1

GustArti a Pavia

E’ in arrivo GustArti! Venerdì 16 ottobre a Pavia verrà inaugurata la prima mostra di arte contemporanea diffusa su tutto il territorio pavese.

Tradizionali luoghi di accoglienza, ristoranti e alberghi, si trasformano in location non convenzionali per le opere di oltre 70 artisti italiani e stranieri che hanno aderito al progetto con l’obiettivo di creare un appetito estetico all’interno di luoghi tradizionalmente deputati al gusto e al buon cibo.

Si tratta di un’iniziativa unica nel suo genere, per la prima volta avviata in un territorio ricco di arte.

Il progetto è promosso da Camera di Commercio di Pavia in collaborazione con Ascom e Confcooperative nell’ambito di Pavia vive Expo.

Per informazioni ww.gustarti.eu




Grande festa per la storica rassegna dei cuochi in Abruzzo

A Villa Santa Maria (Ch), la Patria degli Chef, si accendono i fuochi per la 37^ Edizione della Rassegna dei Cuochi. Dal 9 all’11 ottobre 2015 tra novità, appuntamenti e degustazioni sul tema di Expo e della sana alimentazione.

Tutto è pronto per il consueto appuntamento della Rassegna dei Cuochi che, da ben 37 anni, anima il secondo fine settimana di ottobre a Villa Santa Maria, in provincia di Chieti. Anche per il 2015 la kermesse promette sorprese, incontri, spazi di degustazione e show cooking.

Dal 9 all’11 ottobre le vie del paese abruzzese saranno invase dai profumi e dai sapori di ogni genere di prelibatezze, tutte rigorosamente “Made in Abruzzo”. La Rassegna dei Cuochi come sempre sarà supportata dal prestigioso Istituto Alberghiero Giovanni Marchitelli (www.istitutoalberghierovillasantamaria.it), eccellenza nazionale poiché, da questa scuola, escono rinomati chef che portano la cucina italiana in giro per il mondo.

Con grande soddisfazione ci ritroviamo a festeggiare la nostra storia e le nostre tradizioni anche quest’anno – dichiara il sindaco di Villa Santa Maria, Giuseppe Finamore – La Rassegna assieme al culto di San Francesco Caracciolo, Patrono del paese e Protettore di tutti i cuochi d’Italia, attirano sempre di più visitatori, turisti e intenditori. È una manifestazione oramai giunta alla sua 37^ edizione e, in un anno come il 2015 che vede l’Italia protagonista con Expo, vogliamo dare il nostro contributo con l’alta professionalità che Villa Santa Maria custodisce”.

Sono molti gli appuntamenti fissati sul calendario della Rassegna. Come sempre si partirà dalle celebrazioni religiose riservate a San Francesco Caracciolo nella giornata di venerdì 9 ottobre. Nella mattina di sabato ci sarà, presso l’Istituto Giovanni Marchitelli, un convegno dedicato alla salute dal titolo Lo Chef Nutrizionista. Nel pomeriggio, lungo le vie del paese si allestiranno aree dedicate agli assaggi, alle esposizioni dei prodotti abruzzesi e a degustazioni di Pizza e Cioccolato, grazie ai laboratori rispettivamente guidati dal pizzaiolo campione del mondo Luciano Passeri (www.accademia-pizzaioli.it) e dal Maître Chocolatier Massimo Tavoletta (www.cioccolatotavoletta.it). Non mancheranno poi show cooking sulla piazza principale del paese tenuti dai professori dell’Istituto Marchitelli assieme ai loro alunni. Sempre nel pomeriggio di sabato l’ospite d’onore sarà Davide Pezzuto, Chef Stellato di D.One Ristorante Diffuso di Montepagano (Te), anche per lui show cooking anticipato da una breve intervista per un Dialogo di Gusto.

Nella giornata di domenica, 11 ottobre, Villa Santa Maria sarà un’esplosione di degustazioni e spettacoli di cucina. Si partirà con la storica competizione del Cuoco Doc, con piatti e ricette messi alla prova davanti a una giuria composta da giornalisti, chef ed esperti di settore. Nel pomeriggio sarà la volta dello show cooking dello Chef Bartolo, noto volto televisivo Rai, già presente alla Rassegna lo scorso anno. In aggiunta, per l’edizione del 2015, ci sarà l’oramai consueta delegazione di giornalisti di settore provenienti da tutta Italia. Anche la 37^ edizione della Rassegna dei Cuochi promette divertimento e buona tavola. Una tre giorni che, anno dopo anno, allarga la sua fama a livello nazionale. L’alta cucina è una ricchezza indiscutibile per l’Italia e il paese di Villa Santa Maria ne è uno dei maggiori testimoni.

Importanti aziende del territorio abruzzese faranno da sponsor per il 2015. Il Pastificio De Cecco (www.dececco.it), marchio di fama mondiale per la produzione di pasta di grano duro; la Cantina Tollo (www.cantinatollo.it), una delle più grandi realtà vitivinicole del Centro-Sud, oramai leader in cifre e qualità anche per i vini biologici; Cantina Spinelli (www.cantinespinelli.it) un’altra importante azienda vinicola del territorio; Despan (www.despan.it), un’azienda che da più di mezzo secolo mette a disposizione la sua professionalità con attrezzature e strumenti per la ristorazione; la Banca di Credito Cooperativo, un altro sponsor che da anni supporta la manifestazione.

Per informazioni:

Comune di Villa santa Maria (CH)

Tel. 0872-944416

www.villasantamaria.eu – comune@pec.villasantamaria.eu




“Due vite allo specchio” il primo romanzo di Marco Florita

di Giuliana Tonini – È stato pubblicato, con la casa editrice LOG Edizioni, ‘Due vite allo specchio’, il primo romanzo di Marco Florita. Milanese, farmacista per professione e scrittore per passione (ma chissà che la scrittura non prenda il sopravvento), l’autore ci presenta appunto la storia di due vite, quella di un ragazzo e di un uomo anziano, che si specchiano e si riconoscono l’uno nell’altro, il vecchio sulla scia dei ricordi e il ragazzo con la forza dell’immaginazione.
Il filo che unisce le loro vite è costituito da due poesie – che fanno parte di una raccolta inedita dell’autore – e un fiume. Il fiume placido e lento, dove, sulle rive opposte, il vecchio e il ragazzo si osservano e si scrutano, scoprendo di essere vicini l’uno all’altro più di quanto possano immaginare e nonostante, apparentemente, non abbiano nulla in comune.
Il tema del libro è il vivere la vita, e viene presentato in modo tutt’altro che malinconico. Le 141 pagine di ‘Due vite allo specchio’ offrono una lettura scorrevole, godibile e rilassante. Nel racconto che il vecchio fa della sua vita ognuno di noi può riconoscersi, riportando alla memoria, magari con un sorriso, i ricordi di infanzia, le palpitazioni dell’adolescenza e il passaggio alla vita adulta.
Il romanzo è acquistabile online, tramite tutti i siti di vendita di libri, in formato eBook al prezzo di 4,99 euro oppure in formato cartaceo al prezzo di 10,50 euro.
È prevista una serie di presentazioni del libro. La prima si terrà il 21 ottobre a Milano, alle 14.45, presso la sala Pareto della Banca Popolare di Sondrio, in via Santa Maria Fulcorina 1 (MM Cordusio). L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Per partecipare è necessario inviare una e-mail all’indirizzo marcoflo3465@gmail.com.
Pagina Facebook: Marco Florita
Buona lettura!




Vistaterra: il progetto scommessa di Manital

di Giuliana Tonini – Il 24 settembre, nella cornice dello spazio Slow Food dell’Expo di Milano, è stato presentato il nuovo, affascinante e promettente progetto di Manital, la società consortile di Ivrea, perno dell’omonimo gruppo Manital, leader nel settore del facility management (manutenzione e gestione di servizi integrati).
L’essenza dell’ultima fatica del gruppo fondato dall’imprenditore Graziano Cimadom nel 1993 è tutta nel nome del progetto: Vistaterra – L’agriparco che abbraccia il castello.
Sì, perché Manital – che, pur nell’attuale periodo di crisi, dati alla mano, sta andando a gonfie vele – ha intenzione di investire 40 milioni di euro nella creazione di un polo turistico e di produzione agricola nel Canavese, nel comune di Parella, tramite la ristrutturazione e riqualificazione del Castello San Martino e del contiguo storico parco.
Il sito sarà operativo nel corso del 2016.
Ci hanno illustrato l’iniziativa lo stesso Graziano Cimadom e Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Slow Food e l’Università di Scienze Gastronomiche, infatti, saranno coinvolti nel progetto sia nella selezione e distribuzione di eccellenze sul territorio sia nella formazione di personale altamente qualificato che possa rispondere al meglio alle esigenze di una clientela sempre più attenta ai valori della sostenibilità e della biodiversità.
L’iniziativa attira l’attenzione già dall’accattivante e azzeccatissimo nome. Come gli ospiti di una struttura in una località marina godono della vista mare delle loro camere, così chi alloggerà nel castello di Parella potrà godere di una splendida vista terra, la terra del Canavese.
Ma non sarà un polo turistico qualunque. La cosa che più sta a cuore agli ideatori del progetto è che l’agriparco sia tre volte sostenibile: dal punto di vista sociale, ambientale ed economico.
Prima di tutto, nell’ambito della sostenibilità sociale, Vistaterra si propone di diventare un polo di attrazione sul territorio del Canavese e di generare un’economia di filiera radicata sul territorio stesso, dando visibilità alle aziende locali e attirando investimenti.
Sin dall’inizio del progetto, inoltre – quando, nel 2011, Manital ha acquistato la tenuta e il parco circostante – è sempre stata prestata la massima attenzione alla sua sostenibilità ambientale. Per la ristrutturazione del Castello San Martino sono stati utilizzati materiali locali o nazionali, e tenendo ben presente il ciclo di vita dei prodotti e il conseguente impatto sull’ambiente. E per la riqualificazione dell’area parco sono stati impiegati materiali naturali e riciclabili che consentano il minimo impatto sullo stato dei luoghi e la totale reversibilità degli interventi.
Dal punto di vista della sostenibilità economica, infine, si prevede un positivo impatto occupazionale, grazie all’impiego di circa 120 persone oltre a figure stagionali e personale extra staff, una valorizzazione di prodotti agroalimentari a kilometro zero, di cui beneficeranno in particolare i produttori e i fornitori locali, e la creazione di sinergie con imprese del settore agroalimentare.
Ma non sarà solo il territorio del Canavese a godere di Vistaterra. Guardiamo ora il progetto dal punto di vista dei futuri visitatori. Già a elencare le cose che l’agriparco offre verrebbe voglia di andarci subito.
Sì, perché il visitatore avrà a disposizione una residenza di charme, un ristorante gourmet, una spa accessibile a tutti, che siano o meno ospiti del castello, un birrificio artigianale con annessa birreria, un’enoteca concepita come luogo di incontro e confronto per enologi professionisti o amatoriali, degli orti per la coltivazione di prodotti a kilometro zero direttamente acquistabili dalla clientela, delle botteghe con una proposta di prodotti artigianali e sempre a kilometro zero, dei laboratori artigianali, un biolago balneabile e un garden center. Tutto all’insegna della sostenibilità.
Più di così…
Last but non least, altre due perle di Vistaterra sono il vigneto e i vivai canavesani. Manital ha provveduto a ripristinare i preesistenti terrazzamenti per riportare al precedente splendore la vigna all’interno del parco e a piantare duemila barbatelle di Erbaluce, vitigno autoctono piemontese e caratteristico proprio del Canavese. E ha riunito al parco del castello i vivai canavesani voluti negli anni Cinquanta da Adriano Olivetti, l’eporediese orgoglio dell’imprenditoria italiana.
Non ci resta quindi che aspettare il 2016 per andare a visitare Vistaterra!

Sito web: www.manital.it




ARTISTS4RHINO l’arte in difesa del rinoceronte

Dal 19 settembre al 3 ottobre 2015 lo splendido castello di Momeliano ospiterà la seconda edizione di Artists4Rhino, la mostra d’arte che si pone come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sullo sterminio del rinoceronte.

I 25 artisti che esporranno e venderanno le loro opere sono: Mirek Antoniewics, Christian Berrini, Maurizio Boscheri, Gabriele Buratti Buga, Isabella Cairoli, Adele Ceraudo, Marina Durante, Marco Ferra, Angela Florio, Cristina Gandini, Fernando Garcia Herrera, Francesca Giraudi, Tiziana Mesiano, Susy Manzo, Giorgia Oldano, Daria Palotti, Miriam Prato, Luana Raia, Giorgio Smiroldo, Sarah Soward, Vania Elettra Tam, Alessandro Turoni, Yux, Stefano Zagaglia.

La manifestazione nasce grazie alla sensibilità dell’imprenditrice Carla Asti e al supporto dell’azienda vinicola Luretta, produttrice di vini interamente biologici.

Attraverso AIEA, Associazione Esperti d’Africa, i proventi raccolti con le vendite verranno direttamente destinati a progetti per la salvaguardia del rinoceronte sui territori africani.

Durante l’inaugurazione del 19 settembre verrà offerta anche una degustazione dei vini dell’azienda vinicola Luretta

ARTISTS4RHINO

19 settembre – 3 ottobre 2015

Inaugurazione 19 settembre 2015 ore 17

Castello di Momeliano – Gazzola (PC)

www.artist4rhino.org

www.luretta.com

www.espertiafrica.it




EXPOmania: i consigli dei frequent visitors

Intervista a tre “veterani” dell’esposizione universale di Rho Fiera, grazie al pass stagionale: istruzioni per l’uso, a poco meno di 50 giorni dalla chiusura

di Matteo Rolando – Un signore benvestito di origine araba, dopo aver perso il proprio portafogli in un parco milanese, se lo vede restituire da una donna. Per riconoscenza le fa una raccomandazione: non prendere la metropolitana il primo maggio, giorno di apertura di Expo. Mettendola in guardia sul pericolo di attentati terroristici. Una bufala un po’ fantasiosa per non dire molesta, con il rischio di scatenare panico di massa, montata la primavera scorsa e circolata via whatsap come una catena di Sant’Antonio.

A quanto pare, nemmeno in estate le leggende metropolitane vanno in vacanza: con l’autunno ormai alle porte ancora si vocifera che la chiusura di Expo verrà prorogata a fine anno. Se fosse vero, peraltro non sarebbe una cattiva notizia: invece secondo i principali media nazionali, al commissario Expo Giuseppe Sala è stato chiesto pochi giorni fa durante il consiglio di amministrazione di garantire la propria presenza fino a fine anno, proprio per procedere allo smantellamento e al <riuso delle attrezzature>, cioè la messa all’asta o la destinazione sociale. Presto sarà quindi tempo di bilanci: è iniziato il conto alla rovescia, ci sono meno di cinquanta giorni visitare l’esposizione universale allestita a Rho Fiera. I veterani di Expo sono, per usare un inglesismo, i “frequent visitors” che grazie al pass stagionale (costo  trai 90€ e i 120€), si sono potuti godere il salone in piena libertà fin dalla sua apertura. Chi meglio di loro può dare delle dritte a chi ancora non ci è stato? Antonio Auletta, 42 anni, milanese d’adozione, di professione impiegato, può vantare dieci ingressi ad Expo, ma conta di andarci almeno una volta a settimana, per vedere i padiglioni che ancora non ha visitato. Invece, Michele Lo Gatto, 35 anni, educatore, e Paolo Belardinelli funzionario tecnico, vantano circa 9 ingressi ad Expo con un pass illimitato.

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

  • Da cosa nasce questa tua passione per Expo?

(Antonio): Vivendo a Milano, direi che sarebbe stato un vero peccato non approfittare per visitare un evento di tale portata internazionale quale l’esposizione universale.

(Michele): La passione per expo nasce principalmente dalla curiosità e dalla voglia di vivere di persona un’esperienza unica nel suo genere.

(Paolo): Curiosità di conoscere nuove culture e di come viene interpretato dai vari paesi partecipanti il tema di Expo. Non nascondo anche un pizzico di orgoglio nazionale nel verificare il livello eccellente dell’organizzazione, avendo collaborato in prima persona alla gestione di grandi eventi in passato. In particolare dopo le note vicissitudini giudiziarie dell’ultimo periodo.

  • Reputi il prezzo del biglietto giornaliero e/o del pass stagionale congrui con l’offerta?

(Antonio): Per quanto concerne il prezzo del season pass, rapportato al costo dell’ingresso giornaliero (39€) direi assolutamente di si. Relativamente all’offerta è proprio la stessa che mi ha portato ad acquistarlo…Non si può avere la “presunzione” di visitarlo in un solo giorno!

(Michele): Il prezzo del giornaliero con data variabile é relativamente alto, ma sono numerose le offerte e gli sconti disponibili. É comunque un prezzo congruo all’offerta data.

(Paolo): Il prezzo del biglietto e dei servizi collegati è forse uno dei motivi maggiori per cui molte persone non parteciperanno.

  • Quale potrebbe essere un budget standard giornaliero per la visita, comprensivo di ingresso e pranzo o cena? E’ vero che le bottigliette d’acqua sono care?

(Antonio): A mio modesto avviso, il costo giornaliero di un biglietto standard dovrebbe essere sui 20/25€, proprio in considerazione del fatto che non si riescono a visitare tutti i Padiglioni in una sola giornata. Un prezzo meno elevato porterebbe probabilmente a far ritornare i visitatori altre volte. Anche se in parte, in questa direzione ci si è mossi con l’ingresso serale ad un costo di 5 €
Relativamente al costo di pranzi o cene, personalmente non le vorrei comprese in un biglietto di ingresso. L’offerta culinaria è vasta e per tutte le tasche…basta ingegnarsi. Le bottigliette dell’acqua credo costino quanto prenderle in un bar a Milano, per me il problema non si è mai posto perché ho sempre utilizzato le numerose case dell’acqua sparse all’interno del sito, con la possibilità di sceglierla naturale o frizzante a costo zero.

(Michele): Il budget di spesa é variabile, si può spendere da 3€ per un panino agli oltre 150€ per un pranzo completo o una cena. É comunque possibile approfittare di alcuni omaggi e assaggi all’interno dei padiglioni, se si sa dove andare. Muniti di bottiglie, l’acqua é gratis, si possono riempire in uno dei numerosi “casottini” presenti e scegliere tra liscia o gassata.
A pagamento potrebbe costare anche 2,50€ per la bottiglietta da mezzo litro.

(Paolo): Non dovrebbe superare i 30€ mentre al momento non ne basta il doppio. L’acqua è gratis ma non mancano le forme di speculazione con vendita bottigliette da 0,5 litri a 2,5€. 

  • Se vai ad Expo con i mezzi pubblici, li trovi efficienti?

(Antonio): Uso sempre i mezzi pubblici per visitare Expo. La prima volta ci sono andato con la metropolitana pagando l’integrazione extra-urbano al mio abbonamento annuale ATM. Dalle volte successive utilizzo il tram (12 o 19) con capolinea a Roserio e ingresso dai cancelli di Roserio con due vantaggi: primo utilizzo il mio abbonamento ATM senza costi aggiuntivi (Roserio  è ancora nella tratta urbana di Milano), secondo il percorso pedonale per raggiungere i cancelli di ingresso è più breve…Trovo generalmente efficienti i mezzi di trasporto milanesi, in primis le linee metropolitane.

(Michele): Mi reco all’expo con l’auto, usufruisco del parcheggio Trenno, l’autobus che lo collega con l’expo é rapido e comodo. Il costo del parcheggio è di 12,50€.

  • Generalmente frequenti Expo durante la settimana o nel weekend?

(Antonio): Preferisco andarci durante la settimana, all’uscita dall’ufficio, nei weekend credo di esserci andato una sola volta, con il vantaggio di saltare le code.

(Paolo): Weekend.

  • Cosa ti ha colpito di più a livello di impatto visivo?

(Antonio): La prima volta che ci sono andato, il 9 o il 10 maggio, ciò che mi ha impressionato è stata la realizzazione di un sito espositivo che tutti, o quasi davano per incompiuta! Molti Padiglioni risultano imponenti dal punto di vista architettonico, altri un po’ meno, e visitarli nel corso delle visite successive, mi ha dato modo di esprimere il mio parere a riguardo.. Non ho mai preso una cartina del sito espositivo, proprio perché mi piace scoprirlo percorrendolo, e a volte lo confesso, consultando i totem informativi. A livello visivo colpisce molto vedere la gente nel Decumano, non seguo molto le statistiche, ma io ho vissuto e continuo a vivere l’internazionalità dell’evento.

(Michele): L’impatto visivo dell’Expo è notevole. Il padiglione più imponente è quello dell’Italia, ma anche la Russia con i suoi specchi è di impatto. Anche il padiglione dell’Inghilterra è di grande effetto. Il più caratteristico se visti dall’interno è quello dell’Austria con un bosco vero riprodotto . Il più divertente è di sicuro quello del Brasile con la sua rete sospesa. Il più educativo quello della Svizzera, la torre scende ogni giorno di più.

(Paolo): Passeggiando per il decumano è come attraversare il mondo, si incontrano persone vestite con abiti orientali, arabi, ecc. e si salutano ognuno con il loro modo. I colori dei vari padiglioni e cluster, gli abiti/costumi e il materiale esposto. Difficile non notare anche il fatto che nazioni normalmente non “amiche” condividono lo stesso tema e si impegnano ognuno con i modi che reputano migliori alla gestione del problema della nutrizione nelle sue sfaccettature.

  • Secondo te quali sono i pro e i contro di una visita in orario serale (dopo le 18)?

(Antonio): Si dà sicuramente più possibilità di accesso, considerando il costo del biglietto, forse avrebbero dovuto anticipare di 1h già dal mese di giugno (prima il serale consentiva l’accesso dalle 19). Di contro la chiusura dei Padiglioni alle 20:30/21:00, in primis di quello dell’Italia, che personalmente non ho ancora visitato, ma che probabilmente avrebbe dovuto avere un’apertura più ampia considerando che siamo il Paese ospitante l’evento.

(Michele): L’ingresso serale permette di vedere l’Expo sotto un’altra ottica. Lo spettacolo dell’albero della vita è di gran lunga più suggestivo grazie agli effetti luminosi, ma la maggior parte dei padiglioni chiude alle 20.00 e quindi si perde la possibilità di visitarli. 

(Paolo): Molti padiglioni chiudono alle 20 e diminuisce l’offerta di eventi collaterali come musica ecc. diventa un’occasione meramente culinaria.

  • Qual è il padiglione o il cluster più accattivante, quale il più monumentale e quale il più “curioso”?

(Antonio): Al momento, considerando che mi manca ancora circa il 40% di Padiglioni da visitare, avrei una classifica del tutto parziale… Ho trovato interessanti, cercando di raggruppare gli aggettivi della tua domanda, il Kazakistan, gli Emirati Arabi, la Germania, Israel,  la Cina, in generale i Padiglioni del Medio Oriente… Interessante anche il supermercato biologico e la Coop che presenta quello che sarà il  supermercato del futuro, quest’ultimo con i suoi pro e contro.

L’albero della Vita che è diventato un po’ il simbolo di questo EXPO è molto scenografico e lo spettacolo serale attira sempre molti visitatori. Il gioco di luci ed acqua e le musiche scelte creano indubbiamente delle emozioni.

(Michele): L’Ungheria ha uno dei padiglioni più accattivanti, a primo impatto sembra semplice e con poca attrattiva, ma da un attento sguardo è uno dei più ricchi. Organizzano eventi musicali ripetuti nella giornata in cui si alternano pianisti o gruppi musicali che variano di settimana in settimana. Curioso il padiglione dell’Olanda in cui è ricreato un luna park in miniatura con ruota panoramica, discoteca all’aperto, labirinto degli specchi e chioschetti alimentari con furgoni “d’epoca”. Ogni cluster ha la sua caratteristica, ma il migliore è quello del caffè se si prenota il tour di circa 30 minuti.

(Paolo): Cluster: caffè. Monumentale: Padiglione Italia. Curioso: Ungheria, ricco di eventi e dimostrazioni reali e poca tecnologia. Degno di nota il padiglione di save the children, difficile non emozionarsi nel vedere il lavoro che fanno a vantaggio dei bambini nelle zone di guerra e non solo. E’ come un “pugno allo stomaco” dove si passa da padiglioni gioisi e colorati ad immagini di zone di guerra ecc. L’equivalente di una scossa che ci risveglia dal torpore dell’evento ricordandoci che il tema di expo non ha solo aspetti piacevoli e curiosi ma che ci sono bambini che muoiono per mancanza di cibo. 

  • Quali sono le tue esperienze con la ristorazione, hai pranzato o cenato in qualche padiglione? Se sì, quali e sei rimasto soddisfatto?

(Antonio): Solitamente non dedico molto tempo alla cena, ho mangiato un po’ di volte al libanese, e una sola volta al ristorante indonesiano… Il desiderio di vedere i Padiglioni porta in secondo piano il momento della cena. 

(Michele): Il padiglione che offre un’alta qualità del cibo è quello dell’Argentina, con 5 o 6 € si può gustare un panino con molta carne all’interno. Anche buoni, ma più economici, i panini offerti negli stand adiacenti la Coop

(Paolo): Argentina: ottima la carne e molto “vivace” il tutto. Ottime le iniziative della coldiretti ottimo cibo, sano e a buon prezzo (nel pieno rispetto del tema expo).

  • Qual è il rapporto qualità-prezzo per i ristoranti di Expo dal tuo punto di vista?

(Antonio): Quelli da me provati direi accettabile, ma io sono abituato ai prezzi di Milano. Ma per essere obiettivi bisogna saper scegliere, ogni ristorante espone i prezzi e quindi e facile farsi un’idea: Ce ne sono di cari ma anche di economici.

(Michele): Non ho assaggiato specialità etniche, ma la porchetta romana e i cannoli siciliani nella Cascina Triulza sono veramente notevoli.

(Paolo): Discreto.

  • Quante visite hai in programma ancora, prima della chiusura dell’esposizione?

(Antonio): Spero almeno una a settimana fino alla fine dell’esposizione…devo ancora vedere il Padiglione Zero e quello italiano.

(Michele): L’obiettivo è quello di raggiungere almeno le 18 presenze all’Expo, quindi direi di essere a metà dell’opera. 

(Paolo): Almeno una volta alla settimana.

  • Dopo tante visite, potresti fare un identikit dei visitatori frequenti di Expo, per età, professione, gusti (ad esempio trai tuoi amici o conoscenti)?

(Antonio): Credo siano persone curiose di conoscere, abitudini, cibi, culture dei popoli. Di confrontarsi con gli altri, di imparare, vedere ed anche eventualmente criticare. Non credo si possa fare un vero identikit in base all’età, professione …ma indubbiamente “siamo” persone interessate a scoprire.

(Michele): Con il passare delle settimane il visitatore medio dell’expo è mutato. Con l’arrivo delle ferie di luglio, agosto e settembre i partecipanti sono stati molto vari in quanto di gran lunga più numerosi rispetto ai primi due mesi. All’inizio dell’evento mi è sembrato ci fossero poche famiglie e soprattutto coppie o gruppi di amici, ora sono aumentate le famiglie e gli anziani. Molti gli stranieri, ma comunque apparentemente in minoranza rispetto agli italiani.

(Paolo): Forse uno dei pochi eventi dove sono presenti visitatori di tutte le estrazioni sociali, età e aggiungerei nazionalità.




Un pranzo a Triora, il paese delle streghe

di Emanuele Domenico Vicini – Una tradizione, tra le più radicate nei secoli passati, definisce Triora come un centro di tradizione stregonesca.

Queste leggende che, va detto, hanno tra il 1587 e il 1589 generato alcuni dei più gravi processi ai danni di donne, condannate per aver causato epidemie di bestiame, piogge mefitiche e compiuto atti di cannibalismo, oggi sono solo materia turistica.

Ecco allora una simpatica domenica di festa, verso la fine di agosto, quando i villeggianti della costa balneare, forse un po’ troppo assuefatti alla tintarella, hanno desiderio di qualcosa di nuovo e si concedono una gita nell’entroterra. Non mancano, poi, come è doveroso, molti “prodotti tipici”: dai liquori della streghe, agli unguenti, al più vario merchandising che attinge, necessariamente, per mancanza di altri riferimenti iconografici, all’immaginario di fate, folletti e gnomi.

Triora oggi è un ridente e fresco borgo che domina la Valle Argentina, una delle più caratteristiche e affascinanti del Ponente Ligure. Lo si può visitare perché ci diverte il mondo delle streghe e tutto quanto gli sta intorno, ma forse, vale la pena passarci una giornata per ammirare la sua architettura, arroccata su speroni di falesie, dove il complesso intreccio di volte e archi permette di sostenere case in pietra e un castello nella parte alta del borgo. Sono i segni evidentissimi di un passato come rocca difensiva, spesso contesa tra i potentati liguri e piemontesi, luogo tutt’altro che secondario nella geografia politica dell’europa medievale e moderna, passaggio obbligato per salire, con merci e commerci, dalla costa alle alte valli delle Alpi Marittime.
La storia più recente ha visto un progressivo spopolamento, come è accaduto in moltissimi altri centri dell’entroterra ligure, dove la fatica della vita di campagna è stata spesso barattata con le (soltanto apparentemente) più agevoli attività turistiche marine. Oggi Trioria è ridotta a poche centinaia di abitanti, che crescono durante l’estate, quando molti villeggianti, che amano il silenzio, la pace e non cercano la movida costiera, la raggiungono per periodi di vacanza.

Nella quiete delle sue strette vie, rinfrescate dalla pietra delle case, proprio all’inizio della parte più antica del paese, si trova un delizioso ristorante, decisamente uno dei migliore della vallata: L’Erba Gatta (www.erbagatta.it). Condotto in stile familiare, il ristorante nasce all’insegna della riscoperta di piatti e sapori locali: dai formaggi di malga, alla verdura (che nella valle, grazie alla ricchezza di acque e alle caratteristiche del terreno cresce buonissima), dalle paste fatte in casa alla selvaggina.

Queste terre godono di una condizione eccezionale, data dal clima alpino asciutto e fresco (sopra Triora si raggiungono rapidamente i 2000 metri e in alcuni giorni limpidi da quelle vette si vede il mare), che si fonde con i tratti mediterranei della costa, calda e temperata. Questo matrimonio d’amore, tra Alpi e mare ha permesso non solo una condizione di vita assolutamente favorevole, ma ha anche contribuito a generare tradizioni culinarie molto originali, semplici ma estremamente sane e raffinate.

L’Erba Gatta ha colto il senso di questa storia e lo ha saputo riproporre al palato moderno. Le carni della selvaggina di montagna si cuociono nelle verdure cresciute alla luce della riviera; il condimento principe è l’extravergine di oliva taggiasca; lo stoccafisso, ovvero il merluzzo essiccato, pesce tradizionalmente povero della gente ligure, viene legato con le patate di collina, nella versione più moderna del branda cujon, piatto che sprigiona sapori e aromi di notevole fascino e che soddisferà i palati più esigenti. Il tutto innaffiato con vini locali (ormeasco, rossese, pigato o vermentino) che aggiungono una nota di grande valore al pranzo. Nella bella stagione si mangia all’aperto, nel portico esterno, con una impagabile vista sulla valle; d’inverno si gode del calore delle sale interne.

In ogni caso, una giornata a Triora e un pranzo all’Erba Gatta sono una bellissima occasione per un tuffo nella storia del ponente ligure e nelle sue più prelibate tradizioni culinarie.

 




Nizza, la geometria della bellezza

di Emanuele Domenico Vicini – I caldissimi giorni di questo agosto non invogliano a spostarsi da un luogo di villeggiatura, magari ben ventilato e fresco, e conquistato dopo mesi di lavoro. Se però vi trovate sulla riviera ligure di ponente e volete staccare dalla routine del mare nostrano, o se, ancora immersi nella calura urbana, decidete di regalarvi una gita in giornata, Nizza sia la vostra meta.

Nella luce estiva, piena, calda, che tutto inonda e non pare lasciar luogo ad altro, Place Masséna, centro di Nizza, si staglia, rigorosissima nei suoi portici alla piemontese, bianchi e rubino. Molto discreti perché rivelano, ma non ostentano la ricchezza dei bellissimi negozi, sono figli di un’urbanistica di marca sabauda ottocentesca, capace di esprimere, nelle forme regolari e ritmate, eleganza, ricchezza, il senso di sicurezza e organizzazione di uno Stato che voleva mostrarsi efficiente e solido.

Rivolta verso il mare, la piazza non lo guarda direttamente, protetta dalle case della città vecchia, nata e cresciuta nei secoli intorno al primitivo borgo di pescatori: alti palazzi squadrati, su vie strette e piccole, oggi animatissime da botteghe caratteristiche e da centinaia di piccoli locali.

Il contrasto pieno-vuoto è potente: i piccoli spazi freschi e ombrosi, addolciti dalla brezza marina, che li attraversa in ogni ora della giornata, e la grande piazza alla piemontese, ariosa, elegante, segno di una modernità che via via si è impadronita di Nizza dalla fine del XIX secolo a oggi e ne ha segnato la fortuna.

Dopo aver fatto quattro passi in mezzo alle due grandi platee a fontana, ai lati della piazza, dove getti d’acqua (a spruzzo o vaporizzata) vi rinfrescano letteralmente da capo a piedi, intuite anche il senso urbanistico di questo spazio di rigorosa geometria, ponte tra la città vecchia a levante e quella nuova, a ponente.

Fronte al mare, prendete a sinistra, a levante appunto, e immergetevi nella parte più vecchia di Nizza. Se è lunedì, davanti a voi, dopo pochi passi, si dispiega uno dei più ricchi ed variopinti mercati dell’antiquariato della zona. Sono centinaia di bancarelle disseminate lungo Cours Saleya. La calca è notevole, ma il caldo sopportabile perché ormai siete vicino al mare e l’aria si fa più fresca anche quando, a mezzogiorno preciso, il cannone vi avvisa che ci inoltriamo nel meriggio. Qui trovate di tutto, dalla paccottiglia più varia a libri d’arte di ogni sorta, dalle tovaglie della nonna ai mobili stile impero. Ma i veri pezzi forti sono gli arredi da tavola. Alcune bancarelle vi offrono Limoges completi (certo, a prezzi non proprio competitivi), o infiniti servizi di posate in varie leghe di argento che brillano nella luce agostana. Sono pezzi del più vario design dal Christofle, allo stile impero, dal déco alle forme più snelle del dopoguerra, raccolti in piramidi di cucchiaini e forchette, coltelli e posate di servizio. Si rischia di perdersi tra i decori floreali delle porcellane e i riflessi luccicanti delle posate, tra le pile di piatti piani, fondi, da dessert, da portata e le montagne di argenti che li accompagnano. Non preoccupatevi del tempo che scorre. La passeggiata e magari lo shopping meritano davvero tutta la vostra attenzione.

Quando giunge il momento di una pausa, la zona è ricca di ristoranti, piccoli bistrot e locali pronti a soddisfare ogni palato e ogni tasca.

Se però preferite concedervi un pranzo di gran classe, in mezzo alla ricchissima proposta nizzarda la scelta può essere una sola: Boccaccio (Boccacciò, ovviamente). Tornate verso la piazza, prendete Rue Masséna e dopo pochi passi, sulla sinistra, in mezzo a molti altri, trovate i tavolini di Boccaccio. Chiedete di essere sistemati all’interno, al primo piano, più fresco e riposante. Potete gustare fritti di mare, pesci al forno o alla piastra, delicatissimi primi e pantagruelici dessert. Qui regna la quiete e il silenzio. La luce è soffusa, i camerieri a vostra totale disposizione e la cucina sublime e senza eguali. La delicatezza delle preparazioni, la qualità del servizio, la raffinatezza delle combinazioni non trovano simili sulla Côte. Anche il conto non ha eguali. Ma per una volta, ne vale davvero la pena.

Dopo pranzo è il momento della Nizza del mare e del divertimento. Dalla Place Masséna prendente verso ponente e vi immergete nella Promenade des Anglais una delle passeggiate a bordo del mare più glamour della riviera. Alla vostra sinistra gli stabilimenti balneari, piccoli, poco profondi, ma pronti a offrirvi ogni confort: i classici lettino-ombrellone-sdraio, il ristorante e la piscina (già, perché per imparare a nuotare è più sicura del mare aperto). Se il rischio e l’avventura sono il vostro mestiere, potete scegliere un giro sul paracadute ascensionale. Vi imbragano a un paracadute e vi legano a un motoscafo che va in mare aperto a tutta velocità. Il vento vi solleva e volate per una decina di minuti sulla costa di Nizza, con qualche derapata ben calibrata che vi fa sfiorare il pelo dell’acqua e vi fa sentire quasi come Tom Cruise in una delle sue mission impossible. Molta adrenalina e moltissimo divertimento.

Prima di lasciare Nizza, proseguite la promenade: alla vostra destra si levano alcuni degli alberghi che hanno fatto la storia della Côte d’Azzurre, quando in queste terre svernava la nobiltà europea, per godere del clima mite, dell’aria tiepida e del sole. Era la fine dell’Ottocento, era la Belle Epoque, e molti inglesi (ecco il nome della Promenade des Anglais) qui trascorrevano i mesi in cui la bella Inghilterra è meno ospitale. Tra i tanti alberghi che sono stati costruiti in stile floreale e che si sono succeduti lungo questa bella strada, uno è rimasto e dal 1913 domina la promenade: il Negresco. Costruito dal romeno Henri Negresco, su disegno dell’architetto Édouard Niermans, ha conosciuto alti e bassi, momenti di gloria e di minor fortuna, ma ha sempre simboleggiato, con la sua bella mole immacolata, le sue proporzioni eleganti e la inconfondibile cupola rosa, lo spirito brillante e mondano di una delle più importanti metropoli della Francia mediterranea.




A Nizza per un lunedì di pura magia

Per chi non ha ancora cominciato le vacanze o per chi vuole vivere la magia di una grande città marittima, anche solo per un giorno, il nostro consiglio è un giro a Nizza, nella meravigliosa cornice della Costa Azzurra. E possibilmente di lunedì.

Ogni lunedì dell’anno, infatti, lungo il Cours Saleya nella parte vecchia della città, si svolge uno dei più grandi mercati dell’antiquariato di Francia. Un tripudio di bancarelle che espongono prevalentemente raffinati servizi di posate d’argento, prestigiose porcellane e servizi di piatti d’epoca, eleganti tovaglie di fiandra, mobili, suppellettili, quadri, statue, tessuti, abiti vintage e tanto altro ancora. Il tutto esposto con ordine, gusto e tanta, tanta eleganza.

Se arrivate al mattino presto, prima di avventurarvi tra le bancarelle, è d’obbligo fare colazione da Pain & Cie (1, Rue Saint Françoise de Paule), un locale molto semplice e ruspante, situato proprio davanti al mercato dell’antiquariato, in cui potrete degustare vere e proprie colazioni alla francese con tanto di ottimi croissant, pane e marmellata. I prezzi non sono molto bassi e bisogna chiudere un occhio sulla pulizia del locale, tra l’altro sempre troppo affollato, ma una sosta rifocillatrice merita assolutamente.

Carichi di energia, ora non resta che lanciarsi nel mercato per ammirare le ricche bancarelle e, perché no, magari fare anche qualche folle acquisto.

Un colpo di cannone ci avverte che è mezzogiorno. Prima di lasciare la Vecchia Nizza, ci sono ancora due posti da visitare. In Rue de la Poissonnerie 8, una piccola traversa di Cours Saleya, troverete la caratteristica épicerie Lou Pantai che espone nel vicolo, creando affascinanti cromatismi, particolari mix di sali da cucina e spezie, piante aromatiche essiccate, saponi artigianali e olii essenziali. Difficile resistere alla tentazione di comprare qualcosa come il sel du Trappeur, il sel aux roses du Maroc o il più tradizionale sel aux herbes de Provence (1 tubo € 6, 4 tubi € 20; oppure 1 barattolino € 7, 3 barattolini € 20) oppure la confezione con 10 piccoli saponi di Marsiglia con aromi e colori differenti a € 12.

Sempre nelle vicinanze, in Rue Droite 31, la via degli artisti, c’è l’atelier di Fiorella Pierobon, ex volto storico di Canale 5, oggi quotatissima pittrice/scultrice. Nella sua galleria potrete ammirare una gran varietà delle sue opere e conoscere personalmente l’artista. Per i figli degli Anni ’80, come sono anch’io, anche questa tappa è un must.

L’ora di pranzare è ormai arrivata. Nizza offre una miriade di locali di ogni tipo,cucina e prezzo, in città o sul mare lungo la Promenade des Anglais. Noi ci siamo concessi un pranzo da signori, in un ristorante elegante e molto raffinato in Rue Masséna 7: Boccaccio.

Boccaccio è un ristorante è famoso per la sua paella e per i piatti di pesce in generale. I camerieri vi vizieranno in ogni modo, non lasciandovi mai senza una pietanza sotto gli occhi e i bicchieri vuoti. Gustatevi un mini gazpacho come antipasto e poi sbizzarritevi tra ostriche, aragoste, fritto misto o tournedos de thon et ses légumes au wok o tante altre leccornie fino a concludere con il dessert du jour magari al cioccolato. Il tutto ovviamente annaffiato da ottimo vino bianco Chablis AOC. Il conto è salato (se bevete, non inferiore a € 80/100 minimo a persona) ma il pranzo li vale tutti!

Una passeggiata lungo l’assolata Promenade des Anglais è ora d’obbligo sia per smaltire il pranzo sia per godere dell’incredibile panorama marino nizzardo: dai sontuosi stabilimenti balneari ai grandi hotel storici, come il famoso Negresco.

Per concludere la giornata, tra le tante possibilità, vi consigliamo di stendervi al sole presso la storica Ruhl Plage (con € 30 avrete lettini, ombrellone e teli da mare oltre che l’uso di cabine con doccia calda e fredda) oppure, se volete divertirvi con qualcosa di adrenalinico, di provare a volare con un paracadute trainato da un veloce motoscafo, come offerto dallo stabilimento Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com prezzi: solo € 50, duo € 70, trio € 90).

E l’outfit per una giornata in questa splendida città? Sicuramente informale ma fashion! Ecco le nostre proposte.

E l’outfit femminile? Scopritelo nel prossimo articolo su Nizza!

 

Pain &Cie – 1, Rue Saint Françoise de Paule (Vieux Nice)

Lou Pantai – 8, Rue de la Poissonnerie (Vieux Nice)

Boccaccio Restaurant – 7, Rue Masséna

Glisse Evasion (www.glisse-evasion.com) – Promenade des Anglais

Ruhl Plage – Promenade des Anglais




Art Aquarium i pesci diventano arte

di Giuliana Tonini – Se nei prossimi giorni sarete a Milano, prendete in considerazione di andare a vedere la mostra Art Aquarium, allestita nella sede del Circolo Filologico Milanese, in via Clerici n. 10, aperta fino al 23 agosto.

Se vi piacciono pesci e acquari, l’evento è imperdibile. E anche se non siete particolarmente appassionati al genere, la visita ad Art Aquarium  non vi lascerà indifferenti. Art Aquarium è un concept unico – ideato dal giapponese Hidetomo Kimura, classe 1972 – che sposa la natura con l’arte, l’intrattenimento e il design. L’evento ha avuto un grande successo in Giappone, dove ha raggiunto 4,5 milioni di visitatori, e adesso, in occasione di Expo 2015, esce per la prima volta dai confini del Giappone.

La suggestiva cornice del palazzo liberty del Circolo Filologico ospita uno spaccato della cultura nipponica: l’antica arte viva del Kingyo, il pesciolino rosso, simbolo di prosperità e fortuna.

Vi aggirerete tra vasche che, più che vasche sono vere e proprie istallazioni artistiche, in cui la bellezza e l’eleganza dei pesci è valorizzata da un’incantevole commistione di luci, musica e immagini. Le installazioni sono ispirate ad aspetti tipici della tradizione giapponese, come, ad esempio, il tradizionale paravento, su cui scorre il passare delle quattro stagioni, e il kimono.

Una delle attrazioni preferite dai visitatori è la vasca verticale ottagonale, dove tutti, uomini e donne, adulti e bambini, si fermano a farsi fotografare, col suggestivo effetto di essere parte dell’installazione assieme ai pesciolini.

I Kingyo originariamente erano tutti bianchi. Si racconta che un giorno se ne fosse trovato uno rosso, nato così per una mutazione genetica, e che, invece di essere scartato o mangiato, venne allevato.

La tradizione di allevarli in Giappone risale all’inizio del XVI secolo, quando i Kingyo arrivarono dalla Cina. Allora erano così costosi che solo le classi privilegiate potevano permettersi di averli. Tenere dei Kingyo era un vero e proprio status symbol. Da allora sono stati sempre incrociati e, grazie alla loro variabilitàgenetica, il risultato è una grande varietà di forme e di combinazioni di colori. Ad Art Aquarium si comprende perché i Kingyo sono definiti ‘pietre preziose vive’ e ‘opere d’arte vive’.

Infine, per quanto riguarda l’ambiente in cui vivono i pesci, l’organizzazione di Art Aquarium garantisce – con controlli tutte le sere e un sofisticato sistema di gestione delle vasche – la massima attenzione per la loro salute e il loro benessere.

Se visiterete Art Aquarium, rimarrete come il pesciolino sul manifesto della mostra: a bocca aperta.

DOVE E A QUANTO
A Palazzo Clerici a Milano
Ingresso: 10 euro