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Human Traces. Tracce umane nel tempo

In occasione di Photofestival 2016, Made4Art di Milano presenta Human Traces, special art project di fotografia con opere degli artisti Guido Alimento, Adriana Collovati ed Enzo Trifolelli. Le tracce lasciate dall’uomo nello scorrere del tempo, i segni del suo passaggio nell’ambiente naturale, il gesto dell’artista che ritrae il contesto circostante dando vita a un’immagine dove il tempo e il movimento vengono fissati per sempre dall’obiettivo fotografico. L’essere umano con il suo vivere lascia tracce di sé che si sedimentano e si mischiano con quelle dei suoi simili, di chi lo ha preceduto e di chi ne prenderà il posto, stratificazioni di un vissuto individuale e collettivo allo stesso tempo: i tre artisti selezionati per il progetto Human Traces dai curatori di Made4Art Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo affrontano il tema sulla base della propria sensibilità e delle loro specificità artistiche e tecniche.

Gli scatti di Adriana Collovati sembrano raccontare storie intime e personali, aperte a interpretazioni, che lo spettatore può solo intuire attraverso indizi e dettagli. Un passaggio recente, quello dell’uomo e della donna nell’ambiente naturale, che lascia dietro di sé abiti, oggetti d’uso comune, manufatti artistici che sembrano essere stati da poco abbandonati in enigmatiche composizioni.

Protagonista delle immagini di Guido Alimento è, invece, una natura ancestrale, senza tempo, sia che si tratti degli alberi dalle forme contorte e della vegetazione che avvolge vecchi muretti a secco sia delle decorazioni fitomorfe presenti negli elementi architettonici di antichi edifici religiosi. Marmi e pietre abilmente lavorati dalla mano dell’uomo, una natura stilizzata e densa di significati simbolici.

Le statue che Enzo Trifolelli ritrae attraverso la tecnica del FotoTempismo, concetto artistico di assoluta novità ideato dall’artista, prendono vita dallo scatto fotografico che rende eterna una situazione spaziotemporale, creando un movimento capace di superare la bidimensionalità e la staticità dell’immagine fotografica. Le statue, tracce di un intervento artistico compiuto in tempi lontanissimi, tornano ad animarsi per mano del fotografo, che dona loro una nuova eternità.

Human Traces, primo special art project di Made4Art dedicato alla fotografia, con data di inaugurazione venerdì 27 maggio 2016, rimarrà aperto al pubblico fino al 15 giugno; un evento M4E – MADE4EXPO.

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Human Traces
Guido Alimento, Adriana Collovati, Enzo Trifolelli
Made4Art special art project
27 maggio – 15 giugno 2016
Inaugurazione venerdì 27 maggio, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19
Il giorno venerdì 3 giugno la mostra resterà chiusa.

M4A – MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Un evento Photofestival
Un progetto M4E – MADE4EXPO




“GRAMSCI. I QUADERNI DEL CARCERE ED ECHI IN GUTTUSO”

di Elisa Pedini – Apre oggi al pubblico la mostra “Gramsci. I quaderni del carcere ed echi in Guttuso” presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano. L’esposizione, presentata ieri alla stampa da Giovanni Bazoli, Presidente Emerito Intesa Sanpaolo, Silvio Pons, Direttore della Fondazione Istituto Gramsci, Ugo Sposetti, Presidente dell’Associazione Enrico Berlinguer e dal Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, resterà fino al 17 luglio. La mostra di questi splendidi 33 quaderni, scritti di proprio pugno da Antonio Gramsci, nel periodo più duro della sua vita e da poco restaurati, è stata esposta al XXIX Salone del Libro di Torino e giunge ora a Milano. La sede delle Gallerie d’Italia non è casuale, anzi, è estremamente contestualizzata, poiché le vicende di questi scritti s’intrecciano con la storia della Banca Commerciale Italiana, che qui aveva la sua sede storica, attraverso la figura dell’allora presidente della Comit, Raffaele Mattioli, noto proprio come “Il banchiere umanista”, poiché operò molto attivamente per sostenere e proteggere gli intellettuali antifascisti, tra cui, appunto, Gramsci, per il quale contribuì in segreto alle spese di ricovero in clinica e poi, dopo la morte dell’intellettuale, si prodigò per salvare proprio questi quaderni. La mostra s’inserisce nel quadro delle attività di Intesa Sanpaolo all’interno di “Progetto Cultura”, che è l’iniziativa del Gruppo vòlta alla valorizzazione della storia e del patrimonio culturale nazionale, non solo attraverso il recupero e la divulgazione delle opere d’arte, ma anche tramite eventi dedicati a quelle personalità che, con la loro stessa vita e le loro idee, ne sono stati importanti protagonisti. Prima di parlarvi dell’installazione voglio introdurvi il contesto, storico da un lato e personale dall’altro, in cui questi quaderni vennero scritti. Antonio Gramsci è stato un uomo di grande spessore, profonda cultura e decisa caratura morale. È considerato uno dei più grandi pensatori del XX secolo. È stato giornalista, linguista, critico teatrale e letterario, filosofo, politico. Lo spazio non mi concede di raccontarvi la sua vita e il suo pensiero in modo dettagliato, posso solo tratteggiarne gli aspetti salienti e purtroppo anche sommariamente, ma v’invito ad approfondire da soli questa figura straordinaria del nostro patrimonio storico e culturale. Nasce ad Ales, in Sardegna, nel 1891. A due anni, si ammala del morbo di Pott, lo stesso del Leopardi. Tale forma di tubercolosi ossea, non solo gli impedirà una normale crescita, ma minerà per sempre la sua salute fisica. Antonio è molto povero, ma ha una mente lucida, brillante, critica e si dedica allo studio con passione e determinazione. Così dotato da conseguire la maturità classica col massimo dei voti e ottenere l’accesso a una delle borse di studio dell’Università di Torino. Quest’aspetto, apparentemente superfluo, non è cosa da poco se si pensa che il morbo di Pott comporta dolori ossei molto forti, nevrosi e tutta una serie di altre problematiche, che per nulla rendono facile la vita. V’invito a immaginare la grandezza dello spirito e della mente di questo intellettuale, che riprenderò in seguito. S’iscrive a Lettere e comincia a frequentare l’intelligentia torinese. Questi sono gli anni della sua iscrizione al partito socialista. Purtroppo, l’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, ferma la sua laurea; ma non la sua mente. Il suo impegno sia politico che giornalistico si fanno crescenti e pregnanti. Antonio vive sulla sua pelle la guerra, la fame, le ripercussioni, anche ideologiche, della Rivoluzione Russa. Nel 1921 viene fondato il Partito Comunista d’Italia. Designato a rappresentare il Partito italiano nell’esecutivo dell’Internazionale comunista, Antonio va a Mosca, dove, peraltro, conosce quella che diventerà sua moglie: Giulia, una bellissima violinista. Avranno due figli, ma, il secondogenito, Antonio lo vedrà solo nascere. Delle due sorelle di Giulia, Eugenia e Tatiana, la seconda sarà sempre in stretto contatto con Antonio e sarà fondamentale per il recupero proprio dei suoi quaderni. Nel 1922 si tiene il IV Congresso dell’Internazionale, che, di fronte all’avvento al potere di Mussolini, pone, ai delegati comunisti italiani, la necessità di fondersi con la corrente socialista e di costituire un nuovo Esecutivo. Nel 1923, in Italia, vengono arrestati i rappresentanti del nuovo Esecutivo. Gramsci resta, così, il massimo dirigente del Partito e deve trasferirsi a Vienna. Nell’aprile dello stesso anno, viene eletto deputato al parlamento. Protetto dall’immunità parlamentare, può rientrare in Italia, a Roma. A giugno, il delitto Matteotti, da parte di gruppi fascisti, solleva una forte indignazione nel paese, che fa sperare a Gramsci il crollo del fascismo. Non è così. Nel gennaio del 1926, a Lione, si svolge clandestinamente il III Congresso del Partito. Gramsci presenta le Tesi congressuali elaborate insieme con Togliatti. La “questione meridionale” è un problema che lui sente molto forte e che, difatti, ritorna nei suoi stessi quaderni. Egli analizza lucidamente lo sviluppo politico italiano a partire dal 1894. Il 31 ottobre 1926, Mussolini subisce, a Bologna, un attentato senza conseguenze personali, che, però, costituisce il pretesto per l’eliminazione degli ultimi residui di democrazia. Il 5 novembre il governo scioglie i partiti politici dopposizione e sopprime la libertà di stampa. È l’8 novembre del 1926, quando, in violazione dell’immunità parlamentare, Antonio Gramsci viene arrestato nella sua casa e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Dopo un periodo di confino a Ustica, viene tradotto nel carcere milanese di San Vittore. L’istruttoria va per le lunghe. Non ci sono prove per montare su di lui accuse credibili. Il 1° febbraio del 1927, Mussolini, istituisce il Tribunale Speciale Fascista. Tutti i componenti, dal presidente ai giurati, appartengono alla milizia fascista. Tutti in uniforme. Sintomatico come il pubblico ministero termini la sua requisitoria con una frase entrata nella storia: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». L’ho premesso: la mente e lo spirito di Gramsci sono inarrestabili. Viene condannato a vent’anni di reclusione e tradotto nel carcere di Turi, in Puglia. Ma, se il corpo d’un uomo può essere messo in catene, altrettanto non si può fare col suo pensiero. Una mente libera, resterà per sempre libera. I quaderni che oggi possiamo ammirare in questa mostra, custoditi gelosamente in teche di vetro, ne sono la più potente e incontestabile prova. A Gramsci non fu concessa subito la possibilità di scrivere. Ottenne il permesso soltanto nel gennaio del 1929. Proseguì la sua attività di scrittura anche quando, le peggiorate condizioni fisiche, ne obbligarono il trasferimento in clinica a Formia, nel 1933. Morì in una clinica di Roma il 27 aprile del 1937, assistito dalla cognata, Tatiana. Alla sua morte, fu proprio lei a prendere in consegna i suoi quaderni, catalogandoli e numerandoli con cifre romane, quindi, li inviò a Mosca. Rientrarono in Italia solo nel 1945. In questi 33 manoscritti ritroviamo tutto il suo pensiero di filosofo, di politico, d’idealista, di uomo. Le tematiche riguardano: la storia d’Italia, la funzione degli intellettuali, la letteratura popolare e altre «quistioni», come le chiama lui, filosofiche, storiografiche e politiche. Ne notiamo la scrittura: regolare, precisa, lineare e minutissima. Tipico d’un’intelligenza profonda e raffinata, d’una mente lucida, penetrante e acuta osservatrice. La commozione non può non assalire chi osserva. La mostra, inoltre, offre didascalie interessanti su ogni oggetto esposto e ne illustrano il contenuto. In più, i quaderni sono integralmente consultabili in formato digitale attraverso touch screen, occasione meravigliosa per poterli “sfogliare” e poter confrontare il quaderno originale con il suo doppio digitale. L’allestimento è arricchito dall’esposizione di due dipinti di Guttuso, che proprio grazie a questa mostra possiamo ammirare qui a Milano e che riprendono simbolicamente alcuni temi gramsciani, nonché la visione dell’arte come impegno civile. “La battaglia di Ponte dell’Ammiragliodel 1955, proveniente dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, raffigura la vittoriosa battaglia combattuta da Garibaldi a Palermo il 27 maggio 1860 e ci consente un parallelismo con le note di Gramsci sull’impresa garibaldina, sui Mille, sullo scontro tra democratici e moderati e sulla “questione meridionale” prima e dopo l’Unità d’Italia. Il secondo dipinto esposto è “I funerali di Togliatti” del 1972, conservato al MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, ove la presenza di Gramsci è richiamata in più modi: il suo volto accanto al feretro di Togliatti e i riferimenti alle sue tematiche: il moderno partito politico, gli intellettuali, le classi subalterne e la dimensione nazionale e internazionale.

Le Gallerie d’Italia sono aperte dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30, ingressi fino a un’ora prima dalla chiusura. Il giovedì l’orario si prolunga fino alle 22.30, con l’ultimo ingresso alle 21.30. Il costo del biglietto è di € 5,00 e consente l’accesso anche alla mostra “La Bellezza ritrovata”. Il 2 giugno le Gallerie saranno aperte.

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Impressioni e memoria: i Sillabari di Anna Caruso in mostra a Milano

di Emanuele Domenico Vicini – Il pomeriggio milanese, nonostante il maggio avanzato, è ancora piuttosto fresco e si gira bene per le vie del centro città, dove, stretto tra gli imponenti palazzi di classica foggia, tra piazza della Scala e via Clerici, si trova l’edificio che ospita lo Studio d’Arte Cannaviello, al civico 4 di piazzetta Bossi.

Gli ambienti, illuminati da un bianco di geometrica pulizia, si articolano in un corridoio passante che si apre nella grande sala espositiva, mossa da sguanci e nicchie, perfetta per ospitare un’esposizione così elegante e provocante come quella di Anna Caruso.

La giovane pittrice milanese, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, rispecchia questa atmosfera e le dà, con la sua presenza ancora più fascino. Ci accoglie e ci guida tra le sue tele e si sottopone al fuoco di fila delle domande con molta determinazione e pacatezza, mostrando così quella sicurezza, tipica di un’artista che, seppur giovanissima, ha già deciso quale strada seguire nella sua arte.

Le chiediamo innanzi tutto da dove nasca l’interesse per Goffredo Parise, dai cui Sillabari la mostra prende le mosse. Il testo parisiano, composto di due parti, Sillabario n. 1 uscito nel 1972 per i tipi di Einaudi e Sillabario n. 2, nel 1982 per i tipi di Mondadori, si compone di racconti brevi sulla labilità dei sentimenti umani. Quasi piccoli poème en prose, distribuiti per lettere alfabetiche, mai completati, i racconti sono spesso coperti da una patina di malinconia e infondono un senso di caducità e di morte che si alterna a scene di gioia semplice, fatta delle cose elementari della storia e della vita.

Se il primo Sillabario (dalla A di Amore, Affetto, Allegria, alla F di Famiglia) si muove tra toni lievi e tinte mai eccessivamente forti, il secondo (che copre fino alla S di Sesso), al contrario, rappresenta una realtà molto feroce e controversa. Gli ambienti delle narrazioni si fanno disordinati e cupi, le azioni quasi sempre drammatiche e violente.

Anna Caruso, lontana da qualsiasi intento citazionistico o puramente referenziale, che avrebbe decisamente impoverito il senso della sua arte, ci spiega che i Sillabari, soprattutto il secondo, fanno parte delle sue letture e della sua formazione classica. Si coglie molto bene il percorso della pittrice nelle maglie di un testo apparentemente semplice, ma di fatto denso di temi: l’emozione della memoria, il dolore del ricordo e la sua stringente necessità, la complessità dell’animo umano, fatto di dolcezza e violenza fatalmente impastate, tornano con sapiente finezza nelle tele esposte allo Studio Cannaviello.

Anna Caruso racconta con dettaglio il suo processo compositivo. Fotografie di uomini e donne, spesso – ma non sempre – legate alla vita della pittrice, immagini durature di memorie altrimenti labili, sono lo spunto ridipinto sulla tela, come un fondo che via via emerge o scompare alla vista, ma che con la sua evidenza a tratti fantasmatica ci dice quanto l’oggi sia fatto di storia, individuale e singolare.

Il confronto con l’emozione e il sentimento non tarda però a palesarsi con le taglienti e nette geometrie cromatiche che incontrano le immagini umane, le separano dalla superficie, le sdoppiano, le moltiplicano le allontanano e le rendono sempre meno percepibili, ma non meno incombenti sulla scena.
Piccoli segni e grandi interventi grafico linearistici, sempre accomunati dai toni freddi del giallo, del verde o dei blu acidi, legano gli elementi, raccontandoci la metafora della storia che avvolge uomini e cose, ineluttabilmente.

L’inquietudine delle opere, stemperata e apparentemente alleggerita dall’attentissima cura nel comporre e pesare gli equilibri cromatici e spaziali, non fa che aumentare quando, a uno sguardo ravvicinato, ci accorgiamo della perfetta stesura delle forme, quasi prive del segno della pittrice, apparentemente, “fatte da sé”. Anna va fiera di questa capacità, conquistata sicuramente con lavoro e pazienza e ne parla come di un elemento che spesso stupisce il pubblico. In realtà, ci spiega, l’effetto di lucida omogeneità, d’ineccepibile ordine delle cose e delle forme, non fa che accentuare il senso della sua pittura: non si sfugge all’immagine della memoria e della storia. Fatalmente, il rapporto che ci lega alle emozioni e alle vicende del nostro passato, personale e familiare, non può essere mai negato, né evitato. Ci guarda, ci chiama al confronto, ci impone di riflettere, pacatamente, ma inesorabilmente.

I Sillabari in pittura di Anna Caruso nelle loro messe a fuoco e nella varietà di giochi prospettici diventano uno specchio da cui non è possibile sfuggire, un invito al confronto con la complessità della persona umana.

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Sillabari di Goffredo Parise. Mostra personale di Anna Caruso

5 maggio – 21 giugno 2016

Studio d’Arte Cannaviello

Piazzetta Bossi, 4 – Milano




In forma perfetta per l’estate con i consigli del coach alimentare

L’estate è ormai imminente e basta un solo sguardo per vedere come portiamo ancora addosso i segni dell’inverno: fisici appesantiti, volti grigi e stressati, espressioni tristi e rassegnate.

Come prepararci, allora, ad abbracciare l’estate tornando in perfetta forma? Lo chiediamo al nostro esperto, il dottor Michele Drago, osteopata e coach alimentare.

D. L’alimentazione è fondamentale per tornare ad essere belli dentro e fuori?

R. Assolutamente! Bisogna sempre partire dal concetto basilare che “siamo ciò che mangiamo”!

D. In generale, quali sono le accortezze che dovremmo osservare giornalmente nel nutrirci?

R. Per prima cosa, iniziamo limitando l’assunzione di alcuni alimenti che sono dei veri e propri “veleni” per il nostro corpo e che ci causano malessere e malattia in modo latente: zucchero, farine bianche lavorate, carni e derivati (soprattutto quelle rosse), latte, formaggi e latticini. Concentriamoci, invece, su ciò che fa davvero bene al corpo. Apprezziamo gli alimenti vivi e vitali, quali frutta, verdura e semi, e impariamo a dissetarci ed idrataci usando semplicemente acqua, un elemento fondamentale e insostituibile. E poi, non dimentichiamo di concederci dei momenti solo per noi: impariamo a respirare profondamente e fermiamoci, ogni giorno, per un po’ di meritato relax. Facciamoci stupire dal sorriso di uno sconosciuto e sorridiamo di più anche noi.

D. Entrando più nello specifico, quale sarebbe la dieta ideale?

R. Come coach alimentare, consiglio di iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida o calda ed una spruzzata di limone, questo funzionerà da sciacquone, aiutando ad espellere giorno dopo giorno le sostanze di rifiuto presenti nel nostro intestino. Facciamo poi colazione con un succo fresco, una centrifuga, un frullato o una spremuta e sostituiamo il caffè con una tisana. Per i nostri spuntini potremmo usare anche dei semi, facili da portare in giro, ricchi di omega 3 e omega 6  e buonissimi. Da preferire, senza ombra di dubbio, sono i semi di lino e di girasole, mandorle, nocciole e noci.

Ogni volta che si presenterà la scelta tra vari alimenti, impariamo a preferire sempre e comunque frutta e verdura ma attenzione: assolutamente di stagione e preferibilmente bio. Tra le verdure tipicamente estive suggerisco cetrioli, carote, asparagi, cavolfiori, fagiolini, insalata, sedano, finocchi, melanzane, fave, piselli, spinaci e zucchine. Tra la frutta di stagione opterei invece per lamponi, pompelmi, limoni, nespole, kiwi, fragole, ciliegie, albicocche, pesche, susine, meloni, angurie e fichi. Tutta frutta e verdura ricca di sostanze energetiche e stimolanti, tra cui il betacarotene che predispone la nostra pelle ad ottenere un’abbronzatura invidiabile. Consiglio, inoltre, di assaporare le verdure crude o al vapore o appena saltata in padella. Affettate sottilissime e lasciate macerare tutta la notte sono una delizia. Usate le spezie e non esagerate con il sale.

Sostituite la pasta consueta con quella integrale, più ricca di fibre, ma non disdegnate anche miglio, farro, quinoa e orzo. Con l’arrivo del caldo, saranno ottimi dei piatti con verdure miste a cubetti e quinoa, per esempio, ricca di proteine vegetali e, quindi, di salute.

Per condire usate solo olio extravergine di  oliva ottenuto dalla spremitura a freddo, e consumate un cucchiaio di olio di lino al giorno.

La frutta sarà un ottimo toccasana per colazioni o spuntini ma evitate di prenderla dopo i pasti. Inoltre, se ricca di zuccheri, come i fichi, sarà bene mangiarne con parsimonia. Tutti gli altri frutti di stagione potranno essere mangiati liberamente e daranno al vostro spuntino o alla vostra colazione un bel colore e tantissimo gusto.

E poi bevete, bevete e bevete! Acqua naturale, nient’altro. Ricordate che il nostro corpo è composto per la maggior parte da acqua e che  soltanto l’acqua regola moltissimi scambi cellulari ed è il veicolo di idratazione e pulizia di tutti i distretti corporei.

D. Una sana dieta basta, dunque, per ridare tono e rimettere in forma?

R. Sicuramente è il punto di partenza ma, in questo percorso di cambiamento e miglioramento personale, è fondamentale iniziare a muoversi. Come suggerito anche dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) basterà una passeggiata di almeno 30 minuti ogni giorno. Io consiglio di acquistare un podometro o di scaricare un’app contapassi e di percorrere almeno 10.000 passi al giorno.

D. Un’ultima domanda. Quanto tempo ci vuole per tornare in forma?

R. Bastano meno di due settimane per cambiare le vecchie abitudini e riconquistare forma fisica, benessere ed un sorriso invidiabile

Per maggiori info: www.ilmetododrago.com – info@ilmetododrago.com




“DA MONET A MATISSE. L’ARTE DI DIPINGERE IL GIARDINO MODERNO”: IL MONDO INCANTATO DELLA NATURA E DELL’ARTE

di Elisa PediniEsce nelle sale italiane solo per due date: il 24 e il 25 maggio, il film-documentarioDa Monet a Matisse. L’arte di dipingere il giardino moderno”, della Royal Academy of Arts, che, partendo dalla sua imponente e magnifica mostra, ci porta dentro un tour cinematografico per raccontare la passione che lega alcuni dei più grandi artisti moderni, come Monet, Matisse, Bonnard, Renoir, Kandinskij, Pissarro, Sorolla, Nolde, Libermann, ai loro giardini prediletti. Per trovare la sala più vicina a voi che avrà questo film in programmazione consultate il sito: www.nexodigital.it. Pellicola delicata, che fa sognare e rilassare, passeggiando nell’arte e in alcuni dei giardini più belli del mondo. Non è un documentario sulla storia dell’arte, per nulla, è il racconto d’una storia d’amore: quella tra gli artisti e la natura che li ha ispirati. Il film rientra nel progetto della “Grande Arte al Cinema” di Nexo Digital ed è un’occasione, unica e irripetibile, per visitare la coinvolgente mostra, allestita dall’Accademia londinese, per raccontare l’evoluzione del tema del giardino nell’arte moderna: dalle bellissime e colorate visioni degli Impressionisti fino alle sperimentazioni più audaci, oniriche e simboliche dei movimenti d’avanguardia. Il film si apre trasportando lo spettatore dentro una natura meravigliosa e colorata. Una musica rilassante accompagna questo spettacolo di luce e colore. Si entra in una dimensione parallela, soave e incantevole: quella della natura e dell’arte. Come l’uomo abbia sempre e costantemente tratto ispirazione dalla natura è assai noto e non è difficile comprenderne il perché. Impossibile sottrarsi alla bellezza d’un fiore, ai suoi colori, al suo profumo, a quella tecnica perfetta rappresentata dalla sua stessa conformazione. Distese di fiori di altezze diverse, colori diversi. L’incanto che una persona normale subisce dall’osservare certi capolavori della natura, viene portato all’ennesima potenza dallo sguardo e dalla sensibilità dell’artista. Monet, forse il più noto ed importante pittore di giardini nella storia dell’arte, è il punto di partenza della mostra e quindi del nostro film. Personalità affascinante, nonché appassionato ed esperto orticoltore. «Se sono diventato pittore lo devo ai fiori» diceva Claude Monet. Pensate che, per cogliere le diverse inclinazioni di luce e tutte le sfumature di colore, si svegliava all’alba e dipingeva. Dipingeva sotto il sole cocente e sotto la pioggia battente. Intorno alla sua casa rosa a Giverny aveva creato un giardino con uno stagno e un ponte giapponese, che ancor oggi accoglie migliaia di visitatori con le sue tinte e i suoi avvolgenti profumi. Dalle passeggiate sulle colline intorno alla proprietà, Monet tornava con semi di fiori selvatici per coltivarli nelle sue aiuole. È così che lo spettatore viene preso per mano e visita i più bei giardini del mondo, raffigurati, poi, all’interno di opere d’arte: oltre alle ninfee di Monet a Giverny, visita il giardino di Bonnard a Vernonnet, in Normandia, o quello di Kandinskij a Murnau, in Alta Baviera, luogo dincontro di musicisti e artisti provenienti da tutto il mondo. Ma non è tutto: questo film è anche ricco d’interventi di studiosi e artisti che spiegano, anche da un punto di vista storico e sociale, l’importanza dei giardini e per conseguenza il perché di questo tanto ricercato ritorno alla natura, che caratterizzò il periodo tra la l’Ottocento e il Novecento. Quello che la natura, attraverso i giardini, inizialmente va a dimostrare è la magnificenza dei nobili, poi diviene specchio d’intimità familiare ed ecco che, allora, vi si colgono scene più private, fino a divenire una vera e propria oasi di pace, una fuga personalissima e protetta dal rumore e dal caos. Una pellicola davvero unica per tantissime ragioni. Prima fra tutte, perché rappresenta un’occasione imperdibile di vedere una mostra che, altrimenti, bisognerebbe andare a Londra per poter visitare. Inoltre, perché consente di vedere giardini incantevoli, veri e propri gioielli d’architettura, in giro per tutto il mondo. In più, perché si parla di arte in modo molto intrigante e interessante: infatti, come ho detto all’inizio, si tratta di un “tour”, sia dentro la storia, l’arte e le opere, sia “dietro le quinte” dei magnifici paesaggi, di cui lo spettatore gode sullo schermo. Arricchito, dagli interventi e dalle intuizioni di esperti internazionali di giardinaggio e critici d’arte per svelare il rapporto tra l’arte e i giardini. Impreziosito, dalle interviste ad artisti moderni, come Lachlan Goudie e Tania Kovats, che rivelano come il rapporto tra l’artista e il mondo naturale sia tema di grande attualità. Infine e soprattutto, perché è uno degli aspetti che, davvero, mi ha colpito di più, per come mi sono sentita alla fine del film: incredibilmente bene. Rinnovata d’energia. Mi sento d’affermare che questo film andrebbe visto proprio per fare un regalo a se stessi: ovvero, donarsi la gioia di lasciare il mondo fuori e passare un’ora e mezza nella serenità e nella pace che soltanto la natura e l’arte sono in grado di dare.

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Manuel e Grazia Di Michele ci emozionano SILENZIOSAMENTE

Un grande messaggio non solo musicale ma di alto spessore umano quello del brano SILENZIOSAMENTE, composto da Grazia Di Michele, famosissima vocal coach di Amici, e interpretato dal cantante/attore Manuel.

Le cose migliori, si sa, nascono sempre per caso e così è stato per SILENZIOSAMENTE. Infatti, dopo un sodalizio lavorativo, legato alla didattica, tra Grazia Di Michele e Manuel inizia quello artistico, basato, soprattutto, sulla profonda stima che la famosa cantautrice ripone in questo poliedrico artista.

Manuel inizia il suo viaggio nel mondo dello spettacolo come ballerino e modello per poi continuare come attore e in ultimo cantante. Come tutti gli artisti vede il suo cammino segnato da moltissimi concorsi e audizioni ma non sempre tutto nasce da questi “momenti”! In questo caso il tutto inizia da un’autoradio. Durante un viaggio in auto con la famosissima e temutissima coach di Amici, Manuel, facendosi coraggio, decide di far ascoltare a Grazia alcune sue ultime cover.

In un attimo tutto cambia: Grazia rimane davvero rapita dallo stile e dal timbro vocale di grande spessore interpretativo di Manuel e gli propone dei brani da lei composti.

Ovviamente l’emozione in questo caso è altissima e da li si inizia a lavorare proseguendo anche nella collaborazione didattica dei due artisti nella veste di coach in diverse realtà italiane.

Ecco nascere SILENZIOSAMENTE che, sia per il testo che per tipologia armonica e timbrica musicale, disegna in modo limpido ed inequivocabile la personalità e il carisma artistico di Manuel.

Si decide di farlo uscire come singolo mentre si lavora già ai prossimi brani sempre con Grazia Di Michele ed anche con altri giovani autori.

Silenziosamente racconta il vuoto che spesso ci pervade e che colmiamo con i nostri mille perché senza trovare mai una vera risposta, i nostri momenti bui che molti trovano banali e che nel nostro silenzio riponiamo in un cassetto che, forse, la musica e il testo di Grazia Di Michele, nell’interpretazione di Manuel, riusciranno a farci riaprire.

Il videoclip, girato in un ex manicomio, ha una forte carica emotiva ed evocativa. Locali abbandonati e in rovina che mantengono la memoria ancora vivida di chi li visse, hanno un impatto visivo violento.
La figura di Manuel, che vaga, estraniandosi da ciò che lo circonda come se rifiutasse un contatto fisico con il luogo, traduce l’intenso testo di Grazia Di Michele in immagini intime che ci scrutano timidamente, silenziosamente, quasi in punta di piedi.

Ideazione e Regia video : Emanuele Drago




A Venezia i musei si visitano al chiaro di luna

A partire dal 20 maggio 2016, la Fondazione Musei Civici di Venezia ha deciso di avviare un ciclo di aperture serali nei musei dell’Area MarcianaPalazzo Ducale e Museo Correr – per tutto il periodo estivo.

Ecco quindi che, nell’ambito delle iniziative volte a creare nuove occasioni per visitare il patrimonio e le collezioni della città lagunare, è stato disposto il prolungamento dell’orario di apertura fino alle ore 23.00 nei giorni di venerdì, sabato e domenica.

La decisione è stata presa dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’apertura straordinaria del 1° maggio dei musei della città, fortemente voluta dal Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha visto la partecipazione di ben 10.235 visitatori totali e nei soli Correr e Ducale di 7813 persone di cui 399 dalle ore 18 alle ore 23.

Scopo dell’iniziativa è offrire ai cittadini di Venezia, dell’area metropolitana e a tutti i turisti una programmazione più ampia, incentivando i giovani e quel pubblico che normalmente non può visitare i musei negli ordinari orari di apertura, a scoprire il patrimonio artistico e culturale cittadino in una eccezionale cornice notturna.

Fondazione Musei Civici di Venezia
call center: 848082000 (dall’Italia) +39 041 42730892 (dall’estero)
web: visitmuve.it

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Milano ricorda Umberto Boccioni

Prosegue con successo la mostra ‘Umberto Boccioni (1882 – 1916). Genio e Memoria’ con cui il Comune di Milano vuole ricordare il celebre artista, nella ricorrenza del primo centenario della  sua morte.

La mostra, che mette in evidenza il percorso artistico e la levatura internazionale di Boccioni, con particolare riguardo alla sua attività milanese, presenta circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti.

Per la prima volta Milano riunisce il ricchissimo patrimonio dell’artista dalle collezioni e dagli archivi dei suoi musei (Camera di Commercio, Castello Sforzesco, Galleria d’arte Moderna, Gallerie d’Italia, Museo del Novecento, Pinacoteca di Brera) il primo al mondo per consistenza e rappresentatività.

UMBERTO BOCCIONI (1882 – 1916). GENIO E MEMORIA

Milano, Palazzo Reale

23 marzo – 10 luglio 2016

a cura di Francesca Rossi con Agostino Contò

una mostra promossa dal Comune di Milano all’interno del palinsesto “Ritorni al futuro
un progetto di Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale

orari:     lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30

info e prenotazioni +39 0292800821
sito web www.palazzorealemilano.it




Andrea Liverani. Exsistere

In occasione di Photofestival 2016, Made4Art di Milano presenta Exsistere, mostra personale di Andrea Liverani (Imola, 1969) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, da domani fino al 23 maggio.

In esposizione una selezione di scatti appartenenti alla serie “La Natura, le origini, la vita”, che racconta, attraverso le immagini di una femminilità generatrice di vita, la poetica visione dell’artista sulla nascita e l’esistenza dell’essere umano in relazione al contesto naturale che lo ospita e lo accoglie.

Nelle opere di Andrea Liverani la natura è una presenza forte e costante. Anche in questa serie di fotografie, forti e delicate al tempo stesso, l’artista declina la natura e, insieme a essa, l’uomo secondo il verbo nascere. Origine di tutto è il seme e la schiusa che trasforma un essere in altro in divenire. Le fotografie sono così una vivida rappresentazione, trasposizione e sovrapposizione di questo passaggio che accomuna uomo e natura mostrandone movimenti, forme, analogie e contrasti.

A completare il progetto espositivo presentato presso la sede di Made4Art di Milano un nucleo di scatti sul tema della terra presentati al pubblico per la prima volta, che mette in luce la profonda influenza della natura sulla produzione artistica di Liverani.

Le opere fotografiche di Andrea Liverani diventano rappresentazioni dell’indissolubile legame tra uomo e natura, dalla nascita alla fine, attraverso tutte le tappe del vivere, un rapporto spesso contrastato e influenzato ai nostri giorni da una modernità non priva di contraddizioni che tende a isolare l’essere umano e a spingerlo verso un’illusoria condizione di indipendenza rispetto alla natura.

Exsistere, con data di inaugurazione mercoledì 11 maggio, rimarrà aperta al pubblico fino al giorno 23 dello stesso mese.

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Andrea Liverani. Exsistere
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
11-23 maggio 2016
Inaugurazione mercoledì 11 maggio, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19
M4A – MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Un evento Photofestival
Un progetto M4E – MADE4EXPO
Un evento Expo in Città




Polo, vip e glamour illuminano Rovigno

Quattro squadre internazionali, tra cui giocatori di polo provenienti da sette paesi diversi, potranno lottare per la vittoria al Beach Polo Cup   a Rovigno, idilliaca cittadina della situata della penisola istriana. Attesi oltre 3mila spettatori e molti protagonisti della scena internazionale per un appuntamento che coniuga lo sport al glamour. E così il polo, il gioco preferito sull’isola istriana di Brioni, negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, conquisterà nuovamente, questa primavera, il litorale croato questa primavera.

Per la Beach Polo Cup, al classico polo su erba si è preferita  la versione più recente del polo che, negli ultimi dieci anni, viene praticato sulla spiaggia, con qualche modifica nel regolamento. L’intera infrastruttura, così come l’arena di dimensioni,  sarà allestita sulla spiaggia Porton Biondi, dalla quale si gode uno splendido panorama sul centro storico cittadino.

Rovigno per F foto 2

Il torneo inizia il 12 Maggio 2016 con una festa di benvenuto presso la piscina dell’Hotel Lone e prosegue tra partite e party (il 14 arile si terrà il James Bond Black Tie Player Party presso l’Hotel Mulin, mentre la festa di addio, domenica sera, sarà celebrata al JoyMe, lo yatch di Philip Zepter) nei luoghi più belli di Rovigno. Le prime gare di polo sono previste per il 13 maggio e sono aperte al pubblico. La serata si concluderà con una cena di gala presso l’ex fabbrica di tabacco  di Rovigno. Il 14 maggio si comincia con una sfilata di tutti i giocatori e dei loro cavalli per il centro di Rovigno, accompagnati da un certo numero di limousine e macchine della Bentley Wien. La sfilata terminerà di fronte all’hotel Adriatic con un ricevimento offerto da Champagne Louis Roederer. L’arbitro sarà Marc Holmes mentre i match saranno commentati da Chris Hyde. Maximilian Zimmermann avrà la responsabilità di tenere il tempo e segnare il punteggio.

Rovigno per F foto 1

 

Per l’occasione sono  attese nella perla della Croazia molte celebrità tra cui Ivana Trump, Enno v. Ruffin, Lothar Matthäus e la sua famiglia, il sindaco di Rovigno e il governatore dell’Istria, la famiglia Illy così come molti altri volti noti dei media, del mondo dell’economia e della politica di Croazia, Slovenia, Germania e Svizzera.

Rovigno per F foto 3