di Giuliana Tonini – Sono appassionata di auto d’epoca. Vado a vederle alle fiere del settore, alle mostre e nei musei, e mi diverto molto a trovarne per strada e a fotografarle. La mia preferita in assoluto – diciamo proprio che la adoro – è la vecchia, storica, Cinquecento. Quando ne trovo una, sono contenta come una bambina che gioca alla caccia al tesoro.
Come gli sceicchi arabi hanno nei loro garage decine di sgargianti Ferrari, Rolls-Royce e Bentley, io, se potessi, metterei su la mia scuderia personale di sgargianti 500 di tutti i colori.
Non sono l’unica ammiratrice, ovviamente. La 500 è un vero e proprio mito intramontabile. In tutta Italia ci sono numerosi club di appassionati e di proprietari di 500, che organizzano raduni in ogni parte del Paese, e anche su Facebook la Cinquecentina, o Cinquino, è una indiscussa reginetta.
Conosciamola meglio, e proviamo a capire il perché sia un mito.
È stata in produzione dal 1957 al 1975, per diciotto anni consecutivi. L’anno prossimo compirà 60 anni, e mi auguro che la FIAT organizzi delle belle e adeguate celebrazioni per la sua fortunata creatura.
Il papà del gioiello della FIAT è Dante Giacosa, ingegnere, progettista e designer che ha creato, nel corso dei decenni, innumerevoli modelli per la casa automobilistica di Torino, tra cui, solo per citarne alcune, la 600 e l’Autobianchi ‘Bianchina’, contemporanee della 500, e la storica Topolino del 1936, che è stata la prima 500, di cui il modello del 1957 è discendente diretto.
L’idea di partenza è arrivata da un impiegato tedesco della Deutsche Fiat, che aveva inviato alla casa madre dei disegni per una nuova creazione ispirati alle linee del Maggiolino Volkswagen.
La microvettura utilitaria della FIAT è nata, in pieno boom economico, per essere la macchina che tutti avrebbero potuto permettersi di acquistare. Era l’auto più economica di casa FIAT e aveva una struttura essenziale che non richiedeva grandi spese di manutenzione.
E la macchina di tutti lo è diventata davvero. Dopo un primo anno con un andamento di mercato un po’ in sordina, anche per lei è arrivato il boom. Durante gli anni Sessanta e Settanta quasi tutte le famiglie e quasi tutti i giovani avevano una 500, oppure una 600, del colore che piaceva di più.
Nel corso degli anni il Cinquino si è evoluto, con una produzione di modelli diversi e per tutti i gusti. Come, solo per citarne alcuni, la 500 Abarth: la versione sportiva per i più giovani, quella con le strisce rosse sulle fiancate, che prendeva parte anche a competizioni automobilistiche; la versione station wagon: la 500 Giardiniera o Giardinetta; oppure quella, indimenticabile, con le porte controvento.
Ecco quindi perché il fascino della Cinquecento è sempreverde: perché rappresenta un pezzo di storia italiana, e chi ne possiede una ne è giustamente orgoglioso.
E poi, con quella forma simpatica e graziosa, i suoi colori, il suo fascino retrò e quel rumore meccanico di motore d’altri tempi, la vecchia Cinquecento è davvero irresistibile. Non per niente in uno dei raduni, che si possono vedere anche su YouTube, un esemplare portava un cartello che diceva: sono una piccola rubacuori.
E di raduni, i proprietari delle 500 iscritti ai vari club, ne fanno veramente tanti. Si ritrovano in ogni parte d’Italia, con decine di macchine, e percorrono le strade in una coloratissima fila, a suon di clacson.
Non per niente la FIAT, nel 2007, l’ha fatta rinascere, ‘reincarnandola’ in un modello dalle forme moderne, ma che richiamano in tutto e per tutto quelle della piccola utilitaria degli anni Sessanta e Settanta. Ed è stato un successo. Oggi la nuova 500 spopola per le strade.
E il marchio 500 è un vessillo, tanto che la FIAT lo ha utilizzato anche per la 500L e la 500X, due modelli di SUV degli ultimi anni, pensati anche per il mercato nordamericano, che poco assomigliano alla leggendaria utilitaria, ma che ne condividono il brand.
Una leggenda non può che essere protagonista di molte avventure. Tra le più singolari, sul sito www.idiaridelcinquino.it, troviamo la storia e le immagini di Danilo Elia, Fabrizio Bonserio e Zivile Linkeviciute, appassionati di viaggi (e ovviamente della piccola FIAT) che, con un modello del 1973, sono andati da Bari fino a Pechino, e poi hanno fatto un viaggio intorno al Mediterraneo.
E da non lasciarsi sfuggire è la creatura (proprio in senso Frankensteiniano) del titolare e degli ingegneri della OEMMEDI’ Meccanica di Acquapendente (VT), officina specializzata in auto e moto d’epoca. Come dei dottor Frankenstein delle auto, hanno creato, in un unico esemplare, la 500-Laborghini, una macchina col motore di una Lamborghini e la carrozzeria – adattata anche per potere farci stare il potentissimo motore – di una vecchia FIAT 500. Andare su YouTube per credere!