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Going solo, viaggiatori solitari nel mondo

Partire da soli alla scoperta del mondo è un’idea che spesso affascina e allo stesso tempo spaventa. All’estero hanno persino coniato una specifica categoria per i viaggiatori solitari: “going solo”. Per chi non se la sente di affrontare da solo l’intera gestione di un viaggio, da tempo sono fioriti tour operator che propongono offerte di viaggio per viaggiatori solitari. Sul mercato italiano leader incontrastata per numero di destinazioni offerte (mille circa) è Viaggi nel Mondo (ovvero come Avventure nel Mondo), seguita da Vagabondo, Jonas, Viaggi Giovani e una serie di tour operator con proposte di viaggio più o meno diversificate e spesso all’insegna dei principi di turismo sostenibile e responsabile. Spesso si tratta di proposte di viaggio spartane, in tutto o in parte “autogestite dal gruppo” e dove l’idea principale è quella di aggregare potenziali viaggiatori solitari per destinazioni condivise. Per un target più elevato, dove a differenza di Avventure nel Mondo e dei suoi epigoni i viaggi sono in genere affidati a professionisti con chiari compiti o ruoli, ci sono anche  Kel 12, Ruta40, FourSeasons-Natura e Cultura,  Vai- Viaggiinavventura che propongono il lusso di viaggi “experience” o proposte “adventure” con viaggi tailor made o di gruppo che coinvolgono professionisti nei rispettivi settori come fotografi e archeologi.

Per gli sportivi travelrunning organizza viaggi a tema maratona, blufreccia segue gli eventi mondiali e una pletora di sci club (a Milano oltre al Cai, Poliuisp e Alaska), propongono soluzioni adeguate per tutti, mentre per il mare corsi e crociere sono gestiti da numerose associazioni tra cui HorcaMiseria e VelaMare o Jonas che, tra l’altro, offre proposte anche di viaggi in bici organizzati.

All’estero, dove l’universo dei viaggiatori solitari è da tempo ritenuto un mercato interessante dai tour operator, le proposte sono più diversificate per destinazioni, fasce d’età e persino genere di vacanza (esiste persino un tour operatore specializzato in vacanze per viaggiatori solitari sugli sci). Per chi mastica un po’ l’inglese (o magari lo vuole migliorare con un viaggio diverso dal solito corso di lingua al di là della Manica o Oltre Oceano), il quotidiano The Guardian ha stilato un vademecum dei migliori tour operator anglosassoni per viaggiatori solitari che generalmente, in questi tour, godono di una camera singola. Ecco qualche spunto: Friendship Travel scelto da viaggiatori solitari con una età media di a 35-60 anni specializzato su Grecia, Baleari e Caraibi; Just You offre weekend o vacanze impegnative su 46 Paesi ed è scelto da viaggiatori solitari con una età media dai 35 in su;  One Traveller è scelto da viaggiatori solitari con una età media di oltre 50 anni e si spinge anche in Cina; Solos Prevede quattro fasce d’età; Contiki  Viaggia in tutto il mondo e si rivolge a un target compreso tra i 18 e i 35 anni; Dragoman propone l’avventura spesso anche all’aria aperta, in Nord e Sud America e Asia;  Explore offre oltre 400 tour proposti dall’Europa al Kilimanjaro; Wild Frontiers dai 30 ai 70 anni, popone itinerari all’insegna dell’avventura; Authentic Adventures specializzato in viaggi tematici: foto, pittura e percorsi enogastronomi; Spice dai 35 ai 55 anni proporne vacanze all’insegna dell’adrenalina; ATG Oxford il lusso e i percorsi enogastronomici a portata di viaggiatori solitari; Ramblers  propone un’idea di turismo lento; On Foot Holidays organizza tour a piedi in tutta Eruopa per i viaggiatori solitari che vogliono viaggiare soli. Trasporto di bagagli incluso e nessun supplemento singola; Andante il focus è sul Mediterraneo per persone di 60 anni; Martin Randall Travel propone tour culturali e festival musicali; Jules Verne offre 40 tour compreso Burma senza nessun supplemento singola;  Pandaw Cruises crociere di lusso senza supplementi sui fiumi del Sud Est Asiatico; Redpoint Holidays propone vacanze sulla neve in Austria senza supplementi singola e si rivolge, soprattutto, a viaggiatori solitari con un’età media 40-60 anni; Skiworld propone vacanze sulla neve in Francia per viaggiatori solitari senza supplementi.

Non solo. Tra i tour operator emergenti dedicati ai viaggiatori solitari ci sono anche l’americana Intrepid Travel con partenze da Bali al Vietnam e last minute da prendere al volo (8 notti in Perù con l’Inca Trail, viaggio a e da Cusco escluso, costa 1190 euro in partenza il 9 febbraio; Road Scholar e Overseas Adventure Travel propongono anche stanze singole senza supplemento.

 

 




Viaggiatori solitari anche a San Valentino

Il popolo dei single “rule”, detta legge.  Anche a San Valentino. Se fino a qualche decennio fa “zittellone” e “zittelloni” erano ritenuti target ospiti poco graditi, oggi la percezione di chi viaggia da solo è cambiata: non sempre si tratta di giovanissimi con disponibilità limitate, molto più spesso le fasce di età interessate da questo trend sono più elevate con budget auspicabilmente maggiori.  E non necessariamente si tratta di  persone alla ricerca dell’anima gemelle (per chi invece è a caccia dell’altra metà della mela c’è Speed Date, oggi presente anche nel mondo dei viaggi con Speed Vacanze). Il comun denominatore tra i diversi viaggiatori solitari è che a nessuno piace pagare esplicitamente il doppio consumando per uno. E il marketing si adegua.

Avventure nel Mondo (o meglio la società Viaggi nel Mondo) certo, ma anche Vagabondo, Jonas o Viaggi Giovani che si ispirano a un’idea di viaggio meno “spartana” rispetto al progenitore: si parte alla scoperta di un territorio con chi condivide l’obiettivo di visitare la stessa meta, con un gruppo (più o meno riuscito) di viaggiatori solitari guidati o meno da esperti (in genere vale il principio di incrociare le dita).  L’alternativa? contattare direttamente un tour operatore dei diversi Paesi che si vogliono visitare per costruirsi un viaggio tailor made sulle proprie esigenze e fare nuove amicizie direttamente in viaggio, se funzionano si prosegue il viaggio in compagnia e avanti dritta! Impossibile? Certo dipende dai Paesi ma neppure più di tanto. Con il web si fanno miracoli. Esistono numerosi gruppi dove farsi avanti per chiedere informazioni. Non solo. Evaneos è un tour operator che si avvale di corrispondenti locali e in genere è in grado di costruire almeno i primi passi in un Paese straniero su misura, tanto per non sentirsi eccessivamente spaesati arrivati a destinazione. Per chi poi ha la possibilità fare un salto in Bit  Milano o al TTG di Rimini è sempre un buon modo per prendere direttamente contatti con tour operator, corrispondenti e strutture locali.

Più rilassante e friendly è  la proposta di Human Company che ha costruito il proprio successo sull’idea dei “glam camping” e l’ha poi consolidato sviluppando ostelli di lusso dedicati a chi viaggia da solo, a Firenze, Praga e Berlino, strutture centrali ospitate in siti storici con camere private e servizi da hotel come piscine, saune, ristoranti, wi-fi gratuito, noleggio biciclette e area fitness a partire da 39 euro a camera.  Non è un caso che il Plus Berlin, l’ostello del circuito Human Hostels ospitato in un’ex università tessile in stile neo gotico, oggi patrimonio storico architettonico della città di Berlino, sia il primo ostello d’Europa a comparire nella classifica di Hostelworld nella categoria “Best Extra Large Hostels”. Per la categoria “Most Popular Hostels”, creata sulla base del numero delle prenotazioni e la media del rating per gli ostelli più famosi nelle principali città del circuito, il Plus Florence si è invece aggiudicato il premio quale ostello più popolare del capoluogo toscano.

Ma la vera novità è che qualcosa si sta muovendo anche nelle fasce di ospitalità tendenti al lusso.  Per tutti i viaggiatori solitari che vogliono coccolarsi, l’Hotel Posta Marcucci di Bagno Vignoni ha pensato a una pausa salutista di tre giorni e quattro notti per rigenerarsi nella magia della Val D’Orcia prendendo parte a un percorso olistico con trattamenti e bagni termali secondo le più moderne tecniche di Medicina Olistica Integrati: La Via del Cuore. In questi tre giorni la ricerca del benessere (e della conseguente felicità) è orientata alla persona e non alla soluzione di suoi singoli malesseri: va alle loro origini per interpretarle e risolverle.

L’ Hotel Sägerhof in Tirolo, nella Tannheimer Valley, prevede pacchetti appositamente studiati per i viaggiatori solitari a partire da 739 euro per cinque notti in pensione completa e con diverse attività sportive e wellness comprese nel prezzo. Una località ideale per gli sport invernali e il relax circondati da vette innevate e che porta i propri ospiti a “1100 metri al di sopra della vita di tutti i giorni”.

E per chi è in cerca di un’idea last minute all’Hotel Posta Zim di Corvara, direttamente sulle piste più belle del mondo dell’Alta Badia (Dolomiti), le singole sono deluxe e la spa feng shui assicura un pieno relax dopo una giornata in pista.  Cucina sana e curata, spa silenziosa e trattamenti benessere a base di aromaterapia e rituali sapienti, non faranno rimpiangere la compagnia.

Per chi invece ama il mare, Norwegian Cruise Line  ha sfatato un tabù ed è probabilmente la prima compagnia di crociere a prevedere appositamente una tipologia di cabine (gli studios) destinata ai solitari, non più obbligati a raddoppiare le quote per godere di privacy nel corso di una crociera senza tralasciare, attraverso però spazi comuni per favorire, per chi vuole, la conoscenza di altri passeggeri solitari.

 




Pila, natura e sport a un passo da Aosta

A #Pila si scia tra i giganti, con la vista che si perde sulle leggendarie cime di oltre 3mila metri che si vendono all’orizzonte: dal Cervino al Monte Bianco fino al Monte Rosa e al Grand Combin. Giunti in vetta, a un passo dal cielo, si domina la Valle: su un versante è arroccata Pila e sull’altro Cogne, nel cuore del Parco del Gran Paradiso ed Eden per lo sci di fondo. Il progetto è quello di collegare con gli impianti le due località, nel frattempo si può comunque godere di un paesaggio alpino incomparabile: si è circondati a 360° da cime leggendarie a una manciata di minuti da Aosta. Chiusi gli impianti, Pila si trasforma in un paesaggio incantato, solo boschi, neve e silenzio e un mondo antico sospeso tra le luci delle stelle e, a valle, le luci del capoluogo.

Pila sci

Il bello di Pila infatti è quello di venire catapultati, in meno di venti minuti di impianti, dal parcheggio di Aosta all’incanto innevato di questa piccola frazione circondata dai boschi. Niente tornanti, code limitate e limitata necessità di montare e smontare catene. E per chi non guida Autostradale e Flixbus offrono un servizio a bordo pista per pochi euro. La vacanza, senza stress, inizia meglio. Per questo la destinazione è tra quelle preferite in inverno per una domenica sulla neve tanto più che, rispetto ad altre località, Pila gode di una posizione maggiormente riparata dal vento, ma trascorrerci qualche giorno in più è anche meglio, soprattutto per chi cerca sport, natura  e relax.

Pila Hotel La Chance

 

Un buon punto di appoggio è l’Hotel La Chance, a pochi minuti dall’arrivo degli impianti, offre camere ampie e attente ai dettagli, una cucina curata e la sola Spa (con vista Monte Bianco!) della località. E se si sente la mancanza di cinema, negozi, musei o teatri la piccola Roma in formato alpino, Aosta, è a pochi minuti di funivia, con qualche km in più si possono raggiungere anche i castelli valdostani di Fénis, Verrés, Nus, Sarre, Sarriod de la Tour, Saint Pierre e l’imponente Forte di Bard.

Sci a Pila

Settanta km di piste battute ogni sera dai gattisti e con innevamento garantito (anche se quest’anno apre non ce ne sia bisogno), due scuole per imparare o migliorare la tecnica (170 maestri!) e sentieri da percorrere con le ciaspole ai piedi, magari accompagnati da una guida naturalistica (il giovedì l’escursione è gratuita per gli ospiti delle strutture turistiche) per scoprire le peculiarità del territorio.

Pila tramontoLe cime di PilaPila 1

E per ritrovare le forze? un piatto di selvaggina, meglio ancora lo stinco (soprattutto se si è in compagnia viste le dimensioni epiche del piatto)  o di pasta fatta in casa allo #Yeti, all’arrivo della telecabina, è l’ideale, magari accompagnato da un bicchiere valdostano doc (tra l’altro Gamay, Fumin o Torrette o Inferno): la struttura infatti ripone una particolare attenzione nella valorizzazione dei vitigni autoctoni grazie anche alla passione di Katia Albanese, presidente del Consorzio Turistico “Espace de Pila”. Per una serata diversa si può salire in quota con il gatto delle nevi accomodandosi nella sua cabina chiusa, per raggiungere le baite dove cenare con i piatti originali della cucina tradizionale valdostana.

Pila Yeti 1Pila Yeti 2Pila Yeti 3

Se poi si sceglie di andare a Pila dal 22 al 28 gennaio, in occasione della sesta edizione di I Light Pila, alle donne che soggiornano per almeno 4 notti verrà regalata l’intera giornata del 27 gennaio (hotel, skipass e iscrizione all’evento). La fiaccolata di solidarietà a luci led di#ILightPila, giunta ormai alla sua sesta edizione, raccoglie fondi a favore della fondazione Susan G. Komen Italia per la lotta al tumore al seno con un evento unico: una notte di festa e una manifestazione suggestiva che illumina l’intera valle di rosa.

ILightPila




Cuba, mon amour

di Giuliana Tonini – La scorsa estate ho fatto un viaggio in un paese straordinario: Cuba. Sedici intensi giorni in giro in pullman, con Avventure nel Mondo, per quasi tutta l’isola, da L’Avana verso sud est, fino a Santiago de Cuba, e poi, passando per la provincia di Guantánamo, di nuovo verso la capitale, visitando, nel tragitto, un’infinità di luoghi che lasciano il segno. Attraverso le diverse province del paese e ripercorrendo la sua storia.

Cuba è un posto di cui è difficile non innamorarsi.

L’itinerario completo? L’Avana, Playa Girón, Cienfuegos, Trinidad, Valle de los Ingenios, Sancti Spiritus, Camagüey, Bayamo, in montagna sulla Sierra Maestra, Santiago de Cuba, Baracoa, Remedios, Santa Clara, e ancora L’Avana. Senza farci mancare il mare a Caleta Buena, Playa Ancon, Playa Imias, Playa Maguana, Guardalavaca, Cayo Coco e Playa Pilar.

Sarà possibile trasmettere in poche righe la Cuba che ho visto e le sensazioni che mi ha trasmesso e rendere onore a questo paese unico? Assolutamente no.

La gente

L’Avana ti colpisce subito al cuore. È allo stesso tempo lo specchio del paese e l’avanguardia del suo cambiamento. È un caleidoscopio di gente, colori e suoni. E musica, tanta musica.

Il primo impatto è con la gente e il contesto in cui vive. Si percepisce subito che le condizioni di vita generali non sono agiate. Anche in pieno centro ci si imbatte spesso in edifici decadenti e in persone che, si intuisce, tirano avanti a stento. E questo è accentuato nelle altre zone del paese. Ma ho constatato che è vero quello che si dice dei cubani. Sembra uno stereotipo, una di quelle frasi fatte che vengono ripetute come una litania, ma, invece, è proprio così: i cubani hanno un modo di affrontare la vita molto positivo, anche nelle avversità. Lo abbiamo potuto constatare tutti, per esempio, dai servizi trasmessi dai telegiornali, quando l’uragano Irma, a settembre, ha travolto anche Cuba.

E sono orgogliosi di essere se stessi, di essere cubani.

È facile entrare in contatto con i cubani. Sono aperti e gentili. Raramente negano uno scambio di chiacchiere, una foto e un sorriso. Che sia nelle case di cui si è ospiti, per strada, al mercato, in spiaggia o dal barbiere. A Camagüey, mi ricordo, ci siamo per un attimo fermati davanti alla porta della casa di un vecchissimo afrocubano e lui ha cominciato a chiacchierare con noi, raccontando di come gli piacesse la storia di Ulisse.

I luoghi

Fra i luoghi che abbiamo visitato, ci sono tutte le prime sette villas, le prime sette città fondate, all’inizio del Cinquecento, dai conquistadores spagnoli guidati da Diego Velázquez: L’Avana, Trinidad, Baracoa, Bayamo, Camagüey, Santiago e Sancti Spiritus. In tutto il paese lo stile architettonico spagnolo-coloniale dei coloratissimi edifici si fa notare in tutto il suo fascino. Anche se, come è naturale, non si può dire che ci sia un solo stile. Influssi architettonici anche francesi, europei e nordamericani si mescolano spesso a quello coloniale e, ovviamente, gli stili con cui le città e le aree di campagna si presentano variano man mano che ci sposta tra le diverse zone della Isla.

A Cuba non è difficile, inoltre, trovare siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco come, ad esempio, i centri storici de L’Avana, Trinidad, Cienfuegos e Camagüey. Io, oltre che dell’intera L’Avana, ovviamente, mi sono innamorata di Plaza Mayor a Trinidad.

Fermo restando che, arrivando a L’Avana, l’obiettivo dovrebbe essere fermarsi più giorni possibile e visitare più zone possibile, anche avendo poco tempo a disposizione non si può andare via dalla città senza avere fatto un giro, assaporandone l’atmosfera, ad Habana Vieja, il centro storico della città, passeggiando nell’area disegnata da Plaza Vieja, splendida, Plaza de San Francisco, Plaza de Armas e Plaza de la Catedral. Guai a perdersi, inoltre, le zone di Centro Habana e Vedado, il lungomare Malecón e, non c’è neanche bisogno di dirlo, l’immensa Plaza de la Revolución, quella – chi non l’ha vista almeno una volta in foto o in televisione? – con l’immagine di Che Guevara che giganteggia sulla facciata del Ministero dell’Interno.

Chi non vuole perdersi una bevuta in due dei locali più famosi del mondo sa già che dovrà andare alla Bodeguita del Medio e al Floridita e bere un mojito nel primo e un daiquiri nel secondo, pensando a Hemingway e al suo ‘mi mojito en la bodeguita mi daiquiri en el floridita’. Preparandosi, però, a trovarsi in mezzo a una calca di turisti e in un’atmosfera che poco o niente ha a che fare con quella che deve esserci stata in questi posti qualche decennio fa. A quanto pare, neanche il mojito e il daiquiri sono quelli di una volta.

La musica e la danza

La musica e la danza di Cuba, e come le si vivono a Cuba, meriterebbero un trattato. Peccato che io sia totalmente negata per la musica e la danza e non abbia potuto, quindi, né lanciarmi nel loro vortice né comprendere appieno il fascino di quei ritmi che non è possibile ridurre ad una categoria, perché nascono dalla commistione, nel corso dei secoli, di generi spagnoli, africani, caraibici e statunitensi. Se proprio si dovesse scegliere una parola per la musica della Isla, potrebbe essere, alla fine, solo una: cubana. Aspettandosi ovviamente, sempre per chi ha la fortuna di intendersene, di ascoltare diversi generi a seconda delle zone del paese.

La musica è ovunque. Soprattutto a L’Avana i turisti hanno più di una occasione di ballare la salsa con i cubani, di giorno, di sera e di notte, per le strade e nei locali.

Ogni paese – con molta probabilità anche i più piccoli – ha la sua casa de la trova, dove si suona la musica tradizionale dei trovadores cubani quali, ad esempio, tra i più famosi anche tra i non appassionati o non addetti ai lavori, Compay Segundo. Musica per lo più di epoca pre-rivoluzionaria, che continua ad essere diffusa anche grazie al gruppo Buena Vista Social Club, altrettanto conosciuto fra i non appassionati o non addetti ai lavori.

E ogni paese ha pure la sua casa de la musica, dove vengono eseguiti anche pezzi più ‘pop’. Dove, tanto per intendersi, può capitare di ascoltare Despacito.

In ogni caso, abituatevi a sentire quasi ogni giorno le note di Guantamera, di Chan Chan – quasi nessuno può dire di non conoscerne l’incipit, De Alto Cedro voy para Marcané/Llego a Cueto, voy para Mayarí – e di Comandante Che Guevara.

La storia

Visitare Cuba è anche come fare un viaggio attraverso la Storia. Comunque la si pensi politicamente e ideologicamente, è innegabile che Cuba, con la sua rivoluzione e il suo successivo ruolo, sotto la guida di Fidel Castro, nel sistema geopolitico mondiale USA-URSS e nel pluridecennale confronto-scontro con gli Stati Uniti, sia stata tra i protagonisti della storia del XX secolo.

E i luoghi da vedere, a Cuba, che hanno segnato la storia, sono innumerevoli. Noi, ad esempio, siamo state alla Comandancia de la Plata, il covo tra le montagne della Sierra Maestra, a sud-est dell’isola, vicino a Santiago, dove Fidel Castro e i suoi rivoluzionari, nel 1958, hanno stabilito il proprio quartier generale segreto dal quale continuare la guerriglia, iniziata più di un anno prima, contro i soldati di Batista. Dalla Comandancia si può anche arrivare a Radio Rebelde, la stazione radio da cui i rivoluzionari trasmettevano i loro messaggi a tutto il paese.

Dei luoghi storici nella provincia di Granma noi abbiamo visitato solo la Comandancia de la Plata. Chi volesse ripercorrere le tappe della rivoluzione cubana dal suo inizio fino alla vittoria si rechi al bioparco Parque Nacional Desembarco del Granma. Lì si può andare al punto dove, a Playa Las Coloradas, all’inizio di dicembre del 1956 è sbarcato lo yacht da diporto Granma, con a bordo Fidel Castro e altri 81 uomini, tra cui Che Guevara, partiti dal Messico con quel mezzo quasi di fortuna per iniziare la lotta per rovesciare il regime di Fulgencio Batista. E ci si può spingere fino ad Alegría de Pío, dove i ribelli si sono scontrati con i soldati di Batista e sono stati costretti a rifugiarsi per più di due anni sulle montagne della Sierra Maestra, portando avanti la guerriglia.

A Santa Clara, quasi al centro dell’isola, siamo stati sul sito del Monumento a la Toma del Tren Blindado, dove, alla fine di dicembre del 1958, Che Guevara e altri rivoluzionari hanno fatto deragliare un treno blindato carico di armi e munizioni, episodio decisivo per la vittoria definitiva dei rivoluzionari. A Santa Clara c’è anche il suggestivo sito costituito dal monumento di Che Guevara, dal museo a lui dedicato e dal mausoleo, che, dal 1997, trent’anni dopo la sua morte, accoglie le sue spoglie e quelle di altri guerriglieri, individuate e riesumate da una fossa comune in Bolivia.

Tra le visite ai siti storici, la più coinvolgente, anche grazie alla bravura della guida del museo che ci ha accompagnati, è stata quella alla caserma Moncada, a Santiago, assaltata il 26 luglio del 1953 da un gruppo di uomini guidati da Fidel Castro in un primo tentativo, fallito e finito male (moltissimi di loro sono stati trucidati) di rovesciare il governo di Batista.

Facendo un salto nel tempo in avanti di qualche anno, un altro sito degno di interesse è il museo di Playa Girón, nella Baia dei Porci, dove viene raccontata la storia della tentata invasione di Cuba dell’aprile del 1961, appoggiata dagli Stati Uniti, per rovesciare il regime al potere, questa volta quello di Fidel Castro.

Venti di cambiamento

Con tutta la sua recente storia politica, sociale ed economica e le sue vicissitudini, come appare oggi Cuba agli occhi del visitatore? Un turista straniero che sta pochi giorni riesce a malapena a farsi un’idea. Quello che si vede è che, da una parte, la propaganda castrista-rivoluzionaria è ovunque. Da quasi sessant’anni i volti di Fidel Castro e Che Guevara, i motti rivoluzionari, i messaggi e i testi di propaganda sono sui muri e negli edifici di tutto il paese. Dall’altra parte, moltissimi cubani letteralmente si vestono con la bandiera degli Stati Uniti. Magliette, canotte, vestiti, parei, costumi da bagno, cappelli, ciabatte e quant’altro, persino braccialetti di gomma usati come collare per cagnolini di piccola taglia: tutto a stelle strisce, a significare, innegabilmente, non solo la voglia di proseguire il percorso di cambiamento nei rapporti col paese che per decenni è stato – e doveva essere – considerato un nemico, ma anche la possibilità di manifestare questo sentimento apertamente e senza conseguenze.

Negli anni scorsi le amministrazioni di Raùl Castro, succeduto al fratello nel 2006, e di Barack Obama hanno lavorato ad un percorso di disgelo tra i due paesi. Sono state allentate alcune restrizioni alla circolazione delle persone e delle merci, senza però mettere fine al bloqueo, il quasi sessantennale embargo che vieta rapporti economico-finanziari tra i due stati – su cui l’ultima parola spetta al Congresso americano – e, nel 2015, sono state riallacciate le relazioni diplomatiche, interrotte da decenni, riaprendo le rispettive ambasciate a L’Avana e Washington. Nel 2017 c’è stato un nuovo passo indietro. Trump ha revocato gli accordi firmati da Obama ed è recentissimo il caso degli incidenti acustici ai danni dei cittadini americani in servizio all’ambasciata de L’Avana. Ci auguriamo che, con le luci e le inevitabili ombre e retroscena che necessariamente accompagnano i procedimenti storico-politici di questa portata, il cammino sulla strada del disgelo riprenda presto.

Cuba, lentamente, sta cambiando anche al suo interno. Chi fa oggi un viaggio a Cuba sa che troverà, per alcuni aspetti, un paese diverso, per fortuna dei cubani, rispetto a quello che era fino a relativamente poco tempo fa. Raùl Castro, pur con l’obiettivo ufficialmente dichiarato di attuare al meglio l’economia socialista, ha liberalizzato alcune attività commerciali private, consentito la vendita fra privati di case e automobili, permesso l’acquisto di telefoni cellulari e prodotti di elettronica e, non da ultimo, ha introdotto la possibilità per i cubani di viaggiare liberamente all’estero. Tutto questo, ovviamente, per i pochi che possono permetterselo economicamente in un paese dove gli stipendi sono generalmente molto bassi e l’indice di povertà è estremamente alto.

Nella primavera di quest’anno ci saranno le elezioni e Raùl Castro lascerà la presidenza. Senza toccare minimamente l’argomento delle elezioni cubane, e sempre per rimanere in tema di cambiamento, fa un certo effetto pensare che fra poco, alla guida di Cuba, dopo quasi sessant’anni, non ci sarà più un Castro.

Le macchine di Cuba

Già andare a Cuba è un po’ come fare un viaggio indietro nel tempo, ma, per quanto riguarda le macchine, il tempo si è proprio fermato. Precisamente al 1958. Con la vittoria della rivoluzione, proclamata il 1° gennaio del 1959, una delle misure del nuovo governo di Fidel Castro è stato il divieto di vendere e comprare tra privati automobili che non fossero già presenti sul territorio cubano prima del 1959, salvo autorizzazione governativa, appannaggio, però, di pochissimi privilegiati. E così ecco che tutta l’isola è ancora oggi ‘popolata’ da quelle meravigliose macchine americane degli anni Cinquanta dai colori sgargianti. Questi fantastici dinosauri, altrove estinti da un pezzo, a Cuba camminano da più di sessant’anni grazie a sostituzioni del motore, pezzi di ricambio sovietici e i miracoli dei meccanici cubani. Si vedono soprattutto Chevrolet, Ford, Cadillac, Chrysler, Plymouth, Buick, Lincoln, Oldsmobile, Dodge. Moltissime vengono utilizzate come taxi collettivi e per i giri turistici della città. Per gli appassionati di auto d’epoca come me è una festa, un autentico paradiso terrestre! Capita molto spesso, inoltre, di notare delle… Fiat 124 e Fiat 126. Come mai ce ne sono così tante a Cuba? Sono due modelli di derivate Fiat prodotte in Unione Sovietica e in Polonia, su licenza della Fiat, negli anni Settanta. La derivata della 124 è a marchio Lada mentre quella della 126 è la Polski Fiat 126p. Fa capolino di frequente anche qualche Maggiolino.

Anche se il governo di Raùl Castro ha abolito il divieto, permettendo la libera compravendita di automobili, è molto probabile che, purtroppo, il costo di una macchina nuova o usata rimanga ancora per molto tempo proibitivo per la maggior parte dei cubani e che il parco auto museo resti ancora a lungo. Quando però, in un futuro si spera non troppo lontano, tutti i cubani potranno avere la loro macchina nuova, speriamo che tengano qualche Old Car per fare i giri in città.

Dormire e mangiare

A Cuba si può scegliere di alloggiare nei resort all inclusive pluristellati, negli alberghi o nelle casas particulares. Chi preferisce resort e mare e ha pochi giorni a disposizione, sa già che andrà a Varadero, la località balneare turistica più vicina a L’Avana.
Nel nostro viaggio, noi abbiamo provato tutto: resort, alberghi e casas particulares. Per quanto riguarda i giorni che abbiamo passato al resort al mare, siamo stati a Cayo Coco, all’Hotel Colonial. Niente da eccepire, a parte l’aggressività delle zanzare di tutta la zona, in ogni caso bellissima. Per il resto del nostro viaggio in giro per l’isola, abbiamo sperimentato che gli alberghi, tutti a gestione statale, lasciano un po’ a desiderare quanto a trasandatezza e pulizia. Una piacevole sorpresa, invece, sono state le casas particulares, che sta a significare ‘case private’. Dietro apposita licenza, i cubani mettono a disposizione dei turisti alcune stanze delle proprie case, con colazione, e, per chi vuole, cena. Come i nostri bed & breakfast.

Noi uscivamo la mattina e tornavamo la sera, potendo scambiare solo poche chiacchiere, ma l’alloggio in casa particular è il miglior modo per familiarizzare con i cubani.

Anche con le casas va un po’ a fortuna. Le stanze possono essere più o meno grandi e più o meno servite, ma sono tutte molto pulite e curate e alcune di loro sembrano davvero dei mini alberghi. Sembra un mini albergo, ad esempio, la casa di Maylín y Eliener a Trinidad. Noi non vi abbiamo alloggiato, ma a Trinidad è molto quotata anche la Casa Muñoz – Julio & Rosa. A Camagüey ci siamo trovati bene da Humberto e Ines. A Baracoa da Nelsy. A Remedios nella casa El Laberinto de Duarveras, che ha una terrazza con delle scale che ricordano un quadro di Escher, e nella casa di Yunai.

Inserendo i nomi su internet si trovano tutte, assieme a molte altre case, su tripadvisor e su altri siti per trovare alloggio.

Per quanto riguarda il cibo, si può dire che, specialmente per i palati italiani, Cuba stupisce per tutto, ma non per la cucina. Va bene così, il paese offre ben altro. Che sia nei paladares (i ristoranti a gestione privata o l’attività di ristorante esercitata nelle case) o nei ristoranti, tendenzialmente si mangia sempre pollo, riso, fagioli e, qualche volta, aragosta. In quasi tutte le casas particulares ci si può fermare a cena. Una casa in cui abbiamo trovato tutto davvero molto gustoso è stata quella di Yunai a Remedios.

Per quanto riguarda i ristoranti, segnalo volentieri La Moneda Cubana a L’Avana, El Morro a Santiago, con buona cucina e una splendida vista sul mare che offre uno splendido tramonto, e El Buen Sabor a Baracoa.

Grazie!

Questo viaggio fantastico non sarebbe stato quello che è stato senza Maria e Alfredo di Havanatur, che sono stati con noi dal primo all’ultimo giorno. Maria, la nostra guida, ci ha fatto visitare moltissimi posti spiegandoci tutto con competenza, professionalità e… pazienza. E l’infaticabile Alfredo, alla guida del pullman, ci ha portati in giro per l’isola per più di tremila chilometri. Se, nel vostro viaggio a Cuba, avrete con voi Maria e Alfredo sarete fortunati perché, oltre ad essere bravi e professionali, sono simpaticissimi.

E il viaggio non sarebbe stato lo stesso senza la nostra coordinatrice di Avventure nel Mondo Roberta, che ha faticato come un tour operator per organizzarci la vacanza, e le altre compagne di viaggio più un compagno di viaggio: Raffaella 1, Linda, Elena, Beatrice, Taryn, Raffaella 2, Venere, Benedetta, Cristina, Manuela, Giusy e Stefano. Mi ricordo ancora la nostra ‘formazione’ sul pullman.

Grazie a tutti voi e forza Cuba! E’ un paese che merita tutto il nostro tifo.




St Moritz: neve, sole e spa per dare il benvenuto all’inverno

Borghi tradizionali, facciate graffite e un comprensorio sciistico immenso, ben 350 chilometri di tracciati:  L’Alta Engadina è il paradiso degli amanti della montagna e St Moritz è simbolo dell’Europa mondana che scia. Ma per chi si ferma più di una notte, non mancano le offerte: lo o skipass costa 35 franchi al giorno: una trentina di euro, oltre la metà del prezzo normale, per divertirsi sull’intero comprensorio circondati da vette spettacolari e terrazze panoramiche. Sono oltre cento gli hotel che aderiscono all’iniziativa Albergo Skipass Incluso, compresi icone del lusso storico come il Kulm e il Kempinski.

 A Saint Moritz conviene arrivare il venerdì sera, quando si svolge la snow night, la sciata in notturna sul Corvatsch (dall’8 dicembre si scia dalle 19 all’una di notte, da febbraio fino alle due) tra discese elettrizzanti e soste più goderecce all’Hossa Bar o negli altri rifugi che, con l’occasione, rimangono aperti nel corso della serata spesso con party e musica dal vivo, mentre una volta al mese nelle sere di glüna plaina (luna piena, in romancio) si scende a valle lungo i versanti del Diavolezza (date previste: 1 gennaio, 3 febbraio, 3 marzo e 1 aprile) inondati dalla sola luce avvolgente della luna piena a partire dalle 19.30. Si riprende lentamente confidenza con la neve, circondati dai ghiacciai di oltre tremila metri, mentre a valle si passeggia lungo le vie dello shopping, in centro, o costeggiando laghi e i corsi d’acqua dove ancora per qualche giorno si specchiano i larici dalle mille sfumature dell’oro e del rame. 

E se, dopo un primo allenamento sul Diavolezza, il ritorno sugli sci dovesse risultare troppo faticoso, una pausa relax si impone. Impossibile resistere alla tentazione di immergersi nella vasca jacuzzi all’aperto del Berghaus Diavolezza, con vista sul Piz Cambrena, del Piz Bernina, del Bellavista e del Piz Morteratsch dove si gode di un’ora di relax in esclusiva su uno dei più incantevoli tetti d’Europa immersi nell’acqua spumeggiante a 41 gradi. Per un break goloso tra una pista e l’altra, gli impianti da non perdere sono invece quelli che dal Corviglia, raggiungibile sia dal centro di St Moritz sia da Celerina, portano ai 3.057 metri del Piz Nair su una terrazza assolata dallo scenario emozionante.
Chi ama alzarsi presto la mattina sale subito qui, in vetta (gli impianti aprono alle 7.45), per la cosiddetta cerimonia del white carpet, la prima discesa sulle piste appena battute, con vista su Saint Moritz e l’intera Alta Engadina. Una sosta al ristorante panoramico con specialità locali a base di funghi e cacciagione e la tipica torta alle noci dell’Engadina e si torna in pista, non troppo appesantiti (in Svizzera si possono ordinare anche le mezze porzioni). Un unico ski tour collega i quattro comprensori engadinesi, ma bisogna calcolare un giorno di tempo per completarlo. Dopo un’intensa giornata di sci, niente di meglio di un trattamento nel centro benessere ricavato sul tetto dell’Hotel Schweizerhof, storico albergo in pieno centro con vista sul lago di Saint Moritz e sulla vallata o, se si preferisce la più sportiva Pontresina, nell’immensa spa dell’Hotel Schloss, ricavato in un  castello di fine Ottocento completamente ristrutturato, da cui si ammira un panorama unico sulla Val Roseg e sui suggestivi ghiacciai della catena del Bernina. Qui ci si può lasciare guidare da una “spanner” ovvero  un professionista del benessere che suggerisce come godere di un percorso di “salus per aquam” tra vasche, bagni turchi e sune di diverse temperature.  Per chi vuole concedersi un vero e proprio sogno ad occhi aperti, sempre a Pontresina, ci si può ritagliare un soggiorno praticamente perfetto Grand Hotel Kronenhof, primo hotel del borgo. L’edificio, risalente al 1848, è stato classificato monumento nazionale e vanta saloni affrescati degni di un a reggia oltre ché una zona spa affacciata sui ghiacciai dove rilassarsi dopo le fatiche di una giornata sulla neve prima di concedersi ai piaceri dell’al cucina engadinese. 

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Alba e tramonto sulla Great Ocean Road

Duecentocinquanta km di tornanti a picco sull’Oceano tra foreste pluviali e cespugli argentei, spiagge iconiche per i surfisti di tutto il mondo come la Bells Beach, Johanna Beach e l’Apollo Bay, scenari mozzafiato, fari romantici come quello di  Cape Otway  e quei faraglioni di calcare e arenaria dai colori cangianti e dalle mille forme modellate dal mare e dal vento come i Dodici Apostoli divenuti uno dei simboli del Paese. E, come sempre accade in Australia, tutto ha dimensioni colossali, si percepisce la forza e l’imponenza della natura.  Tutto questo è la Great Ocean Road, nello stato del Victoria e a una distanza ragionevole da Melbourne, che parte da Torquay e arriva a Warrnmbool in un vortice di forme, profumi e colori travolgente.

L’origine della strada panoramica, tra le più scenografiche al mondo, risale alla fine della Prima Guerra Mondiale quando per dare lavoro e sostegno ai reduci e, allo stesso tempo, incrementare il turismo, il governo decise di avviare i lavori e scolpire nella roccia il percorso. Ci sono voluti 14 anni e 3mila soldati prima di giungere alla fine dell’impresa stappando letteralmente alla natura selvaggio la strada, pezzo dopo pezzo.  Ma ne è valsa la pena. Ancora oggi la Great Ocean Road attrae ogni anno milioni di turisti da tutto il mondo (me compresa).

L’ideale, come sempre accade in Australia, considerando gli spazi infiniti e le distanze, è quello di affittare una macchina per percorre la strada e magari spostarsi tra Melbourne e Adelaide. In ogni caso esistono dei tour organizzati e, se si hanno a disposizioni più giorni, mezzi pubblici che permettono comunque di spostarsi sulla Great Ocean Road. È bene comunque prevedere almeno due giorni: i colori dell’alba e del tramonto sulla costa più fotogenica del mondo valgono l’intero viaggio. La tentazione è quella infatti di fermarsi ad ogni tornante per scovare gli angoli nascosti, perdersi nel labirinto di stradine che raggiungono la costa lasciando correre lo sguardo alle onde gigantesche che si abbattono sulle rocce modellando i futuri faraglioni o cercando di avvistare le balene, esplorare le foreste pluviali e i santuari dedicati a koala e canguri.

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Alagna tra powder e tappe golose

Appartata, schiva, eppure modernissima. Perché oltre le case walser, appartenenti a un altro secolo, di Pedemente e Ronco, oltre le chiesette affrescate e il profumo di legna e polenta, spuntano coloratissime tribù di giovani a caccia della neve perfetta. Non c’è nulla di più emozionante che sfiorare la leggendaria “powder”, quel mare di neve candida e leggera come la cipria sulla quale sembra di galleggiare. Alagna Valsesia è la meta di stagione, antica nel paesaggio e ospitalissima sui suoi sentieri, perché è questa la capitale del freeride, calamita irresistibile per nugoli di sciatori provenienti da tutto il mondo  che ogni inverno salgono quassù, a cercare emozioni in neve fresca. Soli, nel bianco. Lasciando che gli altri sportivi (meno avvezzi al wild) si godano in i collegamenti con Gressoney e Champoluc, per oltre 180 km complessivi di piste, che fanno del MonteRosa Ski uno dei più grandi comprensori del Paese. Il sogno è in vetta, sul massiccio del Rosa, per segnare per primi il manto intatto, alle prime luci del giorno. 

Oggi solo pochi temerari arrivano a un passo dal cielo grazie all’heliski o alle pelli di foca dello sci d’alpinismo ma, quanto prima, il giro del Massiccio potrebbe essere effettuato attraverso gli impianti, collegando quelli del Cervino (Valtournenche, Cervinia e Zermatt) a quelli del Monte Rosa (Alagna, Champoluc e Gressoney-La Trinité). Il progetto è allo studio. Meglio quindi affrettarsi per godere degli spazi immensi di queste montagne lontano dalle folle.  Anche per chi preferisce rimanere sui sentieri tracciati di Alagna, le alternative non mancano vista la buona proporzione tra piste facili e più impegnative compresa la leggendaria Olen, una nera di 4km che scende da 2880 metri fino a 2050.  Sono infatti sette le piste battute tra i 1212 e i 2971 metri ai piedi del Monte Rosa dove trascorrere un’intensa giornata di sport all’aria aperta.

La località è ideale per trascorrere una vacanza sportiva e godersi i momenti di relax nella tradizionale ospitalità della valle dove ristoranti e hotel sono in molti casi tramandati di generazione in generazione. Vecchi fienili o antiche case walser che hanno conservato nel tempo spazi e materiali, legno e pietra. Un après ski o un aperitivo all’An Bacher Wi (0163 91301) dove si può scegliere tra oltre trecento etichette guidati, eventualmente, dall’esperienza del proprietario e una polentina con la marmellata i mirtilli di Mirella Pasticceria e Camere (0163 92286), proprio sotto gli impianti di risalita, sono il giusto premio per una giornata all’insegna dello sport. Per qualcosa di più sostanzioso, il calore, l’allegria e il carré di agnello del ristorante Unione (0163 922930) allinterno del teatro ottocentesco di Alagna, rendono la giornata indimenticabile.

Alagna è stata portata alla ribalta internazionale vent’anni fa, da un gruppo di registi e nomadi a caccia di neve fresca dove poter filmare adrenaliniche acrobazie: nel 1994 i documentari Toast e Teamzero hanno trasformato Alagna e le sue vette tra le mete più ricercate dell’arco alpino. Oggi, a vent’anni dall’uscita dei documentari Alagna si trasforma in inverno, che qui inizia relativamente presto, nella capitale del freeride, ma si può anche scegliere di andare per ciaspole o dedicarsi allo sci di fondo (Centro Sci di Fondo La Marmotta Rosa di Riva Valdobbia), praticare l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio, guidare auto e kart sulle piste ghiacciate (Ice Rosa Rink 348 2662869) e organizzare la circumnavigazione del Monte Rosa, che con i sui 4634 metri sfiora il cielo, con guide alpine ed heliski (per informazioni: Guide Alpine 0163 91310; 340 5835738).

Già  nello slogan della località, Alagna ha deciso di rimanere concentrata sul freeride, lo sci fuoripista adottando il titolo“Freeride Paradise” attribuito dalla testata Usa “Powder” . E, in effetti, nel cuore della Valsesia, la scelta per lo sci fuoripista non manca ed è dedicata agli sciatori di almeno medio livello, anche se gli esperti consigliano sempre di muoversi con delle guide per praticare il freeride, almeno per un primo approccio con la località. Discese molto lunghe e piuttosto impegnative caratterizzano l’area. Da Punta Indren a quota 3.275 parte un pistone non battuto, un classico della Valsesia su cui cimentarsi. Da Passo dei Salati, scendendo verso Alagna, si può percorrere fuoripista nel vallone d’Olen, ampi pendii con un dislivello di mille metri. Tra i percorsi più “gettonati” anche particolare la Balma, otto km di pura adrenalina che collegano il vecchio impianto di Indren al borgo lungo il vallone del Bors. Dal ghiacciacio dell’Indren, da cui lo sguardo può spaziare sui laghi e su tutta la catena delle Alpi, sono possibili diversi itinerari in fuori pista sia sl versante di Gressoney che su quello di Alagna on oltre due mila metri di dislivello di adrenalina da percorrere sci ai piedi. Altre alternative del freeride paradise sono la Valle SalzaCanale dell’AquilaValle BorsBalmaValle del LysPunta Vittoria Malfatta.

Gli impianti di risalita partono a valle, a 1212 metri, da Alagna dove la cabinovia Pianalunga porta fino a 2046 metri da cui, con la funivia Pianalunga-Cimalegna-Salati si può salire fino a 2980 metri. Con la stagione 2017-2018 sarà poi inaugurata anche una nuova seggiovia quadriposto che porta da Cimalegna a 2650 fino al passo dei Salati a quota 3030. Oltre che ad accelerare il passaggio verso la Valle d’Aosta l’impianto permetterà l’apertura delle due piste Cimalegna e Bodwich anche durante le festività e i fine settimana, quando spesso rimanevano    chiuse per via della coda che si creava alla partenza della funivia Pianalunga-Passo dei Salati.




Tutti a Verona, da Flover, per i mercatini di Natale

Oltre 15 mila metri quadrati dei quali 7.000 al coperto allestiti, tra le piante della serra, in caratteristici mercati di Natale ispirati a quelli del Nord Europa, con decorazioni originali, show ed eventi a tema.  Tutto questo è Flover a Bussolengo, vicino a Verona, dove fino a metà gennaio si può trascorrere una giornata tra shopping e pause golose alla ricerca del regalo perfetto, per parenti, amici e soprattutto per se stessi. L’appuntamento al #villaggionataleflover è di quelli da non perdere. Entrare al Villaggio di Natale di Flover è come entrare  in una delle case fiabesche della piazza di Rothenburg e ogni anno, ormai, da 21 anni non mancano scenari sorprendenti pronti a lasciare i visitatori a bocca aperta

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L’idea del Villaggio di Natale Flover è nata oltre vent’anni a quando uno dei due fratelli proprietari del Garden Center aveva voluto fermarsi a Rothenburg Ob der Tauber, sulla famosa Romantische Straße,  rimanendone incantato tanto da voler portare con sé un pizzico di magia dall’antico questo antico borgo. Era il 1996 e il Villaggio di Natale Flover è piano pano diventato sempre più grande con la creazione di un ambiente magico con innumerevoli oggetti creati artigianalmente con i più disparati materiali, sapientemente disposti ed ambientati allo scopo di rendere ancora più magico ed affascinante il Natale. Visitando il Villaggio di Natale si ha l’impressione di trovarsi in un borgo medioevale: sono ricostruite le mura di cinta della città fortificata, il bosco incantato dove si incontrano gnomi e folletti, il centro storico. il mercatino con le bancarelle e gli alberi addobbati.
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La magica scenografia accompagna gli ospiti in un magico viaggio nel Natale. Si parte dalla stazione alle porte del #villaggioflover, dove una carrozza attende i viaggiatori per condurli tra le meraviglie del Villaggio, verso il mondo degli gnomi al lavoro perché tutto sia pronto per la notte più importante dell’anno, si arriva così in una scintillante e colorata miniera costellata di gemme, dove gli gnomi estraggono il materiale che fa funzionare il treno del Natale. Di carrozza in carrozza ci si addentra nel bosco incantato. Lasciate le carrozze si arriva al cuore del Villaggio, la piazzetta, dove tra le tante bancarelle che espongono decorazioni di ogni tipo e per ogni arredamento provenienti da tutto il mondo, si scorgono alcuni artigiani al lavoro: il pirografo che realizza quadretti bruciando il legno, la decoratrice dei fiori pressati, la creatrice di opere in porcellana fredda e la pittrice che decora il vetro creano le loro opere davanti agli ospiti.

Di particolare fascino gli allestimenti delle stanze del Natale che Flover ha addobbato con i colori di tendenza del Natale 2017, rosa, malva e salvia o per chi cerca accostamenti più particolari tutte le tonalità del blu e dell’azzurro, passando per il petrolio e arrivando al verde, accostati alla lucentezza del bianco e dell’argento.

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Tra le novità di quest’anno poi un grande presepe multimediale interattivo: utilizzando un tablet gli ospiti del Villaggio potranno trasformare la scenografia con effetti e luci diverse. Gli appassionati troveranno a loro disposizione una vasta esposizione di capanne e statuine di provenienza italiana ed estera, oltre a esemplari realizzati interamente a mano e curati nei minimi dettagli da scultori professionisti.  Uno spazio speciale è dedicato ai villaggi Lemax, il presepe nella versione d’oltreoceano, dove la Natività e gli scenari che prendono spunto dall’origine religiosa vengono affiancati, senza limiti di fantasia, da riproduzioni di scene di vita quotidiana. Nella serra esterna il Flover Christmas Express attende gli ospiti tutti i fine settimana per portarli alla Casa di Babbo Natale e alla Fabbrica dei giocattoli.

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 DOVE, COME E A QUANTO

Il Villaggio di Natale Flover si trova a Bussolengo (Verona), in via Pastrengo 16. Apertura: il Villaggio è aperto dal 4 novembre 2017 al 7 gennaio 2018. Unici giorni di chiusura il 25 dicembre 2017 e il 1° gennaio 2018. Orari: dalle 9 alle 19.30, con orario continuato.

Biglietto d’ingresso: 2 euro solo nei giorni di sabato e domenica dal 4 novembre al 17 dicembre 2017 e 8 dicembre 2017.




Prima neve a prezzi da non perdere. Dove sciare con lo sconto

È tempo di preparare gli sci. In alta quota ha iniziato a nevicare copiosamente e gli impianti potrebbero persino anticipare l’inizio della stagione di qualche settimana. Per di più sciare tra novembre e dicembre offre grandi vantaggi: con l’apertura degli impianti le località montane offrono occasioni da cogliere al volo per  ricaricarsi prima del tour de force di Natale. Scenari incantati, poche file e, si spera, tanta tanta tanta neve.  E, soprattutto, sconti particolarmente allettanti. Se poi si prevede di sciare un’intera stagione, cinque mesi ininterrotti Saas Fee, noto anche come villaggio dei ghiacciai perché circondato da 13 cime che superano i 4mila metri,  propone uno skipass stagionale a un prezzo imbattibile:  233 franchi, ovvero 205 euro circa.

 Proprio in questo periodo si concentrano infatti le migliori promozioni per una vacanza in montagna prima di Natale e l’atmosfera è magica tra mercatini e feste tradizionali in occasione dell’Avvento. A Splügen-Tambo, soleggiato comprensorio al confine con la Valtellina, addirittura per il Ponte dell’Immacolata (8,9,10 dicembre) si scia gratis. Un’occasione da non perdere per godere della natura incontaminata, dei romantici paesini arroccati in montagna e dei piaci della buona tavola, oltre che di piste da sci preparate a regola d’arte. Il comprensorio offre 30 km di piste di cui 8 eventualmente innevate con neve artificiale.  Per il ponte dell’Immaccolata si scia gratis anche a Leukerbad, la più grande stazione termale dell’arco alpino: prenotando le terme o una struttura della destinazione lo skipass è in regalo.

Se poi si volesse iniziare ancora prima a indossare gli scarponi, il Tirolo e i suoi cinque ghiacciai sopra i 3mila metri sono una destinazione perfetta: il “festaiolo” Kaunertal; Sölden che evoca le atmosfere di James Bond; Hintertux; Stubai, il più grande comprensorio sciistico su ghiacciaio con 26 impianti di risalita e 64 chilometri di piste e il romantico Pitztal dove si può aspettare il tramonto a 3440 metri. E per la sera Innsbruck con le luci dei 170.500 cristalli Swarovski che illuminano l’albero di Natale, le 200 bancarelle dei tradizionali mercatini presenti in centro città, i ristoranti e le tradizioni dell’Avvento, è a portata di macchina o di autobus. Nella capitale delle Alpi poi, fino all’Epifania, si può cogliere l’occasione per un rilassante week end lungo tra neve e shopping con 164 euro per due pernottamenti.

Ecco alcune idee di quelle cogliere al volo appena aprono gli impianti.

UN GIORNO IN OMAGGIO Dolomiti Superstar: qui la formula magica dal 25 novembre al 23 dicembre nelle 12 località sciistiche del Dolomiti Superski è il 4 = 3 e comprende una giornata di soggiorno e di sci in omaggio su 4 giorni.  Al Bad Moos Dolomites Spa Resort di Sesto, incastonato nella verde Val Fiscalina, ad esempio, il “Dolomiti Super Première” con 4 notti e 4 giorni di skipass in mezza pensione, il pass per i mezzi pubblici e l’uso delle Spa Termesane parte da 594 euro a persona, mentre i non sciatori spendono 387 euro. Gli impianti della Croda Rossa si trovano appena fuori dall’hotel. Ma il divertimento continua. Con un unico skipass infatti si scia per l’intero comprensorio sciistico Tre Cime Dolomiti, 5 aeree per 90 km di piste o, volendo, con lo Ski Pustertal Express, si può raggiungere Plan de Corones.
In Val Senales, invece, fino al 22 dicembre una “toccata e fuga” di cinque pernottamenti con quattro giorni di skipass e noleggio sci parte da 311 euro in mezza pensione (al Natur-Aktiv Hotel Rainhof). Il comprensorio internazionale Breuil-Cervinia Valtournanche-Zermatt offre infine sette giorni al prezzi di sei, dall’hotel alla scuola di sci.

SKIPASS INCLUSO In Valtellina lo skipass è incluso nelle strutture aderenti all’iniziativa. Per chi sceglie Livigno e soggiorna almeno quattro notti in hotel o sette in appartamento, fino al 22 dicembre, lo skipass è in omaggio. Skipass gratis anche a Santa Caterina, nel cuore del parco nazionale dello Stelvio, se si prenota un soggiorno di almeno 4 notti in hotel in mezza pensione. E si può sciare anche a Bormio e a San Colombano. I tre giorni di Sant’Ambrio (7-10 dicembre) in mezza pensione all’Hotel Sport di Santa Caterina, a pochi metri dagli impianti, in mezza pensione e skipass incluso, costano 210 euro mentre se si riesce a ritagliarsi spazio per un ponte lungo cinque giorni (5-10 dicembre) costano 370 euro: cucina valtellinese doc, stanze e luminose e ambiente alpino assicurano un break prenatalizio che ritempra dalle fatiche del lavoro. Dal 10 al 23 dicembre pi conviene anche di più: : 5 giorni di mezza pensione e 4 giorni di skipass costano 300,00,  7 giorni di mezza pensione e 6 giorni di skipass 415, euro.
Anche il Wellnessresort Alpenschlossl & Linderhof di Cadipietra, in val Aurina, a 50 metri dagli impianti del Klausberg (comprensorio dello Skiworld Ahrntal/Valle Aurina con 23 impianti di risalita e 73 km di piste)offre lo skipass in regalo anche per soggiorni di soli 4 notti fino al 23 dicembre (quattro pernottamenti in premium all inclusive e 3 giorni di Skipass partono da 596 euro a persona). Qui, dopo una giornata di sport, ci si rilassa in oltre 3.000 mq di benessere.

PROMOZIONI DA NON PERDERE Svizzera Turismo e Engadin St. Moritz propongono, “Sant’Ambrogio a St. Moritz” con offerte da prendere a volo per invogliare gli ospiti dell’area milanese a scoprire l’Engadina, i suoi 350 km di piste baciati dal sole, i laghi e la natura incontaminata, il glamour di St Moritz e i tradizionali villaggi con le case decorate a sgraffito. Per chi vuole regalarsi un soggiorno davvero unico dove il comfort moderno incontra e il fascino di epoche passate, dal 7 al 19 dicembre ad esempio, l’indirizzo è quello del Grand Hotel Kronenhof di Pontresina, quasi un palazzo reale di 170 anni con vista sul ghiacciaio, sontuosi saloni affrescati e una zona spa di 2mila mq. Qui, dove soggiornavano reali e aristocratici, un soggiorno di due notti in mezza pensione, con skipass incluso, per due persone costa 900 euro. Nel vicino Hotel Schloss sempre a Pontresina, castello di fine ‘800 con una spa di 900 metri quadrati e dalle cui vetrate si ammira un panorama unico sulla Val Roseg, una coppia spende 600 euro le tre notti del ponte Sant’Ambrogio (7-10 dicembre) in mezza pensione, mentre lo skipass può essere acquistato a 36 euro al giorno, la metà del prezzo abituale con l’offerta “hotel+skipass” proposta fino a fine stagione da cento hotel del territorio.




Zermatt, regina delle nevi

Racchiusa al centro di ben 38 cime sopra i 4mila metri (praticamente il 33% di tutte le cime sopra i 4mila metri delle Alpi), Zermatt (1616 metri) è la regina delle nevi del Canton Vallese. D’inverno Zermatt è un sogno per tutti gli sciatori, dai principianti agli amanti del free ride, ma anche d’estate Zermatt è una destinazione da non perdere grazie ai 70 km di sentieri escursionistici tra boschi e pascoli e che offrono scenari particolarmente incantanti sulle cime.

Il villaggio alpino arroccato sul Monte Rosa e su cui domina il Matterhorn (ovvero il Monte Cervino per gli svizzeri) infatti è completamente pedonale e raggiungibile via treno o con romantiche carrozze, oltre che con meno suggestivi veicoli elettrici. Le macchine possono arrivare solo fino a Täsch, a 5 km da Zermat che poi è raggiungibile con un treno navetta della Matterhorn Gotthard Bahn ogni 20 minuti. 

Da non perdere, in qualsiasi stagione dell’anno, una tappa al Sunnegga un balcone sulla valle a 2.288 metri da cui si gode una impagabile vista sul Cervino, o meglio sul Matterhorn e raggiungibile in tre minuti dal centro del borgo grazie a un impianto di risalita sotterraneo, insomma una specie di metropolitana in quota che all’uscita lascia incantati a bocca aperta di fornite all’iconica forma del monte Cervino. Garantisce incredibili emozioni, in qualunque mese dell’anno, anche l’escursione a Gornergrat, a 3089 metri, risalendo la montagna con la ferrovia in cremagliera tra incomparabili scenari, piste, gallerie e muri di neve. Una gita che da sola vale il viaggio, anche per chi non scia. All’arrivo della funivia del Piccolo Cervino si può visitare il Palazzo di Ghiaccio, una serie di grotte scavate a 15 metri di profondità nel ghiacciaio.

L’offerta turistica di Zermatt è in grado di soddisfare qualsiasi desiderio per sportivi o meno sportivi: oltre alla prima traccia, alla discesa al chiaro di luna, all’heliski sul Monte Rosa (in teoria è possibile anche “circumnavigare il Monte Rosa, sci ai piedi, anche sul lato di Alagna grazie all’heliski e percorsi in free ride. È previsto un collegamento tra i due comprensori: Cervinia-Zermatt-Valtorunanche e Alagna-Champoluc e Gressoney), alle gite in slittino come alternativa allo sci, è prevista addirittura la possibilità di godersi gli ultimi raggi di sole che illuminano le vette intorno al villaggio alpino, gustando una fonduta in cabinovia. Per i più sportivi invece il comprensorio offre la possibilità di circuiti ad hoc come il “Matterhorn ski safari” silver o gold che, a seconda del circuito scelto, permette di percorrere tra 10mila e 12,5mila metri di dislivello in un giorno, senza mai utilizzare due volte lo stesso impianto. Si parte dal Rothorn, si prosegue attraverso Riffelberg, il ghiacciaio del Teodulo, Trockener Steg, il Matterhorn glacier paradise, Breuil-Cervinia, il Plateu Rosa e alla sera si ritorna a Zermatt passando per Stafelalp. E, soprattutto, soprattutto si scia circondati da uno scenario particolarmente suggestivo e protetti dall’ombra del Cervino e ai piedi, tra l’altro, del Monte Rosa.

Il “Matterhorn ski paradise”, ski area di Zermatt, garantisce una scelta di tracciati per tutti i livelli di sci grazie alle 26 piste blu, alle 76 rosse e alle 10 nere. E, per chi vuole godersi la giornata senza rischiare di essere travolti da chi predilige ritmi più “da gara”, il “Matterhorn ski paradise”“slow slopes”  offre la possibilità di “slow ski”. Le slow slopes sono situate nelle immediate vicinanze della zona sciistica dedicata ai principianti e sono nell’ordine la 5, la 6 e la 7 nel comprensorio di Rothorn, la 38 nel comprensorio di Gornergrat e la 56 nel comprensorio Matterhorn glacier paradise.

Da Zermatt si può scegliere di risalire verso il Sunnega Paradise e da lì proseguire per il Rothorn Paradise dove abbondano infinite piste rosse (come la 9 che poi prosegue in 11 e scende da quota 3100 fino a valle) e blu; o salire verso il Riffelberg e da lì al Gornergrat da cui si dipanano lunghissime piste, in prevalenza rosse, che offrono una vista suggestiva sul Cervino e sulla valle; o partire alla volta dello Scharzsee Paradise, dove si sviluppa il maggior numero di piste, e da lì, volendo, fino alla cima del Matterhor Glacier Paradise a 3883 metri. I tre comprensori di Zermatt sono tutti collegati sci ai piedi oltre che dallo ski bus elettrico. Non solo. Al momento il collegamento verso l’Italia (e Cervinia) è garantito sci ai piedi dal Matterhorn Glacier Paradise verso il Plateau Rosa (a 3480 metri) attraverso la pista 85 (rossa e blu), ma si prevede l’apertura di un impianto a fune che colleghi, prima o poi, le due cime. Una volta arrivati in vetta da non perdere la possibilità di scendere sul tracciato più alto del comprensorio e probabilmente uno dei più alti d’Europa: la Gobba di Rollin, a 3999 metri (raggiungibile da due skilift), da cui volendo ci si può tuffare in un percorso vertiginoso per 2200 metri di dislivello fino a Zermatt.

Oltre allo skipass internazionale che consente di sciare anche sulle due ski aree italiane (Breuil Cervina e Valtournanche), è possibile acquistare lo Snowpass Valais Unlimited per sciare in tutti i 2800 km di piste del Vallese. Chi poi non si volesse accontentare dell’offerta di Zermatt, con o senza le sue stazioni italiane (Cervinia e Valtournanche), piò scegliere tra ben 18 comprensori a pochi minuti d’auto.