi, fresche, a tratti anche pungenti, e a coloro che vogliono un profumo distintivo e diverso dal solito.

E voi: quali sono i profumi che amate indossare in questo periodo? Fatecelo sapere nei commenti !




1° maggio, mughetto e Guerlain: cosa hanno in comune ?

No, non siamo impazziti: la festa del Primo Maggio, la Maison Guerlain e il mughetto sono indissolubilmente legati, e in questo articolo vi spieghiamo il perché.

Forse non tutti sanno che il Francia il 1° maggio non è solo la festa dei lavoratori, bensì anche la festa del mughetto. In questo giorno infatti per le strade delle città e paesi francesi si trovano tantissimi venditori ambulanti e fiorai che vendono questo fiore. Il 1° maggio in Francia è l’unico giorno dell’anno in cui ci si può improvvisare venditori di mughetto: l’importante è stare a 50 metri da un fioraio!

La festa del mughetto trae le sue origini nel 1561 grazie a Carlo IX che, avendo ricevuto un mazzolino di mughetto come portafortuna, decise di offrirne uno ad ogni dama di corte. Nei primi del Novecento il 1° maggio in Francia fecero la stessa cosa gli stilisti che regalarono un mazzetto di mughetto a tutte le loro operaie. Ma è solo nel 1976 che la festa del mughetto sarà associata a quella del lavoro e il mughetto rimpiazzerà la rosa nell’occhiello dei manifestanti.

Come abbiamo spiegato in un articolo di qualche tempo fa (che trovate a questo link), non da tutti i fiori si possono estrarre gli oli essenziali necessari a produrre l’essenza del fiore stesso. Uno di questi fiori è il mughetto, il fiore portafortuna di Christian Dior, che lo stilista amava particolarmente per la sua freschezza effimera, la delicatezza e semplicità, tanto che ne portava sempre in tasca qualche ramoscello. Ogni anno il primo maggio i suoi artigiani e le sue clienti più affezionate ne ricevevano un bouquet, e gli dedicò persino una straordinaria collezione Haute Couture nel 1954. Lo indossava spesso all’occhiello del bavero e scaramanticamente ne cuciva un rametto negli orli degli abiti prima della sfilata. E al suo fioraio di fiducia chiese di trovare il modo di recapitargli mughetti freschi tutto l’anno.

E forse non tutti sanno che fu proprio Jacques Guerlain nel 1908 a riuscire a ricreare, grazie a nuove tecniche e procedimenti, il profumo di questo fiore. E’ per questo che la Maison Guerlain da oltre 110 anni celebra il 1° maggio presentando una nuova edizione della sua Eau de Toilette Muguet, una fragranza che celebra l’essenza dei fiori di mughetto e incarna lo spirito della primavera francese. Ogni anno Guerlain presenta questa fragranza in un flacone dal design unico. Il nome Millésime, che significa annata in francese, viene utilizzato per indicare che la fragranza viene creata ogni anno con ingredienti diversi, proprio come il vino. Questo ciclico cambiamento rende ogni edizione di Muguet Millésime unica e speciale, tanto che dal 2006 la tradizione di Guerlain di creare ogni anno una nuova edizione della iconica fragranza è diventata fonte di un’attesa fervente per il nuovo profumo da parte degli appassionati di tutto il mondo.

Per questo esclusivo rendez-vous, nel 2024 Guerlain riconferma il proprio impegno a favore dell’artigianato attraverso la collaborazione con Anne Lopez. Sull’iconico Flacone Api, la scultrice ha creato delicati fiori a forma di campanelle, decorati con oro puro 22 carati, trasformando il Millésime 2024 in un’opera d’arte unica. Questa intricata scultura è realizzata con stucco, una miscela di calce, acqua, cemento e polvere di marmo, modellata meticolosamente prima dell’indurimento. Il processo di progettazione prevede che ogni grappolo di fiori venga modellato a mano, seguita da un’attenta modellazione di ogni petalo per emulare l’aspetto di un bouquet rigoglioso.

La fragranza si apre con una frizzante nota verde, che sfocia in un cuore di rinfrescante mughetto e squisita rosa. Si conclude con una miscela di gelsomino e rosa pregiati, che avvolge chi indossa il profumo nell’essenza della primavera e nel caratteristico aroma di mughetto. Un sillage la cui freschezza ricorda per l’appunto un ramo di mughetto appena colto. Unica nota “dolente” il prezzo, non proprio alla portata di tutti (750€). Ma se siete alla ricerca di un oggetto prezioso e da collezione, di un regalo unico e per una persona speciale, questo potrebbe fare al caso vostro!

È possibile trovare tutte le edizioni della collezione speciale nel database del sito Fragrantica: Guerlain Muguet Collection.

Buon Primo Maggio ! Voi che profumo indosserete oggi ?