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RHOK, al debutto un cantautore da scoprire

“RHOK”: un nome, un destino. Il primo disco di RHOK, “Fibrillazione Atriale”, sta destando l’interesse di alcune case discografiche, nonostante l’autore non sia uscito da uno dei mille talent show, da Amici a X Factor, che imperversano in televisione. I dodici inediti di “Fibrillazione Atriale”, in vendita su Amazon e su altre piattaforme online come Spotify e iTunes (e a breve anche in negozio), hanno infatti riscosso un ottimo riscontro nella web community. “Sto facendo alcune riflessioni, ma sono geloso dell’indipendenza che mi ha portato a riarrangiare alcuni brani scritti qualche tempo fa e a crearne di nuovi, con l’obiettivo di raccogliere, in un solo album, melodie semplici ma mai banali e caratterizzate da testi interessanti. Ho pensato a “Fibrillazione Atriale” come a un lavoro destinato a rimanere nel tempo, un album in grado di mantenere attuale nel tempo il valore dei testi e la piacevolezza della musica. Oggi purtroppo si brucia tutto velocemente, troppo. Non volevo questo per il mio primo cd” sostiene RHOK una sigla dietro a cui si cela Riccardo Moraca,  medico di base, pediatra, musicoterapeuta, omotossicologo e omeopata, oltre a autore e compositore iscritto alla Siae.

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Qual è la metamorfosi di Riccardo Moraca, medico con esperienza pluridecennale, in RHOK, autore di “Fibrillazione Atriale”?
A Melissa, un borgo a pochi chilometri da Crotone quando, da giovane, suonavo in una band, da me chiamata The Doctors quale preludio della mia professione,  avevo scelto come nome d’arte Richard Homak.  E, anche anni dopo, quando mi ero ormai trasferito a Pavia per motivi di studio, per gli amici di questa prima band sono sempre rimasto Richard Homak. Da qui, dalla crasi del mio nome d’arte di un tempo, ha avuto origine il mio futuro come cantante, autore e compositore.

Sta già lavorando quindi a nuovi progetti?
Al momento sto promuovendo “Fibrillazione atriale”, anche con serate dal vivo, spettacoli teatrali e presentazioni. E sto lavorando a un duo acustico. Ma ho diverso materiale su cui vorrei tornare a lavorare per altri cd.

Dove ha trovato il tempo di studiare musica in un percorso professionale così articolato?
Sono e resto un autodidatta con una irrefrenabile passione per la musica che mi ha portato, negli Anni 70, a superare gli esami Siae come autore e compositore melodista.

Come ha scoperto questa passione RHOK?
In casa mia non si ascoltava musica, per così dire, moderna. Solo il nonno medico, di cui ho seguito le gesta, era melomane, ma è mancato quando ero piccolo. Avrò avuto dieci anni quando un giorno sono entrato nell’unico negozio di musica di Crotone e ho chiesto al proprietario di consigliarmi un disco “agitato”.  Ho comprato sulla fiducia Twist and Shout” dei Beatles. È stato una rivelazione e l’inizio di una grande avventura. Ho iniziato allora a studiare da autodidatta e ho persino dato vita a una band, The Doctors, che suonava a molti eventi di Melissa e dei paesi vicini, matrimoni, comunioni e feste di piazza.  Cover certo, dai Beatles ai Dik Dik, Camaleonti e ai Nomadi, e in generale alle band musicali del momento. Ma non solo. Già da adolescente scrivevo testi e musica, inserendole nel repertorio che poi cantavo e suonavo sul paleo … e non mi sono mai più fermato.

Quali sono state le tappe che l’hanno portata dai The Doctors a “Fibrillazione Atriale”?
Dopo i The Doctors ho cantato e suonato in altre band tra cui i Music Live di Pavia, con i quali ho suonato negli Anni 90  cover e brani da me composti. Ma mi sono sempre visto soprattutto come autore. In questi anni infatti non ho mai smesso di scrivere testi e musica, diciamo che la musica è stata la colonna sonora della mia vita. Ho vinto tra l’altro il Derby Nazionale della Canzone a Salice Terme presentato da Daniele Piombi con “Non Voglio Vivere” nel 1973, ho  partecipato al primo Festival di Città di Novara presentata da Corrado con “Quanto Tempo ci Vorrà”  e ho lavorato con Pierquinto Carraggi, l’imprenditore che ha portato Frank Sinatra in Italia e che, nel 1985, mi ha aperto le porte dell’Ambrogino trasmesso in Eurovisione. Ho vinto come autore anche quest’ultima manifestazione con la canzone “Tu, Tu, Tu” interpretata sul palco da Paola Carra.

È mai stato tentato dall’idea di dedicare maggiore spazio professionale alla vena creativa e artistica?
Certo. E non sono mancate neanche le offerte, persino un abboccamento dalla Ricordi. Ma all’epoca avevo altre esigenze. Oggi è venuto il momento di tornare in campo con i miei tre figli che hanno partecipato a “Fibrillazione Atriale”: Marco ha curato gli arrangiamenti oltre a suonare chitarre e basso e a cantare alcuni brani; Valentina si è occupata del design e ha cantato in “Ma Dimmi un Po’ Cos’è Questa Musica” ed Emanuele ha suonato alla batteria.

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Come nasce a questo punto “Fibrillazione Atriale”?
Fibrillazione Atriale” nasce da una chiacchierata con mio figlio Marco, psicologo musicista, cantatore e leader dei Back to the Beatles. Volevo raccogliere alcuni brani che avevo composto nel corso del tempo e, insieme a mio figlio, ho integrato e riaggiornato alcuni testi, lavorando agli arrangiamenti e completando la collezione con nuovi brani.

… Per la discesa in campo ha scelto un titolo piuttosto complesso…
Mi sono ispirato ad alcuni album di Franco Battiato. D’altro canto, cercavo un titolo che si distinguesse e, allo stesso tempo, rispecchiasse la mia identità che racchiude sia l’aspetto scientifico sia il lato creativo. Sotto a un vocabolario prettamente medico, si cela in realtà una metafora della vita. Sono in ogni caso convinto che la musica possa aiutare a far comprendere la scienza e, allo stesso tempo, possa essere un sostegno terapeutico per la guarigione.

Sin da un primo ascolto di “Fibrillazione Atriale” balza all’orecchio la prevalenza di testi impegnati rispetto a quelli, più classici almeno nella tradizione italiana, d’amore Si spazia dalla denuncia della violenza contro le donne, in “La Mattina Appena Sveglia”, a temi economici in “Recessione”.  …una scelta peculiare.
Tengo molto ai testi, sia che si parli d’amore sia che si parli di realtà sociali o di sofferenza interiore. Per questo in “Fibrillazione Atriale” trovano posto brani come “C’era Una Volta” che è una denuncia sulla società, dai veterinari corrotti che firmavano anche l’idoneità delle carni gonfiate di ormoni alla corruzione negli uffici pubblici; “Aiutami, Sostienimi, Soccorrimi”, dove si parla di ansia, depressione e attacchi di panico, una condizione che riguarda sempre più persone e soprattutto giovani e “Come On” che parla di persone che aspettano la manna dal cielo. Non mancano infine poi melodie come “Cade Lenta la Neve” e “Uno Spruzzo di Mare”. Peraltro proprio di “Fibrillazione Atriale” ho già prodotto e pubblicato su YoutTube il primo video in cui arte, scienza e musica si fondono.

Oltre alla sua musica e a quella dei Beatles, cosa ascolta? Qual è l’ultimo concerto a cui ha assistito?
Mi piace la musica italiana De Andrè, Fossati, De Gregori, Battiato, Paolo Conte e tutta la buona musica classica, jazz, pop, leggera, dalle origini ai giorni nostri. Ma non solo. Sono andato, tra l’altro, al concerto degli Aerosmith, a quello dei Rollig Stones e, più volte, a quelli di Paul McCarthy, il mio idolo.




Pinocchio, un sorprendente allestimento 4.0

Un nuovo sorprendente allestimento di Pinocchio, in versione 4.0, va in scena ogni sabato pomeriggio (alle 15.30) e domenica mattina (alle 11.30) presso il Teatro Nazionale CheBanca!. “PINOCCHIO – Cuor Connesso” è una produzione, ideata e diretta da Chiara Noschese che rivisita l’omonimo classico della letteratura per ragazzi di Carlo Collodi.  In scena Mario Acampa nel ruolo di Pinocchio, Antonio Speranza nel ruolo di Geppy e Raffaella Atlerio in quello di Grillo Parlante.

Ambientato nei nostri giorni lo spettacolo conduce il pubblico in sala a seguire il viaggio, ricco di allegorie e simbologie moderne, del burattino di legno, Pinocchio, per diventare un bambino in carne ed ossa e successivamente, quindi, un vero uomo.

Il Paese dei Balocchi sarà sempre lì ad aspettarlo, agli occhi dei nostri giovani rimarrà sempre la “grande tentazione”, nascondendo in verità insidie e bugie, e presentandosi, in questa versione teatrale, nelle sembianze del -mondo virtuale-, il web.

 

“When you wish upon a star…”Quando si desidera qualcosa, con tutto il cuore, si chiede ad una stella di realizzarlo e quel sogno si avvererà”. È proprio un forte desiderio il motore che muove la nostra favola moderna, rielaborata ai tempi d’oggi, dove i pericoli provengono dall’uso smodato della tecnologia e del web: in questa favola c’è un grillo/angelo custode che vive nel  laboratorio con Geppy” racconta Chiara Noschese  per poi aggiungere: “PINOCCHIO (CuorConnesso) ci parla di amore, quell’amore che permette a tutti noi di trovare, ogni giorno, il coraggio e la forza per vivere.

Nel nuovo allestimento di Pinocchio, Geppy è un ingegnere robotico che, dopo aver costruito nel corso della sua vita tanti giochi rincorre il sogno di realizzare il compagno ideale, una creatura dall’aspetto umano che possa fare compagnia a grandi e piccini. Geppy vive nel suo garage/laboratorio, da solo e nell’attesa che la multinazionale Turchini approvi e finanzi il suo Progetto Pinocchio. Non ha più un soldo ed è preoccupato perché  la sua creatura meccanica non riesce a funzionare, non riesce a prendere vita. C’è qualcuno, però, che, da sempre, veglia su di lui, una presenza magica e generosa che, una notte, fa svegliare Pinocchio, esaudendo il desiderio più grande del povero Geppy. La loro vita insieme sarà piena di accadimenti, comici ma anche drammatici, nascerà, di fatto, un rapporto padre e figlio…si perderanno ma, alla fine si ritroveranno, connettendo i loro cuori e protetti dalla loro stella…

 




AMORE GIGANTE: le sfumature dell’anima umana secondo Gianna Nannini

Dopo il successo di Hitalia e Hitstory, la più famosa cantautrice rock italiana è pronta a conquistare di nuovo le vette delle classifiche discografiche con il suo nuovo album AMORE GIGANTE. Gianna Nannini esce oggi in tutti gli store, reali e virtuali, con il suo diciottesimo album di inediti per Sony Music. Un anno e mezzo di lavoro ha portato Gianna a comporre le quindici nuove coinvolgenti canzoni di questo album che rappresentano il viaggio più rock negli stati d’animo, un’autentica esplorazione emotiva con l’inconfondibile marchio Nannini.

Da Fenomenale, il primo singolo, fino a L’ultimo latin lover passando per la coinvolgente Piccoli particolari, ‘Amore gigante’ è potente ed essenziale senza lasciare un momento di tregua perché, canzone dopo canzone, verso dopo verso, diventa lo specchio di tutti noi. E’ il ‘cinemascope’ dell’anima e, ciak dopo ciak, si rivela un film in musica che “la Gianna” ha iniziato a scrivere prima ancora di pubblicare Hitalia con una squadra di grandi collaboratori.

Cinque colori diversi ed esclusivi di copertina per un disco gigante che esce in cd semplice e in versione deluxe, che comprende anche un secondo cd con il liveSotto la pioggia – Live a Verona”. Inoltre disponibile box superdeluxe in edizione limitata e numerata in esclusiva su Amazon dove oltre al doppio cd, ci saranno anche il vinile accompagnato da un book di 24 pagine, un block notes, una t-shirt esclusiva e una foto autografata.  Amore Gigante sarà disponibile anche in vinile nella versione classica oltre ad una declinazione “picture“, in edizione limitata e numerata.

INONDIAMO IL MONDO DI COLORI, INONDIAMO IL MONDO DI CANZONI

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Amore gigante” verrà presentato a Roma sabato 28 alle ore 17.00 presso la Feltrinelli (via Appia Nuova 427) e a Milano domenica 29 alle ore 17.00 presso la Mondadori (Piazza Duomo 1).

Oltre all’anteprima di Rimini del 30 novembre, a dicembre Gianna terrà 4 concerti organizzati da F&P Group in collaborazione con David Zard presenta e Saludo Italia a Roma (2 dicembre), Milano (4 dicembre) e Firenze (6 e 7 dicembre).

Il 10 marzo prossimo la rocker partirà dall’Alte Oper di Francoforte per il suo nuovo tour che la vedrà protagonista sui palchi italiani e tedeschi più prestigiosi.

I biglietti per le nuove date di “Fenomenale il tour” sono già disponibili in pre – sale per il fan club, mentre saranno disponibili da giovedì 26 alle ore 11:00 su Ticketone (www.ticketone.it) e da lunedì 30 alle ore 11:00 in tutti i punti vendita abituali.

RTL 102.5 è radio partner ufficiale del tour.

Ecco le date del tour:

Rimini – 30 novembre 2017 (RDS Stadium) ANTEPRIMA

Roma – 2 dicembre 2017 (Palalottomatica)

Milano – 4 dicembre 2017 (Mediolanum Forum Assago)

Firenze – 6 -7 dicembre 2017

Frankfurt – 10 marzo 2018 (Aof)

Freiburg – 11 marzo2018 (Sick Arena)

Berlin – 14 marzo 2018 (Friedrichsstadtpalast)

Düsseldorf – 15 marzo 2018 (Mitsubishi Electric Halle)

Ludwigsburg – 17 marzo 2018 (Mhp Arena)

München – 18 marzo 2018 (Philarmonie)

Kempen – 20 marzo 2018 (Bigbox Allgau)

Hamburg – 21 marzo 2018 (Mehrtheater)

Bologna – 29 marzo 2018 (Unipol Arena)

Genova – 3 aprile 2018 (RDS Stadium)

Montichiari – 4 aprile 2018 (Pala George)

Conegliano (TV) – 6 aprile 2018 (Zoppas Arena)

Padova – 7 aprile 2018 (Kioene Arena)

Torino – 14 aprile 2018 (Pala Alpitour)

Bari – 18 aprile 2018 (Pala Florio)

Eboli (SA) – 19 aprile 2018 (Pala Sele)

Acireale (CT) – 21 aprile 2018 (Pal’Art Hotel)

ph. WAESPI




La violenza domestica è un problema di “tutti”

Così la scrittrice Palma Gallana invita i lettori alla presentazione del suo libro “Il prezzo delle ali”

di Matteo RolandoPalma Gallana è stata mia insegnante di russo tanti anni fa: perciò la rincontro con grande piacere per intervistarla alla pubblicazione del suo primo romanzo, “Il prezzo delle ali”, con cui esordisce nella narrativa italiana. La presentazione, organizzata in collaborazione con il Comune di Milano e il Rotary Club Milano Precotto San Michele, si terrà martedì 24 ottobre alle 18.00 a Palazzo Marino, (in piazza della Scala) e prevede anche la partecipazione di Telefono Donna Onlus. Il romanzo ha già ottenuto numerosi riconoscimenti: è primo nella sezione prosa al concorso internazionale “La finestra eterea” per cui sarà premiato a Cinisello Balsamo, a fine mese. Visto il suo successo e l’interesse dimostrato dal pubblico, l’opera è stata pubblicata con il logo e il patrocinio gratuito del comune di Forlì del Sannio (Molise), nel quale si è tenuta una prima cerimonia di premiazione. Quando incontro l’autrice per intervistarla mi sembra la stessa di tanti anni fa, piena di energia e volonterosa di diffondere un messaggio importante: <dalla violenza domestica si può e si deve uscire>.

Tre aggettivi per descrivere il tuo libro.

Rispondo citando i commenti di tre lettori: “angosciante ma non triste”, “bellissimo”, “da leggere”.

Come sei arrivata alla scrittura? Quali sono le tue precedenti esperienze editoriali?

Collaboro nell’editoria dal lontano 1993, quando neolaureata ho iniziato a scrivere manuali e dizionari per lo studio della lingua russa per la casa editrice A. Vallardi e a tutt’oggi continuo a progettare e curare testi per lo più dell’area linguistica. Alla scrittura creativa sono arrivata invece per via personale, non professionale, spinta dal desiderio di diffondere un messaggio importante, che mi tocca come donna e come madre, vale a dire quello che dalla violenza si può e si deve uscire.

Puoi fare una breve sinossi della trama del libro ?

Ilaria B. è una donna indipendente, laureata, stimata in ambito professionale madre di due bambine, che all’età di 45 anni, dopo aver subito per anni maltrattamenti familiari da parte del convivente, padre della secondogenita, all’ennesimo pestaggio si rende conto di dovere agire per «proteggersi e proteggere». Dopo cinque anni di vessazioni trova il coraggio di denunciare il compagno e con l’aiuto del centro antiviolenza e il sostegno di amiche, vince le sue paure, affronta un processo e riprende in mano la propria vita. La libertà tuttavia non è un regalo, ha un prezzo. Per conquistarla, Ilaria deve affrontare una dolorosa discesa negli inferi della propria sofferenza, di bambina picchiata e vittima di violenza assistita, sciogliere i nodi del passato e riportare alla luce il fil rouge di violenza che da almeno tre generazioni, come una maledizione ancestrale, incatena le donne della sua famiglia. Ilaria B., sarà colei che riuscirà a spezzare quelle catene, a liberare le proprie figlie, a risalire dal sommerso e a volare.

Pensando alla protagonista, Ilaria, ci sono elementi autobiografici che vi accomunano?

Ilaria non solo rispecchia il mio pensiero, ma racchiude anche il peggio e il meglio di me. Il peggio è rappresentato dalla sua incapacità di reagire, di prendere posizione di fronte alla violenza. Il meglio sono il suo coraggio e la sua forza che ad un certo punto irrompono e la portano a superare ogni cosa e a riscattarsi.

In merito al tema della violenza domestica sulle donne, “come si potrebbe intervenire efficacemente, oggi”?

Il fenomeno della violenza sulle donne, nel quale rientra la violenza domestica, è un problema di tutti, anche di chi non picchia la moglie, anzi ti dirò di più anche di chi la moglie non ce l’ha. Battute a parte, il fenomeno riguarda tutti, donne e uomini, giovani e anziani, perché in una famiglia in cui scatta la violenza, non solo c’è una donna in pericolo e un uomo che va fermato, ma spesso ci sono figli che assistono e che vanno messi al riparo affinché non acquisiscano modelli devianti che andranno a riprodurre poi da adulti. Quindi occorre intervenire su due piani, uno immediato e uno sul lungo termine: nell’immediato bisogna intervenire nelle situazioni in cui la violenza è in atto, per mettere in salvo le donne, e arginare il numero dei femminicidi che ricordiamolo in Italia sono stati 120 nel 2016 e non tendono a diminuire. Sul lungo termine, invece, occorre fare prevenzione, andando nelle scuole a formare i giovani, parlando ai nostri figli, che sono gli adulti di domani e come ci arriveranno al domani è anche responsabilità nostra. Se non abbiamo figli, parliamo ai nipoti. Se siamo insegnanti, parliamo ai nostri studenti. Tutti siamo coinvolti, nessuno escluso. Tutti possiamo dare il nostro contributo per diffondere la cultura del rispetto, perché amare significa prima di tutto rispettare, e laddove c’è rispetto non c’è violenza. Forse sono eccessivamente ottimista, ma questa è la direzione verso cui dobbiamo andare per contrastare la violenza.

Hai deciso di devolvere i proventi del libro in beneficenza alla Onlus SVS Donna Aiuta Donna, associazione di avvocati che affianca il centro antiviolenza SVS di Milano : cosa ti ha portato a questa scelta?

Il mio è un segno di riconoscenza nei loro confronti perché quando ho avuto bisogno, loro mi hanno aiutata. Molti centri antiviolenza, che costituiscono, ci tengo a sottolinearlo, il punto di riferimento principale per una donna vittima di violenza, purtroppo sono costretti a chiudere per mancanza di fondi, soprattutto dopo il recente taglio sociale. Quindi molto, se non tutto, è lasciato nelle mani del volontariato. Sono ben felice che il mio contributo, piccolo o grande che sia, andrà a sostegno degli importanti progetti di SVS DAD.

Perché la gente dovrebbe leggere il tuo libro?

Perché può piacere o non piacere, ma sicuramente non lascia indifferenti. Dalla storia di Ilaria si torna cambiati.

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NASA – A Human Adventure: lo spazio è sempre più vicino

di Federico Poni – Tutti da piccoli abbiamo sognato di essere astronauti, chi più chi meno. Tutti volevamo prima o poi camminare sulla luna, schivare meteore all’interno della nostra navicella e fluttuare nel cosmo.

Non proprio tutti se lo son dimenticati!

Martedì 26 Settembre  è stata inaugurata la mostra “A Human Adventure”, un’esposizione che celebra le imprese dell’uomo nello spazio attraverso fotografie dei momenti più significative, video di repertorio, riproduzioni di parti di navicelle: una fruizione aperta a tutte le età.

I colori dominanti sono rosso e blu, come U.R.S.S. e U.S.A., le due potenze in gara per il dominio dell’universo durante la guerra fredda, le due nazioni che hanno contribuito alla conoscenzadell’oltre”, dell’ignoto.

L’accesso alla mostra è caratterizzato da una riproduzione della passerella di metallo che percorsero gli astronauti delle varie missioni Apollo per entrare nella cabina di comando.

Il tutto parte con i racconti di come era immaginata la stazione spaziale nelle varie epoche umane, dall’antico fino alla fantascienza, per poi arrivare alla realtà della Corsa allo Spazio tra i due colossi della Guerra Fredda, sempre in conflitto per avere il suprematismo tecnologico.

A fianco del modello dello Sputnik, il primo satellite artificiale mandato in orbita dall’URSS circa 60 anni fa, si trovano le storie dei due uomini che per primi andarono nello spazio, il sovietico Jury Gagarin e lo statunitense Alan Shepard: con questo preludio si aprono le porte a cimeli spaziali, riproduzioni (e originali) di razzi e shuttle che hanno sorvolato l’atmosfera, come il modulo di comando dell’Apollo o le capsule da trasporto Mercury e Geminy ma anche vari abbigliamenti per le diverse tipologie di missione.

Chi non vuole chiudere nel cassetto il sogno dello spazio potrà sperimentare una simulazione di volo a “bordo” del Mercury Liberty Bell 7. Il “G-Force – Astronaut Trainer” genera forza di gravità simulando la partenza, il volo sopra l’atmosfera e infine l’atterraggio: provare l’illusione di volare nello spazio è roba per tutti.

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NASA – A Human Adventure è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19:30 fino al 4 marzo 2018 presso lo Spazio Ventura XV, in via Giovanni Ventura 15 a Milano.




Si ride e si pensa con “Chi m’ha visto”

In attesa dei capolavori della Mostra del Cinema di Venezia, in corso proprio in questi giorni, prepariamoci a ridere e a riflettere con il film italiano “Chi m’ha visto”, con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, regia di Alessandro Pondi, nelle sale dal 28 settembre. Un film che riporta al gusto della commedia all’italiana degli anni ’60 dei Maestri Mario Monicelli, Dino Risi e Luigi Comencini.

La pellicola, ispirata a un fatto vero, è ambientata nella Puglia dei giorni nostri e racconta la storia rocambolesca, comica e grottesca di Martino Piccione, chitarrista di grande talento che collabora con tutte le più grandi star della musica leggera italiana. Peccato però che nessuno si accorga di lui, perché l’attenzione del pubblico è tutta rivolta al cantante famoso di turno. D’altra parte il mondo dello spettacolo è così: non conta quanto vali, conta quanto appari e proprio in nome di una esagerata ed effimera apparenza, si finisce per dimenticare la sostanza delle cose. Tutte le volte che Martino ritorna a casa nel suo paesino in Puglia, deve subire le ironie dei suoi concittadini che lo sfottono per la sua ossessione di diventare un musicista famoso. Con l’aiuto del suo migliore amico Peppino, un “cowboy di paese” con pochi grilli per la testa, Martino decide di mettere in atto un piano strampalato per attirare finalmente l’attenzione mediatica su di sé: organizza la propria sparizione. Le conseguenze di questo gesto estremo sono del tutto inaspettate.

Il film rappresenta il debutto alla regia di Alessandro Pondi, scrittore e sceneggiatore che per il cinema ha firmato pellicole come “K il bandito” di Martin Donovan, “Litium Cospiracy” di Davide Marengo, “Mio papà” di Giulio Base, “Poli Opposti”, “Natale a Beverly Hills” e “Natale in Sud Africa”.

Oltre ai protagonisti Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello, il cast del film è di tutto rispetto: Mariela Garriga, Dino Abbrescia, Sabrina Impacciatore, insieme a tantissimi altri ospiti sorprendenti, eccezionalmente in prestito al cinema per l’occasione.

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IO di Gianna Nannini è la hit dell’estate 2017

L’estate 2017 ha una splendida e energica colonna sonora: IO, il tormentone estivo di Gianna Nannini, riproposto in una nuovissima versione. Il brano sarà disponibile da oggi, 16 giugno, su tutte le piattaforme digitali in download e streaming, completamente riarrangiato, grazie a un sound innovativo, per accompagnarci durante le vacanze.

Ma Gianna è inarrestabile! Dopo lo strepitoso successo di pubblico e critica del tour europeo nella prima parte dell’anno, la rocker è ora impegnata nella definizione degli ultimi dettagli del nuovo disco di inediti che uscirà il 27 ottobre prossimo.

Nel frattempo è già iniziata la caccia al biglietto per i tre concerti che si terranno a fine 2017: il 2 dicembre a Roma (Palalottomatica), il 4 dicembre a Milano (Mediolanum Forum) e il 6 dicembre a Firenze (Nelson Mandela Forum).




In Expo si vola con il Festival del Volo

di EXPerience Milano 2017. Per la tre giorni dedicata al volo non mancheranno  appassionanti gare aerostatiche, voli frenati in coloratissime mongolfiere ad aria calda e i maestosi palloni a gas, piper, alianti, enormi aquiloni fino ai 18 metri dalle forme più svariate, i laboratori, i “bubble football”, i droni, le esposizioni di aeromobili, i simulatori di volo, oltre al corollario enogastronomico e alla sfilata di auto d’epoca.  Non solo. Il 2 giugno alle 18.00, il Festival  del Volo ospiterà Davide Van De Sfroos.

Da segnalare poi la mostra che illustra la storia del volo, dall’aerostatica alle donne nello spazio, che in uno dei tre giorni di kermesse vedrà la partecipazione di un astronauta italiano di fama mondiale.  La mostra storica illustrerà un viaggio meraviglioso, ripercorrendo gli scenari incantevoli delle prime esplorazioni, dal primo  volo organizzato dai fratelli Montgolfier, ai fantascientifici ed entusiasmanti racconti di Jules Verne, fino alle incredibili imprese dei giorni nostri, con il giro del mondo in pallone senza scalo di Bertrand Piccard.

Cuore dell’esposizione sarà la sezione legata alla storia dei “giganti più leggeri dell’aria”, con antichi oggetti esclusivi provenienti da collezioni private. La rassegna verrà organizzata in collaborazione con i principali musei aeronautici italiani come Volandia, Vigna di Valle, Museo Caproni di Trento e con altre “raccolte”, dal Vittoriale all’Aeronautica Militare. Saranno esposti inoltre quadri, stampe d’epoca, suppellettili di fine Settecento ispirate alla moda “au ballon” e la più completa collezione italiana di medaglie con soggetti aerostatici.




Hans Hartung: una Via nello Spazio

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di Andrea Farano – Considerato che l’estate non ha alcuna intenzione di fare capolino, il mio consiglio è quello di approfittare dei prossimi giorni per recarsi nell’affascinante contesto urbano di City Life e lasciarsi catturare dalla visuale poetica di Hans Hartung (Lipsia1904 – Antibes1989) presso gli spazi della Dellupi Arte che, dopo Georges Mathieu prosegue nella propria missione di ricerca dedicando, con l’ausilio della giovane curatrice Ilaria Porotto, una selezione antologica di grande respiro ad un altro dei pilastri della pittura segnico-informale del secolo scorso.

I muri della galleria accolgono infatti una serie di opere realizzate dal pittore tedesco nel decennio dei sessanta, accomunate nella scelta da un criterio temporale che si traduce, a ben guardare, nella rappresentazione di una comunanza stilistica e concettuale che, come un filo invisibile, attraversa tutti i quadri, spesso monumentali, proposti in rassegna.

È, in ogni caso, un periodo che di certo rappresenta uno dei momenti fondamentali nella complessiva definizione della peculiare espressività di Hartung, quando l’artista sviluppa e porta a pieno compimento una tecnica particolare – il grattage – attraverso cui giunge a sublimare la propria tipica gestualità pittorica, affidandosi a pennelli opportunamente modificati, rulli ed utensili variamente appuntiti per creare un alfabeto segnico riconoscibile appieno tra le molteplici declinazioni astrattiste del secondo dopoguerra.

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Le punte aguzze degli attrezzi scalfiscono fondali tanto ampi quanto cromaticamente dilatati, tracciando percorsi luminosi che si alternano con epigoni segni scuri, in un dialogo di segni muti accomunati da spinte di verticalità che paiono elevare il gesto, ma anche la fruizione dello stesso, ad una dimensione profondamente spirituale e misterica.

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Il flusso continuo, reiterato e insistente del segno grafico – del tutto liberato da esigenze di comunicazione formale e razionale, seppur sempre rispettoso del logos matematico e della sezione aurea – domina da protagonista un non-luogo sconfinato che assume, piuttosto, fattezze e contorni cosmici, sfociando in elementi arcaici che racchiudono ed esprimono la forza primordiale dello Spazio, della Luce, della Materia e del Pensiero.

L’asporto sistematico del colore svela tensioni atmosferiche e interstellari, attraverso un’operazione gestuale che fa dell’assenza e della privazione la modalità per esprimere una intensa ed urgente vocazione creativa.

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Io non so dire se, in fondo, Hartung abbia inseguito, immaginato e dipinto per tutta la vita una sola immagine iconica, ossia quel fulmine che, come un astro in vorticoso movimento, squarciava la sua notte buia di bambino perso nel proprio telescopio: certo è che nessuno come lui è stato capace di tracciare – ed offrire a noi fortunati osservatori della sua opera – una via luminosa nella quale scorgere il proprio personale cammino di conoscenza.

 

“l fulmine governa ogni cosa.”

Eraclito (frammento 64)

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Hans Hartung: gli anni sessanta

Dellupi Arte, via Spinola n. 8 – Milano

sino al 26 maggio 2017

www.dellupiarte.com

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Biennale al via a Venezia

Al grido di “Viva Arte Viva” sabato 13 maggio prende il via a Venezia l’Esposizione Internazionale d’Arte, meglio nota come Biennale, presso i Giardini e Arsenale . L’apertura ufficiale della Biennale sarà preceduta da intense giornate di anteprima in cui per i calli veneziani si riverserà la stipa internazionale oltre agli attesi buyers provenienti dai quattro angoli del pianeta. L’esposizione sarà aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, ad eccezione del lunedì, fino al 26 novembre 2017. Il biglietto di accesso giornaliero alla Biennale parte da 25 euro.

La 57° edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia è curata da Christine Macel e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La Mostra annovera la partecipazione di 120 artisti provenienti da 51 Paesi di cui 103 presenti per la prima volta in Biennale e 86 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Il tema scelto per questa edizione della Biennale Arte è Viva Arte Viva, immaginando una mostra fatta dagli artisti, con gli artisti e per gli artisti. Il progetto espositivo pone gli artefici della creazione in prima linea, garantendo loro l’opportunità di esprimersi in totale libertà.

La mostra si sviluppa intorno a nove capitoli o famiglie di artisti, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri universi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini. “La Biennale si deve qualificare come luogo che ha come metodo, e quasi come ragion d’essere, il libero dialogo tra gli artisti e tra questi e il pubblico” sostiene Paolo Baratta, presidente della Biennale, secondo cui: “con questa edizione si introduce un ulteriore sviluppo; è come se quello che deve sempre essere il metodo principale del nostro lavoro, l’incontro e il dialogo, diventasse il tema stesso della mostra. Perché questa Biennale è proprio dedicata a celebrare, e quasi a rendere grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza”.  Per Christine Macel si tratta di una Biennale “ispirata all’umanesimo. Un umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana. È un umanesimo nel quale l’atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità”.

Ognuno dei nove capitoli o famiglie di artisti della mostra costituisce di per sé un Padiglione. Dal “Padiglione degli artisti e dei libri” al “Padiglione del tempo e dell’infinito”, questi nove episodi propongono un racconto, spesso discorsivo e talvolta paradossale, con delle deviazioni che riflettono la complessità del mondo, la molteplicità delle posizioni e la varietà delle pratiche. Per la curatrice “la mostra si propone così come una esperienza che disegna un movimento di estroversione, dall’io verso l’altro, verso lo spazio comune e le dimensioni meno definibili, aprendo così alla possibilità di un neoumanesimo”. In definitiva Viva Arte Viva vuole al contempo infondere una energia positiva e prospettica, rivolta ai giovani artisti e che al contempo dedica una nuova attenzione agli artisti troppo presto scomparsi o ancora misconosciuti al grande pubblico, malgrado l’importanza della loro opera”.

Attorno alla mostra principale della curatrice, 86 padiglioni dei Paesi partecipanti daranno vita ancora una volta a quel pluralismo di voci che è tipico della Biennale di Venezia.

In particolare, il Padiglione Cina  presenta un progetto espositivo curato da un artista per gli artisti, dal titolo Continuum – Generation by Generation. La mostra propone una riflessione incentrata sul concetto di ‘eternità’: ponendo in dialogo arte contemporanea e arte vernacolare, offre una chiave di lettura del misterioso protrarsi della tradizione cinese nella produzione artistica, nel corso dei secoli. Qiu Zhijie è stato chiamato a curare questa esposizione. La missione che il Padiglione Cinese si pone è quella di catturare l’energia del continuum – o del “Bu Xi” così come definito nella cultura cinese – al fine di ritrovare nella vitalità che caratterizza il fare arte ai nostri giorni quel valore di rigenerazione narrato dai testi antichi, registrando le trasformazioni e il rinnovamento nelle arti applicate tradizionali.

Oltre al percorso ufficiale della Biennale, sono numerosi gli eventi artistici collaterali che, nei prossimi mesi, affiancheranno l’Esposizione Internazionale. Tra questi:

JAN FABRE Glass and bone sculptures 1977-2017 Venezia, Abbazia di San Gregorio (Dorsoduro 172) | 13 maggio -26 novembre 2017

MEMORY AND CONTEMPORANEITY – Venezia, Arsenale Nord – Tese 98-99 | 13 maggio -26 novembre 2017

SAM HAVADTOY. 18 – 17 Venezia, Palazzo Bembo (Riva del Carbon 4793) | 13 maggio -26 novembre 2017

BEAT KUERT. Good Morning Darkness – Venezia, Palazzo Bembo (Riva del Carbon 4793) | 13 maggio -26 novembre 2017

Con la Biennale nasce inoltre la Fondazione delle Arti presso il Palazzetto Pisani di Sestiere di S. Marco per promuovere gli eventi culturali veneziani di elevata qualità, legati alla salvaguardia dell’identità della città, del suo patrimonio artistico e storico e della qualità della sua offerta culturale.

Nel corso dei prossimi mesi poi, tra gli eventi che affiancheranno l’Esposizione vi sono: il Festival Internazionale di Danza Contemporanea e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.