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Massimo Romeo Piparo: “Porto in scena Jesus e sogno il Fantasma dell’Opera”

Massimo Romeo Piparo rivela a Cosmopeople di essere in trattative con Andrew Lloyd Webber per portare il Fantasma dell’Opera in Italia. Il problema, svela Piparo, è l’allestimento. Per il musical di Webber occorrono teatri d’opera che, però, in Italia difficilmente vengono concessi per questo genere di spettacolo. Purtroppo.

 




Il Cluster Turismo Cultura al Palazzo delle Stelline di Milano

Presentato a Milano, nella prestigiosa sede dell’Institut français di Milano al Palazzo delle Stelline, il Cluster Turismo e Cultura di Atout France. Creato nel 1992, il Cluster riunisce 58 organismi e siti volti a promuovere il patrimonio culturale francese a livello internazionale. In totale sono circa 150 i siti rappresentativi della ricchezza e della varietà culturale francese riuniti nell’ambito del Cluster. Basti citare le molte aperture di questi ultimi tempi, dalla Philharmonie de Paris alla Fondazione Louis Vuitton alla riapertura del Museo Picasso parigino, senza dimenticare il Musée des Confluences di Lione la Caverne du Pont d’Arc, replica della “Grotta Chauvet” preistorica, la riapertura di Villa Cavrois, il recupero della dimensione marittima di Mont-Saint-Michel, la nuova Cité des Civilisations du Vin che aprirà a Bordeaux nel marzo 2016. Sempre il Cluster organizza grandi mostre in tutta la Francia e importanti eventi culturali : quest’anno da ricordare il 500° anniversario dell’ascesa al trono di Francesco I, le commemorazioni del Centenario della Grande Guerra, il « Viaggio a Nantes », in luglio e agosto, la Biennale d’arte contemporanea di Lione dal 10 settembre 2015 al 3 gennaio 2016, lille3000, dal 26 settembre 2015 al 17 gennaio 2016.

A Milano presenti 5 tra i più importanti partner : il Castello Reale di Amboise, il Castello del Clos Lucé, il Castello di Chenonceau, il Viaggio a Nantes e lille3000, che proprio alle Stelline presenta la mostra Textifood , in sintonia con il tema dell’Expo di Milano 2015: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Vediamoli un po’ più da vicino.

Il Castello Reale di Amboise è un castello famoso legato al ricordo di Leonardo: la sua presunta tomba è qui, nella piccola cappella del castello. Ricchissima la collezione di mobili gotici e rinascimentali degli appartamenti reali e le imponenti torri, i bei giardini panoramici che dominano la Loira.
Nell’anno di Francesco 1° da segnalare l’evento « Avanti la Musica » (20/06 al 19/07/15), omaggio alla ricchezza culturale dell’Italia, patria di Leonrso.
E il 26 e 27/07/15 le « Giornate Reali ! » , grandi feste alla Corte di Francia (danze, giochi e spettacoli)
www.chateau-amboise.com

Al Castello del Clos Lucé, a 300 metri dal Castello Reale di Amboise, con il bel Parco Leonardo da Vinci, Leonardo vive gli ultimi tre anni di vita, e si dedica a completare le sue invenzioni. Il Castello è dedicato oggi alla scoperta e alla comprensione dell’opera di Leonardo, e presenta la grande mostra « Leonardo da Vinci e la Francia » e la spettacolare ricostruzione della festa organizzata da Leonardo da Vinci nel 1518 per celebrare la vittoria francese di Marignano: appuntamento il 26-27 luglio al Castello del Clos Lucé alle 18.30 – www.vinci-closluce.com

Chenonceau, il castello privato più visitato di Francia, secondo solo a Versailles, è un castello « al femminile » : fatto costruire nel 1513 da Katherine Briçonnet secondo il modello di un Palazzo Veneziano, è arricchito da Diana di Poitiers e dalla regina Caterina de’ Medici, che si ispira al Ponte Vecchio di Firenze per creare la doppia galleria sul fiume Cher. Dipinti preziosi (Primaticcio, Tintoretto, il Correggio, Rubens), arazzi, i giardini storici. E nei giardini illuminati, il 18 luglio 2015 «Degustazione sotto le stelle » l’evento dell’estate: una passeggiata accompagnata dalla musica di Arcangelo Corelli, con apertura eccezionale della grande Galleria e degustazione con i viticoltori del nuovo vino doc, il Touraine Chenonceaux – www.chenonceau.com

Il Viaggio a Nantes, capitale storica della Bretagna e porta della Valle della Loira, è un invito a scoprire una delle capitali culturali più creative di Francia: un percorso unico lungo une linea verde che permette di scoprire elementi del patrimonio come il castello dei Duchi di Bretagna,luoghi di cultura, installazioni artistiche. Con il Viaggio a Nantes (dal 3 luglio al 30 agosto 2015), la città è ancora più animata del solito: patrimonio, architettura, sapori della gastronomia … Da non perdere: una visita dell’ Estuario della Loira con le sue 29 opere d’arte poetiche lungo il fiume e i vigneti del Muscadet, il vino bianco di Nantes!
www.levoyageanantes.fr / www.nantes-tourisme.fr
www.estuaire.info/fr

lille3000 è l’associazione che continua e approfondisce il dinamismo avviato dal 2004, con la consacrazione di Lille capitale europea della cultura. Porta aperta verso il futuro, lille3000 ha l’obiettivo di esplorare le ricchezze e la complessità del mondo di domani e di interrogarsi sulle vie dello sviluppo. Molto più di un festival o di una biennale, lille3000 invita a scoprire nuove culture attraverso artisti contemporanei da tutto il mondo.Tema della 4° edizione tematica del 2014 è La Renaissance, il Rinascimento. Dal Rinascimento storico alle grandi trasformazioni del XXI secolo, artisti di tutto il mondo si interrogano sulla vitalità del panorama attuale. Renaissance sarà un grandioso appuntamento di grandi mostre, metamorfosi urbane, spettacoli, design, food, eventi inediti, a Lille dal 26 settembre 2015 al 17 gennaio 2016.
www.lille3000.com

Textifood, quando il cibo diventa tessuto
Che cos’hanno in comune un’arancia, un limone, un ananas, una banana, una noce di cocco, ma anche ortiche, alghe, funghi, caffè, riso, soia, mais, barbabietola, vino, birra, molluschi e crostacei… Possono essere mangiati, bevuti e…tessuti! E’ questo il tema di Textifood , la mostra creata da lille3000, per l’Expo di Milano 2015 al Palazzo delle Stelline, che si inserisce nell’ambito del programma di Citexpo, progetto ideato dal Padiglione Francia, in collaborazione con la Camera francese di commercio e industria in Italia (CFCII), l’Institut français Italia, Business France en Italie e Atout France. Realizzata con la collaborazione di creativi, designer e stilisti, presenta alcune fibre ricavate da specie vegetali, forte della lunga tradizione di eccellenza nel nel campo dei tessuti tecnici di Lille Métropole e della Regione Nord-Pas de Calais.
Così al Palazzo delle Stelline c’è da seguire un percorso espositivo unico: tessuti mai visti, spesso fibre ricavate da residui dei raccolti e scarti alimentari, capaci quindi di soddisfare le esigenze del mercato e di rispondere al bisogno di sostenibilità di un pianeta sempre più a rischio.
In mostra si vedono l’abito creato da Coralie Marabelle con ananas e banano e l’abito dell’artista Em Riem fatto con foglie di banano essiccate, l’ Orange Fiber ricavata dai residui della produzione industriale del succo di agrumi, biodegradabile e cosmetotessile (il tessuto in più idrata e nutre la pelle). E poi la fibra tessile ricavata dalla cellulosa delle alghe marine, la fibra di latte estratta dalla caseina (di latte andato a male) e molto simile alla lana, persino le fibre ricavate da batteri, lieviti e microrganismi che la stilista Suzanne Lee utilizza per i suoi lavori. E molte altre “scoperte tessili” nelle creazioni di Christine Phung, Design Percept, L’Herbe Rouge, A+Z design, Egide Paris, Eric Raisina, Nina Gautier, Gary Cass & Donna Franklin, Jonas Edvard…
Tra le molte curiosità di Textifood, il caravan di Meert, piccola cucina nomade dove lo chef Maxime Schelstraete fa scoprire la sua cucina “street-chic” come a Lille. E il “profumo tessuto” di Francis Kurkdjian , che ha tratto ispirazione da Leonardo da Vinci per creare una sorta di “sfumato floreale” nel chiostro del Palazzo delle Stelline, dove ci si ritrova immersi un vapori sottili che hanno il profumo dei vegetali di Textifood.
Padiglione Lille3000 al Palazzo delle Stelline, C.so Magenta 63- Milano, fino al 14 luglio , lun-sab 11-19




“All American the Diner”: il ristorante dove rivivere i meravigliosi anni ’50 di Happy Days

Nel vasto panorama di locali offerto da Milano, nasce in via Cassinis 33 – accanto alla stazione della metropolitana Rogoredo – “All American the Diner”, ristornate specializzato in hamburger e carne alla griglia, in perfetto stile americano.
Inaugurato il 29 aprile, All American the Diner si pone un obiettivo ambizioso e anche un po’ provocatorio: offrire “ciò che piace agli americani”.
Ideale per i giovani, per la famiglia e per gustose pause pranzo, il locale è unico nel suo genere, anche per degustare ottimi cocktails nel dopocena.
L’ambientazione è in perfetto stile americano anni ’50. Tutto ricorda quegli anni: i colori, le insegne, l’arredamento, l’auto d’epoca . Anche il personale di sala è ‘american’: dai barman con le bretelle a vista fino a deliziose cameriere sui pattini.
In origine, il ‘diner’ era un lungo lunch vagon situato lungo le strade più famose degli Usa, come la celebre route 66, a gestione famigliare. Proprio come gli italianissimi chioschi street food di Firenze. Gli ideatori di All American the Diner hanno saputo coniugare la loro origine toscana con la passione per gli States, offrendo alta qualità nei prodotti unita ad un’atmosfera americana.
Tutta la professionalità e l’arte del gusto tipicamente italiana la si ritrova nei piatti principali, come gli hamburger black angus, di chianina, bufalo e wagyulen tipo kobe. Per un pranzo veloce non mancano deliziosi sandwich e i mitici hot dogs, così come le french fries, chicken wings e onion rings. Il menù prevede anche delicate insalate e le tipiche cheesecake e apple pie.
Il locale organizza serate a tema, concerti, esibizioni di boogie-woogie e swing in più di trecento metri quadri disposti su due piani; una location davvero originale ed unica dove immergersi e farsi rapire dalla tipica atmosfera descritta nei telefilm americani, come quella tanto amata dai fans di “Happy Days”.

All American the Diner
Via Cassinis 33
347 372 9418




Il web sedotto dai RichKids: è la globalizzazione del lusso?

Teenagers facoltosi guadagnano migliaia di followers, facendo a gara per essere il più ricco

di Matteo Rolando – C’è qualcosa di cui vergognarsi nell’essere giovani, molto ricchi e nel pubblicare i propri selfie e fotografie sul web? Bisognerebbe chiederlo a loro, i RichKids, suddivisi in diversi gruppi con lo stesso comune denominatore: essere l’utente dei social network più ammirato. Per comprendere questo fenomeno virale che ha invaso la rete, bisogna guardare ad Instagram, un’applicazione gratuita che permette agli utenti di scattare foto e condividerle su Facebook, Foursquare, Tumblr, Flickr e altri social ancora. Sono i numeri a parlare: 150 milioni di utenti attivi ogni mese, da tutte le parti del globo. È in questo contesto, in Instagram, che stanno spopolando gruppi di teenagers facoltosi e molto spensierati, impegnati a spendere nel migliore dei modi il denaro di mamma e papà. Dal più generalista RichKids, che supera i 16.000 followers (seguaci) si passa per molti altri, RichkidsOfficial con 123.000 fans, RIchkidOfInstagram, RichKidsApp, RichKidsofIran, RichKidsOfEmirates e così via, passando di variante in variante, di paese in paese e mantenendo la stessa formula, grazie alla garanzia del Copyright. Il risultato? Un numero spropositato di consensi espressi in “Like”e di seguaci, che potrebbe essere stimato in oltre 200.000 persone. Post sott’occhio, una sola fotografia può superare due o tremila “likes”.
Ville faraoniche, yacht principeschi, partite di polo e auto di lusso sono oggetto di alcune, tra le tante fotografie e selfie di questi adolescenti, cresciuti a champagne e caviale. In tempi di crisi, quando predominano le sfumature del grigio, come insegna il titolo di un recente romanzo di grande successo, sono i RichKids a riempire di colori le pagine dei social network: i colori del lusso sfrenato delle loro vite dorate, che scavalcano le frontiere dell’antico riserbo dietro cui, in passato, si trinceravano alcune élite. Dando origine a un fenomeno “cross-class” e “cross-cultural”, trasversale a tutte le classi sociali e ai confini culturali, perché dietro i followers si celano i ceti sociali più disparati, e gente proveniente da tutti gli angoli del pianeta. E’ questa la nuova globalizzazione del lusso? Basta leggere i commenti ai post per capirlo. <Il tuo aereo privato è davvero così piccolo?>, chiede quella che immaginiamo come una spocchiosa ragazzina viziata all’amica, fotografata mentre sprofonda in un sedile in pelle beige, e guarda dall’oblò del suo jet privato. In un’altra fotografia, tre adolescenti squinternati, durante una festa, fanno a gara per svuotare una bottiglia magnum di champagne Don Perignon che potrebbe costare quanto un paio di stipendi del ceto medio:<Bravi, bravi, ve la state spassando>, prosa un fan. E ancora: orologi, vestiti, scarpe, borsette, trascendono la loro funzione per diventare oggetti di culto, e questione di vanto. <Siete dei mantenuti schifosi>,si arrabbia lapidario qualcun altro. A questo tipo di provocazioni rispondono granitici e omologati altri seguaci: <E’ tutta invidia>, oppure semplicemente <Solo tu puoi, tu sei gorgeous (ndr.spledido)!>, riferito a uno dei tanti protagonisti di questi selfie. Perché mai tanta ammirazione prevale? In fin dei conti questi figli di papà si godono una vita che non si sono guadagnati se non per diritto di nascita, come accadeva una volta agli aristocratici.
La pagina italiana RichKidsOfItaly, ahimé, è vuota e ancora in attesa di essere riempita. In compenso gli italiani si fanno strada e aumentano sempre più come seguaci nel mondo. Nel belpaese l’ostentazione della ricchezza è ancora considerata un peccato capitale e affonda le sue radici nell’ossimoro <sofferenza-redenzione>. Al contrario di quanto avviene nell’American Dream, il grande sogno di ogni americano, molto più spicciolo: fare fortuna. Non c’è dubbio che la prima matrice dei RichKids provenga da oltreoceano, come confermano i loro cameo scattati prevalentemente negli Stati Uniti, (su tutte domina Miami). Ma si tratta davvero di un’ostentazione fine a se stessa? Persone comuni riempiono ogni giorno i social network dei loro selfie, in ufficio, in auto, al ristorante con amici, e perfino mentre si lavano i denti, senza per questo essere accusati di ostentare, malgrado il loro narcisismo autoreferenziale. Forse perché sono rassicuranti immagini della “normalità”?
I nostalgici della nota rubrica <Ici la côte> tenuta fino a qualche tempo fa sul settimanale Vanity Fair dall’ereditiera Ljuba Rizzoli, oggi si possono consolare con Instagram, scivolando dalle cronache mondane del Principato di Monaco – quelle proposte dalla Signora Rizzoli, appunto – alle fotografie sfacciate e tout court dei RichKids. La prima guidava con devozione i suoi lettori nel mondo ovattato del jet set internazionale radunato nel Principato, con l’imbarazzo della scelta tra le famiglie più blasonate d’Europa, sceicchi arabi e stelle del cinema. Si respirava un’aria sfarzosa, arricchita da personaggi leggendari, come lo Scià di Persia, Grace Kelly, o Aristotele Onassis. A confronto, i ricchi teenagers che fanno tremare Instagram con le loro foto, impallidirebbero. Ma il passaggio generazionale ha l’irruenza di un fiume che sta per tracimare: dalla gradevole cronaca rosa della Rizzoli, alle fotografie impudenti di questi ragazzini sconosciuti ce n’é di differenza. Qui non si tratta più di Vip, ma solo di ricchezza fine a se stessa, scevra da altri contorni, come fama e successo. Il fine non giustifica i mezzi: <Il lusso è un privilegio da gustare a fuoco lento, non da sbattere in copertina>, chiosano i critici. Ma orologi costosi e gioielli, spiagge tropicali e auto sportive fanno sognare ed evadere dalle contingenze della loro quotidianità le migliaia di seguaci dei RichKids. Quindi, loro, dovrebbero vergognarsi?




Premio Hystrio 2015 al Teatro Elfo Puccini

Nel 2015 il Premio Hystrio festeggia la sua 25^ edizione e lo fa il 19, 20 e 21 giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano dove domenica 21 giugno avverranno le premiazioni di tutte le categorie in concorso.
185 sono gli aspiranti attori in lizza per il Premio Hystrio alla Vocazione, che prevede due borse di studio del valore di 1.000 euro ciascuna a cui quest’anno se ne aggiunge una da 500 euro da assegnare a un giovane talento dalle potenzialità ancora da affinare. Ben 96 i giovani aspiranti drammaturghi che concorrono per il Premio Hystrio Scritture di Scena, un numero record che segna un incremento del 35% rispetto allo scorso anno e sottolinea come sia grande l’attenzione alla scrittura per il teatro. Il testo vincitore di questa categoria verrà presentato in forma di lettura scenica a cura di Sabrina Sinatti il 19 giugno e verrà pubblicato sulla rivista Hystrio. Tra i nomi già affermati della scena, la giuria del Premio ha selezionato i seguenti artisti:
Premio Hystrio all’interpretazione: Massimo Popolizio
Premio Hystrio alla regia: Serena Sinigaglia
Premio Hystrio alla drammaturgia: Mimmo Borrelli
Premio Hystrio-Altre Muse: Cuocolo/Bosetti
Premio Hystrio-Castel dei Mondi: Carrozzeria Orfeo
Premio Hystrio-Fondazione Teatro Piemonte Europa: Ambra Senatore
Premio Hystrio-Twister: Il vizio dell’arte di Alan Bennett, con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, prodotto dal Teatro dell’Elfo di Milano
Premio Hystrio-Scritture di Scena: analisi dei copioni in corso

Novità di questa edizione è il Premio Mariangela Melato che avvia una collaborazione con il Premio Hystrio e che verrà consegnato a Camilla Semino Favro e Fausto Cabra nella serata finale del 21 giugno.
Come di consueto, accanto alla lettura scenica e alle premiazioni, non mancherà lo spettacolo e per i suoi 25 anni Hystrio il 20 giugno propone un’anteprima milanese, Milite Ignoto – Quindicidiciotto di e con Mario Perrotta, tratto da Avanti sempre di Nicola Maranesi e dal progetto La Grande Guerra, i diari raccontano a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi, Produzione Permàr/LaPiccionaia/dueL/Fondazione Archivio Diaristico Nazionale.

Per informazioni:

www.hystrio.it

segreteria@hystrio.it

redazione di Hystrio-trimestrale di teatro e spettacolo
tel. 02.400.73.256, fax 02.45.40.94.83




Un calendario per contare i giorni della speranza

Una giornata di sole caldo e intenso; i colori delle colline pavesi a Fortunago, uno dei borghi più suggestivi dell’Oltrepò: questa la cornice dove ogni anno si svolge la giornata dell’Associazione SOS Ospedale di Bukavu, una ONLUS, nata nel 2002 che nutre, protegge e difende i bambini della città di Bukavu, in Congo, terra dilaniata da guerre, da epidemie e da una situazione economica disastrosa.
L’associazione, un centinaio di membri in tutto, ha costruito un centro nutrizionale e ora lo mantiene; si occupa dei degenti dell’Ospedale ed è attiva su molti progetti che ogni anno vengono segnalati dalle religiose che prestano la loro opera nell’ospedale.
Non è facile garantire un costante contributo economico. Si devono inventare iniziative, proporre attività diverse, che riescano a portare all’attenzione di tutti il dramma di questa terra.
In principio furono i mercatini natalizi e primaverili, poi le bomboniere, che i soci realizzano su ordinazione per le più diverse ricorrenze, poi ancora largizioni e donazioni individuali e molto altro.
Da quest’anno entrano in scena anche i calendari della associazione.
Grazie alla collaborazione con la Tipografia Commerciale Pavese, che ha creato il format e preparato il modello, chi lo desidera può acquistare tutti i calendari che vuole, personalizzandoli con una dedica, un augurio di buon anno o un saluto a un amico. Basta contattare il numero o la mail sulla brochure, fare l’ordine ed entro novembre si potranno ritirare i calendari prenotati.
La ONLUS ha un piccolo ricavo, ma soprattuto ha visibilità, diffonde la propria mission.
Amici di Cosmopeople, perché non acquistiamo uno, dieci, tanti calendari? Con poco (un calendario costa 10 euro), aiutiamo una ONLUS bella e sana. Con una spesa minima facciamo un regalo utile, raccontiamo il bene fatto a chi ne ha bisogno e mettiamo in circolo un po’ di amore.

Per informazioni:

www.bukavu.it

aiutobukavu@libero.it

 




LA SERIALITA’ DELL’ ANTICO in esposizione alla Fondazione Prada

di Gabriele Antoninetti – Se finora siamo stati abituati a interpretare il “classico” come creazione artistica di un unicum, da adesso in poi forse è il caso di rivedere questa associazione di idee. E Salvatore Settis ce lo dimostra con la sua “Serial Classic. Moltiplicare l’arte tra Grecia e Roma”, in esposizione dal 9 maggio al 24 agosto 2015 alla Fondazione Prada (Milano).
Gli artigiani, nel mondo antico greco e romano, il più delle volte lavoravano in serie, basandosi su opere già esistenti. Non solo copie, quindi, ma vere e proprie riproduzioni seriali di sculture classiche occupano gli spazi di questa ex distilleria milanese di inizio Novecento, a pochi passi da Porta Romana e riportata solo ora a nuova vita.
Addentrandoci nel percorso espositivo, giocato su due piani, viene in mente la lezione di Carlo Scarpa, per i diversi livelli di altezza cui le sculture sono poste e forse anche per l’utilizzo di materiali puri come il classico travertino romano (qui sapientemente mixato col plexiglass).
Vero è che, a curare tutti i locali della Fondazione Prada, è stato l’ottimo Rem Koolhaas, che ha saputo mettere mano – e testa – a un progetto ambizioso quanto arduo. Scommessa vinta, considerati anche i notevoli riscontri positivi sia di pubblico che di critica. Il visitatore che entra nella prima sala (“Podium”, non a caso) si trova di fronte una serie di manufatti scultorei di recente realizzazione: dagli originali, pervenutici frammentariamente, di opere di I secolo A.C., fino ai “neonati” gessi (forse un po’ troppo colorati, sicuramente accattivanti) riproducenti i noti bronzi di Riace. Il piatto ghiotto, però, ci è parso quello al piano superiore: assieme a una serie di calchi delle Cariatidi dell’Eretteo (degni di una gipsoteca didattica), compaiono due copie romane dell’ Aristogitone (senza Armodio), attribuito a suo tempo a Crizia e Nesiote, e una splendida Penelope, datata addirittura al V sec. a.C., proveniente da Teheran. Pure di essa sono stati eseguiti per l’occasione dei calchi in gesso: compreso uno, in versione domestica (aderente al mito?), della sposa di Odisseo che, con in mano un rocchetto di filo per la tessitura, sembra voler quasi riprodurre (in serie) l’immagine (perduta?) della perfetta moglie fedele.
Vale la pena del biglietto visitare anche gli altri padiglioni, tra cui quello dedicato al Novecento (An Introduction – Sud, Deposito – dal 9 maggio al 10 gennaio 2016): da Burri a Fontana, passando per i monocromi di Klein, abbiamo un perfetto “bigino” per fare bella figura all’ esame di storia dell’arte.




Elite Model cerca la nuova Gisele Bundchen

di Matteo Rolando
Prima tappa a Milano il 13 giugno presso Superstudio Più di via Tortona

Bisognava capirlo subito che lei era una ragazza “con le palle”: quando all’inizio della sua carriera le intimarono:<Hai un naso troppo importante per fare la modella>. Oppure quando anni dopo, prima del matrimonio, suo marito il giocatore di football Tom Brady le confessò che la sua ex fidanzata era incinta di tre mesi. Ma lei tirò dritto per la sua strada e diventò per tutti Gisele, una delle supermodelle più contese dalle passerelle di tutto il mondo. L’ex fidanzata di Leonardo di Caprio, la brasiliana Gisele Bundchen, oggi si dedica alla sua linea di intimo e al dorato mondo della charity, presa come ispirazione dalle ragazze di tutto il mondo che vorrebbero calcare i tappeti rossi. Alla candida età di appena 35 anni, lei si che si può permettere la pensione con un patrimonio stimato di oltre 300 milioni di dollari. Infatti, secondo la prestigiosa rivista americana Forbes la ex-modella sarebbe tra le più pagate al mondo, oltre 40 milioni di dollari all’anno per sette anni consecutivi tra il 2006 e il 2013. Per i comuni mortali non resta che sognarla, una carriera come la sua: il 25 aprile scorso la Bundchen sfilò per l’ultima volta alla San Paolo Fashion Week, tra applausi, standing ovation e persino lacrime dei più afecionados. Un addio che segna il passo dei tempi nel mondo della moda, per un mestiere, quello di modella, metafora da sempre dell’eterna giovinezza.

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Giselle ebbe una carriera fulminante: fu scoperta nel 1994 dal manager dell’agenzia Elite Model Management in un McDonald’s di San Paolo, e pochi mesi dopo vinse a Parigi il concorso per modelle emergenti Elite Model Look. Il suo ritiro dalle scene lascia “spazio” – si fa per dire – ai sogni di altrettante aspiranti modelle e modelli che potranno partecipare a un Live Casting italiano organizzato della stessa agenzia di moda fondata a Parigi nel 1972 che portò Gisele a tanta fama. Prima tappa del model scouting sabato 13 giugno 2015 presso il Superstudio Più di Milano, poi a Roma presso l’Empire Palace Hotel di via Aureliana sabato 4 luglio. Giunto alla sua 32esima edizione, l’Elite Model Look è il contest internazionale di model scouting più prestigioso e influente del settore, organizzato in circa 50 paesi e a cui l’anno scorso si sono candidate più di 400.000 persone. Per partecipare alla selezione gratuita, è necessario avere un età compresa tra i 14 e i 22 anni per le ragazze e i 16 e 22 anni per i ragazzi, rispettivamente con un’altezza minima di 172 cm e 184 cm. I candidati dovranno compilare un form con i loro dati e caricare 3 fotografie seguendo le indicazioni fornite nel corso della procedura di iscrizione on line (http://www.elitemodel.it). La vincitrice ed il vincitore italiani si contenderanno insieme agli altri vincitori nazionali il titolo mondiale nel corso della Elite Model Look World Final a fine anno. Certo non c’è paragone con Gisele: a lei è bastato andare a mangiare un hamburger per diventare una supermodella milionaria. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

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Steve McCurry porta il caffè in mostra a Milano

Steve McCurry, il fotografo celebrato nel mondo per la sua foto della ragazza afghana diventata simbolo della guerra nel paese, è in scena a Milano con una mostra dedicata al caffè.

Steve McCurry 2

FROM THESE HANDS: A JOURNEY ALONG THE COFFEE TRAIL è il titolo della mostra dedicata al fotografo Steve McCurry, organizzata da Lavazza e firmata dall’architetto Fabio Novembre, che sarà allestita a Milano, dal 5 giugno al 5 luglio 2015, nella Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.

Al centro della mostra, 62 scatti realizzati da Steve McCurry in 12 diversi Paesi: Brasile, Burma, Colombia, Etiopia, Honduras, India, Indonesia, Perù, Sri Lanka, Tanzania, Vietnam, Yemen.

L’allestimento di Fabio Novembre è studiato per accompagnare il pubblico nelle atmosfere evocate dagli scatti. Le foto di Steve McCurry sono sempre l’inizio di un viaggio in cui è meraviglioso addentrarsi. L’idea da cui è stato sviluppato l’allestimento, diventa quindi un labirinto che si integra perfettamente nelle geometrie della Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Il visitatore potrà ammirare le opere di Steve McCurry riprodotte su pannelli concepiti come pagine di un volume fuori scala. La bellezza e l’umanità che scaturiscono dalle immagini di Steve McCurry è amplificata dall’allestimento di forte impatto scenico studiato e realizzato dall’architetto Fabio Novembre.

Unico comune denominatore: il caffè. Si tratta infatti delle foto più belle ed evocative scattate da Steve McCurry nel corso di un viaggio che copre un arco temporale di oltre trent’anni sulle strade del caffè, raccolte nell’omonimo volume edito in queste settimane da Phaidon, tra i maggiori editori di arti visive e fotografiche.

La maggior parte delle fotografie raccolte nel libro ed esposte nella mostra sono infatti le immagini scattate da Steve McCurry nell’ambito del progetto İTierra! e concretizzano l’idea di Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image dell’azienda, di riunire all’interno di un’opera questo lavoro sull’umanità del caffè nei suoi molteplici volti e storie. Alcune di queste immagini sono assolutamente inedite, come i ritratti realizzati in Etiopia e Vietnam, gli ultimi due Paesi coinvolti da Lavazza nel progetto di sostenibilità.

Steve McCurry  sarà anche protagonista a Milano di due attesissimi appuntamenti che si svolgeranno nei giorni successivi all’inaugurazione della mostra:

– il 5 giugno alle ore 22, una suggestiva lectio magistralis nella piazza antistante il Museo della Scienza e della Tecnologia a Milano, con uno spettacolo di project mapping, consentirà per la prima volta al grande pubblico di entrare in contatto con uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea; Steve McCurry svelerà i segreti del suo lavoro dietro l’obiettivo;

–  il 6 giugno alle ore 18, una lectio magistralis nell’Auditorium di Padiglione Italia – Expo 2015 di cui Lavazza è Official Coffee Partner.

Entrambi gli appuntamenti sono aperti al pubblico e gratuiti.

La mostra di Steve McCurry si sposterà a Venezia, dal 23 settembre all’8 novembre, presso Le Tese dell’Arsenale per permettere anche al pubblico veneziano di ammirare questa suggestiva mostra.

Dove, come e a quanto

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” (primo Chiostro) Via San Vittore, 21 – Milano

Dal 5 giugno al 5 luglio 2015
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
martedì-venerdì 9.30-19 / sabato 9.30-21 / domenica 9.30-19

 




Estate vegan in gelateria

L’estate 2015 sarà vegan. E lo sarà anche in gelateria, con i gusti più amati ma spesso difficili da trovare nella formula Vegan o pensati per chi soffre di intolleranza al lattosio.

Nel pieno del boom della cucina vegana Comprital  ha lanciato un’intera linea di prodotti vegan per la preparazione del gelato artigianale, organizzato corsi di dolci e gelati vegani, all’Accademia di Gelateria Athenaeum con Emanuele Di Biase, unico pasticcere accreditato VeganOK, e pubblicato il ricettario dello stesso di Biase all’interno della Giubileo Experience Collection, collezione esclusiva di volumi firmati dai più grandi maestri della gelateria e della pasticceria e ha concluso il primo Vegan Tour, che ha attraversato l’Italia per accompagnare le migliori gelaterie nel mondo vegan e renderle maggiormente competitive grazie alla certificazione VeganOK che l’azienda può rilasciare.

Il progetto vegan si inserisce nel concept aziendale “Innovation is our story”: spirito pionieristico e coraggio visionario al servizio di un mercato in rapidissima evoluzione, nel quale è fondamentale la velocità di reazione, la puntualità delle risposte e la capacità di anticipare le tendenze. Come il vegan, che rappresenta oggi la scommessa sulla quale puntare, sia per l’accresciuta attenzione del consumatore alla salute sia per l’interesse verso i nuovi sentieri del gusto, tra sapori del futuro e trend di un domani che è già oggi.