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Vù, il primo olio made in Basilicata

Da una pratica olivicola risalente fin alla Magna Grecia, nasce Vù, l’olio prodotto sulle pendici del monte Vùlture, antico vulcano orai spento, all’estremità settentrionale della regione Basilicata.
I diciotto Frantoi del Vùlture che lo producono, uniti sotto un’unica etichetta, rappresentano i custodi di un territorio a volte impervio ma fertile e generoso, grazie alla particolare composizione riconducibile alla loro origine vulcanica.
Nel loro olio ritroviamo il carattere morbido e armonioso di un paesaggio collinare dominato dalla sagoma del monte Vùlture e dallo scenario verdeggiante che ne ricopre i versanti. Si tratta di un olio pregiato, dall’aspetto dorato con lievi sfumature verdoline e dal profumo delicato di natura erbacea, con sentori di mandorla e di carciofo, armonico nelle note amare e piccanti.
La qualità, la genuinità e la tipicità del prodotto, così come i metodi con cui è realizzato, sono certificati e garantiti dal riconoscimento del marchio Vùlture D.O.P.”, l’unica dop ad oggi riconosciuta sul territorio lucano.




Ristogolf, un circuito tutto da gustare

Una calda estate, un campo da golf ritagliato nel territorio stretto della Liguria e la cucina d’autore degli chef stellati. Un programma ricco di degustazioni, showcooking e naturalmente di buche e fairway.

L’evento  stato ideato dall’Associazione Ristoratori, Albergatori & Co Golfisti per la quarta tappa del Circuito Ristogolf 2015. Teatro dell’evento il magnifico Circolo Golf e Tennis di Rapallo che con le sue diciotto affascinanti buche ha accolto gli oltre 140 partecipanti a questa gara molto particolare e gustosa.

Ben tre i momenti dedicati all’alta cucina durante la tappa del 23 luglio: le buvette gourmet, lo showcooking stellato e il gourmet party di fine giornata.

Alla partenza frutta fresca di stagione e poi in campo alla buca 3 Pà e Strinu, ormai un “must” per Ristogolf, seguito alla buca 6 da una piovra con maionese alla paprika.

Spazio al padrone di casa con la buvette del gestore del Ristorante del Circolo Golf e Tennis Rapallo, Salvatore Lutero, che ha proposto una Lasagnetta al Pesto con pinoli tostati. A seguire, un Gelato al Pistacchio con crumble, un Escalivada con Caprino e la Pizza Gourmet di Molino Dallagiovanna.

E sempre a proposito di grande cucina, al termine della tappa riflettori puntati sulla cucina che

ha ospitato lo showcooking degli chef ospiti. Primo piatto di Marco Pernati (ristorante Manuelina di Recco) che ha proposto “Morone al sale aromatizzato alle olive”. La seconda creazione porta la firma della chef Tina Cosenza (ristorante Teresa di Genova Pegli): spuma di patate con vongole veraci.

Terzo e ultimo momento food della giornata, subito dopo le premiazioni per i vincitori di tappa, il gourmet party conclusivo di giornata, a cura dello chef Cerea Ristorante Da Vittorio, che a Rapallo ha goduto della presenza di un vanto locale e regionale, la Focaccia di Recco IGP del Ristorante Manuelina.

L’organizzazione si sposta ora al Golf Club La Pinetina dove il 9 settembre si terrà l’ultima tappa prima della finalissima all’Argentario (dal 2 al 4 ottobre), alla quale parteciperanno di diritto i vincitori delle singole tappe.




Groupie a teatro: io e i JCSmaniacs

di Giuliana Tonini- Da poco faccio entusiasticamente parte di un mondo di cui prima ignoravo l’esistenza, il mondo dei ‘groupie teatrali’, i fan così appassionati di uno spettacolo teatrale da vederlo e rivederlo più e più volte. E non solo nella propria città. Vanno infatti a vedere il proprio spettacolo preferito, ad acclamarne i protagonisti e ad attenderli all’uscita dei camerini o del teatro, anche in altri posti. I più incalliti seguono tutte, ma proprio tutte, le tappe del tour. Non importa che la replica sia a Milano, Roma, Napoli o Messina.

Io sono entrata di recente, e quasi per caso, in questo universo. Da quando avevo vent’anni ho la passione per la mitica opera rock Jesus Christ Superstar, dei super mitici Tim Rice ed Andrew Lloyd Webber, e che, nelle ultime edizioni dell’allestimento del regista Massimo Romeo Piparo, ha avuto come protagonista il super super mitico Ted Neeley, che nelle tournée nei primi anni ’70 e nel film di Norman Jewison del 1973 interpretava il ruolo di Gesù.

Certo la passione è sempre stata grandissima, film e colonna sonora visti e ascoltati migliaia di volte, testi imparati a memoria spontaneamente e senza sforzo al punto da potere cantare la parte di quasi tutti i personaggi. Ma, a parte avere visto una rappresentazione alla fine del 1999, con l’indimenticato Carl Anderson nel ruolo di Giuda, non ero più tornata a teatro a vederne una replica né mi ero mai avvicinata ai protagonisti.

Quando, nell’autunno del 2014, lo spettacolo è arrivato al Teatro degli Arcimboldi – non solo con Ted Neeley, ma anche con Yvonne Elliman e Barry Dennen, la Maria Maddalena e il Ponzio Pilato del film! – ovviamente alla rappresentazione mi sono entusiasmata (anzi, diciamo proprio invasata) come un’adolescente a un concerto degli One Direction o di Violetta. E non mi è mica bastato vedere lo show una volta sola. La settimana successiva sono tornata a teatro a ripetere l’esperienza. E lo scorso giugno, quando la stessa produzione è tornata a Milano, senza la Maddalena e il Ponzio Pilato originali del 1973, ma sempre con Gesù-Ted superstar, ho rivisto lo spettacolo due volte….

In ogni caso non mi passava per la mente di andare ad ‘assalire’ Ted Neeley e il cast fuori dal teatro.

Poi però sono venuta  a sapere che un pomeriggio, al Mondadori Megastore di Piazza Duomo, Ted Neeley e il cast sarebbero stati lì apposta per incontrare il pubblico e i fan –  in un evento che ho scoperto chiamarsi, in gergo, ‘meet & greet’ – e naturalmente mi sono precipitata alla Mondadori per stringere la mano al mio idolo, fare foto assieme a lui e avere il suo autografo sul libretto del cd. E sarei stata contenta così.

Il caso ha voluto che il tempo a disposizione finisse e che parecchi fan, tra cui la sottoscritta, se ne dovessero andare senza l’agognata firma. Ma a tutti noi ‘scornati’ è stato dato un……..backstage pass da utilizzare una sera qualsiasi alla fine dello spettacolo durante la tappa milanese del tour! Incontro con Ted assicurato!

E così, dopo avere assistito alla rappresentazione per la quarta volta in pochi mesi, una sera, nella mia nuova veste di fan non solo incallita, ma anche attiva, col mio backstage pass in mano vado a piazzarmi davanti alla porta da cui escono gli artisti. Lì incontro Cristina e la sua giovanissima figlia Arianna. Ci eravamo già viste al Mondadori Megastore, dove avevamo scambiato due parole. Davanti all’uscita artisti del Teatro Nuovo ci siamo scambiati i contatti ed è stato subito feeling. Loro mi hanno raccontato che avevano visto lo spettacolo diverse volte, in varie città del nord Italia, e alla fine di ogni rappresentazione erano sempre state a salutare Ted e il cast.

E ora che ho trovato chi ha in comune con me la stessa passione, chi mi ferma più! Con loro sono stata un’altra volta ad attendere Ted Neeley all’uscita dal teatro. E da un mese ho già preso il biglietto per vedere assieme a loro JCS al Teatro Sistina di Roma….. nel gennaio 2016. Non vado a Genova a novembre unicamente perché per quel weekend ho già un impegno inderogabile e sto facendo un pensierino per Bergamo, sempre a gennaio.

Si farà fatica a crederci, ma inserisco me stessa e le mie nuove amiche tra le ‘senza dubbio invasate, ma moderate tra le invasate’. Sì, perché lo zoccolo duro dei JCSmaniacs, composto in prevalenza da donne, segue Ted Neeley e il suo spettacolo in tutte le tappe, ovunque possibile, in ogni città d’Italia, e, quando il tour è nella propria città, prenota un posto in prima fila per ogni sera della rappresentazione.

Non solo, chiacchierando fuori dal teatro o seguendo su facebook le pagine dello show, si sa di chi è già pronto per andare a l’Aja – la prima tappa del tour europeo – o di chi è andato fino in America ad assistere alla proiezione del film del 1973 assieme a tutto il cast di allora.

I JCSmaniacs sono persone di tutte le età. Si va da chi negli anni ’70 era già adulto o adolescente, e ha visto il film quando è uscito nei cinema, a chi è adolescente oggi  – come Arianna e altre ragazze giovanissime che ho visto fuori dal teatro in attesa che uscisse Ted – e prende con entusiasmo il testimone generazionale della passione per JCS e per il musical.

E i JCSmaniacs organizzano anche aperitivi tra fan cui non è raro che partecipi qualche componente del cast.

Sono certa che una delle ragioni del fenomeno JCS sia la straordinaria disponibilità di Ted Neeley. Non dimostra mai insofferenze da…….superstar. Ci accoglie sempre tutti con pazienza e ha un sorriso, una parola e un abbraccio per ognuno. È possibile che qualche volta abbia anche voglia, umanamente, di urlare un bel ‘Leave me alooooooooooooooooooooone!’, come del resto fa durante lo spettacolo, nei panni di Gesù, quando è assalito dai questuanti. Ma, a memoria dei JCSmaniacs, non è mai successo, ed è improbabile che succeda. Forse qualcuno dei fan è anche diventato suo amico.

E così ecco l’universo JCS. E a chi mi dice ‘sei da ricoverare’, io rispondo che una passione è una passione. Ci  accompagna per sempre e non ha età. Ognuno ha la propria passione. C’è chi segue nelle loro performance i propri cantanti preferiti, chi la squadra di cui è tifoso e chi, come me, JCS-Ted.




Il sapore della via della seta in EXPO

Attraversato dalla Via della Seta (antica strada commerciale che è arrivata ad attraversare, via terra e mare, 57 paesi), lo Xinjiang costituisce il territorio della regione autonoma nel nord-ovest della Cina. Per secoli crocevia tra religioni, culture e civiltà asiatiche di influenza turco-mongola, cinese e islamica, lo Xinjiang ha dato vita a una tradizione culinaria musulmana apprezzata in tutto il paese.

Baluardo di questa cultura minoritaria ma ben diffusa in tutte le grandi città cinesi, il ristorante Yershari di Shanghai porta a EXPO Milano i sapori della propria regione in una serata speciale che accompagnerà al cibo la musica e i costumi della tradizione.

La cucina dello Xinjiang nella versione di Yershari trae origine da una contaminazione tra cucina turca e tradizione cinese, mescolando piatti prevalentemente di carne come montone e agnello, accompagnandoli a pasta e verdure, nonché alla tipica focaccia di pane uiguro: un classico anche a Shanghai tanto da aver guadagnato il titolo ufficiale di “China Ethnic Enterprise Pioneer”.

 




Calypso, una spugna per ogni esigenza

Già nel nome richiamano l’idea di un relax a cui è difficile resistere. Di coccole, di tempo per se stessi oltre che di precise azioni che vanno al di là della corretta igiene.
Calypso è una linea di spugne di bellezza di Spontex, azienda francese nata negli Anni ’30 e leader  leader mondiale nella produzione di articoli in cellulosa e lattice.
Oggi Calypso propone ben nove tipologie di spugne, una per ogni esigenza:
-Relaxing Moment: spugna in cellulosa con bordo rinforzato
-Tonic Massage: sugna in cellulosa naturale con lato massaggio
-Enery Peeleing: spugna esfoliante di bellezza in cellulosa naturale con granelli di guscio di nocciola
-Demaquilage x 2: dischetti riutilizzabili leva trucco
-Sweet Gommage: spugna esfoliante di bellezza in cellulosa arricchita con microparticelle delicate
-Soft Sensation: spugna in cellulosa naturale per pelli delicate
-Relaxing Love: spugna corpo in cellulosa naturale a forma di cuore.



Vesna Pavan, quando l’arte diventa moda

Vesna Pavan , pittrice e art designer di Milano, presenterà in occasione della Vogue Fashion Night (22 settembre 2015) dieci T-Shirt d’autore che avranno come soggetto cinque sue opere appartenenti ai cicli Fusion e Fusion Vogue, ciascuna in edizione Night&Day.

Le magliette “Night” privilegeranno i chiaro-scuri e le sfumature di grigio, mentre le magliette “Day” restituiranno la vivacità originale dei colori del dipinto.




A FORMENTERA per una vacanza libro emozionante

Le vacanze non sono ancora cominciate? Ti senti stanco e affaticato? Ti mancano tono ed energia? Senti la necessità di evadere? Oppure hai solo bisogno di frizzanti emozioni mentre prendi il sole in spiaggia?
Il rimedio c’è: partire per la vacanza-libro A FORMENTERA.
È un viaggio all-inclusive: tutte le consumazioni sono comprese nel prezzo di copertina.
Puoi partire da solo: non appena conoscerai le eroine e gli eroi di questa storia estiva.
Michela ti sorprenderà con il suo umorismo sfacciato, Aurora ti prenderà per mano con un pizzico di romanticismo e Adriana si occuperà delle faccende domestiche.
Allacciati il casco: i vostri motorini sgommeranno su e giù per l’isola insieme a quelli di Leonardo, che ti insegnerà il segreto per rimorchiare, Matteo, che ha scoperto le gioie del sesso e vuole condividerle con te e Filippo, che ti aprirà nuovi orizzonti.
Ti innamorerai, come tutti noi, di Maria Sol che ti aprirà gli occhi su quanto la realtà possa essere diversa dai sogni generati della tua mente.
A FORMENTERA potrai scegliere la location che ti piace di più tra spiagge incontaminate e lidi sovraffollati, tra lounge bar super cool e club naif, facendo attenzione ai cocktail carichi e al ghiaccio più bollente.
Puoi scaricare il tuo libro, che si trasformerà nella la carta d’imbarco per il tuo viaggio indimenticabile, su Amazon, app-store o google play.
Preparati per il take-off e ricordati la crema solare prima di iniziare la lettura.
Se poi vuoi condividere la tua esperienza clicca su facebook.com/aformenteralibro
A FORMENTERA di Alessandra Perotta è il libro must di questa estate, vincitore, tra l’altro, del prestigioso premio letterario Giovane Holden.




Una Grimbergen per brindare all’estate

In questa caldissima estate 2015 la scoperta delle birre Grimbergen (gruppo Carlsberg ) ha portato una ventata di aria fresca. Si tratta di birre belghe prodotte tuttora con la ricetta originaria tramandata nei secoli dai monaci  dell’abbazia Grimbergen (a cui Carlsberg paga royalty). Una produzione avviata e fiorita nel Medioevo quando i birrifici secolari erano tassati molto di più dei birrifici benedetti. Grimbergen infatti vanta il titolo di “birra d’abbazia certificata” assegnato dalla Confédération des Brasseurs Belges.
Le birre Grimbergen distribuite sul mercato italiano sono:

Grimbergen Blonde. Quando le prime fabbriche di birra furono fondate nel Medioevo, la filtrazione della birra non era una tecnologia comune e pochi la esercitavano. Tra questi c’erano i monaci dell’abbazia Grimbergen, che divennero rinomati esperti di birra artigianale. La loro eccellenza era la Grimbergen Blonde filtrata – una birra bionda pura e amabile, con aromi di frutta gialla matura e non torbida – che si distingueva dalle altre birre del tempo. Oggi è ancora una chicca tra gli intenditori di birra di tutto il mondo.
Grado alcolico: 6,7 %
Aroma: Frutta matura e aromi speziati di fiori di garofano
Colore: Dorato con schiuma color crema

Grimbergen Double-Ambrée.   Birra ambrata di colore scuro con sapori agrodolci e sentori di caramello, prugne secche, malti a doppia fermentazione e luppolo.
Grado alcolico: 6,5%
 Aromi: Caramello, uvette e malto
Colore: Ambrato

Grimbergen Blanche. Le birre bianche stile belga hanno una lunga tradizione birraria, sono state prodotte in Belgio – e nell’Abbazia Grimbergen – dal 14° secolo. Anche in questo caso, i monaci hanno dimostrato la loro competenza realizzando una birra bianca rinfrescante. Per raggiungere il carattere unico di una birra di abbazia, hanno usato materie prime selezionate ed esclusive. Un colore giallo chiaro, bollicine fini e aromi di frutta, agrumi, chiodi di garofano e coriandolo con note di cereali e vaniglia già fanno di Grimbergen Blanche una delizia speciale tra le birre bianche, ma il gusto di bergamotto è ciò che la rende una rara prelibatezza. E’ veramente unica nel suo genere.
Grado alcolico: 6%
Aroma: Agrumi, coriandolo e fiori di garofano
Colore: Bianco velato




Dimagrire con il grana si può. Dicono

In EXPO è stata presentata la dieta del grana padano che si vuole proporre come contributo scientificamente corretto e basato servizio offerto gratuitamente per l’autogestione del peso e della propria salute.

La dieta del grana padano risponde ad uno dei temi principali di EXPO, il rapporto tra cibo e salute.

“La dieta del grana padano”, presente sul sito del consorzio i settore,  propone un questionario di poche domande, compilate le quali si entra nel programma di controllo del peso, ricevendo una dieta ipocalorica personalizzata e realizzata sulla base delle linee guida formulate dalle società scientifiche in termini di composizione bromatologica e di copertura dei fabbisogni nutrizionali, con un apporto calorico modulato sulla base di: peso, altezza, età e sesso della persona.

Il grana padano garantisce un apporto di proteine ad alto valore biologico e di alcuni aminoacidi essenziali, in particolare la leucina, che contrastano la perdita di massa magra metabolicamente attiva durante il calo di peso ed aumentano il senso di sazietà, fattore oltremodo importante per le persone che tendono a spiluccare tra un pasto e l’altro o che arrivano eccessivamente affamate ai pasti principali. Inoltre l’elevato tenore in calcio del grana padano  favorisce la lipolisi ed aiuta la salute dell’osso. dieta può essere tranquillamente adottata anche da chi soffre di ipertensione arteriosa o ipercolesterolemia. La dieta infine può dieta può essere  adottata anche da chi soffre di ipertensione arteriosa o ipercolesterolemia, grazie al tenore controllato di grassi saturi, colesterolo e sodio ed alla presenza nel grana padano di molecole bioattive ad azione di riduzione della pressione arteriosa.

Il programma “La dieta del grana padano” è dedicato sia alle persone sovrappeso che obese di primo grado, sia alle persone normopeso ma con obesità addominale, ed esclude invece i minorenni, gli over 70 e chi soffre di particolari malattie.

È suddiviso in 20 settori interattivi ai quali si accede con la password che si è scelto durante l’iscrizione, in sintesi l’utente potrà:

  • Conoscere il suo stato ponderale sul quale è stata calcolata la dieta assegnata e ricevere in tempo reale commenti e consigli su: BMI, Circonferenza addominale, Attività fisica, Controllo della fame e le calorie della dieta che potrà seguire.
  • Ricevere subito il primo dei 5 menu settimanali ipocalorici corredato di 5 pasti ogni giorno basati sulla dieta mediterranea con alimenti ricchi di gusto e bilanciati in nutrienti, oltre a ricette saporite.
  • Consultare la guida alla dieta, tutte le istruzioni ricevute sull’esecuzione del programma.
  • Ricevere subito un programma di attività fisica personalizzato con 4 livelli di intensità, durata e difficoltà che prevedono esercizi aerobici e isometrici (allenamento alla forza).
  • Entrare nella fase di mantenimento, caratteristica peculiare della Dieta del Grana Padano che ha lo scopo di ridurre il rischio della cosiddetta sindrome dello yo-yo, o dell’oscillazione ponderale, molto frequente dopo una dieta dimagrante, ma sconsigliabile per la salute. Il mantenimento è una fase molto delicata che difficilmente può essere gestita senza una guida costante.

Il programma dispensa inoltre delle utili informazioni sulla salute ed in particolare sulla sindrome metabolica in collaborazione con la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie).

Il servizio offerto gratuitamente è fruibile sul sito Educazione Nutrizionale Grana Padano e utilizzabile con tutti i dispositivi.




Londra, attenti all’Oyster

Patiti di Londra aprite bene gli occhi. E non solo per ammirare una delle città più belle del mondo tra musei, parchi, monumenti, castelli e vie che sembrano la Via dei ciliegi di Mary Poppins costellate da case georgiane o villette rosse a due piani con giardino privato. La Oyster card, la carta magnetica su cui caricare sterline che consente, in teoria, il modo più razionale di muoversi nella City (si paga ad uso con un tetto massimo equivalente al biglietto giornaliero equivalente alle zone attraversate), può riservare salate sorprese.

La carta deve essere vidimata in entrata e in uscita dai treni della metro e in entrata sugli autobus. Qual è il problema? Che se non si fa attenzione, l’ingresso e l’uscita potrebbero non essere  registrati correttamente. La cifra scalata dall’Oyster allora raddoppierà rispetto al biglietto normale (5 sterline rispetto alle 2,3 sterline circa che si pagano per muoversi dentro le zone centrali) e in uscita sarà scalato l’importo massimo previsto per viaggiare all’interno delle sei zone di Londra. Non si tratta di pura teoria. Provare per credere. Stazioni come Leicester Square, Covent Garden; Oxford Circus sono costantemente prese d’assalto da turisti e londinesi, non c’è il tempo di procedere con calma controllando la lucina verde che registra la Oyster e dà accesso alla metro e segnala l’uscita. Basta un nonnulla, una spinta o una distrazione qualsiasi, per non accorgersi che in realtà la barriera non ha registrato la propria Oyster ma è ancora alle prese con la tessera del viaggiatore precedente. A me è capitato di vedermi scalare 14 sterline per un’andata e ritorno tra Charing Cross e Cutty Sark. Un viaggio che avrebbe dovuto costare meno della metà. La responsabilità è del passeggero che, soprattutto se è un turista alle prime armi, generalmente neppure se ne accorge né si preoccupa del fatto che la Oyster si svuoti velocemente, più velocemente del solito (un biglietto giornaliero nelle prime due zone di Londra costa intorno alle 7,7 sterline). Il turista semplicemente procede a ricaricare la Oyster e torna a godersi una delle città più belle del mondo, senza realizzare di aver pagato un conto ben più salato del dovuto.  Attenzione anche al passaggio compulsivo della Oyster sui lettori (in particolare sui lettori dei treni della Dlr che spesso non hanno barriere di accesso), potrebbe addirittura essere deleterio, o registrando più viaggi o aprendo un viaggio che non sarà poi chiuso (e quindi costerà al povero viaggiatore l’equivalente di un viaggio nelle sei zone di Londra). A me è capitato di dover spiegare, ad esempio, che il doppio passaggio consecutivo (!!!) della mia Oyster sul lettore del City Airport non era dovuto a un viaggio ulteriore, ma solo alla  volontà di registrare correttamente  la mia uscita dai treni della Dlr prima del ritorno in Italia.

Cosa fare quindi? Preferire la travel card, ovvero il biglietto giornaliero cartaceo, per periodi brevi potrebbe essere una soluzione. O, se la Oyster è una necessità, è bene tenere gli occhi sempre ben aperti in entrata e in uscita per controllare che il proprio credito non crolli all’improvviso.

In caso di dubbio, la Oyster può essere letta dalla macchinette per le ricariche disseminate in tutte le stazioni della metropolitana. In caso di problemi con gli importi ci si può rivolgere al personale. Talvolta è anche disponibile. Altre rinvia al sito web o dà in mano un numero di telefono, inglese ovviamente.