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Vistaterra: il progetto scommessa di Manital

di Giuliana Tonini – Il 24 settembre, nella cornice dello spazio Slow Food dell’Expo di Milano, è stato presentato il nuovo, affascinante e promettente progetto di Manital, la società consortile di Ivrea, perno dell’omonimo gruppo Manital, leader nel settore del facility management (manutenzione e gestione di servizi integrati).
L’essenza dell’ultima fatica del gruppo fondato dall’imprenditore Graziano Cimadom nel 1993 è tutta nel nome del progetto: Vistaterra – L’agriparco che abbraccia il castello.
Sì, perché Manital – che, pur nell’attuale periodo di crisi, dati alla mano, sta andando a gonfie vele – ha intenzione di investire 40 milioni di euro nella creazione di un polo turistico e di produzione agricola nel Canavese, nel comune di Parella, tramite la ristrutturazione e riqualificazione del Castello San Martino e del contiguo storico parco.
Il sito sarà operativo nel corso del 2016.
Ci hanno illustrato l’iniziativa lo stesso Graziano Cimadom e Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Slow Food e l’Università di Scienze Gastronomiche, infatti, saranno coinvolti nel progetto sia nella selezione e distribuzione di eccellenze sul territorio sia nella formazione di personale altamente qualificato che possa rispondere al meglio alle esigenze di una clientela sempre più attenta ai valori della sostenibilità e della biodiversità.
L’iniziativa attira l’attenzione già dall’accattivante e azzeccatissimo nome. Come gli ospiti di una struttura in una località marina godono della vista mare delle loro camere, così chi alloggerà nel castello di Parella potrà godere di una splendida vista terra, la terra del Canavese.
Ma non sarà un polo turistico qualunque. La cosa che più sta a cuore agli ideatori del progetto è che l’agriparco sia tre volte sostenibile: dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Prima di tutto, nell’ambito della sostenibilità sociale, Vistaterra si propone di diventare un polo di attrazione sul territorio del Canavese e di generare un’economia di filiera radicata sul territorio stesso, dando visibilità alle aziende locali e attirando investimenti.
Sin dall’inizio del progetto, inoltre – quando, nel 2011, Manital ha acquistato la tenuta e il parco circostante – è sempre stata prestata la massima attenzione alla sua sostenibilità ambientale. Per la ristrutturazione del Castello San Martino sono stati utilizzati materiali locali o nazionali, e tenendo ben presente il ciclo di vita dei prodotti e il conseguente impatto sull’ambiente. E per la riqualificazione dell’area parco sono stati impiegati materiali naturali e riciclabili che consentano il minimo impatto sullo stato dei luoghi e la totale reversibilità degli interventi.
Dal punto di vista della sostenibilità economica, infine, si prevede un positivo impatto occupazionale, grazie all’impiego di circa 120 persone oltre a figure stagionali e personale extra staff, una valorizzazione di prodotti agroalimentari a kilometro zero, di cui beneficeranno in particolare i produttori e i fornitori locali, e la creazione di sinergie con imprese del settore agroalimentare.
Ma non sarà solo il territorio del Canavese a godere di Vistaterra. Guardiamo ora il progetto dal punto di vista dei futuri visitatori. Già a elencare le cose che l’agriparco offre verrebbe voglia di andarci subito.
Sì, perché il visitatore avrà a disposizione una residenza di charme, un ristorante gourmet, una spa accessibile a tutti, che siano o meno ospiti del castello, un birrificio artigianale con annessa birreria, un’enoteca concepita come luogo di incontro e confronto per enologi professionisti o amatoriali, degli orti per la coltivazione di prodotti a kilometro zero direttamente acquistabili dalla clientela, delle botteghe con una proposta di prodotti artigianali e sempre a kilometro zero, dei laboratori artigianali, un biolago balneabile e un garden center. Tutto all’insegna della sostenibilità.
Più di così…
Last but non least, altre due perle di Vistaterra sono il vigneto e i vivai canavesani. Manital ha provveduto a ripristinare i preesistenti terrazzamenti per riportare al precedente splendore la vigna all’interno del parco e a piantare duemila barbatelle di Erbaluce, vitigno autoctono piemontese e caratteristico proprio del Canavese. E ha riunito al parco del castello i vivai canavesani voluti negli anni Cinquanta da Adriano Olivetti, l’eporediese orgoglio dell’imprenditoria italiana.
Non ci resta quindi che aspettare il 2016 per andare a visitare Vistaterra!

Sito web: www.manital.it




Viaggio sulle orme della grande Elisabetta I

di Giuliana Tonini – Ognuno di noi ha uno o più personaggi del passato, recente o lontano, che ammira o verso cui nutre comunque un grande interesse, e di cui vuole sapere tutto. E così legge tutte le biografie e i saggi che riesce a trovare, visita mostre e musei, vede documentari e film, fa ricerche sul web.
Il mio personaggio è Elisabetta I d’Inghilterra, la straordinaria regina vissuta nel XVI secolo. Figlia dell’arcinoto Enrico VIII e di Anna Bolena, in uno dei periodi più turbolenti della storia d’Europa ha regnato saldamente sull’Inghilterra per quasi 45 anni, dal 1558 al 1603, fino alla sua morte, avvenuta per vecchiaia e nel suo letto, in tempi in cui – tra tradimenti e congiure – non era raro, per un re e per chi gli stava vicino, fare una brutta fine.
La sua nascita, il 7 settembre del 1533, ha scatenato l’ira del padre, che era arrivato a provocare lo scisma anglicano pur di risposarsi e avere l’agognato erede maschio cui trasmettere il regno, ed è costata la testa alla madre, che dopo Elisabetta ha avuto solo alcuni aborti.
Sicuramente Enrico VIII si sarebbe comportato diversamente se avesse potuto sapere che quella inutile femmina, quella beffa del destino, sarebbe passata alla storia come uno dei più grandi monarchi che l’Inghilterra abbia avuto.
Era dotata di grandi abilità politiche e il suo regno è stato caratterizzato da relative prosperità e pace, anche per quanto riguarda i contrasti religiosi (‘relative’ considerata l’epoca, ma in ogni caso in misura maggiore rispetto ai precedenti regni), da un incremento del commercio internazionale e delle esplorazioni, e da un vero e proprio fiorire della letteratura. Shakespeare, ad esempio, ha fatto il botto durante il suo regno. Non per niente, quindi, l’era elisabettiana è definita The Golden Age.
In politica estera ha gestito al meglio la grave crisi con la superpotenza mondiale di allora, la Spagna, fino alla storica e sorprendente vittoria, nell’estate del 1588, sull’Invencible Armada, la mastodontica flotta spagnola sconfitta nella Manica dalle piccole navi inglesi comandate dal famoso navigatore-corsaro Francis Drake. Scongiurando così l’invasione, la conquista e l’asservimento dell’Inghilterra, inviolata dai tempi dell’invasione normanna di Guglielmo il Conquistatore, nel 1066. E a tutt’oggi inviolata via mare. Tanto per intenderci, se l’Inghilterra fosse stata conquistata dalla Spagna, non si sarebbe sviluppata come nazione indipendente nella politica, nel commercio e nelle esplorazioni, e molto probabilmente non ci sarebbero state le colonie inglesi, l’impero britannico e… gli Stati Uniti d’America. Da qualche parte ho letto che Elisabetta I è stata il Winston Churchill del XVI secolo. Beh, anche solo per rigore cronologico, direi invece che Sir Winston è stato l’Elisabetta del XX secolo!
Ha avuto diversi favoriti e almeno un grande amore, Robert Dudley, il Conte di Leicester, ma non si è mai sposata, alimentando così il mito della Regina Vergine. Per mantenere saldo il regno nelle sue mani, al riparo da interferenze politiche interne o da parte delle potenze straniere, non ha mai preso realmente in considerazione e comunque portato a termine i negoziati di matrimonio – veri e propri accordi politici – con nessuno dei numerosi nobili inglesi, compreso il Conte di Leicester, o principi stranieri che hanno provato per decenni, tramite il matrimonio, a mettere le mani sulla corona inglese.
Sono consapevole che, molto probabilmente, come persona non è stata certo una santa, ma io la adoro lo stesso.
Ovviamente la mia casa è piena di biografie, saggi, articoli, cataloghi di mostre a lei dedicate, cartoline e stampe. Il pezzo forte sono le raccolte dei suoi stessi scritti – poesie, lettere, discorsi, preghiere, traduzioni – alcuni dei quali composti in italiano (adorava letteralmente la cultura, la lingua e i costumi italiani). Ho visto in TV, DVD o youtube tutti i film, sceneggiati a puntate, documentari che ho trovato (per chi fosse interessato, il film migliore, a mio giudizio, è ‘Elizabeth I’, con Helen Mirren e Jeremy Irons).
Ma non mi fermo qui. Ogni volta che vado in Inghilterra mi piace dedicare un po’ di tempo a quello che io chiamo il ‘pellegrinaggio elisabettiano’. Cioè visito luoghi significativi della sua storia.
Ad esempio, ogni volta che sono a Londra, è per me un must fare la mia tradizionale puntata alla National Portrait Gallery, dove, nella sala Tudor, ci sono diversi ritratti di Elisabetta. I dipinti a disposizione della NPG sono parecchi, la sala è relativamente piccola e quindi la galleria fa una sorta di rotazione nell’esposizione. Ma, fortunatamente, uno dei miei due preferiti in assoluto, il ritratto dell’Incoronazione, è sempre lì e ogni volta lo posso ammirare da vicino. Qualche anno fa sono tornata nell’Abbazia di Westminster, sia per visitarla bene di nuovo (l’avevo vista per la prima volta molti anni fa) sia perché è lì che Elisabetta è stata incoronata, lì c’è ancora il trono dell’incoronazione, usato per secoli per ogni nuovo re, e lì c’è… Elisabetta ‘quasi’ in persona. In una zona della chiesa c’è la sua tomba monumentale. Lì è sepolta assieme all’odiata sorellastra Mary I, la regina che l’ha preceduta, la famigerata Bloody Mary. Quando ci sono stata, sul mausoleo qualcuno aveva messo una rosa. Giuro che non sono stata io. Evidentemente prima di me era passato un altro ‘fan’.

Sono tornata a Londra, in vacanza, lo scorso agosto e, oltre all’immancabile passaggio alla NPG, questa volta sono andata in pellegrinaggio-gita ad Hatfield, nell’Hertfordshire, dove, in un bellissimo parco aperto al pubblico, c’è una parte dell’Old Palace, un palazzo in cui Elisabetta ha vissuto molti anni, e ha attraversato parecchie tribolazioni, prima di diventare regina.
Il parco è di proprietà del Conte di Salisbury, così come Hatfield House, la grande villa fatta costruire all’inizio del XVII secolo da Robert Cecil, Conte di Salisbury, che per ultimo ha ricoperto il ruolo di primo consigliere di Elisabetta, negli ultimi anni del suo regno. La casa contiene due tesori per gli ammiratori di Elisabetta. Uno è il ritratto dell’Ermellino, il mio preferito in ex aequo col ritratto dell’Incoronazione, e l’altro è il ritratto dell’Arcobaleno. Ma il pezzo forte è nel parco: l’Elizabeth Oak, la Quercia di Elisabetta. È un albero di quercia piantato da Elisabetta II nel 1985 nel luogo dove c’era quella sotto cui si trovava Elisabetta I quando è stata informata di essere diventata regina. Ovviamente io ho delle mie foto accanto all’Elizabeth Oak.
Anche per i non ‘elisabettiani’, Hatfield House e il parco valgono comunque una visita, soprattutto per chi già conosce bene i parchi di Londra e ha voglia di vederne uno nuovo poco fuori città.
Alcune mete ideali dei miei giri non ci sono più, come alcuni palazzi che hanno attraversato anche la sua epoca e in cui Elisabetta ha trascorso molto tempo. Ad esempio quelli di Greenwich, dove è nata in quell’infausto giorno per Anna Bolena, di Richmond, dove è morta nel 1603, e di Whitehall. Rimane Hampton Court, che ho visitato molti anni fa quando non avevo ancora sviluppato questo mio ‘culto’ e che sicuramente tornerò a vedere in futuro. Come tornerò nella Torre di Londra, oggi sempre piena di allegri turisti che vanno a vedere i gioielli della corona e si fanno fotografare con i beefeater, ma una volta terrificante luogo di prigionia e di tortura. Anche Elisabetta è stata tenuta prigioniera nella Torre, e ha rischiato il patibolo, accusata di essere a capo di una congiura nei confronti della sorellastra Mary, allora regina. E per entrarci è stata portata attraverso l’ancor oggi ben visibile Traitor’s Gate, da cui, prima e dopo di lei, sono passati parecchi altri ‘traditori’ molto più sfortunati, che non hanno scampato la condanna a morte.
Peccato che nel 2003 non avessi ancora letto la prima biografia, quella che mi ha fatto scoppiare la passione. In occasione dei 400 anni dalla sua morte è stata allestita una splendida mostra a lei dedicata nel National Maritime Museum di Londra, dove un tempo si trovava il palazzo di Greenwich. Sarei corsa sparata a vederla. Mi sono accontentata di prendere su Amazon il libro-catalogo della mostra. Che cosa mi sono persa!
Per il futuro scoverò di sicuro qualcos’altro a Londra e per i pellegrinaggi fuori porta per ora ho già in mente due mete. A Woburn, nel Bedfordshire, c’è un museo con il ritratto dell’Armada, che celebra la straordinaria vittoria sulla Spagna. E poi c’è Tilbury, la cittadina alla foce del Tamigi che ha per secoli svolto la funzione di bastione difensivo. C’è ancora una fortezza. A Tilbury, quando, nell’agosto del 1588, l’invasione da parte della Spagna sembrava inevitabile, Elisabetta, invece di stare al sicuro da qualche parte a Londra o altrove, ha raggiunto i suoi soldati nell’accampamento vicino alla fortezza e li ha arringati e incitati con un discorso che tutti gli appassionati di quel periodo storico conoscono come il Tilbury Speech. E che in un passo dice ‘So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re. Non solo, di un re d’Inghilterra’.
Nel bene e nel male, è stata una grande. E non è un caso che questo articolo-tributo sia pubblicato su Cosmopeople oggi, 7 settembre. È il ‘compleanno’ di Elisabetta, 482 anni gloriosamente portati. Happy Birthday, Your Majesty Queen Elizabeth!




Un pranzo a Triora, il paese delle streghe

di Emanuele Domenico Vicini – Una tradizione, tra le più radicate nei secoli passati, definisce Triora come un centro di tradizione stregonesca.

Queste leggende che, va detto, hanno tra il 1587 e il 1589 generato alcuni dei più gravi processi ai danni di donne, condannate per aver causato epidemie di bestiame, piogge mefitiche e compiuto atti di cannibalismo, oggi sono solo materia turistica.

Ecco allora una simpatica domenica di festa, verso la fine di agosto, quando i villeggianti della costa balneare, forse un po’ troppo assuefatti alla tintarella, hanno desiderio di qualcosa di nuovo e si concedono una gita nell’entroterra. Non mancano, poi, come è doveroso, molti “prodotti tipici”: dai liquori della streghe, agli unguenti, al più vario merchandising che attinge, necessariamente, per mancanza di altri riferimenti iconografici, all’immaginario di fate, folletti e gnomi.

Triora oggi è un ridente e fresco borgo che domina la Valle Argentina, una delle più caratteristiche e affascinanti del Ponente Ligure. Lo si può visitare perché ci diverte il mondo delle streghe e tutto quanto gli sta intorno, ma forse, vale la pena passarci una giornata per ammirare la sua architettura, arroccata su speroni di falesie, dove il complesso intreccio di volte e archi permette di sostenere case in pietra e un castello nella parte alta del borgo. Sono i segni evidentissimi di un passato come rocca difensiva, spesso contesa tra i potentati liguri e piemontesi, luogo tutt’altro che secondario nella geografia politica dell’europa medievale e moderna, passaggio obbligato per salire, con merci e commerci, dalla costa alle alte valli delle Alpi Marittime.
La storia più recente ha visto un progressivo spopolamento, come è accaduto in moltissimi altri centri dell’entroterra ligure, dove la fatica della vita di campagna è stata spesso barattata con le (soltanto apparentemente) più agevoli attività turistiche marine. Oggi Trioria è ridotta a poche centinaia di abitanti, che crescono durante l’estate, quando molti villeggianti, che amano il silenzio, la pace e non cercano la movida costiera, la raggiungono per periodi di vacanza.

Nella quiete delle sue strette vie, rinfrescate dalla pietra delle case, proprio all’inizio della parte più antica del paese, si trova un delizioso ristorante, decisamente uno dei migliore della vallata: L’Erba Gatta (www.erbagatta.it). Condotto in stile familiare, il ristorante nasce all’insegna della riscoperta di piatti e sapori locali: dai formaggi di malga, alla verdura (che nella valle, grazie alla ricchezza di acque e alle caratteristiche del terreno cresce buonissima), dalle paste fatte in casa alla selvaggina.

Queste terre godono di una condizione eccezionale, data dal clima alpino asciutto e fresco (sopra Triora si raggiungono rapidamente i 2000 metri e in alcuni giorni limpidi da quelle vette si vede il mare), che si fonde con i tratti mediterranei della costa, calda e temperata. Questo matrimonio d’amore, tra Alpi e mare ha permesso non solo una condizione di vita assolutamente favorevole, ma ha anche contribuito a generare tradizioni culinarie molto originali, semplici ma estremamente sane e raffinate.

L’Erba Gatta ha colto il senso di questa storia e lo ha saputo riproporre al palato moderno. Le carni della selvaggina di montagna si cuociono nelle verdure cresciute alla luce della riviera; il condimento principe è l’extravergine di oliva taggiasca; lo stoccafisso, ovvero il merluzzo essiccato, pesce tradizionalmente povero della gente ligure, viene legato con le patate di collina, nella versione più moderna del branda cujon, piatto che sprigiona sapori e aromi di notevole fascino e che soddisferà i palati più esigenti. Il tutto innaffiato con vini locali (ormeasco, rossese, pigato o vermentino) che aggiungono una nota di grande valore al pranzo. Nella bella stagione si mangia all’aperto, nel portico esterno, con una impagabile vista sulla valle; d’inverno si gode del calore delle sale interne.

In ogni caso, una giornata a Triora e un pranzo all’Erba Gatta sono una bellissima occasione per un tuffo nella storia del ponente ligure e nelle sue più prelibate tradizioni culinarie.

 




Nizza, la geometria della bellezza

di Emanuele Domenico Vicini – I caldissimi giorni di questo agosto non invogliano a spostarsi da un luogo di villeggiatura, magari ben ventilato e fresco, e conquistato dopo mesi di lavoro. Se però vi trovate sulla riviera ligure di ponente e volete staccare dalla routine del mare nostrano, o se, ancora immersi nella calura urbana, decidete di regalarvi una gita in giornata, Nizza sia la vostra meta.

Nella luce estiva, piena, calda, che tutto inonda e non pare lasciar luogo ad altro, Place Masséna, centro di Nizza, si staglia, rigorosissima nei suoi portici alla piemontese, bianchi e rubino. Molto discreti perché rivelano, ma non ostentano la ricchezza dei bellissimi negozi, sono figli di un’urbanistica di marca sabauda ottocentesca, capace di esprimere, nelle forme regolari e ritmate, eleganza, ricchezza, il senso di sicurezza e organizzazione di uno Stato che voleva mostrarsi efficiente e solido.

Rivolta verso il mare, la piazza non lo guarda direttamente, protetta dalle case della città vecchia, nata e cresciuta nei secoli intorno al primitivo borgo di pescatori: alti palazzi squadrati, su vie strette e piccole, oggi animatissime da botteghe caratteristiche e da centinaia di piccoli locali.

Il contrasto pieno-vuoto è potente: i piccoli spazi freschi e ombrosi, addolciti dalla brezza marina, che li attraversa in ogni ora della giornata, e la grande piazza alla piemontese, ariosa, elegante, segno di una modernità che via via si è impadronita di Nizza dalla fine del XIX secolo a oggi e ne ha segnato la fortuna.

Dopo aver fatto quattro passi in mezzo alle due grandi platee a fontana, ai lati della piazza, dove getti d’acqua (a spruzzo o vaporizzata) vi rinfrescano letteralmente da capo a piedi, intuite anche il senso urbanistico di questo spazio di rigorosa geometria, ponte tra la città vecchia a levante e quella nuova, a ponente.

Fronte al mare, prendete a sinistra, a levante appunto, e immergetevi nella parte più vecchia di Nizza. Se è lunedì, davanti a voi, dopo pochi passi, si dispiega uno dei più ricchi ed variopinti mercati dell’antiquariato della zona. Sono centinaia di bancarelle disseminate lungo Cours Saleya. La calca è notevole, ma il caldo sopportabile perché ormai siete vicino al mare e l’aria si fa più fresca anche quando, a mezzogiorno preciso, il cannone vi avvisa che ci inoltriamo nel meriggio. Qui trovate di tutto, dalla paccottiglia più varia a libri d’arte di ogni sorta, dalle tovaglie della nonna ai mobili stile impero. Ma i veri pezzi forti sono gli arredi da tavola. Alcune bancarelle vi offrono Limoges completi (certo, a prezzi non proprio competitivi), o infiniti servizi di posate in varie leghe di argento che brillano nella luce agostana. Sono pezzi del più vario design dal Christofle, allo stile impero, dal déco alle forme più snelle del dopoguerra, raccolti in piramidi di cucchiaini e forchette, coltelli e posate di servizio. Si rischia di perdersi tra i decori floreali delle porcellane e i riflessi luccicanti delle posate, tra le pile di piatti piani, fondi, da dessert, da portata e le montagne di argenti che li accompagnano. Non preoccupatevi del tempo che scorre. La passeggiata e magari lo shopping meritano davvero tutta la vostra attenzione.

Quando giunge il momento di una pausa, la zona è ricca di ristoranti, piccoli bistrot e locali pronti a soddisfare ogni palato e ogni tasca.

Se però preferite concedervi un pranzo di gran classe, in mezzo alla ricchissima proposta nizzarda la scelta può essere una sola: Boccaccio (Boccacciò, ovviamente). Tornate verso la piazza, prendete Rue Masséna e dopo pochi passi, sulla sinistra, in mezzo a molti altri, trovate i tavolini di Boccaccio. Chiedete di essere sistemati all’interno, al primo piano, più fresco e riposante. Potete gustare fritti di mare, pesci al forno o alla piastra, delicatissimi primi e pantagruelici dessert. Qui regna la quiete e il silenzio. La luce è soffusa, i camerieri a vostra totale disposizione e la cucina sublime e senza eguali. La delicatezza delle preparazioni, la qualità del servizio, la raffinatezza delle combinazioni non trovano simili sulla Côte. Anche il conto non ha eguali. Ma per una volta, ne vale davvero la pena.

Dopo pranzo è il momento della Nizza del mare e del divertimento. Dalla Place Masséna prendente verso ponente e vi immergete nella Promenade des Anglais una delle passeggiate a bordo del mare più glamour della riviera. Alla vostra sinistra gli stabilimenti balneari, piccoli, poco profondi, ma pronti a offrirvi ogni confort: i classici lettino-ombrellone-sdraio, il ristorante e la piscina (già, perché per imparare a nuotare è più sicura del mare aperto). Se il rischio e l’avventura sono il vostro mestiere, potete scegliere un giro sul paracadute ascensionale. Vi imbragano a un paracadute e vi legano a un motoscafo che va in mare aperto a tutta velocità. Il vento vi solleva e volate per una decina di minuti sulla costa di Nizza, con qualche derapata ben calibrata che vi fa sfiorare il pelo dell’acqua e vi fa sentire quasi come Tom Cruise in una delle sue mission impossible. Molta adrenalina e moltissimo divertimento.

Prima di lasciare Nizza, proseguite la promenade: alla vostra destra si levano alcuni degli alberghi che hanno fatto la storia della Côte d’Azzurre, quando in queste terre svernava la nobiltà europea, per godere del clima mite, dell’aria tiepida e del sole. Era la fine dell’Ottocento, era la Belle Epoque, e molti inglesi (ecco il nome della Promenade des Anglais) qui trascorrevano i mesi in cui la bella Inghilterra è meno ospitale. Tra i tanti alberghi che sono stati costruiti in stile floreale e che si sono succeduti lungo questa bella strada, uno è rimasto e dal 1913 domina la promenade: il Negresco. Costruito dal romeno Henri Negresco, su disegno dell’architetto Édouard Niermans, ha conosciuto alti e bassi, momenti di gloria e di minor fortuna, ma ha sempre simboleggiato, con la sua bella mole immacolata, le sue proporzioni eleganti e la inconfondibile cupola rosa, lo spirito brillante e mondano di una delle più importanti metropoli della Francia mediterranea.




Dolomiti, un’estate che dura fino a ottobre

L’estate 2015 dura fino a ottobre nelle Dolomiti, Patrimonio Mondiale Unesco. Tantissimi gli appuntamenti ed eventi tra sport e cultura, ma anche espressioni della tradizione alpina. Molti di questi appuntamenti si potranno vivere proprio grazie alla Card Dolomiti Supersummer che consente il libero accesso a 100 impianti di risalita fino al 2 novembre 2015.

CORTINA D’AMPEZZO

A Cortina il clou dell’estate è tutta da gustare, tra appuntamenti enogastronomici con chef stellati e locali, ma soprattutto affascinanti fusioni tra cucina, musica e storia, sempre all’insegna della sostenibilità.

13 e 21 agosto

Una cena alternativa con L’Enrosadira d’alta quota e il Museo all’aperto della Grande Guerra al tramonto: sulle terrazze panoramiche dei rifugi Averau e Scoiattoli, saranno serviti per cena tramonti infuocati e piatti della cucina tradizionale ampezzana. Per l’occasione sarà possibile raggiungere i rifugi con la seggiovia delle 5 Torri dalle 19.00 alle 23.00 e visitare il museo delle 5 Torri al calar della sera, accompagnati dal professor Paolo Giacomel, esperto di storia locale (Rifugio Scoiattoli 0436 867939 – 333 8146960 | Rifugio Averau 0436 4660 – 335 6868066).

18, 21, 28 agosto

Per gli appassionati di stelle, invece, incontri a ripetizione con le visite al Planetario alle ore 17.00 e le visite guidate all’Astro Ring alle ore 22.00, che riunisce in un percorso didattico immerso nella natura il Sentiero Pianeti e il Sentiero Universo. Giunti alla cima, una gustosa cena al rifugio Col Drusciè, per un’indimenticabile Cena sotto le stelle (Su prenotazione +39 348 3346585 | Rifugio Col Drusciè +39 0436 862372).

20 agosto

Ritorna il Cortina Summer Party 2015. A Malga Peziè de Parù, quattro chef stellati si avvicenderanno ai fornelli per creare piatti irresistibili.
Info e prenotazioni:
cortinasummerparty@gmail.com).

24 agosto

 Degustazione a spreco zero a due passi dal cielo è sono in programma lunedì 24 agosto sulla terrazza del Rifugio Averau.

Un super ferra-gusto

Tanti gli appuntamenti golosi anche nei giorni clou dell’estate.   

Al Trampolino olimpico, dal 13 al 14 agosto si svolge la festa campestre di Zuel con tradizionali specialità gastronomiche e tanta musica (+39 0436 3346585).

La notte di Ferragosto pulsa anche in alta quota. Al Rifugio Faloria, a 2.123 metri, la Notte dei fuochi si apre con una cena all’insegna dei sapori tipici coronata dallo spettacolo dei fuochi d’artificio. A seguire i Fuochi della Madonna: i tradizionali falò che, di generazione in generazione, le famiglie di Cortina accendono verso mezzanotte, illuminando l’intera vallata. Si sale in funivia dalle 19.30 alle 20.30, si scende a partire dalle 23.30. Per informazioni: Tel. +39 0436 2737).

Il 15 agosto la giornata inizia con il Gran Galà dei giovani pianisti dell’Accademia Dino Ciani, in concerto alle ore 11.00 presso l’Alexander Girardi Hall, a ingresso libero.

Sempre a Ferragosto, quota 1.778 metri, il Rifugio Col Drusciè propone per cena la Grigliatona di Ferragosto e, a seguire, lo spettacolo dei Fuochi della Madonna (Per info e prenotazioni: Tel. +39 0436 862372).

Ferragosto gustoso in riva al lago di Federa: dalle 10.00 alle 16.00, al rifugio Croda Da Lago Il gelato come una volta, preparato artigianalmente e servito su un carrettino originale  dell’ottocento.

23-30 agosto

Torna la Festa delle Bande, uno degli appuntamenti estivi di Cortina d’Ampezzo, più attesi e amati da turisti e abitanti. Il momento clou arriverà domenica 30 agosto con la grande sfilata che vedrà protagoniste circa 30 bande, le associazioni e gruppi del paese, le tradizionali insegne, i carri tipici e gli abiti tramandati di generazione in generazione.  

6 settembre
Al rifugio Averau il musicista Alberto Grollo terrà il concerto “Sinfonia delle Dolomiti” accompagnato da un quartetto d’archi tutto femminile. 

PLAN DE CORONES
29 agosto
Per tutti escursionisti e amanti della montagna il 29 agosto a Rasun di sopra è in programma una manifestazione davvero originale: “Sulla cresta – Alla scoperta di 11 cime“.

20 settembre
La “Festa delle malghe della Val Casies”, in programma il 20 settembre è ormai divenuta un appuntamento tradizionale e un’occasione per scoprire affascinanti paesaggi montani. Nelle baite aderenti vengono servite le tipiche pietanze tirolesi come polenta con gulasch, canederli pressati, canederli di speck con insalata di crauti, carrè di maiale affumicato, dolci come “niggilan”, “krapflan” e altri.

3-4 ottobre
In vetta e sui tracciati del Plan de Corones, la stagione della mountain bike trova un’adeguata conclusione con i “Kronplatz bike days”, il 3 e 4 ottobre .

16-25 ottobre
Terento ospita la manifestazione “Specialità rurali a Terento”, un’occasione per degustare nei ristoranti e negli aziende agrituristiche della zona piatti tipici come i Dämpfer, la minestra di cavolo cappuccio, le frittelle di grano saraceno con mousse di mele, la minestra di formaggio grigio.

26-28 ottobre
E dal 26 al 28 ottobre, l’appuntamento è a Stegona per la tradizionale fiera autunnale, la più grande del Tirolo, un’esperienza per tutti i sensi

ALTA BADIA

In vetta con gusto rappresenta ormai da anni l’iniziativa più golosa dell’estate in Alta Badia e racchiude tutti gli eventi e le proposte, legate al mondo della gastronomia. La novità culinaria per l’estate 2015 si chiama GourMete e vuole valorizzare alcuni dei sentieri e percorsi più affascinanti della località, puntando in particolar modo sull’aspetto enogastronomico all’interno delle baite che si trovano sui vari percorsi. Otto chef stellati sono stati abbinati ad altrettante baite dell’Alta Badia, per le quali hanno creato ognuno un piatto gourmet, basato sulla tematica del sentiero. Tra le otto collaborazioni anche quella con Joe Bastianich ed Eduardo Valle Lobo, chef del ristorante Orsone di Cividale del Friuli.

VAL GARDENA

Il mese di settembre e le prime settimane di ottobre, sono sicuramente il periodo in cui meglio sono rappresentate le tradizioni e la cultura della Val Gardena.

30 agosto-4 settembre
Dal 30 agosto al 4 settembre si svolgerà la 6° Settimana escursionistica ladina nelle Dolomiti
.

3 settembre
Il 3 settembre a Santa Cristina a partire dalle 19 si può partecipare ad una bella serata alla scoperta delle delizie culinarie dell’Alto Adige in cinque ristoranti della località gardenese Si parte dal winebar “L Rujin”, per un giro in carrozza trainata da cavalli, a cui seguirà la cena con aperitivo e menu a 5 portate e bevande.

 

5 settembre
Il 5 settembre si festeggia il ritorno del bestiame dall’alpeggio. Una giornata intensa per celebrare il rientro del bestiame dall’alpeggio.

12 ottobre
Il 12 ottobre sopra Ortisei si svolge il Mercato tradizionale “Segra Sacun”. E’ l’evento più importante dell’autunno gardenese che si svolge in questa piccola frazione, poco sopra Ortisei. “Segra sacun” è una grande festa popolare dove gli abitanti dell’intera valle si trovano al mercato che, nei tempi passati, serviva per scambiarsi le merci e rifornirsi di provviste e vesti invernali. La tradizione vuole che ogni giovanotto acquisti una pera e la regali alla sua prescelta. Questa, a sua volta, s’impegnerà a preparargli delle uova colorate, in occasione della Pasqua, a testimonianza del suo amore.

 ALPE DI SIUSI

3 ottobre
L’allegro corteo di pastori e bestiame bardato di fiori sfilerà il 3 ottobre sull’Alpe di Siusi e a Castelrotto. In programma mercatini, musica e piatti gustosi. La tradizionale transumanza, che si ripropone inalterata ai nostri giorni dalla notte dei tempi, è un immancabile appuntamento per chi desidera tuffarsi negli usi e costumi locali. Alle 10 in punto, le strade dell’Alpe di Siusi fino a Compaccio saranno invase pacificamente dai circa 250 capi del comprensorio e dalle loro guide. Sarà un assalto allegro e colorato: ad ogni mucca verranno applicati copricapi fioriti e campanacci scelti con cura, e l’esemplare più bello farà bella mostra di sé indossando l’addobbo più importante. Non mancheranno l’esibizione della banda musicale del paese e il mercato contadino. Ad accompagnare il tutto, gustose specialità della cucina locale.

18-20 settembre

Molto particolare l’appuntamento di Transart “Segni del tempo” in programma alle 18 il 20 settembre alla chiesa di San Pietro in colle a Fiè allo Sciliar con l’esecuzione di una Dada poesia sonora per tre sbarre di legno a cui seguirà un concerto per arpa dell’americana Zeena Parkins.

3-11 ottobre

Dal 3 all’11 ottobre, invece c’è lo Stradivari Summit ovvero una settimana di concerti, molto particolari perché eseguiti con i migliori strumenti a corda del mondo, quelli creati dal liutaio cremonese Antonio Giacomo Stradivari che assicurano una perfezione nel suono, la cui origine non è mai stata scoperta.

 VAL DI FASSA

-20 settembre
 
Il 19 e 20 settembre, tornano le performance gastronomiche tra piazze, prati, fienili e teatri di una decina dei migliori chef della valle per il “Fassa Fuori Menù“. Un festival gastronomico dal format innovativo che ha conquistato tutti: ospiti, foddblogger e giornalisti presenti alla prima edizione.

A far da capofila allo straordinario gruppo, gli stellati Michelin Paolo Donei (Malga Panna, Moena) e Stefano Ghetta (L Chimpl da Tamion, Vigo). Ad affiancarli, i segnalati nelle più importanti guide gastronomiche Martino Rossi (Rifugio Fuchiade, Soraga) e Nicola Vian (El Filò, Pozza), l’esperto dei piatti di “Osteria Tipica Trentina” Gianluca Scalvini(El Pael, Canazei), gli artefici di prodezze culinarie Alessandro Iori (Hotel Rita Canazei), Moreno Valentini (De Tofi – Hotel Astoria, Canazei), Matthias Trottner (Baita Checco, Vigo) e Paolo Naccari (La Montanara, Canazei) e, non da ultimo, il sommelier Roberto Anesi (El Pael) che, con Renato Prandi (Snow Thrill, Passo S. Pellegrino), cura gli abbinamenti tra i piatti e il meglio delle cantine trentine.

ARABBA

Nell’estate di Arabba ad agosto e settembre ancora escursioni tra le montagne Patrimonio mondiale Unesco, feste popolari, eventi e appuntamenti per ricordare la Grande Guerra nelle Dolomiti, musica in quota e nell’atmosfera speciale di Castel Andràz.

Dolomiti Unesco Geo Hiking” sono una serie di escursioni alla scoperta delle curiosità e delle particolarità geologiche e geomorfologiche delle montagne che circondano Arabba per capirne l’origine e il perché di certe conformazioni. Il 19 agosto si percorre il famoso sentiero “Viel del Pan” per riconoscere nelle montagne le tracce indelebili di idilliaci paesaggi tropicali e di catastrofiche eruzioni.  Il 14 agosto spettacolare “coast to coast” dal Pordoi al Campolongo attraverso il massiccio del Sella per riconoscere i tratti di un incredibile atollo corallino fossile, circondati da panorami mozzafiato.  Il 17 agosto la meta è il Monte Sett Sas che si affaccia sul castello di Andràz
Prenotazioni al 0436 79130

15-16 agosto

L’evento di Ferragosto è la tradizionale festa di metà estate a Pieve di Livinallongo mentre in serata la sala congressi di Arabba ospita il concerto di Ferragosto del Coro Fodom. La festa prosegue il giorno successivo ad Arabba con l’evento “Gran sfilata di Ferragosto “.

 12-13 settembre
Settembre si apre con due eventi sportivi: il giorno 12 è in programma la quinta edizione del “Sellaronda Trail Running”  e il giorno successivo il “Sellaronda Bike Day”, una giornata per poter vivere le Dolomiti e godere di splendidi panorami, senza doversi preoccupare di automobili o moto.

19 settembre
Alla rievocazione della Grande Guerra è infine dedicato l’evento del 19 settembre 1915 – Fodom in Prima Linea, una giornata per ricordare una guerra che ha segnato il destino di Fodom. In programma un’escursione al Col di Lana quindi alle 15.00 alla Sala Congressi di Arabba, il convegno “Una Guerra poco nota: profughi, distruzioni, follia di soldati”, relatori Luciana Palla e Paolo Malni e in serata alle 21.00 alla Sala Congressi di Arabba: “Le note della Guerra”, concerto del Coro Fodom e del Coro Sosat di Trento.

08 VAL DI FIEMME /OBEREGGEN

24 agosto
Ad agosto la musica sale in quota in Val di Fiemme con gli appuntamenti del festival “I Suoni delle Dolomiti“.
Il 24 agosto l’appuntamento è a malga Canvere sopra Bellamonte con il cantautore Niccolò Fabi.

23-29 agosto
Torna dal 23 al 29 agosto la rassegna “Trentino Danza Estate” che giunge alla 12° edizione e vedrà oltre 400 giovani approfondire e perfezionarsi insieme a insegnanti internazionali di flamenco, jazz, afro, ragga jam, balletto classico, danza contemporanea, musical e tip tap .

23 agosto
E non mancano le manifestazioni sportive con il 17° “Trofeo Latemar Vertical Km” di corsa in montagna in programma il 23 agosto tra la loc. Gardonè e il rifugio Torre di Pisa.

11-23 settembre e 2-4 ottobre
Settembre porta nei paesi i colori e i suoni delle “desmontegade”, il ritorno a valle delle greggi e delle mandrie dagli alpeggi in quota. Dall’11 al 23 settembre Cavalese celebra il ritorno delle capre dall’alpeggio estivo (Desmontegada de le caore) con un ricco programma di contorno, tra animazione e degustazioni e un nuovo appuntamento con Albe in malga a Malga Sadole l’11 e 12 settembre. Si passa a domenica 4 ottobre per la seconda “desmontegada”, quella delle vacche che animerà il centro di Predazzo a partire da venerdì 2 ottobre tra mercatini, feste danzanti, concerti, mostri, show cooking, incontri e la seconda edizione del “Festival Europeo del Gusto”. 

09 SAN MARTINO DI CASTROZZA

19 agosto
Il concerto del 19 agosto ha per protagonista l’olandese Ernst Reijseger, che nel cuore dell’Altopiano delle Pale incanterà i partecipanti con L’arte dell’Improvvisazione. 

6-7settembre
AImèr si svolge la 
Knödelfest (Festa del Canederlo), dove i protagonisti indiscussi sono le oltre 15 qualità di canederli, salati o dolci, in brodo o asciutti, preparati con carne, formaggio, verdure o frutta come mele, fragole albicocche e prugne. A mantenere allegra l’atmosfera gli intrattenimenti per grandi e bambini, la musica tirolese, il colorato mercatino dell’artigianato e dei prodotti locali.

11-13 settembre
Si festeggia invece il Boletus Edulis più comunemente conosciuto come fungo porcino, l’11-12 e 13 settembre nella Valle del Vanoi, dove prende il via la 
Festa delle Brise (i porcini). Si tratta di tre giorni all’insegna di escursioni andando alla ricerca di funghi in compagnia di esperti micologi, visitando le mostre culturali e gustando golosi piatti a base di porcini durante le serate gastronomiche. 

24-27 settembre
La fine dell’estate è segnata dal rientro a valle del bestiame dopo l’alpeggio estivo nelle malghe, che si festeggia con la 
Gran Festa del Desmontegar, evento che coinvolge tutti i paesi del Primiero dal 24 al 27 settembre. Il momento culminate si raggiunge la domenica con la sfilata della Desmontegada, carri decorati, mucche addobbate a festa, cavalli, asini, caprette, percorrono la strada da Siror a Tonadico passando per Fiera e Transacqua. 

10 VALLE ISARCO

Feste dedicate ai sapori e feste dedicate alle tradizioni dell’alpeggio. La valle Isarco propone numerosi appuntamenti che ruotano a questi temi anche ad agosto e fino ad ottobre, sia nella zona di Bressanone – Plose che in quella di Rio Pusteria – Maranza, Valles e Rodengo.

21-22 agosto
A Bressanone il 21 agosto ritorna la serata musicale e gastronomica “Dine, Wine & Music” in Piazza Duomo. Quest’anno l’evento sarà accompagnato da altri due appuntamenti: il 21 agosto avrà luogo una camminata alla malga Rossalm, dove boogie-woogie di altissima qualità e specialità gastronomiche accompagnano il tramonto. Il fine settimana si concluderà con un matinée presso l’enoteca Stampfl nel centro storico di Bressanone il 22 agosto.

 11-12 settembre
Settembre si apre a Bressanone nel segno dei sapori: l’11 e 12 settembre ci sono le “Giornate del miele dell’Alto Adige” con tutti i produttori dell’Alto Adige e mieli in degustazione. Si potrà assistere a dimostrazioni e conoscere le tecniche di produzione.

19 settembre
Il 19 settembre il centro storico di Bressanone sarà teatro dell’Incontro internazionale delle Bande musicali: a partire dalle ore 10.00 i concerti animeranno Piazza Duomo, Piazza Hartmann, Piazza Maria Hueber, e alle ore 10.30 Piazza S. Erardo e via Mercato Vecchio

Dal 24 al 27 settembre gli appassionati della mountain bike si ritrovano al MountainBIKE Testival Brixen per provare direttamente tutte le novità della prossima stagione e partecipare ai numerosi eventi di contorno.

13-18 ottobre
Kiku International Mountain Summit, il Festival che celebra la montagna nel vero senso della parola.

                                   CIVETTA

Il relax e il tempo libero nelle valli del Civetta si tingono di cultura, musica e tanto divertimento anche nei mesi di agosto e settembre.

14 agosto
Centrale il lago di Alleghe, luogo di magia e atmosfera, scenario per eventi da trascorrere all’aria aperta, tra le luci delle barche illuminate, e i suoni dei fuochi piromusicali. Il programma parte il 14 agosto, la vigilia di Ferragosto, con il “36esimo Giro del lago in notturna”, organizzato dal Gruppo Alpini “Monte Civetta” di Alleghe. Una marcia non competitiva, aperta a tutti, che si sviluppa su un percorso ad anello di 5 chilometri e 500 metri. Partenza alle ore 21.00 dall’abitato di Masarè, arrivo nella stessa località. Per maggiori informazioni e iscrizioni: Ufficio Alleghe Turismo (+39 0437.523333) fino alle ore 18.30 del 14 agosto oppure presso la sede del Gruppo Alpini in località Masarè (Alleghe) fino a pochi istanti prima della partenza.

15 agosto

Sabato 15 agosto il lago brillerà con i riflessi, la fantasia e la creatività delle “Barche illuminate”, in sfilata da Masarè a Lavoi (Alleghe) e con partenza alle ore 21.00. Durante la manifestazione, musica dal vivo.

20 agosto

Giovedì 20 agosto dalle ore 23.00 a intrattenere i visitatori del lago saranno i “Fuochi piromusicali”, una festa piena di energia per la vista e per la mente (organizzazione Comune di Alleghe e Consorzio Operatori turistici).

 




A Nizza per un lunedì di pura magia

Per chi non ha ancora cominciato le vacanze o per chi vuole vivere la magia di una grande città marittima, anche solo per un giorno, il nostro consiglio è un giro a Nizza, nella meravigliosa cornice della Costa Azzurra. E possibilmente di lunedì.

Ogni lunedì dell’anno, infatti, lungo il Cours Saleya nella parte vecchia della città, si svolge uno dei più grandi mercati dell’antiquariato di Francia. Un tripudio di bancarelle che espongono prevalentemente raffinati servizi di posate d’argento, prestigiose porcellane e servizi di piatti d’epoca, eleganti tovaglie di fiandra, mobili, suppellettili, quadri, statue, tessuti, abiti vintage e tanto altro ancora. Il tutto esposto con ordine, gusto e tanta, tanta eleganza.

Se arrivate al mattino presto, prima di avventurarvi tra le bancarelle, è d’obbligo fare colazione da Pain & Cie (1, Rue Saint Françoise de Paule), un locale molto semplice e ruspante, situato proprio davanti al mercato dell’antiquariato, in cui potrete degustare vere e proprie colazioni alla francese con tanto di ottimi croissant, pane e marmellata. I prezzi non sono molto bassi e bisogna chiudere un occhio sulla pulizia del locale, tra l’altro sempre troppo affollato, ma una sosta rifocillatrice merita assolutamente.

Carichi di energia, ora non resta che lanciarsi nel mercato per ammirare le ricche bancarelle e, perché no, magari fare anche qualche folle acquisto.

Un colpo di cannone ci avverte che è mezzogiorno. Prima di lasciare la Vecchia Nizza, ci sono ancora due posti da visitare. In Rue de la Poissonnerie 8, una piccola traversa di Cours Saleya, troverete la caratteristica épicerie Lou Pantai che espone nel vicolo, creando affascinanti cromatismi, particolari mix di sali da cucina e spezie, piante aromatiche essiccate, saponi artigianali e olii essenziali. Difficile resistere alla tentazione di comprare qualcosa come il sel du Trappeur, il sel aux roses du Maroc o il più tradizionale sel aux herbes de Provence (1 tubo € 6, 4 tubi € 20; oppure 1 barattolino € 7, 3 barattolini € 20) oppure la confezione con 10 piccoli saponi di Marsiglia con aromi e colori differenti a € 12.

Sempre nelle vicinanze, in Rue Droite 31, la via degli artisti, c’è l’atelier di Fiorella Pierobon, ex volto storico di Canale 5, oggi quotatissima pittrice/scultrice. Nella sua galleria potrete ammirare una gran varietà delle sue opere e conoscere personalmente l’artista. Per i figli degli Anni ’80, come sono anch’io, anche questa tappa è un must.

L’ora di pranzare è ormai arrivata. Nizza offre una miriade di locali di ogni tipo,cucina e prezzo, in città o sul mare lungo la Promenade des Anglais. Noi ci siamo concessi un pranzo da signori, in un ristorante elegante e molto raffinato in Rue Masséna 7: Boccaccio.

Boccaccio è un ristorante è famoso per la sua paella e per i piatti di pesce in generale. I camerieri vi vizieranno in ogni modo, non lasciandovi mai senza una pietanza sotto gli occhi e i bicchieri vuoti. Gustatevi un mini gazpacho come antipasto e poi sbizzarritevi tra ostriche, aragoste, fritto misto o tournedos de thon et ses légumes au wok o tante altre leccornie fino a concludere con il dessert du jour magari al cioccolato. Il tutto ovviamente annaffiato da ottimo vino bianco Chablis AOC. Il conto è salato (se bevete, non inferiore a € 80/100 minimo a persona) ma il pranzo li vale tutti!

Una passeggiata lungo l’assolata Promenade des Anglais è ora d’obbligo sia per smaltire il pranzo sia per godere dell’incredibile panorama marino nizzardo: dai sontuosi stabilimenti balneari ai grandi hotel storici, come il famoso Negresco.

Per concludere la giornata, tra le tante possibilità, vi consigliamo di stendervi al sole presso la storica Ruhl Plage (con € 30 avrete lettini, ombrellone e teli da mare oltre che l’uso di cabine con doccia calda e fredda) oppure, se volete divertirvi con qualcosa di adrenalinico, di provare a volare con un paracadute trainato da un veloce motoscafo, come offerto dallo stabilimento Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com prezzi: solo € 50, duo € 70, trio € 90).

E l’outfit per una giornata in questa splendida città? Sicuramente informale ma fashion! Ecco le nostre proposte.

E l’outfit femminile? Scopritelo nel prossimo articolo su Nizza!

 

Pain &Cie – 1, Rue Saint Françoise de Paule (Vieux Nice)

Lou Pantai – 8, Rue de la Poissonnerie (Vieux Nice)

Boccaccio Restaurant – 7, Rue Masséna

Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com) – Promenade des Anglais

Ruhl Plage – Promenade des Anglais




Ice Q, alla scoperta dei rifugi del nuovo James Bond

Chi non vuole aspettare il 5 novembre per vedere “007 SPECTRE”, il 24° film di James Bond, girato in Austria a Sölden/Ötztal, può approfittare di questa torrida estate per andare sui luoghi dove il regista Sam Mendes ha girato le scene con Daniel Craig nei panni dell’agente 007.
Il ristorante gourmet più alto d’Europa, (si trova a quota 3.048 metri), Ice Q, è diventato, nelle riprese del film, la roccaforte di Daniel Craig.

La struttura di  Ice Q, un cubo di vetro e acciaio dalle linee minimaliste e perfette, si staglia su un terreno estremamente aspro, caratterizzato da temperature estreme. Per costruire  Ice Q, sono state realizzate delle fondamenta mobili, che permettono al fabbricato di adattarsi nel modo migliore ai cambi di temperatura. 

In questo gioiello di alta tecnologia, si possono assaporare i piatti gourmet e assaggiare il vino Pino 3000, una speciale cuvée di pinot nero creata dall’unione di tre vitigni provenienti da Italia, Austria e Germania (Cantina St. Pauls di Appiano, Paul Achs di Gols nel Burgenland e Dr. Heger di Kaiserstuhl). Il vino Pino è  un vino creato appositamente per il rifugio, dove viene invecchiato a oltre 3.000 metri di quota, in una speciale cantina all’avanguardia. Dalla terrazza dell’ultimo piano infine, la vista spazia a 360 gradi sulle montagne circostanti: qui ci si sente sul tetto del mondo.

Al rifugio di  Ice Q si accede direttamente dalla cabinovia del Gaislachkogl da Sölden.




L’Isère, 9mila km di sentieri

L’Isère, dipartimento francese della regione del Rodano-Alpi (Rhône-Alpes), è un vero e proprio paradiso per gli escursionisti che in estate cercano alternative al mare.  Con oltre 9mila km di sentieri segnalati , l’Isère permette a tutti, dai professionisti agli amatori, di godere dei propri paesaggi e scoprire ghiacciai, boschi, borghi e prati. Le escursioni estreme non mancano, ma ciascuno può comunque trovare il proprio sentiero e seguirlo a piedi, a cavallo o in mountain bike.
per i professionisti del trail, l’Isère vanta ben cinque stazioni e offre una trentina di gare tra aprile e ottobre.

Tra le escursioni da non perdere:

-Mont Aiguille: un tempo soprannominato “monte inaccessibile” oggi è diventato un classico dell’escursionismo
-Le Dent de Crolles: vette di Chartreuse da cui si può godere di una vista panoramica a 360° sulla valle di Grésivaudan.  Presenta una rete sotterranea di 55 km.
-Il Plateau d’Emparis: offre una vista impareggiabile sulle alte vette che lo circondano: La Maije, il picco di Mas La Greve …
-Le Croix di Belledone: una delle passeggiate di affascinanti dell’Isère che passa dal lago di Crozet per arrivare a 2926 metri.




Londra, attenti all’Oyster

Patiti di Londra aprite bene gli occhi. E non solo per ammirare una delle città più belle del mondo tra musei, parchi, monumenti, castelli e vie che sembrano la Via dei ciliegi di Mary Poppins costellate da case georgiane o villette rosse a due piani con giardino privato. La Oyster card, la carta magnetica su cui caricare sterline che consente, in teoria, il modo più razionale di muoversi nella City (si paga ad uso con un tetto massimo equivalente al biglietto giornaliero equivalente alle zone attraversate), può riservare salate sorprese.

La carta deve essere vidimata in entrata e in uscita dai treni della metro e in entrata sugli autobus. Qual è il problema? Che se non si fa attenzione, l’ingresso e l’uscita potrebbero non essere  registrati correttamente. La cifra scalata dall’Oyster allora raddoppierà rispetto al biglietto normale (5 sterline rispetto alle 2,3 sterline circa che si pagano per muoversi dentro le zone centrali) e in uscita sarà scalato l’importo massimo previsto per viaggiare all’interno delle sei zone di Londra. Non si tratta di pura teoria. Provare per credere. Stazioni come Leicester Square, Covent Garden; Oxford Circus sono costantemente prese d’assalto da turisti e londinesi, non c’è il tempo di procedere con calma controllando la lucina verde che registra la Oyster e dà accesso alla metro e segnala l’uscita. Basta un nonnulla, una spinta o una distrazione qualsiasi, per non accorgersi che in realtà la barriera non ha registrato la propria Oyster ma è ancora alle prese con la tessera del viaggiatore precedente. A me è capitato di vedermi scalare 14 sterline per un’andata e ritorno tra Charing Cross e Cutty Sark. Un viaggio che avrebbe dovuto costare meno della metà. La responsabilità è del passeggero che, soprattutto se è un turista alle prime armi, generalmente neppure se ne accorge né si preoccupa del fatto che la Oyster si svuoti velocemente, più velocemente del solito (un biglietto giornaliero nelle prime due zone di Londra costa intorno alle 7,7 sterline). Il turista semplicemente procede a ricaricare la Oyster e torna a godersi una delle città più belle del mondo, senza realizzare di aver pagato un conto ben più salato del dovuto.  Attenzione anche al passaggio compulsivo della Oyster sui lettori (in particolare sui lettori dei treni della Dlr che spesso non hanno barriere di accesso), potrebbe addirittura essere deleterio, o registrando più viaggi o aprendo un viaggio che non sarà poi chiuso (e quindi costerà al povero viaggiatore l’equivalente di un viaggio nelle sei zone di Londra). A me è capitato di dover spiegare, ad esempio, che il doppio passaggio consecutivo (!!!) della mia Oyster sul lettore del City Airport non era dovuto a un viaggio ulteriore, ma solo alla  volontà di registrare correttamente  la mia uscita dai treni della Dlr prima del ritorno in Italia.

Cosa fare quindi? Preferire la travel card, ovvero il biglietto giornaliero cartaceo, per periodi brevi potrebbe essere una soluzione. O, se la Oyster è una necessità, è bene tenere gli occhi sempre ben aperti in entrata e in uscita per controllare che il proprio credito non crolli all’improvviso.

In caso di dubbio, la Oyster può essere letta dalla macchinette per le ricariche disseminate in tutte le stazioni della metropolitana. In caso di problemi con gli importi ci si può rivolgere al personale. Talvolta è anche disponibile. Altre rinvia al sito web o dà in mano un numero di telefono, inglese ovviamente.

 




Vacanze 2015: i paradisi dove a comandare è ancora l’euro

Ormai ci siamo, ancora due settimane e il tema dominante di giornali e tv sarà quello delle vacanze 2015. Già ma dove andare? Dopo anni di recessione, ci si è messo di mezzo anche una politica monetaria particolarmente aggressiva che in teoria dovrebbe riportare l’Europa a cresce ere e finora ha solo svalutato, fortemente, l’euro.  Ovvero, detto in poche parole, in pochi mesi la capacità di acquisto degli europei ma soprattutto di noi sventurati italiani, si è ridotta fino al 30% su alcuni paesi legati a un cambio più forte.

Ma non tutto è perduto. La ricerca di IG evidenzia come sussistano ancora almeno sette paradisi dove poter pianificare le vacanze 2015  grazie ai vantaggi del cambio incredibilmente favorevole, al basso costo della vita, al prezzo del biglietto aereo, al rischio paese e alle condizioni climatiche. Alcuni paesi sono molto convenienti grazie a una valuta molto debole (Tanzania, Brasile, Norvegia, Polonia/Ungheria), altri grazie a favorevoli promozioni sui voli aerei (Giappone), mentre altri offrono vantaggi in termini di basso costo della vita (Indonesia, Malesia).

A conquistare il podio è la Tanzania grazie a un cambio favorevole e un economico costo del biglietto aereo. Seguono da vicino il Brasile, l’Indonesia, la Malesia, la Polonia/Ungheria, il Giappone e la Norvegia.

Di seguito il settebello ovvero i sette paradisi dove comanda ancora l’euro

1- Tanzania
Il paese è ricco di attrazioni turistiche, dai parchi nazionali (il famoso Serengeti con il suo meraviglioso safari) alle spiagge dell’isola di Zanzibar, dalla montagna africana più alta (il celebre Kilimanjaro) alla più grande caldera intatta del mondo (la riserva naturale di Ngorogoro). Addirittura delle sette meraviglie naturali del continente africano la Tanzania ne possiede ben tre (Kilimanjaro, Serengeti e Ngorogoro). Anche per questo per chi non è mai approdato in Africa, la Tanzania, anche grazie alla buona amministrazione del presidente uscente Kikwete, costituisce la scelta giusta per imparare a conoscere un continente dai paesaggi mozzafiato.

2- Brasile
La stagione invernale brasiliana, da molti sottovalutata, è uno dei periodi migliori per visitare questo il  paese anche grazie alla possibilità di esplorare tutta la parte settentrionale, praticamente ideale da giugno a settembre. senza considerare che la forte svalutazione della valuta nazionale, il real, ha reso questa destinazione una meta ideale per l’estate 2015. La foresta Amazzonica, il più gran patrimonio biologico del pianeta, il Pantanal, l’immensa pianura alluvionale con le sue esclusive caratteristiche, il litorale caratterizzato sia da grandi spiagge balneari che da calette selvagge (dalle grandi città Salvador, Recife, Natal e Fortaleza ai paesini Jericoacoara, Pipa, Maragogi e Tamandaré alla selvaggia e esuberante isola di Fernando de Noronha). Anche se non è la stagione ideale, un salto a Rio de Janeiro è poi assolutamente d’obbligo con 5 tappe da non perdere: il Corcovado con il Cristo Redentore, le spiagge di Copacabana e Ipanema, lo Stadio Maracanà e uno dei tanti Sambodromi in giro per la città. Non può mancare poi una tappa in una delle tante churrascherie per provare la vera picanha brasiliana.

3- Indonesia
Non solo Bali, l’isola tropicale dei surfisti, ma anche le paradisiache isole di Lombok/Gili/Flores, i misteri delle rovine di Borobodur, gli affascinanti dragoni del Komodo National Park, le escursioni al Vulcano Bromo, gli incontri con gli orangutan nel centro di Bukit Lawang, sono solo alcune delle attrazioni dell’Indonesia che meritano di essere scoperte. Nonostante il crescente interesse del turismo internazionale, molte regioni sono poi rimaste ancora al di fuori da qualsiasi flusso turistico e possono tuttora apparire pressoché vergini agli occhi del visitatore a cominciare dalle estreme isole orientali della Piccola Sonda, da Lembata, ad Alor, all’antico regno di Timor.
L’Indonesia offre per di più un bassissimo costo della vita e le condizioni climatiche particolarmente favorevoli durante l’estate italiana.

4-Malesia

La stabilità politica che il Paese ha conquistato e che ha contraddistinto gli ultimi decenni della sua storia, ha reso la Malesia una delle mete turistiche più interessanti anche per i turisti italiani. Un viaggio in Malesia è ideale per quei turisti alla ricerca di cultura, paesaggi, tradizioni e uno dei più ricchi ecosistemi esistenti sul pianets.
Spiagge di sabbia fine, idilliache isole perdute, barriere coralline; piantagioni di the e di alberi della gomma e case in stile coloniale immerse nel verde; immense giunge dominate dalla tigre malese. Accanto a tutto questo, sorgono città ultramoderne come Kuala Lumpur.
Non solo. La Malesia, grazie a un basso costo della vita e a condizioni climatiche particolarmente favorevoli, costituisce per il viaggiatore italiano uno degli ultimi paradisi accessibili rimasti.

5-Polonia/Ungheria
Per chi decide di rimanere nell’Europa continentale, un tour tra Ungheria e Polonia potrebbe rappresentare un buon compromesso. Si può passeggiare lungo le sponde del Danubio, lasciandosi incantare dalle numerose opere architettoniche che circondano Budapest e ci si può rilassar in una delle oltre cento sorgenti termali che la città. Da qui il salto in Polonia è breve. E ad attendere il turista cialcune città storiche come Cracovia, Varsavia e Danzica e castelli tra cui quello di Malbork, il più grande del mondo.
Polonia e Ungheria entrano in classifica grazie a delle valute particolarmente deboli contro l’euro, oltre che a un rischio paese molto basso e a un costo del biglietto aereo molto conveniente.

6-Norvegia
Per coloro che preferiscono il fresco al caldo torrido della stagione estiva, potrebbe essere l’occasione buona per vivere un’esperienza indimenticabile tra i Fiordi norvegesi, come il fiordo Geiranger patrimonio dell’UNESCO o perdersi tra le le isole Lofoten, da cui si può osservare il fenomeno del Maelstrom, vortici che si creano nel mare grazie alle correnti di marea, godendo della luce per 24 ore al giorno e assistendo così al fenomeno del sole di mezzanotte. Avventurarsi tra le cascate, i ghiacciai e le verdi vallate della Norvegia, gustando salmone e merluzzo di altissima qualità potrebbe essere più conveniente ora più che mai, grazie al forte deprezzamento della corona norvegese.
Sebbene il costo della vita sia secondo solo alla Svizzera, il deprezzamento della divisa locale può rendere più economico questo viaggio rispetto al passato, insieme a un biglietto economico e un rischio paese molto basso.

7-Giappone

Per coloro che adorano il sushi, i manga, gli anime, gli origami, i pokemon, i robottoni e le arti marziali, finalmente è arrivato il momento di visitare il Giappone grazie a convenienti promozioni sul prezzo del biglietto aereo e su uno yen particolarmente debole. Il Giappone è riuscito a conquistarsi l’ultimo posto disponibile nella nostra lista dei 7 paradisi per l’estate grazie alla svalutazione dello yen nei confronti dell’euro e il basso costo del biglietto aereo.