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“DOMANI”: il futuro è possibile

di Elisa PediniDal 6 ottobre nelle sale cinematografiche italiane, “DOMANI”, l’importante film sul nostro futuro, per la regia dello scrittore francese Cyril Dion e dell’attrice e regista Mélanie Laurent. Pellicola intelligente, coinvolgente, comprensibile, incisiva. “Domani” va visto, assolutamente. Ci chiama in ballo tutti e ci mostra in modo, a dir poco, inequivocabile, che tutti noi, ma proprio tutti, possiamo e dobbiamo, fare qualcosa. Il nostro pianeta è la nostra casa. Saremmo l’unica specie animale, con pretese di superiorità, tra l’altro, che si auto-estingue. In tanti anni di carriera, non mi era mai successo che, alla fine d’una programmazione per la stampa, la platea esplodesse in un applauso spontaneo e unanime. Eppure, tant’è. Questa è una pagina di critica cinematografica, dunque, non indulgerò in commenti che esulino da tale contesto, ma, fedele a me stessa, non vi lesinerò la verità, per cruda ch’essa sia. Sono lieta d’avere lettori intelligenti, che sapranno trarre le loro conclusioni e andranno a vedersi il film per iniziare, da oggi, a costruire il “Domani”. Dagli ultimi studi scientifici, la situazione del nostro pianeta è apparsa inquietante. L’uomo sta giungendo all’autodistruzione di se stesso. Quello che ha preoccupato maggiormente gli studiosi e che ha spinto i registi a dar vita a questo incredibile prodotto cinematografico, è la totale indifferenza della gente. Se, fino a ieri, la scusa era quella di dire che mancava l’informazione, bene, oggi, ve la stiamo dando: i miei colleghi ed io, in prima persona e i registi per mezzo di questo film. Vi avviso subito che non è un film per ambientalisti, ma per “cittadini”, che è molto diverso. “Domani” è una pellicola intelligente, che ci obbliga a prenderci le nostre responsabilità sulle spalle, senza alibi e con coraggio. I cambiamenti che stanno avvenendo alla nostra terra sono rapidi e preoccupanti. Il messaggio di “Domani” è chiaro: se non agiamo subito, tra un paio di decenni, ci ritroveremo come i dinosauri. Mi piace far riflettere sul fatto che, mentre i dinosauri si sono estinti per mutazioni naturali e climatiche del tutto indipendenti dalla loro volontà, noi, ce la saremo andata a cercare. La crescita demografica ha fatto triplicare la popolazione. Siamo in troppi. Il nostro pianeta è stato sfruttato eccessivamente e le risorse naturali sono finite. Mi dispiace informarvi che non è uno di quei film catastrofici da botteghino, è la realtà dei fatti. Mi dispiace, anche, dirvi che gli alieni non c’entrano niente e che sterminarsi tra di noi, non è la soluzione. “Domani” analizza tutti i settori della nostra vita: agricoltura, energia, economia, politica, o meglio, democrazia e istruzione. Dopo aver presentato la situazione attuale del nostro pianeta, il film ci propone, con lucidità e obiettività, le soluzioni, che ci sono e che sono già state adottate. Basta ascoltare e applicare. Personalmente, l’ho fatto, nel mio piccolo, il giorno dopo aver visto il film. Vi porterò solo alcuni esempi tratti dal film, ma le frasi le riporterò fedelmente. Cominciamo, per esempio, riflettendo su quanto possiamo fare in campo “agricolo”. Ammetto che ignoravo che il 70% del cibo fresco ci provenisse dai piccoli agricoltori, perché, in realtà, l’agricoltura industriale non è assolutamente in grado di rispondere ai fabbisogni poiché depaupera il suolo e dunque, le colture non possono essere variegate. A Detroit, hanno dato una svolta. I cittadini, piuttosto che andarsene e abbandonare la città, si sono rimboccati le maniche, dando così vita all’«agricoltura urbana». Hanno cominciato a coltivare le aree abbandonate, i giardini tra le case, le aiuole. I terreni incolti sono stati dati in gestione alla popolazione, che, con amore e dedizione, se li coltiva. «Bisogna cominciare da dove si è: dalle proprie case, dalle proprie strade. Solo così si può cambiare.», ci dice una signora. Oggi, hanno tutti i cibi freschi in tavola, a disposizione gratuitamente di tutti e a km0. Certo, «ci vuole una gran forza di volontà, non è un lavoro facile, è duro, ci si sporca e va conciliato con la vita di tutti i giorni.», afferma un ragazzo. Magnifico, ho pensato, basterebbe un po’ di senso civico in più e si potrebbe fare anche qua. Posso dirvi che io ho un piccolo balconcino, fino a ieri del tutto inutile, che è diventato la sede del mio piccolo “orto urbano”, perché nel film spiegano i principi e danno le fonti per approfondire. Parliamo, ora, di energia. Il cambiamento climatico dovuto all’inquinamento, sta mutando radicalmente il ciclo dell’acqua, con conseguenze catastrofiche. «Sole, acqua, vento, geotermia sono tutte fonti d’energia gratuita e inesauribile» per questo «Bastano piccoli operatori per gestire, non servono certo colossi. Basta volere e attivarsi.» Di nuovo, torna il concetto, su cui mi piace insistere: «volere e attivarsi». L’Islanda ha già centrato l’obiettivo: indipendente al 100%. Molti altri sono gli esempi prodotti di chi ce la sta già facendo, o di chi, per esempio, potrebbe farcela benissimo. V’invito a fare molta attenzione a ogni singolo intervento. Le riflessioni che solleva il film, fotogramma dopo fotogramma, sono innumerevoli e davvero importanti. Soprattutto, per noi, per la nostra realtà nazionale. Molto interessanti e istruttivi anche gli aspetti dell’economia e dell’imprenditoria, che vi lascio scoprire; mentre, mi piace attirare la vostra attenzione su quanto vedrete relativamente al concetto di “democrazia” e agli esempi apportati. Vi cito solo due frasi: «Dobbiamo tutelare l’unico potere che abbiamo: quello popolare» e «Troppi soldi e troppo potere sono deleteri e portano alla corruzione». Qui, una riflessione in nome del popolo sovrano, direi, che sia piuttosto obbligatoria. V’invito, in particolare, a prestare attenzione alla realtà islandese. Concludo, con un altro aspetto d’estrema d’importanza: l’istruzione. «Non siamo un paese ricco, la nostra forza è l’istruzione». Ecco, è su questa frase che vi lascio riflettere e che rinnovo l’invito a non perdere, assolutamente, questo film. Lasciatevi prendere da una fotografia decisamente seducente, ridete delle battute, fatevi sedurre dalle idee, ma soprattutto, riflettete e laddove possiate, agite. Mi piace pensare un “Domani” per i nostri figli, che comincia dal nostro «volere e attivarsi», oggi.

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La Breaking Art di Alex del Santo al MONO Bar

La Breaking Art di Alex del Santo apre la stagione artistica del MONO Bar di Milano.

Dal 4 al 19 ottobre, le pareti del MONO Bar mostreranno la street art di Alex del Santo: immagini shock-pop-punk, pezzi unici, tumultuosi ed estremamente originali, stampati su carta patinata.

Le ispirazioni vengono dal rock’n’roll duro e da icone senza tempo come Stonehenge, i Clash, la Monnalisa, i lipstick e i brand, le religioni, le dittature e il terrorismo del nostro tempo. Tematiche rinnovate nella creazione di “un tutto analogico, un ritaglio, una maniacale ricerca di accostamenti che solo oggi – spiega l’artista – riconosco come un’ossessione che mi ha spinto già da molti anni a spedire i miei lavori ad amici in giro per il mondo, esclusivamente via posta”.

Alex del Santo è uno street artist nel vero senso del termine. La sua arte pungente ed attuale nasce per strada, tra la gente, cercando ispirazione tra i vizi e le virtù della società. Le sue creazioni smuovono le coscienze e oltre al divertimento immediato, suscitano una riflessione. I riferimenti iconoclastici e sessuali sono la matrice fondamentale dei suoi lavori provocatori e dirompenti che in un modo quasi punk risvegliano le pulsioni primordiali di chi li guarda.

La Breaking Art, della quale è fondatore Alex del Santo, è l’arte del recupero della carta, unita alla ricerca maniacale di accostamenti cromatici pop, che regala nuova vita ad oggetti ed immagini che assumono forme e significati dove contraddizione e provocazione si intrecciano costantemente. Un’arte suonata e creata dalle dita del corpo e dell’anima, oltre il surreale nascosto, per fare emergere il subliminale nella coscienza di tutti i giorni.

Le opere di Alex del Santo rimarranno in mostra al MONO Bar dal 4 ottobre al 19 ottobre 2016.

Inaugurazione mostra: martedì 4 ottobre ore 18:30.

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MONO Bar

Via Lecco 6 
- Milano

Tel. 339 4810264

FB/ MONO Bar




HI>Dance 2.0 Dance&Technology, la danza internazionale si dà appuntamento ad Aosta

Dal 13 al 16 Ottobre per 4 giorni il capoluogo valdostano ospiterà il festival internazionale della nuova danza. Una rassegna aperta sul mondo tecnologico che ci circonda

di Lea ValliDal 13 al 16 Ottobre Aosta diventa capitale della danza con il Festival HI>Dance 2.0 Dance&Technology: spettacoli, performance-installazioni, workshop e conferenze accademiche, feedback e dj set per celebrare la musa Tersicore e per indagare le dinamiche della società contemporanea, l’avvento di social media e nuove tecnologie ed il loro impatto sull’arte e sulle relazioni sociali, il ruolo del corpo.

Festival internazionale della nuova danza, animerà la Cittadella dei Giovani di Aosta e vedrà coinvolti non solo artisti, tecnici, scenografi ma la città tutta: gli Aostani saranno veri padroni di casa ospitando gli artisti che si esibiranno da giovedì a domenica.

Gli organizzatori stanno inoltre cercando volontari da coinvolgere a diversi livelli: dall’assistenza nell’allestimento dei luoghi del festival all’ accoglienza artisti, partecipanti ai workshop e spettatori. Tra le figure ricercate dall’organizzazione anche autisti per coadiuvare gli spostamenti interni alla regione ed i collegamenti con gli aeroporti (la segreteria del festival sta raccogliendo in questi giorni le candidature come volontari e host: per informazioni scrivere a hidancefest@gmail.com o chiamare il 3406809047 / 3283986434.

In cartellone in anteprima nazionale i danesi Granhoj Dans in Petruska-Extended. Tra i nomi di spicco la coreografa svizzera Cindy Van Acker, in scena con Helder (sabato 15 alle 20,15) e Roberto Castello dello storico gruppo di Carolyn Carlson alla Fenice di Venezia. Scomodo, seminale ed ideologicamente impegnato, Castello è figura di rilievo della danza contemporanea in Italia: ad Aosta presenta insieme all’attore e regista Andrea Cosentino, l’esilarante Trattato di Economia (domenica 16 Ottobre alle 22).

Performance e installazioni sono non solo esibizioni ma riflessione sul denaro e l’arte, sul corpo e la sua ritualità. L’impatto dei social media su arte e spettacolo sarà tema al centro di una conferenza dal titolo Prima e oltre i social media: la creazione dell’inatteso come logica di mobilitazione artistica.

Realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo, del Consiglio regionale della Valle d’Aosta e patrocinata dal Comune di Aosta, la rassegna vede impegnati nella direzione artistica Marco Chenevier e Francesca Fini, quest’ultima ideatrice della manifestazione nella sua prima edizione romana.

Il festival vuole essere un percorso teso a creare un legame tra le nuove generazioni di cittadini, gli artisti ed il territorio valdostano. Apertura, partecipazione e condivisione sono alla base delle varie declinazioni che il Festival avrà tra giovedì 13 e domenica 16 Ottobre. Tra i momenti di incontro merita attenzione l’originale momento del feedback aperò che si terrà il secondo ed il terzo giorno del festival e nel corso del quale il pubblico e gli artisti si potranno confrontarsi direttamente sugli spettacoli visti in rassegna.

Una rassegna diffusa e condivisa che ha lo scopo di contrastare l’imperante consumismo che caratterizza l’arte performativa dei nostri giorni.

L’organizzazione ha invitato gli artisti a rimanere in città per tutta la durata della manifestazione al fine di creare, insieme al pubblico e alla cittadinanza, una vera comunità critica e partecipativa.

Tutte le info su http://www.tidaweb.net/it-it/hidance

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STREEAT® Food Truck Festival: ultimo giorno a Milano poi riparte il tour

Ultimo giorno, oggi, per visitare , soprattutto, assaggiare le delizie offerte dallo STREEAT® Food Truck Festival, il primo e unico grande festival del cibo di qualità su ruote, itinerante, che quest’anno, a Milano, si svolge nella suggestiva cornice di Carro Ponte, Sesto San Giovanni.

Lasciatevi conquistare da deliziosi e sfiziosi manicaretti di ogni sorta, preparati dai migliori FOOD TRUCK d’Italia, selezionati secondo i rigidi parametri di STREEAT® secondo cui GOURMET, DESIGN e ON THE ROAD convivono su furgoncini, carretti, biciclette e ape car allestiti come vere e proprie cucine mobili.

L’esperienza gastronomica è totale e unica: si va dal dolce al salato e ce n’è davvero per tutti i gusti e le intolleranza, nessuno escluso.

Supplì, panini con porchetta, arrosticini di pecora, pizza fritta Napoletana, gnocchi di bosco con zola e mirtilli, gelati naturali, patate sieglinde cotte nel vincotto Primitivo, churros, pancakes, cozze fritte, baccalà in pastella, cannoli Siciliani, hamburger di Chianina – hot dog di maiale toscano, farinata di ceci, lumache alla Bourguignonne,… sono solo alcune delle prelibatezze che potrete gustare.

Inoltre, la degustazione degli innumerevoli street food è arricchita dalla presenza di Birrifici Artigianali, tra i più rinomati nel panorama brassicolo italiano, dalle centrifughe di frutta e verdura fresche in collaborazione con Ceado e una selezione di vini naturali Nazionali.

L’atmosfera è resa ancor più eccezionale dalle proposte musicali selezionate da Barley Arts Promotion, storico promoter di concerti e spettacoli dal 1979.

STREEAT® – European Food Truck Festival è un evento organizzato da Barley Arts Promotion e da Buono – Food & Events, giovane realtà che opera nell’ambito dei food-events e specializzata nella promozione di piccoli e medi produttori artigianali.

Dopo Milano, il tour autunnale della manifestazione prosegue nelle seguenti città:

MANTOVA – Piazza Virgiliana dal 30 settembre al 2 ottobre
UDINE – Piazza 1° Maggio dal 7 al 9 ottobre
BARI – Torre Quetta dal 14 al 16 ottobre

Ogni tappa avrà i seguenti orari:
venerdì dalle ore 16:00 p.m. alle ore 01:00 a.m.
sabato dalle ore 11:00 a.m. alle ore 01:00 a.m.
domenica dalle ore 11:00 a.m. alle ore 01:00 a.m.

Ingresso libero.

FB: https://www.facebook.com/StreeatFoodTruck/?fref=ts
TWITTER: https://twitter.com/streeatfestival?lang=it
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/streeatfoodtruckfestival/
YOUTUBE: www.youtube.com/channel/UCYoaEwnbGvAcfYly4gJgSFg
www.streeatfoodtruckfestival.com
www.barleyarts.com




Scalata all’Allianz Tower

Per tutti gli sportivi alla ricerca di nuove sfide, domenica 18 settembre si terrà la Salomon Running Milano, la manifestazione di running giunta alla sua sesta edizione che lo scorso anno ha coinvolto la città richiamando oltre 2.300 partecipanti. Per la second aovlta è possibile scalare la Allianz Tower, la second atore piùalt ad’Itlaia e aggiudicarsi il trofeo.
Grande attrattiva della gara è linfatti ’eccezionale scalata dell’Allianz Tower, futuro quartier generale milanese di Allianz Italia. I runner iscritti alla corsa competitiva dovranno scalare 557 gradini per raggiungere il 20° piano dell’Allianz Tower e quindi scendere dal lato opposto. In totale, un percorso di 650 metri all’interno della torre, 1.126 gradini (inclusi i 12 di raccordo tra la scala esterna del grattacielo e l’area del parco) e un dislivello in altezza di 87 metri.
I vincitori delle categorie femminile e maschile del secondo Trofeo Allianz Tower si aggiudicheranno dei soggiorni gratuiti per due persone presso il Relais & Châteaux Borgo San Felice , mentre agli atleti classificati al 2° e 3° posto andranno in dono delle confezioni di vino prodotte dall’Agricola San Felice in Toscana.

 

 




Dalla parte degli animali: Annalisa Gimmi presenta il suo nuovo libro

Bestie come noi” è il nuovo libro/saggio scritto da Annalisa Gimmi, insegnante di lettere in un liceo pavese, giornalista, scrittrice e, soprattutto, paladina degli animali. Un libro che vuole far riflettere sull’importanza del rispetto di tutti gli esseri viventi. Un libro di forte contenuto, scritto con molta intensità, che, senza mezzi termini, denuncia tutti quei comportamenti, tipicamente ed esclusivamente umani, che si riflettono in modo drammatico nei confronti del mondo animale, di cui, peraltro, l’uomo stesso fa parte.

D. Perché hai deciso di scrivere un libro su questo specifico argomento?

R. Ho sentito la necessità di scrivere di questo argomento nel momento in cui mi sono resa conto che i libri attualmente in commercio sono o molto specifici e di difficile lettura oppure troppo semplicistici e quindi con conseguente banalizzazione del complesso rapporto uomo/animale. Ho quindi pensato di scrivere un testo molto semplice, divulgativo, ma completo, in cui ho affrontato il rapporto uomo/animale sotto ogni punto di vista, etico, filosofico e giuridico.

D. Quali sono gli argomenti più importanti che hai trattato?

R. Gli argomenti più grossi di cui mi sono occupata sono quelli legati all’allevamento intensivo e alla sperimentazione animale. Dico “più grossi”, perché coinvolgono una quantità di animali incredibile. Solo l’allevamento intensivo coinvolge più di 5 miliardi di animali all’anno. Il problema non è tanto il fatto che questi animali finiscono nei nostri piatti: l’uomo ha da sempre mangiato gli animali.  Quello che è immorale è come questi animali vengono fatti vivere.

Si parla tanto del grave problema di come vengano allevati questi animali, spesso con somministrazioni smodate di ormoni e antibiotici. Se ne parla tantissimo ma sempre ed esclusivamente dal punto di vista umano, cioè pensando al male che ci possono fare queste carni. Nessuno però sembra riflettere sul male che noi facciamo a questi poveri animali.

Per approfondire questo tema, ho incontrato Annamaria Pisapia, presidentessa di CIWF (Compassion in World Farming Onlus Italia). CIFW è una associazione internazionale, con sede anche in Italia, che si pone come obiettivo quello di cercare di migliorare la vita di questi animali angariati negli allevamenti. Gli animali trattati peggio sono i volatili di ogni genere, polli e tacchini, ma anche i conigli e i maiali, costretti in gabbie così piccole in cui non hanno alcuna possibilità di movimento, spesso malati e curati con dosi massicce di antibiotici che poi, tra l’altro, finiscono anche nei nostri piatti.

L’altro argomento estremamente spinoso è quello della sperimentazione animale. Il mondo medico avanza una giustificazione altamente morale per portare avanti la sperimentazione: sacrificare animali per la salute dell’uomo. Ho parlato con medici che dicono che questo non è assolutamente vero. La sperimentazione sugli animali poteva avere una sua ragione in epoca illuminista, nel Settecento, quando ancora non si sapeva molto sul funzionamento del corpo umano dal punto di vista fisiologico. Aprire e vedere il corpo di un animale, tra l’altro di un animale vivo, ha sicuramente portato l’uomo a conoscere meglio i meccanismi del proprio corpo.

Oggi, tuttavia, tale indagine non ha più alcun senso. Sperimentare farmaci per curare patologie proprie dell’uomo su specie viventi diverse porta a risultati inattendibili. Il Prof. Stefano Cagno, medico psichiatra, è stato uno dei primi, della sua categoria, ad alzare la voce contro l’inutilità di questa sperimentazione. Il Prof. Cagno (partendo dai dati ufficiali resi noti dalla Food and Drug Administration, l’organizzazione statunitense che si occupa dell’entrata in circolazione dei nuovi farmaci) sostiene che il 92% dei farmaci testati su animali non sono buoni per gli uomini. Ciò vuol dire che il 92% degli animali utilizzati sono sacrificati per niente.

Vi è poi un dato paradossale: la legge italiana, come la maggior parte delle leggi degli altri paesi, prevede anche l’obbligatoria sperimentazione dei farmaci direttamente sugli esseri umani. Questo dimostra, ancora una volta, che la sperimentazione sugli animali porta a risultati non attendibili, perché diversamente quale necessità ci sarebbe di sperimentare i farmaci sugli umani prima di metterli in commercio? Continuiamo nella lettura delle statistiche. Abbiamo detto che il 92% dei farmaci che hanno passato il test sugli animali sono da scartare perché tossici sull’uomo. Bene: di quelli sperimentati sugli umani, che poi vengono messi in circolazione, circa il 50% danno reazioni negative. Non ci vuole un luminare per capire che, tra l’altro, i farmaci reagiscono in maniera diversa da persona a persona. Sommando, quindi, questi dati, l’inattendibilità delle sperimentazioni sugli animali è pari al 98%. Non capisco perché a nessuno venga in mente che forse questo tipo di sperimentazione è sbagliato e sarebbe necessario trovare metodi alternativi. Purtroppo, ed è un dato incontrovertibile, non c’è volontà da parte degli enti pubblici di trovare questi metodi alternativi, al punto che non vengono neppure stanziati fondi per la ricerca.

D. Ci sono leggi che tutelano espressamente gli animali in Italia?

R. In Italia c’è la legge n. 189/2004 che dovrebbe proteggere gli animali. Dico “dovrebbe” perché, in realtà, non trova quasi mai applicazione e spesso viene furbescamente aggirata. Tale legge prevede anche l’istituzione di una figura molto importante: la guardia zoofila. Le guardie zoofile hanno il compito di verificare situazioni di maltrattamento animale, di cercare eventuali rimedi, laddove possibile, o denunciare alla competente autorità giudiziaria i casi particolarmente gravi. La legge, tuttavia, riesce anche a “negare se stessa” e a consentire espressamente i maltrattamenti degli animali nel momento in cui cristallizza la norma secondo cui non rientrano sotto la protezione della legge 189/2004 gli animali destinati a diventare cibo, quindi per allevamenti intensivi,  e quelli per le manifestazioni culturali, come il palio, o le manifestazioni tipo spettacolo, come il circo.

D. Quale è la posizione della Chiesa nei confronti degli animali?

R. Nel corso degli anni direi che c’è stata una piccola apertura da parte dei teologi. Certo, la maggior parte di questi, discrimina gli animali perché, diversamente dall’uomo, non dotati di anima. Ma sarà poi vero? Ho molto apprezzato il Papa che, in un’enciclica molto bella e molto coraggiosa, si è schierato apertamente in difesa della biodiversità, includendo nel termine tutte le creature viventi sulla terra. Ho scoperto poi l’esistenza di una piccola associazione di cattolici vegetariani che si batte perché il rapporto uomo/animale venga riconosciuto come paritario, come compagni nati con uguale dignità all’atto della creazione stessa. Questa mi sembra una cosa molto bella anche perché fino ad oggi molti cristiani, e spesso i sacerdoti stessi, sono stati veramente i peggiori nemici della difesa degli animali, proprio sul presupposto dell’asserita e non documentata circostanza che questi non hanno l’anima.

D. Quali benefici porterebbe invece una pacifica convivenza tra uomo e animale?

R. Sono convinta che un miglioramento comune, porterebbe a un vantaggio reciproco. Se li facciamo vivere meglio, gli animali ci danno tanto e migliorano la nostra vita. Nel libro ho fatto l’esempio della pet-therapy: con i cani, con i cavalli, con gli asini e, in generale, con tutti gli animali. Persino i pesci pare che diano una sensazione di serenità e pace in chi li osserva. La pet-therapy viene molto utilizzata anche negli ospedali, nelle case di riposo e negli ospizi. I dati dimostrano che dove c’è la presenza di un animale è più rapida la guarigione, perché l’umore della persona malata o dell’anziano, che spesso è fortemente depresso, migliora immediatamente. L’ospedale San Matteo di Pavia è stato tra i primi ad aver fatto sperimentazioni di pet-therapy nel reparto di chirurgia infantile, dimostrando che le guarigioni dei bambini sono così più veloci e che necessitano di meno farmaci. Un altro impiego interessante della pet-therapy è quello fatto nelle carceri, come ad esempio a Bollate: il rapporto che si instaura tra il carcerato e il cane è una cosa molto profonda. Il cane riesce a far venire fuori il lato umano della persona, permettendo a quest’ultima di ritrovare un contatto affettivo.

D. Hai affrontato anche il tema del randagismo?

R. Assolutamente. Il randagismo è un altro grande problema, soprattutto in molte zone del Mediterraneo compreso il sud Italia. Ho esaminato il problema dei cani randagi in Turchia, e come sia stato risolto con una semplice donazione di $ 2000, e quello della colonia felina romana di Torre Argentina. Ogni anno il comune cerca sempre di sfrattare la colonia romana, anche se a Roma i gatti sono considerati cittadini romani e patrimonio culturale della città. I turisti, soprattutto gli stranieri, vanno a Torre Argentina non tanto per fotografare i ruderi ma piuttosto i gatti che lì risiedono.

D. Oggi si parla molto di dieta vegana e vegetariana. Al di là delle questioni al bene che può fare mangiare della carne o dei derivati animali, pensi che sia crudele cibarsi di altri esseri viventi?

R. La crudeltà non è propria degli animali. Un animale che uccide per mangiare non è crudele, segue la natura. Noi se uccidiamo una mucca per mangiarla non siamo crudeli, mangiamo. Noi siamo crudeli quando trattiamo gli animali come vengono trattati negli allevamenti. L’essere crudeli tra i propri simili è una prerogativa unicamente umana; non c’è nessun altro animale che ammazza in modo sistematico i propri simili per motivi di odio e rancore. La verità è che siamo tutti uguali, abbiamo lo stesso modo di sentire, la stessa sensibilità al dolore e alla sofferenza. Non è una novità: lo aveva già detto nel Settecento Jeremy Bentham, un grande filosofo e giurista inglese.

Più recentemente, nel 1975 Peter Singer un filosofo australiano scriveva che l’uomo, quale unico detentore della ragione, va in giro a martoriare tutti quelli che, a suo insindacabile giudizio, la ragione non ce l’hanno. Ma forse un corretto, consapevole e umile utilizzo della ragione potrebbe diventare lo strumento per vivere meglio tutti quanti insieme.

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ANNALISA GIMMI
BESTIE COME NOI (ed. EFFIGIE)




Apertivo in Concerto, un’intera stagione per scoprire il jazz

Al via la 32° edizione di “Aperitivo in Concerto” con dodici concerti da non perdere che si terranno presso il Teatro Manzoni di Milano. Dodici straordinari eventi con artisti, che di rado frequentano le sale concertistiche italiane, e progetti in grado di offrire al pubblico italiano un’emozionante, visione d’insieme delle nuove musiche contemporanee, con una grande attenzione alle più originali proposte che vanno delineando il futuro del jazz e della musica improvvisata.

Domenica 30 ottobre 2016, ore 11.00

SF JAZZ COLLECTIVE
The Music of Miles Davis & Original Compositions

Si presenta per la prima volta in Italia, grazie alla rassegna Aperitivo in Concerto,  questo folgorante ensemble che già da alcuni anni, negli Stati Uniti, ha prodotto alcune fra le più significative e interessanti riletture di autori diversi appartenenti alla tradizione del jazz e della musica popolare di origine africano-americana come Joe Henderson, Stevie Wonder, Chick Corea, McCoy Tyner, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ornette Coleman, John Coltrane, Thelonious Monk. Otto eccezionali musicisti (il trombettista Sean Jones, il trombonista Kevin Eubanks, i sassofonisti Miguel Zenón e David Sánchez, il vibrafonista Warren Wolf, il pianista Edward Simon, il contrabbassista Matt Penman e il batterista Obed Calvaire), fra i protagonisti del concertismo improvvisato contemporaneo, presenteranno le lori vibranti reinterpretazioni di alcuni capolavori del jazz moderno e, soprattutto, delle più belle e attraenti composizioni di quel genio che è stato Miles Davis, riproponendo con scrittura agilissima e brillanti contributi solistici il costante riallaccio fra la musica improvvisata e le sue radici popolari africano-americane.

Domenica 13 novembre 2016, ore 11.00

AVI LEBOVICH & THE ORCHESTRA – feat. Omer Klein

La spettacolare orchestra guidata dal trombonista Avi Lebovich racchiude i migliori solisti israeliani in una formula che rilegge e aggiorna il linguaggio mainstream delle big band degli ultimi trent’anni, senza intenti enciclopedici ma con un fortissimo senso della contemporaneità e della “inclusività” culturale che essa oggi impone: il linguaggio improvvisativo si arricchisce perciò di una molteplicità di elementi che provengono da più tradizioni e che rimescolano in continuazione le carte dell’espressività. L’esibizione dell’orchestra, per la rassegna di Aperitivo in Concerto, vanta inoltre la presenza, come solista ospite, di uno fra i più brillanti pianisti israeliani dell’ultima decade, Omer Klein.

Domenica 20 novembre 2016, ore 11.00

SLY & ROBBIE meet NILS PETTER MOLVAER feat. Eivind Aarset, Vladislav Delay

Una fra le più celebri sezioni ritmiche della musica degli ultimi trent’anni, quella formata dai giamaicani Sly Dunbar (batteria) e Robbie Shakespeare (basso), incontra un pioniere dell’electro-jazz come il poetico trombettista Nils Petter Molvær, con la collaborazione di due alchimisti dei suoni elettrici e elettronici più evocativi come il chitarrista Eivind Aarset e il mago dell’elettronica Vladislav Delay. Mondi apparentemente opposti che s’incontrano, qui ad Aperitivo in Concerto,  timbri e armonie complesse che si fondono in un unico, poderoso e trascinante impulso ritmico dal gusto noir. Un vero evento, all’insegna di una teatralità arcana, in cui si dipanano culture estremamente diverse ma accomunate dallo stessa volontà di dialogo e di creatività.

Domenica 27 novembre 2016, ore 11.00

ALEXANDER HAWKINS ENSEMBLE

Ilpianista inglese Alexander Hawkins è artista dalla spiccata originalità, capace di muoversi con uguale efficacia nel complesso mondo delle avanguardie così come in quello della tradizione. Brillante pensatore musicale, questo pianista di Oxford sa rendere affascinante e persino accessibile una serie di complesse realizzazioni musicali, che s’arricchiscono non solo del suo virtuosismo, ma di un senso poetico che non rinuncia all’indagine, allo scandaglio gettato nel mare di nuove sonorità. Hawkins si presenta per la prima volta a Milano, qui a Aperitivo in Concerto,  a capo di un brillante sestetto che comprende musicisti di eccezionale levatura come il sassofonista Jason Yarde e il contrabbassista Neil Charles, già collaboratore del celebre batterista Jack DeJohnette.

Domenica 4 dicembre 2016, ore 11.00

FREDERIC RZEWSKI
The People United Will Never Be Defeated – El Pueblo Unido Jamás Será Vencido

Dopo lunghi anni di assenza, si ripresenta a Milano, per la rassegna Aperitivo in Concerto, uno fra i più grandi talenti compositivi delle avanguardie storiche americane, l’affascinante pianista virtuoso Frederic Rzewski, autore capace di fondere con infallibile spirito poetico i più complessi procedimenti delle avanguardie con una ricchezza lessicale che sa toccare ogni genere, dalle tradizioni popolari americane e africano-americane all’improvvisazione. A Milano presenterà l’opera che per molti è il suo capolavoro e che sicuramente è fra i grandi capisaldi della letteratura pianistica del tardo Novecento, le spettacolari, mobilissime, camaleontiche 36 variazioni sulla celebre canzone di Sergio Ortega, El Pueblo Unido Jamás Será Vencido, che Rzewski ha composto come contraltare alle celebri Variazioni Diabelli di Beethoven. Un vero e proprio evento di grande, grandissima musica.

Domenica 11 dicembre 2017, ore 11.00 – CONCERTO DI NATALE

ESTER RADA ENSEMBLE 

Ogni anno, “Aperitivo in Concerto” presenta, in prossimità delle feste natalizie, uno spettacolo che sappia coniugare la più alta qualità ideativa con la capacità d’intrattenere, nella convinzione che la Cultura possa e sappia essere anche un’altissima forma di comunicazione e divulgazione. Ancora una volta è stato scelto un progetto capace di innovare e rinnovare la tradizione, come nel caso della spettacolosa cantante etiope-israeliana Ester Rada, interprete che ha dimostrato di saper rileggere con trascinante ed esplosiva vitalità tradizioni come quella etiope e quelle mediorientali all’insegna di una vocalità che trae esempio dalle lezioni di interpreti storiche africano-americane come Ella Fitzgerald, Nina Simone, Aretha Franklin e, in tempi ancora più vicini a noi, Eryka Badu e Lauryn Hill. Autentico animale da palcoscenico, Ester Rada testimonia la nuova creatività che quotidianamente ormai ci giunge da ogni parte del globo, fondendo linguaggi, culture e tradizioni diverse e dando vita a sincretismi che già oggi sono la colonna sonora del nostro domani.

 

Domenica 15 gennaio 2017, ore 11.00

VIJAY IYER & WADADA LEO SMITH
A Cosmic Rhythm With Each Stroke

Due appassionati e appassionanti poeti e esploratori dei suoni e dell’improvvisazione: Vijay Iyer e Wadada Leo Smith spingono la musica improvvisata verso nuove frontiere, varcate con la funambolica capacità creativa di chi è in possesso delle chiavi di accesso di arcani sistemi lessicali. Musica che sa agire attraverso nuove concezioni del tempo e dello spazio, in un dialogo fitto e intenso che sa però trovare nuove libertà, nuova scioltezza, nuovi terreni d’incontro. Un duo che sa liberare la musica da lacci e lacciuoli per entrare nel campo della pura libertà poetica e che, con la collaborazione del contrabbassista Stephan Crump e del batterista Marcus Gilmore, si trasformerà nel corso del concerto previsto per Aperitivo in Concerto anche in un inedito quartetto.

Domenica 22 gennaio 2017, ore 11.00

JOE DALEY TUBA TRIO – feat. Warren Smith & Scott Robinson with special guest Bill Cole
“Prayer Rituals: A Quest For Inner Peace”

Strepitoso solista alla tuba (chi non ricorda le sue collaborazioni con Sam Rivers, Howard Johnson, Gil Evans, Charlie Haden, Carla Bley?), pensatore musicale sopraffino, da tempo Joe Daley conduce un’esplorazione, sofisticata e attraente al contempo, delle radici della musica improvvisata africano-americana e dei suoi incontri con altre culture. La sua esibizione a Milano, per Aperitivo in Concerto,ci permette di ritrovare un musicista straordinario, accompagnato da strumentisti eccelsi che è difficile ascoltare di frequente in Italia, come il trombettista Bill Cole, il sassofonista e polistrumentista Scott Robinson, il geniale vibrafonista, batterista e percussionista Warren Smith.

 

Domenica 29 gennaio 2017, ore 11.00

ROSCOE MITCHELL ENSEMBLE
Roscoe Mitchell Plays John Coltrane

Geniale compositore e polistrumentista, fra le anime del multiforme e storico Art Ensemble of Chicago, Roscoe Mitchell non è solo un protagonista delle più creative avanguardie musicali africano-americane, ma un conoscitore profondo delle  tradizioni della propria cultura, che affonda le radici nel jazz e nella sua storia. Mitchell, in occasione del cinquantenario della morte di John Coltrane, affronta alcune fra le più significative pagine coltraniane, rivivificandone lo spirito, cogliendone l’essenza e il più profondo significato, esaltandone la perenne modernità. Un progetto originale, concepito appositamente per “Aperitivo in Concerto”, e che vede Mitchell attorniato da musicisti di indiscutibile rilevanza come la violoncellista Tomeka Reid, la violinista Mazz Swift, la contrabbassista Silvia Bolognesi, il contrabbassista Junius Paul, il batterista Vincent Davis.

Domenica 5 febbraio 2017, ore 11.00

OMER AVITAL QUINTET

Ritorna sulle scene italiane, per Aperitivo in Concerto, il gruppo di uno fra i più affermati musicisti di oggi, il contrabbassista israeliano Omer Avital. Trapiantatosi da lunghi anni a New York, Avital non ha mai cessato di condurre una vera e propria esplorazione delle proprie radici culturali marocchino-yemenite. Il mondo delle arcaiche ma ancora vitali tradizioni sefardite, con le sue melodie ascensionali e le sue perorazioni incantatorie e arcane è particolarmente presente nell’opera di questo musicista, questa volta a capo di un gruppo di giovanissimi virtuosi israeliani, cui si aggiunge il noto pianista Yonathan Avishai: emerge una serie di lavori ricchi di quella peculiare energia che oggi caratterizza la migliore produzione musicale mediorientale, conscia del proprio passato ma tesa a rifletterlo con innovativi e affascinanti risultati nel nostro presente.

Domenica 26 febbraio 2017, ore 11.00

INDUSTRIAL REVELATION with Special Guest Okanomodé Souldchilde

Il centro del mondo musicale americano, e uno fra i principali perni culturali nel mondo, è sicuramente New York. Città come Chicago, New Orleans, Detroit, Philadelphia hanno sicuramente contribuito a delineare le sorti storiche della musica improvvisata, senza mai scalfire il magnetismo e la capacità d’attrazione della Grande Mela. Persino una vera e propria megalopoli come Los Angeles, con tutto il suo calderone polietnico, pare impallidire di fronte alla ricchezza culturale newyorkese. Industrial Revelation è il nome di un eccezionale gruppo di giovani musicisti provenienti da Seattle, città che negli Stati Uniti è ironicamente conosciuta soprattutto per le abitualmente pessime condizioni atmosferiche e che nel mondo è assurta a fama musicale per essere stata la culla dello stile “grunge” e di un gruppo come i Nirvana di Kurt Cobain. Ma i musicisti che compongono Industrial Revelation, e che oggi vanno affermandosi sui principali palcoscenici americani, dimostrano che non solo anche al di fuori di New York esiste una musica improvvisata particolarmente creativa e originale, ma che a Seattle sta nascendo un modo di intendere l’improvvisazione al di fuori degli schemi. È una musica, quella degli Industrial Revelation, che ha abbandonato certi contrasti forti, certe dinamiche accese del jazz, concentrandosi su aspetti dell’improvvisazione di gran lunga meno battuti: colpisce nei lavori di questi musicisti l’intenso afflato poetico, la malinconica bellezza dei materiali tematici, l’eleganza degli sviluppi e, al contempo, la capacità di dare una veste drammatica e coinvolgente a un vero e proprio stile che è tutt’altro che incline a una grazia accondiscendente. Perché delle tradizioni del jazz gli Industrial Revelation hanno saputo conservare, e persino ampliare la capacità di narrare una storia facendone diventare protagonista il pubblico. Esiste oggi, grazie a questi superbi interpreti e strumentisti, un vero e proprio “stile” di Seattle che sembra non casualmente riflettere la complessa introspezione della città.

Domenica 5 marzo 2017

DANIEL ZAMIR QUARTET

Daniel Zamir è un genio che l’Italia non ha ancora scoperto, e che si propone al pubblico con “Aperitivo in Concerto”. Questo incendiario sopranista israeliano, che da anni elabora la tradizione ebraica all’insegna della più libera e disinibita improvvisazione, è stato per anni un segreto ben custodito, che solo il mitico sassofonista e compositore americano John Zorn ha saputo svelare, chiedendo a Zamir di realizzare alcune superbe incisioni per la sua casa discografica, la benemerita Tzadik. Un concerto di Zamir è un evento irripetibile, irreplicabile, tanta è l’intensità estatica, una vera e propria trance, in cui egli sa immergersi e sa immergere gli ascoltatori. Erede delle tradizioni yiddish più mistiche, in cui la danza diventa strumento liberatorio di energie vitali consacrate a Dio, Zamir possiede le chiavi d’accesso a un mondo in cui l’improvvisazione è uno strumento di intensa, quasi selvaggia ascesa spirituale, in cui ritmo e melodia sono al servizio di un atto creativo che replica, in ambito terreno, il respiro del Creatore. Raramente è dato ascoltare musica così poeticamente e teatralmente capace di creare uno spirito comunitario attorno a una capacità narrativa che ha l’epico piglio e il titanico accento dei grandi Profeti biblici, e che pure, al contempo, è capace di comunicare una gioia irrefrenabile e liberatoria. Accompagnato da superbi musicisti, Zamir si avvale delle capacità non meno virtuosistiche del giovane ma già affermato batterista Amir Bresler.

DOVE, COME E A QUANTO

Abbonamento n. 12 concerti € 138
In vendita alla cassa del Teatro 02 7636901 – dir.02 763690669 – 616
Via Manzoni, 42 – Milano

 

 




In fuga al Grand Hotel Kronenhof per combattere la sindrome da rientro

È settembre e il rientro alla routine può essere particolarmente difficile da affrontare.…Niente di meglio quindi, per hi può, di allontanare la malinconia di un fine settimana di totale relax.
A Pontresina, St Mortiz, un’ora e mezza di autostrada da Milano,  il Grand Hotel Kronenhof di Pontresina propone con i “weekend SPA&Energy”, pensati per combattere la sindrome da rientro e validi nei periodi 8-11 settembre, 15-18 settembre, 22-25 settembre, 6-9 ottobre e 13-16 ottobre. Un’occasione ideale  per ricaricarsi ed esplorare un territorio particolarmente suggestivo che in autunno si veste d’oro e di rosso.
Per godere al meglio dei benefici del weekend fuori porta, all’arrivo gli ospiti lasceranno al concierge del  Grand Hotel Kronenhof  tutti i dispositivi tecnologici (a iniziare dal cellulare) che permettono loro di essere collegati con il mondo e li riprenderanno solo al termine del soggiorno, dopo aver ritrovato carica e leggerezza mentale.

La proposta presso il Grand Hotel Kronenhof  prevede momenti dedicati allo sport immersi nel foliage autunnale dell’Engadina, trattamenti mirati presso la Kronenhof SPA sotto i consigli della Spa Manager, Nadine Böning-Soares – premiata come “SPA Manager dell’anno” dalla rivista economica svizzera Bilanz – e una sessione di Pilates.




Villa Borromeo in vendita. Per chi ha risparmi nel cassetto…

Villa Borromeo di Senago, villa rinascimentale di 14mila metri quadrati,  è in vendita sul portale casa.it. Un’occasione d’oro per chi dovesse avere qualche risparmio nel cassetto. Cinquantuno stanze e suite affrescate, mobili di pregio e un parco secolare, almeno a quanto si legge nell’annuncio.  Il prezzo di Villa Borromeo non è stato svelat

Villa Borromeo è stata costruita sulle rovine di una fortezza romana dai Visconti e utilizzata come fortezza da Bernabò Visconti, la villa divenne Borromeo nel 1629, quando Federico Borromeo, nuovo proprietario della dimora, decise di abbattere uno dei quattro lati della struttura usata come fortezza, trasformandola in residenza . Nel 1630, Villa Borromeo  divenne, per volere di Federico Borromeo, un rifugio per i migliori teologi e pensatori del tempo, fuggiti dalla città di Milano dove imperversava la peste: tra gli altri, qui hanno soggiornato famosi personaggi come San Carlo Borromeo, Leonardo Da Vinci, Pindemonte, Manzoni, Verga,  Borges, Diderot, Pirandello, Marinetti e tanti altri personaggi illustri. Nel 1882 Giuseppe Bagatti Valsecchi sposa Carolina Borromeo. Nel 1911, Febo Borromeo d’Adda decise di avviare un nuovo restauro fedele ai criteri dell’epoca, che fu affidato a Fausto Bagatti Valsecchi cognato di Carolina. Successivamente, durante la seconda guerra mondiale, la villa fu occupata dalle SS che distrussero parte dell’edificio e del suo mobilio. Villa Borromeo rimase in stato di abbandono per oltre vent’anni. Nel 1983 iniziò un lungo restauro che riportò parte del sito al suo splendore originario. Il suo passato di gloria e bellezza viene interrotto nel 2015, allorquando la proprietà che trasformò Villa Borromeo in hotel di lusso, ristorante e centro congressi, fallì.

 

 

 




Jesus Christ Superstar trionfa ai MusicalWorld Award

Jesus Christ Superstar vince MusicalWorld Award e, dopo il tour europeo si prepara a tornare, nel 2017 , in Italia con nuove date che toccheranno i principali teatri italiani. Jesus Christ Superstar, capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice  prodotto dalla Peep Arrow Entertainment di Massimo Romeo Piparo, si è infatti aggiudicato il titolo di migliore produzione internazionale in Olanda nel 2016, superando “Priscilla regina del Deserto” e “Pippin”.  Arriva dunque dall’Europa un grande riconoscimento che premia il talento italiano, e che è prova dell’incredibile valore artistico di uno spettacolo di livello internazionale, ormai passato alla storia come l’opera rock più amata di tutti i tempi, grazie a una colonna sonora conosciuta da tre generazioni e a valori di grande spessore.

“Sono fiero di aver finalmente potuto incasellare un riconoscimento così importante in territorio europeo” – dichiara Massimo Romeo Piparo – “lo spettacolo ha senz’altro raggiunto la sua vetta grazie all’apporto fondamentale di Ted Neeley, inventore del ruolo di Jesus e grande Uomo oltre che immenso artista. Il suo arrivo nella nostra scuderia, dopo quello del compianto Carl Anderson nel 2000, e insieme ai colleghi del film Yvonne Elliman e Barry Dennen nel 2014, ha reso possibile il sogno di quanti hanno contribuito in tutti questi anni affinché una produzione italiana si facesse onore laddove regna il colosso del Musical mondiale che è la Stage Entertainment”.

E dagli USA, arriva il commento entusiasta di Ted Neeley storico interprete di Jesus Christ Superstar sin dalla sua edizione cinematografica Sono davvero onorato di far parte della produzione italiana di Jesus Christ Superstar della Peep Arrow Entertainment e mi congratulo per questo premio dal profondo del cuore con il mio fratello italiano Massimo Romeo Piparo. Questo riconoscimento è per lui, per la sua visione artistica e la professionalità che ha saputo unire al rispetto e all’amore nei confronti di questo storico musical, e per la costante crescita in 20 anni della sua originale interpretazione di un grande classico amato in tutto il mondo”.

Sul palco di Jesus Christ Superstar, accanto a Ted Neeley nei panni di Gesù, l’Orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello, l’ensemble di 24 tra acrobati, trampolieri, mangiafuoco e ballerini coreografati da Roberto Croce, le scenografie di Teresa Caruso e i costumi di Cecilia Betona.