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EXPO a tre stelle Michelin: il Regis Marcon prende per la gola i visitatori

Per tutti gli amanti dell’arte in cucina è da non perdere il Café des Chefs del Padiglione Francia in EXPO dove si celebra Regis Marcon, chef dell’omonimo paradiso gastronomico dell’Alvernia a tre stelle Michelin e vincitore del Bocuse d’Or nel 1995. E non è un caso che Regis Marcon provenga da quella regione Rodano Alpi patria dello stesso Bocuse.

Il Rodano Alpi è la prima regione protagonista al Padiglione Francia di EXPO 2015. Per due mesi, sino a fine giugno, la regione accoglierà i visitatori del Padiglione Francia prendendoli letteralmente per la gola con delizie della tradizione pur sempre accompagnate dalla costante innovazione e ricerca che contraddistingue la cucina francese.  La regione infatti vuole far godere le papille gustative di milanesi, italiani e turisti stranieri in  visita ad EXPO anche grazie  una gastronomia da sempre uno punti forti dell’area. Si tratta di un’occasione unica per scoprire una cucina attenta al dettaglio, accostamenti innovativi e prodotti a kilometro zero di una regione tutta da gustare. Un menù è alla portata di tutte le tasche, studiato apposta per avvicinare i milioni di persone che transiteranno dall’EXPO in un viaggio alla scoperta di nuovi sapori, godendo per di più se si ha piacere dalla terrazza panoramica del padiglione francese che sovrasta il Decumano.

Regis Marcon ha quindi previsto una formula a 37 euro (…un prezzo imbattibile considerando che il parallelo tricolore,  Identità Golose offre, sempre in EXPO, menù stellati a 75 euro),  per provare le delizie della cucina della regione attraverso una  cucina che racconta e riflette la natura circostante e le tradizioni dell’area. Una cucina innovativa in cui i prodotti hanno gusto che si assapora lentamente, facendo riemergere sensazioni e ricordi. Il menù è a base di prodotti del territorio: nougat di pollo ai funghi selvatici, con insalata di farro e verdurine croccanti; salmerino dell’Isère con asparagi e spugnole, quindi selezione di formaggi e per dessert la torta al cioccolato Andoa 70% bio della Maison Valrhona con sorbetto di pera e chantilly alla Verbena. Di rilievo, in particolare, salmerino: un piatto fresco, leggero delicato pur con quel tocco inconsueto rappresento dalle spugnole che esaltano i sapori primaverili della proposta di Regis Marcon.   Il menù  è stato studiato e preparato a quattro mani dallo stesso  Regis Marcon con Julien Machet chef di La Tania in Savoia, nel comprensorio delle 3 vallees vicino a Courchevel che rappresenterà la Francia all’ International Chef Cup che si svolgerà a Milano il prossimo 19 giugno.

Ovviamente presso il  Café des Chefs del Padiglione Francia si possono gustare anche piatti alla carta. Qualora invece si volesse scegliere qualora di più veloce per la pausa pranzo (ma per la sera il menù di Regis Marcon rimane imbattibile), il padiglione francese offre tutte quelle prelibatezze che hanno reso giustamente noti i nostri cugini d’Oltralpe: dalle baguette al pain au chololat.

 

 




Il “Giro d’Italia” veste di rosa l’armadio di primavera

Il “Giro d’Italia”  porta il rosa nell’armadio. Bensimon infatti ha voluto rendere omaggio al “Giro d’Italia”,  una delle manifestazioni sportive più importanti del territorio, con una serie di accessori immancabili nel guardaroba e nel garage delle appassionate di ciclismo e non solo.

A partire dalla rosa urban bike in collaborazione con il designer italiano Jonny Mole (jonnymole.com), un connubio vincente tra lo stile ricercato del brand francese e la tecnologia e l’ingegno Made in Italy. Una bici dallo stile essenziale ma impreziosita da dettagli unici e raffinati. Bici donna – 485,00 €

Giro d'Italia -bici

Non mancare le scarpe da tennis realizzate in tela di cotone e la punta in gomma bianca che in occasione del Giro d’Italia si sono dipinte di due tonalità di rosa: uno più scuro perfettamente abbinato anche allo zainetto e alla borsa a tracolla Bensimon, e uno più chiaro realizzato anche nella versione enfant.

Giro d'Italia - tennis 1
Tennis donna –45,00 €
Tennis enfant – 38,00 €

Giro d'Italia - tracolla
Borsa mini besace rose – 51,00 €

Giro d'Italia - zaino
zainetto Backpack rose- 74,00 €




Gardaland batte EXPO 5 a 1

Perché visitare l’EXPO quando si può andare a Gardaland con la stessa cifra e, più o meno, con lo stesso tempo partendo da Milano? E’ probabile che con il passare dei giorni in molti si trovino di fronte a questa alternativa per il fine settimana: stessa cifra (a prezzo pieno Expo costa 39 euro al giorno, Gardaland 38,5 euro. Per gli abbonamenti stagionali  invece quelli ordinari per adulti per Expo ammontano a 115 euro, per Gardaland partono da 52), stesso impiego di tempo partendo da Milano e provincia (per Peschiera del Garda, via Frecciabianca, ci vuole un’oretta, quanto per recarsi a Rho in metro) e stessa aspettativa di divertimento.

Ora, avendoli provati entrambi, peraltro nella stessa afosa prima settimana di maggio, posso sostenere che, per quel che mi riguarda, Gardaland batte Expo 5 a uno.  Ecco perché:

1-Il fattore D come divertimento. Se ci si vuole divertire su montagne russe, giostre e giochi interattivi, tanto vale andare a Gardaland maestri del settore da oltre 40 anni.
Non è un caso che  in EPXO il padiglione di maggiore successo è quello del Brasile dove si può passeggiare (e saltare a meno che hostess e steward non vigilino troppo da vicino) su un’enorme rete in corda elastica stesa su giardino di coltivazioni autoctone.  Ma mentre sulla rete si affollano decine di persone ogni minuto,  sono in pochi coloro che si soffermano poi sui pannelli esplicativi. Alzi la mano chi è realmente interessato a scoprire le tecnologie attuali e quelle che guideranno l’alimentazione del futuro (nei casi per di più in cui realmente i padiglioni di EXPO hanno sviluppato il tema della manifestazione, non limitandosi a un allestimento scenografico ma più da Bit che non da Esposizione Universale)! Ha tutta la mia ammirazione. Per quanto mi riguarda io confesso che i miei interessi nell’ambito delle tecnologie agricole sono piuttosto limitati (molto a dire il vero. Scoprire l’origine del pomodorino ciliegia non mi elettrizza e neppure sapere che sussistono delle tecnologie per desalinizzare l’acqua)  e che la mia soglia di attenzione su filmati celebrativi dei diversi governi, sul modello del Cinegiornale dell’istituto Luce, non vanno oltre i due minuti.
…E allora tanto vale liberarsi dai sensi di colpa e, se si cerca il divertimento, dirigersi direttamente a Gardaland, piuttosto che ai padiglioni di EXPO, dove i tappeti elastici non mancano e ci si può tranquillamente saltare sopra, ci sono tutte le varianti possibili di montagne russe e persino le giostre con i cavalli modello ottocentesco e i filmati proposti sono in 4D e divertentissimi, non celebrazioni dei singoli paesi da toni trionfali.

2-Scenografie e istallazioni: Albero della Vita contro Casa (Albero) di Prezzemolo. Spesso chi va in EXPO cerca architetture particolari, d’avanguardia, come quelle che hanno segnato le EXPO degli ultimi cento cinquant’anni e allestimenti innovativi. Probabilmente non mancano anche se, personalmente, e non ho trovato nulla di così straordinario. Ma non sono un’esperta né di architettura né di design. Certo: mi piacerebbe capire quale sia il confine tra il kitch e l’opera d’arte visto che, mio giudizio, molte istallazioni di EXPO lo oltrepassano nonostante le prime iniziali ovazioni: tanto per fare alcuni esempi la struttura con i tre cavalli a dondolo nei colori della bandiera italiana, quella con la mano aperta, le sculture dei tre carciofi e dei peperoni o il grande uccello davanti a padiglione ceco…solo per fare alcuni esempi. Ma si tratta di un’opinione chiaramente. Peraltro mi sono divertita a fotografare tutte queste istallazioni, insieme al padiglione a forma di canestro del Qatar, alla fortezza del deserto dell’Oman, alle vele del Kuwait, alla sfera dell’Azerbaijan e all’Albero della Vita con fiori e logo di EXPO che si aprono durante il giorno, e razzi e luci di sera. Ma lo stesso Albero della Vita ha una forma che ricorda molto da vicino i cosiddetti “calcinculo” dei vecchi luna-park.
E allora tanto vale Gardaland, tripudio di scenografie curatissime nei minimi dettagli su cui non ci si deve interrogare troppo sui significati reconditi: Fuga Da Atlantide, Mammut, I Corsari e la Valle dei Re da sole valgono il viaggio. Per non parlare del villaggio del Vecchio West, parte della storia ormai quarantennale di Gardaland, e della più recente Casa (Albero) di Prezzemolo in cui, a differenza dell’albero della vita, ci si può anche entrare.

3-La parata di Foody contro Prezzemolo&Friends. Non c’è storia. Con 40 anni di esperienza alle spalle, le parate e gli show di Gardaland sbaragliano quanto (poco) finora si è visto in EXPO.

4-Alberi, fiori, fresco e panchine. Anche qui non c’è storia. Da quarant’anni Gardaland cura ogni minimo dettaglio dei giardini in cui è immerso il parco, EXPO offre prati e, all’interno dei singoli padiglioni, qualche giardino a cui tuttavia si accede troppo spesso dopo estenuanti code. Non solo. A Gardaland le panchine sono dovunque e sono previste persino aree relax, come se in un parco di divertimenti si rischiassero forti dosi di stress. In EXPO le panchine sono proprio sconosciute e per riposarsi un po’ tra un’attrazione e l’altra, occorre generalmente entrare negli spazi dei padiglioni o dei ristoranti oppure trovar posto nei prati. In ultimo: Gardaland è stato studiato per i mesi estivi e l’acqua vaporizzata o nelle attrazioni e nelle fontanelle, abbonda. Senza considerare che il lago di Garda è a un tiro di schioppo dal parco…. e un tuffo nelle giornate più calde potrebbe risolvere tutto. In EXPO per combattere l’afa ci sono solo le numerose fontanelle di acqua potabile, ma le zone in ombra sono davvero rare, così come l’acqua vaporizzata e inesistenti le vasche dove, almeno ufficialmente, si può trovare refrigerio.

5-Code&Scolaresche Certo le file non mancano sia per EXPO che per le Gardaland. Ma EXPO è entrata di diritto nelle gite scolastiche di quest’anno, in quanto si suppone che si apprenda qualcosa, quindi tute le scuole d’Italia si stanno dirigendo a Rho per l’occasione. A Gardaland non ancora. Peraltro a Gardaland basta pagare e c’è perfino il modo di saltare le code attraverso corsie preferenziali.

EXPO invece per ora è imbattuta sull’offerta serale. Almeno fino a metà giugno quando anche Gardaland chiuderà in battenti alle 23 anche se, per ora, EXPO offre l’offerta migliore anche sul fornte die prezzi di una serata in Expo (il biglietto di ingresso dopo le 19 costa solo 5 euro).




A GRAAL vince il Bene

di Emanuele Domenico Vicini – Si è conclusa la mostra concorso Creative food per giovani artisti presso la Galleria GRAAL spazio arte di Pavia, importante manifestazione che da ormai tre anni invita gli studenti più creativi a partecipare con idee, mezzi, intuizioni, per inventare la propria arte, nelle forme più libere e originali.
Quest’anno l’Expo ha dettato legge e il tema scelto è stato quindi il cibo e l’alimentazione: Creative food era il titolo dell’evento, perché il cibo è creatività, invenzione, cultura e come poche altre cose al mondo può stimolare l’ingegno artistico.
Ha vinto Samantha Musina, quinta liceo, che ha centrato l’obiettivo con un’ingegnosa quanto semplice soluzione. Il nostro bene più importante è una scatola di cartone colma di terra con l’indicazione “fragile”. La terra è l’origine di ogni cosa. Da lì derivano il nostro cibo e la nostra stessa vita. Ma la terra oggi è sotto attacco: l’uomo stesso, che per primo trae vita dalla terra, ne minaccia l’esistenza. Non si parla allora solo della terra da cui nasce ogni frutto ma della Terra, della Madre Terra dell’origine stessa della vita.
Il linguaggio è semplice e chiarissimo e, proprio per questo, molto efficace. L’invito è rivolto a tutti. Attenzione: la vita della Terra è a rischio.
Samantha è una studentessa del corso di arti figurative che ha passato questi anni di scuola a lavorare sul colore, sul disegno, sulla forma plastica, sulla sfumatura e sul chiaroscuro. Eppure qui pensa da artista concettuale, elabora un’idea, che diventa messaggio preciso, e la sviluppa recuperando un linguaggio metaforico che allude alle soluzioni delle avanguardie degli ultimi anni Sessanta. Il riferimento più diretto è all’Arte Povera, i cui protagonisti combattevano contro le convenzioni di una forma complessa e artificiosa, per evocare le strutture più antiche e originali del linguaggio della società contemporanea.
Samantha sceglie la semplicità del concetto e della forma.  E la semplicità vince. Così Musina si è  aggiudica il premio della giuria critica di GRAAL e il premio assegnato dagli internauti che online hanno visitato la mostra qui su Cosmopeople e su Facebook.
Vince l’arte concettuale, vince il pensiero sulla forma e vince la speranza che le giovani generazioni capiscano che la Terra è il nostro bene più prezioso.



Dove EXPO andare: piccolo manuale di sopravvivenza

Dopo due giorni interi, dall’alba al tramonto passati in EXPO, ho finalmente imparato ad orientarmi tra cardo e decumano (i due grandi viali che definiscono il perimetro dell’Esposizione), ma soprattutto ho appreso qualche piccolo trucco di sopravvivenza in quella grande fiera, a metà strada tra una Las Vegas tricolore e un parco giochi per adulti, che è l’EXPO, in scena a Rho (Milano) dal 1 maggio al 31 ottobre. Ecco il mio manuale:

1-Quando andare: assolutamente alla sera, a meno che non si venga apposta a Milano (e, anche in questo caso, potrei suggerire almeno una decina di posti dove aspettare l’ora X) e si debba a tutti i costi rientrare in giornata a casa.
Prima di tutto perché dopo le 19.00 l’ingresso costa solo 5 euro rispetto ai 39 euro previsti per il biglietto ordinario e poi perché, finalmente, si inizia a respirare. Sono infatti moltissime le scolaresche che, quanto meno in questi primi giorni, affollano viali, ristoranti e padiglioni. E solo verso sera si inizia a trovare qualche spazio libero, si riducono le file per l’ingresso ai padiglioni  e ci si riesce a muovere più agilmente. Senza considerare che l’estate a Milano è piuttosto afosa, di giorno e di notte ma soprattutto di giorno. Attenzione però: molti padiglioni, a iniziare da quello Italiano (il che si commenta da solo visto che proprio l’Italia ospita la manifestazione….ma tant’è), non aspettano le 23 per chiudere le loro porte …. meglio quindi programmare il proprio tour nel mondo per tempo per non perdersi le attrazioni desiderate e arrivare per le 21 o le 22 all’Albero della vita dove è in programma uno spettacolo di luci e suoni da non perdere.

2-Come andare: se si parte da Milano centro assolutamente con i mezzi pubblici.
Si tratta di una scelta non solo sostenibile o ecocompatibile, ma di buon senso. Si arriva più velocemente, non si ha il problema del traffico e neppure delle troppe code all’ingresso (Cascina Merlata può essere particolarmente intasata visto che vi arrivano tutti i pullman delle scolaresche) e non si devono aspettare le navette per arrivare agli accessi dell’EXPO dai parcheggi. Il biglietto andata e ritorno della metropolitana costa 5 euro (1,6 euro a tratta di integrazione se si ha un abbonamento, mensile o annuale, ordinario).
Se si raggiunge l’EXPO da fuori Milano, è possibile valutare un biglietto giornaliero con cui muoversi anche in città. E’ stato inoltre emesso un biglietto ferroviario giornaliero valido sull’intera regione lombarda, metropolitana compresa (ma in EXPO ci si arriva anche in treno e l’accesso da Cascina Triulza è ancora più comodo dalla stazione rispetto alla metro), a 16 euro.

3-L’attrezzaturascarpe comode  prima di tutto (l’EXPO è molto estesa e ci si muove a piedi. Nell’andata si può perdere la cognizione della lontananza dall’ingresso, attratti dai padiglioni ma, al ritorno, i piedi potrebbero dolere); Autan o simili visto che  le zanzare incombono già a maggio (da portarsi dietro soprattutto se si sceglie di rimanere  se si va al crepuscolo …  in questo caso l’Autan è fondamentale per sopravvivere); ombrello o impermeabile o cappello antipioggia (in EXPO molti spazi non sono riparati, padiglioni compresi,….meglio quindi partire attrezzati se il rischio pioggia incombe); attrezzatura fotografica prediletta (una volta all’EXPO, per quanto molte istallazioni siano piuttosto kitsch e l’aspetto di insieme simile a un luna-park, si viene presi inevitabilmente dall’entusiasmo) e bottiglietta d’acqua (in EXPO i prezzi variano e la base di partenza, dopo le prime verifiche, è di 1,5 euro per bottiglietta da mezzo litro… meglio portarsi dietro l’acqua quindi, tanto più che sparsi tra i padiglioni ci sono numerose fontanelle che erogano, gratuitamente, acqua potabile liscia e gasata e una bottiglia vuota torna utile).

4-Come muoversi: individuare prima di tutto un volontario. In EXPO, almeno ad una prima analisi, non si trovano servizi di informazione “ufficiali” ma solo volontari, ragazzi con giacca bianca a logo EXPO che girano spesso in gruppo.
Sono i volontari EXPO  a detenere il “potere” ovvero mappe e informazioni più o meno attendibili (di ufficiale c’è poco, quindi le informazioni di cui dispongono spesso derivano dall’esperienza personale dei singoli) sugli eventi in corso, sugli spettacoli previsti ai vari padiglioni e sui concerti. Esistono anche dei pannelli video al lato del decumano e del cardo  che tuttavia, almeno per questa prima tornata in EXPO, forniscono solo due informazioni relative agli eventi (ovvero la parata delle mascotte di EXPO e i programmi di luci e suoni all’albero della vita).
Ogni padiglione ha un suo palinsesto di concerti, show ed eventi (alcuni padiglioni poi prendono vita solo con i concerti e gli show…)  e anche EXPO, almeno in teoria, ne ha uno proprio (ma ieri, 8 maggio, era prevista alle 20.00 una rappresentazione della Traviata, annullata all’ultimo minuto senza che nessuno sapesse nulla in merito e senza avvisi), ma le informazioni ufficiali sono latenti. Per questo trovare un volontario informato equivale a trovare un tesoro!

5-Capitolo “Emergenze”. 
La prima indiscussa per noi italiani è quella del  caffè: i banchetti di Eataly offrono Illy a un euro, mentre i padiglioni, soprattutto quelli esteri, hanno prezzi che per un italiano possono apparire esorbitanti … ma d’altro canto fuori confine anche Starbucks vende caffè a prezzi stellari e nessuno se ne stupisce. I ristornati esteri hanno semplicemente adottato in Italia la propria politica di prezzi nazionale che, per acqua e caffè, ad un italiano può apparire piuttosto salata.
Quella classica, la toilette, non dà grandi problemi: l’area è dotata di diversi bagni adeguatamene segnalati e anche i singoli padiglioni nazionali ne sono in genere forniti.
Fame&sete. La sete si può calmare tranquillamente alle fontanelle che erogano acqua gratuitamente…o per qualcosa di diverso, a pagamento, nei diversi ristori presenti su tutto il perimetro (la birra si trova a partire dai 3,5 euro, il calice di vino dai 4 euro). Quanto alla fame, non è una fiera del cibo. I ristornanti ci sono  ma sono a pagamento con prezzi variabili e formule menù più o meno accessibili. Come sempre, vale il consiglio di dare un occhio alla carta e ai prezzi prima di trovarsi con delle salate sorprese. Per chi preferisse un pic nic non mancano gli spazi dove fermarsi per uno spuntino (la passeggiata del padiglione della Germania e la terrazza del Turkmenistan, per quanto mi riguarda, sono imbattibili)
Stanchezza. Sul decumano e sul cardo non ci sono panchine ma, in compenso, abbondano istallazioni con postazioni relax praticamente dovunque tra i padiglioni. Persino i gabbioni della Tecnogym (finora sempre visti vuoti ad eccezione del personal trainer a disposizione di chi volesse fare ulteriore movimento) offrono grandi palloni (in teoria strumenti per addominali e simili) su cui sostare. Al lato delle due strade principali ci sono spazi verdi su cui, se si ha tempo e voglia, si può sostare.
Le batterie: per ricaricare cellulari, tablet, pc e macchine fotografiche ci sono due postazioni: al padiglione Enel (in zona Corea) e da McDonald’s (in fondo al decumano, in zona Al Qatar e Turkmenistan e… per ironia della sorte vicino anche al padiglione di Eataly) dove, con il solito pragmatismo a stelle e strisce, hanno persino previsto postazioni dotate di cavi per coloro che si fossero dimenticati a casa il carica batterie.

 

 




Parco Giardino Sigurtà: un monumento verde da non perdere

Con 600 anni di storia alle spalle, il Parco Giardino Sigurtà è un vero e proprio monumento storico verde da non perdere. Una meta ideale da godersi in primavera, ma non solo, a Valeggio sul Mincio, un borgo metà strada tra Verona e Mantova che da solo varrebbe la visita grazie alla posizione incantevole sul Mincio, al castello che domina il paesaggio e a dei tortellini che dovrebbero diventare patrimonio dell’Unesco.
Ma torniamo al Parco Sigurtà, in origine (1417)  un “brolo cinto de muro”, ovvero il luogo costituito da edifici, dove dimoravano le famiglie nobili con i loro servitori, e da appezzamenti destinati principalmente all’allevamento e all’agricoltura. Al suo interno si trovava anche il giardino, dove i proprietari trascorrevano le ore di ozio. Un giardino che in questi seicento anni di storia si è trasformato in un eden per tutti gli amanti della natura. Prevedere almeno due ore per la visita.

Sigurtà 2

Un po’ di storia. Dal 1407 al 1436 il “brolo” appartenne alla famiglia Contarini e successivamente alle famiglie Guarienti (1436 – 1626), Maffei (1626-1836), Nuvoloni (1836-1929) e infine, per circa una decina d’anni, a Maria Paulon, moglie del medico del luogo, Cesare Sangiovanni; fino ad arrivare all’aprile del 1941, quando il dottor Carlo Sigurtà, imprenditore farmaceutico milanese, acquistò la proprietà. E domenica 19 marzo 1978 il Parco fu aperto per la prima volta al pubblico. Il Parco Sigurtà è ancora oggi proprietà dell’omonima famiglia che, nel corso degli anni, ha trasformato il giardino in un eden vincendo nel 2011 la vittoria del Primo Premio Grandi Giardini Italiani e nel 2013 Il Premio Il Parco Più Bello d’Italia, istituito dal network.

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Da non perdere.
– Le Fioriture: a maggio 30.000 rose rifiorenti colorano il chilometro del celebre Viale delle Rose. E poi Dalie, Canna Indica, Ninfee, Fior di Loto e piante annuali accompagnano i visitatori nel susseguirsi delle stagioni.
– Il Labirinto, disegnato da Giuseppe Inga Sigurtà in collaborazione con Adrian Fisher, maze designer, è il frutto di sei anni di lavori. Oggi 1.500 esemplari di tasso (Taxus baccata L.) circondano una torre dalla quale ammirare dall’alto i 2500 metri quadrati di Labirinto.
– Il Grande Tappeto Erboso, la distesa più vasta di tutto il Parco: al centro del tappeto, da ammirare i laghetti fioriti che ospitano piante annuali, alberi di metasequoia e un romantico salice piangente.
– i 18 specchi d’acqua che accolgono nei mesi estivi ninfee tropicali e rustiche. I loro petali vanno dal rosa pallido, al rosa intenso, dal rosso al ciclamino, insieme al bianco e al giallo. Senza dimenticare che nei laghetti guizzano le carpe giapponesi o koi.
– Dalla passeggiata panoramica si può ammirare la Valle del Mincio, il Ponte Visconteo del XIV secolo e le storiche località di San Martino e Solferino.

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Dove, come e a quanto

Il Parco Giardino Sigurtà è aperto fino all’8 novembre con orario continuato (9.00- 19.00). Nei mesi di marzo, ottobre, novembre l’entrata sarà dalle ore 9.00 alle ore 17.00 e la chiusura sarà alle ore 18.00.
L’ingresso intero costa 12 euro, sono previste riduzioni per bambini e senior oltre ad abbonamenti stagionali che, abitando nelle vicinanze potrebbero garantire numerose giornate all’insegna del relax (il pass annuale costa 55 euro per gli adulti, 30 euro per i ragazzi).

Il Parco di Sigurtà può essere visitato a piedi, in bici (anche con la propria), in trenino), golf cart e, infine, con uno  shuttle elettrico, per una visita di circa un’ora accompagnati da una guida.

Il consiglio in più. Nel Parco Giardino Sigurtà sono previste diverse aree ristoro dai prezzi, in apparenza onesti oltre che numerose panchine, dove volendo si può spizzicare qualcosa. Ma per chi avesse voglia di qualcosa di più, potrebbe essere una buona idea uscire dal Parco e proseguire verso il borgo di Valeggio dove il tortellino vive il suo tripudio. Il Pastificio Remelli potrebbe essere una valida alternativa per il pranzo (la sera, tranne in occasioni particolari ed eventi che attraversano il borgo, il Pastificio è chiuso). Per venti euro circa si può avere un enorme piatto di tortellini (il piatto degustazione prevede tortellini di Valeggio, ovvero di carne, e altri quattro tipi di tortellini)  e carne alla brace. E’ possibile accomodarsi anche nel suggestivo il cortile interno di fronte al camino dove viene cotta la carne alla brace.

 




Ultimi giorni per VOTARE per la mostra CREATIVE FOOD

CREATIVE FOOD la mostra concorso indetta da GRAAL SPAZIO ARTE sta per volgere al termine. Mancano, infatti, ancora pochi giorni per votare l’opera preferita eseguita dai giovani artisti del Liceo Artistico Alessandro Volta di Pavia.

Fino a domenica 26 potrete votare sulla pagina Facebook di CosmoPeople l’artista e la sua creazione che più vi è piaciuta.

I voti arrivati fino ad oggi sono davvero tanti e, da una stima provvisoria, vedono in testa Samantha Musina con “Il nostro bene più importante “, il trio Timur De Angeli, Gabriele Marchetti e Gabriele Fossi con l’imponente “I 5 continenti” e Aurora Galeppi con “Junk still life 3”.

Tutto però può ancora cambiare!

Continuate a votare, sostenete le opere, gli artisti e gli amici!

Ricordiamo che le regole per votare sono poche e semplici:

1- vai sulla pagina Facebook di Cosmopeople facebook.com/CosmoPeopleMagazine e metti MI PIACE sulla pagina;

2- cerca l’articolo CREATIVE FOOD – LA VOTAZIONE e aggiungi in un commento la tua preferenza indicando il nome dell’artista e dell’opera scelta;

3- saranno conteggiati tutti i voti pervenuti entro le ore 12 del 26 aprile 2015.

Non dimenticate di sostenere gli artisti anche nella galleria GRAAL SPAZIO ARTE!

Per rivedere le opere clicca https://www.cosmopeople.eu/test/creative-food-la-votazione/




Campari dà il benvenuto nella capitale dell’aperitivo

Campari brinda alla “Milano da bere” con un nutrito programma di eventi  appositamente studiato per l’EXPO ormai quasi al via (1 maggio-31 ottobre 2015) nei padiglioni di Rho.

Campari che ha esportato il made in Italy alcolico in tutto il mondo, tra spritz e campari orange, si prepara a celebrare, insieme a Milano, l’aperitivo come momento da scoprire, degustare e condividere, allietando i momenti di svago e di piacere non solo dei milanesi ma degli oltre 20 milioni di visitatori attesi.

Campari

Nel corso di una manifestazione che, per sei mesi, vedrà come cuore pulsante quella che è ormai considerata a livello internazionale la capitale dell’aperitivo, il brand milanese offre alla propria città d’origine una vera “Campari experience” a 360 gradi, esprimendosi con i linguaggi che più gli appartengono: stile italiano, arte della miscelazione e piacere di stare

Centro nevralgico sarà il Camparino in Galleria, locale che, nato 100 anni fa, ha visto nascere il mito dell’aperitivo ed è divenuto artefice della diffusione di questa moda non solo sul territorio italiano ma anche all’estero.

La novità più cool riguarderà la sua trasformazione, per sole quattro serate, in un ambiente anni’30 che riprenderà il concetto di speakeasy, nuova tendenza della mixology internazionale: il 21 maggio (in partnership con “The Jerry Thomas project” – Roma), il 18 giugno (con “1930” – Milano), il 24 settembre (con “Rita & Cocktails“ – Milano) e il 15 ottobre (con “Octavius” – Milano). In perfetto stile speakeasy, gli ingressi saranno limitati e, ogni volta, sarà necessario ingegnarsi per scoprire la chiave d’accesso e immergersi in questa “secret room” dall’atmosfera esclusiva.

Ma le soprese non finiscono qui. Il Camparino ospiterà, con cadenza mensile, 5 top bartender italiani che, affermatisi ormai come vere e proprie star all’estero, regaleranno momenti di alta degustazione attraverso nuove interpretazioni di un grande classico come Campari: dal Negroni più antico del mondo al Campari speziato e preparato su misura in base ai gusti del cliente.

Primo appuntamento il 14 maggio con Agostino Perrone (The Connaught, Londra), seguito da “The Maestro” Salvatore Calabrese (The Playboy Club, Londra) atteso per il 4 giugno e Luca Cinalli (Nightjar, Londra) il 9 luglio. Simone Caporale (Artesian, Londra) sarà in scena il 10 settembre, mentre chiuderà gli appuntamenti Mauro Majhub (Negroni’s Bar), l’8 ottobre.

Infine, 10 talenti emergenti del bartending italiano avranno l’opportunità di esibirsi al bancone del Camparino nel corso di altrettante serate a tema durante le quali, come tributo al 100° anniversario del locale, sarà interpretata la tendenza di una diversa decade attraverso un particolare cocktail.

Non solo il Camparino, ma anche più di 100 luoghi di consumo tra locali, ristoranti e hotel, proporranno, con il supporto di Campari, l’aperitivo in perfetto stile italiano. Per trovarli, basta scaricare la App “Campari Experience”, disponibile da maggio, consultare una delle 500 mila mappe Campari posizionate, in modo capillare, in tutta la città o cercare dove è esposta la magnum da 3 l Campari disegnata da Ugo Nespolo appositamente per l’occasione.

Anche le strade e le piazze si accenderanno di rosso con eventi aperti al pubblico che, nei mesi di luglio e ottobre, trasformeranno i Navigli e il Quadrilatero della moda in suggestivi scenari per party a cielo aperto con vertical stage su balconi e terrazze che faranno ballare tutta la città.




In arrivo un’Expo carica di opere d’arte

Prende il via anche il percorso artistico del Padiglione Italia per l’Expo 2015 che a breve aprirà in cancelli a Milano (1 maggio-31 ottobre). E sono tante, di spiccato interesse e provenienti da diverse regioni d’Italia le opere in arrivo, strumentali al percorso multisensoriale sull’identità italiana proposto dal direttore artistico del Padiglione Marco Balich.  D’altro canto la cultura offre uno strumento fondamentale per nutrire la mente e per ampliare gli orizzonti della nostra vita.

Padiglione Italia ha scelto di inserire nel suo percorso espositivo importanti opere d’arte che simboleggiano la storia del genio artistico italico e che ben testimoniano la potenza della nostra grande bellezza. Entrando nel Padiglione, nelle intenzioni degli organizzatori, i visitatori di tutto il mondo potranno scoprire la magia di un viaggio dentro l’Italia di ieri, di oggi e di domani. Un grand tour riproposta e modernizzato per l’era 2.0 Saranno le opere stesse a dialogare, in un’alternanza di stili che si alimentano reciprocamente, come all’interno di una storia raccontata da più narratori, dove l’ultima frase di uno è l’incipit di quello successivo.

“L’arte diventa uno strumento per acquisire consapevolezza su cosa significhi essere italiani. In quest’ottica, è  di grande rilevanza il dialogo che Vanessa Beecroft, la più grande artista italiana contemporanea, è riuscita a creare con la Hora/Demetra, un’opera classica pregna di significati coerenti con i temi di Expo 2015”  ha commentato Marco Balich.

Le opere d’arte si inseriscono in modo funzionale nel percorso che si snoderà all’interno del Padiglione per rappresentare l’identità di tutta l’Italia.

L’esposizione di Padiglione Italia vanterà la presenza di una scultura realizzata appositamente per Expo Milano 2015 da Vanessa Beecroft, artista italiana fra le più note nel panorama internazionale. Jennifer Statuario, questo il nome dell’opera, si compone di due sculture entrambe ricavate dal calco dal vero della sorella dell’artista. Lo stile utilizzato è quello classico-figurativo, mentre la posizione della scultura, posta a testa in giù, insieme ad altri elementi, ha lo scopo di destabilizzare l’idea di classicità, rappresentata invece appieno da un’altra opera del percorso artistico, la Hora, avvicinandosi al concetto di “membre fantome”, la cosiddetta sindrome dell’arto fantasma, che l’artista indaga nelle sue opere a partire dal 1993.

La statua di Hora, realizzata in marmo lunense di Carrara, appartiene probabilmente al I secolo d.C. con integrazioni quali la testa, la base e parte delle mani, risalenti a metà del XVI secolo. Conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Arcimboldo l'Ortolano

La Vucciria di Renato Guttuso, tra i più importanti e rappresentativi interpreti della storia dell’arte italiana del ‘900 è un olio su tela, realizzato nel 1974 che offre un’intensa rappresentazione del famoso, storico mercato palermitano. Il quadro è generalmente conservato presso palazzo Steri a Palermo.

L’Ortolano il dipinto che sarà ospitato in Palazzo Italia è una delle rarissime opere di Arcimboldo ad essere reversibile: ruotandolo di 180 gradi si trasforma infatti in un altro soggetto completamente diverso dal primo.  In questo caso la Ciotola di ortaggi si trasforma, capovolgendola, nella testa dell’Ortolano, costruito in modo da suggerire chiare allusioni sessuali maschili, simbolo di fecondità e della forza generatrice della natura. L’opera proviene dal  Museo Civico Ala Ponzone di Cremona.

Il Trapezophoros è un sostegno di mensa, in marmo dipinto, risalente alla seconda metà del IV secolo a.C. e rappresenta uno dei simboli dell’attività di recupero dei capolavori dell’arte e dei reperti archeologici trafugati,  svolta in Italia dal Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

A completare l’esposizione di Padiglione Italia l’opera “Genio Futurista” di Giacomo Balla, ritenuta dalla critica simbolo della sua presenza all’Exposition Internationale des Arts décoratifs modernes di Parigi del 1925.




Creative food – LA VOTAZIONE

E’ tempo di votare e far sì che la vostra opera preferita, esposta nell’ambito della mostra concorso CREATIVE FOODorganizzata da GRAAL SPAZIO ARTE, vinca il premio offerto da Cosmopeople: due biglietti per il musical “The Rocky Horror Picture Show” presto in scena a Milano al Teatro della Luna.

Le regole per votare sono poche e semplici:

1- vai sulla pagina Facebook di Cosmopeople facebook.com/CosmoPeopleMagazine e metti MI PIACE sulla pagina;

2- cerca l’articolo CREATIVE FOOD – LA VOTAZIONE e aggiungi in un commento la tua preferenza indicando il nome dell’artista e dell’opera scelta;

3- saranno conteggiati tutti i voti pervenuti entro le ore 12 del 26 aprile 2015.

Di seguito troverete i nomi e le opere di tutti i partecipanti.

Se voleste però vederle o rivederle dal vivo, tutte le opere sono esposte da GRAAL SPAZIO ARTE in Corso Garibaldi 28, Pavia.

In bocca al lupo a tutti gli artisti!

ALESSANDRO ALBERTELLI – I COLORI DEL CIBO

Ha 16 anni e frequenta la III liceo artistico, nella sezione di Arti decorative. Ama la pittura e per la sua opera si è ispirato alla TV, cogliendo suggestioni dal mondo dei nuovi reality, sul cibo e la cucina.

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ALBI ALVORA – IL DONO

Ha 18 anni e vuole fare l’artista (e ha già il suo piccolo mercato…). Appassionato di calcio ha scelto come nome d’arte Cristiano Ronaldo. Il suo dono, ci racconta quanto il cibo sia prezioso per l’umanità e il suo valore vada trasmesso tra le generazioni.

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VERONICA BOSCOLO – JUNK STILL LIFE 1

Quando dipinge passa dal classico di un bel cesto di frutta, sana e nutriente, alla gassata modernità di una M molto famosa….

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LETIZIA CAMPAGNOLI – JUNK STILL LIFE 2

Studentessa di terza liceo, ama dipingere e citare un busto antico un po’ obeso, forse perché ha bevuto troppa red bull!

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TIMUR DE ANGELI, GABRIELE MARCHETTI, GABRIELE FOSSI – I 5 CONTINENTI

I tre compagni di classe (17 anni i primi due, 18 il terzo) hanno rappresentato nei 5 continenti il Duomo di Pavia, ben riconoscibile. E’ una croce greca i cui quattro bracci (che simboleggiano quattro continenti), si incontrano nella cupola che rappresenta l’Europa, l’Italia e Expo. Ogni continente si identifica con raffigurazione di cibi tipici. Ma l’Europa è il centro di tutto.

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AURORA GALEPPI – JUNK STILL LIFE 3

Studentessa di terza liceo, si diletta di pittura e gioca tra classico e moderno, associando natura morta antica e una modernissima bibita da fast food

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MARTINA LOSIO – JUNK STILL LIFE 4

Ha 17 anni e lavora sulla pittura. Ha riprodotto un gesso antico, che ha perso la sua eleganza e proporzionata bellezza, perché… ha mangiato un Kinder!

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GIULIA LOSIO – JUNK STILL LIFE 5

Diciassettenne come la sorella, ha lavorato anche lei sulla scultura antica riproducendola e deformandola con… un Twix. Il Junk food non perdona nessuno!

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EDOARDO MEZZASALMA

A diciassette anni ha una visione della vita molto pessimistica. Partecipa alla mostra con due opere:

LE POSATE

lavoro realizzato per scuola in più versioni, semplice e diretto, è alla mostra quasi a sua insaputa!

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EXPO

rappresenta l’Italia che va male. Il colore nero richiama la storia e in particolare la vicenda dell’E42, l’esposizione universale organizzata, ma mai realizzata, dal fascismo, per la quale si costruì il quartiere dell’EUR a Roma. Il taglio è l’immagine del disfacimento totale. Anche Expo finirà così?

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SAMANTHA MUSINA

Ventenne, ama ricordare che proviene dalla campagna e alla terra, alla sua terra oltrepadana, è molto legata, perché da lì trae ispirazione e forza, ma vede per sé un futuro come truccatrice o nel mondo degli effetti speciali. Anche Samantha espone due opere.

HIBAKUSHA

rappresenta la tragedia della bomba nucleare su Hiroshima e Nagasaki. L’uomo può distruggere in un attimo quello che la natura ha creato con pazienza e amore.

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IL NOSTRO BENE PIU’ IMPORTANTE

Tutto proviene dalla terra e alla terra torna. Ecco perché essa è il nostro bene più importante. Mai dimenticarlo!

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PRISCILLA SCLAVI – NINFEA IN PRIMAVERA

Diciannovenne, affascinata dalle ninfee, viste su una rivista di fiori, ha unito il fiore al cibo per mettere in evidenza il cibo non solo come qualcosa di quotidiano ma anche di raffinato, come il cake design insegna.

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FEDERICO PONI

Ha diciotto anni e le idee molto chiare sui suoi eroi. Se dovesse uscire a cena con qualcuno ci andrebbe con Hemingway, Magritte e Pasolini. Federico espone due opere.

IL CAPITALE

video concettuale sul valore assoluto del cibo e della terra

IL SONNO DI POCHI

Un ready made che gioca sul contrasto tra avarizia e speranza, rappresentati entrambi dal colore verde. Il titolo nasce dal verso di una canzone del gruppo Lo Stato Sociale.

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GRUPPO 3C