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Romea Green: la conquista del green food a Pavia

di Federico Poni – Negli ultimi decenni la crescita dei fast food, tutto fritto, carne grassa e verdura piena di zuccheri, è aumentata a dismisura. Eppure questi luoghi hanno creato e ancora creano una sorta di dipendenza dal famigerato “cibo spazzatura” che molti continuano a mangiare. Basti pensare che i panini del colosso dei Fast food, ammuffiscono solo dopo mesi e mesi; ancora peggio, come si è visto in un video virale qualche anno fa, si può mettere un hamburger nell’acido cloridrico e… la forma rimane intatta.
Negli ultimi anni, però, c’è stata una presa di coscienza da parte della collettività: in molti si sono resi conto della pericolosità dei fast food, un po’ per l’economia non del tutto etica, un po’ per l’assoluta e indiscutibile cucina insana.
Insomma: c’è sempre più consapevolezza verso ciò che si mangia: meno sprechi, meno fritto, meno sale, meno zuccheri, meno carne, più verdura, più spezie, più etica. In una parola: più green.
Il Green Food è un tipo di cucina nata recentemente: la salute è al primo posto, i ristoranti Green eliminano del tutto la carne (si sa che contiene molte tossine tumorali), ma si condanna anche il sale: il sodio, se in eccesso, provoca ipertensione e vari problemi cardiaci.
Anche a Pavia la storia culinaria cambia, con la recente apertura della yogurteria – Green Food “Romea Green”, succursale della famosa Gelateria “Romea”, in Strada Nuova, vicino al Ponte Coperto. Lì si servono yogurt con pochi grassi, centrifugati e frullati, ma anche cereali in tutte le salse, caldi e freddi, polpette di legumi, torte salate di tuberi e lasagne, tutto completamente vegetale. Oltre ad essere Green, è anche Street: il cuoco Filippo prepara gustosi panini a tre piani con verdure e salse dello chef, vegburger e VegDog, hamburger e HotDog in chiave vegan. Ingredienti base sono seitan e tofu, sostituti delle proteine animali nella alimentazione vegetariana, per tutti i palati. Ovviamente ci sono anche i dolci green, dai budini alle torte, dalle macedonie alla cioccolata.
Sabato 28 Novembre, al pomeriggio, ci sarà la presentazione dei Cesti di Natale della Romea Green, tra chiacchiere e assaggi, cioccolata calda e dolcetti, con una selezione accurata di prodotti top del settore bio, kamut e couscous integrale, paste di grano e biscotti, creme spalmabili senza olio di palma e vini simbiotici.
Il Green food vuole un’alimentazione all’insegna della verdura di stagione, naturale, biologica. Nessun conservante, nessun zucchero raffinato e basse temperature per conservare meglio i prodotti.
Tante persone, però, non conoscono e non praticano questa alimentazione, sottolineando che la dieta Mediterranea è la migliore al mondo. Nulla da ridire (o quasi), ma realmente, adesso, alla fine del 2015, chi parla di dieta mediterranea sa davvero che cosa sia? Forse i nostri nonni la conoscevano e la seguivano in modo veramente completo. Chi sa riconoscere oggi un tipo di cereale dall’altro? Farro, orzo, sorgo: tanta gente non sa che aspetto abbiano. Ormai gli italiani mangiano solo pasta, riso, pane e pizza. Le verdure sono solo un contorno e i legumi, proteine molto più sane della carne, ben pochi li consumano. Non c’è un pasto che non contenga derivati animali.
Dal secondo dopoguerra gli occidentali mangiano quanto vogliono, senza pensare agli sprechi e alla propria salute. Ma i tempi cambiano fortunatamente.




This Side of the Mountain. La prima personale di Thomas Masters

Lo spazio Made4Art di Milano presenta la prima personale in Italia del Maestro americano Thomas Masters (Chicago, 1954), This Side of the Mountain, con una selezione di opere rappresentative della sua ultima produzione artistica.

In esposizione 24 lavori in acrilico della serie SOUL-POEMS, un nucleo di opere che indagano il tema della condizione umana. “Questo lato della montagna riguarda ciò che conosciamo della nostra esistenza. Questo lato è incentrato su ciò di cui abbiamo avuto esperienza, testimonianza, sensazione, su quanto abbiamo creato, ciò che abbiamo trovato vero e falso, avvenimenti che durano nel tempo, fenomeni tangibili: la condizione umana “.

La mostra, con data di inaugurazione giovedì 26 novembre, resterà aperta al pubblico fino a giovedì 3 dicembre.

THOMAS MASTERS | THIS SIDE OF THE MOUNTAIN

M4A – MADE4ART

Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura

Via Voghera n. 14 – ingresso da Via Cerano

20144 Milano

Inaugurazione giovedì 26 novembre, ore 18,30

26 novembre- 3 dicembre 2015

Lunedì – venerdì 10-13/16-19

Giovedì 3 dicembre la mostra sarà aperta con gli orari 10-13/15-18

www.made4art.it – info@made4art.it- +39 02 39813872

Made4Art ringrazia Alessandra Ubezio per la collaborazione

 




GRAAL spazio arte a Milano Scultura

di Emanuele Domenico Vicini – La galleria GRAAL ha da poco lasciato la sede pavese, negli spazi di Corso Garibaldi che per cinque anni hanno ospitato esposizioni, inaugurazioni, presentazioni di nuovi artisti e attività per le scuole.
Ora GRAAL spicca il volo. Milano sarà il nuovo set dove Grazia Fedegari, direttore della Galleria, ambienterà le mostre di arte contemporanea con cui, già nei cinque anni passati, ha saputo leggere e interpretare i sentieri che l’arte contemporanea sta imboccando.
Il primo passo nella metropoli è “Milano scultura“, la fiera dedicata alla scultura, allestita negli spazi della Fabbrica del Vapore a Milano fino a domenica 15 novembre. L’occasione è decisamente golosa. Alla Fabbrica del vapore gallerie d’arte nazionali e straniere portano il loro “oggi”: gli artisti su cui puntano, quelli che sanno e vogliono dire qualcosa di originale.
GRAAL è presente con le opere di Silvia Manazza, Stefano Zacconi e Sandro Cabrini, artisti giovani e meno giovani, con percorsi ed esiti (provvisori) diversi. Tecniche tradizionali e sperimentazione si intrecciano in modo affascinante e creativo: metalli, pietre, legni e stoffe danno vita a pezzi di grande rigore formale, che testimoniano una storia personale ricca di passione per il fare artistico.
Si legge chiaramente, pur nella varietà di soluzioni, la complessità del contemporaneo, etimologicamente intesa: l’intreccio continuo di echi del passato con tecniche e materiali del presente. Il dibattito sull’uomo e sugli abissi del suo animo si disvela tra le pietre, i metalli e le stoffe come un’esigenza mai sopita nella cultura contemporanea.




Torna a incantare il Villaggio di Natale Flover

Al via la 19° edizione del Villaggio di Natale Flover, il più grande mercatino di Natale al coperto in Italia, con oltre 7mila metri quadrati dedicati alla festa più attesa dell’anno. Flover, un enorme e super rifornito garden center a Bussolengo, a pochi km di Verona, si è ispirato al borgo medievale tedesco di Rothenburg ob der Tauber, in Germania per ricreare una magica atmosfera, capace di far sognare grandi e piccini, per i prossimi due mesi.

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All’interno del garden center infatti si aprono numerosi ambienti e ricostruzioni dedicati alle festività natalizie dove trovano spazio artigiani della zona, pronti a creare le proprie opere davanti agli occhi dei clienti. Ma, a differenza delle molte iniziative simili che, sotto Natale, prendono vita nei centri cittadini, nel Villaggio di Natale Flover ci sono spettacoli dal vivo (Ben cinque artisti in scena raccontano, anche attraverso numerose canzoni, “Una fiaba tra i ghiacci”   e il Frozy Show con Amelio Mazzella che ogni domenica, fono al 5 dicembre, scolpisce   sculture di ghiaccio) e ricostruzioni di ambienti a grandezza d’uomo che interagiscono con i clienti, primi fra tutti, i bambini. Luci, colori, presepi, pinguini e orsi polari “in movimento”, musiche di Natale e una mascotte esclusiva del Villaggio di Natale Flover, il pupazzo di neve Brrr, delizie gastronomiche e  corsi di creatività per ogni genere e gusto per prepararsi a un vero e proprio Natale artigianale.

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Il tema scelto per la 19° edizione del Villaggio di Natale Flover è quello di “Una fiaba tra i ghiacci” dove un elegante giardino d’inverno apre la strada verso il mondo incantato. Come in un vero paese, ai bordi delle strade del Villaggio di Natale Flover, gli artigiani al lavoro: il pirografo che realizza quadretti bruciando il legno, la decoratrice dei fiori pressati, la pittrice che decora il vetro, che creano le loro opere davanti agli ospiti. E ancora musica, spettacoli e tante golosità natalizie. Non mancheranno le stanze a tema con tutti i colori e gli abbinamenti più nuovi: palazzo di ghiaccio con bianco latte, bianco opaco, azzurro perlato, decori trasparenti per una sensazione di elegante e raffinato, con materiali luccicanti; Saint Moritz , bianco lana, champagne perlato e opaco, bronzo lucido,marrone, oro e peach rose opaco, per una sensazione di caldo e chic, con materiali come vetro, metallo, pelliccia, legno e glitter; tradizione di Natale, rosso opaco e perlato, bianco lana e latte per un ambientazione familiare e contemporanea con vetro, ceramica, bacche, tessuti.

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DOVE, QUANDO e a QUANTO

Villaggio di Natale Flover, via Pastrengo 16, Bussolengo (Verona)
Apertura: fino al 10 gennaio dalle 9 alle 19.30 con orario continuato
Ingresso: 1 euro nei week end fino a13 dicembre e il 7 e l’8 dicembre

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Gli imperdibili eventi di Aperitivo in Concerto

“Aperitivo in Concerto” presenta due imperdibili concerti. Domenica 15 novembre 2015, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni di Milano (via Manzoni, 42) un formidabile (è un aggettivo del tutto pertinente), strepitoso ed esplosivo gruppo virtuoso messicano, Klezmerson.

Klezmerson combina con drammatica teatralità melodie e ritmi della tradizione ebraica d’origine yiddish (come il klezmer) con influenze latinoamericane, caraibiche, zingare e mediorientali, facendo uso anche di strumenti peculiari come il dobro, la chitarra jarana o la chitarra huapango, di un’orchestrazione che si rifà profondamente ai suoni dei cosiddetti mariachi e della musica popolare messicana, e di un linguaggio mutuato dal jazz e dall’afro-beat. Un connubio particolarissimo, trascinante e affascinante, che in scena acquisisce una dimensione inarrestabilmente e travolgentemente spettacolare, esibendo le nuove frontiere della cultura e della tradizione della Diaspora (gli ebrei giungono in Messico, per quanto nell’apparente veste di Marranos obbligati alla conversione al cattolicesimo, a partire dal 1519. Un’altra ondata migratoria incrementerà la popolazione di origine ebraica subito dopo la Prima Guerra Mondiale, con il crollo dell’Impero Ottomano. Fra gli ebrei messicani è d’uopo ricordare il compositore Daniel Catán e il leggendario violinista Henryk Szeryng). Amatissimi da John Zorn, i Klezmerson, fra le tante pagine musicali, ne interpreteranno le composizioni appositamente scritte per loro dallo stesso Zorn nella sua applauditissima serie Book of Angels. La loro esibizione, che si annuncia straordinaria, rientra nel più che decennale rapporto fra un artista come John Zorn e “Aperitivo in Concerto”, rassegna che al geniale autore americano ha dedicato non casuale attenzione, votata com’è alla trasversalità, all’alterità e al dialogo fra culture.

La creazione del gruppo (sei membri ufficiali, ma la formazione spesso si allarga) si deve al violista, pianista e compositore Benjamin Shwartz. Semplice ed assurdo al contempo il fine propostosi: offrire una retrospettiva musicale sulle proprie radici ebraiche che tenga conto, attivamente, dell’ambiente socioculturale in cui è quotidianamente immerso, quello delle immense ciudades messicane e delle frizzanti periferias che le circondano. Le potenzialità di Klezmerson sono incredibilmente vaste e, certo, il fatto non stupisce, se si osserva la sola strumentazione in dote ai musicisti: tromba, trombone, flauto, violoncello, oud, sassofono, clarinetto, viola, piano, organo, chitarre di varie dimensioni, pezzi tipici (come la leona, un cordofono simile alla chitarra, o la jarana huasteca, la classica cinque corde messicana di piccole dimensioni), percussioni di ogni forma e dimensione.

 

Domenica 22 novembre 2015, alle ore 11.00, è invece il turno di grandissimo e attesissimo ritorno. Dalla teoria armolodica di Ornette Coleman all’energico ma poetico sound del soul di Philadelphia degli anni Settanta, il Philly sound degli O’Jays, degli MFSB, di Gamble & Huff: attorniato da una eccellente sezione d’archi (proveniente dallo straordinario ensemble milanese Sentieri Selvaggi) e da virtuosi come il batterista Grant Calvin Weston, il fenomenale bassista Jamaladeen Tacuma e la straordinaria e sempre più apprezzata chitarrista Mary Halvorson, l’ormai leggendario chitarrista Marc Ribot torna a Milano e compie una rilettura ardita e trascinante di alcuni superbi decenni di storia musicale americana che hanno saputo entusiasmare generazioni di ascoltatori in tutto il mondo. L’artista riesplora questo repertorio così ricco e sofisticato, dove trova non poche radici della cultura musicale popolare di oggi. Perché non si tratta di un tuffo nel passato, ma di un indispensabile approfondimento del presente.  Un concerto semplicemente imperdibile.

 

Info Stagione 2015-2016 :

Prevendita biglietti

Biglietto intero € 12 + € 1 prev.

Ridotto giovani € 8 + € 1 prev.

alla cassa del Teatro

posti fissi e numerati

Numero Verde 800-914350

Online

www.aperitivoinconcerto.com

www.teatromanzoni.it

www.Ticketone.it + Call Center 892.101

www.aperitivoinconcerto.com




Cercasi broccoletti sulla Linea 33, storie di un tranviere pugliese a Milano

Trovarsi in una città nuova, lontani da casa e senza saper cucinare…a chi non è capitato? Roberto Fiermonte trasferitosi dalla provincia di Foggia a Milano, dopo essere ricorso a cibi e sughi pronti per un po’ di tempo, ha deciso di sfruttare al meglio il suo lavoro di tranviere per chiedere consigli, ascoltare le ricette dei passeggeri e provare poi a casa a riprodurle, avvicinandosi a pentole e fornelli.
Ecco come nasce “Cercasi broccoletti sulla Linea 33. Le storie (e le ricette) di un tranviere pugliese a Milano”. Un’alternativa scuola di cucina sulla rete tranviaria del capoluogo lombardo nella quale i passeggeri si confrontano su ingredienti, tipologie di pasta e metodi di cottura.
Da qui prendono vita le 33 ricette messe per iscritto e realizzate dall’autore, lo stesso numero della storica linea. I piatti poi diventano ancora più ricchi se si aggiungono i colori e i sapori della tavola pugliese, rispettando sempre il giusto equilibrio tra pesce, pasta e verdure, unendo ai classici manicaretti della cucina lombarda qualche idea sfiziosa che arriva dal tacco dell’Italia.
Il libro è diviso in 5 sezioni, nelle quali si riportano alcune delle fermate più conosciute delle linea 33. Uno stop in Piazza Leonardo da Vinci – Politecnico per avvertire “Profumo di Risotti”. Si prosegue per Porta Venezia – Viale Tunisia con un’irrefrenabile “Voglia di Spaghetti”; nuovamente sul tram per arrivare alla fermata Repubblica e scoprire che “È l’ora delle Trenette”. Ancora qualche minuto di viaggio per fare tappa in Stazione Centrale e “Butta le Penne, le Pendette e le Pipette!” Giunti al capolinea in Viale Lunigiana e… “Quale pasta preparo?”
Il libro vanta anche il contributo di Giuseppe Rai, Executuve chef del ristorante dell’UNA Hotel Tocq di Milano, un altro pugliese arrivato nella città meneghina.
“Cercasi broccoletti sulla Linea 33. Le storie (e le ricette) di un tranviere pugliese a Milano” è edito da Trenta Editore ed è in vendita nelle librerie italiane e sui siti di vendita online  a 10 euro.




Speed dating sullo skilift

Sette minuti. Tanto basta per incontrare la propria anima gemella. Uno speed dating un po’ speciale quello proposto nella piccolo comprensorio di Rothenthurm, a pochi km da Einsiedeln  in Svizzera.
Per i single che adorano lo sci e già ad agosto sognano di rimettere gli sci ai piedi, si tratta di una proposta irrinunciabile. Meglio quindi attrezzarsi per tempo per non lasciarsela sfuggire. L’evento dedicato ai single è previsto ogni secondo sabato del mese e, almeno per ora, dedicato alla fascia più giovane, ovvero ai single di età compresa tra i 25 ai 42 anni. I partecipanti sono invitati a salire insieme sullo skilift ad ancora di Neusell. E se tutto dovesse andare secondo i piani a poca distanza sorge lo Jadg Schloss. Questa dimora, affacciata sul Lago di Lucerna, propone pacchetti romantici con pernottamento, aperitivo, cena “alla francese” a lume di candela e una sorpresa di benvenuto.
Il comprensorio vanta 10 km di piste per ogni livello di difficoltà, dalle azzurre alle nere. E lo skipass giornaliero costa 27 franchi, all’incirca 25 euro.
Un prezzo d’occasione per incontrare l’anima gemella!
Insomma piccolo comprensorio dal paesaggio romantico che riporta in auge il fascino vintage delle ancore con un’idea decisamente originale.




Pavia, una mostra da non lasciarsi sfuggire

Ancora pochi giorni per godersi una mostra multimediale davvero particolare. Fino al 15 novembre infatti, al Castello Visconteo di Pavia, prende vita la Battaglia di Pavia, un momento storico sconosciuto ai più e che tuttavia ha cambiato il futuro dell’Europa.

1525-2015 “Pavia, la Battaglia, il Futuro “. A 490 anni dalla Battaglia di Pavia, la città ricorda il cruciale scontro tra le armate francesi e quelle spagnole. La mostra espone uno dei celebri arazzi fiamminghi dedicati alla Battaglia proveniente dal Museo di Capodimonte, e ripropone virtualmente gli altri sei pezzi della serie, consentendo al visitatore, di osservare ogni singola scena, scoprire i protagonisti e le loro storie, rivivere l’atmosfera del combattimento.

Lo scontro feroce si consumò attorno a Pavia, durante la guerra d’Italia del 1521-1526, tra l’esercito ispano-imperiale guidato dal vicerè di Napoli Charles de Lannoy e i soldati capeggiati dal Re di Francia Francesco I. La battaglia decretò la fine di un’epoca politica, militare, culturale e sociale, con la sconfitta drammatica della cavalleria francese e la cattura del suo Re ancora attaccato a superati metodi di guerra e sentimenti di cavalleria. Gli aristocratici coperti di ferro e ostinatamente aggrappati agli ideali di un mondo al tramonto, furono massacrati senza pietà da cenciosi soldati, ma dotati di rivoluzionarie armi da fuoco. L’epoca della cavalleria si era conclusa.

Sul piano politico poi, la battaglia segnò il corso della storia europea, consegnando di fatto la Lombardia, e quindi l’Italia, alla Spagna, perché “le chiavi di Napoli erano a Milano” come ben sapeva ogni diplomatico avveduto. Negli anni immediatamente successivi, dopo che Francesco I fece ritorno in Francia dalla prigionia spagnola, ci furono altre battaglie, altri assedi, altri saccheggi. L’Italia attraversò uno dei periodi più cupi della sua millenaria storia, ma il quadro
strategico generale delineato dalla battaglia del 1525 non subì mutamenti.

Non solo. Alla giornata risolutiva dello scontro, il 24 febbraio del 1525, risale poi la creazione della tradizionale zuppa pavese un piatto che nella sua apparente povertà di ingredienti può ingannare il visitatore meno accorto. Un piatto che ancora oggi trionfa nei menù della città.
La leggenda narra che la famosa zuppa fu cucinata da una contadina della cascina Repentita dove il Re di Francia era stato portato subito dopo la cattura. Francesco I era affranto per la cattura, stanco per la
battaglia, ferito, ma solo leggermente, per il combattimento sostenuto, infreddolito. La spaurita contadina, a cui fu ordinato di portare subito qualcosa da mangiare a Sua Maestà, portò quindi al Re quello che aveva: del pane raffermo abbrustolito su cui ruppe un uovo, avendo cura di mantenerne intatto il tuorlo e del brodo che verso sopra a tutto. Nobilitata dalla Maestà Reale di Francesco I dal giorno della sua nascita oggi la “zuppa” è cucinata con una infinità di varianti. Il Sodalizio dei Cavalieri della Zuppa alla Pavese ha definito una “regola” che prevede un brodo di pollo, pane abbrustolito, uovo crudo e l’aggiunta di
foglioline di crescione.

La mostra è promossa dal Comune di Pavia, nell’ambito di Experienza pavese che si vale del patrocinio Expo 2015.

DOVE, COME E A QUANTO
La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18:
Biglietto intero 7 euro, ridotto 5 euro.




Domenica Pavia è vegan

di Federico Poni – Domenica 18 ottobre nel pieno centro di Pavia si svolgerà il festival completamente vegan”Vegan è e oltre“.

Piazza del Carmine ospiterà banchetti e carretti che esporranno prodotti del territorio.

Una bella opportunità per gli amanti della salute e del benessere! Per la prima volta Pavia sarà protagonista di un evento all’insegna dell’etica e nel rispetto di tutte le specie animali.

Degustazioni, conferenze sull’ambiente e sulla salute con ospiti esperti hanno come obbiettivo la sensibilizzazione di questa dieta, anzi, stile di vita.

Anche se non è subito immaginabile, ci saranno una grande varietà di prodotti, non solo culinari: non ci credete? Venite a scoprirlo.

Abbiamo intervistato una delle due organizzatrici, Rosella Stabile, che ci ha lasciato una breve intervista. Ecco il risultato.

E’ da gennaio dell’anno scorso che organizzo corsi di cucina vegan, presso il Centro Studi Fd, in Piazza del Carmine, al palazzo Orlandi.
Da dieci anni mi sono avvicinata allo studio della cucina vegan, una cucina dove non si utilizza alcun prodotto di origine animale, prima per motivi di alimentazione in famiglia, poi per passione.
Una sera, ridendo e scherzando, per un gioco di parole è nato il nome del corso, “Vegan èe oltre”: perché vegan è oltre, deve essere oltre la quotidianità, ed è anche oltre, poiché ci sono più aspetti di questa filosofia.
Verso febbraio di questo anno, grazie ai volantini che sponsorizzano i miei corsi, vengo contattata dalla signora Maria Teresa Noè, proponendomi di organizzare un festival vegan.
Si è lavorato tutta l’estate: una collaborazione tra il Centro Studi Fd e l’Agenzia Reclam.
Sono molto contenta di far conoscere lo stile di vita vegan, con una cucina gustosa, senza sacrificarsi mangiando poco: lo scopo è cucinare piatti ricchi, ancor di più rispetto a quelli tradizionali.
Bisogna provare a togliere gli ingredienti di tutti i giorni e sostituirli con prodotti più naturali, ad esempio farine non trattate banalmente.. poi il cambiamento vien da solo.
Bisogna andare a fondo con la conoscenza, non bisogna accontentarsi dei media. Bisogna star bene mangiando: questo festival è una sfida.
Bisogna sensibilizzare i cittadini ma la scelta è individuale, ognuno ha un percorso di vita. Una svolta ci dovrà essere prima o poi, la consapevolezza deve essere al primo posto.
Ognuno deve dare il proprio contributo, oggi e domani, chiunque partecipi (..e non solo!) a questa avventura
“.

La giornata comincerà alle 9 della mattina, con l’apertura dei vari stand.

Alle 10 ci sarà la prima conferenza, “Nutrizione benessere con i funghi medicinali” tenuta dalla dott.ssa Savino dell’Orto Botanico Università di Pavia: verterà sull’utilizzo dei funghi medicinali e sulle loro proprietà, come nutrizione e cura dall’interno.

Alle ore 11, si darà via alla conferenza “La via della salute” a cura del naturopata Matteo Mazzucco che affronterà il tema della necessità e dell’esigenza di prendersi cura del proprio corpo e della nostra anima, dell’evolversi per farci crescere spiritualmente.

Nel pomeriggio, alle ore 15, ci sarà l’incontro “Vegan e … Oltre” a cura del professor Vincenzo Caprioli, psicoterapeuta e saggista. Condurrà il pubblico in alcune riflessioni relative alla estesa e rapida diffusione dell’orientamento alimentare vegano che, inquadrato in un preciso momento storico, parte dalla consapevolezza del sistematico abuso delle risorse, forme di allevamento intensivo assurde, consumi mondiali in relazione ai diversi stili alimentari.

Alle ore 16, Rosella Stabile approfondirà il tema della cucina vegana e delle sue caratteristiche con la presentazione dei corsi di cucina “Vegan è e Oltre”. Seguirà buffet finale che darà la possibilità al pubblico di degustare ricette 100% vegetali, sane, saporite e sostenibili.

Inoltre, presso il ristorante “Locanda del Carmine”, si potrà gustare un pranzo o cena a base di ricette Cruelty Free.

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B.A. Film Festival per gli appassionati di cinema

di Giuliana Tonini – Nell’ambito della Festa del Cinema di Roma, il 19 ottobre, alle 17.45, nella Mazda Cinema Hall dell’Auditorium Parco della Musica, verrà presentato ai giornalisti e agli addetti ai lavori il B.A. Film Festival, la kermesse cinematografica di Busto Arsizio che un lungimirante gruppo di appassionati ha allestito per la prima volta nel 2003 e che da allora si è tenuta ogni anno, affermandosi e guadagnandosi di diritto un posto tra le rassegne cinematografiche italiane più prestigiose.

All’incontro, cui parteciperanno personaggi del mondo dello spettacolo intervenuti alle precedenti edizioni del B.A. Film Festival, saranno presenti il direttore artistico Steve Della Casa, saggista, critico cinematografico, organizzatore e collaboratore di numerosi festival del cinema, l’avvocato Alessandro Munari, presidente della B.A. Film Factory – l’associazione organizzatrice del festival assieme al Comune di Busto Arsizio – e dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, nonché il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli.

Nel corso della presentazione verranno date alcune anticipazioni sulla quattordicesima edizione, che si terrà dal 12 al 19 marzo 2016, che vedrà, tra l’altro, un omaggio all’indimenticato regista Dino Risi, nel centenario della sua nascita, e un accordo con l’Università di Lingue e Comunicazione – IULM di Milano.

Per tutti gli appassionati di cinema l’appuntamento annuale col B.A. Film Festival – cui quest’anno è stato anche dedicato uno spazio nell’ambito della prestigiosa rassegna culturale La Milanesiana, di Elisabetta Sgarbi – è da non perdere.

Nei giorni della manifestazione si deve solo scegliere in un fitto calendario di proiezioni, convegni, eventi, incontri ravvicinati e informali con attori, registi e produttori italiani e stranieri, documentari, mostre, sezioni sull’animazione e sulla videoarte.

La kermesse, che Alessandro Munari e Steve Della Casa guidano dal 2014, è nata con l’intento di valorizzare le produzioni di qualità e il cinema emergente, nonché di contribuire alla diffusione della cultura cinematografica, soprattutto presso i più giovani. A questo scopo, sin dalla prima edizione, sono state organizzate proiezioni ad hoc per le scuole e master class tenute da celebri personaggi del mondo del cinema, come il direttore della fotografia Vittorio Storaro e lo scenografo Osvaldo Desideri, entrambi premi Oscar.

Nel corso delle sue tredici passate edizioni il B.A. Film Festival ha vantato la presenza non solo di maestri, orgoglio del cinema italiano, del calibro niente meno di Michelangelo Antonioni, Mario Moncelli e Carlo Lizzani, nonché di intellettuali come Umberto Eco, ma ha dato piena prova anche del suo respiro internazionale con la partecipazione di premi Oscar stranieri come il regista Francis Ford Coppola, il compositore Louis Bacalov e il creatore di effetti speciali Anthony La Molinara e di interpreti come Faye Dunaway, F. Murray Abraham, Peter Fonda, Ursula Andress, John Savage, Michael Madsen e Paz Vega.

Ma l’elenco delle celebrità che hanno calcato il red carpet del B.A. Film Festival non finisce qui, perché la manifestazione ha avuto come ospiti, solo per citarne alcuni altri, anche Claudia Cardinale, Carlo Rambaldi, Pupi Avati, Giancarlo Giannini, Ornella Muti, Catherine Spaak, Fabrizio Gifuni, Vittorio Sgarbi, Ferzan Ozpetek, Sergio Castellitto, Matteo Garrone, Francesca Archibugi, Gianmarco Tognazzi, Francesco De Gregori, Michele Placido, Claudia Gerini.

È in stretta collaborazione con l’organizzazione del B.A. Film Festival un’altra perla del territorio bustocco e dell’Alto Milanese: l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni, l’accademia del cinema nata nel 2008 con l’obbiettivo di essere una fucina per forgiare i futuri attori e registi di successo.

Non perdete quindi la prossima edizione del B.A. Film Festival.

Siti web:

www.baff.it

www.istitutoantonioni.it