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Cosmetica Italia e OffiCine-IED presentano Piccoli Passi, il cortometraggio sull’accettazione di sé

In occasione di Milano Beauty Week 2024La settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere – è stato presentato in anteprima un lavoro che ha visto la collaborazione tra Cosmetica Italia e OffiCine-IED.

Per la prima volta, Cosmetica Italia è attore di un progetto di mecenatismo culturale che racconta sul grande schermo e al grande pubblico alcuni temi cari al settore. L’inclusione, la valorizzazione e l’accettazione di sé, l’autenticità, l’autostima, l’importanza del benessere psicofisico vengono trattati attraverso il linguaggio della settima arte per mettere in risalto il ruolo del cosmetico nella vita di ogni individuo, dalla routine quotidiana alle occasioni speciali e indimenticabili.

Il corto, che vanta la direzione artistica di Silvio Soldini, è la storia di due giovani ragazzi, Ginevra e Andrea, interpretati da Laura Martinelli e Davide Iachini e della loro illuminata docente di educazione fisica Anna Gioia, impersonata da Anna Ferzetti. Con loro anche gli attori Giulia Salemi, Emma Bolcato, Francesco Sturani e Lorenzo Raineri. Un cast d’eccellenza, guidato dai docenti Bruno Oliviero, Luca Bigazzi, Giorgio Garini, Carlotta Cristiani, con il coordinamento di Paolo Borraccetti.

Piccoli Passi sarà presto in distribuzione in occasione di eventi, iniziative e festival cinematografici in tutta Italia.

Clicca qui per vedere il cortometraggio.

Cosmetica Italia è dal 1967 la voce dell’industria cosmetica nazionale e della sua filiera. Conta tra le sue fila oltre 630 imprese – dalle multinazionali alle piccole e medie realtà produttive distribuite sull’intero territorio nazionale – per un totale di 36mila addetti diretti (oltre il 54% degli occupati sono donne) che diventano 391mila sull’intera filiera cosmetica se si considerano gli occupati afferenti ai canali di estetica, acconciatura, profumeria, farmacia, erboristeria e vendita diretta. Per le aziende del comparto Cosmetica Italia è il riferimento nell’elaborazione e diffusione di informazioni di carattere normativo, tecnico ed economico; l’Associazione supporta inoltre le imprese nello sviluppo del loro business in Italia e all’estero e promuove la reputazione del settore con progetti di comunicazione mirati alla diffusione del valore scientifico, economico e sociale del cosmetico.

“OffiCine” è un progetto culturale di Istituto Europeo di Design, nato più di dieci anni fa con l’obiettivo di avvicinare un pubblico ampio ed eterogeneo al mondo del cinema, attraverso percorsi differenziati e dedicati. E’ gestito da Labà-Progetti Speciali. OffiCine sfugge da una definizione univoca: non è una scuola, non è una produzione, non è un circolo culturale. È, o vorrebbe essere, tutte queste cose insieme: un luogo di formazione libero dalle impostazioni rigide della didattica tradizionalmente intesa, un hub di sperimentazione dove si dà vita a prodotti cinematografici, una rete di persone che mettono in comune passione, competenza, impegno, tempo, in un meccanismo circolare di apprendimento e crescita personale. OffiCine propone corsi teorici di approfondimento sulle diverse discipline e ruoli del cinema, Laboratori pratici in cui si sviluppa un’idea fino a produrre cortometraggi o documentari, Lezioni aperte al pubblico, con ospiti speciali o dedicate a una lettura trasversale di temi attraverso il cinema.




Go Vegan! Come celebrare il World Vegan Day

Non è solo la festa di Ognissanti, il 1° novembre infatti si celebra, ormai da trent’anni, il World Vegan Day, una giornata dedicata allo stile di vita vegan e un’occasione perfetta per realizzare ricette plant-based. Un giorno interamente vegano nel mondo genererebbe un risparmio di 22.000.000 di tonnellate di CO2 (Ourworldindata.org), più delle emissioni annuali della Bolivia, e di 6,5 miliardi di m3 di acqua (Waterproof Print.org), pari all’acqua di 2.600 piscine olimpioniche. E allora, spazio a nuovi suggerimenti per testare la cucina veg in Italia o nel mondo.

A Milano il Ristorante Rubacuori di Château Monfort, festeggia la ricorrenza con  “Cioccolato e Lamponi”, un dessert firmato dall’Executive chef Domenico Mozzillo e che sorprende con il  gioco di consistenze. Anche Torino punta sul dolce con Ambra, il nuovo Tartufo di cioccolato firmato La Perla di Torino realizzato con solo quattro ingredienti, cacao, dattero, cocco e mandorla, per una etichetta cortavegan senza zuccheri aggiunti.  In Alto Adige i Vitalpina Hotels Südtirol hanno lanciato una linea di prodotti biologici e vegani che si propongono di  concentrare il meglio della natura altoatesina in tre prodotti a disposizione degli ospiti delle strutture: barretta alla frutta e ai cereali in tre varietà; la miscela bio per pane fatta con farina di farro e segale e prodotta da 50 agricoltori aderenti al progetto Regiokorn e lavorata secondo una ricetta tradizionale. e lo sciroppo con il miglior ribes nero della Val Martello. Se invece si preferisce il salato Gambero Rosso, pochi mesi fa, ha stilato una classifica dei migliori burger vegani in commercio che vede sul podio  al 1° posto, a pari merito, il Miniburger L’Originale vegetale agli spinaci di Kioene e il  Burger vegetale al pomodoro di Unconventional, seguiti dai Mini burger bio alle carote peperoni e curcuma di NaturaSì, per chiudere con il Burger vegetale ai funghi di Kioene e il Big burger di miglio bio di Mediterranea Bioveg.

Al di fuori dei confini italiani, la gastronomia di eccellenza peruviana può contare sulla  biodiversità dei prodotti e la grande ricchezza di materie prime locali che si concretizzano per iniziare, in quattromila varietà di patata, 35 tipi di mais, 650 varietà di frutti e oltre 40 superfood. Sono numerose le rivisitazione in chiave vegan delle ricette più iconiche peruviane come Causa Limeña, simbolo della capitale, preparata con strati di patate (papas amarillas), avocado e peperoncino (ají amarillo) e farcita  nella versione vegana si concentra con avocado, spezie fresche e un tocco di lime che richiama i sapori tipici della cucina limeña. Ma anche il Ceviche, nato a Trujillo e considerato Patrimonio culturale della nazione, ha una sua variante vegana. Il Ceviche Vegano, ripieno di funghi o palmito (cuore di palma), marinato in lime e arricchito con cipolla rossa, coriandolo, e mais tostato, noti come cancha.  La Sopa de quinoa vegana, una miscela di verdure, patate, brodo e quinoa bollita e speziata con origano, cumino e coriandolo richiama il lago Titica, mentre il ersione vegana del Rocoto Relleno,  peperone ripieno tipico ad Arequipa è proposto con zucchine, cipolle e poi con formaggio fuso sopra.

Quella giapponese non è la prima cucina vegana probabilmente si pensa, ciononostante a cui si pensa, la cucina vegana del Paese offre un’esperienza sensoriale unica. In Giappone infatti esiste una tradizione culinaria chiamata shojin ryori, profondamente radicata ai principi del Buddismo zen, che si traduce in un’alimentazione puramente vegetale, in linea con il precetto buddista della non violenza e del rispetto per tutte le forme di vita. o.
Piatti come il sushi di verdure, il ramen con brodo vegetale, il dashi vegano, la tempura di verdura o la zuppa di miso mettono in luce la purezza e la semplicità degli ingredienti, esaltando sapori naturali e genuini. Alghe, tofu, miso e verdure di stagione si combinano per creare piatti ricchi di gusto e nutrienti, senza l’uso di prodotti di origine animale. Allo stesso modo aumentano anche il numero di chef che cercano di ricreare ricette tradizionali utilizzando ingredienti vegani. Numerose sono le ricette vegan friendly, come la zaru soba (i noodles di grano saraceno bolliti e raffreddati) o il curry giapponese, nella sua variante veg; per un veloce spuntino invece i konbini (i minimarket giapponesi) offrono un’ampia scelta di snack vegani, a partire dagli onigiri – le celebri polpette di riso ripiene.




Orbetello capitale del gusto

Dal 31 ottobre al 3 novembre Orbetello si trasforma in capitale del gusto. La laguna accoglierà infatti  nuovamente Gustatus – Il Senso del Gusto, manifestazione che celebra il gusto in tutte le sue sfumature, promossa dal Comune di Orbetello in collaborazione con il Consorzio degli Operatori Turistici Welcome Maremma e I Love Italian Food, con il patrocinio della Regione Toscana.

Gustatus 2024: spettacoli, musica, cultura e food experience Il programma di Gustatus 2024 offre un ricco ventaglio di attività adatte a tutte le età: spettacoli dal vivo, approfondimenti culturali, eventi diffusi nei bar della città, degustazioni enogastronomiche e tanta musica.  Grande attenzione sarà riservata al mondo culinario con il Maremma Show, pensato per gli amanti della buona tavola. Il programma prevede showcooking, degustazioni e talk show con ospiti d’eccezione, tra cui chef stellati e personalità di rilievo del territorio. Tra le esperienze proposte: degustazioni di formaggi e salumi, masterclass sul vino, blind tasting, approfondimenti sull’olio e visite guidate alle cantine locali. Gustatus trasformerà poi Orbetello in un palcoscenico vivace, con spettacoli di strada, concerti e performance artistiche che animeranno le serate. L’evento non mancherà di offrire iniziative culturali di grande interesse. Tra queste, GUSTATUS AL MUSEO, che si terrà presso il Museo Archeologico Guzman durante tutta la manifestazione. La mostra “L’Etruria a tavola. Alle origini del gusto nella Toscana antica” trasporterà i visitatori in un viaggio culinario nell’antichità, con un omaggio speciale: un ricettario antico per tutti i partecipanti. 

DeGustatus, il Salone del Vino di Orbetello La grande novità di questa edizione è DeGustatus, uno spazio interamente dedicato ai produttori di vino, protagonisti del Salone del Vino di Orbetello. Ogni giorno, nella suggestiva cornice della sala “Ex Frontone” in Piazza della Repubblica, i visitatori avranno l’opportunità di degustare i vini di diverse cantine, confrontandosi direttamente con i produttori in un’atmosfera intima e conviviale. L’evento, a pagamento, è pensato sia per gli appassionati che per i professionisti del settore. Il Salone del Vino di Orbetello aprirà le porte giovedì, venerdì e sabato dalle 17:00 alle 23:00; domenica dalle 11:00 alle 17:00.

Sport, natura e avventura in laguna. Per gli appassionati di sport e natura, sabato 2 novembre si terrà la “Barchinata“, una suggestiva gara amatoriale di voga sui tradizionali barchini da pesca di Orbetello. Nel pomeriggio, dalle 14:00 alle 17:00, l’Orbetello Kayak Experience offrirà sessioni gratuite di kayak nella Laguna di Ponente, permettendo di esplorare l’incantevole paesaggio lagunare. Sempre sabato pomeriggio, l’Associazione WWF della Provincia di Grosseto organizzerà una passeggiata ornitologica, aperta a tutti e gratuita, per scoprire le meraviglie avifaunistiche della zona. Domenica 3 novembre, invece, sarà il turno di “The BigOne“, una competizione di pesca sportiva in kayak che premierà la cattura della spigola più lunga.

 




Record di visitatori per la XIII edizione delle giornate FAI d’autunno

Le Giornate FAI d’Autunno, con le loro 700 aperture di luoghi solitamente inaccessibili o poco valorizzati in 360 città, sono state un’occasione unica per 386.000 visitatori – un record assoluto per l’edizione autunnale delle Giornate FAI – di conoscere le tante sfaccettature del nostro patrimonio culturale e artistico.

Il luogo più visitato è stato il Castello Ducale di Casoli (CH); secondo posto l’Ipogeo di Piazza del Plebiscito a Napoli, terzo posto per Palazzo Sciarra a Roma, quarto per la sede della Banca d’Italia a Bari. Chiude la classifica dei primi cinque lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.

Anche i Beni del FAI hanno partecipato alla grande festa delle Giornate d’Autunno: il più visto è stato Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM), secondo posto per Villa del Balbianello a Tremezzina (CO), terzo per il Villa dei Vescovi sui Colli Euganei, quarto per Palazzo Moroni a Bergamo. Chiude la classifica Villa Necchi Campiglio a Milano.

Ancora una volta le Giornate FAI mettono in luce il legame straordinario dei cittadini italiani con il patrimonio culturale: una sorta di mappa artistica dell’Italia più bella, declinata nelle sue accezioni artistiche, naturalistiche e di curiosità e originalità.

E voi, avete partecipato alle giornate FAI d’autunno? Cosa avete visitato? Fatecelo sapere nei commenti!




A Rho una retrospettiva dedicata al pittore Aligi Sassu: “Il percorso pittorico. Passione, colore, luce”

E’ stata inaugurata oggi – sabato 19 ottobre – a Villa Burba, spledida location nel Comune di Rho (MI), una mostra di grande rilievo, dedicata a uno dei protagonisti più significativi della figurazione italiana del secolo scorso: Aligi Sassu.

L’esposizione, curata da Cristina Palmieri, vanta la collaborazione della Associazione culturale GPC Arte di Rho, della Galleria B&B ARTE di Canneto Sull’Oglio (MN) e della Fondazione Helenita e Aligi Sassu di Milano, e rimarrà aperta fino al 10 novembre con i seguenti orari: martedì, mercoledì, venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30; sabato e domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30.

La retrospettiva comprende opere che vanno dalla fine degli anni Venti sino agli Anni Novanta del Novecento, tra cui il “Paesaggio industriale” del 1929, che il figlio di Sassu, Vicente (anch’egli presente all’inaugurazione), ha messo a disposizione. Questo lungo arco temporale permette di apprezzare – insieme alle ovvie differenze formali determinate dall’evoluzione a cui andò incontro il suo stile – l’immutabilità di alcuni elementi caratterizzanti dello sile di Sassu: l’utilizzo di cromie accese (in particolare il verde acido, che nessun altro pittore del tempo utilizzava), l’estremo dinamismo e l’accostamento tra realtà ed irrealtà.

Nato a Milano nel 1912, Aligi Sassu visse i fermenti che le avanguardie storiche, in primis il Futurismo, portarono nella città. Il padre, di origini sarde, si era trasferito nel capoluogo lombardo nel 1986, dopo essere stato uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano nell’isola: a Milano strinse uno stretto legame di amicizia con Carlo Carrà, uno dei più rappresentativi esponenti del movimento futurista, con il quale condivideva l’impegno politico.

Aligi ebbe modo di frequentare, sin da giovanissimo, personaggi di spicco dell’ambiente artistico. La passione per le istanze futuriste lo indusse a studiare la pittura di Carlo Boccioni, ad approfondire gli scritti di Filippo Tommaso Marinetti e a cercare di conoscerlo. “La sua ricerca, di matrice chiaramente espressionista – ha spiegato durante la cerimonia di inaugurazione la curatrice – ha attraversato diversi decenni, rimanendo sempre fedele alla necessità dell’artista di farsi narratore appassionato, capace di immettere nelle proprie opere una vigorosa potenza espressiva. Da questa origina una pittura connotata da linee fluide, contrasti cromatici marcati e da una composizione equilibrata ma sempre incline al movimento e al dinamismo. Personalità carismatica, eclettica e coraggiosa, caparbia nel rivendicare l’eterogeneità e autonomia della propria espressività, apporta un indubbio contributo alla storia dell’arte italiana tra le due guerre, in virtù di un’ispirazione che è amalgama di culture, storia e vita”.

All’Accademia di Brera, Sassu conobbe Lucio Fontana, con il quale lavorò anni dopo ad Albissola. Quindi Tullio Mazzotti e Pablo Picasso, Giacomo Manzù e poi, a Parigi, Filippo De Pisis, Lionello Venturi e Fernand Lèger. Appassionato di due ruote, dedicò ai “Ciclisti” una serie di opere, mentre dal 1930, con la serie degli “Uomini rossi”, realizzò oltre cinquecento opere che ritraggono le figure più disparate, “da quelle mitologiche come i dioscuri e gli argonauti a quelle più popolane come i giocatori di dadi, i pastori, i suonatori e molte altre; personaggi dediti ad attività ludiche e passatempi come se si trovassero in un mondo magico, diverso dalla realtà”, come precisa Palmieri.

Una parte importante della sua pittura è costituita anche dalle opere sacre. Militò come antifascista e antifranchista, formando il Gruppo Rosso insieme a diversi altri artisti, tra cui Renato Guttuso. In seguito ad alcune manifestazioni venne incarcerato prima a San Vittore e poi a Regina Coeli, a Roma, con una condanna a dieci anni di reclusione. Trasferito al carcere di Fossano, venne scarcerato nel 1938 grazie all’intercessione di Marinetti, ma gli venne proibito di esporre. Dopo la guerra, acquistò una casa a Maiorca, nelle Baleari, dove soggiornò per svariati periodi dell’anno: in Spagna coltivò la passione per le tauromachie. Sassu fu anche ceramista, illustratore e scultore. Molto rilevanti anche i suoi murales e affreschi, nati da commesse istituzionali e pubbliche.

Vi invitiamo a passare da Rho per visitare questa interessantissima retrospettiva! Tutte le info sul sito del Comune.




Benvenuti nella Guida NON Guida di Milano: Milano fantastica

Lunedì 30 settembre abbiamo avuto il piacere di partecipare alla presentazione, presso la storica Libreria Bocca (situata in Galleria Vittorio Emanuele), della bellissima guida “Milano fantastica”, un progetto edito dalla casa editrice Peacock, su testi di Grazia Guarnieri e disegni di Giulia Lazzaron. Introduzione a cura di Francesca Vertucci. Il libro è scritto sia in italiano che in inglese, il che lo rende perfetto sia per i milanesi che vogliono conoscere tutti i misteri della propria città sia per i turisti, anche stranieri.

Sul sito della casa editrice leggiamo che Milano fantastica è una Guida NON Guida di Milano, un viaggio unico e affascinante attraverso la città che ha sempre incantato il mondo con la sua storia e i suoi profumi. Incontrerai: 

  • Grazia, la Tua Guida Fantastica; Grazia non è una guida turistica qualunque. Con lei, scoprirai storie reali ma straordinarie, intrecciate con la ricca trama storica della città. Ogni palazzo e ogni piazza di Milano hanno un segreto, un racconto che aspetta solo di essere svelato. Grazia ti condurrà attraverso itinerari insoliti.
  • Giulia, l’Artista; Lasciati ammaliare dalle opere di Giulia, l’artista contemporanea che, con i suoi disegni, trasforma Milano in un mondo incantato, aprendo porte che ti conducono in una dimensione dove la città diventa un luogo di sogni e meraviglia.
  • I Segnalibri Profumati; a rendere ancora più il tuo viaggio sensoriale, ci saranno i segnalibri profumati realizzati da Milano Fragranze. Questi piccoli effluvi non solo ti accompagneranno nelle letture, ma porteranno con sé le fragranze tipiche della città: il profumo dei fiori dei giardini, l’aroma del caffè negli storici bar della galleria e la brezza serale che soffia lungo i Navigli.

Come ha ben sottolineato Francesca Vertucci durante la serata di presentazione, questo progetto è molto interessante proprio per il suo approccio multisfaccettato, che unisce la bellezza e l’incanto della narrazione di Grazia al godimento delle fantastiche immagini create dalla fantasia di Giulia, per arrivare ad accostare i luoghi di cui leggiamo con i propri odori e profumi caratteristici.

Grazia ci ha raccontato che l’avventura è iniziata una sera in cui Giulia le ha proposto di creare insieme un libro su Milano, dicendo che aveva iniziato a disegnare una creatura con 6 occhi…e che a Grazia è venuta subito in mente la Milano spagnola con le sue 6 porte di ingresso alla città (da qui, il nome di sestieri per indicare i quartieri). 

Dalla passione di Giulia per le mante nascono invece le due protagoniste del libro: Mantica e Lucina, per l’appunto due mante che ci raccontano i loro viaggi per Milano. Come leggiamo nell’introduzione, non a caso tra le prime pagine del libro la mappa della Milano antica ricalca la forma di una sinuosa manta, dal greco mantis-mantis, ovvero “indovino”, ma anche dall’ispanico-americano “coperta, mantello”. Una sorta di prefazione e premonizione di ciò che seguirà nel libro: una serie di misteri, segreti e fascinazioni sulla città più ambivalente e discussa di tutta Italia.

Attraversermo quindi Milano passando dai Navigli, la Darsena, Brera, Montenapoleone, Piazza Affari, la Galleria Vittorio Emanuele, l’Ippodromo, il Castello Sforzesco e tanto altro. E in questo viaggio saremo accompagnati anche da un bellissimo segnalibro profumato con uno dei meravigliosi profumi di Milano Fragranze (in questo caso Brera).

Milano Fragranze è un marchio di profumi che celebra la bellezza e la diversità di Milano attraverso fragranze uniche, ispirate ai luoghi più iconici della città. Lo “Spirito del Luogo” (il Genius Loci) è l’ispirazione dietro ogni profumo, che consente di raccontare la storia delle persone e dei luoghi che hanno reso Milano una città unica sia ieri che oggi.  Come sostiene Marcel Proust nella sua opera “La Recherche Du Temps Perdu”, l’odore e il sapore delle cose possono rimanere impressi a lungo nella nostra memoria e riemergere inaspettatamentedopo qualche tempo. Milano Fragranze cattura questa essenza e crea profumi che possono evocare i ricordi della città in modo unico e personale.

Ogni profumo di Milano Fragranze è un viaggio olfattivo che ti trasporta nei quartieri e nei monumenti più emblematici di Milano. Dalle note fresche e luminose dei giardini segreti fino alle sfumature intense e sofisticate della vita notturna milanese, ogni creazione riflette l’anima cosmopolita e dinamica della città.  Al momento il brand conta 10 referenze: Panettone, Piazza Affari, La Prima (dedicato a La Scala), Derby (che richiama l’Ippodromo ovviamente), Brera, Cortile (fragranza che ricrea l’atmosfera dei ballatoi delle case di ringhiera), Diurno (conoscete la storia dell’Albergo Diurno di Porta Venezia?), Basilica, Galleria e Naviglio. Le formulazioni sono il risultato di un’attenta selezione di materie prime pregiate e il risultato sono profumi ricchi e complessi, ideali sia per chi cerca un’eleganza discreta che per chi desidera un aroma più audace.

Trovate la registrazione della presentazione del libro sul Canale YouTube della Libreria Bocca (https://www.youtube.com/LibreriaBocca1775), gestito con verve ed energia da Giorgio Lodetti, e ovviamente potete comprare il libro nelle migliori librerie (costo: 20€) e sul sito della casa editrice Peacock (https://www.studiopeacock.net/). Sul sito ufficiale di Milano Fragranze (https://www.milanofragranze.com/) potete invece acquistare le fragranze, il discovery kit, le candele (Panettone è in assoluto la nostra preferita!), gli accessori e anche il libro!




60° Wildlife Photographer of the Year – Milano 2024

Per chi di voi non la conoscesse, the Wildlife Photographer of the Year è la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo, in cui vengono esposte le immagini vincitrici dell’omonimo concorso indetto dal Natural History Museum di Londra. 

In occasione del suo 60° anniversario, per la prima volta questa mostra verrà presentata a Milano in contemporanea all’esposizione londinese e si svolgerà nella nuova prestigiosa sede del Museo della Permanente (in via Turati 34) dal 22 novembre 2024 al 9 febbraio 2025. Gli organizzatori – l’Associazione culturale Radicediunopercento – promettono un allestimento straordinario: le 100 foto premiate saranno infatti stampate su grandi pannelli e avranno una nitidezza e una profondità eccezionali grazie alla retroilluminazione a led, offrendo al pubblico un viaggio coinvolgente e immersivo e un’esperienza ‘viva’ della natura.

Le straordinarie immagini documentano le meraviglie della natura: dal comportamento degli animali alle specie in estinzione, dai dettagli sorprendenti del mondo vegetale agli scorci inediti dei paesaggi ancora incontaminati, ma anche i reportage in prima linea sui cambiamenti del clima e sulla crisi della biodiversità. Un monito a preservare il pianeta e un incoraggiamento a modificare le azioni umane, che continuano a plasmare l’ambiente, verso un futuro ecosostenibile.

Qualche anteprima? Vi possiamo dire che tra le 14 immagini con Menzione d’onore che si ritroveranno nel percorso della mostra milanese vi saranno: la prima foto realizzata con smartphone premiata al concorso, The Last Resting Place di Randy Robbins (USA), che mostra il completamento del cerchio della vita di una femmina di cervo mulo; Stormy Scene di William Fortescue (UK), che ha assistito alla complessa relazione dei leoni in accoppiamento; Hooked di Tommy Trenchard (Sudafrica), che ha colto il momento angosciante in cui uno squalo viene issato a bordo di un peschereccio spagnolo nell’Oceano Atlantico meridionale; e, nella categoria fino a 10 anni, In the Spotlight di Shreyovi Mehta (India), un’immagine suggestiva di un pavone nel Parco nazionale indiano di Keoladeo a Bharatpur.

Non mancheranno le richiestissime visite guidate del venerdì sera con Marco Colombo, noto naturalista e fotografo pluripremiato al Wildlife, e le serate di approfondimento con i grandi fotografi. Inoltre tornano gli appuntamenti del giovedì sera, che saranno dedicati a speciali visite guidate tematiche con grandi nomi della divulgazione scientifica.

Per tutte le informazioni, e per acquistare i biglietti, visitate il sito dedicato alla mostra.




Da Ghe Sem prodotti cinesi reinterpretati in chiave italiana

Dopo i dumplimg dai sapori italiani, Ghe Sem, il primo dim sum bar di Milano, introduce anche i bao (panini coti al vapore) dai ripieni tutti italiani.
Ghe Sem apre nel 2016 con l’idea di unire gli antichi rituali dei pastifici cinesi e le tecniche di preparazione orientali alla bellezza
della cucina mediterranea. Nascono così dumpling dai ripieni tutti italiani, drink d’autore con il cocktail bar che miscela prodotti italiani e orientali, e ora come fuori menu: i bao, sia dolci che salati.

I dim sum rimangono i protagonisti del menù di Ghe Sem. Ravioli dalla tipica forma e consistenza dei dumpling cinesi, ripieni di cacio e pepe, sugo all’amatriciana, cotechino con lenticchie, carbonara, norma, polpo alla luciana. Con oltre 25 tipi diversi di ravioli, anche dolci, ogni piatto stupisce con sapori che variano da boccone a boccone.

Anche i Bao da Ghe Sem rispettano la logica di mantenere un prodotto concettualmente cinese reinterpretato in chiave italiana. E infatti tra i bao salati non manca un omaggio a Milano con la farcitura con ossobuco alla milanese, mentre le alternative stagionali includono proposte come il bao trevigiano con gorgonzola, radicchio e noci. Tra i Bao dolci sono protagoniste la crema e la granella di pistacchio oltre alla Nutella e alla granella di nocciola.




Bolzano in festa in autunno

In autunno Bolzano s’infiamma di colori e di feste golose che hanno come protagonisti vino, speck, castagne, uva e mele con un fitto calendario di appuntamenti che il capoluogo altoatesino offre a chi sceglie di trascorrere qualche giorno in città.

E infatti un’occasione imperdibile per scoprire il centro storico di Bolzano è lo specksafari proposto, in collaborazione con il Consorzio Tutela Speck Alto Adige,tutti i venerdì fino a fine ottobre. Alla visita del centro storico è abbinata alla degustazione di speck in un’osteria tradizionale dove potrete conoscere meglio la storia, il processo di produzione e i criteri di qualità di questo particolare salume. Accompagnerà l’assaggio un calice del vino di Bolzano. La passeggiata dura un paio d’ore e costa venti euro a testa  con prenotazione entro le ore 12 del giorno della visita.

Non solo. Fino a fine ottobre ogni sabato si può poi partecipare al Bacchus Urbanus, un particolare trekking urbano lungo percorsi che attraversano le zone produttive dei due vini autoctoni di Bolzano, il Santa Maddalena e il Lagrein. Un’escursione a tema di circa due ore con visita e degustazione guidata presso alcune cantine produttrici del pregiato nettare. Massimo 20 partecipanti, costo venti euro a testa e prenotazione entro le ore 17 del giorno precedente.

Non manca il Törggelen, antica tradizione medievale che da ottobre fino all’inizio dell’Avvento celebra la fine della vendemmia (la parola deriva dal latino torquere, torchiare, e si riferisce alle uve appena pressate) e viene celebrata andando di maso in maso ad assaggiare specialità come lo speck e altri salumi, le castagne arrostite, gli Schlutzkrapfen (ravioli ripieni), la zuppa d’orzo, la Schlachtplatte (una ricca portata di salsicce e carne contornate dai crauti) e, ovviamente, il vino novello. Per l’occasione le numerose cantine vinicole sparse sul territorio organizzano visite guidate con degustazione, mentre una passeggiata nei boschi, tra i castagneti e i vigneti che abbracciano la città, non può che terminare in una delle tante Buschenschänke, le tipiche locande contadine, per gustare i tipici piatti contadini preparati con prodotti stagionali e a km zero e concedersi un  bicchiere di vino.

A metà ottobre poi si celebra in piazza Walther una sorta di “Thanksgiving” alpino con le eccellenze del territorio per festeggiare la fine e la buona riuscita del raccolto. Organizzata dal Bauernbund, l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti dell’Alto Adige, questa festa tradizionale vedrà una quarantina di bancarelle animare il salotto buono della città con frutta e verdura, succhi e sciroppi, erbe aromatiche e distillati, formaggi e salumi portati da coltivatori e contadini direttamente dai loro campi e fattorie.

Dal 21 al 24 novembre Bolzano rende omaggio alla mela dell’Alto Adige con Apfelfesta, una festa interamente dedicata al frutto del benessere e al suo mondo. In piazza Walther, accanto al bellissimo Duomo, saranno allestiti banchetti di esposizione e vendita e infopoint per presentare le diverse varietà di mele, nonché i prodotti derivati dalla lavorazione delle mele, dall’aceto al sidro, dallo strudel ai chips di mela, e fornire informazioni sui metodi di coltivazione, di raccolta e distribuzione. Non solo. Anche tanta musica, laboratori e giochi per i bambini, e nei ristoranti menù a tema per un goloso viaggio nelle sue sfumature del gusto.




I dodici elementi di Cardenal Mendoza

Cardenal Mendoza rivela i suoi dodici elementi attraverso un’originale edizione limitata presentata al Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

Cardenal Mendoza Elements Edition nasce dal confronto a Jerez tra importatori, distributori, bartender e consumatori di tutto il mondo che hanno individuato i dodici elementi del brandy ovvero: mogano, rovere, uvetta, prugna, noce, nocciola, cacao, caramello, miele, vaniglia, cannella, tabacco. I dodici elementi di Cardenal Mendoza sono stati poi illustrati da Carmen Garcia Huerta su etichetta e confezione.

Cardenal Mendoza, fiore all’occhiello della cantina Sánchez Romate è stata fondata nel 1887 dalla famiglia Sánchez Romate Hno a Jerez de la Frontera ed è oggi un riferimento internazionale nel mondo dei brandy più esclusivi. La sua produzione artigianale, basata su metodo solera, gestito ancora oggi manualmente, ne è concreta testimonianza. Il vino dei vitigni autoctoni Airèn è distillato in alambicchi di rame e poi affinato per quindici anni in botti che hanno cotenuto Sherry oloroso e Pedro Ximenez.

Il brandy Cardenal Mendoza è un tributo al Cardinal Pedro Gonzáles de Mendoza, che con la sua visione e supporto rese possibile il viaggio di Cristoforo Colombo verso il Nuovo Mondo. Cardenla Mendoza è distribuito da Rinaldi 1957 spa.