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A Londra per i 200 anni della National Gallery

Un week end a Londra è sempre un’ottima idea. Ma quest’anno c’è una ragione in più per addentrarsi nella City: la celebrazione, il prossimo 10 maggio, dei duecento anni della National Gallery (NG200). Per l’occasione la pinacoteca ha organizzato un ricco calendario di appuntamenti che coinvolgeranno Londra e non solo. Tutti sono invitati a partecipare.

Il 10 maggio infatti in 12 musei e gallerie della Gran Bretagna sono attesi altrettanti capolavori della collezione della National Gallery.  Nella centralissima Trafalgar Square a Londra, sede della galleria, è invece in programma un festival estivo che si ripromettere di accendere la creatività dei visitator, mentre le sale della pinacoteca saranno coinvolte in un nuovo allestimento con pannelli tematici, sorprendenti conversazioni con gli artisti  e accostamenti inconsueti.

Le celebrazioni della pinacoteca di Londra prevedono inoltre esposizioni, mostre (tra cui una dedicata a Vincent Van Gogh artista di cui la National Gallery celebra quest’anno i cent’anni dalla acquisizione di due capolavori, La sedia di Vincent” e “Girasoli”; e una sull’arte senese del XIV secolo), incontri e workshop in grado di coinvolgere il pubblico più vasto, oltre che all’ambizioso progetto architettonico che passa dalla valorizzazione dell’atrio dell’ala Sainsbury per migliorare l’accoglienza ai visitatori, al nuovo centro di ricerca fino alla riqualificazione dello spazio esterno.

La National Gallery, è stata fondata nel 1824 in seguito alla decisione del Parlamento inglese di acquisire 38 dipinti dal banchier John Julius Angerstein. Oggi il museo di Londra può contare su un patrimonio di oltre 2300 dipinti e le sue collezioni sono visitabili gratuitamente tutti i giorni dalle 10 alle 18.00 (fino alle 21.00 il venerdì sera).




Primavera a Bressanone con il Water Light Festival

Dal 24 aprile al 12 maggio, Bressanone si accende con il Water Light Festival, un’occasione da non perdere per visitare il borgo altoatesino attraversato dall’Isarco e dal Rienza e circondato dalle Dolomiti. A Bressanone la storia dell’antica città vescovile si fonde con una natura rigogliosa a portata di mano. A soli sette  chilometri  da Bressanone, la Plose offre una estesa area escursionistica affacciata sulle Dolomiti.

 Il Water Light Festival di Bressanone celebra la magia dell’acqua attraverso uno spettacolo di luci e suoni che trasforma la città in un’opera d’arte illuminata. Le sponde del fiume Isarco, le fontane e i luoghi d’acqua si animano di sera a Bressanone e di giorno all’Abbazia di Novacella con installazioni luminose e proiezioni che narrano storie legate all’acqua. L’acqua e la luce diventano mezzo di espressione artistica che parla tutte le lingue e costruisce ponti tra le culture. Nelle loro installazioni, gli artisti esplorano il tema della sostenibilità e ne danno interpretazioni sorprendenti, inaspettate e stimolanti.

Girando nel centro storico di Bressanone, si scoprono le 15 affascinanti opere di light art di cui solo tre a pagamento. Tra gli artisti presenti a Bressanone per il Festival ci sono: Philipp Artus, Tom Groll, RaumZeitPiraten dalla Germania, Piero Gilardi dall’Italia, Ocubo dal Portogallo, Onionlab, Studio Toer, Xavi Bové dalla Spagna, Tokyo Blue dalla Danimarca,  Julia Dantonnet dalla Francia e Matej Bizovičar e Tilen Sepič dalla Slovenia. Esther Stocker, Georg Ladurner, Moritz Brunner e Fabian Feichter, fanno parte degli artisti locali altoatesini del Festival.

Le 19 opere installate presso l’Abbazia di Novacella fino al 29 giugno sono invece firmate da:: Laurence Bonvin (Svizzera), Martina Dal Brollo (Italia), Sara Förster (Germania), Dorra Hichri (Tunisia), Annika Hippler (Germania), Julian Hölscher (Germania), Anish Kapoor (India-Gran Bretagna), Brigitte Kowanz (Austria), Heinz Mack (Germania), Atelier Mejia Wälz (Germania), François Morellet (Francia), Jakub Nepraš (Repubblica Ceca), Charly Nijensohn (Argentina), Juan Francisco Rodriguez (Colombia), Jazmin Rojas Forero (Colombia), Nicolás Rupcich (Cile), Keith Sonnier (USA), Rosmarie Weinlich (Germania).

Non solo acqua. Contemporaneamente al Water Light Festival infatti, il 27 e il 28 aprile, va in scena la Primavera di Novacella, un appuntamento per scoprire i sorprendenti vini del territorio, la regione vinicola più settentrionale d’Italia. Per il 2024, la guida enologica Gambero Rosso ha assegnato la massima onorificenza di “3 bicchieri” alla Cantina dell’Abbazia di Novacella (Grüner Veltliner Praepositus 2021), alla Cantina Valle Isarco (Kerner Aristos 2022) e al Köfererhof (Sylvaner R 2021)

 




Celebriamo la giornata internazionale del profumo!

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, dal 2028 è dedicato alla celebrazione del profumo, alle persone che ogni giorno compiono il gesto di profumarsi – affidando quasi inconsapevolmente al profumo la prima espressione di sé – e alle professionalità e alle aziende che rendono ogni fragranza un’esperienza unica ed emozionante.

Ogni profumo è un soffio di vitalità, una sferzata di energia che, come la primavera, risveglia i sensi e infonde benessere.
La Giornata del Profumo è un invito a profumarsi, a immergersi nel mondo delle fragranze e a lasciarsi conquistare dall’infinito universo di accordi olfattivi.
C’è cultura e sapere dietro ogni profumo, ma la vera magia sono le emozioni, i sogni e i ricordi che ogni fragranza sa suscitare.

In Italia, è Accademia del Profumo ad animare le giornate dal 21 al 24 marzo, con una vasta scelta di attività digitali ed in presenza, conferenze, masterclass, esperienze immersive, curiosità e persino un podcast dedicato. Quest’anno la lista delle città partecipanti si allarga, includendo oltre a Milano anche Bologna, Catania, Chieti, Melegnano, Modena, Parma, Perugia, Roma, Santa Maria Maggiore, Siena e Torino.

L’elenco completo delle attività e le modalità per prenotare si trovano a questo link: https://www.accademiadelprofumo.it/giornata-del-profumo-2024/




Pasquetta nei Grandi Giardini Italiani

Torna a Pasquetta, lunedì 1° aprile, la Caccia al Tesoro Botanico Grandi Giardini Italiani giunta oramai alla 27° edizione.

Sono numerosi I Grandi Giardini Italiani coinvolti dall’iniziativa che può rappresentare un’idea per organizzare una gita fuoriporta o, meglio ancora, un week end alla scoperta del tesoro storico e botanico rappresentato dai Grandi Giardini Italiani. All’ingresso dei giardini, saranno distribuite mappe con cui poter svolgere il gioco e, al contempo, scoprire le principali caratteristiche della vita delle piante e le curiosità storiche e artistiche dei giardini.

I giardini coinvolti dall’iniziativa possono essere consultati nello specifico nell’omonimo sito dei Grandi Giardini Italiani con i dettagli e gli orari dell’evento In ogni caso, tra i giardini coinvolti, ci sono:
PIEMONTE
Oasi Zegna (Trivero, BI)
Parco Pallavicino (Stresa, VB)
Villa Ottolenghi Wedekind (Acqui Terme, AL)

LIGURIA
Villa Durazzo (Santa Margherita Ligure, GE)

LOMBARDIA
Villa del Grumello (Como)
Villa Pizzo (Cernobbio, CO)
Villa Carlotta (Tremezzina, CO)
Villa Melzi d’Eril (Bellagio, CO)
Parco della Fondazione Minoprio (Vertemate con Minoprio, CO)
Villa Monastero (Varenna, LC)
Villa Cipressi (Varenna, LC)
Giardino di Palazzo Arese Borromeo (Cesano Maderno, MB)
Giardino Botanico A. Heller (Gardone Riviera, BS)
Il Vittoriale degli Italiani (Gardone Riviera, BS)
Rocca di Lonato del Garda (Lonato del Garda, BS)
Rocca di Angera (Angera, VA)
Villa della Porta Bozzolo (Casalzuigno, VA)
Villa Arconati-FAR (Bollate, MI)

BAM-Biblioteca degli Alberi Milano (Milano)

VENETO
Giardino Giusti (Verona)
Giardino di Pojega-Villa Rizzardi (Negrar, VR)
Castello di San Pelagio (Due Carrare, PD)
Villa Fracanzan Piovene (Orgiano, VI)
Villa Zileri Motterle (Monteviale, VI)
Villa di Modolo (Belluno)

TRENTINO ALTO ADIGE
Giardini di Castel Trauttmansdorff (Merano, BZ)
Giardino Bortolotti, detto dei Ciucioi (Lavis, TN)

FRIULI – VENEZIA GIULIA
Castello delle Rose di Cordovado (Cordovado, PN)

EMILIA ROMAGNA
Labirinto della Masone (Fontanellato, PR)
Giardino storico della Reggia di Colorno (PR)

TOSCANA
Giardino Bardini (Firenze)
Parco di Pinocchio (Collodi, PT)
Storico Giardino Garzoni (Collodi, PT)
Villa Reale di Marlia (Marlia, LU)
Fattoria di Maiano (Fiesole, FI)

LAZIO
Centro Botanico Moutan (Vitorchiano, VT)

CAMPANIA
Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, Napoli

SICILIA
Orto Botanico di Catania (Catania)
Villa Schuler (Taormina, ME)




Primavera in Franciacorta

Il week end del 16 e 17 marzo va in scena il Festival di Primavera in Franciacorta, un’occasione ideale per scoprire questo territorio a una manciata i chilometri da Brescia esplorandone la ricchezza enogastronomica.

L’evento celebra il matrimonio tradizione, gastronomia, sostenibilità e cultura della Franciacorta.  Tra gli eventi principali del Festival di Primavera i ci saranno le cene a quattro mani, tre degustazioni guidate presso il Consorzio Franciacorta e visite alle cantine associate. Non solo. Grazie alla collaborazione con l’Accademia Treccani, sono state organizzate visite guidate a luoghi iconici della Franciacorta (Monastero di San Pietro in Lamosa, Convento dell’Annunciata e Casa Museo Zani) per approfondire i temi del gusto, del rito e della sostenibilità.

In particolare, l’agenda del Festival di Primavera in Franciacorta prevede:

Tre visite guidate (gratuite con prenotazione da Eventbite)  di tre luoghi rappresentativi della Franciacorta:

1) Monastero di San Pietro in Lamosa – Sabato 16/03, ore 10.30   Via Monastero, 5 – Provaglio D’Iseo (BS)
Evento: Sostenibilità e resilienza: per una nuova cultura enogastronomica.
Relatore: Francesca Cappellaro

2) Convento dell’Annunciata – Sabato 16/03, ore 17.30   Via Monte Orfano – Rovato (BS)
Evento: Cibo, vino e territorio: rituali e tradizioni.
Relatore: Christian Raimo

3) Casa Museo Zani – Domenica 17/03, ore 10.00   Via Fantasina, 8 – Cellatica (BS)
Evento: Gusto e arte.
Relatore: Nicola Perullo

Tre degustazioni presso il Consorzio Franciacorta ad Erbusco con il gioco degli aromi di Good Senses che sfiderà i partecipanti a riconoscere le note olfattive tipiche del Franciacorta, con un’esperienza sensoriale indimenticabile e la degustazione di due tipologie. Sabato 16 marzo  soo previsti due appuntamenti (alle 10.30 e alle 17.30), domenica 17 marzo è previsto solo l’evento delle 10.30. La partecipazione costa 15 euro (12 per gli under 30).

 




Milano – Ireland Week 2024

Dal 10 al 17 marzo ritorna a Milano la Ireland Week, un’esperienza unica che celebra la cultura, l’arte e la tradizione irlandese nel cuore della metropoli lombarda. In occasione della settimana di San Patrizio, la città si trasforma in un crocevia di eccellenze irlandesi offrendo un viaggio coinvolgente attraverso l’affascinante storia e la ricca eredità del popolo irlandese.

Sarà una settimana ricca di eventi, che spaziano dalle esibizioni di musica tradizionali alle performance di danza tipica irlandese. Sarà possibile scoprire l’autentica gastronomia irlandese grazie a A Taste of Ireland, e lasciarsi trasportare dai sapori unici di questa straordinaria cultura culinaria.
Gli appassionati di cinema avranno l’opportunità di godere di proiezioni di film irlandesi acclamati grazie alla proiezione di 5 film durante l’Ireland Week Film Festival.

Una mostra fotografica che porterà il titolo “Irlanda on the road” sarà allestita en plein air in via Dante e tra le novità più belle dell’edizione 2024 si mette in evidenza la giornata a porte aperte “Experience Ireland”, in calendario proprio il 10 marzo, giorno in cui la Ireland Week prende il via: una giornata esperienziale ad accesso gratuito presso Open, spazio multimediale di Porta Romana, che dalla mattina alle 11:30 alle 19:00, farà da teatro a degustazioni, laboratori, travel talks, danza, musica, arte con un  focus sull’Irlanda del Nord.
Sarà presente il noto artista nordirlandese Adrian Margey, con una “live performance” che darà vita ad un’opera su Belfast e alla sua personale interpretazione del festival culturale Belfast 2024.
Tra gli ospiti in arrivo direttamente dall’isola di smeraldo ci saranno i rappresentanti dell’industria turistica irlandese: Aran Island Ferries, Bakehouse, EPIC The Irish Emigration Museum, Kylemore Abbey Powerscourt Distillery, The Chocolate Manor e The Spirit Circle e dall’Italia Gen d’Ys (accademia di danze irlandesi). 

La parola d’ordine sarà “interazione” interpretata nel corso dei laboratori dedicati, tra le altre cose, all’arte del pane in stile irlandese, ai passi di danza tradizionali, alle degustazioni sensoriali di distillati e di cioccolato. E chi sarà particolarmente curioso potrà addirittura ripassare l’inglese attraverso la musica, imparare un po’ di gaelico irlandese con insegnanti d’eccezione delle isole Aran, e scoprire come intrecciare la Croce di Santa Brigida, santa patrona importantissima per la storia d’Irlanda e figura femminile straordinaria, di cui nel 2024 ricorrono 1500 anni dalla morte.
Non mancheranno anche i Travel Talks: presentazioni per idee di viaggio, in collaborazione con Lonely Planet, giornalisti, influencers ed esperti di Irlanda.
Anche i bambini avranno un posto speciale, con laboratori creati proprio per loro con un kids corner dedicato.
Tutte le attività sono gratuite previa prenotazione su www.irelandweek.it/experienceireland

L’ampia offerta comprende inoltre attività di plogging; una mostra fotografica en plein air in via Dante; musica e danze tradizionali con i celebri buskers; concerti in diversi locali della città; tornei di rugby, calcio gaelico e golf; e offerte speciali per chi prenota soggiorni e viaggi nell’isola di smeraldo proprio durante questa settimana.

“Il 2024 è l’anno in cui l’Ireland Week esce dai confini milanesi non solo in Italia: oltre a quella di Roma, ci saranno, infatti, edizioni anche a Madrid, Parigi, Vienna e Zurigo. Siamo felici di come la nostra città accoglie la manifestazione, come conferma il patrocinio del Comune di Milano, che ci ha supportati sin dall’inizio, consentendoci di far conoscere ai milanesi la cultura e le tradizioni dell’Isola di Irlanda” commenta Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese in Italia.

Programma e calendario completo degli eventi su  www.irelandweek.it




Riapre il San Carlo di Arona

Il primo marzo riapre al pubblico la statua di San Carlo ad Arona, il Sancarlone, che ha ispirato la realizzazione della Statua della Liberta e che .dall’alto dei suoi 35 metri, è stata per quasi due secoli la statua più alta al mondo, fino alla messa in posa a Ellis Island della Statua della Libertà. Un’occasione da non perdere per godersi una giornata di primavera sul Lago Maggiore. La statua di San Carlo è cava all’interno e, attraverso una porta nascosta tra le pieghe della tonaca del Santo, si può accedere alle scale (per un totale di 85 gradini) che portano in cima per ammirare il Lago Maggiore e la Rocca di Angera attraverso gli occhi di San Carlo.

La statua di San Carlo, voluta dal Cardinale Federico Borromeo, realizzata da Siro Zanella e Bernardo Falconi su progetto di Giovan Battista Crespi e , è di proprietà dell’Ambrosiana. La realizzazione del colosso del Lago Maggiore è iniziata nel 1624 e si è conclusa nel 1698. la statua di San Carlo  ha ispirato Pierre Auguste Bartholdi per la costruzione della Statua della Libertà (lo ricorda anche una targa posa ai piedi della stessa statua di New York) che, con i suoi 93 metri complessivi (dalla fondazione del piedistallo alla punta della torcia) le ha, alla fine, sottratto il primato.

La Statua di San Carlo fu edificata ad Arona, città natale del Borromeo, dopo la sua canonizzazione. San Carlo è rappresentato in piedi, in abito talare, con rocchetto e mozzetta nell’atto di benedire la città con la mano destra.

Ad Arona sono molti altri i luoghi legati alla fi gura del Santola Rocca dove nacque, con i resti della perduta fortezza; la Collegiata di Santa Maria Nascente dove fu battezzato e la Chiesa dei Santi Martiri dove celebrò la sua ultima Messa.

Orari e giorni di apertura della statua di San Carlo variano a seconda del mese e possono essere consultati ull’omonimo sito.

 

 




L’opera donata da Emilio Isgrò “Cinque Maggio. Minuta cancellata”

 di Cristina T. Chiochia Ci sono occasioni per perdersi negli archivi e trovare un concetto di prossimità artistica del tutto nuovo anche in capolavori come la poesia del Cinque Maggio. Una sorta di generatività al contrario e di connessione con una comunità ritrovata quella del dono di Emilio Isgrò della minuta cancellata del Cinque Maggio. Prossima come Milano e Manzoni.
E di linguaggio, con una nuova pubblicazione, presentata presso la Biblioteca Braidense di Milano, che riporta poi la magia di un incontro, quello di Isgrò ed i suoi lavori, con quel Cinque Maggio, poesia unica e stra conosciuta in Italia che si fa anche inno. Anche grazie al catalogo ragionato per Skira Editore, Isgrò presenta il suo lavoro in modo inedito ed attraverso una donazione che ha il sapore del fare una sorta di transizione sulla parola che non va mai rinviata. Ma asciugata. Cancellata. Come se il cambiamento della forma scritta e della cancellatura diventasse in questo modo quodiano e costante per tutti gli autori e gli scrittori, quando diventa qualcosa di importante. Qualcosa che non può non deve essere demandata. Cancellatura necessaria e reale. Una virtualizzazione del processo creativo che virtualizza la conoscenza della poesia stessa e la rende importante, sincera, più di quanto potesse esserlo, leggerla nella versione definitiva. O pubblicata.
Scrittura a mano. Inchiostro secco. Cosa sarebbe senza la presenza di quelle cancellature? Attraverso la donazione di questa minuta insomma, Isgro entra nel processo creativo di Manzoni con competenza e lascia delle risposte ad una fase storica che, purtroppo, è molto attuale. quella degli eroi e della guerra.  La poesia per Napoleone, eroe invitto diventa memoria di presente,  che come recita il comunicato stampa” ancora una volta unisce la grande arte con la grande letteratura, la memoria con il presente, è la protagonista della donazione di Emilio Isgrò alla Biblioteca Nazionale Braidense: “Cinque Maggio. Minuta cancellata”.  L’artista ha infatti apportato le sue cancellature sul manoscritto autografo della celebre poesia manzoniana dedicata a Napoleone, manoscritto conservato in biblioteca, uno dei più celebri della Braidense, istituto che accoglie il più importante fondo manzoniano nazionale, volendo così rendere un nuovo omaggio alla lingua poetica del grande scrittore”. Una presentazione interessante. Che coglie tutta la drammaticità del presente, con gli occhi artistici di un artista che guarda il suo lavoro in prospettiva e dall’alto, mentre Manzoni raccontava “il suo” futuro attraverso il condottiero più famoso, Napoleone.



La PHOTOGRAPHING ART di Franz Egon von Fürstenberg

di Cristina T. Chiochia Ci sono momenti privilegiati nella vita di ognuno. Saperli cogliere e poi renderli fruibili anche ad altre persone, invece è compito di pochi. Durante la settimana dell’arte a Milano (Milano Art Week) si è svolto presso  lo spazio di ASsab One un incontro dal titolo  “Photographing Art di Franz Egon von Fürstenberg” dove il presidente di ASsabo One, Elena Quarestani, in conversazione con Adelina von Fürstenberg, curatrice internazionale e produttrice indipendente, Pasquale Leccese, Gallerista, Angela Vettese, storica dell’arte Gianluca Winkler, vice-presidente di Art for the World Europa, hanno proposto una sorta di tavola rotonda.
Dalla sua nascita questo spazio si è distinto per  offrire agli artisti un luogo “non convenzionale di ricerca e di espressione e, al pubblico, la possibilità di avvicinarsi ai processi dell’arte in un contesto favorevole al dialogo. Attraverso un’attività che spazia dalla produzione di mostre, di eventi culturali e di progetti artistici e nella convinzione che la cura e la bellezza siano valori fondamentali per gli individui e per la società”, come si legge nella loro presentazione.  Anche in questa iniziativa è stato integrato un progetto di cultura con un valido strumento di indagine del presente che, grazie alla presenza di Egon von Fürstenberg e di altri artisti quali Riccardo Arena, Stefano Boccalini, Marta dell’Angelo, Mikalyel Ohnajanian, Remo Salvadori ha offerto un  momento di condivisione per tutti i presenti sulle fotografie e sul senso della memoria e del tempo, in un arco temporale di circa 45 anni.
Photographing Art presenta una selezione di fotografie scattate dal fotografo messicano-tedesco Franz Egon von Fürstenberg tra il 1974 e il 2018.  Una memoria imperdibile del mondo dell’arte contemporanea, delle emozioni, dei rapporti, dei momenti di gioia e di fatica, degli incontri, delle relazioni, del senso di appartenenza a una comunità e al contempo della solitudine creativa dell’artista. Sono momenti spesso sfuggiti alle cronache, ai media, ai cataloghi e alla storia dell’arte, ma catturati da un osservatore che ha seguito da vicino l’evoluzione della ricerca contemporanea grazie al rapporto con sua moglie, la curatrice Adelina Cüberyan von Fürstenberg, che ha dato vita ad alcuni dei momenti più belli dell’arte internazionale – recita il comunicato stampa – Egon ha testimoniato con la sua macchina fotografica quel che accade in quel mondo dell’arte, non l’ufficialità, non la facciata delle cose, ma lo spirito che ha fatto fiorire l’arte e gli artisti. Tenendo d’occhio ogni idea, dettaglio o movimento, ogni attimo atteso o imprevisto, la macchina fotografica di Franz Egon von Fürstenberg riprende l’istante, la fluidità del momento in cui la persona reale è libera e naturale, non inquadrata o in posa come un personaggio famoso.

Ma l’incontro è andato oltre. Grazie al desiderio di rappresentare il concetto di “personalità” il volume edito da Skira Editore  ha permesso anche di avvicinarsi in una sorta di zoom al concetto di “interessante”. Cosa è insomma interessante? Sia che si tratti di Andy Warhol, Joseph Beuys,  Marina Abramovic o Jannis Kounellis, fino ad arrivare Mario e Marisa Merz o Chen Zhen, il volume di Skira coglie quello che significa essere. Lavorare ed assistere in un contesto favorevole all’arte contemporanea ed al design.  Memorie e frammenti che si uniscono in un unico volume e che contribuiscono visivamente tramite l’arte fotografica a comprendere modi ed origini, sensi e connessioni in contesti di sviluppi tra generazioni tra di loro molto distanti. Mondi che si incontrano come universi. E che si accolgono, come l’evento milanese ha significato.




Sorolla: quando l’arte di un grande artista della pittura si tinge di sole spagnolo

di Cristina T. Chiochia Il “pittoresco” spagnolo non è facile di definire. Forse per questo, essendo cambiato il mondo spagnolo, oramai “pronto” per Picasso ed il cubismo, fu presto dimenticato. Dovettero passare molti anni fino alla sua riscoperta, con il nuovo millennio. Forse perché Sorolla ed il “suo mondo” era un modo di sentire la vita,  un sentimento che nelle due guerre venne spazzato via, troppo in fretta. Fatto prima di buio (il suo realismo, come la fotografia della società) e poi di luce accecante (il suo luminismo). Quasi di una ossessione per la vita contemporanea per lui, compresa solo da chi , come lui, gli era contemporaneo, ma che risulta ora nel suo essere tipicamente spagnola di quegli anni: dalla siesta silenziosa post prandiale e dalla luce, accecante, del cielo andaluso. La mostra che si sta svolgendo a Palazzo  Reale a Milano è un modo per vedere (o rivedere) con le emozioni che evoca, il “tanto paesaggio spagnolo” che fa amare ora questo paese e non solo come meta turistica, ma anche come filosofia di vita: luce e vita.
JOAQUIN SOROLLA PITTORE DI LUCE L’opera di Joaquín Sorolla (nato nel 1863 e morto nel 1923), diventa in questa mostra a Milano dal titolo “Joaquin Sorolla: pittore di luce” e visitabile sino al 26/6/2022, un straordinario esempio della pittura spagnola moderna esportata nel mondo prima della rivoluzione di Picasso come idea di luce nel colore “bianco assoluto”. Come recita il comunicato stampa: “per la prima volta in Italia, a Palazzo Reale dal 25 febbraio al 26 giugno, un’esposizione monografica ripercorre la ricca e fortunata produzione artistica del grande pittore spagnolo Joaquín Sorolla y Bastida (Valencia 1863-Cercedilla 1923). 
UN ARTISTA TRA I MASSIMI RAPPRESENTATI DELLA PIUTTURA IBERICA A CAVALLO TRA OTTOCENTO E NOVECENTO Poco noto al pubblico italiano, Sorolla è stato uno dei massimi rappresentanti della moderna pittura iberica a cavallo tra Ottocento e Novecento, contribuendo in modo determinante al suo rinnovamento e aprendola al clima della Belle Époque. Tra gli artisti più amati e apprezzati del suo tempo sia per la grande qualità tecnica che per il carattere umile e benevolo, Joaquín Sorolla ottiene una fama che travalica ben presto i confini nazionali, partecipando e ottenendo prestigiosissimi premi alle grandi manifestazioni internazionali. Sarà però l’ambito Grand Prix, ottenuto alla nota Esposizione Universale di Parigi nel 1900, a lanciare la sua pittura di luce e colore definitivamente sulla scena internazionale. A Londra nel 1908 viene acclamato come “il più grande pittore vivente al mondo”.
INNOVATORE DELLA PIUTTURA ESPRESSIONISTA  PROTAGONISTA NEL RALISMO SOCIALE SPAGNOLO  Pittoresco spagnolo quindi, innovatore della pittura espressionista spagnola, ha dipinto più di 2000 opere. Legato profondamente all’ Italia, dove visse e si formò con borse di studio (ad Assisi e partecipando a varie Biennali a Venezia oltre che alla Esposizione di Roma del 1911), si distinse sempre per l’uso della luce en plein air, delle spiagge spagnole. Capolavori colmi di elementi atmosferici, colti con mano veloce ma mai fugace in opportunità quasi fotografiche di chi osserva in pennellate veloci e pastose di cui la pittura di Sorolla dà spesso conto. Capolavori  indiscussi per comprendere la liricità del suo lavoro, nella prima e terza sala della mostra, le celebri tele di “realismo sociale” spagnolo con cui alla fine del diciannovesimo secolo veniva spesso definita per quell’idea di una “povertà feudale” di cui spesso erano “vittime” i giovani: prostituzione, sifilide, tubercolosi. È  a questo popolo di innocenza che dedica spesso le sue tele come nel caso di “Tratas de Blancas” del 1895 sulla prostituzione spagnola delle adolescenti  o la “Triste Herencia” del 1899.
LA FMAIGLIA AL CENTRO DELL’OPERA DI SOROLLA Un realismo sociale che lascia spazio alla luce e la freschezza del mare, in tutte le sue forme, visione di un  Joaquín Sorolla pittore che vuole raccontare la luce anche attraverso una gioventù spensierata, colta nei giochi in riva al mare. Un pittore che racconta, come recita il comunicato stampa “attraverso circa 60 opere la straordinaria evoluzione artistica di questo pittore ambizioso e determinato, che ha fatto dell’arte la sua ragione di vita. Accanto al profondo amore per la pittura, tuttavia, Sorolla ha sempre accompagnato un ancor più intenso legame con la sua famiglia, il suo soggetto prediletto. In molte delle sue splendide tele, Sorolla racconta l’amore per la sua Clotilde, moglie, musa e vera compagna di vita, e per i tre figli, María, Joaquín ed Elena. Un legame che nutre la sua ispirazione e guida la ricerca verso la “verità” dell’immagine da riportare sulla tela, la quale può essere generata solo da una reale partecipazione e un’intensa emozione” . Pittore dedito al “luminismo” facendolo diventare un modo di esprimere la sua appartenenza alla terra spagnola.
UNA MOSTRA PREZIOSA PER CHI AMA LA  SPAGNA E NON SOLO Un pittore proposto in mostra come perenne scoperta: dagli esordi negli anni Ottanta dell’Ottocento a Valencia, che si commuove con il colore della musica del cielo e del mare,  fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1923. Sorolla ha sempre davanti gli occhi il mare. L’azzurro. Fino alla luce del cielo, come una esplosione di fuoco vivo, come scriveva lui in una lettera, indirizzata alla moglie. Grazie anche al bel catalogo, edito da Skyra, la mostra prone un po’ tutte le tematiche del pittore suddiviso in sezioni tematiche tra cui lo sguardo sulla realtà, i ritratti, i giardini e i riflessi di luce, il mare, i tipos e gli studi classici. Una mostra preziosa. Dove vengono esposti anche piccole meraviglie tra cui una piccola veduta di Toledo e del cielo atmosferico su Segovia: piccoli quadri di vera poesia che mostra come la pittura sia uno stato d’anima. Nella piccola veduta di Toledo, la sagoma umana in primo piano offre la riflessione sul movimento. Dipende dal motivo e dal momento. La pennellata è il momento della vita del pittore. E’ azione. Quella su Segovia invece, il pittore che gioca con il tempo atmosferico come quello ideale. Ed il tempo cambia. Velocemente.
Una mostra per chi ama la Spagna e ne ha fatto esperienza diretta, vissuto come “tempo prezioso”, o chi desidera farla. L’arte di un grande artista della pittura spagnola che si tinge di luce. Il progetto nato dalla collaborazione con molti musei, tra cui il Museo de Bellas Artes di Valencia, l’Hispanic Society di New York, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro di Venezia, i Civici Musei di Udine, Musei di Nervi Raccolte Frugone.  Patrocinata dell’Ambasciata di Spagna in Italia, del Consolato Generale spagnolo a Milano, dell’Ente del Turismo spagnolo.