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Al via i Suoni delle Dolomiti

I Suoni delle Dolomiti aspettano tutti gli appassionati di musica e montagna in vetta.  La manifestazione debutta oggi con Selmer Saxharmonic presso i Laghi di Bombassei. Ma il nutrito calendario di appuntamenti previsto per l’edizione 2016 dei Suoni delle Dolomiti, promette di portare i maggiori nomi della musica d’autore ad incontrare tanti appassionati negli angoli più suggestivi del Trentino.

Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi ospiteranno due eventi da non perdere. Il primo concerto vedrà protagonista uno dei massimi violoncellisti viventi, Mischa Maisky,  che si esibirà mercoledì 20 luglio alle ore 13.00 nei dintorni del Rifugio Pedrotti alla Rosetta sul panoramico Altopiano delle Pale. Il maestro, per la prima volta ospite del festival, eseguirà la terza e la quinta Suite per Violoncello di Johann Sebastian Bach. Il secondo evento sarà quindi dedicato ad un grande duo italiano e si svolgerà  martedì 2 agosto alle ore 13.00 in Val Canali nei pressi di Villa Welsperg, casa del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, dove Petra Magoni e Ferruccio Spinetti porteranno il loro progetto voce-contrabbasso “Musica nuda” che ha già conquistato tutta Europa. Ad arricchire questa esperienza anche la possibilità di partecipare ad uno percorso sui sentieri montani dal 31 luglio al 2 agosto, con una tre giorni in compagnia di Petra Magoni e Ilaria Fantin, tra camminate e magie sonore per voce e arciliuto nello scenario unico delle Pale di San Martino.

Per l’edizione 2016 dei Suoni delle Dolomiti, sono attesi tra gli altri anche Mario Brunello, Giuliano Carmignola e Jadran Duncumb il 25 luglio presso il Rifugio Antermoia; Alessandro Carbonare, Luca Cipriano e Perla Cormani il 29 luglio presso il Rifugio Segantini; Stefano Bollani il 3 agosto al Rifugio Micheluzzi; Huun-Huur-Tu il 5 agosto presso il Buse de Tresca; Mario Brunello e Yong Min Cho il 10 agosto presso la Malga Tassulla; Cristina Donà, Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Fabrizio Bosso, Javier Girotto e altri il 12 agosto presso la Bait del Germano; Ballakè Sissiko e Vincent Segal il 22 agosto presso la Malga Canvere; Richard Galliano e l’Ensemble Symphony Orchestra il 24 agosto presso il Camp Centener e, infine, a chiusura dei Suoni delle Dolomiti, Barcellona Gipsy Balkan Orchestra il 26 agosto presso il Ciampac.




LUGANO, GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA MUNDUS DEL MAESTRO ITALIANO BONGIOVANNI

E’ stata prolungata fino al 31 luglio Mundus – Exclusive Art Exhibitionevento istituzionale che celebra la pittura del Maestro italiano Daniele Bongiovanni nuovamente su scala internazionale. La mostra, presentata ufficialmente come progetto itinerante, che in autunno, a grande richiesta verrà riproposta anche in Italia, ha aperto i battenti il 17 maggio in pieno centro a Lugano, nelle sedi della CD Arts, con il patrocinio della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. L’esposizione, presenziata da molte personalità della cultura, e dal sindaco di Lugano Marco Borradori, fin dal giorno della sua apertura, ha riscosso grande successo di critica e di pubblico, attirando così l’attenzione di moltissimi esperti del settore, collezionisti, e fruitori d’arte. Mundus, lanciato come un percorso in crescendo, progressivo, e volutamente antologico, ha dato modo al pubblico di ammirare quelle che fino ad oggi sono i lavori più rappresentativi e importanti della carriera del pittore, oggi operante tra l’Europa e gli Stati Uniti. In mostra è possibile ammirare ancora per un mese, opere appartenenti a collezioni pubbliche e private, come: Il creatore (m’illumino d’immenso), Croma Sophia, Studi sulla pura forma, Collezione Pelle Sporca, ciclo dedicato al rapporto tra uomo e spazio naturale, già esposto alla 53. Biennale di Venezia, la collezione Aesthetica/Natural, il trittico di grandi dimensioni T.d.C (mundus), opera centrale di tutto il percorso, ed elaborati recenti, interamente realizzati nel suo studio in Svizzera.

”Mundus, entrando dentro questo percorso, e guardando le opere del Maestro Bongiovanni, vediamo che ogni soggetto dipinto durante la sua carriera, da una delle tante prospettive possibili, ha parzialmente abbandonato la forma concreta, quasi tutti i lavori dell’artista hanno a che fare con il il progredire interiore, il ritrovarsi in un punto di svolta, su dei campi figurativi, e all’occorrenza informali che vengono elaborati come metafora del tempo sulle cose. Nel dettaglio, in questo processo, per l’occasione contestualizzato in un percorso antologico, la chiave di lettura rimane la filosofia, la ricerca cromatica e la luce. Una luce che abbagliante ed estesa su un tessuto materico, filtrato da velature dai toni a volte corposi, a volte leggeri, si apre in un doppio movimento, esterno e interno al quadro. Tecnicamente, in questo movimento, che si manifesta sublime nello sfondo, i volti e gli spazi sbiadiscono parzialmente, generando presenze e assenze. Mundus, come emblema, ci suggerisce di seguire un ritmo lento e complesso per i nostri occhi, simile a quello della natura, qui rielaborata; natura contaminata che si manifesta come teorema visivo, come risultato di una consolidata sapienza artistica, traguardo di numerosi anni di studio sulla materia pittorica. Le letture di Daniele Bongiovanni appartengono alla realtà: ”L’Uomo”, realizzato per omaggiare ”l’essere” che dialoga con la storia, ha uno sguardo emblematico, che indaga e s’interroga sulla vita. In questa cronologia, Bongiovanni è più volte pittore del ritratto, ritratto di persone e dettagli, dettagli di un’estetica generale. Le sue opere in ordine cronologico emergono come un racconto del vissuto, suo e degli altri. Loro come tasselli numerati hanno una logica precisa, e legano per coerenza e appartenenza ad una trama articolata e importante. Una poetica nel complesso autentica, perchè originale, poetica come linguaggio che diventa opera, appartenente al passato e al presente, indubbiamente legata ad un’iconografia già storica.”

(Mundus, L’uomo e la natura diventano operaTicinolive, 2016)




“LA BELLEZZA RITROVATA”: ULTIMI GIORNI DI MOSTRA

di Elisa Pedini – Ultimissimi giorni, fino al 17 luglio, per visitare la mostra “La bellezza ritrovata”, presso le Gallerie d’Italia in Piazza Scala a Milano, con apertura straordinaria fino alle 23. L’esposizione fa parte del progetto “Restituzioni”, programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico pubblico, curato e promosso da Intesa Sanpaolo. Questa è la XVII edizione del progetto, che, per la prima volta, si tiene a Milano. Il restauro è un’eccellenza italiana e mi piace, anche, sottolineare che, questo progetto, nel tempo, ha consentito la scoperta di nuove tecniche di restauro come, ad esempio, quello degli smalti medievali. Un’occasione davvero unica e imperdibile, dunque, per gustare, in anteprima, 145 capolavori sottoposti a restauro, che, poi, torneranno ai rispettivi luoghi d’appartenenza. Ben trenta secoli di storia attraverso il nostro patrimonio artistico culturale. Opere eterogenee che ci conducono a spasso nel tempo e nel nostro magnifico paese, come, per esempio, la “Statua naofora di Amenmes e Reshpu” in calcare egiziano di ben 32 secoli fa. Un restauro precedente, per preservare l’opera, l’aveva ricoperta con una miscela al silicone che, purtroppo, però, impedì la normale traspirazione del calcare, comportandone la frattura interna. Questo capolavoro è stato ora riportato alla sua bellezza. Altra opera, di ben 25 secoli fa, è il “Cavaliere Marafioti” in terracotta policroma, rappresentante, probabilmente, un Dioscuro. Il suo nome deriva da “Casa Marafioti”, ovvero, la villa, vicino Locri, sotto le cui fondamenta, fu ritrovato, a pezzi, questo capolavoro. Oggi, lo ammiriamo in tutto il suo splendore, grazie, anche, a un’accurata opera d’uniformazione del colore. È interessante notare come il restauro, secondo le leggi di Cesare Brandi nella sua “Teoria del restauro”, debba seguire i principî di “storicità” e “reversibilità”, ovvero: ogni lavoro di ripristino effettuato deve, rigorosamente, rispettare sia l’opera che la sua epoca e deve poter essere totalmente rimosso. Principî che, purtroppo, non furono rispettati dal primo restauratore dell’“Adorazione del bambino” di Lorenzo Lotto, che trattò il dipinto con una pasta abrasiva molto aggressiva, devastandolo completamente. L’unica azione di restauro che è stato possibile attuare su quest’opera è stata di sola conservazione. Scempio a parte, sarà, però, molto interessante paragonare il lavoro su quest’olio con i lavori su altri olî, come, a titolo d’esempio, la “Madonna con il Bambino tra i santi Gennaro, Nicola di Bari e Severo” di Filippo Vitale, oppure il “Cristo risorto” di Rubens, ove, invece, il lavoro di restauro raggiunge la perfezione, ridonando bellezza, lucentezza e completezza alle opere senza manipolarle troppo. Un equilibrio veramente perfetto. Cito solo alcune delle altre chicche presenti in questa mostra e da gustare come, per esempio, i vetri dei maestri vetrai muranesi. È straordinario apprendere come il vetro nasca perfetto in sé e pertanto, il lavoro successivo di restauro e conservazione di tale materiale necessiti un procedimento particolarissimo e molto delicato, poiché, persino la semplice acqua rovinerebbe, irreversibilmente, le opere. E ancora, la magnificente armatura da parata giapponese donata ai Savoia, del tipo do-maru a fettucce di seta azzurra e composita di numerosi materiali. Proprio quelle fettuccine hanno richiesto l’intervento d’una restauratrice di tessuti che ha lavorato su ciascuna di esse. Si noterà che, l’armatura, dietro ha degli anellini: essi servivano a chiuderla con un nastro rosso, purtroppo, andato distrutto; per non mutare la “storicità” dell’opera, si è ritenuto opportuno, non sostituirlo con nastro moderno. Infine, vorrei spendere una parola sui disegni restaurati in mostra, perché, per chi l’avesse visitata nei primi mesi, essi sono stati cambiati, ora, troviamo esposti trentasette disegni di Sebastiano Ricci e vi spiego perché. Il “disegno” è un’opera delicatissima che deteriora molto rapidamente, pertanto, non può essere esposto per più di novanta giorni e sempre sotto una luce fredda di massimo 30A. Decorso questo periodo, deve, tassativamente, essere riposto, al buio, per cinque anni. Saputo questo, posso assicurarvi che diventa estremamente affascinante osservare questi capolavori, così intensi, ma anche, così fragili. Eventuali buchi o lacune sono stati restaurati utilizzando una finissima carta di riso giapponese prodotta a Tokyo.

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Le intime Infinitesimalità del poeta Davide Rocco Colacrai

Oggi incontriamo un giovane poeta di Terranuova Bracciolini, Davide Rocco Colacrai. A soli 34 anni ha già conseguito oltre 500 riconoscimenti partecipando a concorsi letterari, anche internazionali ed europei, le sue poesie sono contenute in più di un centinaio di antologie, e ha all’attivo ben tre libri: Frammenti di parole (GDS, 2010), SoundtrackS (David and Matthaus, 2014) e Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte (Progetto Cultura, novembre 2015), quest’ultimo sostenuto da uno spettacolo musico-visivo di presentazione, in tournée fino a pochi giorni fa. La nuova opera, Infinitesimalità (VJ Edizioni, Verona), è in uscita entro la fine del mese.

Il tuo nuovo libro di poesia si intitola “Infinitesimalità”. Come nasce?
Tecnicamente il libro nasce come premio di un concorso letterario: infatti ho vinto il primo premio del Concorso “Arco dei Gavi” per la sezione poesia, e mi è stata riconosciuta la possibilità di realizzare una mia opera per le VJ Edizioni di Verona. Artisticamente invece non ho una risposta precisa da dare, nel senso che sapevo, “sentivo”, che erano maturi i tempi per un nuovo libro e sapevo anche di volerlo chiamare “Infinitesimalità”, tutto il resto è stato intuivo, era, come dire, già pronto, in attesa.

C’è una evoluzione rispetto al tuo libro precedente, “Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte”?
Penso che, rispetto al lavoro precedente, sia da riscontrarsi una inevitabile evoluzione, sicuramente nell’uomo, di conseguenza nel poeta. Infatti si affrontano temi diversi ovvero alcuni degli stessi temi ma in modo più diretto, più di petto, c’è un maggiore coraggio nel parlare, nell’esporsi, anche nel prendere una posizione, una maggiore naturalezza in tutto questo, tuttavia lo stile è più elaborato, simbolico, di non semplice e immediata decifrazione, aperto a molteplici letture. “Infinitesimalità” è un lavoro più intimo, più intimista, e come tale pervaso da un dualismo “infinitesimale”.

Visto che c’è, l’evoluzione di cui chiedevamo, quale è il tuo poeta o scrittore di riferimento?
La verità è che non ho un poeta o uno scrittore di riferimento o che è da me preferito ad un altro. Mi piace leggere, ascoltare, fare mie le parole, i silenzi e le storie, “possedere” il mondo. Inoltre amo sperimentare, soprattutto con la lingua italiana, giocare e stravolgerla, osare e andare oltre rispetto ai limiti tacitamente imposti, accettati, nella poesia, non dire cose già dette ovvero dirle ma in un modo diverso, un modo che obbliga il lettore a fermarsi e a domandare, ad entrare in contatto a tu per tu con i suoi dubbi, un modo che lo mette sulle spine perché deve decidere, egli medesimo, sotto la propria responsabilità, come e quanto significare, e perché.

Ci parli della tua esperienza poetica e del tuo percorso artistico?
Ho avuto la fortuna di sperimentare più strade artistiche prima di “sentire”, di sapere, che la poesia fosse la mia. Infatti ho iniziato con la musica, suonando alcuni strumenti, ho dipinto per molti anni, per un periodo ho realizzato alcuni remixes come dj che circolano tutt’ora nella rete e, infine, sono approdato alla poesia. La mia esperienza poetica pertanto mi piace definirla una esperienza “medianica”, nella misura in cui tutte le sensibilità che ho coltivato nel tempo si sono unite per confluire verso una sensibilità unitaria, indefinita, a volte anche “maledetta”, per mezzo della quale devo saper gestire il dono, e così la responsabilità, di raccontare storie, storie che non sono mie, personali, e che tuttavia appartengono a tutti, sono storie del mondo, storie dell’uomo. L’esperienza poetica infatti ha come fondamento, per me, una vocazione, non una passione, non un passatempo, ma una vocazione dalla quale deriva una responsabilità precisa verso se stessi e verso gli altri: come dicevo, la responsabilità di prendere con sé le storie e di raccontarle, esplicitarle, condividerle. E posso confermare che a volte fa male.

Il mondo ha bisogno della poesia o la poesia ha bisogno del mondo?
Sono convinto che il mondo abbia bisogno della poesia tanto quanto la poesia è bisognosa del mondo. Infatti la poesia si nutre del mondo, come dicevo poc’anzi è fatta di storie, le parole sanno raccontare ed ascoltare, così il mondo a sua volta si nutre della poesia per non essere dimenticato, per sentirsi meno solo, per vivere. L’uno presuppone l’altra in un rapporto biunivoco di sopravvivenza, di completezza, e anche di bellezza.

Allora possiamo riconoscere un ruolo al poeta nella nostra società?
Ho già affermato che il poeta ha una responsabilità ben precisa, quella di prendere una storia e raccontarla. Pertanto se è da riconoscergli un ruolo penso debba essere quello di stimolare le persone, i lettori, di spingerli ad essere se stessi, ad ascoltarsi, a volersi bene, ad accettarsi, ad avere cura di sé e degli altri, ad ascoltare, ascoltare soprattutto quello che l’altro custodisce dentro di sé, le voci del mondo, i silenzi del cuore. Insomma il poeta può influenzare il lettore ad essere migliore. Può fare in modo che via sia una maggiore responsabilità, e bellezza, dentro e fuori.

Che cosa è allora un poeta?
La domanda esatta è chi è un poeta, o forse cosa c’è dentro, dietro, un poeta.
Un poeta, almeno per quanto mi riguarda, è un uomo dominato da un essenziale dualismo nella misura in cui da un lato da sempre “percepisce” l’esistenza di qualcos’altro, un oltre, qualcosa di indefinibile e inafferrabile, di sottile e infinitesimale che, da dentro, lo fa sentire completo, sicuro, a proprio agio nella sua diversità, probabilmente è una forma di fede, di amore, d’infinito, insomma “sa” di appartenere a un Tutto; dall’altro ha conosciuto, e così accumulato, un numero incontabile di cattiverie, ingiustizie, dolori, brutture, solitudini, e similari, senza una capacità di reazione, che un giorno si è ritrovato con una sola alternativa possibile, quella di implodere e quella di esplodere, e gli è venuta naturale la seconda: in primo luogo per ascoltare se stesso, per ri-comporsi, per darsi una forma, di conseguenza per condividere la propria versione con gli altri, in particolare con coloro che hanno, ciascuno, vissuto una esperienza simile secondo una versione differente, la propria. Il poeta è allora quella somiglianza d’uomo nel buio del mondo per gli altri.

I temi sociali quanto influenzano la tua poesia?
Dal momento che ho parlato di una responsabilità del poeta, e di una funzione dello scrivere, dell’essere più che del fare poesia, e del poeta come modello di riferimento, allora la poesia è, essa stessa, per sua natura, intrinsecamente sociale. Ciò significa che la poesia, la mia poesia, è finalizzata a vincere l’indifferenza e le solitudini, il lato oscuro che l’uomo ha, e tutte le sue espressioni. E l’unico modo, secondo me, per farlo, è metterlo davanti allo specchio con se stesso.

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“Integratori alimentari: efficaci, sicuri e salutari”

di Elisa PediniÈ stato presentato alla stampa la prima “Review sull’Integrazione Alimentare”: ovvero, un dettagliato resoconto scientifico sugli integratori alimentari condotto da “Integratori Italia” di AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari).

Da diversi anni, la ricerca scientifica si è data l’obiettivo di validare il ruolo delle sostanze presenti negli integratori alimentari nel coadiuvare le funzioni fisiologiche in soggetti sani. Nonostante la difficoltà oggettiva di dimostrare scientificamente un beneficio clinicamente rilevante sul mantenimento dello stato di salute e del benessere psico-fisico, possiamo, oggi, finalmente, disporre di dati scientifici che confermano quanto i diversi componenti degli integratori: dalle vitamine e minerali, ai prebiotici e probiotici, agli estratti vegetali, sino alle numerose molecole biologicamente attive, derivate dagli organismi animali e vegetali, svolgano, effettivamente, tale ruolo.

Un pool di otto tra i maggiori esperti italiani, composto dalla dr.ssa Franca Marangoni, dal prof. Benvenuto Cestaro, dal prof. Giovanni Scapagnini, dal dr. Andrea Poli, dal prof. Vincenzo De Leo, dalla prof.ssa Patrizia Restani, dal prof. Lorenzo Morelli e dal prof. Giancarlo Cravotto, ha realizzato, dopo oltre un anno di lavoro, questo resoconto, che fa chiarezza sia sui principi attivi, sia sulle diverse esigenze nelle varie fasi della vita.

Pochi sanno che l’Italia è leader per la produzione e la qualità di questo tipo di prodotti e il loro utilizzo è un importante coadiuvo al benessere. Ritengo sia utile illustrare i punti cardine, di quanto emerso dai dati scientifici, al fine di legarli a quelli che potrebbero essere gli aspetti pratici e quotidiani di maggior interesse. Poche sono le informazioni divulgate su questo tipo di prodotti, che, invece, potrebbero risultare degli ottimi alleati in periodi di particolare fabbisogno energetico o nutrizionale, o in periodi delicati della vita. Ci tengo sia chiaro il messaggio che, esattamente come il loro stesso nome implica, m’accingo a parlare di prodotti che integrano uno stile di vita, già sano, in individui che godono di benessere sia fisico che mentale. Nessun integratore può sostituire il potere di: una dieta equilibrata e metodica, che dev’essere sempre “funzionale”, ovvero, rispondere alle condizioni fisiologiche e al dispendio energetico, badando anche alla biodisponibilità dei nutrienti; un regime di vita igienico; un’attività fisica quotidiana e delle relative endorfine da sport, meglio ancora se svolto all’aria aperta. Tuttavia, esistono periodi nei quali il nostro stato di benessere viene messo alla prova e allora, può essere necessario integrare la nostra dieta con elementi concentrati di sostanze, per affrontare al meglio determinate situazioni. In particolare, la vita quotidiana comporta alti fattori di stress, che possono provocare alterazioni al nostro benessere. Tutti i nutrienti si trovano nei cibi, ma, alle volte, in percentuali così ridotte, che, per far fronte a un determinato fabbisogno, si dovrebbe arrivare a mangiare quantità improponibili d’uno o più alimenti. Ecco che, allora, intervengono gli integratori, la cui azione, scientificamente provata, è volta proprio a supplire eventuali carenze, anche, di nutrienti,fondamentali, ma non di facile reperimento, come lo iodio o la vitamina D.

Gli studi scientifici, di cui vi sto parlando, hanno evidenziato, per esempio, che meno del 5% degli italiani assume le cinque porzioni giornaliere di frutta e verdura, che rappresentano, invece, l’apporto di fibre consigliato e necessario. L’assunzione di questi alimenti consente la fermentazione degli acidi grassi a catena corta, i quali, favoriscono l’elasticità di piccolissimi canali che abbiamo nell’intestino e che si aprono, nel momento in cui mangiamo, per consentire l’assorbimento dei nutrienti. Se questa elasticità è ridotta, essi restano aperti troppo a lungo, consentendo l’ingresso anche alle tossine, causa della cosiddetta “infiammazione silente”. Siccome l’Italia produce i migliori integratori alimentari al mondo e 7 italiani su 10 ne fanno uso e 4 su 10 vorrebbero essere maggiormente informati sui benefici e le controindicazioni; allora, ritengo utile portare informazione su questo argomento e contestualmente rassicurare sulla validità di questi prodotti. Sembra scontato, ma lo dico, sarebbe opportuno sottoporsi a degli esami clinici per comprendere cosa esattamente manca al nostro organismo in quel momento, causando, per esempio, spossatezza o inappetenza o insonnia e quindi, andare ad agire con un integratore che risponda al nostro fabbisogno, chiedendo consiglio al medico di base o al farmacista. Riconosco che, non sempre, s’incontra grande informazione su questo argomento, neppure presso i professionisti della salute, ma, voglio rassicuravi anche su questo: il dott. Alessandro Colombo, Presidente di “Integratori Italia”, ci ha reso noto in conferenza stampa che sono già stati fatti corsi di aggiornamento in collaborazione con Federfarma e presto hanno in previsione d’effettuare i medesimi anche con i medici di base.

Molto importante è, anche, sottolineare gli altissimi controlli presenti in Italia, su tutta la filiera della produzione: dal campo al banco della farmacia. Le leggi sono fortemente restrittive e la supervisione dei NAS è costante. Quello che era un tempo il metodo estrattivo utilizzato solo nei laboratori, è stato portato a livello industriale: le estrazioni dei nutrienti sono tutte effettuate in acqua e il procedimento è altamente selettivo: nel senso che vengono già escluse tutte quelle materie che potrebbero risultare nocive, o anche solo fastidiose. Questo rende la qualità degli integratori altissima e toglie il rischio di controindicazioni. In più, l’etichettatura in Italia deve essere chiara e dettagliata, cosa che impone una rigorosa descrizione del prodotto. Mi piace, comunque, ricordare che, nonostante l’assenza di controindicazioni, è sempre bene fare riferimento a medici e farmacisti per i migliori consigli e non affidarsi al web. Inoltre, è sempre buona precauzione, specificare se si è sotto cura farmacologica di qualunque genere. Concludo con qualche spunto pratico. Partiamo dal cervello, l’organo più importante e al centro dell’essere umano. Col tempo, le sue funzioni rallentano e degradano, dunque, è vitale prendercene cura. Anche in questo caso, l’allenamento quotidiano è fondamentale, ma lo stress, cui è sottoposto, eleva i fattori di rischio, che vanno prevenuti. Essendo l’organo più importante, è anche il più protetto e quindi, parlare di biodisponibilità per il cervello è alquanto relativo. La colina è una sostanza fondamentale per il suo funzionamento, come gli omega3 e nello specifico il DHA, un acido grasso. Inoltre, esistono sostanze fitochimiche, come i polifenoli, dette “trainer”, che risultano di grande efficacia: come la curcumina, i mirtilli e le epicatechine del cacao. Parlare dello stress cerebrale ci consente d’introdurre, anche, l’uso dei probiotici, la cui assunzione regolare prima degli esami, per esempio, abbassa notevolmente lo stress. Tali integratori hanno, in realtà, un’importanza notevole per la nostra salute e gli studi scientifici ne mostrano l’estrema efficienza, per per diversi motivi: la flora batterica interna è vastissima e per questa ragione va curata; l’integrazione di batteri risulta essere fondamentale, perché l’alto livello d’igiene dei cibi ha comportato la drastica diminuzione dei batteri che introduciamo, indebolendo le nostre capacità di difesa: basti pensare a quando andiamo in vacanza in luoghi dove l’igiene è più scarsa, il primo a essere attaccato è l’intestino. Infine, la ricerca ha permesso di creare questi integratori con la selezione di batteri migliori, al fine di darci salute e non certo produrre infiammazioni, anzi, il loro impiego previene proprio l’“infiammazione silente” di cui ho parlato sopra. Un altro organo fondamentale è, naturalmente, il cuore. Nell’ambito cardio-vascolare siamo molto avanti ed esistono composti realmente molto validi, in particolare per la riduzione del colesterolo LDL. Quello che è importante, come ho già detto, è fare delle analisi e valutare quanto si è distanti dalla soglia. Fino a un 5%, spesso, è più che sufficiente modificare la dieta, oltre, bisogna ricorrere a integratori specifici se non, addirittura, a terapia farmacologica. A questo punto, dato che i ginecologi sono i maggiori prescrittori di terapie a base d’integratori, non posso non parlare delle donne. Oggi, che l’età del primo parto s’è spostata molto in avanti, è importante fare uso di buoni integratori, soprattutto, bisogna tener presente che i micronutrienti vanno introdotti ben prima dell’inizio della gravidanza, ovvero, nel momento in cui si decide di cercare un figlio. Altra tematica femminile, è la cellulite. Partendo dal presupposto che, spesso, siamo di fronte a predisposizioni genetiche o a pillole contraccettive troppo forti per il metabolismo, si mostrano di forte aiuto tutti quegli integratori che facilitino la lipolisi: come quelli a base di finocchio, betulla o mirtillo.

Per chiudere, non si possono tralasciare i cosiddetti “botanicals”, ovvero, tutte quelle preparazioni di origine vegetale, che trovano le loro radici nell’antica medicina tradizionale. Anch’essi integrano la dieta e riducono i fattori di rischio. Gli italiani sono il popolo che più si affida alle erboristerie per questi prodotti. Le erbe più utilizzate sono: la cassia, per il transito gastro-intestinale; l’echinacea, per il sistema immunitario e urinario; la valeriana, per il sonno e il ginseng, che, generalmente, viene indicato come tonico, ma il suo nome latino è “panax”, proprio per indicare che i suoi utilizzi sono plurimi: la panacea di tutti i mali.




Natura tra realtà e astrazione secondo Guido Alimento

Natura tra realtà e astrazione è la nuova mostra personale dell’artista e fotografo Guido Alimento (Macerata, 1950) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, che verrà presentata il prossimo 28 giugno presso lo spazio Made4Art di Milano.

In esposizione una selezione di opere caratterizzate dalla presenza preponderante della natura, ritratta, interpretata e immaginata da Alimento sulla base della propria profonda e poetica personalità artistica.

In particolare si potranno ammirare le opere appartenenti alla serie Profumo di fiori, lavori delicati e forti allo stesso tempo, nei quali ogni soggetto ritratto da simbolo di caducità diviene icona di eternità e di sacralità della vita, nonché gli scatti di Natura stilizzata, dove le decorazioni presenti negli elementi architettonici di antichi edifici religiosi tratteggiano una natura essenziale, densa di significati simbolici.

In mostra anche alcune immagini fotografiche di Luci e geometrie, scatti inediti dell’artista marchigiano che colgono le linee, i segni e i colori di un territorio rurale mettendone in luce geometrie e campiture, come in pregevoli composizioni pittoriche astratte.

Una natura intima e piena di ispirazioni ed emozioni, quella di Guido Alimento, ricca di quella musicalità che è presente in ogni essere vivente e in ogni elemento che compone il Creato, senza trascurare l’opera dell’uomo.

Natura tra realtà e astrazione, con data di inaugurazione martedì 28 giugno, rimarrà aperta al pubblico fino all’11 luglio. La mostra è inserita nella piattaforma progettuale Made4Expo.

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Guido Alimento. Natura tra realtà e astrazione
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo

28 giugno – 11 luglio 2015
Inaugurazione martedì 28 giugno, ore 18.30
Lunedì ore 16 – 19, martedì – venerdì ore 10 – 13 / 16 – 19

M4A – MADE4ART Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
Via Voghera 14 – ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872

Un progetto M4E – MADE4EXPO | www.made4expo.com
Un evento: Expo in Città




West End Live, 48 ore di musical pronte a infiammare Londra

Sabato 18 e domenica 19 giugno, in un solo weekend oltre 25 block buster del West End londinese si alterneranno in scena a Leichester Square per uno show imperdibile: il West End Live 2016, giunto ormai alla sua 12° edizione. Dalle 11 (domenica dalle 12) alle 12 una full immersion con i migliori interpreti della scena londinese che riproporranno, davanti al pubblico di Leichester Square , il meglio dei diversi show. C’è di più…è anche gratis.

I nomi dei musical attesi al West end Live sono da brivido tra i superclassici del West End londinese:  American Idiot, Beautiful – The Carole King Musical, The Bodyguard, Charlie And The Chocolate Factory, Disney’s The Lion King, In The Heights, Impossible, Jersey Boys, Les Misérables, Mamma Mia!, Matilda The Musical, The Phantom Of The Opera, Showstopper! The Improvised Musical, Stomp, Sunny Afternoon, Thriller Live e Wicked. debuttan questanno all’11° edizione del West End Live: Kinky Boots,  Breakfast At Tiffany’s, Crazy For You, Guys And Dolls, Jesus Christ Superstar, Motown The Musical, Murder Ballad, The Secret Garden, Show Boat e The Wedding Singer. Tra le star del musical sono poi attesi: Beverley Knight, Matt Cardle, Samantha Barks e  Pixie Lott.

L’ideale per  partecipare all’evento e goderselo fino in fondo è quello di arrivare già attrezzati a Leichester Square con tutto quello che può servire in una classica giornata londinese: dalla crema solare all’ombrello, senza dimenticare magari qualche genere di alimentare di conforto per ampliare il godimento…ovviamente anche all’interno del Wes End Live non mancano i punti ristoro, ma la scelta è più ampia in un tesco qualsiasi.  Arrivare presto è un must per non perdersi neppure un secondo del West end Live ed essere sicuri di entrare,  possibilmente prima dell’apertura dei cancelli  così come mettersi ordinatamente in fila  (generalmente l’apertura dal lato della Sainsbury Wing della National Gallery corre più veloce) e aspettare il proprio turno. una volta entrati è bene scendere subito verso il palco, non appena infatti la piazza si riempie chiudono l’accesso al palco. Se sono libere poi è consigliabile accaparrarsi subito un posto sulle scale, possibilmente in alto: si ha un audio e una visuale perfetta, stando per di più comodamente seduti.
Insomma il West End Live per chi è a Londra in questi giorni, è un’occasione da non lasciarsi sfuggire.

 




ISPIRAZIONE D’AUTORE: GIACOMETTI MEETS HOMINI

Verrà inaugurata, lunedì 13 giugno alle ore 18.30 presso lo Spazio Eventi di Regione LombardiaGrattacielo Pirelli, la mostra “Ispirazioni d’autore: GIACOMETTI MEETS HOMINI”.

L’esposizione è il frutto concreto della collaborazione, avviata lo scorso anno, tra il magazine d’arte e cultura Hestetika, la The Boga Foundation e il Centro Studi Casnati di Como.

In mostra saranno esposte due opere di Alberto Giacometti appartenenti alla collezione della The Boga Foundation (Donna che camminaNudo in piedi) alle quali saranno contrapposte una serie di sculture-installazioni della serie “Homini”, realizzate dai Boga, frutto dell’eclettica creatività degli artisti che, attraverso le loro visioni post-moderne e surreali, trovano preziosa fonte di ispirazione dall’opera di Giacometti, creando un perfetto percorso concettuale incentrato sullo sviluppo e la ricerca della dinamica come forma di espressione e generatore di emozioni.

A contorno del progetto una serie di manufatti elaborato dai ragazzi del Casnati (sculture, pitture e installazioni di food) che nascono da una serie di laboratori e workshop con a tema l’opera di Alberto Giacometti e l’interpretazione del colore, del segno e della sua scultura.

La realizzazione della mostra, progettata, organizzata e realizzata da Habitare – Idee Culturali di Tradate (Va), è stata possibile grazie alla collaborazione di Regione Lombardia e grazie ai prestiti della The Boga Foundation e vuole essere un tributo in occasione della ricorrenza dei 50 anni della morte dell’artista Svizzero oltre che essere una opportunità per conoscere come l’opera di Giacometti sia sempre viva nel tempo ispirando generazioni e generazioni di artisti.

Così spiegano i Boga l’approccio alla mostra: “La nostra è una visione post-moderna e surreale che ha sempre trovato preziosa fonte di ispirazione dall’opera di Giacometti. In mostra si viene a creare un perfetto percorso concettuale incentrato sullo sviluppo e la ricerca della dinamica come forma di espressione e generatore di emozioni. “L’uomo che cammina” è un passo avanti al futuro. Gli Homini sono l’essenza dell’essere umano. Una sua proiezione silenziosa, statica e dinamica al tempo stesso. Gli Homini osservano il mondo, ne creano il suo contorno, sottile, impreciso e a volte anche grezzo. Sono la rappresentazioni del pensiero e della quotidianità e si muovono attraverso l’idea progettuale. L’Homino, attraverso la sua forma e la sua dinamicità, mostra il suo carattere per poi riempirsi ed integrarsi con quello dell’osservatore. Il suo vuoto interno è colmato da chi lo guarda. L’Homino è l’idea dell’essere umano e la sua forma che va oltre il surrealismo e l’espressionismo. L’Homino dinamico nella sua staticità è vivo”.

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ISPIRAZIONE D’AUTORE: GIACOMETTI MEETS HOMINI
Dal 14 giugno al 11 luglio 2016
Spazio Eventi di Regione Lombardia – Grattacielo Pirelli – 1° piano
Via Fabio Filzi 22 – Milano
Inaugurazione lunedì 13 giugno 2016 – ore 18.30 – Ingresso da Piazza Duca D’Aosta 1
Ingresso libero
Informazioni al pubblico: info@thebogafoundation.it




Le Rappresentazioni dell’inconscio di Marina Berra

Rappresentazioni dell’inconscio è la nuova esposizione di opere pittoriche dell’artista Marina Berra (Milano, 1969), presentata da Made4Art, in mostra da questa sera fino al 15 giugno 2016 presso Castelli Gourmet – Castelli Gallery in Via Cerano 15 a Milano.

In mostra una selezione di lavori di Marina Berra rappresentativa della sua produzione artistica più recente, tele che fanno parte delle serie Espressionismo astratto e Materici. Le composizioni dell’artista lombarda sono caratterizzate da una presenza cromatica decisa e affascinante, colori che talvolta si uniscono a materiali diversi quali sabbia e gesso e che danno origine a dipinti capaci di stupire e avvincere, di esprimere i sentimenti e le emozioni dell’essere umano. Opere che si rivelano essere delle vere e proprie rappresentazioni dell’inconscio dell’artista, nelle quali ognuno di noi può riconoscersi e ritrovare aspetti della propria interiorità.

Marina Berra, Invincibile per proteggerti, 2016, tecnica mista su tela, 60x60 cm Marina Berra, Perché lei è speciale, 2016, tecnica mista su tela, 70x70 cm

Marina Berra | Rappresentazioni dell’inconscio

Castelli Gourmet – Castelli Gallery | Via Cerano 15 | 20144 Milano
31 maggio – 15 giugno 2016

Evento a cura di:
M4A – MADE4ART
| Spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura
di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
www.made4art.it – info@made4art.it

Un progetto M4E – MADE4EXPO




Fivizzano porta in tavola il meglio della lunigiana

La biodiversità in mostra nella 15° edizione di Sapori dal 2 al 5 giugno. Il borgo lunigianese di Fivizzano si trasforma nella capitale delle eccellenze gastronomiche, dove gli ingredienti della tradizione diventano tesoro culturale e vanno in scena i prodotti del Parco dell’Appennino tosco-emiliano, patrimonio consolidato Man and the Biosphere dell’Unesco. Una carrellata di gusto che fa scoprire come la storia di un territorio passi obbligatoriamente dalla tavola. Tra una degustazione e l’altra, spazio a spettacoli e manifestazioni culturali. 

Favizzano Gruppo storico per F

La manifestazione è la scusa adatta per organizzarsi un fine settimana, quello del solo ponte dell’anno per di più, per un fune settimana. Fivizzano infatti è un gioiello tutto da scoprire. “La Firenze della Lunigiana”, così è stata soprannominata Fivizzano durante i secoli, definizione che ancora oggi resta viva tra la popolazione. La sua posizione geografica, letteralmente incastrata tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, l’ha sempre resa un territorio particolarmente ambito, contesa tra la famiglia Malaspina e la grande famiglia de’ Medici, fino ad entrare sotto il controllo del Gran Ducato di Toscana ed essere ceduta, dopo il 1844, al Ducato di Modena; quest’ultimo ha controllato Fivizzano sino all’Unità d’Italia. Un illustre passato che ha reso Fivizzano un “gioiello” dal punto di vista artistico, storico e architettonico visto che conserva importanti testimonianze. In primis l’imponente Piazza Medicea al centro della quale si trova la fontana fatta erigere da Cosimo III nel 1683. Poco distante dalla piazza l’ex Convento degli Agostiniani con l’annessa Biblioteca all’interno della quale sono custoditi importanti incunaboli e l’Erbariolo Lunense. Di grande importanza anche il Museo della Stampa poiché, proprio a Fivizzano, intorno al 1470, furono stampati libri con i primi caratteri tipografici italiani mobili, con anticipo rispetto a molte capitali europee. Sempre nel centro storico anche la Chiesa dedicata ai Santi Jacopo e Antonio: al suo interno il Fonte Battesimale risalente al XIV secolo, una lunetta affrescata con una Deposizione opera della scuola pittorica di Andrea del Sarto, il Tabernacolo in argento dell’altare maggiore e l’immagine della Beata Vergine in memoria di un’apparizione e di una guarigione miracolosa.

Al vasto patrimonio storico-artistico Fivizzano affianca anche quello ambientale e naturalistico. Tra boschi, vallate e corsi d’acqua, questo territorio è perfetto per chi ama le escursioni e l’aria aperta. Degna di nota la vicina Equi, località conosciuta per gli stabilimenti termali e per la bellezza delle sue grotte: un esteso percorso carsico formatosi millenni fa grazie all’azione dell’acqua, oggi Geo-Archeo Park.

L’edizione “Sapori” 2016 sarà   di appuntamenti e iniziative, tutte siglate dall’importante riconoscimento che il Parco dell’Appennino-Tosco Emiliano ha ricevuto nel 2015, ossia l’essere entrato a far parte della Rete delle Riserve ‘Uomo e Biosfera’ MaB UNESCO (Man and the Biosphere). Proprio per celebrare questo “traguardo”, all’interno della Biblioteca di Fivizzano, saranno messi in mostra i prodotti dell’area MaB suddivisi tra Dop e Igp; una carrellata di gusto per far scoprire come la storia di un territorio passi obbligatoriamente dalla tavola e dallo stretto legame che l’uomo sigilla con il suo luogo d’origine, sempre nel pieno rispetto della natura e di quanto ci viene offerto.

La 15° edizione di Sapori esibirà tra le vie e gli antichi luoghi di quella che, un tempo, era chiamata “Il bel cantuccio di Firenze” perché feudo dei Medici, i 64 prodotti dell’Area MaB affiancati da tutte le altre bontà che contraddistinguono la Lunigiana e i territori limitrofi, comprese le regioni confinanti. Via libera per assaggiare (e scoprire) alcune specialità della Garfagnana come il pane di patate, il Biroldo (insaccato con le parti meno nobili del maiale), la Mondiola, (salame tipico della zona) e il farro garfagnino, giusto per citarne alcuni; ci saranno anche i formaggi della Lunigiana, la tipica Mortadella, i prodotti con la farina di castagne, le cipolle di Treschietto e il Miele Dop. Spazio anche per il Parmigiano Reggiano, il Cotechino e l’Aceto Balsamico di Modena e il Prosciutto di Parma. Non mancheranno nemmeno le perle enologiche della Valle di Magra, di alcune zone della Toscana e dell’Emilia.

 

COME E DOVE

2-5 giguno Fivizzano
In Auto – Autostrada A15 (Parma – La Spezia): uscita al casello di Aulla, proseguire per la Strada

In Treno – Linea La Spezia-Parma, stazione di Aulla. Ad Aulla c’è la stazione degli autobus con linee che conducono nelle principali località della Lunigiana.