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Premio Hystrio 2015 al Teatro Elfo Puccini

Nel 2015 il Premio Hystrio festeggia la sua 25^ edizione e lo fa il 19, 20 e 21 giugno al Teatro Elfo Puccini di Milano dove domenica 21 giugno avverranno le premiazioni di tutte le categorie in concorso.
185 sono gli aspiranti attori in lizza per il Premio Hystrio alla Vocazione, che prevede due borse di studio del valore di 1.000 euro ciascuna a cui quest’anno se ne aggiunge una da 500 euro da assegnare a un giovane talento dalle potenzialità ancora da affinare. Ben 96 i giovani aspiranti drammaturghi che concorrono per il Premio Hystrio Scritture di Scena, un numero record che segna un incremento del 35% rispetto allo scorso anno e sottolinea come sia grande l’attenzione alla scrittura per il teatro. Il testo vincitore di questa categoria verrà presentato in forma di lettura scenica a cura di Sabrina Sinatti il 19 giugno e verrà pubblicato sulla rivista Hystrio. Tra i nomi già affermati della scena, la giuria del Premio ha selezionato i seguenti artisti:
Premio Hystrio all’interpretazione: Massimo Popolizio
Premio Hystrio alla regia: Serena Sinigaglia
Premio Hystrio alla drammaturgia: Mimmo Borrelli
Premio Hystrio-Altre Muse: Cuocolo/Bosetti
Premio Hystrio-Castel dei Mondi: Carrozzeria Orfeo
Premio Hystrio-Fondazione Teatro Piemonte Europa: Ambra Senatore
Premio Hystrio-Twister: Il vizio dell’arte di Alan Bennett, con la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, prodotto dal Teatro dell’Elfo di Milano
Premio Hystrio-Scritture di Scena: analisi dei copioni in corso

Novità di questa edizione è il Premio Mariangela Melato che avvia una collaborazione con il Premio Hystrio e che verrà consegnato a Camilla Semino Favro e Fausto Cabra nella serata finale del 21 giugno.
Come di consueto, accanto alla lettura scenica e alle premiazioni, non mancherà lo spettacolo e per i suoi 25 anni Hystrio il 20 giugno propone un’anteprima milanese, Milite Ignoto – Quindicidiciotto di e con Mario Perrotta, tratto da Avanti sempre di Nicola Maranesi e dal progetto La Grande Guerra, i diari raccontano a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi, Produzione Permàr/LaPiccionaia/dueL/Fondazione Archivio Diaristico Nazionale.

Per informazioni:

www.hystrio.it

segreteria@hystrio.it

redazione di Hystrio-trimestrale di teatro e spettacolo
tel. 02.400.73.256, fax 02.45.40.94.83




Un calendario per contare i giorni della speranza

Una giornata di sole caldo e intenso; i colori delle colline pavesi a Fortunago, uno dei borghi più suggestivi dell’Oltrepò: questa la cornice dove ogni anno si svolge la giornata dell’Associazione SOS Ospedale di Bukavu, una ONLUS, nata nel 2002 che nutre, protegge e difende i bambini della città di Bukavu, in Congo, terra dilaniata da guerre, da epidemie e da una situazione economica disastrosa.
L’associazione, un centinaio di membri in tutto, ha costruito un centro nutrizionale e ora lo mantiene; si occupa dei degenti dell’Ospedale ed è attiva su molti progetti che ogni anno vengono segnalati dalle religiose che prestano la loro opera nell’ospedale.
Non è facile garantire un costante contributo economico. Si devono inventare iniziative, proporre attività diverse, che riescano a portare all’attenzione di tutti il dramma di questa terra.
In principio furono i mercatini natalizi e primaverili, poi le bomboniere, che i soci realizzano su ordinazione per le più diverse ricorrenze, poi ancora largizioni e donazioni individuali e molto altro.
Da quest’anno entrano in scena anche i calendari della associazione.
Grazie alla collaborazione con la Tipografia Commerciale Pavese, che ha creato il format e preparato il modello, chi lo desidera può acquistare tutti i calendari che vuole, personalizzandoli con una dedica, un augurio di buon anno o un saluto a un amico. Basta contattare il numero o la mail sulla brochure, fare l’ordine ed entro novembre si potranno ritirare i calendari prenotati.
La ONLUS ha un piccolo ricavo, ma soprattuto ha visibilità, diffonde la propria mission.
Amici di Cosmopeople, perché non acquistiamo uno, dieci, tanti calendari? Con poco (un calendario costa 10 euro), aiutiamo una ONLUS bella e sana. Con una spesa minima facciamo un regalo utile, raccontiamo il bene fatto a chi ne ha bisogno e mettiamo in circolo un po’ di amore.

Per informazioni:

www.bukavu.it

aiutobukavu@libero.it

 




LA SERIALITA’ DELL’ ANTICO in esposizione alla Fondazione Prada

di Gabriele Antoninetti – Se finora siamo stati abituati a interpretare il “classico” come creazione artistica di un unicum, da adesso in poi forse è il caso di rivedere questa associazione di idee. E Salvatore Settis ce lo dimostra con la sua “Serial Classic. Moltiplicare l’arte tra Grecia e Roma”, in esposizione dal 9 maggio al 24 agosto 2015 alla Fondazione Prada (Milano).
Gli artigiani, nel mondo antico greco e romano, il più delle volte lavoravano in serie, basandosi su opere già esistenti. Non solo copie, quindi, ma vere e proprie riproduzioni seriali di sculture classiche occupano gli spazi di questa ex distilleria milanese di inizio Novecento, a pochi passi da Porta Romana e riportata solo ora a nuova vita.
Addentrandoci nel percorso espositivo, giocato su due piani, viene in mente la lezione di Carlo Scarpa, per i diversi livelli di altezza cui le sculture sono poste e forse anche per l’utilizzo di materiali puri come il classico travertino romano (qui sapientemente mixato col plexiglass).
Vero è che, a curare tutti i locali della Fondazione Prada, è stato l’ottimo Rem Koolhaas, che ha saputo mettere mano – e testa – a un progetto ambizioso quanto arduo. Scommessa vinta, considerati anche i notevoli riscontri positivi sia di pubblico che di critica. Il visitatore che entra nella prima sala (“Podium”, non a caso) si trova di fronte una serie di manufatti scultorei di recente realizzazione: dagli originali, pervenutici frammentariamente, di opere di I secolo A.C., fino ai “neonati” gessi (forse un po’ troppo colorati, sicuramente accattivanti) riproducenti i noti bronzi di Riace. Il piatto ghiotto, però, ci è parso quello al piano superiore: assieme a una serie di calchi delle Cariatidi dell’Eretteo (degni di una gipsoteca didattica), compaiono due copie romane dell’ Aristogitone (senza Armodio), attribuito a suo tempo a Crizia e Nesiote, e una splendida Penelope, datata addirittura al V sec. a.C., proveniente da Teheran. Pure di essa sono stati eseguiti per l’occasione dei calchi in gesso: compreso uno, in versione domestica (aderente al mito?), della sposa di Odisseo che, con in mano un rocchetto di filo per la tessitura, sembra voler quasi riprodurre (in serie) l’immagine (perduta?) della perfetta moglie fedele.
Vale la pena del biglietto visitare anche gli altri padiglioni, tra cui quello dedicato al Novecento (An Introduction – Sud, Deposito – dal 9 maggio al 10 gennaio 2016): da Burri a Fontana, passando per i monocromi di Klein, abbiamo un perfetto “bigino” per fare bella figura all’ esame di storia dell’arte.




Elite Model cerca la nuova Gisele Bundchen

di Matteo Rolando
Prima tappa a Milano il 13 giugno presso Superstudio Più di via Tortona

Bisognava capirlo subito che lei era una ragazza “con le palle”: quando all’inizio della sua carriera le intimarono:<Hai un naso troppo importante per fare la modella>. Oppure quando anni dopo, prima del matrimonio, suo marito il giocatore di football Tom Brady le confessò che la sua ex fidanzata era incinta di tre mesi. Ma lei tirò dritto per la sua strada e diventò per tutti Gisele, una delle supermodelle più contese dalle passerelle di tutto il mondo. L’ex fidanzata di Leonardo di Caprio, la brasiliana Gisele Bundchen, oggi si dedica alla sua linea di intimo e al dorato mondo della charity, presa come ispirazione dalle ragazze di tutto il mondo che vorrebbero calcare i tappeti rossi. Alla candida età di appena 35 anni, lei si che si può permettere la pensione con un patrimonio stimato di oltre 300 milioni di dollari. Infatti, secondo la prestigiosa rivista americana Forbes la ex-modella sarebbe tra le più pagate al mondo, oltre 40 milioni di dollari all’anno per sette anni consecutivi tra il 2006 e il 2013. Per i comuni mortali non resta che sognarla, una carriera come la sua: il 25 aprile scorso la Bundchen sfilò per l’ultima volta alla San Paolo Fashion Week, tra applausi, standing ovation e persino lacrime dei più afecionados. Un addio che segna il passo dei tempi nel mondo della moda, per un mestiere, quello di modella, metafora da sempre dell’eterna giovinezza.

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Giselle ebbe una carriera fulminante: fu scoperta nel 1994 dal manager dell’agenzia Elite Model Management in un McDonald’s di San Paolo, e pochi mesi dopo vinse a Parigi il concorso per modelle emergenti Elite Model Look. Il suo ritiro dalle scene lascia “spazio” – si fa per dire – ai sogni di altrettante aspiranti modelle e modelli che potranno partecipare a un Live Casting italiano organizzato della stessa agenzia di moda fondata a Parigi nel 1972 che portò Gisele a tanta fama. Prima tappa del model scouting sabato 13 giugno 2015 presso il Superstudio Più di Milano, poi a Roma presso l’Empire Palace Hotel di via Aureliana sabato 4 luglio. Giunto alla sua 32esima edizione, l’Elite Model Look è il contest internazionale di model scouting più prestigioso e influente del settore, organizzato in circa 50 paesi e a cui l’anno scorso si sono candidate più di 400.000 persone. Per partecipare alla selezione gratuita, è necessario avere un età compresa tra i 14 e i 22 anni per le ragazze e i 16 e 22 anni per i ragazzi, rispettivamente con un’altezza minima di 172 cm e 184 cm. I candidati dovranno compilare un form con i loro dati e caricare 3 fotografie seguendo le indicazioni fornite nel corso della procedura di iscrizione on line (http://www.elitemodel.it). La vincitrice ed il vincitore italiani si contenderanno insieme agli altri vincitori nazionali il titolo mondiale nel corso della Elite Model Look World Final a fine anno. Certo non c’è paragone con Gisele: a lei è bastato andare a mangiare un hamburger per diventare una supermodella milionaria. Ma da qualche parte bisogna pur iniziare.

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Steve McCurry porta il caffè in mostra a Milano

Steve McCurry, il fotografo celebrato nel mondo per la sua foto della ragazza afghana diventata simbolo della guerra nel paese, è in scena a Milano con una mostra dedicata al caffè.

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FROM THESE HANDS: A JOURNEY ALONG THE COFFEE TRAIL è il titolo della mostra dedicata al fotografo Steve McCurry, organizzata da Lavazza e firmata dall’architetto Fabio Novembre, che sarà allestita a Milano, dal 5 giugno al 5 luglio 2015, nella Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.

Al centro della mostra, 62 scatti realizzati da Steve McCurry in 12 diversi Paesi: Brasile, Burma, Colombia, Etiopia, Honduras, India, Indonesia, Perù, Sri Lanka, Tanzania, Vietnam, Yemen.

L’allestimento di Fabio Novembre è studiato per accompagnare il pubblico nelle atmosfere evocate dagli scatti. Le foto di Steve McCurry sono sempre l’inizio di un viaggio in cui è meraviglioso addentrarsi. L’idea da cui è stato sviluppato l’allestimento, diventa quindi un labirinto che si integra perfettamente nelle geometrie della Sala Colonne del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Il visitatore potrà ammirare le opere di Steve McCurry riprodotte su pannelli concepiti come pagine di un volume fuori scala. La bellezza e l’umanità che scaturiscono dalle immagini di Steve McCurry è amplificata dall’allestimento di forte impatto scenico studiato e realizzato dall’architetto Fabio Novembre.

Unico comune denominatore: il caffè. Si tratta infatti delle foto più belle ed evocative scattate da Steve McCurry nel corso di un viaggio che copre un arco temporale di oltre trent’anni sulle strade del caffè, raccolte nell’omonimo volume edito in queste settimane da Phaidon, tra i maggiori editori di arti visive e fotografiche.

La maggior parte delle fotografie raccolte nel libro ed esposte nella mostra sono infatti le immagini scattate da Steve McCurry nell’ambito del progetto İTierra! e concretizzano l’idea di Francesca Lavazza, Direttore Corporate Image dell’azienda, di riunire all’interno di un’opera questo lavoro sull’umanità del caffè nei suoi molteplici volti e storie. Alcune di queste immagini sono assolutamente inedite, come i ritratti realizzati in Etiopia e Vietnam, gli ultimi due Paesi coinvolti da Lavazza nel progetto di sostenibilità.

Steve McCurry  sarà anche protagonista a Milano di due attesissimi appuntamenti che si svolgeranno nei giorni successivi all’inaugurazione della mostra:

– il 5 giugno alle ore 22, una suggestiva lectio magistralis nella piazza antistante il Museo della Scienza e della Tecnologia a Milano, con uno spettacolo di project mapping, consentirà per la prima volta al grande pubblico di entrare in contatto con uno dei massimi esponenti della fotografia contemporanea; Steve McCurry svelerà i segreti del suo lavoro dietro l’obiettivo;

–  il 6 giugno alle ore 18, una lectio magistralis nell’Auditorium di Padiglione Italia – Expo 2015 di cui Lavazza è Official Coffee Partner.

Entrambi gli appuntamenti sono aperti al pubblico e gratuiti.

La mostra di Steve McCurry si sposterà a Venezia, dal 23 settembre all’8 novembre, presso Le Tese dell’Arsenale per permettere anche al pubblico veneziano di ammirare questa suggestiva mostra.

Dove, come e a quanto

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” (primo Chiostro) Via San Vittore, 21 – Milano

Dal 5 giugno al 5 luglio 2015
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
martedì-venerdì 9.30-19 / sabato 9.30-21 / domenica 9.30-19

 




Estate vegan in gelateria

L’estate 2015 sarà vegan. E lo sarà anche in gelateria, con i gusti più amati ma spesso difficili da trovare nella formula Vegan o pensati per chi soffre di intolleranza al lattosio.

Nel pieno del boom della cucina vegana Comprital  ha lanciato un’intera linea di prodotti vegan per la preparazione del gelato artigianale, organizzato corsi di dolci e gelati vegani, all’Accademia di Gelateria Athenaeum con Emanuele Di Biase, unico pasticcere accreditato VeganOK, e pubblicato il ricettario dello stesso di Biase all’interno della Giubileo Experience Collection, collezione esclusiva di volumi firmati dai più grandi maestri della gelateria e della pasticceria e ha concluso il primo Vegan Tour, che ha attraversato l’Italia per accompagnare le migliori gelaterie nel mondo vegan e renderle maggiormente competitive grazie alla certificazione VeganOK che l’azienda può rilasciare.

Il progetto vegan si inserisce nel concept aziendale “Innovation is our story”: spirito pionieristico e coraggio visionario al servizio di un mercato in rapidissima evoluzione, nel quale è fondamentale la velocità di reazione, la puntualità delle risposte e la capacità di anticipare le tendenze. Come il vegan, che rappresenta oggi la scommessa sulla quale puntare, sia per l’accresciuta attenzione del consumatore alla salute sia per l’interesse verso i nuovi sentieri del gusto, tra sapori del futuro e trend di un domani che è già oggi.

 




In arrivo gli occhiali Rédélé for Stefanel

Stefanel propone una novità tra i propri accessori: gli occhiali da sole Rédélé for Stefanel. Stefanel e Rédélé hanno unito le rispettive creatività made in Italy per dare vita a una collaborazione che porterà i nuovi occhiali da sole ad essere distribuiti in oltre 200 store Stefanel in Italia ed Europa. Con gli occhiali Rédélé for Stefanel, si completa quindi la gamma accessori Stefanel che include scarpe, borse, cinture e bijoux. Tratto distintivo degli occhiali Rédélé for Stefanel sono le aste su cui, attraverso un procedimento di stampa digitale in alta risoluzione, sono riprodotte le fantasie della collezione PE15 Stefanel con un realistico effetto tessuto che richiama la maglieria. Una collezione dalla vocazione easy-chic che ha per protagonista il knitwear di alta qualità, proposto in filati e materiali naturali, volumi morbidi e uno spirito fresco e disinvolto che si ritrova nelle righe e negli abbinamenti grafici insoliti. Due modelli, donna e unisex, in diverse varianti di colore, caratterizzati da una montatura in propinato animato, cerniere in metallo e lenti fumo. Gli astucci degli occhiali sono realizzati in tessuto da Stefanel.

Rédélé è un’azienda bellunese che nasce nel 2012 dalla voglia di un giovane team di creativi ed esperti nel settore, di proporre sul mercato un prodotto al di fuori degli schemi, giovane, fresco, dallo stile unico e glamour, ideale per il tempo libero.

Alessandro De Vecchi, Fondatore e General Manager di Rédéle, ha dichiarato: “è una bella soddisfazione poter legare il nome Rédélé a quello di uno dei marchi storici dell’abbigliamento italiano, oltretutto molto vicino al mondo giovanile, conosciuto ed affermato in tutto il mondo”.

Eleonora Stefanel, Direttore Creativo di Stefanel, ha commentato: “ho trovato grande affinità tra lo spirito casual e contemporaneo di Stefanel e lo stile anticonformista di Rédélé, si è creata una bella sinergia che ci ha permesso di declinare la nostra collezione in un accessorio dai tratti innovativi ” .




Giornate dell’architettura in Alto Adige

L’architettura dell’Alto Adige si mette in mostra dall’11 al 14 giugno con un evento tutto nuovo: promosse dalla Fondazione Architettura Alto Adige e da Alto Adige Marketing, le Giornate dell’Architettura invitano il grande pubblico ad andare alla scoperta del patrimonio edilizio della regione. Gli itinerari proposti coinvolgono diverse zone, dalla città di Bolzano e i suoi dintorni (www.bolzanodintorni.info) fino alle località di Brunico, Bressanone, Merano e la Val Pusteria. Focus di questa prima edizione, le ristrutturazioni che hanno permesso a edifici antichi di essere ripensati con nuove destinazioni d’uso. A completare il ricco programma di visite, la Notte dell’Architettura (sabato 13 giugno), e poi ancora studi artistici aperti, tavole rotonde ad accesso libero e il congresso Alpitecture, rivolto ai professionisti del settore.

L’architettura per tutti

Il vino è cultura, ma anche architettura: basta pensare al ricco patrimonio di cantine che si trovano lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige. Per approfondire anche questo aspetto, le Giornate dell’Architettura propongono il “Giro del Vino”, ovvero un tour di un giorno intero (9.00-18.00) che toccherà diverse realtà vinicole della zona, dalla Tenuta J. Hofstätter di Termeno al modernissimo Weinhof Kobler di Magré, e poi ancora la cantina di San Michele Appiano, quella di Nals Margreid a Nalles, la tenuta Elena Walch a Termeno e l’enoteca Niklaserhof di Caldaro. Un percorso complesso ed eterogeneo, che includerà anche degustazioni e il pranzo presso la suggestiva vineria Paradeis di Magré (prezzo 90 euro).
Per approfondire invece il patrimonio urbano della regione, imperdibile l’itinerario “Bolzano e dintorni” (www.bolzanodintorni.info): più breve rispetto al precedente (9.30-12.30) ma altrettanto ricco di spunti. Il focus sarà sulle differenze tra la città più “tedesca”, con i suoi meravigliosi palazzi gotici, e quella “italiana” – anche per stile di vita – caratterizzata invece da elementi architettonici razionalisti e urbanisticamente congiunte dal ponte sul fiume Talvera (prezzo 30 euro): tra i monumenti che si visiteranno, Casa Rizzolli, la scuola professionale Hannah Arendt, l’EURAC e il Monumento alla Vittoria. Per chi invece volesse assaporare anche un tocco di liberty, da non perdere l’itinerario sul Renon (15.00-18.00), con la visita alle case di villeggiatura a Maria Assunta e al Parkhotel Holzner a Soprabolzano.
Ma le Giornate dell’Architettura includono anche altri itinerari (otto in tutto): dalla Val Venosta, con la sua Abbazia Benedettina e la distilleria di whisky Puni, fino agli alberghi di lusso della Val Pusteria. E poi Bressanone, Merano, Brunico e i masi, le tipiche case contadine che sono uno dei tratti distintivi del paesaggio altoatesino.

Eventi: la Notte dell’Architettura e Alpitecture
Clou della manifestazione sarà la Notte dell’Architettura, in programma a Bolzano il 13 giugno: dalle 19, presso la sede dello shop Salewa, gli architetti altoatesini incontreranno il pubblico mostrando i loro progetti e partecipando a dibattiti, oltre ad animare la serata con musica, esibizioni sulla parete di roccia e assaggi di prodotti altoatesini. L’ingresso è libero, l’iscrizione è obbligatoria.
http://fondazione.arch.bz.it/it/eventi/giornate-dellarchitettura/prenotazioni

Infine, per gli addetti ai lavori, dall’11 al 14 giugno ci sarà anche Alpitecture: organizzato da EOS Organizzazione Export Alto Adige, l’evento prevede visite e workshop per progettisti e architetti, un congresso, una tavola rotonda, la proiezione del film “Noi & l’architettura” e le visite dirette agli studi degli artisti locali (tra Lasa, Merano, Lana, Bolzano, Brunico e Campo Tures).

A portata di dito
La nuova applicazione sull’architettura in Alto Adige per iOS, Android e Windows Phone, segnala gli oggetti più interessanti nei dintorni e permette di crearsi un itinerario personalizzato grazie a tante utili informazioni su strutture, progettisti ed eventi. Per info www.suedtirol.info/archapp
Disponibile da fine maggio 2015.

Regole degli itinerari: sono a numero chiuso e su prenotazione e saranno guidati da architetti o esperti. Prezzi a partire da 20 euro.
Per informazioni e prenotazioni: tel. +39 0471 302 813 – info@giornatedellarchitettura.it www.giornatedellarchitettura.it

Muoversi green. Le proposte per chi vuole lasciare a casa l’auto
• In treno, con le Ferrovie Austriache e Tedesche
Con i treni DB-ÖBB EuroCity si raggiunge comodamente Bolzano da Verona a partire da soli 9 € (da Bologna e Venezia SL a partire da 19 €). I bambini fino a 14 anni viaggiano gratis, se accompagnati da un genitore o da un nonno. Per maggiori informazioni: www.megliointreno.it
• Mobilcard Alto Adige
Con Mobilcard, si possono utilizzare tutti i mezzi pubblici del Trasporto Integrato per scoprire l’Alto Adige. Biglietto valido per 7 giorni a 28 €, oppure 3 giorni a 23 €. Mobilcard Junior (sotto i 14 anni) costa la metà, mentre i bambini fino a 6 anni viaggiano gratis.
• Winepass
Abbina Mobilcard & l’offerta lungo la Strada del Vino.
Il Winepass apre le porte dell’affascinante mondo della Strada del Vino dell’Alto Adige. Winepass valido per 3 giorni a 35 €, oppure 7 giorni a 40 €. Per informazioni: www.stradadelvino-altoadige.it

Informazioni:
Consorzio Turistico Bolzano Vigneti e Dolomiti
tel. 0471 633 488
info@bolzanodintorni.info
www.bolzanodintorni.info




Valtellina e Livigno superstar

Lungolivigno propone due splendide soluzioni di vacanza adatte per tutta la famiglia.

La prima: 4 giorni a spasso per la Valtellina, un itinerario che non annoia, 2 hotel con top spa e cucina gourmet. Un entusiasmante zapping turistico tra vigneti, vecchie corti, ghiacciai e spa all’avanguardia.

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Si inizia da Sondrio, con pernottamento al Grand hotel Posta, un hotel storico, di raffinata bellezza, con la spa firmata Culti. Dopo oltre 150 anni il Grand Hotel della Posta è ancora lì, con la sua facciata pulita che incornicia la centralissima Piazza Garibaldi. Il peso dell’età non si sente grazie ai lavori di ammodernamento compiuti alcuni anni fa, eseguiti nel completo rispetto della tradizione. 38 camere eleganti e arredate con stile, alcune delle quali con i soffitti affrescati, davvero suggestivi, così come quelle all’ultimo piano con tetto mansardato e travi a vista. Al pianterreno un bar che si affaccia direttamente sulla piazza, dove fermarsi a merenda per una fetta di torta o per un aperitivo in un ambiente raffinato. Le emozioni cominciano qui, ammirando la vasta collezione di opere d’arte, dai quadri fiamminghi ad alcune interessanti opere più moderne, come sculture e installazioni artistiche che rendono gli spazi comuni dell’hotel dei luoghi dove sostare a meditare. E osservare. Come in un museo.

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Oltre all’arte, tra queste antiche mura, è anche “spa–time”, nell’elegante centro benessere firmato Culti, dove predominano la pietra e il legno. Qui ci si può rilassare nell’ampia vasca idromassaggio, nella sauna e bagno turco. A completare la zona wellness una sala per i trattamenti e una piccola zona fitness. Altrettanto suggestive le vecchie cantine dove sono stati mantenuti i muri in pietra e i soffitti con le volte a botte.
Il secondo giorno si parte per Livigno, passando per Bormio: qui si può scegliere tra la visita del centro storico dell’antica Contea oppure per prolungare il relax ai Bagni Vecchi (sconto per gli ospiti di Lungolivigno). Nel piccolo Tibet, gli ospiti vengono coccolati dal team dell’hotel Lac Salin SPA & Mountain Resort: shopping, passeggiate, relax alla Mandira Spa – 900 mq di rifugio con una grande piscina con vasca idromassaggio, percorso Kneipp, doccia di ghiaccio, sauna finlandese e bagno turco.
Il quarto giorno si salutano le montagne del piccolo Tibet e si parte alla scoperta dell’incantevole itinerario del trenino rosso del Bernina che riporta gli ospiti a Sondrio per l’ultima notte da trascorrere al Grand hotel della Posta.

Il pacchetto include:

•​4 mezze pensioni nei due Hotels più belli della Valtellina: ricche colazione a buffet, menu serale da 5 portate a scelta
•​Viaggio di AR con il Bernina Express da Tirano a St Moritz alla scoperta dei Ghiacciai
•​Ingresso nei centri wellness dei due Hotel, accappatoi e ricco set di cortesia
•​Shopping nei negozi “Lungolivigno Fashion”
•​connessione wireless gratuita nelle camere

4 notti euro 449,00 a persona in camera doppia,
bambini fino a 12 anni 40%, inferiori ai ai 6 anni 50% . 3. letto adulti – 30%

Valido dal 13 giugno al 8 agosto e dal 23 agosto al 14 ottobre 2015

La seconda: il trenino è proprio quello dell’immaginario comune: rosso, piccolo, che inarrestabile passa audacemente tra vallate e ghiacciai. Salire su quel treno è un’esperienza memorabile: si prende il treno alla stazione di Poschiavo e in soli 18 km viene superato un dislivello di oltre 1200 mt e lo spettacolo che si gode dai vagoni è un intreccio di colori e paesaggi incredibilmente suggestivi.

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Si lambisce il ghiacciaio del Morterasch e si può visitare il miracolo geologico delle Marmitte dei Giganti, nella bellissima Val Cavaglia, accessibile solo a piedi o in treno, ma non in macchina. L’itinerario culmina a St Moritz, capitale dell’Engadina, ma prima si ammira il contrasto cromatico del lago Bianco e del Lago Nero, in corrispondenza del passo Bernina (2253 metri d’altitudine).
Il pacchetto pensato dal gruppo Lungolivigno prevede 2 pernottamenti all’hotel Parè, con trattamento in mezza pensione, accesso al centro benessere; biglietto ferroviario di andata e ritorno sulla tratta Poschiavo – St. Moritz sulla carrozza 2° classe.
A disposizione dei clienti: mountain bike e attrezzatura per il trekking, ma anche tutte le mappe per muoversi in sicurezza su questa zona dell’Arco Alpino. Sono oltre 600 i chilometri digitalizzati per chi vuole scoprire questi luoghi sulle due ruote, oltre a uno dei bike park più famosi d’Europa. Per chi preferisce camminare, ci sono anche passeggiate di tutti i tipi, da quelle più easy per chi non vuole faticare troppo come il Crap de la Parè: un balcone naturale a 2.400 metri d’altezza da dove si può ammirare tutta la piana di Livigno e le vallate circostanti; a quelle più impegnative in mezzo ai pini mughi della Val Viera oppure quella che conduce fino alla vetta del monte Breva (3.014 metri), confine naturale tra la Svizzera e l’Italia. Vengono inoltre organizzate passeggiate di gruppo o escursioni in mountain bike in compagnia del bike team Lungolivigno.
E per chi ama l’acqua: per tutta l’estate il lago di Livigno è navigabile ed è possibile noleggiare in loco windsurf, canoe e barche a remi. I bambini si possono inoltre divertire nel nuovo Livin’ Sun Park: un grande parco giochi interamente realizzato con fieno e legna.

Valido dal 27.06 al 7.8.2015 e dal 21.08 al 14.09.2015 presso l’hotel Parè

2 notti euro 174,00 a persona in camera doppia standard

Info e prenotazioni:
www.lungolivigno.com
tel. 0342 990111




A passeggio per EXPO

di Giuliana Tonini – Ho fatto una prima puntatina all’Expo. Con la formula ingresso alle 19 e chiusura alle 23.
Solo un primo assaggio in attesa di visite più sostanziose, perché in sole quattro ore dell’Expo ci si può giusto fare un’idea d’insieme.
Premetto che, tra le fazioni ‘l’Expo mi è piaciuto’ e ‘l’Expo non mi è piaciuto’, io appartengo alla prima.
Dunque, in quattro ore si può scegliere di scorrazzare sul decumano e sul cardo di romana memoria e tra i padiglioni del sito, visitandone qualcuno tra quelli che rimangono aperti di sera ai visitatori, oppure una alternativa può essere cominciare a visitare bene i padiglioni e mettere poi ‘visto’ o ‘da rifarci un giro’ sulla propria mappa.
Io ho scelto di scorrazzare, pur dopo qualche tentennamento sul visitare subito il Padiglione Zero, che introduce all’esposizione presentando un percorso sul rapporto dell’uomo con l’ambiente e col cibo dalla sua comparsa sulla Terra fino ad oggi. ‘Divinus halitus terrae’, che campeggia su una delle pareti esterne del Padiglione Zero, all’ingresso del sito espositivo, era molto invitante, ma mi sono riservata di gustare appieno questo pezzo forte la prossima volta.
È divertente risalire il decumano e vedere il risultato delle corse disperate delle ultime settimane prima dell’apertura. Il risultato sono padiglioni che io ho trovato affascinanti sia dal punto di vista dell’architettura, design e tecnologia sia dal punto di vista dei contenuti e dell’atmosfera.
Una delle critiche più frequenti è che l’Expo di Milano non è altro che una fiera tendente al parco dei divertimenti. Ma mi viene da pensare che essere una fiera è la funzione stessa di una esposizione universale, in cui i paesi partecipanti mostrano quello che sono, e soprattutto saranno, capaci di fare e produrre in un determinato settore.
Nei padiglioni in cui sono entrata, il tema dell’esposizione – Nutrire il pianeta, Energia per la vita – è stato reso con installazioni accattivanti, pannelli descrittivi ed esposizione di oggetti relativi alla produzione del cibo. Ho sentito dire più di una volta che gli unici paesi che hanno centrato questo tema, concentrandosi soprattutto verso il futuro dell’alimentazione, sono stati Germania e Svizzera. La prossima volta sarò particolarmente curiosa di visitare i loro padiglioni.
E ora veniamo a quella che, secondo me, è la superstar dell’Expo: l’albero della vita.
Lo trovate alla fine del cardo, vicino al padiglione Italia, di cui è il simbolo. È al centro di un lago artificiale perfettamente rotondo, che dà il nome all’area circostante, Lake Arena.
Già alla luce del giorno e ‘a riposo’, coi suoi trentasette metri di legno e acciaio, la creatura del veneziano Marco Balich – direttore artistico del padiglione Italia – ispirata a un disegno di Michelangelo, fa proprio un bell’effetto. Ma quando lo si vede animarsi col suo suggestivo spettacolo di luci, colori, fuochi, acqua e musica non si può non esserne rapiti. Lo spettacolo più bello e più lungo, quasi un quarto d’ora, è quello notturno, alla mezza di ogni ora. E si vive una autentica atmosfera di rito collettivo, con centinaia di persone attorno all’albero della vita, accorse sulle gradinate intorno allo specchio d’acqua o in piedi nello spazio circostante.
Ci sono poi alcune cose, grandi e piccole, che ho trovato particolarmente ‘sfiziose’. La riproduzione della Madonnina nel padiglione della Veneranda Fabbrica del Duomo. La rete del padiglione del Brasile, dove bambini e adulti si divertono come pazzi a camminare sospesi a mezz’aria e dondolando. Le coltivazioni su pannelli verticali e la stupefacente cascata digitale del padiglione USA. Le sculture giganti di Libeskind all’incrocio tra il cardo e il decumano. I contenitori di sakè nel padiglione giapponese. Le altalene (i ‘kiik’) del padiglione estone, che oscillando generano energia elettrica. Le tipiche poltroncine in vimini da spiaggia che il padiglione tedesco mette a disposizione dei visitatori per riprendere fiato tra una visita e l’altra, su cui si ha l’impressione di essere in villeggiatura sul Mare del Nord. La scultura coi ‘carciofoni’ tricolore bianchi, rossi e blu del padiglione della Francia.
E il suggestivo e caleidoscopico percorso tra gli specchi nel padiglione Italia, con le proiezioni di celebri paesaggi italiani e opere d’arte? Eh…. sarebbe sicuramente entrato a pieno titolo nella mia top ten di questa prima puntata….. se fossi riuscita a vederlo. Sì, perché il padiglione di noi padroni di casa chiude alle 20.30. Già il fatto che diversi padiglioni siano chiusi durante le ore serali di visita è una delle note negative dell’esposizione. Ma che proprio quello del paese organizzatore chiuda all’ora di cena mentre il Turkmenistan e altri sono gli ultimi a spegnere le luci non fa una bella impressione.
In ogni caso, però, il mio bilancio di questa prima visita è più che positivo. L’Expo Milano 2015 mi piace. E aspetto la prossima visita per vedere e scoprire tante altre cose, ed entusiasmarmi ancora.