1

Tutti i luoghi energetici del Renon

Il Renon, balcone panoramico sulle Dolomiti a 12 minuti di funivia dal centro di Bolzano, è un luogo ricco di energia naturale e spirituale. La sua conformazione geologica, la presenza di antiche tradizioni locali e la forte connessione con la natura ne fanno un punto di riferimento per coloro che cercano luoghi di pace, benessere e contatto con con l’ambiente circostante. Attraversato da una rete di sentieri che si snodano tra boschi, prati e rocce l’altopiano del Renon regala paesaggi unici e vibrazioni positive.
La bella stagione è il momento perfetto per andare alla scoperta di questi luoghi energetici. Ecco dove.

Le Piramidi di terra. Queste formazioni geologiche, costituite da torri di terra e pietra create dall’erosione e dal tempo, sono veri e propri monumenti naturali che, secondo alcune credenze, sono in grado di  stimolare la creatività e il benessere psicofisico. Sono tre le località sul Renon in cui possono essere ammirati questi bizzarri coni d’argilla alti fino a venti metri: Incantevoli anche i sentieri per raggiungerli, con punti panoramici e panchine per godersi la vista.

Le passeggiate, mindfulness e cultura. I sentieri che attraversano il Renon sono catalizzatori di energia molto amati da chiunque scelga di trascorrere qui un soggiorno di relax e benessere. Tra i percorsi più apprezzati ci sono la “Freud Promenade”, una passeggiata sulle tracce del celebre ospite del Renon che porta da Soprabolzano a Collalbo in quasi sei chilometri di percorso e la passeggiata che da Collalbo gira attorno al colle Fenn per una via storica, dove già sette secoli fa passavano imperatori, eserciti e commercianti in quanto collegava i paesi del nord con quelli del sud.

Il Lago di Costalovara. Nel cuore dell’altopiano del Renon, il Lago di Costalovara è uno dei laghi d’acqua dolce più puliti d’Italia. Qui la quiete del lago, il riflesso delle montagne nell’acqua e la bellezza del paesaggio creano una sensazione di pace profonda.

Il Sentiero Kneipp nel bosco I boschi del Renon sono un altro punto di forza energetico. Camminare tra gli alberi secolari, immersi nel silenzio della natura, permette di sentirsi rigenerati.  Lungo un sentiero di 1,2 chilometri che si snoda nel bosco tra Bad Siess e l’Hotel Tann è stato di recente realizzato un percorso Kneipp davvero unico: cinque stazioni nel cuore della natura ispirate ai cinque pilastri della filosofia Kneipp (ordine esistenziale, movimento, erbe, acqua e alimentazione) concepite per trasformare la passeggiata in un’esperienza sensoriale. I profumi inducono alla riflessione, le erbe hanno un effetto curativo, l’acqua fresca è un toccasana per il fisico. Lungo il percorso non mancano punti di appoggio per soste meditative e pannelli con informazioni e suggerimenti per sfruttare al meglio i benefici Kneipp. Fondamentale camminare sul sentiero a piedi nudi per percepire a fondo i diversi tipi di terreno e vivere un’esperienza wellness davvero immersiva.

Bad Siess e l’acqua termale benefica  A 1.450 metri di altitudine, la sorgente di Bad Siess sgorga da una fonte nella roccia a una temperatura costante di 6,7° C in tutte le stagioni. È stata riscoperta intorno al 1870 e da allora in questo luogo di grande energia è iniziata la cultura della balneazione e del benessere. Limpidissima e pura, rigorosamente neutra, con pochissimi sali minerali, quest’acqua termale trova applicazione soprattutto in caso di reumatismi e per la cura della pelle.




I primi cent’anni della Route66

La Route66 si avvia a compiere cent’anni  nel 2026. Non c’è momento migliore, potendo, per organizzare un road trip negli Usa sull’autostrada che collega Chicago a Santa Monica divenuta, nel corso dei decenni, icona stessa del viaggio e della libertà.

Conosciuta anche come Mother Road, la Route66 è stata la prima autostrada completamente asfaltata degli Stati Uniti e si estende per quasi 4.000 km attraverso otto Stati: IllinoisMissouriKansasOklahomaTexasNew MexicoArizona e California. Questo leggendario percorso ha contribuito a lanciare la tradizione del Grande Viaggio Americano e oggi diventa un viaggio nel tempo e nel cuore della provincia americana tra centinaia di motel vintage, pompe di benzina kitsch, diner improbabili, siti storici,  cinema drive in, muffler man (statue giganti che sponsorizzano attività commerciali), insegne al neon, attrazioni stradali e strade principali di piccole città da esplorare lungo il percorso.

Un tempo via principale per chi si spostava verso ovest, La Route66 ha favorito l’espansione di piccole attività commerciali, stazioni di servizio e aree di sosta lungo il percorso, diventando simbolo di un’epoca grazie. La sua presenza nella letteratura, nel cinema e nella musica ha consolidato la sua fama internazionale.




Itinerari in bici

La primavera è la stagione ideale per avventure in bici alla scoperta del territorio italiano tra borghi, enogastronomia se  sapori tipici,  percorsi immersi nella storia o scenari naturali.  Pedalare fa bene, è divertente e con la bici elettrica è alla portata di tutti o quasi. In bici si possono scoprire scenari inconsueti senza fretta, assaporando ogni minuto del viaggio. Per questo il cicloturismo negli ultimi anni è letteralmente esploso portando viaggiatori solitari o in gruppo a scoprire borghi, colline e campagna da un altro punto di vista, quello del sellino. E, allo stesso tempo, il cicloturismo è uno strumento di rigenerazione territoriale, sociale e ambientale che valorizza le comunità locali, tutela i paesaggi e promuove esperienze che lasciano un impatto positivo, per chi pedala e per i luoghi attraversati.
Ecco alcuni spunti di itinerari per organizzare un week end o un viaggio più articolato in bici, immergendosi nella bellezza del paesaggio ed esplorando il territorio.

. La Ciclovia del Sole: in bici tra piccoli borghi, natura e buon cibo

La Ciclovia del Sole nel tratto Mirandola – Bologna è  un viaggio che coinvolge tutti i sensi nel cuore dell’Emilia-Romagna. Lungo il tragitto, infatti, non mancano le occasioni per assaporare le eccellenze gastronomiche della cucina emiliana dai tortellini ai bolliti misti, dallo gnocco fritto con salumi tipici accompagnati da un bicchiere di Lambrusco Che si tratti di una pedalata rilassante o di un’avventura su due ruote, la Ciclovia del Sole è l’ideale anche per principianti. Il percorso, interamente pianeggiante, si sviluppa lungo l’ex tracciato ferroviario della linea Verona-Bologna, attraversando i  paesaggi rurali della pianura emiliana. Tra campi coltivati, corsi d’acqua e borghi, questa ciclovia tocca località ricche di storia e tradizioni, come Mirandola, San Felice sul Panaro, Crevalcore e San Giovanni in Persiceto, per poi proseguire verso Bologna.

. L’Anello di Perugia in bici nel cuore dell’Umbria

L’Anello di Perugia è un itinerario che combina sport, natura e cultura.
Il percorso, lungo 38 km con un dislivello di 906 metri, si sviluppa prevalentemente su asfalto ed è adatto a biciclette gravel, city bike, mountain bike ed e-bike. Il livello di difficoltà è intermedio. Lungo il tragitto si alternano tratti immersi nella natura a tappe nei borghi storici umbri, dove piazze, antiche fortezze e architetture secolari raccontano secoli di storia. Pedalando, si attraversa Perugia toccando luoghi iconici di questa città come la Fontana Maggiore, la Cattedrale di San Lorenzo e la Rocca Paolina.

. La Ciclovia dei Parchi della Calabria

Pedalare lungo la Ciclovia dei Parchi della Calabria significa attraversare un territorio autentico, dove la natura incontaminata si fonde con le tradizioni di una terra millenaria. Un percorso di 545 km che si snoda tra boschi, borghi e vette dell’Appennino calabrese, toccando quattro aree protette: il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale della Sila, il Parco Naturale Regionale delle Serre e il Parco Nazionale dell’Aspromonte. Premiata con l’Italian Green Road Award 2021 e l’Oscar dell’Ecoturismo 2024, questa Ciclovia rappresenta un modello virtuoso di turismo lento, capace di valorizzare il territorio senza alterarne l’identità.
L’itinerario si sviluppa lungo strade poco trafficate e sentieri ciclabili, con un dislivello impegnativo che regala panorami mozzafiato. Strutturato in 12 tappe, il tracciato offre percorsi adatti a diversi livelli di difficoltà, dalle sezioni più agevoli fino alle impegnative salite appenniniche, riservate ai ciclisti più esperti. La variante verso il Lago Angitola, immerso nel Parco delle Serre, aggiunge un’ulteriore opportunità di scoperta. La Ciclovia inoltre è un viaggio nei sapori autentici della Calabria: dai salumi artigianali ai formaggi tipici come il caciocavallo di Ciminà, dai legumi di montagna ai piatti iconici come il Pesce Stocco.

. Il Parco delle Dune Costiere in bici a ridosso della spiaggia

Non occorre essere dei ciclisti professionisti per regalarsi una pedalata nel Parco delle Dune Costiere: il territorio infatti è sostanzialmente pianeggiante e i percorsi sono ben tenuti e segnalati. Per una prima esplorazione del territorio, si può scegliere un itinerario ad anello che si snoda dall’ex casa cantoniera per 18 km tra uliveti, masserie e dune fino al mare su stradine pianeggianti a basso traffico e, in parte, sterrate. Un breve raccordo conduce dall’ex casa cantoniera alla via Traiana, strada tracciata agli inizi del II secolo d.C. per collegare Roma al porto di Brindisi e facilitare, tra l’altro, il trasporto dell’olio. Dalla via Traiana poi, si prende una stradina sterrata diretta verso la foce del fiume Morelli attraverso distese di uliveti e pascoli,  da cui si intravedono le “lame”canali carsici su cui si aprono grotte. La zona umida del Fiume Morelli, tra i gioielli naturalistici del Parco, è infine angolo incontaminato di natura dominato da dune fossili con oltre 120mila anni di storia alle spalle e costellato da specchi di acqua dolce dove si possono osservare anatre, uccelli migratori, canneti e ginepri pluricentenari.

.Cycling Riviera: in bici in Liguria sulla riviera dei fiori
La Cycling Riviera è un percorso adatto a tutti, in gran parte pianeggiante, dove il mare è protagonista. La ciclabile di 24 km si snoda tra Ospedaletti e San Lorenzo a Mare sul percorso, riconvertito, della dismessa vecchia rete ferroviaria. Riconosciuta tra le ciclabili più belle d’Europa è una delle eccellenze della riviera ligure di Ponente.

. Ciclovia del Mincio, in bici tra natura e cultura
La pista ciclabile del Mincio collega Peschiera del Garda a Mantova in 45 chilometri di pista che si snoda lungo le alzaie del Mincio toccando Valeggio sul Mincio, Borghetto, Pozzolo e, infine, Mantova. Il percorso è pianeggiante, abbastanza ombreggiato e costellato di una nutrita presenza di fauna, per lo più di uccelli. In primavera le fioriture del Parco del Mincio regalano un’atmosfera indimenticabile.

. Ciclovia Meridiana per scoprire in bici l’Appeninno Lucano
La Ciclovia Meridiana attraversa il Parco dell’Appennino Lucano con un tracciato principale ad anello di 295 km (6.110 m di dislivello), prevalentemente su strade a basso traffico,  suddivisibile in due circuiti autonomi. Il sistema include cinque percorsi di intersezione, un anello pianeggiante nella Val d’Agri e un tracciato MTB “La via dell’acqua”. La Ciclovia ricalca parzialmente l’antica Via Herculia.

-La Via dei Templi e dei Borghi” per attraversare in bici la storia della Sicilia
La Via dei Templi e dei Borghi collega Catania, Agrigento e Palermo, attraversando alcune delle zone più suggestive della Sicilia. Questo percorso è pensato per offrire un’esperienza immersiva tra storia, archeologia, enogastronomia e natura, con tappe nei borghi più affascinanti dell’entroterra siciliano.

. Ciclovia del Trasimeno in bici in riva al lago
La Ciclovia del Trasimeno è un percorso ad anello di circa 60 km che abbraccia il lago Trasimeno, ideale per ogni tipo di ciclista. Con i suoi scorci panoramici, i lidi tranquilli e i borghi pittoreschi, rappresenta la cornice perfetta per una vacanza in bici indimenticabile.




Tappa tra le fioriture d’Italia ancora da scoprire

L’arrivo della primavera è il momento perfetto per lasciarsi ispirare e andare alla scoperta di fioriture insolite organizzando un viaggio on the road per il BelPaese, magari in camper per immergersi completamente nella natura.

I mandorli di Agrigento

Ogni anno in primavera la Valle dei Templi di Agrigento ospita la Festa dei Mandorli in fiore. Nella zona patrimonio dell’Unesco infatti, nascono, in mezzo alle rovine, alberi dai fiori rosa che si adattano molto bene al clima di questa terra. Simbolo di speranza, oltre che di ritorno in vita della natura, rendono il paesaggio unico nel suo genere. Originari dell’Asia, questi alberi si diffusero presto in tutto il Mediterraneo grazie al popolo dei Greci.

 I ciliegi in fiore di Vignola 

 Vignola (Modena) offre uno spettacolo straordinario grazie alla fioritura dei ciliegi tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile che colora le campagne per chilometri. Il percorso ideale per assistere a questa magia è la “Via dei Ciliegi”, un itinerario ciclopedonale che permette di ammirare lo spettacolo naturale immersi nella natura. Inoltre, dal 5 al 13 aprile 2025 la Festa dei Ciliegi in Fiore animala città con eventi enogastronomici e culturali.

I crochi di Campo Imperatore

Tra le più affascinanti fioriture in Italia c’è quella dei crochi a Campo Imperatore, in provincia dell’Aquila in Abruzzo. Su questo vasto altopiano il fiore trova il suo habitat ideale. Appena si scioglie la neve, infatti, migliaia di boccioli spuntano e vanno a formare un nuovo manto dalle sfumature viola e bianco.

Le orchidee del Parco Aymerich di Laconi 

In Sardegna, in provincia di Oristano, il Parco Aymerich di Laconi ospita un’incredibile varietà di orchidee selvatiche autoctone, rendendolo un vero paradiso per botanici e amanti della natura. Il parco Aymerich è un’oasi di 22 ettari situata nel  borgo di Laconi. Si tratta del più grande parco urbano della Sardegna caratterizzato da sentieri naturalistici tra innumerevoli specie vegetali grotte, cascate e rovine medievali.
La collina delle peonie a Vitorchiano 

Il Centro Botanico Moutan, situato a Vitorchiano, piccolo borgo medievale della Tuscia viterbese, ospita la più grande collezione al mondo di peonie cinesi, che si estendono a perdita d’occhio su una superficie di quindici ettari, tra lecci, cipressi, querce e ulivi secolari. La collina del centro botanico ogni anno a primavera si trasforma in una tavolozza di colori, da aprile fino ai primi di maggio.

I tulipani di Parco Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, nel Parco Sigurtà, sono presenti tantissime varietà di tulipani che da marzo a fine aprile offrono un’esplosione di colori a perdita d’occhio. Qui si svolge un evento molto amato dagli appassionati di fiori, Tulipanissima: durante questa manifestazione, aiuole e ampi tratti di prato si tingono dei forti e variegati colori dei tulipani.

I meleti in fiore e Castel Cles 

Tra aprile e maggio la Val di Non si trasforma in un tappeto di fiori bianchi grazie alla spettacolare fioritura dei meleti. Un percorso ideale per godere di questa meraviglia è quello che porta da Castel Cles alla frazione di Maiano e al rione di Pez, attraversando i meleti con vista sul lago di Santa Giustina.

Parco della Lavanda di Campotenese, la “Provenza d’Italia” 

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, a Campotenese (frazione di Morano Calabro, in provincia di Cosenza), si estende una coltivazione di lavanda con 60 varietà diverse. La Lavanda Loricata, chiamata anche “Loricanda”, fiorisce tra giugno agosto, creando un paesaggio suggestivo e profumato. Il parco, facilmente raggiungibile, è un vero e proprio paradiso per gli amanti della fotografia, specialmente al tramonto.

Le camelie della Lucchesia


La camelia è un fiore di rara bellezza: grande, a larghi petali sui toni del rosso, del rosa e del bianco; vederla fiorire è uno spettacolo da non perdere. In Italia, è nella Lucchesia che è presente la più grande coltivazione di camelie da fiore. Percorrere questa regione è una gioia per gli occhi ed è perfetta da visitare in questo periodo dell’anno. Nel mese di marzo, inoltre, si tiene la manifestazione “Antiche camelie della Lucchesia” a Sant’Andrea di Compito, piccolissimo borgo toscano dove si trovano vivai e ville con giardini vocati alla coltivazione di camelie da fiore.

 

Il Dente di Leone della Val di Non

Il Tarassaco o Dente di Leone, è una pianta dalle grandi e rinomate virtù. In Alta Val di Non si celebra e festeggia questa pianta, diventata ormai il simbolo della valle, con una manifestazione che si chiama “Le Settimane del Dente di Leone”. Durante le settimane di fioritura di questa pianta, recandosi nella zona di Merano e dintorni, è possibile scoprire le numerose virtù terapeutiche e gustare piatti tipici della tradizione che lo includono come ingrediente.




Erl, il palcoscenico culturale delle Alpi

Erl è un minuscolo piccolo paese della regione austriaca di Kufstein che, grazie alla presenza di due futuristici (e giganteschi) teatri si trasforma in un vero e proprio palcoscenico delle Alpi con enti culturali di eco internazionale. E quest’anno è l’anno giusto per organizzare un viaggio in questo angolo di Tirolo peraltro comodamente raggiungibile in treno da Verona.

Quest’anno, a Erl vanno in scena i “Passionsspiele” che dal 2013 sono inseriti nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell’Umanità quale opera d’arte che contraddistingue e ha contraddistinto nei secoli questa parte dell’Austria. Tutti i sabati e le domeniche compresi tra il 25 maggio e il l 4 ottobre 2025 verranno portate in scena le esibizioni teatrali nel celebre teatro “Passionsspielhaus” costruito 60 anni fa appositamente per recitare la Passione. Si tratta di un teatro dall’incredibile acustica e dal design particolare. Non potendo essere riscaldato è utilizzato solo dalla tardi primavera ad inizio autunno.

Erl minuscolo paese del Tirolo
Immagine per gentile concessione ufficio stampa Kufstein

Dal 1623 a Erl, ogni sei anni, va in scena da maggio a ottobre  al “Passionsspielhaus“(Teatro della Passione)  la rappresentazione sacra della Passione di Cristo che coinvolge praticamente tutto il villaggio tra comparsi, attori e cantanti. Si tratta della rappresentazione teatrale in lingua tedesca più antica al mondo. Da quattrocento anni questa tradizione è portata avanti dagli abitanti Erl, i quali, per salire sul palco nelle antiche vesti di chi conobbe Gesù, non tagliano capelli e barba per parecchi mesi antecedenti i Passionsspiele. Sul paco infatti salgono oltre 600 persone, la metà degli abitanti di Erl, a recitare i Passionsspiele.  Lo stesso Passionsspielhaus ospita fino a 1500 persone, più di tutti gli abitanti di Erl, eppure in occasione della rappresentazione della Passione di Cristo è sempre esaurito. I i numeri hanno dell’incredibile e, anche per questo si ritiene che il Passionsspielhaus sia un punto fondamentale della vita culturale di Erl e di tutto il Kufsteinerland, il territorio tirolese che gravita intorno Kufstein e che comprende anche Erl.
Oltre al “Passionsspielhaus” ovvero “Teatro della Passione” dove per tutta estate vanno in scena i Passionsspiele, Erl vanta un secondo teatro innovativo, dalla forma futuristica: si chiama Festspielhaus e sorge vicino al Passionsspielhaus. Qui si tengono numerosi eventi e festival musicali durante tutto l’anno, rassegne di opere liriche e concerti di musica da camera di alto livello rendendo la regione di Kufstein il “palcoscenico culturale” delle Alpi.

Erl è celebre anche per la Blaue Quelle, una fonte d’acqua molto speciale in quanto si tratta di un luogo energetico. Circa 700 litri di acqua potabile sgorgano dalla terra ogni secondo alla temperatura di 8,1 gradi e alimentano un piccolo laghetto, una sorta di piscina naturale che brilla di tonalità iridescenti di verde, blu e turchese, a seconda di come i raggi del sole illuminano lo specchio d’acqua.

 




Non solo sci ad Arabba

Non solo sci ad Arabba, tappa obbligata del Sellaronda ma anche winter wonderland per passeggiate,  forest bathing e ciaspolate al chiaro di luna.

Ad Arabba, tra il Passo Pordoi e il Campolongo, le piste sono tante, tutte belle e davvero sfidanti:62 km di discese che diventano 480 se si considerano i collegamenti sci ai piedi con le valli vicine, l’accesso diretto ai 1.200 km di piste del Dolomiti Superski, e 5 piste nere tra le più adrenaliniche della Skiarea e dell’intero Dolomiti Superski (da non perdere la Fodoma, uno dei tracciati più spettacolari dal punto di vista tecnico, perfetto per mettere alla prova la propria sciata).  Una settimana bianca ad Arabba lascia anche il tempo di cimentarsi nei due skitour più famosi dell’intero arco alpino: Sellaronda, il famoso “giro dei quattro passi” lungo ben 40 km, e quello della Grande Guerra, un anello sciistico di circa 80 km che gira attorno al Col di Lana e deve il suo nome al fatto che attraversa i luoghi che hanno visto soldati italiani ed austroungarici combattere l’uno contro l’altro nella Prima Guerra Mondiale.

Il forest bathing di Arabba diventa una pratica di meditazione guidata con l’unico obiettivo di prendersi del tempo per se stessi e imparare a riattivare i propri sensi per una vita più consapevole. Anche una ciaspolata tra gli alberi carichi di neve su sentieri poco battuti può diventare un’esperienza meditativa: in contatto totale con la natura lo spirito si ritempra, il respiro scandisce i passi sul manto innevato e il cuore si apre ad ogni vista spettacolare. Consigliata la passeggiata da Passo Campolongo in direzione Passo Incisa. E dopo il calar del sole Arabba diventa un luogo pieno di magia con l’appuntamento “Lanternando”, una camminata notturna attraverso i boschi, accompagnati da una guida alla scoperta dei segreti e delle particolarità del territorio. Muniti di lanterne ci si inoltra tra gli alberi del bosco, e ci si ferma ad ascoltare i rumori degli animali che lo popolano e le storie e le curiosità raccontate dalla guida alpina locale. Partenza alle 20.30 e rientro intorno alle 22. La Colm de luna, luna piena poi in ladino-fodom, crea sempre un’ambientazione magica sulle Dolomiti, per questo la ciaspolata al Colm de luna è un itinerario emozionante che con le racchette da neve porta alla scoperta degli angoli più scenografici della Valle di Fodom. Massimo 11 partecipanti. Ritrovo alle ore 17:45.

Da non perdere infine l’escursione di sci alpinismo che dal suggestivo Castello di Andraz porta al monte Sief, a 2424 metri di quota. Un’esperienza naturalistica e culturale che si svolge nel gruppo del Col di Lana, teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale.




Tutte le terme della Polonia

Perché andare per terme in Polonia? Innanzitutto perché il paese, facilmente raggiungibile dai maggiori aeroporti italiani, offre una tradizione secolare nel turismo termale e una vasta scelta di destinazioni a prezzi accessibili tra spa, pachi termali e centri benessere diffusi dalle cime dei Monti Tatra, ai laghi fino alla costa baltica.  Con oltre 30 centri, la Polonia è uno scrigno di sorgenti termali calde di acque minerali, ricche di proprietà terapeutiche e risorsa per il benessere e la salute, oltre ad avere una lunga esperienza nei trattamenti naturali come i bangi di fango, toccasana per le articolazioni e la pelle.

Ai piedi dei Monti Tatra: Terme di Chocholow, Terme Bukovina e Terma Bania
Le Terme di Chocholow nella regione montuosa di Podhale grazie alle acque termaliacque sulfureeacque salate iodate ricche di minerali e con temperature che raggiungono i 36 °C, sono perfette per rigenerarsi con oltre 3mila metri quadrati di relax.  A pochi chilometri  da Zakopane,capitale invernale della Polonia, le terme rappresentano una soluzione per chi cerca una vacanza che unisca benessere, sport e natura. Le Terme Bukovina vantano invece 20 piscine alimentate da acqua altamente mineralizzata con temperatura che varia tra i 30 e i 38  gradi. Alla Terme Bania di Bialka Tatrzanska, infine, l’acqua  ricca di minerali, tra cui solfuri, silice, potassio, calcio, magnesio e ferro, scorre in 15 piscine ricreative interne ed esterne di acqua geotermica a una temperatura di 34 – 38  gradi e con vista sui Monti Tatra. E se il relax non basta,a  poca distanza dalle Terme Bania si scia.

Terme Malta
Sulle rive del lago Malta, nel centro di Poznan, le Terme Malta (Termy Maltanskie) utilizzano acque geotermiche naturali nei tre ambienti in cui sono suddivise: Aquapark, Sports Pools, Sauna World. Completano la struttura, un complesso di piscine olimpioniche e l’Aquapark che offre tutti i tipi di attrazioni acquatiche, con scivoli di vari gradi di difficoltà, una piscina a onde, acqua geotermica e idromassaggi rilassanti.

Terme di Szczawnica
Le Terme di Szczawnica, nel Parco Nazionale di Pieniny, sono note per i trattamenti delle vie respiratorie, oltre a costituire una meta ideale per passeggiate nel parco e escursioni lungo il fiume Dunajec.

Terme Cieplickie
Le Terme Cieplickie sono un complesso di piscine sportive e ricreative situate a Jelenia Gora, nella provincia della Bassa Slesia ai piedi dei Monti dei Giganti. Ideali per i trattamenti al sistema muscolo-scheletrico e alle malattie della pelle, la destinazione è una delle più antiche della Polonia a proporre turismo termale. Le acque sono poco mineralizzatefluorurate e silicee. Inoltre, per bilanciare la composizione dell’acqua nelle vasche delle piscine, viene utilizzata anche l’acque calde provenienti da sorgenti sotterranee di trivellazione. Le proprietà salutari uniche di queste acque sono note da centinaia di anni: previene la formazione di calcoli nel sistema urinario, aumenta la mineralizzazione ossea, previene la carie, aumenta la minzione e la diuresi e ha proprietà antibatteriche. Le piscine e le vasche idromassaggio sono riempite con acqua ad una temperatura ottimale tra 27 °C e 36 °C.

 




Murcia, eredità millenaria e fiesta

Ci sono tanti motivi per visitare Murcia, nel Sud-Est della Spagna che celebra i 1200 anni dalla sua fondazione ad opera dell’emiro Abderramán II:  l’eredità culturale, l’enogastronomia e ancora di più le feste. Murcia, allora Medina Mursiya, è divenuta fin da subito un  importante centro economico grazie alle tecniche idrauliche che ne hanno sfruttato la vicinanza del fiume Segura alla città, creando una complessa rete di canali di irrigazione, condotte, dighe, ruote, idrovore e acquedotti che servirono per sfruttare le risorse della fertile pianura del Segura. Fu così costruita una città con 90 torri difensive e 16 porte d’ingresso di cui si conservano ancora alcuni resti e, nel corso del XII secolo, Murcia fiorì come importante centro economico e politico, con la realizzazione di numerose opere pubbliche, edifici religiosi e fortezze.
Cattedrali e antichi palazzi La città vecchia si estende lungo Segura, con strade ricche di storia che conservano i nomi delle antiche corporazioni che vi avevano sede,  Platería, Trapería e Vidrieros.  Sulla piazza del Cardenal Belluga si ergono due gioielli architettonici di Murcia: il Palazzo Episcopale con facciata rococò e cortile churrigueresco, e la Cattedrale. costruita a partire dalla fine del XIV secolo e caratterizzata da una sovrapposizione di stili. Il barocco a Murcia è ampiamente rappresentato da edifici religiosi come la chiesa della Merced, la chiesa convento di Santa Ana, la chiesa di Santo Domingo, San Nicolás e San Miguel. Va
Celebrazioni  Gli eventi che si susseguono nel corso dell’anno sono un’occasione perfetta per esplorare la città. Dalla Settimana Santa, al curioso Funerale della Sardina, sfilata popolare che risale al 1850, quando un gruppo di studenti decise di formare un corteo presieduto da una sardina che simbolizzava il digiuno e l’astinenza,al Bando de la Huerta, che da oltre centocinquanta anni si tiene il primo martedì dopo Pasqua e  rappresenta un’esaltazione della gastronomia e del folclore della regione, con sfilate, costumi tradizionali, degustazione di prodotti tipici e lettura di versi in panocho (il dialetto della campagna). A 1.200 anni dalla fondazione della città, Murcia continua a celebrare ogni settembre (dall’8 al 15 settembre) la sua Festa dei Mori e dei Cristiani, riconosciuta già come Festa di Interesse Turistico Nazionale le cui origini risalgono  al XV secolo. La Festa dei Mori e dei Cristiani di Murcia ricorda due grandi eventi, la fondazione della città di Murcia nell’anno 825 da parte di Abderraman II e la consegna delle chiavi dei musulmani all’Infante di Castiglia e poi al re Alfonso X Il Saggio, nel 1243.  Le Feste dei Mori (i Romani li chiamavano Mauros, poiché provenivano dalla Mauretania, che per loro era l’intera Africa settentrionale) e dei Cristiani, sono molto popolari in Spagna. Si stima che siano più di 220 le città che ne celebrano. A Murcia la giornata principale della Festa dei Mori e dei Cristiani è quella del sabato in cui si tiene la grande parata. La domenica si svolge l’Ambasciata (una rappresentazione che trae origine dal teatro popolare dei secoli XVI, XVII e XVIII) della Fondazione di Murcia, in Plaza del Cardenal Belluga, con l’attuale Cattedrale e l’antica moschea sullo sfondo. Il lunedì, invece, è la volta dell’Ambasciata della consegna delle chiavi, in occasione della quale viene inscenato l’ingresso trionfale dell’Infante Alfonso di Castiglia a Murcia, per poi ricevere le chiavi della città. Durante i giorni della festa, ci sono molti altri eventi: dai queimadas alle presentazioni di portabandiera e re, dai tornei di scacchi alle processioni del pane, oltre all’offerta di fiori e alla presentazione dei bambini nati l’anno precedente alla Vergine di Arrixaca. E ogni giorno, al calar della sera, mori e cristiani si riuniscono, ancora una volta, nell’Accampamento Medievale, situato accanto al Paseo del Malecón, dove ogni cabila o mesnada ha il suo spazio, un luogo di incontro, divertimento e convivenza, con diverse specialità gastronomiche .
Gastronomia La gastronomia murciana vede come protagonisti stufati e piatti tipici come il pisto huertano (con peperoni, cipolle e pomodori), lo stufato di ceci e bietole o lo zarangollo (zucchine, uova e cipolle), accompagnati da vini a denominazione di origine di Murcia, Bullas, Yecla e Jumilla.



Helsinki festeggia gli 80 anni dei Moomin

I Moomin  (o Mumin), tra i personaggi più amati della cultura finlandese creati da Tove Jansson, festeggiano i loro primi 80 anni a Helsinki.

Simili a ippopotami bianchi, i Moomin  compaiono in una serie di libri illustrati per bambini pubblicati dalla casa editrice Schlidts a partire dal 1945 e da allora sono stati tradotti in più di cinquanta lingue (italiano compreso) oltre ad essere diventati protagonisti di serie tv, spettacoli e cartoni animati. Il primo libro, ottant’anni fa alla fine della seconda guerra mondiale, vedeva i Moomin  cercare un posto sicuro per la famiglia per poi trovarlo nella Moominvalley.

Helsinki, luogo di nascita della scrittrice e illustratrice di queste creature (e non solo), celebra l’anniversario della famiglia che è diventata vera e propria icona finlandese con due esposizioni tutte da scoprire, insieme alle innumerevoli opportunità per esplorare la città ripercorrendo le orme di Tove Jansson. “La porta è sempre aperta”, tema scelto per festeggiare il compleanno dell’icona finlandese, evidenzia i valori di eguaglianza, inclusione e aperture che hanno ispirato il lavoro e la vita dell’artista. Tutti infatti sono benvenuti nella valle dei Moomin, indipendentemente dall’età, dalla provenienza e dall’identità.

I Moomin all’Ham Helsinki Art Museum  “Tove Jansson: Paradis” è la mostra dedicata all’Ham di Helsinki aperta fino al 6 aprile.  L’esposizione celebra il lavoro di Jansson con oltre 180 opere inclusi, per la prima volta, i murales creati dall’artista tra il 1940 e il 1950. L’Ham ospita anche una galleria permanente dedicata a Jansson con lavori esposti a rotazione.

I Moomin all’Architecture and Design Museum Helsinki A ottobre è prevista una esposizione presso l’Architecture e Design Museum di Helsinki che punta ad esplorare la visione dell’artista sul design iniziando proprio dal mondo accogliente, sicuro e pieno di gioia creato nei Moomin.

Il Moomin Museum di Tampere Uscendo dalla capitale finlandese, a Tampere, il museo ospita esposizioni che mettono in relazione la vita di Tove Jansson con le storie di queste creature fantastiche oltre a disegni, dipinti e bozzetti originali dedicati a queste creature.

Il Moomin World di Naantali e la Moomin Ice Cave di Leppävirta Nei pressi di Turku, a Naantali, il parco a tema di apre nella stagione estiva, mentre, verso Kuopio, presso la Moomin Ice Cave di Leppävirta si scende nella  grotta sotterranea, situata a 30 metri sotto terra per ammirare le sculture di ghiaccio e provare lo scivolo di ghiaccio.

 




Da Nova Gorica ai territori di confine

La nomina di Nova Gorica e Gorizia come Capitali Europee della Cultura (o meglio come prima Capitale europea della cultura transfrontaliera ) offre l’occasione ideale per esplorare queste terre di confine. Le due città non potrebbero apparire più diverse. Una, sul lato italiano, si sviluppa a partire da un centro storico medievale dominato da un castello in cima a una delle colline che costellano la destra  del fiume Isonzo; l’altra, slovena, è invece una città orientata tutta al futuro o, almeno, a quello che alla metà del Novecento si pensava il futuro sarebbe stato.

Nova Gorica, che i locali chiamano Gorica (mentre quella italiana è identificata come Stara Gorica, Gorizia Vecchia) è nata solo nel secondo dopoguerra, per dare un capoluogo a tutta quell’area del goriziano che nel 1947 era stata assegnata alla Jugoslavia. Concepito dall’architetto sloveno Edvard Ravnikar,  il nuovo agglomerato urbano si è fin da subito configurato come un manifesto del modernismo socialista, fatto di ampie prospettive e caseggiati in cemento armato, proiettato a un’idea di futuro che appare mai però del tutto compiuta.

Un’altra idea di futuro era quella che avevano avuto, qualche decennio prima, gli Austriaci, artefici della ferrovia Transalpina che collegava, in epoca asburgica, quella che oggi è Nova Gorica a Trieste e Salisburgo, allora tutte parte dello stesso Impero.

L’elegante e monumentale edificio insiste sulla piazza omonima, attraversata durante il secolo scorso dal confine non solo tra la Slovenia jugoslava e l’Italia, ma anche tra blocco occidentale e blocco orientale. Qui, dove permane una placca in memoria di questa stagione passata, simbolo oggi di unione e della neonata Capitale Europea della Cultura, correva una cortina di filo spinato che per decenni ha invece diviso le due Gorizie.

Terre di confine: Isonzo, Brda e Valle del Vipava La nomina di Nova Gorica, insieme a Gorizia, a Capitale Europea della Cultura  è un’occasione di scoperta non solo per le due città, ma anche per tutti i territori di confine che le circondano: Brda, ad esempio, una regione di frontiera che prende il nome dai colli che ne tratteggiano il profilo (nella parte friulana si chiama, non a caso, Collio) e tra le regioni vinicole da scoprire nel mondo. Oltre alla cultura enogastronomica che ha dato vita a marchi come Brdalicious, Brda si distingue anche come destinazione escursionistica. Da qui infatti passano due tappe del Alpe Adria Trail, due tappe del Juliana Trail e il Sentiero della Pace sul monte Sabotino).

Appena fuori dall’abitato di Nova Gorica si apre la Valle del Vipava (Vipacco), una terra di vini pregiati dove a dominare è il bianco autoctono Zelèn, contraddistinto da riflessi verdolini e note fruttate di mela e pera: Vipava è il luogo perfetto da esplorare a piedi o in bicicletta tra le sue  colline. Nel monastero francescano di Kostanjevica riposa infine, insieme alla sua famiglia, l’ultimo Re di Francia della dinastia borbonica, Carlo X. Il re, deposto dalla rivoluzione del 1830, fece di Gorizia l’approdo del suo esilio.  Tra i simboli di questa terra, è immancabile la vista sulla valle e sul fiume Isonzo dal ponte di Salcano, il più grande ponte ferroviario sospeso in pietra del mondo che in estate diventa l’unico luogo in Slovenia dove è possibile praticare il bungee-jumping.

Enogastronomia senza frontiere  L’occasione per organizzare un fine settimana a Nova Gorica e nei territori di confine potrebbe essere ispirata da alcuni eventi come: Le Giornate delle Cantine Aperte (15-16 giugno) in cui 37 viticoltori di Brda aprono le loro cantine ai visitatori e Gusti senza frontiere (26-28/09/2025) che unisce il Borderless Beer, un evento che si tiene tradizionalmente nel Piazzale della Transalpina – trg Evrope, dove un bar è diviso esattamente a metà dal confine tra Slovenia e Italia e  uno dei più grandi festival enogastronomici della regione, Gusti di Frontiera a Gorizia.