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Bagna cauda day e Langhe

Per un intero week end, protagonista delle tavole italiane e non solo, sarà la bagna cauda, piatto della tradizione che piemontese a base di acciughe, olio e tanto aglio. Un’occasione da non farsi sfuggire per concederis un ghiotto e rilassante fine setitmana nelle Langhe.

Dal 25 al 27 novembre si cleba infatti la quarta edizione del bagna cauda day con oltre 13 mila posti a tavola saranno riservati ai bagnacaudisti in oltre 130 locali, dal ristorante stellato alla  cantina sociale. Da non perdere poi il coraggioso “Barbera kiss” il bacio a mezzanotte” che tutti i bagnacaudisti si scambieranno in centro ad Asti e in altre piazze e nei ristoranti al termine delle serate.

Coinvolti oltre 120 cuochi nelle cantine storiche, ristoranti e vinerie dell’Astigiano, Monferrato, Langa e Roero e nel resto del mondo proporranno la loro Bagna Cauda “come Dio comanda” (tradizionale), “eretica” o “atea” (con poco e senz’aglio).  In tutti i locali aderenti il prezzo della bagna cauda sarà di 25 euro, dolce, caffe e tovagliolo d’autore (firmato  da Antonio Guarene con lo slogan “Siamo tutti nella bagna”) compresi.

L’anteprima del bagna cauda day si terrà Imperia, dall’11 al 13 novembre (con la rassegna OliOliva) per poi spostare il baricentro ad Asti. Il bagna cauda day coinvolge altre piazze di rilievo a partire da Torino, Casale Monferrato, Ovada, Costigliole d’Asti e in decine di altri paesi di Langa, del Monferrato del Roero. All’appello hanno risposto anche dall’estero: da Berlino a New York e all’Australia. Perfino l’isola di Tonga celebrerà il rito della bagna cauda.

 




Le Tenute La Montina, per scoprire la Franciacorta partendo dalle cantine

La scoperta della Franciacorta non può che iniziare dalle cantine. Un ottimo punto di partenza sono Le Tenute la  Montina di Monticelli Brusati, aperte ogni giorno per accompagnare winelovers, appassionati o semplicemente curiosi alla scoperta delle blasonate bollicine in un paesaggio emozionate, ancora di più in autunno, quando la natura si veste d’oro e rubino.  Le Tenute La Montina infatti si trovano tra il lago di Iseo e l’anfiteatro morenico della Franciacorta, in una zona che gode di uno speciale microclima particolarmente favorevole alla coltivazione della vite. La “cantina che si racconta”, visite con degustazioni guidate di Franciacorta, porte aperte durante tutti gli week end: così Le Tenute La Montina di Monticelli Brusati, in Franciacorta, accolgono gli enoturisti. Le Tenute La Montina sono una delle  aziende storiche della Franciacorta con una produzione media è di 380.000 bottiglie annue.

A Le Tenute La Montina si  visita una cantina scavata per oltre 7.450  metri quadri nella collina tappezzata di vigneti, una cantina in grado di tutto l’anno la minore escursione termica possibile (attorno ai 13°- 16°)  e la condizione ottimale per la giusta maturazione dei Franciacorta. Qui la  passione e la tradizione danno vita  al perlage finissimo e persistente, alla piacevole sapidità e freschezza dei suoi Franciacorta. Gli ospiti de Le Tenute La Montina possono poi seguire i complessi passaggi che portano dalla vigna alla bottiglia finita e al bicchiere di Franciacorta dieto cui si sono tre anni minimo in cantina in cui una bottiglia viene toccata 70 volte. Imperdibile poi la tappa presso la settecentesca Villa Baiana, nobile dimora attigua alla sede aziendale e sede di mostre d’arte contemporanea allestire ciclicamente nella Sala delle Esposizioni Temporanee del Museo d’Arte Contemporanea Remo Bianco in Franciacorta.

Un tour in una delle più nobili cantina del Franciacorta non può poi che concludersi con un brindisi. A Le Tenute La Montina si possono scegliere fra tre generi di degustazioni (da uno a tre tipologie di Franciacorta), abbinate a grana padano e salame bresciano.

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DOVE, COME E A QUANTO -Le Tenute La Montina
Dalle 10 alle 15.30
Prezzo: da 10 a 20 euro a seconda della degustazione scelta
Per informazioni: 030.653278.

 

 




Masi con l’Amarone, nella top 100 mondiale

L’Amarone Classico Masi Campolongo di Torbe 2009 ‘Cantina Privata Boscaini’ è nella top cento mondiale. Lo ha decretato James Suckling che nella sua classifica “The top wines of 2016”, ha assegna al pregiato cru dell’azienda vitivinicola veronese la 59° posizione su oltre 10mila bottiglie degustate.
“The top wines of 2016” ha preso in esame oltre 10mila e ha poi inserito nella top100 mondiale  26 vini italiani: 11 etichette toscane, 9 piemontesi e appunto 2 venete.  “L’inserimento del Campolongo di Torbe 2009 nella classifica di Suckling premia il concetto di cru di cui Masi è stato il brand pioniere in Italia a partire dagli anni ’50, interpretando già da allora le potenzialità qualitative del vino proveniente da un unico vigneto.  Questo Amarone nato nel 1958 rappresenta l’espressione eccellente di uno dei pregiati terroir della Valpolicella Classica e appartiene alla nostra collezione di ‘tesori liquidi’, la Cantina Privata Boscaini, assieme ad altri cru come il Mazzano, prodotti in quantità limitata e solo nelle migliori annate” ha dichiarato in merito  Raffaele Boscaini, direttore marketing di Masi.

E un altro cru di Masi è stato celebrato la settimana scorsa negli Stati Uniti: il Vaio Armaron Amarone Classico Serego Alighieri, decretato come uno dei dieci migliori vini al mondo per Wine Spectator. L’Amarone prodotto nello storico Château di proprietà dei Conti Serego Alighieri è stato presentato da Raffaele Boscaini nella “Wine Spectator’s Top 10 Wines”, durante la New York Wine Experience. “Da anni l’appuntamento della New York Wine Experience è per Masi immancabile, siamo sempre stati selezionati tra i protagonisti, dimostrando come l’Amarone sia uno dei campioni dell’enologia mondiale. Ora ” conclude Raffaele Boscaini.




Tutti i colori del Pinot Nero FVG

Cinque diverse interpretazioni del  Pinot Nero FGV (Friuli Venezia Giulia) il “più rosso dei vini bianchi del Friuli”. La collezione che custodisce racchiude cinque bottiglie di Pinot Nero FVG ,  ognuna interprete di un Pinot Nero di una diversa area della regione Friuli Venezia Giulia.  A racchiudere, senza nascondere, le differenti declinazioni del Pinot Nero FVG, un coperchio trasparente, che reca impresso in rilievo il logo dell’associazione.

Cinque sono infatti le cantine friulane ideatrici della Rete d’Impresa: Castello di Spessa, Conte d’Attimis Maniago, Masut da Rive, Russolo, Zorzettig. Cantine certamente molto diverse tra loro ma che nelle potenzialità del vitigno credono fermamente. Così, nella regione “bianchista” d’Italia,  i “pionieri del Pinot Nero friulano” si sono impegnati in prima persona per accrescere la notorietà di questo vino, raccontando le caratteristiche che in Friuli Venezia Giulia rendono unico il Pinot Nero, il rosso che meglio affianca le uve a bacca bianca nell’esaltare le qualità enologiche del Friuli Venezia Giulia.

 

Il Pinot Nero è infatti il vino che più sa esprimere i segreti più intimi di un terroir e la sensibilità interpretativa del vinificatore. Questo vitigno rispecchia come pochi altri l’ambiente in cui cresce ed è in grado di tradurlo in vini di straordinaria finezza, riconoscibilissimi e indimenticabili, fusione d’identità varietale ed eleganza espressiva. Caratteristiche che identificano appieno il territorio friulano e l’enologia di questa regione, conosciuta da sempre per l’attenzione “maniacale” con cui vengono trattati i vigneti, le uve, i vini.

 




Dante, Verona, la Valpolicella e il vino

Proprio ora che con “Inferno”, il film di Ron Howard tratto dal libro di Dan Brown  e interpretato da Tom Hanks , ha riportato Dante nelle conversazioni quotidiane, oltre che alla ribalta internazionale, può essere interessante andare sulle orme di un Dante meno conosciuto …quello veronese. L’autunno potrebbe essere la stagione ideale per andare per Verona e la Valpolicella alla scoperta del sommo poeta …..e dei suoi discendenti che oggi si dedicano anche all’ospitalità e alla produzione del vino … proprio a Verona, lontano dalla “natia” Firenze.

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Dante su invito di Cangrande della Scala, alla morte dell’Imperatore decise di trasferirsi alla corte veronese, in quegli anni nel pieno della sua potenza, dove era stata garantita la sicurezza e il rifugio per sé e per i suoi figli proprio da Cangrande. Il poeta visse a Verona solo cinque anni, tra il 1313 e il 1318, gli anni del “Paradiso“, prima poi di proseguire verso Ravenna dove Dante morì nel 1321. Ma il legame con Verona è tutt’oggi attuale. Il figlio Pietro infatti, incantato dalla  bellezza di Verona e della campagna circostante, decise di rimanervi acquistando, nel 1353, la possessione Casal dei Ronchi in Gargagnago, nel cuore della Valpolicella storica. Casa e terreni, dopo ventun generazioni, sono tuttora di proprietà dei conti Serego Alighieri, discendenti diretti di Dante e collaborano con Masi Agricola nella produzione di vini. Qui infatti si producono tra l’altro il Vaio Armaron, un raffinato Valpolicella classico e il Recioto.

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Oggi la Foresteria della tenuta Serego Alighieri, un’immensa proprietà con una villa del XIV-XVI secolo, può essere un ottimo punto per esplorare Verona, la Valpolicella e le sue cantine a partire proprio dalla cantina dei discendenti di Dante che si contraddistingue, a giudizio degli esperti, per la presenza i fusti di ciliegio in cui riposano i vini del casato e di un  tradizionale fruttaio per l’appassimento delle uve. 

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DOVE E COME
La Foresteria: via giare 277, Gargagnago,  Sant’Ambrogio di Valpolicella
La rivendita: Via Stazione Vecchia, 472 – Loc. Gargagnago, Sant’Ambrogio di Valpolicella
39-045-7703622
serego@seregoalighieri.it

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Autumn Blues? In Portogallo passa

Se fuori diluvia, il cielo è grigio e il freddo inizia a entrare nelle ossa, è il momento giusto di prenotare almeno un week end in Portogallo  dove il clima è mite anche a novembre, il potere d’acquisto dà soddisfazione (un caffe e un pastel de nata in pieno centro a Lisbona costano due euro e garantiscono una pausa calda e golosa) e l’accoglienza è tanto calorosa da lasciare quasi stupefatti: nessuno invita a liberare il tavolo in fretta e furia e gli hotel, salvo imprevisti, garantiscono una disponibilità delle camere ben più ampia che in qualsiasi altro Paese.

 

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Cultura, tradizione ed enogastronomia sono tre delle principali ragioni per decidersi a prenotare un volo sul Portogallo. E se tutto questo non bastasse, il Portogallo, e in particolare la regione più a Sud del Paese, l’Algarve, è tra le meta di tendenza per il cicloturismo e il trekking grazie alla linea costiera che si estende lungo il lato meridionale del Portogallo, alle sue lunghe distese di sabbia protette da alte falesie dai riflessi dorati e nei suoi percorsi verdi caratterizzati dalla bassa vegetazione un itinerario su misura.

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Gli itinerari sono mozzafiato ma, in particolare, sono quattro a distinguersi: la Rota Vicentina, la Via Algarviana, la Grande Rota do Guadiana e l’Ecovia do Litoral, i 220 chilometri di pista ciclabile lungo la costa atlantica che collegano Vila Real de St. Antonio, al confine con la Spagna, con Cabo de Sao Vicente.

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Castagne e sci: dalla Val Chiavenna all’Engadina

È un viaggio tra due mondi quello che partendo dalla Val Bregaglia, la valle svizzera di lingua italiana che collega la Val Chiavenna con l’Engadina, arriva fino a St Moritz per poi ridiscendere a Tirana tra laghi alpini, boschi e le valli da sogno attraversate treno rosso del Bernina. La tradizione e i borghi dove il tempo pare essersi fermato da un lato, dall’altro il glamour e l’innovazione. È un viaggio all’insegna della lentezza, della scoperta e della sorpresa. Anche per questo, potendo concedersi il lusso di qualche ora di tragitto in più vale la pena di salire sugli autobus gialli svizzeri, i tipici postali, in partenza da Chiavenna per poi proseguire con calma, tappa dopo tappa, sulla strada che tocca il castagneto storico di Castasegna, tra i più grandi d’Europa, Stampa, il passo del Maloja, il lago di Sils e arriva a Saint Mortiz scoprendo la luce, il verde dei prati, l’azzurro acceso dei laghi e dei torrenti di montagna che hanno incantato un artista come Giovanni Segantini, i Giacometti (Alberto certo, ma anche Diego, Bruno, Giovanni e Augusto) e Varlin (Willy Guggenheim). È un viaggio per tutte le stagioni, ma l’autunno può riservare sorprese inattese come il Festival delle castagne della Val Bregaglia, giunto ormai alla sua dodicesima edizione (quest’anno si è tenuto tra il 1 e il 23 ottobre),  in cui il prezioso frutto diventa protagonista dei menù, delle passeggiate e della riscoperta di un territorio che, per l’occasione, si tinge del giallo e del rosso dei castagni. Per chi poi volesse giocare d’anticipo e spolverare gli sci, non mancano le piste aperte a pochi km di distanza.  Il 22 ottobre infatti apre la stagione il Diavolezza, mentre a novembre è la volta di alcuni impianti del Corviglia e del Corvatsch storiche località del comprensorio di St Moritz.

L’arrivo a Stampa, località di origine dei Giacometti è già una sorpresa con il castello di Castelmur del XVIII secolo che si staglia nella valle, le cascine dove si procede al lungo processo di essicazione delle castagne e i castagni secolari, di dice portati in questa valle in epoca romana, che si inerpicano sui ripidi pendii fino Soglio, paese a 1090 metri di altezza baciato tutto l’anno del sole e che sembra uscito direttamente da un’altra epoca. E non si tratta solo dell’armonia generata dall’insieme di case in pietra con i tipici tetti costruiti con “piotte” (sassi piatti) e antichi fienili, dal labirinto di strette viuzze acciottolate e dalla miriade di fontane affacciate sulle cime del gruppo Sciora e del Pizzo Badile che domina la valle. In una giornata soleggiata lo scenario che  da Soglio si apre sulla valle è di quelli che si dimenticano difficilmente, se poi si volessero seguire le orme di Segantini che a Soglio passava spesso i suoi inverni tanto da descriverla come “la soglia del paradiso”, e rimanere più a lungo, gli hotel non mancano e neppure le alternative immersi nella natura:   la possibilità di soggiornare nei dintorni nelle cascine adibite all’essicazione delle castagne (per avere i dettagli è bene rivolgersi all’ufficio del turismo di Bregalia) e, volendo, di prendere parte alle attività agricole in compagnia dei castanicoltori che, dopo la raccolta di ottobre a metà novembre, si occupano della battitura del frutto. In questa stagione la castagna è la protagonista indiscussa dei menù sia delle valli: gnocchi e pasta a base di farina di castagne, come accompagnamento alla selvaggina e nei dolci. Nel borgo persino il turista occasionale percepisce fin da subito il sentimento di appartenenza alla comunità. Non è un caso che in un posto così ci sia persino un negozio, “la Bottega”, privo di venditori e dove ci si affida completamente all’onestà altrui nel pagare gli acquisiti effettuati in una apposita cassetta. E finora, a quanto pare, i conti son sempre tornati. Riprendere il cammino può essere difficile vista la serenità e la poesia emanate Soglio, ma lo sforzo sarà comunque ampiamente ripagato. L’autunno a St. Moritz d’autunno è infatti la stagione dell’oro con i larici dell’Engadina che si tingono di giallo-arancio e si specchiano nei laghi e nei corsi d’acqua che circondano la perla delle Alpi.

 




A Villa Santa Maria per la Festa dei Cuochi

Showcooking con le star della cucina internazionali, degustazioni, dibatti e la storica competizione del Cuoco Doc trasformeranno, il 15 e il 16 ottobre, la cittadina abruzzese, ancora una volta, nella città dei cuochi. La 38° edizione della Festa dei Cuochi di Villa Santa Maria affonda le sue radici nella storia del borgo, da cui sono provenuti, nel tempo, molti dei maggiori chef che hanno portato la cucina italiana nel mondo. Un racconto ricco di miti, leggende e storie tutto da scoprire in un territorio, purtroppo ancora poco cosciuto, le cui materie prime (a iniziare dal grano della pasta….qui infatti hanno avuto origine i più grandi pastifici italiani) sono diventate “star” dei fornelli  in tutto il mondo. Ancora oggi la Festa dei richiama chef da tutto il territorio nazionale e non solo. Un’occasione unica per trascorrere qualche giorno alla scoperta di borghi, boschi, tradizioni e dei suggestivi trabocchi sulla costa.

La giornata di sabato 15 ottobre inizierà con il concorso di cocktail presso l’Istituto Alberghiero Marchitelli di Villa Santa Maria,  primo istituto dedicato al settore in tutta Itala e ancora oggi tra i più noti. Nel pomeriggio via libera agli show cooking, prima con gli insegnanti e gli alunni del Marchitelli e, a seguire con uno degli chef vegani più amati, Cristiano Bonolo. Una “sfida” davvero simpatica considerando la secolare tradizione regionale basata su salumi, carne, formaggi e grandi piatti a base di pesce. Per l’appuntamento di Villa Santa Maria presenterà la Tela di pasta all’essenza di cannella, un mix di colori e gusto davvero intrigante.

La sera a Villa Santa Maria sarà allietata dalla tradizionale cena preparata dai cuochi del paese, il modo ideale per prepararsi allo spettacolo con Andy Luotto. Volto televisivo amato da tutti, protagonista al fianco di Arbore in alcune trasmissioni di successo, Luotto ha saputo legare l’amore per la tv e la musica alla passione per la cucina, attività che oggi porta avanti con soddisfazione.

La domenica 16 ottobre a Villa Santa Maria sarà riservata al padrino della 38^ edizione, Edoardo Raspelli, amato volto tv, presentatore e noto giornalista gastronomico. Simpatia e professionalità si mescolano nei suoi innumerevoli interventi tra le pagine dei maggiori quotidiani nazionali e nelle trasmissioni di successo come Melaverde.

Per chiudere in bellezza il pomeriggio della domenica di Villa Santa Maria  ci sarà anche un momento goloso con uno dei dolci simboli della regione e della zona di Castel Frentano, i Bocconotti. Sarà Piero Bucci, proprietario della Bottega del Bocconotto di Castel Frentano (Ch) a dare dimostrazione e qualche assaggio di questo “misterioso” dolce abruzzese la cui ricetta originale resta ancora in parte sconosciuta.

 




Per Marzadro un autunno ricco di novità

 Al via un autunno pieno di novità per Marzadro. Gli alambicchi sono pronti per dare il benvenuto alla stagione distillando le prime vinacce che arriveranno in azienda, ossia quelle di Chardonnay dalle quali la Marzadro ricava una delle Grappe monovitigno della linea le Giare. A seguire, per tutto l’autunno e per una piccola parte dell’inverno, gli otto alambicchi in rame continueranno a pieno ritmo la loro attività sino alla fine dell’anno, solo una breve sosta in attesa delle vinacce di amarone e la riaccensione per i mesi di febbraio e marzo.Da non perdere anche l’inaugurazione a novembre di una nuova ala della distilleria di Nogaredo: un ampliamento curato da Günther Plaickner, l’architetto che ha realizzato la struttura una decina di anni fa anche per predisporre un migliore spazio di accoglienza per i turisti in arrivo in visita alla distilleria. “La necessità d’ingrandire il nostro punto vendita era improrogabile” dichiara Alessandro Marzadro “Il numero dei turisti che fanno visita alla distilleria è in costante crescita. Abbiamo quindi pensato di riservargli uno spazio maggiore per accoglierli al meglio e per far degustare loro i nostri prodotti. In aggiunta, abbiamo studiato anche un percorso di visita molto suggestivo poiché, oltre al punto vendita, è stata ampliata anche la cantina d’invecchiamento con la realizzazione di una passerella sospesa sopra la barricaia, così che si possano vedere dall’alto le oltre 2.000 botti e le anfore di terracotta”.Tutto pronto anche per la prima vendemmia, a firma Marzadro, di Madonna delle Vittorie, l’azienda di Arco acquistata nello scorso mese di aprile. La raccolta dello Chardonnay, utilizzato per produrre lo Spumante Trento Doc è già a buon punto, seguita a pieno ritmo dalla raccolta di Gewürztraminer e Nosiola e delle uve rosse come il Teroldego.




ConFusion, un locale da scoprire sulle rive dell’Adige

ConFusione 1 italo e tatjanaIl ConFusion è un locale da scoprire almeno per tre ragioni: la posizione incantevole sulle rive dell’Adige e proprio a ridosso del centro storico di Verona, la cura maniacale di singolo  dettaglio dalle posate, ai portatovaglioli, fino alla presentazione del piatto, ma soprattutto, una cucina che unisce tre tradizioni: quella mediterranea, quella giapponese e, infine, quella sudamericana. La proposta della carta, sia per un drink che per un cena, non è mai banale ma è frutto di un’attenta ricerca che esalta tradizioni diverse e materie prime di qualità.

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Il ConFusion, lounge, caffetteria e ristorante, nasce a Verona dal desiderio dello chef Italo Bassi di esprimere a pieno la propria personalità e quella della moglie Tatjana Rozenfeld, profondamente innamorata dell’arte, con un’idea in mente ben precisa: quella di privare dell’eccesso di formalismo l’esperienza di una cucina d’autore e di un menu gourmet.

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Al ConFusion c’è un’attenzione assoluta alla materia prima italiana, caposaldo della cucina di Italo Bassi, e alla sua presentazione in piatti sempre eleganti, dove emerge anche l’esperienza giapponese dello chef. “Tre ingredienti in un piatto, se di ottima qualità, sono già troppi – dice Italo Bassi – Se si ha a disposizione un grande ingrediente occorre farsi da parte e lasciare che sia lui ad interpretare il ruolo da protagonista”. In cucina, oltre a Bassi, anche il sous chef giapponese Masaki Inogouchi e Ivan Bombieri. La contaminazione tra differenti espressioni gastronomiche passa anche dalla loro grande professionalità. Da  non perdere il polpo all’olio di oliva con crema di peperoni dolci e fagiolini profumati all’aglio e yuzukoshò (18 euro), che unisce il Mediterraneo all’Oeriente e lo ying yang di gamberi rossi, quinoa allo zenzero racchiuso da una sfera di avocado e adagiato su una mousse di peperoni rossi (leche de tigre) al mango e con un assaggio di caviale (18 euro), un’esplosione di sapore dalla forma stupefacente. Interessante la proposta di sushi.

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Il ConFusion porta a Verona un concetto di locale internazionale, con tre differenti spazi al proprio interno. Si parte dall’angolo caffetteria “perché bere un gran caffè è ormai molto difficile”, spiega lo chef. Si prosegue con il palcoscenico, la cucina, uno spazio al piano terra che richiama la cultura giapponese di mangiare direttamente al banco di fronte allo chef. Qui nascono i piatti del ConFusion e qui lo chef Inogouchi prepara le proposte di sushi presenti in carta. Al piano superiore il lounge bar con una selezione di assoluto livello e la competenza di due barman professionisti, circondato da 7 terrazzini affacciati sul dolce scorrere del fiume Adige, particolarmente romantico la sera. Tre differenti anime che al ConFusion si mescolano e si intrecciano con disinvoltura, abbattendo i paletti temporali e prolungando l’orario in cui è possibile gustare le creazioni dello chef, magari abbinandole con un miscelato di livello o con un grande champagne.

DOVE

Verona, Via Ponte Nuovo, 9
Telefono: 045 4624806
Drink a partire da 10 euro
Prezzo medio per cena: 40-50 euro. Percorsi di degustazione 5 portate 65 euro; 7 portate: 85 euro.

 

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