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EXPO CILE il paese alla fine del mondo

di Matteo Rolando – Due volte a settimana, alle 10 del mattino, nel padiglione cileno di Expo si celebra l’alzabandiera: si canta l’inno cileno e tre “carabineros”officiano la cerimonia secondo la tradizione nazionale. Il blu, bianco e rosso della bandiera rappresentano il mare (l’oceano Pacifico), le Ande e il sangue dei patrioti cileni che combatterono per l’indipendenza, insieme a una stella a indicare che il Cile è una repubblica unitaria e non federale. Il padiglione ha una superficie di circa 2.000 metri quadrati, suddivisi in tre piani: al piano terra c’è l’ingresso, il ristorante e un negozio che vende prodotti di artigianato, souvenir, alimenti e vini. Al primo piano ci sono le sale espositive, e al secondo gli uffici amministrativi e un auditorium per le conferenze.
Rafael Bordachar, 26 anni, è una delle guide che dà il benvenuto ai visitatori e ha fatto molto strada per arrivare fino ad Expo: in Cile ha superato una selezione molto rigida, con una serie di interviste individuali e di gruppo, a cui hanno partecipato più di 2.000 persone. E’ così che ci racconta la sua esperienza.
Da che parte del Cile vieni?
Da Curicò, una città a sud di Santiago, la cui economia si basa su colture di mele e vite (Curicó è una cittadina di circa 100.000 abitanti che si trova nella regione di Maule, di cui è anche capoluogo).
Come hai imparato l’italiano?
L’ho imparato perché ho studiato in Italia e ho conseguito la laurea in architettura a Venezia nell’anno 2013. L’Italia è un paese molto importante per la cultura e ho voluto studiare qui.
Come hai deciso di venire a lavorare in Italia, a Expo?
Volevo lavorare per qualcosa che rappresentasse il mio paese all’estero. Expo è una buona occasione per condividere la propria cultura e apprendere quella di altri paesi in un contesto multiculturale.
Come inizia la tua giornata tipo?
Arrivo al padiglione insieme ai miei colleghi, mi metto la divisa: pantaloni e giacca nera e una maglietta con una stampa di Mister Nobody, un personaggio con forma di cuore disegnato da un poeta centenario cileno, Nicanor Parra, che rappresenta il mio paese. (Uno dei più importanti poeti cileni contemporanei).
Come si svolge il tuo lavoro?
Mi incontro con i miei colleghi e ci dividiamo quotidianamente le attività di accoglienza nelle diverse “stanze” che compongono il padiglione, e facciamo da guida ai visitatori. Arrivano al padiglione 50 persone ogni dieci minuti per la visita guidata, che dura venti minuti, con una media di 3.000 visitatori al giorno e altri ancora che preferiscono andare a mangiare e a vedere i negozi presenti all’interno.

Di che nazionalità sono i visitatori?
Principalmente sono italiani, ma ci sono anche molti stranieri.
Qual è la parte più emozionante della visita secondo te?
La seconda parte, la “sala de las personas”, in cui ci sono otto schermi e in ognuno si vede l’ immagine di un cileno che lavora la terra: è la catena produttiva agricola delle diverse regioni, quindi viene rappresentata tutta la diversità del paese.
Quali sono le tue aspettative per il tuo futuro lavorativo, dopo l’esperienza Expo?
Ho un lavoro in Cile come architetto, ma mi piacerebbe studiare urbanistica e lavorare in un ente governativo.
Cosa ti piace di Milano e dell’Italia?
Mi piace che sia una città cosmopolita e molto verde, con strade alberate che mi ricordano Santiago del Cile. Gli italiani sono molto simpatici ed è un paese molto ricco di cultura, gastronomia e paesaggi affascinanti.
Una curiosità su Expo?
In ogni padiglione lavorano persone di tutte le nazionalità, non solo appartenenti al paese espositore. Per esempio nel mio, noi guide non siamo tutte cilene. Questo è l’animo multiculturale di Expo: durante e dopo il lavoro abbiamo occasione condividere le nostre esperienze con i colleghi di diverse parti del mondo.
Una curiosità sul tuo paese?
Il Cile è il paese più a sud del mondo e il più lungo del mondo: questo gli dà la particolarità di avere diciassette climi diversi. Lavorando in Expo mi sento a casa, perché ogni giorno ho un contatto diretto con la mia cultura, oltre che con le altre . Sei mai stato a visitare il paese “alla fine del mondo”?

Con queste parole Rafael mi lascia e torna al suo lavoro: é così che giorno dopo giorno, visita dopo visita, i padiglioni di Expo accolgono i visitatori, offrendo una loro panoramica culturale e gastronomica sullo sfondo di una Milano in fermento come mai prima.




La “città ideale” in mostra a Pavia

A Pavia, dal 26 maggio al 26 giugno 2015, presso la Sala delle Sibille (Pal. San Tommaso), Piazza del Lino 2, si potrà visitare la mostra progetto “Storie di città tra cielo e terra. La città che non c’è, ma che si vede“. Un evento organizzato dall’Osservatorio Permanente sull’Antico a cui hanno partecipato i licei pavesi Istituto Volta, Foscolo, e San Giorgio che si sono confrontati sul tema della città ideale.

Ci sono città – o parti di esse – che attendono ancora di essere portate alla luce e che, nondimeno, si intravedono attraverso il velo del tempo, attraverso uno sguardo dall’alto, immortalato ‘tra cielo e terra’ dall’aerofotografia. Sono città – o parti di esse – che ‘non ci sono’ (ancora), ma che, nonostante tutto, si vedono e, timidamente, parlano e raccontano storie.

E ci sono pure città che non sono state mai fondate e mai costruite e che, dunque, non ci sono per davvero. Sono i ‘non-luoghi’ immaginati dagli antichi; sono i ‘luoghi felici e perfetti’ inventati dai filosofi; sono le ‘isole’ lontane come l’Atlantide di Platone o come l’Utopia di Thomas More.

Ci sono città che nessuno ha mai visto perché non esistono sulla terra e mai sono esistite: sono ‘idee’ di città, sospese ‘tra cielo e terra’. Eppure, una ‘esistenza’ ce l’hanno: non sulla terra, ma nei libri. È qui che sono: nascoste e in attesa di essere mostrate. E qui, insieme o accanto ai ‘mondi’ altri e irrimediabilmente ‘estranei’ al piano delle possibilità reali, esistono anche città ideali e realizzabili, progettate senza mai perdere di vista le città della storia e dichiaratamente contrapposte alle utopie politiche e urbanistiche.

La città che non c’è, ma che si vede fa parte del patrimonio dell’umanità. E ha gli stessi diritti della città che c’è (o c’è stata) ma che ora non si vede più o del tutto.

Sono, dunque, le città disegnate ‘a tavolino’ da architetti ante litteram. Chiuse nelle pagine dei libri; e che vivono nelle parole dei filosofi. Sono realtà (non reali) che attendono di essere disvelate, attraverso lo studio delle fonti, attraverso la realizzazione di modelli, a partire da una attenta interpretazione dei testi e da ipotesi di ricostruzione.

Storie di città tra cielo e terra. La città che non c’è, ma che si vede
presso Sala delle Sibille (Pal. San Tommaso), Piazza del Lino 2, Pavia
dal 26 maggio al 26 giugno 2015

apertura della mostra: dal martedì al giovedì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.00
per visite in orari e giorni diversi scrivere a osservatoriosullantico@unipv.it




Gusti di-VINI a Peschiera del Garda

Sarà una due giorni all’insegna di vini pregiati e degustazione gourmet, Gusto diVino, manifestazione organizzata lunedì 1 e martedì 2 giugno 2015 a Peschiera del Garda da Wave (azienda del gruppo Garda Landing). Una vasta area espositiva dedicata alle aziende del settore vitivinicolo sarà allestita nella piazza di Caserma dell’Artiglieria di Peschiera del Garda. Protagonisti saranno vini pregiati provenienti da cantine veronesi, accompagnati da degustazioni gourmet a km zero.

Oltre allo spazio espositivo, la manifestazione ospiterà anche workshop e degustazioni guidate, incontri volti a promuovere il made in Italy e a dare visibilità ad aziende di spicco del settore vitivinicolo. I visitatori verranno guidati in un’esperienza enogastronomica completa: dalla degustazione di sapori della tradizione vitivinicola e culinaria veronese, alla conoscenza di una storia centenaria. Una mostra-mercato, un ricco programma di seminari gratuiti, eventi di musica dal vivo e laboratori creativi con la partecipazione di illustri personalità del settore, tra cui Carlo Veronese, direttore del Consorzio Lugana DOC.

Entrambi i giorni dalle 15 alle 19 intrattenimento musicale con il duo acustico 2dB; alle 21 del lunedì concerto dei September Groove, gruppo nato da un’idea di Michele Pieri e Nick Marangoni, che farà rivivere le atmosfere della migliore disco-music degli anni 70-80. Martedì 2 giugno alle ore 21 APERITIVINO e a seguire DJ Set con Luca Martini, in collaborazione con Radio Pico.

Le degustazioni gourmet a km 0 sono a cura di Samo Bar.

 

ORARI: Area espositiva e intrattenimento (lunedì e martedì dalle 10 alle 23)

Ingresso libero

Acquisto obbligatorio bicchiere degustazione (a partire da 5€ ).




Trekking in Abruzzo con i professionisti dell’equitazione

di Matteo Rolando – Verdi pendii, dolci declivi e imponenti montagne dai colori ricchi di fascino: questo è il magico paesaggio offerto dalla comunità montana Sirentina in Abruzzo. Ed è in questa cornice, nel borgo di Ovindoli (Aq), che nel weekend dal 12 al 14 giugno la scuderia Horseman in collaborazione con all’Ente di Promozione Sportiva Opes Italia Lombardia, organizza un trekking a cavallo, con soggiorno in hotel a trattamento di mezza pensione. La scuderia Horseman <ha il compito fondamentale di promuovere e gestire attività sportive dilettantistiche con particolare riferimento a tutto ciò che concerne il mondo dell’equitazione, con tutte le attività ad essa connesse, ivi compresa la parte formativa, di studio e conoscenza scientifica dei cavalli, di divulgazione dei metodi di addestramento dei cavalli e di formazione dei cavalieri>, si legge nel suo statuto costitutivo del 2014. Non solo gli adulti, ma anche i bambini sono quindi  benvenuti, con l’intento di promuovere la conoscenza dei cavalli e la vita a contatto con la natura. Al trekking parteciperanno anche due istruttori di 1° e 3° livello dell’ente promozione sportiva Opes italia, il cui metodo di insegnamento si basa sul principio del più totale rispetto per il cavallo. Per chi volesse maggiori informazioni, può contattare direttamente la scuderia Horseman all’indirizzo email asdscuderiahorseman@yahoo.it, oppure telefonicamente ai numeri 333/8318708 – 339/3784774.

Facebook ASD Scuderia Horseman Pioltello




Outfit: la cabina armadio per il week end

Un temporale non fa primavera. e in effetti, nonostante gli ultimi acquazzoni si questi giorni, la primavera sta lasciando il postò ad una lunga estate fatta di fine week end al mare, ai laghi, in montagna o in città ‘arte. ma comunque all’insegna del relax. Ecco qualche idea con cui attrezzare la propria cabina armadio in vista dei prossimi, numerosi, fine settimana d’estate.

 

Outfit Gucci

 

Cabina Armadio week edn outfit Gucci

 

Outfit Gucci

Giacca in pelle gialla 3200 euro
maglione in cashmere 640 euro
Camicia in denim chambray celeste 490 euro
Jeans lavato effetto schiarito grgio chiaro 450 euro
Cintura sottile in camoscio con fibbia squadrata 175 euro
Mocassino driver stringato in pelle sfoderato 460 euro

Oufit Cafè Noir

Outfit Cafè Noir cabina armadio week end

Oufit Cafè Noir
Giacchino in pizzo con zip: 89 euro
T-shirt in cotone stampato:  39 euro
Skinny pants in cotone: 79 euro
Francesine in pelle traforata: 129 euro

 

Outfit Massimo Rebecchi 1

Cabina armadio week end e ralx  outfit MASSIMO REBECCHI

Outfit Massim Rebecchi 1
Giubbotto nero in pelle con tasche oblique chiuse da zip: 499 euro
Cintura in pelle: 89 euro
Pantaloni a sigaretta navy con tasche alla carrettiera: 110 euro
Scarpe: su richiesta

 

 

Outfit Kritina Ti

Outfit cabina armadio week end Kristina T

Outfit Kritina Ti

Top in tulle jacquard (only show),
un pantalone palazzo a geometria jacquard (320 euro)
una visiera per ripararsi dai raggi del sole (90 euro)

 
Outfit Massimo Rebecchi 2
Cabina Armadio week end Massimo Rebecchi 2

Outfit Massim Rebecchi 2

Giubbotto color senape in pelle con tasche oblique chiuse da zip: 499 euro
Cintura in pelle: 89 euro
Pantaloni a sigaretta con tasche alla carrettiera: 110 euro
Scarpe: su richiesta

Outfit Francomina

 Outfit Cabina Armadio week end Francomina

 

Outfit Francomina
Bermuda cotone stampa floreale  69,90 euro
camicia colletto alla coreana 59,90 euro
Outfit Tommy Hilfiger

Cabina Armadio week end outfit Tommy Hillfinger

Outfit Tommy Hilfiger

Jeans dritti white denim  109 euro
Camicia  blu indigo: 119 euro
Blazer in cotone strutturato oyster gray : 339 euro
Orologio Tommy Hilfiger 159 euro

 

Outfit Kristina Ti 2

Cabina Armadio week end outfit Kristina Ti 2Outfit Kristina Ti 2
Top in tulle
pantalone palazzo: 320 euro
visiera: 90 euro
 




Umbria, dove ascoltare il silenzio

Con la primavera che avanza verso l’estate, cresce la voglia di week end, di fughe più o meno lunghe dalla città, dal lavoro e dalle convenzioni. Non viaggi e vacanze vere e proprie, ma giornate all’insegna del relax, per rigenerarsi dopo gli intensi mesi invernali.  L’Umbria, per chi può, può offrire un’ottima alternativa: culla dell’arte italiana, ricca di tesori storici, patrimonio dell’enogastronomia. Insomma se si ha a disposizione qualche giornata da dedicare a se stessi … un fine settimana a metà strada tra Assisi, Spello e Perugia può fornire un’ottima alternativa

In Umbria borghi e città offrono ai visitatori un patrimonio artistico notevole, tra splendori architettonici, capolavori di pittura e scultura, eventi culturali. Località dove ancor oggi si respira il misticismo di tempi passati, legati a testimoni di fede che hanno contribuito a renderle celebri. San Francesco e Santa Chiara sono sicuramente i più noti, ma anche San Benedetto da Norcia, San Valentino, patrono di Terni, Santa Rita da Cascia. Luoghi di fede che diventano veri e propri percorsi per chi cerca silenzio e spiritualità. In Umbria anche il panorama che si apre allo sguardo tra dolci colline, borghi medioevali e uliveti, regala una boccata di ossigeno, una sensazione di pace e serenità, un’immagine che si imprime nello spirito e nel cuore. In ascolto del silenzio

E Brufa, con il Borgobrufa SPA Resort,  potrebbe essere un buon punto di partenza grazie ad una collocaiozne che lo pone nel cuore stesso dell’Umbria, a 15 minuti da Perugia, Assisi, Spello; poco più di 30 minuti da Todi, Spoleto, Gubbio, il Lago Trasimeno e Orvieto. Non solo. Lo stesso Brufa offre un inconsueto parco di sculture en plein air: è “Scultori a Brufa”, ideato nel 1987, dove ogni anno in agosto uno scultore espone i propri lavori per le strade e le piazzette del borgo e realizza un’opera ad hoc che viene donata al paese per arricchire il parco sculture. Tra le opere spicca anche “Il grande alone” di Gino Marotta (2002),  gigantesco albero in acciaio inox alto 8 metri,.

L’hotel immerso in 4 ettari di verde, tra olivi e giardini, offre un’oasi di silenzio dove è assicurata la totale privacy, il luogo ideale per fuggire dalla quotidianità. Costituito da vari casolari, il Resort è stato completamente ristrutturato dall’attuale proprietario Andrea Sfascia e dalla moglie Ivana, mantenendo l’originaria struttura dell’antico borgo tipico umbro e nel rispetto della natura, in piena armonia con il territorio. Eccellente gastronomia e ambienti di charme sono elementi di spicco del resort, ma punta di diamante è sicuramente la Spa. Oltre 1.200 mq ne fanno il centro benessere più grande dell’Umbria, con ambienti esclusivi, trattamenti personalizzati, prodotti naturali e marchi di ottimo livello. Silenzio, relax, quiete, pace, romanticismo: sono queste le parole chiave di Borgobrufa SPA Resort. Proprio per questo, per regalare agli ospiti una pausa di pace l’hotel con una scleta piuttosto inconsueta ha deciso di non ospitare matrimoni né grandi eventi e da quest’anno ha scelto di essere 15+, ovvero accessibile solo ad un pubblico adulto.

Info: Borgobrufa SPA Resort – Via del Colle 38, Torgiano (PG) – tel. 075 985267–

www.borgobrufa.it




EXPO a tre stelle Michelin: il Regis Marcon prende per la gola i visitatori

Per tutti gli amanti dell’arte in cucina è da non perdere il Café des Chefs del Padiglione Francia in EXPO dove si celebra Regis Marcon, chef dell’omonimo paradiso gastronomico dell’Alvernia a tre stelle Michelin e vincitore del Bocuse d’Or nel 1995. E non è un caso che Regis Marcon provenga da quella regione Rodano Alpi patria dello stesso Bocuse.

Il Rodano Alpi è la prima regione protagonista al Padiglione Francia di EXPO 2015. Per due mesi, sino a fine giugno, la regione accoglierà i visitatori del Padiglione Francia prendendoli letteralmente per la gola con delizie della tradizione pur sempre accompagnate dalla costante innovazione e ricerca che contraddistingue la cucina francese.  La regione infatti vuole far godere le papille gustative di milanesi, italiani e turisti stranieri in  visita ad EXPO anche grazie  una gastronomia da sempre uno punti forti dell’area. Si tratta di un’occasione unica per scoprire una cucina attenta al dettaglio, accostamenti innovativi e prodotti a kilometro zero di una regione tutta da gustare. Un menù è alla portata di tutte le tasche, studiato apposta per avvicinare i milioni di persone che transiteranno dall’EXPO in un viaggio alla scoperta di nuovi sapori, godendo per di più se si ha piacere dalla terrazza panoramica del padiglione francese che sovrasta il Decumano.

Regis Marcon ha quindi previsto una formula a 37 euro (…un prezzo imbattibile considerando che il parallelo tricolore,  Identità Golose offre, sempre in EXPO, menù stellati a 75 euro),  per provare le delizie della cucina della regione attraverso una  cucina che racconta e riflette la natura circostante e le tradizioni dell’area. Una cucina innovativa in cui i prodotti hanno gusto che si assapora lentamente, facendo riemergere sensazioni e ricordi. Il menù è a base di prodotti del territorio: nougat di pollo ai funghi selvatici, con insalata di farro e verdurine croccanti; salmerino dell’Isère con asparagi e spugnole, quindi selezione di formaggi e per dessert la torta al cioccolato Andoa 70% bio della Maison Valrhona con sorbetto di pera e chantilly alla Verbena. Di rilievo, in particolare, salmerino: un piatto fresco, leggero delicato pur con quel tocco inconsueto rappresento dalle spugnole che esaltano i sapori primaverili della proposta di Regis Marcon.   Il menù  è stato studiato e preparato a quattro mani dallo stesso  Regis Marcon con Julien Machet chef di La Tania in Savoia, nel comprensorio delle 3 vallees vicino a Courchevel che rappresenterà la Francia all’ International Chef Cup che si svolgerà a Milano il prossimo 19 giugno.

Ovviamente presso il  Café des Chefs del Padiglione Francia si possono gustare anche piatti alla carta. Qualora invece si volesse scegliere qualora di più veloce per la pausa pranzo (ma per la sera il menù di Regis Marcon rimane imbattibile), il padiglione francese offre tutte quelle prelibatezze che hanno reso giustamente noti i nostri cugini d’Oltralpe: dalle baguette al pain au chololat.

 

 




Il “Giro d’Italia” veste di rosa l’armadio di primavera

Il “Giro d’Italia”  porta il rosa nell’armadio. Bensimon infatti ha voluto rendere omaggio al “Giro d’Italia”,  una delle manifestazioni sportive più importanti del territorio, con una serie di accessori immancabili nel guardaroba e nel garage delle appassionate di ciclismo e non solo.

A partire dalla rosa urban bike in collaborazione con il designer italiano Jonny Mole (jonnymole.com), un connubio vincente tra lo stile ricercato del brand francese e la tecnologia e l’ingegno Made in Italy. Una bici dallo stile essenziale ma impreziosita da dettagli unici e raffinati. Bici donna – 485,00 €

Giro d'Italia -bici

Non mancare le scarpe da tennis realizzate in tela di cotone e la punta in gomma bianca che in occasione del Giro d’Italia si sono dipinte di due tonalità di rosa: uno più scuro perfettamente abbinato anche allo zainetto e alla borsa a tracolla Bensimon, e uno più chiaro realizzato anche nella versione enfant.

Giro d'Italia - tennis 1
Tennis donna –45,00 €
Tennis enfant – 38,00 €

Giro d'Italia - tracolla
Borsa mini besace rose – 51,00 €

Giro d'Italia - zaino
zainetto Backpack rose- 74,00 €




Gardaland batte EXPO 5 a 1

Perché visitare l’EXPO quando si può andare a Gardaland con la stessa cifra e, più o meno, con lo stesso tempo partendo da Milano? E’ probabile che con il passare dei giorni in molti si trovino di fronte a questa alternativa per il fine settimana: stessa cifra (a prezzo pieno Expo costa 39 euro al giorno, Gardaland 38,5 euro. Per gli abbonamenti stagionali  invece quelli ordinari per adulti per Expo ammontano a 115 euro, per Gardaland partono da 52), stesso impiego di tempo partendo da Milano e provincia (per Peschiera del Garda, via Frecciabianca, ci vuole un’oretta, quanto per recarsi a Rho in metro) e stessa aspettativa di divertimento.

Ora, avendoli provati entrambi, peraltro nella stessa afosa prima settimana di maggio, posso sostenere che, per quel che mi riguarda, Gardaland batte Expo 5 a uno.  Ecco perché:

1-Il fattore D come divertimento. Se ci si vuole divertire su montagne russe, giostre e giochi interattivi, tanto vale andare a Gardaland maestri del settore da oltre 40 anni.
Non è un caso che  in EPXO il padiglione di maggiore successo è quello del Brasile dove si può passeggiare (e saltare a meno che hostess e steward non vigilino troppo da vicino) su un’enorme rete in corda elastica stesa su giardino di coltivazioni autoctone.  Ma mentre sulla rete si affollano decine di persone ogni minuto,  sono in pochi coloro che si soffermano poi sui pannelli esplicativi. Alzi la mano chi è realmente interessato a scoprire le tecnologie attuali e quelle che guideranno l’alimentazione del futuro (nei casi per di più in cui realmente i padiglioni di EXPO hanno sviluppato il tema della manifestazione, non limitandosi a un allestimento scenografico ma più da Bit che non da Esposizione Universale)! Ha tutta la mia ammirazione. Per quanto mi riguarda io confesso che i miei interessi nell’ambito delle tecnologie agricole sono piuttosto limitati (molto a dire il vero. Scoprire l’origine del pomodorino ciliegia non mi elettrizza e neppure sapere che sussistono delle tecnologie per desalinizzare l’acqua)  e che la mia soglia di attenzione su filmati celebrativi dei diversi governi, sul modello del Cinegiornale dell’istituto Luce, non vanno oltre i due minuti.
…E allora tanto vale liberarsi dai sensi di colpa e, se si cerca il divertimento, dirigersi direttamente a Gardaland, piuttosto che ai padiglioni di EXPO, dove i tappeti elastici non mancano e ci si può tranquillamente saltare sopra, ci sono tutte le varianti possibili di montagne russe e persino le giostre con i cavalli modello ottocentesco e i filmati proposti sono in 4D e divertentissimi, non celebrazioni dei singoli paesi da toni trionfali.

2-Scenografie e istallazioni: Albero della Vita contro Casa (Albero) di Prezzemolo. Spesso chi va in EXPO cerca architetture particolari, d’avanguardia, come quelle che hanno segnato le EXPO degli ultimi cento cinquant’anni e allestimenti innovativi. Probabilmente non mancano anche se, personalmente, e non ho trovato nulla di così straordinario. Ma non sono un’esperta né di architettura né di design. Certo: mi piacerebbe capire quale sia il confine tra il kitch e l’opera d’arte visto che, mio giudizio, molte istallazioni di EXPO lo oltrepassano nonostante le prime iniziali ovazioni: tanto per fare alcuni esempi la struttura con i tre cavalli a dondolo nei colori della bandiera italiana, quella con la mano aperta, le sculture dei tre carciofi e dei peperoni o il grande uccello davanti a padiglione ceco…solo per fare alcuni esempi. Ma si tratta di un’opinione chiaramente. Peraltro mi sono divertita a fotografare tutte queste istallazioni, insieme al padiglione a forma di canestro del Qatar, alla fortezza del deserto dell’Oman, alle vele del Kuwait, alla sfera dell’Azerbaijan e all’Albero della Vita con fiori e logo di EXPO che si aprono durante il giorno, e razzi e luci di sera. Ma lo stesso Albero della Vita ha una forma che ricorda molto da vicino i cosiddetti “calcinculo” dei vecchi luna-park.
E allora tanto vale Gardaland, tripudio di scenografie curatissime nei minimi dettagli su cui non ci si deve interrogare troppo sui significati reconditi: Fuga Da Atlantide, Mammut, I Corsari e la Valle dei Re da sole valgono il viaggio. Per non parlare del villaggio del Vecchio West, parte della storia ormai quarantennale di Gardaland, e della più recente Casa (Albero) di Prezzemolo in cui, a differenza dell’albero della vita, ci si può anche entrare.

3-La parata di Foody contro Prezzemolo&Friends. Non c’è storia. Con 40 anni di esperienza alle spalle, le parate e gli show di Gardaland sbaragliano quanto (poco) finora si è visto in EXPO.

4-Alberi, fiori, fresco e panchine. Anche qui non c’è storia. Da quarant’anni Gardaland cura ogni minimo dettaglio dei giardini in cui è immerso il parco, EXPO offre prati e, all’interno dei singoli padiglioni, qualche giardino a cui tuttavia si accede troppo spesso dopo estenuanti code. Non solo. A Gardaland le panchine sono dovunque e sono previste persino aree relax, come se in un parco di divertimenti si rischiassero forti dosi di stress. In EXPO le panchine sono proprio sconosciute e per riposarsi un po’ tra un’attrazione e l’altra, occorre generalmente entrare negli spazi dei padiglioni o dei ristoranti oppure trovar posto nei prati. In ultimo: Gardaland è stato studiato per i mesi estivi e l’acqua vaporizzata o nelle attrazioni e nelle fontanelle, abbonda. Senza considerare che il lago di Garda è a un tiro di schioppo dal parco…. e un tuffo nelle giornate più calde potrebbe risolvere tutto. In EXPO per combattere l’afa ci sono solo le numerose fontanelle di acqua potabile, ma le zone in ombra sono davvero rare, così come l’acqua vaporizzata e inesistenti le vasche dove, almeno ufficialmente, si può trovare refrigerio.

5-Code&Scolaresche Certo le file non mancano sia per EXPO che per le Gardaland. Ma EXPO è entrata di diritto nelle gite scolastiche di quest’anno, in quanto si suppone che si apprenda qualcosa, quindi tute le scuole d’Italia si stanno dirigendo a Rho per l’occasione. A Gardaland non ancora. Peraltro a Gardaland basta pagare e c’è perfino il modo di saltare le code attraverso corsie preferenziali.

EXPO invece per ora è imbattuta sull’offerta serale. Almeno fino a metà giugno quando anche Gardaland chiuderà in battenti alle 23 anche se, per ora, EXPO offre l’offerta migliore anche sul fornte die prezzi di una serata in Expo (il biglietto di ingresso dopo le 19 costa solo 5 euro).




A GRAAL vince il Bene

di Emanuele Domenico Vicini – Si è conclusa la mostra concorso Creative food per giovani artisti presso la Galleria GRAAL spazio arte di Pavia, importante manifestazione che da ormai tre anni invita gli studenti più creativi a partecipare con idee, mezzi, intuizioni, per inventare la propria arte, nelle forme più libere e originali.
Quest’anno l’Expo ha dettato legge e il tema scelto è stato quindi il cibo e l’alimentazione: Creative food era il titolo dell’evento, perché il cibo è creatività, invenzione, cultura e come poche altre cose al mondo può stimolare l’ingegno artistico.
Ha vinto Samantha Musina, quinta liceo, che ha centrato l’obiettivo con un’ingegnosa quanto semplice soluzione. Il nostro bene più importante è una scatola di cartone colma di terra con l’indicazione “fragile”. La terra è l’origine di ogni cosa. Da lì derivano il nostro cibo e la nostra stessa vita. Ma la terra oggi è sotto attacco: l’uomo stesso, che per primo trae vita dalla terra, ne minaccia l’esistenza. Non si parla allora solo della terra da cui nasce ogni frutto ma della Terra, della Madre Terra dell’origine stessa della vita.
Il linguaggio è semplice e chiarissimo e, proprio per questo, molto efficace. L’invito è rivolto a tutti. Attenzione: la vita della Terra è a rischio.
Samantha è una studentessa del corso di arti figurative che ha passato questi anni di scuola a lavorare sul colore, sul disegno, sulla forma plastica, sulla sfumatura e sul chiaroscuro. Eppure qui pensa da artista concettuale, elabora un’idea, che diventa messaggio preciso, e la sviluppa recuperando un linguaggio metaforico che allude alle soluzioni delle avanguardie degli ultimi anni Sessanta. Il riferimento più diretto è all’Arte Povera, i cui protagonisti combattevano contro le convenzioni di una forma complessa e artificiosa, per evocare le strutture più antiche e originali del linguaggio della società contemporanea.
Samantha sceglie la semplicità del concetto e della forma.  E la semplicità vince. Così Musina si è  aggiudica il premio della giuria critica di GRAAL e il premio assegnato dagli internauti che online hanno visitato la mostra qui su Cosmopeople e su Facebook.
Vince l’arte concettuale, vince il pensiero sulla forma e vince la speranza che le giovani generazioni capiscano che la Terra è il nostro bene più prezioso.