Marc Chagall ovvero l’incanto della sua pittura. Una storia di due mondi al Mudec
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Il primo villaggio italiano delle uova apre le porte il 19 marzo presso la Struttura Puravida a San Martino Siccomario in provincia id Pavia e si preannuncia come una delle destinazioni da vivere con tutta la famiglia in vista di Pasqua.
L’idea nasce da una tradizione comune a Stati Uniti e paesi nordici, dove nel periodo che precede la Pasqua la dea Eostre (Easter), raffigurata come un coniglio, dona uova alle persone per simboleggiare la nascita di una nuova primavera. “L’easter egg hunt“, la caccia alle uova colorate nascoste nel parco, sarà organizzata nei weekend di Pasqua. Nel frattempo tutti i weekend dal 19 Marzo fino al 1 Maggio (compresi il 18 e il 25 Aprile) sarà possibile visitare il villaggio e trascorrere una giornata immersi nella natura di un parco di 35mila metri quadrati partecipando a giochi con animazione, laboratori creativi e percorsi didattici, sempre diversi ogni settimana: gli alpaca, i rapaci, le api, il cioccolato, la caccia alle uova e lo sheep dog.
Molte le novità: tra le collaborazioni siglate quest’anno da PuraVida Farm, quella con il Museo Ovopinto di Civitella del Lago (Terni) – museo unico al mondo, un piccolo gioiello nato per raccogliere ed esporre tutte le uova dipinte messe insieme dall’Associazione Culturale giovanile che da ben 23 anni bandisce la Mostra Concorso Nazionale “Ovo Pinto” (uovo dipinto, in dialetto). In questa cittadina l’antica usanza contadina di dipingere le uova durante il periodo pasquale è stata elevata a prestigiosa e raffinata arte – e quella con il Museo di Scienze Naturali dell’Oltrepò. Quest’ultimo, diretto da Silvia Guioli, racconta l’Oltrepò attraverso il suo passato (archeologia e paleontologia) e attraverso le specie, animali e vegetali, che lo caratterizzano. Entrambi i musei saranno presenti con una selezione delle loro collezioni.
di Cristina T. Chiochia Si è svolta mercoledì 2 marzo dalle ore 11.00 alle ore 13.00 presso il Palazzo Reale Piazza Duomo 12 Sala degli Arazzi primo piano l’anteprima per la stampa della mostra fotografica RITRATTE Direttrici di musei italiani che sarà aperta sino al 3 aprile 2022 . “Ritratte – Direttrici di musei italiani” è sicuramente una mostra nella mostra, un omaggio all’ essere donne che parla non solo di curriculum vitae in poche righe di direttrici di musei italiani importanti sparsi per l’Italia, ma anche di cosa le ha spinte a fare questo lavoro, a prendersi cura del patrimonio artistico nazionale e non, ma soprattutto, cosa significhi “essere donna” nel mondo dei beni culturali in Italia. Un viaggio, insomma, avvincente dove si scoprono attraverso la fotografia, le “carte vincenti” che non devono mai mancare ad una donna per avere successo. Un modo unico, insomma, per festeggiare questa festa della donna, per comprendere da una prospettiva avvincente, cosa sia il patrimonio culturale in Italia, oggi.
La mostra promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano Cultura e Fondazione Bracco sarà visitabile inoltre gratuitamente . Come recita il comunicato stampa: “con questa mostra Fondazione Bracco continua nel proprio impegno per valorizzare l’expertise femminile presentando le professioniste che dirigono i luoghi della cultura italiani. Il progetto artistico con gli scatti d’autore del fotografo Gerald Bruneau si colloca nell’impegno della Fondazione per valorizzare le competenze femminili nei diversi campi del sapere e contribuire al superamento dei pregiudizi, così da incoraggiare una sempre più nutrita presenza di donne in posizioni apicali. La mostra illumina vita e conquiste professionali di 22 donne alla guida di primarie istituzioni culturali del nostro Paese, una sorta di Gran Tour che tocca 14 importanti città italiane da Nord a Sud: da Trieste a Palermo, da Napoli a Venezia per citarne solo alcune.
Il soggetto principale di “Ritratte” è la leadership al femminile. I musei, “luoghi sacri alle Muse”, sono spazi dedicati alla conservazione e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico, custodi del nostro passato e laboratori di pensiero per costruire il futuro. Inoltre, sono anche imprese con bilanci e piani finanziari, che contribuiscono in modo cruciale alla nostra economia. Dirigere tali istituzioni comporta competenze multidisciplinari, un connubio di profonda conoscenza della storia dell’arte e di capacità gestionali e creative”. Una visione dove l’amore per i musei e soprattutto i sentimenti che trasmettono, diventano quasi immediati.
Le fotografie, sparse per le sale ed in grandi dimensioni, catturano lo sguardo e rendono le protagoniste quasi in dialogo con il visitatore. Con i ritratti, insomma, a puro titolo di esempio quello di Francesca Cappelletti, Direttrice della Galleria Borghese di Roma o di Emanuela Daffra, Direttrice Regionale Musei della Lombardia, la Fondazione Bracco rende visibili e riconosce le competenze di tante donne vincenti, declinando al femminile e sottolineando un movimento necessario per la parità di genere. Inoltre, essendo da tempo impegnata per contribuire alla costruzione di una società paritetica, fissa immagini di donne vincenti che hanno raggiunto posizioni sociali apicali dove essere donna, fa, spesso, la differenza.
Come lo sguardo del fotografo Gerald Bruneau sottolinea : “Il mio intento è stato quello di mettere in risalto, insieme all’incommensurabile vastità e bellezza del patrimonio artistico italiano, la bellezza di queste donne che si impegnano quotidianamente per rimettere i musei al centro di una proposta culturale elaborata in rete insieme ai soggetti più rappresentativi delle realtà in cui sono immerse, invitano alla partecipazione, stimolano confronto e pensiero critico”, incarnando così un viaggio nella bellezza del patrimonio culturale italiano attraverso gli occhi e l’aspetto di chi li custodisce, la mostra prosegue idealmente il progetto “100 donne contro gli stereotipi” (100esperte.it) . Vera e propria narrazione complementare, le foto di Gerald Bruneau, torna a fotografare per Fondazione Bracco dopo la mostra fotografica “Una vita da scienziata” (con i ritratti di alcune delle più grandi scienziate italiane, che da allora è stata esposta non solo a Milano, Roma, Todi ma anche a Washington, Philadelphia, Chicago, Los Angeles, New York, Città del Messico e, per la festa della Donna , l’ 8 marzo a Praga. Donne protagoniste. Ritratti professionali finalmente e non glamour o pubblicitari e un museo, non solo ricorrenze per ricordarlo. Se con una mostra fotografica, tanto meglio.
Dopo l’anteprima del 14 luglio, su TG Com24 https://www.tgcom24.mediaset.it/2021/video/con-adoro-sara6-e-un-folletto-della-positivita-_35402722-02k.shtml, arriva in radio e negli stores dal 16 Adoro, il nuovo singolo di Sara6, un brano che può essere definito “energia pura”, un invito ad abbracciare le usualità della vita con spensieratezza, con un sound energico, allegro e carico di vitalità che, pur inserendosi in un genere pop, racchiude sonorità funky e dance. Il videoclip è stato girato alla Paciu Maison, dimora d’arte nelle campagne bolognesi, e diretto da Harry Baldissera, fondatore e direttore artistico di questo luogo intriso d’arte. Sara6 è un progetto che nasce da un’idea di Serenella Occhipinti, una cantante che ha già pubblicato due dischi come front woman dei Taglia 42 e un disco da solista. Durante il suo percorso musicale ha calcato, tra gli altri, il palco di Sanremo come solista nella sezione Giovani nel 1997 e successivamente nel 1998 con i Taglia 42, per poi tornarci da solista nel 2001.
Come nasce il nome Sara6?
Il mio nome di battesimo è Serenella ed io lo Adoro perché è il nome che mi ha dato mia madre sperando in una bambina serena, però, siccome così serena non lo sono mai stata, pur non rinnegando questo bellissimo nome, ho deciso di cambiarlo in Sara6.
Perché? Perché Sara, dal nome ebraico Sarah, prima moglie di Abramo, significa principessa, che per una selvaggia come me era una bella ambizione.
Il 6 è un numero per me importante perché nella mia vita ha segnato sempre fatti positivi e negativi molto significativi.
Perché hai scritto Adoro?
Sono in continua ricerca del mio essere più profondo. Non mi piace troppo vivere in mezzo a schemi e regole, preferisco percorrere tante strade che non conosco… Ho scritto il brano per urlare al mondo che Adoro la mia vita nonostante tutte le battaglie che continuano a far sanguinare il mio cuore e a spremere le mie energie, io La amo.
Adoro la mia libertà conquistata a fatica, Adoro potermi organizzare tutto a modo mio, di non dipendere da nessuno, di potermi svegliare alle 10 se voglio, di avere ancora tanta energia e grinta per riuscire a rialzarmi sempre con grande dignità e adoro il fatto di poter vivere con le mie passioni. Adoro perdermi per ritrovarmi… Il brano è stato scritto da me, Giorgio Santisi e Valerio Fuiano, che lo ha anche arrangiato e mixato e ora è parte integrante sia del suono che dell’immagine del progetto Sara6! In Adoro abbiamo alla batteria il bravissimo Luciano Galloni, batterista di Nek molto apprezzato a livello nazionale.
Raccontaci il concept del video, che è molto particolare. Chi ha avuto l’idea?
L’ idea del video è partita da me e da Giorgio Santisi socio, amico, grande musicista e parte integrante del progetto Sara6. Questa idea poi è stata arricchita da Harry Baldissera, il proprietario della Dimora nonché regista, scenografo e costumista. Adoro anche lui: è stato di grande aiuto e la sua casa è fantastica, andate a visitarla! La Paciu Maison a Ponte Rizzoli (Bo), ne sarete rapiti come me.
Concettualmente parlando il video è una esperienza visionaria tra arte e illusione:
Io sono una specie di folletto che vive in una realtà parallela, che si muove tra una vita quotidiana normale e una vita piena di colore energia allegria.
Il mio personaggio risulta affascinato dalla gamma cromatica della Paciu Maison, il perfetto scenario per affrontare la vita con più leggerezza e grinta in un viaggio in un universo surreale ed onirico, dove il folletto riscopre la propria dimensione attraversando, con i suoi look diversi, le varie stanze, ognuna delle quali esprime esperienze sensoriali diverse.
Ne approfitto per ringraziare i registi di Ferrara, molto giovani, ma già molto esperti e richiesti nel mondo dei cortometraggi, Martina Mele e Alessandro Rocca di “Destinationfilm “
Mentre per i favolosi trucchi, e sono stati tanti, ringrazio la mia amica e truccatrice fantastica Claudia Calzoni.
Nel video, quale personaggio ti sei divertita di più a interpretare?
Soprattutto la statua che balla nel parco alla fine… Della serie nulla mi fa stare ferma neanche l’immobilità di una statua!
Hai pubblicato da poco, con i Taglia 42, il brano “Diletta Leotta”, hai nuovi progetti con loro?
Loro sono e saranno sempre nel mio cuore perché mi hanno permesso di cominciare alla grande, per cui quando ne avremo voglia e tempo sicuramente incideremo qualche altra canzone…
Prossimi progetti?
Finire l’album e fare tanti live, il 1 agosto regaleremo un piccolo concerto alla Paciu Maison per fare visitare la casa, dimora del video, ai nostri fan. Voglio ringraziare Raffaele Montanari della PMS, che ha creduto tanto nel mio ritorno sulle scene!
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Dal 9 luglio al 9 agosto 2021 ci sarà presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, sita in Via Ricasoli n.68, la mostra personale di Qiu Yi Mille parole (千字文). Qui si potranno ammirare numerosi inchiostri e installazioni dell’Artista internazionale, anche presidente dell’Associazione di Arte e Cultura Contemporanea Cina e Italia, che promuove l’incontro tra cultura orientale e occidentale.
Qiu Yi è nato in Cina, ma abita ormai da anni a Firenze, che considera la sua seconda casa, lavorando in modo regolare tra Cina e Italia. La sua poetica sta tra tradizione e innovazione. Partendo infatti dall’antica scuola cinese, l’Autore poi giunge ad altre strade, unendo le sue radici con le scoperte fatte in Occidente, questo attraverso una prospettiva originale e personale. In questo senso scrive il curatore dell’esposizione Vittorio Santoianni:
“Dai lavori recenti di Qiu Yi, emerge un artista dalla fisionomia multiforme per il background per-sonale e per l’ampiezza dei campi di interesse toccati. Forse la complessità insita nella sua ricerca si può comprendere maggiormente con il ricorso a polarità dialettiche. L’Oriente e l’Occidente sono sia le aree geografiche che i territori culturali e artistici entro i quali si sposta, ricercandone i punti di unione piuttosto che le differenze. Calato nel presente, i suoi ambiti temporali sono il grande passato della Cina e il futuro del mondo. Il suo linguaggio è caratteristico dell’arte contemporanea (le installazioni, le performance), ma ha anche notevoli affinità con la calligrafia e la pittura tradizionali cinesi che, a suo parere, sono suscettibili di un continuo rinnovamento. I suoi materiali prediletti sono quelli della modernità (l’acciaio, il cemento, il plexiglas) e del passato (l’inchiostro di China). In mezzo a queste antinomie, Qiu Yi si muove con disinvoltura e leggerezza per conciliare termini contrastanti solo all’apparenza, raggiungendo nella sua opera un mirabile equilibrio, che è segno dell’armonia quale suprema aspirazione della millenaria e raffinata cultura cinese”.
Sulla mostra si esprime bene Cristina Acidini, la Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno:
“Padrone delle tecniche tradizionali cinesi – in primis della raffinatissima pittura-calligrafia a inchiostro su carta – Qiu Yi ne sperimenta la versatilità associando ad essa modalità espressive tipiche di movimenti occidentali quali l’Informale e il Concettualismo. Questa almeno è l’impressione che ricavo dalla serie di inchiostri su carta Mille parole, opera aperta destinata ad accrescersi nel tempo. L’uso magistrale dell’inchiostro sul foglio candido produce sognanti variazioni: la danza, ora lenta ora frenetica, di pennelli che lasciano in certi passaggi dei segni umbratili, quasi profili di nebbie stracciate dai venti, altrove invece strutture di densa e netta oscurità, capaci di suggerire onirici ideogrammi neri. Forme senza tempo, tracciate da una mano antica lungo le linee di un pensiero contemporaneo”.
La mostra sarà visitabile (ingresso libero) da martedì a sabato negli orari: 10.00-13.00 / 17.00-19.00, mentre di domenica sarà possibile accedere solo dalle 10.00 alle 13.00. Il giorno di chiusura è il lunedì.
Durante l’inaugurazione interverranno: Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, Antonio di Tommaso, Presidente della Classe di Scultura dell’Accademia delle Arti del Disegno, e il curatore Vittorio Santoianni.
Mille parole è organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno, con il Patrocinio di: Regione Toscana, Comune di Firenze, Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze, con la collaborazione del Qiu Yi Studio.
Dopo l’uscita di “Amore tattile” , il nuovo singolo della band toscana Netri e i Laredo, che lancia il loro primo album “Sogni di periferia” e si posiziona da subito nelle classifiche vendita (album) di iTunes, nonché nelle classifiche radio airplay (per la categoria indipendenti), arriva finalmente anche il video.
“Sogni di periferia” è il titolo del vostro disco. Da dove nasce?
Nei sogni di periferia sono racchiuse le aspirazioni e i desideri di rivalsa di chi vive tutti i giorni nelle zone di periferia e che spesso sente forte la necessità di emanciparsi.
Gli stessi “Netri e i Laredo” sono principalmente un gruppo di quattro amici che provengono da Piombino, in provincia di Livorno, e possiamo dire che una piccola parte del nostro sogno di periferia si è avverato attraverso la pubblicazione di questo album di cui siamo soddisfatti, supportati e guidati da un ottimo team di professionisti.
Qual è la vostra storia musicale prima dei “Netri e i Laredo”?
Ci conosciamo da tantissimi anni e da altrettanti suoniamo insieme in quanto fino al 2015 militavamo in una band hard rock in lingua inglese (Deadly Tide) con la quale abbiamo incisi vari album, partecipato a colonne sonore di film e dato vita a svariati show in Italia e all’estero.
Come sono nate le importanti collaborazioni artistiche per la realizzazione del singolo “PER NIENTE FACILE”?
Il tutto è nato da un’intuizione di Federico Poggipolini (chitarrista di Ligabue e Litfiba), con il quale abbiamo collaborato per la produzione del nostro ultimo album a nome Deadly Tide, il quale ci ha consigliato di provare questo brano con un testo in italiano. Da qui è nata ” Per niente facile”, che è stata poi sviluppata da due grandi musicisti e produttori quali Niccolò Fragile e Davide Bosio.
Quali sono i progetti che vi terranno impegnati nel futuro prossimo?
Senza dubbio le esibizioni live per promuovere l’album non mancheranno e inoltre, per lo stesso motivo, abbiamo da pochissimo pubblicato il videoclip del singolo di lancio dell’album, “Amore tattile”, che ha una protagonista femminile d’eccezione Anna Spina, finalista miss Italia 2017 (top 10). Il video racconta le sfaccettature dell’amore vissute da una giovane ragazza madre: l’amore verso suo figlio con tutte le difficoltà di crescere un bambino da sola e la ricerca di un nuovo amore con qualcuno che dovrà comunque accettare la sua difficile situazione. Una giovane madre persa in una situazione più grande di lei, che sembra andare verso l’orlo del baratro, ma la storia si chiude con un messaggio finale di speranza… perché l’amore è sempre la risposta, anche alle difficoltà: non è una scelta, lo si vive e basta e a volte lo si incontra solo strada facendo.
foto Netri e i Laredo di Chiara Sardelli
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The King of the Nowhere è il singolo di esordio di Morgan While (Federico Lovato), arrangiato e composto insieme a Luca Sven Macher (Dreamsound Labs, Routing Studio). Si tratta di un brano molto particolare, che rispecchia la passione del suo autore per la narrativa fantasy.
Morgan While da dove arriva questo pseudonimo?
Morgan While è uno pseudonimo inventato come nickname per giocare online, unendo uno dei miei nomi preferiti, Morgan, con una parola che mi piaceva per assonanza, While.
Morgan While è più producer, Dj, compositore, cantante?
MW vuole essere un progetto “smart”. Oggigiorno un musicista non può permettersi di essere una cosa sola, bisogna saper essere un po’ di questo, un po’ di quello, maturare sempre più conoscenza ed esperienza.
Dicci qualcosa di questo nuovo singolo, dal respiro molto internazionale
The King of the Nowhere è la storia di uno spaventoso invasore proveniente da altri mondi, che spunta nel cielo sconvolgendo l’intera umanità al suono dei suoi cannoni, mentre intona il suo spietato “canto di libertà”. Ma proprio nel momento più disperato per l’umanità, a rischio di estinzione, i pochi sopravvissuti riescono a dimenticare secoli di rancori tra razze e culture diverse, unendosi per organizzare una controffensiva che metta in ginocchio il nemico. Una storia fantascientifica, allegoria della società attuale, troppo spesso dominata da odi, rancori, estremizzazione delle differenze e delle divisioni tra popoli e persone, sulla base della diversità di etnia, cultura, credo, natura…
Perché la scelta dell’inglese?
Gli amici danno la colpa alla mia erre moscia per prendermi in giro ma, sinceramente, non saprei proprio dire il perché; adoro le sonorità inglesi, francesi, saranno le mie origini austriache ma trovo interessante anche la pronuncia tedesca, faccio la musica che mi sento di fare e la scrivo come mi esce, la lingua non è mai un limite, anzi, è come una formula magica!
Quali le prossime news?
Nei mesi futuri mi vedrete impegnato coni miei djset e da qui a Dicembre punto a rilasciare almeno due singoli.
Programmi in cantiere?
News in arrivo nell’immediato: presto il video di “The king of the Nowhere” e altre novità.
foto di Chiara Sardelli
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“Da qui ad ogni secondo”, in radio e negli stores digitali dallo scorso 11 febbraio, è il titolo del primo singolo del giovane artista novarese Andrea Palumbo, un brano il cui sound e la cui struttura richiamano fortemente le sonorità del pop italiano, ma con influenze internazionali. Frutto della consolidata collaborazione tra l’artista e “La Sociedad”, team di produttori italiani che ha scritto e prodotto il pezzo e che ha all’attivo una certificazione Fimi d’oro per l’album di Thomas “#18 Edition” (Warner Music), il brano tratta un tema attualissimo: la vita di un adolescente che si trova, come tutti, ad affrontare il passaggio all’età adulta.
Andrea, quando hai deciso di dedicarti alla musica?
Ho deciso di dedicarmi alla musica dopo l’ascolto di un brano di Giorgia. Il brano che portò a Sanremo nel ‘94, “E poi”. Mi ha letteralmente emozionato!
Che studi musicali hai intrapreso fino ad oggi?
Sono partito cantando nel coro della scuola elementare, poi dopo le elementari ho accantonato il tutto per poi riprendere seriamente all’inizio delle superiori con l’insegnante Aurelio Pitino, il mio attuale insegnante di canto .
Nel frattempo ho suonato qualche strumento quale chitarra, piano e violino, anche se devo ammettere che il pianoforte è lo strumento che uso di più. Ne ho uno anche in camera mia. Durante il periodo liceale ho avuto il piacere di conoscere Carlo Montanari, Danilo Galenda e Sara Laddomada, che sono stati fondamentali nella nascita del brano “Da qui ad ogni secondo” ed altri del mio progetto! Fanno parte di un team di produttori denominati La Sociedad. Ci siamo conosciuti durante uno stage di canto, hanno notato subito il mio timbro e mi hanno chiesto di iniziare una collaborazione. Con loro mi sento a mio agio, posso parlare di ogni cosa, sono delle persone, prima di essere dei professionisti!. Per me il lato umano è tutto nel lavoro, è un punto che prendo seriamente in considerazione nella scelta dei collaboratori, ad esempio il mio fotografo Vito Vagali.
Di cosa parla questo singolo?
Ho da poco finito le superiori, quindi è da qui che ho voluto cominciare. Il brano è autobiografico, è una presa di coscienza del percorso umano, spirituale che ho esplorato fino ad adesso. In questo brano sono presenti insicurezze e paure… che mi hanno permesso di arrivare fin qui con nuove consapevolezze, nuove risposte e forze maggiori. Perché quando finisci la scuola, sembra nascere una nuova vita, alla quale devi abituarti. A cominciare dalle ore di Università!
Nel tuo inedito si sentono molto le influenze di Tiziano Ferro,Marco Mengoni, hanno inciso nei tuoi ascolti?
Sicuramente hanno avuto una grande influenza, come del resto Giorgia, Sam Smith, la grandissima Whitney e Mariah Carey. Quello che mi affascinava e che mi affascina tuttora sono i colori e le sfumature che riescono a dare nell’interpretazione di un brano. Devo ammetterlo, all’inizio dei miei studi di canto sono stato incline a copiare e incollare la loro modulazione vocale.
Ti piacerebbe partecipare ad un talent come Amici ed Xfactor?
Chi non vorrebbe! Per iniziare un percorso il trampolino del Talent se si ha un progetto dietro, è necessario per arrivare al grande pubblico!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente continuare a cantare a livello professionistico.
foto di Vito Vagali
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Terza edizione, dopo il grande successo delle precedenti, del pi greco day a Pavia.
Un numero sfuggente e intrigante che ha ispirato l’immagine della locandina di quest’anno: Mani che disegnano di Escher. Una ricerca costante e continua delle cifre di un numero irrazionale che permea la realtà che ci circonda ma anche la fantasia, infatti, al suo interno potrebbe essere custodito un messaggio alieno o un segreto primordiale oltre che tutto lo scibile.
A promuovere l’iniziativa è l’Istituto Superiore Statale Taramelli – Foscolo e l’ARMT Milano con la collaborazione dell’Università degli Studi di Pavia e dell’I.I.S. Volta.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Pavia, avrà inizio alle 9:00 nella sala conferenze del Museo Civico, presso il Castello Visconteo, con un concerto, a cura degli allievi del Liceo Musicale Cairoli di Pavia, durante il quale verrà suonato anche il pianoforte, recentemente restaurato, di Einstein.
La mattinata proseguirà nei chiostri del Liceo Scientifico Taramelli e del Liceo Classico Foscolo con una serie di conferenze di Matematica, Arte, Fisica e cinema. In piazza della Vittoria, lato Broletto, sino alle 13:00 saranno attivi diversi laboratori di divulgazione scientifica.
Anche quest’anno viene riproposto il giro turistico nei luoghi di Einstein a Pavia, a cura degli allievi della sez. Turistica dell’Istituto Tecnico Bordoni, per ricordarne il legame ma anche la ricorrenza della nascita.
Nel pomeriggio le iniziative si sposteranno al Museo della Tecnica Elettrica (prenotazione obbligatoria) e alla libreria Feltrinelli. In chiusura di settimana alla libreria Delfino ci sarà l’incontro con Ennio Peres.
Ecco il programma completo:
Musei Civici Sala Conferenze Castello Visconteo Pavia
Apertura dei lavori alla presenza delle Autorità cittadine, del Dirigente Scolastico dell’IstitutoSuperiore Statale Taramelli-Foscolo, Prof. Oler Grandi e della Presidente dell’A.R.M. T. Milano Prof.ssa Rosa Iaderosa
ore 9:00 Apertura Musicale, a cura degli allievi del Liceo Musicale A.Cairoli di Pavia verrà suonato il Pianoforte di Einstein
ore 9:30 Intervento del Prof. Lucio Fregonese, Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Pavia
Chiostro Liceo Scientifico Taramelli
ore 10:00 – 10:45
Arance, alveari e correzione di errori in codici complessi
Conferenza di Matematica a cura del Direttore del Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Pavia, Prof. Ugo Gianazza
ore 11:00 – 11:45
Pi greco, la fase, l’interferenza: dalla fisica classica alla fisica quantistica
Conferenza di Fisica a cura dei proff. Lucio Andreani e Matteo Galli.
Chiostro Liceo Classico Foscolo
ore 10:00 – 12:00
Conferenza di Matematica e Arte “Cornelius Escher: di-segni e di numeri”, a cura dei Proff. Emanuele Vicini, I.I.S. Volta, Ludovico Pernazza, Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi Pavia
ore 12:00 -13:00
Il cielo cade
lezione cinematografica ispirata ad alcuni frame de sulla storia di Robert Einstein, a cura del Prof. Simone Leddi, Liceo Omodeo di Mortara
Maratona nei luoghi di Einstein a Pavia dalle 9:00 alle 13:00
Museo Civico Castello Visconteo
Museo della Storia dell’Università
Liceo Classico Ugo Foscolo
Casa di Einstein, in Via U.Foscolo
Industrie Einstein-Garrone
Ponte Vecchio
Laboratori in Piazza della Vittoria dalle 9:00 alle 13:00
Sezioni coniche: Macchine Matematiche (Associazione Macchine Matematiche di Modena)
Il giardino di Pitagora
Geometria sulla sfera
Prodotti davvero notevoli
Il tiro al pi greco
Giochiamo disegnando “pi greca
Sezione aurea girando attorno a noi
Ammoniti auree”
Museo della Tecnica Elettrica
Ondivaghiamo presso MTE
a cura della Prof. Carla Vacchi
(nel pomeriggio su prenotazione obbligatoria)
Libreria Feltrinelli:
dalle 18:00 alle 19.00
Mettiamoci in gioco con la Matematica, a cura di Valeria Ferrari
Libreria Il Delfino,
19 marzo, ore 18:00
Uno zero infinito. Divertimenti per la mente
L’autore Ennio Peres dialoga con Gipo Anfosso
Liquido è il nuovo singolo della cantautrice Mara Bosisio, in radio e negli stores dal 21 gennaio, e propone una tematica insolita nell’attuale panorama musicale: una personale e libera interpretazione del concetto di “società liquida” del sociologo polacco Zygmunt Bauman.
Ne parliamo con questa talentuosa e impegnata artista, che divide il suo tempo tra impegni musicali, sportivi e televisivi.
1. Come nasce Liquido?
Dopo essermi imbattuta in una delle teorie più importanti del sociologo polacco Zygmunt Bauman sulla “società liquida” ho avuto l’idea del brano; chiaramente una mia personale e libera interpretazione del suo concetto (oggi più che mai ancora molto attuale), applicato al mio modo di vivere e percepire la realtà.
La canzone, quindi, è stata realizzata grazie alla collaborazione con il producer Samuel Aureliano Trotta.
2. Qual è il tuo brano a cui sei affezionata di più delle tue produzioni precedenti?
Lucciole, sicuramente, per una ragione emotiva ed affettiva, è il brano che ha dato una sterzata positiva al mio lavoro: con Lucciole ho avviato un nuovo ciclo produttivo, con un nuovo team tecnico, un nuovo stile di composizione e “nuove” sonorità (in realtà sto ripescando moltissimo dalle sonorità anni ‘80-’90).
3. Quali sono le differenze tra Liquido e le tue precedenti produzioni, in termini stilistici e di contenuto?
Sicuramente il contenuto, la tematica trattata è molto più complessa e impegnativa rispetto a tutti gli altri miei testi precedenti.
Il sound invece, rimane volutamente più minimale e fresco.
C’è sempre però un filo conduttore tra questo lavoro e le precedenti produzioni: l’incrocio tra il cantato e un parlato molto ritmico.
4. Tu sei una persona da mille interessi, insegni, lavori come veeJay, giochi a calcio, sei cantautrice Rispetto a tutti questi ambiti, come è oggi lavorare nel campo della musica in Italia?
Per tutti gli ambiti in Italia oggi, in generale, è molto difficile lavorare.
A maggior ragione poi lavorare in un ambito dove non esistono dei criteri di valutazione precisi e l’offerta supera di gran lunga la richiesta. Il mercato musicale è saturo, e il pubblico è abituato ad ascoltare sempre meno e con meno attenzione.
Aggiungiamoci poi il fatto che la Musica ancora oggi non è riconosciuta come una professione; di conseguenza per vivere di musica comporta grosse difficoltà e molta tenacia e perseveranza.
foto Roberto Palladini e Daniele Di Lecce