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Alsazia, una destinazione gourmande

L’Alsazia con i suoi castelli arroccati sulle dolci colline come il medioevale Haut Koenigsbourg, la suggestiva Strasburgo, la natura selvaggia con le sue foreste infinite e una tradizione gourmande tutta da scoprire, si propone come ideale per i prossimi ponti e, per chi può,  anche per una vacanza anche più lunga.

Route des Vins d'Alsace--®Tristan VuanoCathédrale de Strasbourg-®IstockICE CATTIN @ Cattin

Punto di partenza? L’irresistibile Strada dei Vini, 120 chilometri che, da nord a sud, attraversano una campagna tappezzata di vitigni e pittoreschi villaggi a graticcio (a iniziare da Selestat nota anche per la Bibliothèque Humanist e da  Riquewihr con i suoi imponenti bastioni e il Dolder, un portale a graticcio del 1200 sormontato da una torre campanaria) e che portano a una destinazione che è prorio il caso di definire divina: i 50 Gran Cru. Qui è emozionante dove perdersi fra le stradine dei piccoli villaggi, scoprire nidi di cicogna (a Hunawihr, chiamato il villaggio delle cicogne, nidificano oltre 100 cicogne  che vivono prevalentemente nella zona gestita dal Centre de Reintroduction de Cigognes), entrare nei cortili dei produttori di vino e ascoltarli mentre declinano la poesia del proprio terroir: riesling, gewurztraminer, sylvaner, pinot noir… e poi, inevitabilmente, lasciarsi tentare e riempire i calici per cogliere l’anima e i segreti dei vini d’Alsazia. Proprietà e cantine vinicole del territorio propongono diverse occasioni di ospitalità e scoperta tra laboratori di degustazione, casinò del vino, degustazioni alla cieca, quiz sugli aromi.

Vignoble Rangen Thann-®AAA-MeyerVin et Vignoble-®Zvardon-Editions du SigneRiquewihr et son vignoble-®Tristan VuanoDétails Bibliothèque Humaniste - Sélestat-P-Mod Ville de Sélestat. (2)

Un buon inizio è il Domaine Cattin di Voegtlinshoffen affonda le sue radici addirittura la 18° secolo. Stabilitasi qui dal 1720 e proprietaria di circa 70 ettari di vigne, la famiglia Cattin costituisce una delle più grandi case vinicole alsaziane che lavora il proprio vigneto. Oggi, Anaïs e Jacques Cattin sono la 13° generazione di viticoltori con sede a Vœgtlinshoffen, sulle alture dei vigneti alsaziani, a pochi chilometri da Colmar, tra i borghi più suggestivi dell’Alsazia e con un mercatino di natale particolarmente pittoresco. Qui il visitatore si trova immerso nel mondo del domaine, con uno showroom che lascia vedere l’attività della cantina dietro una spettacolare vetrata. Ma il luogo sorprende soprattutto per il rooftop, con una vista a 360° sui vigneti. Uno spazio inedito che propone laboratori di degustazione a tema sui vini della proprietà e sugli abbinamenti piatti e vini.

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Détails Bibliothèque Humaniste - Sélestat-P-Mod Ville de Sélestat

Da non perdere poi:
Arthur Metz a Marlenheim – www.arthurmetz.com
Wolfberger a Eguisheim – www.wolfberger.com
Domaines Schlumberger a Guebwiller – www.domainesschlumberger.fr
Cave Vinicole di Cleebourg – www.cave.cleebourg.com
Domaine Dirler-Cadé – www.dirler-cade.com
Domaine du Bollenberg – www.bollenberg.com
Cave du Vieil Armand – www.cavevieilarmand.com
Domaine Klipfel a Barr – www.klipfel.com
Château de Riquewihr « Dopf & Irion » a Riquewihr – www.dopffirion.com

Sauna - Nature Spa - La Cheneaudière--®Jérome MondièreSpa - 5 Terres Hôtel à Barr-©Coralie Le Breton - Elles en parlentHall - 5 Terres Hôtel-®Serge Lohner 5 Terres Hôtel

Una buona base di partenza per esplorare il territorio è il Parc Hotel Obernai, struttura familiare iconica della Strada dei Vini d’Alsazia che ne prossimi mesi ha in serbo l’apertura di una sontuosa zona benessere il cui progetto è affidato allo studio SIEGRIST & CONSTANS. Un tempio del design contemporaneo, dai dettagli curati e dalle linee pure, che proporrà in particolare 1 piscina interna con 10 bacini, una piscina esterna infinity, 8 attività Spa, 3 saune, 2 hammam, 4 zone relax inedite, 5 spazi massaggio, un ristorante, un’area fitness e un innovativo boxing studio. Pensato come un viaggio iniziatico confidenziale, la piscina offrirà 10 diversi spaziatmosfera e 90 diverse attrazioni-acquatiche, che permetteranno agli ospiti di rilassarsi in un’acqua riscaldata a 33°, senza mai uscire dalla piscina. Vera rivoluzione, questo percorso balneo-sensoriale è un’esperienza unica. Lo spazio è dotato anche di 5 suites Spa dedicate al benessere, con sale di balneazione e grandi vetrate che offrono una splendida vista sul Massiccio dei Vosgi.
Per una dimensione più intima,  l’Hostellerie La Cheneaudière & Spa a Colroy-la Roche costituisce una struttura di charme in equilibrio perfetto tra la raffinatezza di un Relais et châteaux e l’autenticità della natura attorno.

Per maggiori informazioni:  www.france.fr e www.experience.alsace.com .

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Oltrepò Pavese, terra di sapori e di scenari da riscoprire

L’Oltrepò come terra di sapori  e di scenari da riscoprire: dalla spumante, il primo metodo classico prodotto in Italia fin dal 1865 al salame di Varzi fino alle cipolle di Breme, agli asparagi di Cilavegna e ai tartufi, in un’area che offre percorsi naturalistici, termali e artistici d’eccellenza.  È questo l’obiettivo che si propongono Terre d’Oltrepò, la  maggiore Cantina sociale della Lombardia, frutto della fusione delle Cantine Sociali di Broni e Casteggio, L’Associazione Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese, il Consorzio dei vini dell’Oltrepò Pavese e L’Enoteca Regionale della Lombardia in Oltrepò.

L’Oltrepò si estende tra Pavia, Alessandria e Piacenza è offre una grande varietà di paesaggi: dalla pianura con i campi a perdita d’occhio, alle colline ricoperte di vigne e per finire la alture coperte di boschi di acacie e querce. Terra di Bonarda, Buttafuoco, Casteggio, Pinot grigio, Pinot nero, Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese, l’Oltrepò si trova sul famoso 45° parallelo che ospita le maggiori terre viticole del mondo, a cominciare da quelle di Bordeaux.  Ma oltre vitigni (13.500 ettari di vigneto) in Oltrepò si può scoprire una terra paesaggisticamente interessante e ricca di storia, longobarda certo ma non solo. Secondo un’antica leggenda proprio tra i colli pavesi si era ritirato in fuga dagli intrighi dei palazzi londinesi, Edoardo II d’Inghilterra che proprio all’abazia benedettina di Sant’Alessandro di Butrio si dice abbia trascorso in totale isolamento gli ultimi anni della sua vita. Oggi, l’abbazia, circondata dai boschi, è costituita da tre piccole chiese intercomunicanti tra loro (Santa Maria, Sant’Alberto e Sant’Antonio) e offre una magnifica vista sulla natura circostante. Non è difficile immaginare come questo luogo incantato abbia potuto rappresentare un vero e proprio paradiso per esuli in fuga, ex capi di Stato compresi. Sono tanti i percorsi da scoprire in giornata o anche per un’intera vacanza: dalla strada per i vigneti da Stradella a Broni passando per San colombano e prevalentemente e in valle La Versa (un nome id certo evocativo per chiunque ami le bollicine), fino alle colline di Canneto pavese dove maturano le uve croatine (per il Bonarda) e le uve rosse per il Buttafuoco; all’itinerario del grande Fiume che si snoda lungo la zona rivierasca del Po da Voghera a Stradella passando per Lungavilla, patria della zucca Berrettina e del tartufi oltre che del Parco Palustre; al percorso ciclico dell’Alto Oltrepò che parte e finisce a Varzi toccando piccoli borghi ai confini di Liguria, Piemonte ed Emilia.

Il territorio si presta a una piena rinascita dei sensi come testimonia annualmente la manifestazione Oltrepò Oltregusto che per un intero fine settimana porta tra Broni e Stradella, patria terra di cantine e fisarmoniche, il meglio della cucina nazionale e internazionale invitando a riscoprire i prodotti del territorio in una veste che, senza dimenticare la tradizione, possa anche guardare al futuro

A iniziare da Claudio Sadler, titolare dell’omonimo ristorante milanese che proprio a Pavia ha mosso i primi passi da ristoratore rilevando nel 1982  la Locanda Vecchia Pavia. “Io e Oreste Corradi ci siamo prodigati per riportare questo locale in auge, era stato per anni una trattoria rinomata, ma dopo la sua trasformazione si era un po’ seduta. In un paio di anni l’abbiamo fatta rivivere, fino a che Oreste, dopo che io ero tornato a Milano nell’86, ha ottenuto al meritata stella Michelin, in parte mi sono sentito coinvolto, per aver portato a Pavia la stella Michelin, in un modo o nell’altro ho contribuito ai fondamentali per ottenere quel grande riconoscimento. Quindi la città e l’Oltrepò sono entrati nel mio sistema e ho iniziato a conoscere i suoi prodotti i vini e le tradizioni” racconta lo chef. Sadler ha voluto celebrare il legame con Pavia e l’Oltrepò rivisitando una ricetta della tradizione, la zuppa alla pavese.

Per Fabrizio Ferrari, chef a Unico, il legame “è di nascita e discendenza. La mia famiglia viene da un paesino a due km dal ponte di Spessa Po, Costa de’ Nobili che sino alla metà dell’800 era un tutt’uno con San Zenone al Po paese dei cuochi, di Gianni Brera e di ‘un certo’ Gualtiero Marchesi. Ci ritorno appena posso, è il mio luogo della memoria a cui sento di appartenere”. Anche per questo nella Carta di Unico c’è un menù degustazione denominato Pianariva “in onore al grande Gianni Brera, mio compaesano” su cui sono proposti i fondamentali della tradizione del basso pavese e comunque di tutto il territorio.

 

 




Al Liberty di Verona tra arte e musica e torte

Verona non è certo la città più fresca dove trascorrere un week end estivo, ma se si resiste al caldo e alla moltitudine di turisti stranieri che ogn giorn invndono la città veneta,  l’esperienza è di quelle che rimangono impresse nella memoria.  La città racchiusa tra Adige e mura è un incanto tra percorsi canonici, dalla “Casa di Giulietta” all’Arena fino a Castel Vecchio, e nuove proposte culturali come quelle periodicamente allestite al museo della Gran Guardia e al Museo della Lirica di Verona (dove fino a settembre va in scena Toulouse Lautrec, La belle époque) e la sera la città esplode con spettacoli di musica, danza e teatro.

L’ideale è arrivare con calma di venerdì, così da prendere confidenza con la città, i suoi complicatissimi mezzi pubblici (la sera e nei week end cambia la numerazione degli autobus) e magari concedersi uno spritz a Piazza delle Erbe circondati da due millenni di storia cittadina, dalla Madonna Verona di età romana che sormonta la fontana, ai palazzi medioevali, fino alla rinascimentale Torre dei Lamberti e al barocco fiorito di Palazzo Maffei. Un giro per le vie del centro tra la sciccosissima via Mazzini, dove sono radunate tutte le griffe più note a livello internazionale, il Liston con i suoi ristoranti che si affacciano sull’Arena, Piazza dei Signori, Porta Borsari, Via Cappello con l’arcinoto balcone di Giulietta  e Corso Sant’Anastasia, tra storia, arte, poesia e locande, lascia senza fiato. Se poi ci si sposta verso l’Adige, le caratteristica via Sottoriva (letteralmente sotto la riva dell’Adige), oltre alla bellezza dei portici e alle costruzioni medioevali, offre  una  miriade di osterie per  proseguire il giro prosecco e spritz o piuttosto dedicarsi a qualcuna delle specialità località: risotto all’amarone, baccala e polenta, forse non molto estivi ma sicuramente gustosi, accompagnati da vini locali come  Bardolino, Valpolicella, Soave e Amarone. Per un’occasione particolare, magari romantica,  il  Confusion in Ponte Nuovo 9  può essere una valida alternativa: un ambiente eclettico e ricercato dove il minimalismo è bandito e la cucina è una fusione di sapori mediterranei e orientali, la cifra è adeguata al posto. Si respira invece l’aria del borgo verso San Zeno, raggiungibile costeggiando l’Adige da Castel Vecchio. Qui, dopo una visita doverosa e assolutamente imperdibile all’omonima chiesa, dove troneggia sull’altare la pala del Mantegna e dopo una pausa relax nel chiostro, abbondano locali e baretti ben frequentati con tavoli all’aperto, atmosfera vivace  e meno turisti che nel resto di Verona. L’ingresso a San Zeno costa 2,5 euro ben spesi, con un po’ di più, 6 euro ci si assicura l’ingresso a Sant’Anastasia, una pinacoteca dove si ammira perfino Pisanello e non solo, San Fermo con la sua volta a carena dove  sono dipinti schiere di santi  e il complesso formato da Duomo e Battistero con una fonte battesimale del XII (spesso purtroppo utilizzata come poggia bottiglie dai turisti stranieri). Particolarmente interessante la visita alla Tomba di Giulietta non tanto per il sepolcro in sé custodito e attribuito alla sfortunata amante, in quella che, secondo le ricostruzioni avrebbe potuto essere il Monastero di Fra’ Lorenzo, quanto per il museo degli affreschi conservati nel museo circostante: si tratta infatti dei dipinti che trionfavano sui palazzi nobiliari di Verona (abbattuti per ragioni diverse, spesso per proteggere la città dalle piene dell’Adige). Simili affreschi  danno l’idea della meraviglia che un viaggiatore dei secoli scorsi poteva provare entrando nella “città dipinta”. Qualche affresco si vede ancora oggi sui muri dei palazzi storici, soprattutto in Piazza delle Erbe, non sarà come un paio di secoli fa ma la sensazione di meraviglia che imprime Verona è comunque una costante,  anche per altri motivi.

Soprattutto se di sera ci si lascia trasportare dalla dolce vita, tra teatri, spettacoli in Arena e, volendo, il divertimento di una “Night is Magic” nella vicina Gardaland dove fino a venerdì 14 luglio, ogni sera, dalle 21.00 alle 23.00, piazza Valle dei Re, cuore del Parco, si trasforma in una gigantesca pista con uno spettacolare DJ set.

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In città si può scegliere tra le 48 serate previste in Arena per la 95° edizione dell’Opera Festival (tra cui tre serate di Gala, compreso Roberto Bolle, e cinque titoli d’opera dove spicca la nuova edizione del Nabucco di Giuseppe Verdi che porterà l’opera in pieno Risorgimento italiano e la innovativa Aida de La Fura Dels Baus- prezzi a partire da 21 euro), concerti pop (renato Zero, Elisa, Fiorella Mannoia) e musical (La febbre del Sabato Sera) sempre in Arena, la stagione al Teatro Romano, la rassegna Teatro nei Cortili e una nuova versione itinerante di Romeo e Giulietta, sia in italiano che in inglese, a cura del Teatro Stabile del Veneto. Gli spettatori verranno accolti nel Piccolo Teatro di Giulietta con un aperitivo di benvenuto alle 20.30 e saranno poi accompagnati in un viaggio attraverso le piazze più belle della città e al Teatro Nuovo stesso.

Un indirizzo ideale per visitare la città è quello del B&B Liberty ( 333 158 4501) di Via Volturno 11, un’oasi di pace a pochi minuti dal centro (raggiungibile con l’autobus 41 o 10/15 euro di taxi dall’Arena). Dopo un’intera giornata passata immersi nella folla vociante (e spesso maleducata) dei turisti stranieri, il Liberty appare come un miraggio: a gentilezza e la calorosa accoglienza dei proprietari, il caffè sempre a disposizione degli ospiti e la doccia con cromoterapia preparano alla notte veronese nel migliore dei modi. Qui, in una villetta liberty di inizio ‘900 con giardino e piscina, ognuna delle camere preparate per gli ospiti ha una diversa personalità: l’oro delle camere in mansarda dedicate alle figlie dei proprietari e raggiungibili da una spettacolare scala di vetro,  il letto a baldacchino e il bonsai della “Romantica”, i mobili storici della “medioevale” e gli affreschi della “piccola” (che peraltro piccola non è). Ogni dettaglio è curato e  le creazioni artistiche del proprietario, Sergio, arricchiscono e personalizzano la struttura che così acquista una freschezza ancora maggiore. Davanti alle brioche alla nutella e alle torte preparate da Nicoletta per la colazione, gli ospiti della struttura  si trovano spesso a parlare della serata precedente in Arena o delle fiere che, periodicamente, trovano spazio nella vicina Fiera di Verona (a iniziare dal VinItaly per finire con il CosmoBike). Si fa amicizia e a volte di caffè in caffè non cis si accorge neppure del trascorrere del tempo. Per i più sportivi il Liberty mette a disposizione anche delle biciclette con cui  girare in città. Per tutti gli altri il consiglio è quello di lasciare la macchina parcheggiata in quest’area, dove il parcheggio è sicuro e gratuito, e muoversi con i mezzi (magari prendendo subito nota degli orari…Verona non è Londra!) … Spostare la macchina in centro costa caro e, alla, fine non è detto che si trovi posto nelle immediate vicinanza. Un’ospitalità a cinque stelle a prezzi accessibili.




Caramanico Terme, il benessere nella terra di Celestino V

 

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Caramanico Terme è un piccolo angolo di paradiso immerso nel Parco Nazionale della Majella ancora, per fortuna, celato agli occhi die più che raramente si spingono in questo territorio a due ore da Roma.  La distanza da Pescara è di soli quaranta km, ma una volta arrivati a Carmanico Terme sembra di entrare in una dimensione parallela: un piccolo borgo isolato e gentile dalle case di pietra completamente fuori dal tempo e circondato da una natura selvaggia. Non è un caso che proprio questo territorio, sia stato per secoli terra di eremiti che, nella natura, traevano forza e ispirazione.  Il più noto? Celestino V, il Papa del gran rifiuto che, tornato Fra Pietro Angelieri ha cercato rifugio in questa natura, oggi come quasi mille anni fa,  dalla struggente bellezza, dominata da aspri dirupi, picchi, praterie e e da boschi di faggi e frassini, modellati dalla roccia. Ma sul territorio, si contano una cinquantina tra eremi e antichi santuari, rifugio, nel corso dei secoli di mistici, ma anche di briganti e partigiani.

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A Caramanico Terme si arriva inerpicandosi da Pescara su una strada che attraversa gli Appennini, tra minuscoli borghi in pietra e boschi di querce e faggi. La strada, come si usa ormai dire, è “sfidante”, curve a perdifiato, ma con la bella stagione può essere perfino divertente percorrerla sulle due ruote. E soprattutto, una volta arrivati a destinazione, a Caramanico,  lo scenario è di quelli che aprono il cuore: il verde accecante dei boschi e il profumo delle ginestre in fiore che coprono la montagna danno le vertigini mentre lo sguardo vaga nel susseguirsi di montagne che si perde nell’orizzonte e su cui si staglia, maestoso, il profilo a panettone della Majella. Caramanico Terme si protende, con le case del borgo antico serrate su un crinale roccioso, verso la Valle dell’Orta, in un suggestivo susseguirsi di monti, fiumi e lievi ondulazioni con una profondità di scenario che mette i brividi. E, mentre l’orizzonte da Caramanico Terme spazia, senza trovare ostacoli, sull’infinito  le stradine del centro storico corrono ripide verso la parte bassa dell’abitato, dividendosi in vicoli e gradinate, aprendosi in piazzette incorniciate da palazzi e da chiese monumentali medievali.

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In questo borgo medioevale, confluiscono acque termali miracolose dai nomi decisamente evocativi, acque sulfuree e antiossidanti (“La Salute”) e acque diuretiche (“Pisciarello”) che aiutano a depurare l’organismo dalla frenesia quotidiana. Acque in cui immergersi, da bere, da inalare e alla base di prodotti mirati che, sapientemente applicati, purificano e rigenerano la pelle. Trascorrere un week end rigenera, ma una vacanza più lunga può ritemprare mente e fisico in vista dell’autunno. L’offerta non manca tra hotel a tre e a quattro stelle, appartamenti e camere, compreso l’Hotel Terme Maiella (085 92301), un albergo liberty completamente restaurato e inserito all’interno del parco in cui, dai primi del ‘900 è presente lo stabilimento termale storico delle Terme di Caramanico. Ma per una coccola in più l’indirizzo è quello de La Réserve (085 9239502) oasi che oramai da vent’anni, è il posto ideale per dedicare tempo a se stessi a contatto con una terra ricca di acque e di fanghi dalle proprietà terapeutiche, di verde e di aria pura.  L’hotel, progettato dall’architetto milanese Filippo Piattelli (e ristrutturato da Bruno Rainaldi, vincitore del Compasso d’Oro nel 2004) emerge per la sua struttura lineare e per il suo design d’avanguardia (La Réserve infatti era stata selezionato alla VI Biennale), ma al contempo rispettoso delle tradizioni, nel verde abbagliante della valle.

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Qui rigenerarsi è facile come respirare tra piscine termali affacciate sulla valle dell’Orfento, percorsi spa, trattamenti benessere di operatori sempre all’avanguardia  e l’attenta cucina della brigata di Antonello De Maria che, sotto l’occhio vigile del dottor Corrado Pierantoni, propone la tradizione abruzzese rivisitata in chiave salutista per una perfetta rémise en form.  L’offerta benessere conta su un centinaio di alternative tra massaggi orientali e occidentali, rituali termali, trattamenti estii e di medicina estetica per soddisfare, al meglio, le esigenze di ogni tipo di clientela, da quella giornaliera a quella settimanale, che cerca a La Rèserve la strada per ritrovare il proprio benessere.  Tra le novità il massaggio drenante integrato “pride” di Concetta e il trattamento facciale “staminal green” che, in nove passaggi accuratamente spiegati da Maria Grazia, toglie almeno cinque anni dal viso riportando alla luce il “tesoro” nascosto sotto stati di stress e diversi kg di trucco.  Da non perdere poi il massaggio californiano di Rita, operatore con oltre 31 anni di esperienza tra l’Hotel Terme Maiella e La Réserve, grazie ai movimenti molto estesi e avvolgenti sull’intero corpo, aiuta la circolazione e libera la mente dallo stress quotidiano o  il water stretch un trattamento eseguito in acqua che abbina tecniche di rilassamento ad altre di riequilibrio posturale e aiuta  a ritrovare la serenità nella propria vita quotidiana.

 

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Dal 2018 poi ci sarà una ragione in più per spingersi sulle montagne abruzzesi della Majella: tra La Réserve e l’Hotel Maiella Terme sarà infatti costruito un nuovo parco termale di quattro piscine di acqua sulfurea e zone curative, affacciato sulla valle dell’Orfento, dove potersi rilassare ammirando la natura circostante.

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Il benessere a Caramanico Terme passa anche dall’immersione nella natura che circonda il borgo. Il Parco della Majella invita alla scoperta degli imponenti paesaggi costellati da caratteristiche case in pietra e delle antiche chiese romaniche, testimoni di un misticismo che, da sempre, ha pervaso queste valli. A pied, a cavallo, in mountain bike o perfino in quad, un’escursione nel parco nazionale della Majella è sempre rigenerante, Majambiente (085 922343) offre diverse proposte di escursioni organizzate nel Parco e mette a disposizione le proprie competenze per l’organizzazione di escursioni personalizzate con guide professionali. Tra le mete consigliate e adatte a tutti: l’escursione ad anello che scende nella gola scavata dall’Orfento attraverso il sentiero delle scalette; le gole calcaree della valle e del canyon carsico delle “Marmitte Giganti o Rapide di Santa Lucia” e il safari notturno. Per chi ha più tempo la scoperta degli eremi millenari che ancora si trovano, celati, sula Majella, è un percorso decisamente suggestivo.

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Delta del Po e Polesine, una vacanza “lenta” nella natura

Un paesaggio sospeso tra terra e mare dove immergersi nella natura. Il Parco Delta del Po, Riserva della Biosfera Unesco “dove il Po diventa mare e il mare diventa terra”, è tutto questo e, con l’estate che avanza, costituisce una tentazione irresistibile per una vacanza dai ritmi lenti in cui sconnettersi dal mondo e connettersi con la natura, scoprendo tutto il mosaico di ecosistemi del parco a piedi, in barca, a cavallo o in bici.  I percorsi all’interno dei 140mila ettari di Parco, che si estende tra Veneto ed Emilia Romagna, sono praticamente infinti e piacevolmente adatti a tutti in un territorio praticamente pianeggiante che si apre su una moltitudine di paesaggi diversi.  In giornata si può scoprire la Sacca di Scardovari, paradiso dei cormorani e laguna più ampia del Delta dove si allevano le cozze nelle caratteristiche le “peociare” o Porto Tolle, nel cuore del parco e una delle zone più ricche di biodiversità in Italia. Da non perdere anche il percorso che dal Lido di Volano porta al Lido delle Nazioni, dove ci si può imbattere nei bianchi cavalli della Camargue al pascolo o le suggestive saline nei pressi di Comacchi. La tentazione tuttavia è quella di prendersi qualche giorno in più e lasciarsi travolger dal paesaggio e dai ritmi lenti di un territorio così particolare, magari trattenendosi qualche giorno al Barricata Holiday Village di Porto Tolle dove il grande fiume incontra il mare, tra canneti, valli, dune e arginiProprio qui, alla spiaggia delle Conchiglie, è stato ambientato il video di Voci, tratto dall’ultimo album di Zucchero, Black Cat. Il video si apre con l’immagine di Zucchero circondato da un paesaggio incredibile, quello del Po di Maista, il ramo più piccolo, ma anche più suggestivo del Delta del Po, si intravedono poi l’oratorio Mazzucco a fianco della Valle Pozzatini, Ca’ Vendramin e il canale di bonifica, il Casone di Valle Venier e ancora gli uccelli che si alzano in volo a Valle Sagraeda, l’argine del Po di Goro, dove la terra sembra incontrare il mare e, infine, la spiaggia delle Conchiglie.

IL DELTA DEL PO IN BIANCO E NERO Se poi si vuole scoprire il fascino, la storia e le tradizioni del Delta del Po, fino al 2 luglio il Palazzo della Roverella di Rovigo offre uno scorcio davvero unico sulla vita nel Delta del Po settant’anni fa. Il percorso espositivo raccoglie infatti cento scatti di Pietro Donizelli considerati un capolavoro della fotografia neorealista e dedicati alla “Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni cinquanta”. La mostra permette inoltre di visitare la pinacoteca del Palazzo, generalmente chiusa al di fuori dei periodi di esposizione, dove sono si possono ammirare artisti come Tiziano, Tintoretto, Tiepolo e Palma il Giovane. Per oltre settant’anni comunque il Delta del Po è stato protagonista del grande schermo italiano in quaranta film d’autore, documentari e i videoclip girati nel Polesine dagli anni Quaranta del secolo scorso a oggi. Uno scenario davvero speciale per questa terra tra due fiumi, Po e Adige, che si intravede tra l’altro nel sesto episodio di Paisà di Roberto Rossellini, girato a Porto Tolle e nella laguna del Basson, suggestivo scenario naturale a ridosso della foce del Po di Pila. Non solo. Nel 1943 Luchino Visconti girava Ossessione a Occhiobello portando sul maxi schermo atmosfere tipicamente polesane: l’aria pesante e calda, il frinire delle cicale, l’umidità che s’incolla ai corpi e alle vite dei protagonisti di questa torbida vicenda. Una vicenda che esordisce nell’osteria dei Bragana, in zona Polesella e che si snoda lungo gli argini ferraresi del Po. Anche Michelangelo Antonioni  aveva in mente il Polesine come luogo emblematico di sentimenti forti dove ambientare Il grido, con Alida Valli. Il film avrebbe dovuto essere girato tra Pontelagoscuro, Occhiobello, Ca’ Venier e Punta Maistra, ma la rotta del Po, nel 1956, fece operare dei tagli alla sceneggiatura e un ripensamento generale di tutte le location. La particolare atmosfera di queste terre ha poi ispirato La casa delle finestre che ridono di Pupi Avati, divenuto un vero e proprio cult, con molte sequenze registrate a Ca’ Venier e nelle valli da pesca di Scardovari. Qualche scorcio di Contarina, frazione di Porto Tolle, lo ritroviamo anche ne La vacanza (1971), una delle prime opere di Tinto Brass, che vede protagonisti Vanessa Redgrave e Franco Nero.

TESORI RODIGINI Una visita alla mostra “Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni cinquanta” offre inoltre un’occasione da non perdere per  scoprire Rovigo, città delle rose citata dall’Ariosto  e cuore del Polesine, la leggendaria terra tra i due fiumi (Po e Adige), snodo di commerci, storia e tradizioni, ma sostanzialmente sconosciuta ai più che, in genere, passano da Rovigo senza fermarsi. Ed è un peccato visto che le tracce della storia pluricentenaria della città delle rose non mancano come i numerosi palazzi nobiliari dell’epoca d’oro della città veneta che si affacciano su Piazza Vittorio Emanuele  dal cinquecentesco Palazzo Roverella, all’Accademia dei Concordi fino alla Loggia dei Nodari e al Teatro Sociale. In qualsiasi altro posto al mondo a determinare una sosta basterebbe il Tempio della Beata Vergine del Soccorso (detto la Rotonda per la sua forma ottagonale), chiesa dove il tema sacro si sposa, singolarmente, a quello civile con grandi tele raffiguranti i miracoli della Vergine e i podestà veneti. La cucina rodigina merita poi una pausa prolungata. Dopo un intenso tour tra arte e monumenti, i panini gourmet rivisitati con i prodotti della tradizione, come quello a base di baccalà mantecato e cipolle caramellate, creati dall’Osteria Trani rappresentano la giusta ricompensa, soprattutto se accompagnati dall’immancabile cicchetto. Le tipiche sarde in saor (sarde fritte in agrodolce) si assaggiano invece da Alicanto, magari su un tavolino all’aperto affacciato sull’ex ghetto della città.

VILLE PALLADIANE, DISTRETTO DELLE GIOSTRE E TESORI ETRUSCHI I dintorni di Rovigo fanno parte di quel patrimonio artistico culturale di cui talvolta si ignora la grandezza, ma  dove storia e natura, tradizione e innovazione si fondono in un territorio ricco di eccellenze ancora poco conosciute, alla scoperta di un turismo capace di sorprendere diversamente nelle varie stagioni. Basta allontanarsi di pochi di chilometri dal capoluogo veneto, in una campagna piatta attraversata da una ragnatela di canali, capita, sorprendentemente, di imbattersi in ville cinquecentesche dove arte e natura sembrano fondersi in gioielli architettonici come la villa Badoer di Andrea Palladio a Fratta Polesine. Una passeggiata nella minuscola Fratta Polesine lungo il canale dello Scortico è particolarmente romantica al tramonto, quando l’ocra e l’arancione del cielo illuminano la Baodera e la vicina villa Molin Avezzù e si riflettono nell’acqua. A pochi minuti dai palazzi nobiliari del borgo, la locanda “Al Pizzon”, ricavata in un antico mulino, è il rifugio ideale dove godersi le ricette della tradizione (il menù degustazione costa 30 euro), una cucina a metà strada tra quella veneta e quella estense di Mantova e Ferrara. Se invece da Rovigo si va verso Est ci si imbatte in Adria, città fondata dagli etruschi su un porto di fiume e punto strategico dei trasporti fluviali dell’era paleo veneta e che ha dato il nome al Mar Adriatico. Qui, al Museo Archeologico Nazionale, sono custoditi tesori dell’arte etrusca, ma anche greca e romana e reperti più antichi del territorio. Se poi ci si spinge un po’ più in là, a 50 km da Rovigo, si può persino visitare il Museo della Giostra a Bergantino. Il Polesine infatti è la capitale del distretto della giostra made in Italy.

 

 

 




Val Verzasca, i Caraibi del Canton Ticino

Sembrano i Caraibi eppure è il Canton Ticino. In Svizzera, a pochi km dal confine italiano, la piscine naturali della Val Verzasca costituiscono un’attrazione irresistibile, soprattutto in estate quando a Milano, a due ore di distanza da questo paradiso naturale, la ricerca di refrigerio sembra un miraggio.  In Val Verzasca l’acqua scorre come smeraldo liquido tra boschi, villaggi e pascoli e i colori vivi invogliano  un bagno rinfrescante …o meglio, ghiacciato.

Il Ponte dei Salti in Val Verzasca. Foto Credits: Foto Credits: Luciano Meoni
Il Ponte dei Salti in Val Verzasca. Foto Credits: Foto Credits: Luciano Meoni

La meta è perfetta per una fuga dalle torride estati cittadine. Anche per una sola giornata. Ma un week end, meglio se lungo, permette di rigenerarsi completamente e di poter affrontare, ricaricati, afa e fatica.  Da Gordola, nei pressi di Locarno, ci si inerpicarsi lungo la strada che risale fino a Sonogno. E fin da subito lo spettacolo è di quelli che si imprimono nella memoria. Dopo solo pochi minuti di strada, infatti, ci si imbatte con la mastodontica diga di Contra, 220 metri di vertiginosa parete verticale che, sbarrando il corso del fiume Verzasca, hanno creato il lago artificiale di Vogorno. Proprio qui, in quello che è stato il palcoscenico delle avventure di James Bond (all’epoca Pierce Brosnam) in “Goldeneye”, non mancano mai gli intrepidi pronti a sfidare il vuoto con un volo di bungee jumping: sette e mezzo di caduta libera e parallela alla imponente diga, trattenuti solo da una apposita fune. I voli regalano adrenalina pura … anche solo da spettatori  (per informazioni Trekking Outdoor Team+41 091 780 78 00. Primo salto: 255 franchi svizzeri).

L'acqua irresistibile della Val Verzasca. Il Ponte dei Salti in Val Verzasca.  Foto Credits: Luciano Meoni
L’acqua irresistibile della Val Verzasca. Il Ponte dei Salti in Val Verzasca. Foto Credits: Luciano Meoni

Ancora qualche curva e si arriva al Ponte dei Salti di Lavertezzo, un doppio ponte di pietra del XVII secolo utilizzato in estate come una sorta di trampolino olimpico per rinfrescarsi nell’acqua ghiacciata del fiume. La tentazione di avvicinarsi all’acqua a questo punto è irresistibile: qui infatti, dove il Verzasca rende onore al suo nome, “acqua verde”, il fiume si insinua tra le rocce bianche creando piscine naturali dove il colore delle acque passa, a seconda della luce, dal turchese allo smeraldo. Dal ponte partono dei sentieri per scendere al fiume dove concedersi un tuffo veloce prima di sdraiarsi al sole o effettuare un’immersione meglio se accompagnata visto che le acque irresistibili e maliarde sono anche soggette a correnti pericolose (rivolgersi al Gruppo Sub Verzasca, +41 79 65 60 918 o all’Associazione Maggiore Diving,  380 9065101, che organizza uscite di gruppo sulla base di un calendario consultabile sul sito e prevede la possibilità di organizzare escursioni su richiesta ). Per chi infine vuole esplorare il fiume da un punto di vista diverso, dal fiume, non mancano le proposte di torrentismo (Swiss Challenge +41 41 282 28 82) o di canoying che prevede la discesa a piedi di impervi tratti di corsi d’acqua montani superando gli ostacoli con corde, tuffi, scivolate o passaggi di arrampicata in discesa (Adreventura Sagl, +41 78 948 12 81, un’escursione di mezza giornata costa circa 150 franchi).

 

Sole e tuffi in val Verzasca. Foto credits: Luciano Meoni
Sole e tuffi in val Verzasca. Foto credits: Luciano Meoni

Risalendo ancora il corso del fiume, si arriva poi fino a Sonogno, un borgo pittoresco dove concedersi il meritato relax, magari in un tipico grotto davanti a un buon bicchiere di merlot, il vino tradizionale del Canton Ticino.  Al Grotto Efra (+41 91 746 11 73)  c’è perfino una pista di bocce e, se il clima lo consente, si può ordinare polenta e merlot sulla terrazza offre uno spettacolo meraviglioso sui Monte Zucchero, Corona di Redorta e Pizzo di Mezzodì. Anche al Grotto Sassello (+41 917461309) si può godere di una terrazza immersa nel silenzio della valle; mentre il punto di forza del Grotto Redorta (+41 91 7461334) sono invece i prodotti a km zero dai formaggi alla trota di fiume.  A Sonogno arriva poi un percorso particolarmente apprezzato per le bici che passa da Brione a Verzasca fino a Sonogno, e permette di pedalare su un territorio piuttosto pianeggiante alla scoperta delle meraviglie della Val Verzasca e dei suoi colori. Un buona idea in questo caso potrebbe essere quella di portarsi l’occorrente per un pic-nic: prati e pascoli  non mancano, così come non manca l’acqua gelida dove riporre bibite e angurie, e spesso, in Val Verzasca e comunque in Svizzera, ci sono strutture pubbliche dove poter preparare una grigliata in compagnia. Insomma un giorno qualunque in Val Verzasca si può trasformare in una esperienza indimenticabile.

Immersione in Val Verzasca. Foto credits: Associazione Maggiore Diving
Immersione in Val Verzasca. Foto credits: Associazione Maggiore Diving

Per gli amanti delle camminate più o meno impegnative la Val Verzasca offre solo l’imbarazzo della scelta. Tra i tanti se ne segnalano tre. Il Sentierone Val Verzasca, è una vecchia mulattiera che si snoda attraverso l’intera Valle, da Tenero a Sonogno ed è segnalata dai colori bianco-rosso; il Sentiero delle piscine naturali che parte da Sonogno e arriva, snodandosi per 13 km lungo il fiume a attraversando villaggi e boschi, fino a Lavertezzo; e la più impegnativa Via Alta della Val Verzasca che collega il rifugio di Borgna a quello del Barone, passando per gli altri tre: Cornavosa, Efra e Cognora.

 

 

I mille colori della Val Verzasca. Foto Credits: Luciano Meoni
I mille colori della Val Verzasca. Foto Credits: Luciano Meoni

 

 

 

 

 

 

 




Ischgl: annoiarsi è vietato

© TVB Paznaun - Ischgl
© TVB Paznaun – Ischgl

 

Vietato annoiarsi. Riposti sci e scarponi (peccato) in garage, a Ischgl l’estate è a tutto sport. Passeggiate in alta quota a caccia di piatti stellati cucinati in rifugio, weekend in rosa dedicati a tutte le sportive, hiking, parchi avventura, gare di mountain bike, shopping esentasse e perfino una speciale altalena sospesa a 50 metri dal suolo che permette a tutti di volare. Insomma lo slogan “Ischgl. Relax if you can” vale anche da giugno a settembre per il  minuscolo borgo che sorge, a un’ora da Innsbuck, nella verdissima valle del Paznaun e alle pendici gruppo del Silvretta e del Verwall.

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© TVB Paznaun – Ischgl

Ischgl è il posto ideale per rigenerarsi senza pensieri. L’ospitalità qui è sacra, tutto è reso disponibile, con un sorriso,  al viaggiatore che si è spinto fino a questa località austriaca ai confini con l’Engadina e incastonata a 1400 metri di altezza. E l’offerta non manca, dalla malga in quota all’hotel di design, Ischgl e i paesini disseminanti nella valle (ma facilmente raggiungibili con un efficiente servizio di navette), garantiscono a ciascuno un posto ideale dove rilassarsi e vivere la montagna a 360°.   Fino al secolo corso montagne che circondano Ischgl erano utilizzate dagli smuggler, i contrabbandieri, per importare dalla vicina Svizzera generi di prima necessità o sigarette, profumi e alcolici. Oggi per chi fosse in vena di shopping esentasse, la svizzera Samnaun e i suoi 50 negozi costituiscono un’attrazione irresistibile. Per tutti gli altri, le montagne degli smuggler percorse d’inverno da 240 km di piste da sci, in estate permettono di immergersi nel verde accecante delle vallate con oltre mille chilometri di percorsi escursionistici segnalati. Se non si è completamente fuori forma e si ha tempo a disposizione, vale la pena trascorrere la giornata sul sentiero didattico Idalp che si snoda attraverso tre zone con diversa vegetazione alpina e sul sentiero dei contrabbandieri che tocca la località extradoganale svizzera Samnaun. Molto particolare anche il sentiero lirico che ripercorre i concerti delle leggende della musica passati dalla ventennale manifestazione Top of The Mountain che, ogni inverno, porta in quota il meglio della musica internazionale. Una giornata al parco avventura Vider Truja sulle rive del lago Vidersee può infine essere particolarmente divertente. Per gli appassionati di moutain bike il comprensorio del Silvretta Arena di Ischgl regala tour dove il piacere del paesaggio si fonde con l’adrenalina.

© TVB Paznaun - Ischgl
© TVB Paznaun – Ischgl

Da non perdere infine, lo Skyfly, un volo di due km a perdifiato sopra boschi, i ruscelli, il ponte sospeso di Kitzloch e l’impressionante canyon scavato nella roccia Kitzloch Gorge. Il “volo” corre dalla stazione intermedia del Silvretta, a 1683 metri, fino a valle, a 1376 metri in tre sezioni che possono essere percorse in parallelo da due persone (l’ingresso costa 39 per gli adulti e 21 euro per i bambini). Le vertigini e l’adrenalina sono assicurate dal volo che raggiunge i 50 metri di altezza e gli 84 km orari di velocità, ma superato il primo impatto (anche grazie allo staff che in caso di terrore acuto si para davanti al momento del “salto”), la sensazione è di liberà assoluta e lo scenario è spettacolare, soprattutto quando si corre lungo la stretta gola verticale del Kitzloch Gorge, ammirando il ruscello che scorre verso valle. Sembra di volare, da un’altissima altalena sospesa in cielo.

© TVB Paznaun - Ischgl
© TVB Paznaun – Ischgl

A Ischgl l’inverno è ormai una leggenda in Europa per tutti gli amanti dello sci, ma l’estate non è da meno con una stagione elettrizzante ricca di eventi da non perdere come l’ Ischgl Ironbik, maratona di mountain bike con tre diversi gradi di difficoltà, la Silvrettarum 3000 per gli appassionatati di corsa amatoriale, il Cammino Gastronomico di St Jacob a cura di Eckart Witzigmann che, per tutta l’estate, porta piatti firmati da chef stellati (Konstantin Filpippou, Thomas Martin, Dieter Koshina, Erin van Loo, Simon Hulstone) in cinque rifugi del club alpino nel Paznaun o, infine, la prima edizione del Women’s Summer Festival (30/6 – 2/7) che promette tre giorni di sport, benessere, fashion, party e musica dedicato a ragazze di tutte le età che abbiano voglia di passare tre giorni all’aria aperta e divertirsi.

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© TVB Paznaun – Ischgl

Da non dimenticare infine che, in estate, soggiornando in una delle strutture della Valle del Paznaun, si ha diritto a una tessera che permette, tra l’altro, per tutta la durata del soggiorno, l’accesso gratuito a una serie di servizi compresi gli impianti di risalita, gli autobus e persino le piscine.

 

credits: (c)TVB Paznaun
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Versilia, mare, musica e cucina per un’estate italiana

Racchiusa tra Viareggio, Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore, la Versilia è, da sempre, una delle icone dell’estate italiana grazie alle spiagge infinite da cui si scorgono le Alpi Apuane, ai locali leggendari e a quel mix di raffinatezza e divertimento che da sempre la contraddistingue.

Il relax è assicurato: un tuffo in mare (per una giornata in due sulle spiagge attrezzate si parte da 20 euro), un giro in bici in pineta per ripararsi dall’afa estiva e magari far merenda con un bombolone (al Gatto Nero nella Pineta Ponente di Viareggio, dove le ciambelle vengono infatti prelevate dalla cucina e depositate nello zucchero da un piccolo “dirigibile” meccanico noto come Pippo, costa 2,8 euro), un pigro caffe sulla passeggiata in un locale dal gusto art déco (come al Gran Caffè Ristorante Margherita) e un aperitivo sulla spiaggia (come al Bagno Piero al Forte). E per chiudere la serata niente di meglio che scoprire, uno ad uno, gli storici locali della costa che portano in tavola le meraviglie del mare declinate secondo la tradizione viareggina. Un’oasi insomma a portata di macchina che unisce la voglia di mare alle tentazioni dell’enogastronomia.

Ma tra giugno e luglio c’è una ragione più per ritagliarsi una vacanza più o meno lunga in Versilia. Proprio in questo mese infatti si assiste a un’esplosione di arte, musica e cultura dalla Versiliana di Marina di Pietrasanta, al Festival Puccini di Torre del Lago, fino al Lucca Summer Festival che, in pochi giorni, porta nella cittadina toscana, il meglio della musica italiana e internazionale.

A mezz’ora di macchina dalle più note località balneari, infatti, si esibiranno in piazza star capaci di unire più generazioni: i Green Days, attesi in Piazza Napoleone il 14 giugno, l’8 luglio Ms Lauryn Hill, il 9 luglio  Ennio Morricone con “The 60 years of music tour”; il  15 luglio Robbie Williams e il 31 luglio i Pet Shop Boys. E per chi, alla settimana di mare, preferisce un week di cultura e musica, Lucca rimane un’ottima soluzione: il fascino delle chiese e delle mura rinascimentali al mattino, il mare raggiungibile in mezz’ora al pomeriggio e, la sera, concerti in piazza.

L’opera va in scena Torre del Lago dove il 14 luglio prende il via il 63° Festival Puccini di Torre del Lago prenderà  il via il 14 luglio con la Turandot e prosegue proponendo i grandi classici pucciniani fino a fine agosto. In calendario: La Rondine, La Boheme, La Tosca e Madama Butterfly.  La musica, il contesto naturale in cui gli spettacoli prendono vita e le scenografie renderanno la serata indimenticabile. Un’idea in più è quella di arrivare al Teatro di Torre del Lago via lago con la motonave Burlamacca, magari gustando un aperitivo (il viaggio andata e ritorno da Massaciuccoli costa 15 euro, l’aperitivo 5-per informazioni 345 9910623 o info@cittainfinite.eu). Tra un’opera e l’altra il mare e lo struscio nella vicina Viareggio costituisce un’attrazione irresistibile.  Così come il Festival La Versiliana, tra Viareggio e Pietrasanta, con le sue serate du cultultura e spettacolo capaci di illuminare l’estate in Versilia.

 

DOVE DORMIRE IN VERSILIA

Hotel La Petite Maison Arredi ottocenteschi ma comfort moderni e, a colazione, pasticceria fresca. Chiedere delle camere con balcone Indirizzo: Via Vittorio Veneto 244, Viareggio telefono: 0584 960973 web: www.lapetite-maison.it Prezzo medio a notte: da 100 euro

Park Hotel Villa Ariston Hotel storico immerso n un parco privato e a pochi metri dalla spiaggia di Camaiore. Indirizzo: Viale Sergio Bernardini 355, Lido di Camaiore telefono: 0584610633 web: www.villaariston.it Prezzo medio indicativo a notte: da 200 euro

Versilia Palace Hotel Tra la spiaggia e il parco della Versiliana, l’hotel si trova in una posizione ideale per una vacanze di relax nella natura. Indirizzo: Viale Roma 27, Marina di Pietrasanta Telefono: 0584745848 mail: versilia@remarhotels.com web: www.hotel-versiliapalace-versilia.com Prezzo medio a notte: da 200

Una Hotel Versilia Design contemporaneo, centro benessere gratuito e vista mare sono i punti di forza dell’hotel.  Indirizzo: Via Sergio Bernardini 335-337, Lido di Camaiore Telefono: 0584 012001 Prezzo medio indicativo per notte: 300-600 euro

Hotel Astor Viareggio Terrazza sul mare e centro benessere gratuito sono tra i punti di forza dell’hotel. Ma richiedere di soggiornare nella struttura principale. Indirizzo: Viale Carducci 54 Telefono: 0584 50301 mail: reservationsvi@sinahotels.co web: sinahotels.com prezzo medio per una notte: da 250

DOVE FARE L’APERITIVO IN SPIAGGIA E SUL MARE IN VERSILIA

Bagno Florida Indirizzo: Via Lungomare Roma 90, Marina di Pietrasanta Telefono: 0584 21325 Web: www.bagnoflorida.eu

Bagno Teresita Indirizzo: Terrazza della Repubblica 7, Viareggio Telefono: 0584 54256 (per lo stabilimento balneare); 0584 1840038 (per il ristornante) Web: www.teresita.it Bagno Piero Indirizzo: Via Arenile 1, Forte dei Marmi Telefono: 0584-1848640 Mail: info@bagnopiero.it Web: www.bagnopiero.it

Bagno Nettuno Indirizzo: Via Arenile 35, Forte dei Marmi Telefono: 058489863; 0187670678 Web: www.bagnonettunoversilia.it

Pontile sul mare Locale suggestivo per una serata chi. La rotonda in cima al pontile offre un palcoscenico circondato dal mare dove prendere un lungo aperitivo. Indirizzo: Pontile Bella Vista Vittoria, Lido di Camaiore Telefono: 3938327575

 

DOVE MANGIARE IN VERSILIA

Al Merlo Ambiente caldo e ricercato con un’attenzione particolare alla cantina. In cucina Angelo Torcigliani che, secondo gli esperti, è tra chef da detenere d’occhio

Indirizzo: Via Provinciale 45, Camaiore Telefono: 0584989069, 3383721892 web: ilmerlocamaiore.it Menù degustazione: 45 euro

Romano Accoglienza familiare ma grade ristorazione con le ricette della tradizione viareggina Indirizzo: Via Mazzini 122, Viareggio Telefono: 058431382 Web: http://romanoristorante.it Mail: info@romanoristorante.it Prezzo indicativo medio: 50 euro

Ristorante La Barca È uno dei più antichi locali del Forte che ancora oggi conserva inalterata la tradizione e la garanzia di prodotti di pesce di prima qualità. Indirizzo: Viale Italico 3, Forte di Marmi telefono: 0584 89323 web: www.ristorantelabarca.org Menù indicativo: 60  euro

Il Piccolo Principe Locale suggestivo su cui regna lo chef Giuseppe Mancino. Chiedere sulla suggestiva terrazza che domina costa e mare e non trascurare i dolci, vera delizia per il palato Indirizzo: Piazza Puccini 1, Viareggio Telefono: 05844011 web: www.ristoranteilpiccoloprincipe.com Mail. mancino@principedipiemonte.com prezzo indicativo medio: 100 euro

 

DOVE MANGIARE A LUCCA

Buca di Sant’Antonio

La storia del ristorante affonda le proprie radici addirittura alla fine del ‘700, Qui ormai da più di due secoli, la cucina propone piatti tipici lucchesi valorizzati da prodotti freschi del territorio e dalla pasta fatta a mano ogni giorno. Da non perdere la minestra di farro alla garfagnina, il pasticcio di fegato alla toscana e la trippa di vitello alla lucchese. Particolare attenzione è dedicata alla cucina senza glutine Indirizzo: Via della Cervia, 3, Lucca Telefono: 0583 55881. Prezzo indicativo menù: 30-40 euro

Ristorante Giglio

Il locale è all’interno Palazzo Arnolfini e si apre all’esterno con una veranda affacciata sul teatro comunale. Atmosfera di charme, tradizione e rivisitazione in chiave contemporanea della tradizione. Sono queste i punti di forza del ristorante  Indirizzo: Piazza del Giglio, 2, Lucca Telefono: 0583 494058. Prezzo indicative menu: 30-40 euro

 L’Imbuto

L’Imbuto è una destinazione gourmet, premiata con una stella Michelin, ideale per chi ama la cucina creativa. A pochi passi dalla celebre Piazza dell’Anfiteatro, L’imbuto si trova all’interno del Lucca Center of Contemporary Art, a sua volta ospitato dal cinquecentesco Palazzo Boccella. Indirizzo: Via della Fratta 36, Lucca. Telefono 329 0843180 Cellulare 328 7879423. Menù degustazione da  euro.

 

Osteria Pasqualino Gubitosa (detto da Pasquale)

Il locale propone una cucina tradizionale immerso nell’atmosfera di un’antica osteria:
Indirizzo: Via del Moro 8 Telefono 0583 496506, 335 1772505 . Prezzo indicativo menù: 30  euro

 

 

 

 




Nei luoghi di Dirty Dancing 30 anni dopo

Catskill Mountains, Pembroke e Lake Lure, sono questi i capisaldi di un viaggio negli Usa alla scoperta dei luoghi di Dirty Dancing per tutti i fan che, il prossimo agosto, volessero celebrare i trent’anni del film icona intergenerazionale che ha fatto sognare migliaia di adolescenti negli Anni 80 . “Una storia d’amore stanca e scontata tra due ragazzi provenienti da due stile di vita differenti” era stata la dura recensione del Time all’indomani della prima, il 16 agosto del 1987.  Il film scritto da Eleanor Bergstein, sceneggiando le proprie vacanze, e diretto da Emile Ardolino con Jennifer Grey e Patrick Swayze, era una produzione a basso costo, appena 5 milioni di dollari a budget (rispetto ad una media dell’epoca di 12 milioni), girato in poche settimane  d era destinato  a rimanere nei cinema per un week end, massimo due, prima di finire nel circuito dei videonoleggi e  poi approdare senza infamia o lode nei palinsesti delle tv. Sono ormai trent’anni che, ad ogni passaggio televisivo, la recensione del Time si dimostra sbagliata. E, nel frattempo, altre generazioni sono cresciute sognando Dirty Dancing e i suoi luoghi.

dirty dancing luoghi

Era il 1963, l’America non aveva ancora perso la sua innocenza  e neppure Baby (Jennifer Grey), o meglio Frances (dalla prima donna all’US Cabinet) Houseman intelligente e ricca cocca di papà, destinata ad una brillante carriera nelle istituzioni in vacanza con la famiglia, forse per l’ultima volta (“…quando ancora i giovani seguivano in vacanza i genitori per imparare il fox trot al posto che girare in lungo e in largo l’Europa con lo zaino in spalle in pochi giorni”), in un resort a Catskill Mountains (il “Kellermann”), nello stato di New York. La versione Anni ’80 di Cenerentola inizia così, tra le Catskill Mountains, almeno nella fantasia scenica.  Tra le montagne e i laghi delle Catskill  Mountain sorsero infatti tra i primi anni del ‘900 numerosi lussuosi resort  dove il ceto newyorkese medio trascorreva sia vacanze invernali (grazie alla presenza di campi da sci e laghetti ghiacciati) che  estive, proprio come in Dirty Dancing. L’era dei voli low cost ha fatto tramontare, tra la borghesia newyorkese, la destinazione a favore di altre mete più esotiche. Ma per tutti coloro che volessero ripercorrere i passi di Dirty Dancing le Catskill Mountains sono una meta imprescindibile.

In realtà tuttavia Dirty Dancing  è stato girato  tra  Pembroke,  in Virginia, dove è ancora possibile soggiornare nello stesso hotel delle riprese (Mountain Lake Lodge), e persino nella stessa  casetta utilizzata da “Baby Housemann”,  e i luoghi di Lake Lure, nel North Carolina. La stessa sceneggiatrice del film, Eleanor Bergstein, guidando attraverso le Blue Ridge Mountains tra Virginia e Nord Carolina, aveva notato che si trattava di montagne uguali alle amate Catskills dove era solita trascorrere le estati quando, in famiglia, la chiamavano ancora “Baby”. La scena della presa in acqua , entrata nel mio collettivo (tanto da essere riproposta in svariati film e serie tv), è addirittura contesa tra i due luoghi noti per le riprese. Molti altri set, soprattutto quelli nei boschi, sono rimasti ignoti anche se sia in Virginia che nel Nord Carolina i boschi non mancano, e una passeggiata alla scoperta dei paesaggi è comunque suggestiva a prescindere che siano stati o meno scenari di riprese.

UK, EIRE, TURKEY, SOUTH AFRICA, HONG KONG, CROATIA ONLY No Merchandising. Editorial Use Only  Mandatory Credit: Photo by Everett Collection / Rex Features ( 432873y )  JENNIFER GREY AND PATRICK SWAYZE IN 'DIRTY DANCING' - 1987  PATRICK SWAYZE

Qualche giorno al Mountain Lake Lodge, al di là dell’emozione di soggiornare nello stesso hotel delle riprese, offre la possibilità di week end a tema “Dirty Dancing” con lezioni di danza, tour nei luoghi del film e party finale, oltre a una vacanza completamente immersi nella natura, in 2600 acri che circondano il resort, tra cui passeggiate a cavallo, sentieri escursioni in mountain bike, rafting e canoa. Il resort infatti è circondato dalle Appalachian Mountains nella New River Valley ed un posto ideale dove ricaricare le batterie. Cascate , fiumi, torrenti e ovviamente boschi sono facilmente raggiungibile…ma per chi cercasse il lago che appare nelle riprese di Dirty Dancing…al momento è tornato sotterraneo: si tratta, sostengono gli esperti, di un fenomeno ciclico in natura.

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A Lake Lure, dove il lago artificiale continua, imperturbabile ad esistere oggi come 30 anni fa, oltre ai classici tour sul lago che promettono ai fan di tutto il mondo di vedere dall’acqua i luoghi delle riprese (dalla presa ad angelo in acqua, almeno secondo i più,  alla scalinata che Baby percorre con le angurie in braccio, dandole accesso al mondo proibito dello staff del resort e a “Johnny”, ovvero Patrick Swayze. Altri spazi utilizzati dal film sono andati distrutti nel corso degli anni),  esiste persino un festival, giunto ormai alla sua ottava edizione, dedicato a Dirty Dancing e che, ovviamente, si svolge ad agosto. Quest’anno le date da segnarsi in agenda per rivivere la magia del film sono il 18-19 agosto.

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Il Festival generalmente inizia il venerdì sera con una proiezione su mega schermi all’aperto posizionati nei pressi del lago (in particolare al Morse Park Meadows) della pellicola e prosegue tra gare di cocomeri e corsi di ballo, concerti e danze per tutti, promettendo agli ospiti di far rivivere la magia di Dirty Dancing. Per chi volesse ripercorrere fino in fondo le orme del film, Patrick Swayze e Jennifer grey soggiornavano, per le riprese, proprio a Lake Lure, al Lake Lure Inn & Resort dove, secondo alcune voci sarebbero state anche girare delle scene di interni. Il resort ancora oggi accoglie i fan di Dirty Dancing che, per soli 229 dollari a notte possono dormire nelle suite a suo tempo riservate a Jennifer Grey (304/305) e Patrick Swayze (215), o per 259 dollari rivivere il sogno nei bungalow “Johnny” e “Baby” del film.

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Una vacanza a Lake Lure permette di scoprire peraltro non solo i luoghi di Dirty Dancing ma anche il magnifico, e poco noto (in Italia quanto meno) Chimney Rock State Park (dove, peraltro, è stato girato anche l’ultimo dei Mohicani).  Proprio da Lake Lure si raggiunge il parco con la sua vista su boschi e foreste (da non perdere Hickory Nut Gorge),  alte cascate, canyon  e sentieri adatti per ogni età e forma sportiva.

 




In Puglia in bici tra ulivi e mare

Oliveti millenari, dune e mare cristallino. Un week end in bici nell’Alto Salento, in Puglia, alla scoperta del Parco naturale regionale delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, sono un’esperienza rigenerante.  Il parco si estende tra le due torri aragonesi poste nel territorio dei comuni di Ostuni e Fasano per un perimetro di 55 km  e vi si può accedere sia dal litorale (tra Torre Canne e Torre san Leonardo-Pilone) sia dall’entroterra. Ela bici è il mezzo ideale per esplorare i 1.100 ettari del Parco che si estende tra Ostuni e Fasano, pedalando tra le distese di ulivi e lasciandosi sedurre dalla bellezza di un territorio costellato di muretti a secco, masserie fortificate e frantoi ipogei (sotterranei). Non occorre essere dei ciclisti professionisti, per immergersi nei colori e nei profumi del Salento e, allo stesso tempo, di muoversi in piena libertà tra soste golose e deviazioni archeologiche e naturalistiche. Il territorio è sostanzialmente pianeggiante e i percorsi sono ben tenuti e segnalati.

Per scoprire quest’angolo di Puglia, il percorso migliore parte dall’alberga – bici ospitato nell’ex casa cantoniera di Montalbano di Fasano, sull’ex statale 16, dove si può lasciare la macchina, affittare, se necessario, una bici  e, con pochi euro in più, unirsi a visite guidate. Per una prima esplorazione del territorio, si può scegliere un itinerario ad anello che si snoda dall’ex casa cantoniera per 18 km tra uliveti, masserie e dune fino al mare su stradine pianeggianti a basso traffico e, in parte, sterrate. Un breve raccordo conduce alla via Traiana, strada tracciata agli inizi del II secolo d.C. per collegare Roma al porto di Brindisi e facilitare, tra l’altro, il trasporto dell’olio. E, proprio all’incrocio con l’antica via dell’‘oro liquido’, tra gli ulivi millenari, si erge un colossale dolmen, monumento megalitico di 4mila anni fa e costruito, pare, per il culto dei morti. Dalla via Traiana poi, si prende una stradina sterrata diretta verso la foce del fiume Morelli attraverso un susseguirsi di scenari che hanno fatto da sfondo a numerosi set dai film con Domenico Modugno, al ‘Il commissario Rex” fino a ‘Braccialetti rossi’”.  Si arriva infine alla zona umida del Fiume Morelli, un angolo incontaminato di natura dominato da dune fossili con oltre 120mila anni di storia alle spalle e costellato da specchi di acqua dolce dove si possono osservare anatre, uccelli migratori, canneti e ginepri pluricentenari. Meteo permettendo, un tuffo in mare nella spiaggia del Lido Morelli, magari al tramonto, rende la giornata indimenticabile.

Per esplorare il Parco delle Dune (e non solo…) un’ottima base di partenza è La Masseria Brancati (330.822910) situata nella piana degli ulivi plurisecolari della “Marina di Ostuni”, in una posizione ideale per programmare itinerari agli scavi di Egnazia, ai trulli di Alberobello, alle grotte di Castellana e per la Valle d’ Itria.  La quattrocentesca Masseria Carparelli (333.8196550) vanta un ristorante specializzato in prodotti a chilometro zero (‘A Massarija’); la Masseria Il Frantoio (380.4329301), fondata nel 1500, è sia hotel di charme sia azienda biologica con produzione e vendita di olio proprio, mentre Agriturismo Masseria Salamina (080 4897307)  è il luogo ideale dove trascorrere una vacanza fatta di natura, cibi genuini e fascino di tempi passati.