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Persol e il fascino vintage delle macchine da scrivere

Marchio simbolo dell’Italian Style, Persol (brand Luxottica) continua il suo viaggio attraverso il design degli oggetti più affascinanti del
passato, che oggi si arricchisce di un nuovo capitolo, Typewriter Edition. Questa volta si tratta di storia molto recente, e l’ispirazione nasce dalle gloriose macchine da scrivere che il travolgente progresso tecnologico degli ultimi 20 anni ha fatto scomparire, per sostituirle con meno affascinanti computer. Resta però immutato il potere evocativo di questi oggetti, che hanno rivoluzionato tutto il sistema di scrittura e ora diventati oggetti di culto per chi ama riscoprire ritmi e rituali di un tempo.

Citazioni sofisticate che Persol interpreta – con materiali di altissima qualità e savoir faire artigianale – attraverso i particolari inediti che caratterizzano i quattro modelli Typewriter, due da sole e due vista. A partire dal ponte metallico di nuova concezione decorato con sottili incisioni e dai rivetti che riprendono le lettere delle vecchie tastiere.

Il nome della collezione è inciso nel font leggendario American Typewriter all’interno dell’asta, che nella parte finale sfoggia un motivo a raggiera che ricorda le meccaniche delle vecchie macchine. Grande enfasi anche nel comfort, con l’inserimento di ben tre cilindri del sistema Meflecto su ogni asta per assicurare la massima flessibilità e aderenza.

I modelli da sole sono disponibili in un’ampia palette di lenti in cristallo e polarizzate, che offrono protezione dai raggi
solari nocivi e una visione perfettamente nitida anche in condizioni estreme. Realizzate in cristallo, sono molto leggere e confortevoli grazie a uno spessore di soli 1,8 millimetri ottenuto secondo le tecnologie più avanzate e una scrupolosa cura artigianale.

Informazioni su Persol:

Persol.com

Facebook.com/Persol

Twitter.com/PersolEyewear




Bici, fioriture e vino per la primavera in Alto Adige

Una vacanza in bicicletta con tutta la famiglia! Con l’arrivo della bella stagione la bici diventa non solo un passatempo ma anche un mezzo di trasporto verso nuove avventure.

È questa la proposta dei Familienhotels Alto Adige/Südtirol per vivere con tutti i sensi la primavera. La bicicletta permette di  spostarsi ed esplorare l’ambiente circostante. Ma allo stesso tempo tutto avviene con il giusto ritmo che permette di  godere del panorama naturale, dei prati in fiore e degli   alberi con le prime foglioline verdi. In bicicletta si sentono i profumi e gli odori, si ascoltano i versi degli animali e il fruscio del vento, ci si può anche concedere una sosta per toccare con mano gli elementi della natura, per assaggiare i frutti selvatici del bosco. Infine, la bicicletta permette di raccontarsi. Si può chiacchierare,  ridere, scherzare, parlare di cose serie. La famiglia in sella alla due ruote può dedicarsi con spensieratezza al dialogo, come spesso non succede nella vita di tutti i giorni.

Il   Familienresidence  Grafenstein di Cermes ad esempio propone il pacchetto “Settimane divertenti per indiani e scopritori della natura”, dal 9 al 23 maggio 2015. L’offerta comprende: 7 notti  in appartamento, assistenza bambini e Miniclub, escursione con        tutta la famiglia, caccia al tesoro o rally avventuroso, acqua  gym e mountain bike. Il tutto a partire da 882 euro per  appartamento.

Il Baby e Familienwellness Residence  Tyrol propone la “Settimana risparmio          family” dal 6 al 26 giugno 2015. Il pacchetto comprende: 7 notti in appartamento, Mini & Junior club, gita guidata con        il miniclub, 2 volte corso di nuoto per bebè con istruttrice, noleggio zaino per piccoli esploratori, 1 ora di        Family-Electromobile, 2 ore di noleggio gratuito  dell’elettrobici, 2 gite in mountainbike con bikeguide. Il tutto a partire da 875 euro per appartamento.

Non solo bicicletta. Per chi ama i mezzi di trasporto alternativi, i Familienhotels Alto Adige/Südtirol offrono la possibilità di cimentarsi in trekking  davvero originali!  È il caso del Gartenhotel Moser am See  di Appiano sulla Strada del Vino che propone la “Primavera con la famiglia”,   dal 12 aprile all’1 maggio 2015. Il pacchetto comprende: 4 notti in 3/4 pensione,  percorso con la famiglia, casetta al lago, programma fitness, animazione per i bambini e trekking con gli alpaca. La passeggiata in compagnia di questi simpatici animali sarà  apprezzata da grandi e piccini! Il tutto a partire da 416 euro        per adulto.

Altra proposta che coinvolge gli amici animali viene dal Kinderparadies Alpenhof di Naturno con la “Settimana natura”, dal 6 al 27    giugno 2015. Il pacchetto comprende: 7 notti in mezza pensione, escursione  guidata in montagna, gita al maso Platthof con recinto di cervi,  foresta della strega e pesca, ma soprattutto Lama-Trekking avventuroso per tutta la famiglia. Costo a partire da 504 euro per




La Bollywood Dance seduce l’Italia

È la moda del momento, l’arte che affascina, seduce, conquista con le sue magiche esotiche suggestioni. Stiamo parlando della Bollywood dance & arts, una danza narrante che entusiasma tutti i continenti, in cui ogni coreografia svolge un tema, quasi sempre legato alle passioni umane.

Una moda che, oggi più che mai, anche in Italia sta conquistando un numero sempre maggiore di persone che si lasciano affascinare dalla sensualità del made in India: coreografie uniche in cui storie d’amore passionali vengono ben raccontate da musica suadente, balli sensuali e coloratissimi abiti indiani.

A Milano unica e massima esponente di questa affascinante corrente è Maya Devi, insegnante e coreografa fondatrice della Dance School e compagnia Raiput Maharani, che gira l’Italia e il mondo per promuovere questa cultura attraverso show unici nel loro genere.

Tra i numerosi corsi ed eventi proposti, non si possono non menzionare quelli legati a serate di addio al nubilato in stile indiano. In tali particolarissime occasioni, infatti, vengono proposte coreografie di danza indiana per danzare al ritmo della musica di Bombay, il tutto accompagnato dalla cerimonia indiana e preparazione della sposa, con tatuaggi all’henne sulle mani, vestizione, danze, massaggi e rinfresco.

Per informazioni
www.maharanidance.com




Il volo libero di Antonio Pagani

di Emanuele Domenico Vicini. Non si possono trovare parole più adatte di quelle che intitolano la mostra personale di Antonio Pagani, affermato pittore pavese, per definire la sua opera, il suo percorso artistico e le mete cui si sta rivolgendo in questo ultimo anno.
Dopo una serie di esperienze figurative, che affondavano le proprie radici in un humus naïf, dove giocosi animali abitavano sereni una natura colorata e suadente, Pagani ha abbandonato la ricerca di temi e soggetti per dedicarsi al contrario alle questioni della materia e della forma. Superato il rapporto tra astrazione e figurazione, tra immagini reali ed evocazione emozionale, Pagani da un anno circa lavora sulle multiformi possibilità che nascono dalla capacità di osservare il mondo nella sua ricchezza di cose, forme e suggestioni materiche
In questo contesto, sono nati lavori dal recupero e riciclo dei più vari oggetti nel quali solo una mente visionaria e creativa può intuire una nuova vita.
Negli ultimi mesi, Antonio Pagani sta percorrendo una fase ancora più intimamente profonda della propria carriera artistica. È tornato al tratto grafico, al disegno e alla pittura, ha lasciato (temporaneamente) l’“invenzione” della forma per ricuperare la “creazione” della forma.
Senza vincoli di alcun genere, l’opera diventa la trasfigurazione visiva di un universo complesso, contraddittorio, animato da pulsioni ed emozioni che l’autore segue con determinazione e consapevolezza.
Macchie di colori turbinosi, di rossi di gialli e di blu, disegnano sentieri e luoghi della mente, percorsi metaforici, ma tutt’altro che astratti, alla ricerca di una via di fuga, di un volo libero sopra tutto e tutti. In questo turbinoso universo di emozioni urlate, di scelte drammatiche, sembra non trovarsi mai pace.
Ma alla dinamica vorticosa dei pastelli, Pagani coscientemente contrappone l’esperienza artistica delle chine.
Piccole figure, rese con veloci tratti di penna, fluttuano in uno spazio immenso e disorientante, dove macchie di nero inchiostro sembrano minacciare la loro stessa sopravvivenza: si alternano così pieni e vuoti, suggestioni di libertà e pesanti immagini di oppressione, memorie di sogni d’infanzia e amari risvegli della coscienza.
Le immagini di Pagani, nella loro alternanza di potenza cromatica e finezza grafica, raccontano le contraddizioni dell’esistenza, ci mostrano, senza infingimenti né convenzioni, la complessità del vivere umano.

VOLO LIBERO
Mostra personale di Antonio Pagani
dal 28 febbraio al 15 marzo 2015
GRAAL SPAZIO ARTE
corso Garibaldi 28, Pavia
info@graalspazioarte.org




Week end di primavera low cost

Ancora due giorni per organizzarsi un week end con un occhio ai costi. La versione low cost di Italo è un modo, spiega la società, per festeggiare l’8 marzo. Ma ne possono approfittare tutti.

Fino a lunedì 9 marzo alle ore 18.00 è infatti possibile acquistare biglietti di Italo al 50% in meno per organizzarsi un week end  low cost per tutta la primavera. I biglietti infatti potranno essere utilizzati dall’8 aprile fino al 31 maggio.   L’offerta è valida su tutte le tratte e per gli ambienti Smart, eXtra Large e Prima.

Per usufruire della promozione “rosa” occorre inserire, al momento della prenotazione, il codice “MIMOSA50”. Con la riduzione al 50% è possibile acquistare un biglietto, per esempio, sulla tratta Roma–Milano a partire da 14 euro, anziché 28, oppure spostarsi da Milano a Firenze a partire da 9 euro, invece di 18. L’offerta è applicabile solo alla tariffa Low Cost.




E’ il Portogallo la destinazione top per i matrimoni gay

L’amore vince tutto e, in attesa che anche l’Italia si adegui a un mondo in profondo cambiamento, come appunto quello che riguarda le coppie omosessuali, chi può si attrezza e sceglie mete più o meno esotiche per celebrare il proprio amore. D’altro canto…  se l’amore chiama perché non rispondere? Just2! ne ha fatto un vero e proprio business, proponendosi di occuparsi delle pratiche, di trovare accordi con le strutture e puntando sul Portogallo come destinazione al top per i matrimoni gay.

Il Portogallo, oltre ad una legislazione un passo avanti alla nostra, quanto meno su questo fronte,  offre destinazioni da favola con soluzioni a partire dai mille euro a tutte le coppie gay stanche di attendere passi in avanti sul fronte normativo italiano. Alle coppie insomma non resta che decidere la data del giorno fatidico e preparare la valigia.

“Per far fronte al vuoto legislativo italiano sulle unioni gay abbiamo deciso di prendere direttamente accordi con strutture, professionisti  e consulenti legali portoghesi.  Vogliamo così   diventare un riferimento serio, credibile per le coppie che vogliono soluzioni sicure vestite di creatività” ha spiegato Dedi Salmeri, co-fondatore di Just2! Gay Wedding Planner insieme a Franco Bosisio, spiega così l’idea che sta alla base dell’offerta Matrimonio in  Portogallo:

La stessa Lisbona offre l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda la location. Dimore storiche,  giardini segreti, eleganti terrazze con vista a 360° della  città oppure, per un evento indimenticabile, l’incantevole Monastero  di São Vincente de Fora, nel cuore della capitale, che   domina la collina dell’Alfama.

In Portogallo è possibile celebrare la cerimonia anche in riva al mare. A  Cascais, ad esempio, deliziosa località a soli 30 minuti dalla capitale, dove l’azzurro cristallino dell’oceano e il bagliore delle spiagge danno vita a scenari mozzafiato.

Per gli amanti delle atmosfere fiabesche,  la parola d’ordine infine è Sintra, un pittoresco borgo immerso nei boschi anche se alla fine davvero a due passi da Lisbona dove sorgono numerosi castelli e ville d’epoca. Non per altro è entrato classificato come nel Patrimonio mondiale dell’Unesco.




Mimosa da indossare: la top ten

Anche la moda si prepara a festeggiare la festa della donna con una serie di capi giallo mimosa che richiamano il fiore simbolo dell’8 marzo. L’approssimarsi della giornata internazionale dedicata al mondo femminile può quindi fornire un’ottima scusa per rinnovare il proprio guardaroba con un pizzico di giallo e per ingentilirlo con rami di mimosa…da indossare.

Ecco la nostra top ten

1° Outfit Anna Rachele www.annarachele.it  

 Outfit ANNA RACHELE  - PE 15

Cardigan in pizzo macramè (198 euro)
Abito stampa mimosa (348  euro)
Pochette in raso doppiata in pizzo macramè (163 euro)

 2°Outfit Anna Rachele

Outfit 2 ANNA RACHELE - PE 15

Abito in misto cotone stampa mimosa (310 euro)

 3° Outfit Anna Rachele

Outfit 3° ANNA RACHELE - PE 15 -

Abito longuette doppiato in pizzo macramè (318,00 euro)
Bauletto in ecopelle stampa mimosa e chiusura in metallo 8160 euro)

4° Outfit Anna Rachele

Outfit Anna Rachele

Abito in seta e jersey lucido (523 euro)
Pochette in raso doppiata in macramè (163 euro)

5° Outfit jijil 
www.jijil.it

 Outfit JIJIL - PE 15

 

 

 

Bomber in tessuto damascato lurex (149 euro)
Canotta in jersey di viscosa (59 euro)
Gonna con maxi piega in tessuto damascato lurex (99 euro)
Postina in rafia con chiusura in metallo(89)

 

6° Chiodo in pelle EAN 13
www.ean13.it

 F primavera Chiodo in pelle con Swarovski Elements

 

 

Chiodo in pelle con Swarovski Elements (936  euro)

7° Borsa di Anna Rachele

F primavera borsa mimosa AnnaRachele

Borsa in ecopelle stampa mimosa con tracolla catena (148 euro)

8° Blusa di Anna Rachele

ANNA RACHELE - PE 15 -Blusa i

Blusa in raso di seta con inserto di pizzo macramè (258 euro)

9° Blusa di Kaos
 www.kaosspa.net

Blusa KAOS -

Blusa in tessuto goffrato con maniche a pipistrello (87  euro)

10°Completo Serie Dolce di Christies

Completo chrystie giallo

Fiori ricamati sull’intimo di Chisties (91+38 euro)




50 anni tutti insieme appassionatamente! Tra mito e realtà

“… se sei triste, infelice, e non sai il perché io penso alle cose che amo di più e ritorna il seren per me …” chi non lo ha mai canticchiato, almeno una volta, sentendosi subito dopo un po’ più rilassato? “Tutti insieme appassionatamente”, il film di Robert Wise vincitore di cinque premi Oscar, ha appena compiuto 50 anni e non li dimostra, viene trasmesso almeno una decina di volte l’anno sulle reti pubbliche, di regola sotto le Feste, ed è tra i dvd più venduti. Nel frattempo almeno 600 produzioni l’anno conquistano scene più o meno illustri. La prima in assoluto, allestita nel 1959 da Mary Martin, è stata rappresentata a Broadway 1442 volte. In Italia impossibile dimenticare lo splendido allestimento di Compagnia della Rancia, regia di Saverio Marconi, con Michelle Hunzicker e Luca Ward nei ruoli dei protaginisti, che ha registrato il tutto esaurito per due anni consecutivi. Oggi lo spettacolo viene rappresentato nel nuovo allestimento di Massimo Romeo Piparo, attualmente in tourné, che vede, nuovamente, protagonista, nei panni del generale Von Trapp, Luca Ward e, in quelli di Maria, la promettente Vittoria Belvedere.

Ma cosa c’è dietro la storia di Maria Von Trapp e dei suoi dieci figli. Si tratta di una figura che è ormai entrata, a buon titolo, nella leggenda con tre film (oltre al capolavoro internazionalmente conosciuto con Julie Andrews anche due produzioni tedesche, Die Trapp Familie, Die Trapp Familie in Amerika” del 1956 ), vari libri (tra cui The Story of the Trapp Family Singers pubblicato nel 1949, Maria, my own story del 1957), allestimenti teatrali, dischi e perfino serie di cartoni animati. Un personaggio tuttavia che è stato quasi completamente stravolto dalla “agiografia” di Hollywood. Ma attuale, moderno, che vale la pena di riscoprire.

Maria Augusta Kutschera nasce su un treno diretto a Vienna il 26 gennaio 1905. Orfana di madre, abbandonata dal padre, a tre anni viene affidata ad un lontano e violento zio. Fino a vent’anni Maria frequenta la Chiesa solo per poter ascoltare buona musica gratis, i suoi convincimenti non potrebbero essere più distanti dalla fede cattolica. “Sono tutte storie inventate, vecchie leggende” afferma una giovane Maria. L’incontro con un prete gesuita, tuttavia, la cambia a tal punto che decide nel 1924 di entrare nel convento di Nonnberg di Salisburgo per farsi suora. Ma il destino ha in serbo altre sorprese per Maria. Nel 1926 la madre superiora invia la giovane novizia a casa del barone Georg Von Trapp, un mite capitano della marina austriaca, eroe della prima guerra mondiale in congedo, ad occuparsi di Maria, una dei sette bambini Von Trapp, convalescente dalla scarlattina che aveva ucciso la madre Agate Whitehead..

L’energia di Maria conquista non solo i cuori dei piccoli ma anche quello del capitano che la chiede in moglie nel 1927. Ma Maria non è convinta del passo, ci sono venticinque anni di differenza tra i due. A spingerla, per senso del dovere nei confronti dei piccoli orfani, è, ancora una volta la madre superiora.

Per i bambini è un trauma. Per Georg anche: Maria è una donna energica, dal carattere scostante e irruente, pratica e attiva, costretta a confrontarsi, giornalmente, con il fantasma della prima moglie di cui non riesce a prendere il posto. “I suoi sfoghi di rabbia erano memorabili: si metteva in cima alle scale e gridava, volavano oggetti e sbattevano le porte. Mio padre non sapeva come affrontarla. Anche se dopo un po’ passava tutto” ricorda una delle figlie in un documentario della A&B del 1998. Si tratta di due mondi ancora troppo distanti per trovare un punto di equilibrio, nonostante i tre figli che Maria avrà da Georg.

Non almeno fino al 1932, quando la Austrian National Bank, dove è custodito l’intero e ingente patrimonio della famiglia Von Trapp, fallisce, mettendo così di fronte Georg alla dura realtà: rimboccarsi le maniche per mantenere moglie, dieci figli e il palazzo di famiglia. Ma l’aristocratico Georg non conosce la parola lavoro. Maria, donna concreta con i piedi ben piantati a terra, ha invece qualche idea in più sull’arte di arrangiarsi: inizia ad affittare le diverse stanze inutilizzate del palazzo a professori, studenti e preti della vicina Università Cattolica.

E’ proprio uno di questi ospiti, Padre Wasner che cambia ancora una volta il destino della famiglia Von Trapp scoprendo il talento musicale di tutti i suoi componenti. A parte Georg, chiaramente. Cantare insieme da hobby diventa un vero e proprio lavoro, tant’è che nel 1935 il coro di famiglia vince il premio al Festival di Salisburgo. La fama cresce a tal punto che lo stesso Hitler invita il Coro della famiglia Von Trapp ad esibirsi in occasione della sua festa di compleanno. Ma il Furher fa anche di più: a Georg offre la possibilità di tornare in marina con incarichi di rilievo e al figlio maggiore un posto da primario in un ospedale di Vienna. I Von Trapp rispediscono al mittente tutte le proposte e, una fresca domenica mattina del 1938, preparano gli zaini come per andare a fare un pic nic sulle Alpi e prendono il treno diretto in Italia.

Si apre così un’altra fase per i Von Trapp: quella da rifugiati, senza più titolo, soldi, patrimonio di famiglia, lavoro e neppure cittadinanza. Dall’Italia si trasferiscono a New York Ed è qui che Maria, ancora un volta, dà prova della sua versatilità, contatta e convince i più noti agenti a prendere la famiglia austriaca sotto la propria ala. I primi tempi sono tutt’altro che facili. Il Coro che nel Vecchio Continente aveva raggiunto un’ampia popolarità, negli Usa è solo una famiglia di poveri espatriati, rigidi e formali e con un repertorio limitato ai soli inni religiosi.

Galeotta è una mosca che Maria ingoia durante un’esibizione, situazione che suscita l’ilarità del pubblico e che spalanca le porte del successo alla famiglia anche in America. Maria capisce che la comunicazione con gli spettatori è fondamentale e che un programma musicale meno impegnato è la chiave del paradiso.

E improvvisamente il lavoro sembra piovere dal cielo. I Von Trapp investono i loro risparmi in una magione del verde Vermount che ricorda loro la Patria ormai lontana. E’ il 1942 e la famiglia austriaca non conosce riposo: tournè estenuanti per otto mesi l’anno, affitto delle stanze ai turisti e sciatori, campi estivi canori, organizzazione dei lavori di casa e merchandising vario. Maria una ne fa e cento ne pensa, ma il più delle volte a realizzarla sono i dieci figli e il capitano, il vero punto di equilibrio della famiglia, almeno fino alla sua morte nel 1947.

Maria entra in depressione: vede la famiglia che comincia a sfasciarsi e, senza l’aiuto del marito, non sa più come tenerla unita, obiettivo fondamentale non solo a livello di affetti ma anche di business. I figli ormai grandi rivendicano spazi fino ad allora negati. Rosmarie, figlia naturale di Maria e Georg, tenta la fuga ma riacciuffata viene sottoposta ad elettrochoc. Johanna viene segregata in camera dopo aver annunciato alla madre di volersi sposare. L’unica soluzione è scappare da casa.

È il 1956 e il coro della famiglia Von Trapp si scioglie definitivamente. Inizia la leggenda. Nello stesso anno Maria cede i diritti sulla sua storia ad un produttore tedesco che ne trae ben due film. Tre anni dopo debutta a Broadway il musical che apre le porte al capolavoro cinematografico con Julie Andrews. Per tutti la famiglia Von Trapp rimane quella impressa nelle sequenze del film del 1965, anche per la stessa Maria che, fino alla sua morte, nel 1987, si identifica a tal punto con il suo alter ego cinematografico, da alzarsi durante la scena del matrimonio e percorrere i corridoi dei cinema come se fossero la navata della chiesa di Salisburgo per ricongiungersi ancora una volta con Georg, amato soprattutto dopo la sua morte.




“Gusto in scena” a Venezia

Si apre domani, domenica 1° marzo, nella suggestiva cornice di Venezia, “Gusto in scena“.  La manifestazione, strenuamente voluta da Marcello Coronini, raccoglie per  due giorni presso la  Scuola Grande di San Giovanni Evangelista alcuni dei nomi più importanti del panorama italiano della ristorazione di elevato livello.

Per gli chef: Andrea Aprea, Enrico Bartolini, Cristian e Manuel Costardi, Enrico Crippa, Herbert Hinter, Giuseppe Iannotti, Davide Oldani, Maurizio Serva, Massimo Spigaroli, Paolo Beverini, Ilario Vinciguerra. Per i pizzaioli: Renato Bosco, Stefano Callegari, Franco Pepe, Ciro Salvo, Gino Sorbillo. Per i pasticceri: Luigi Biasetto, Iginio Massari. Diciotto tra i migliori esponenti dell’alta cucina, dell’alta pasticceria e della miglior pizza che si cimenteranno nello studio di piatti secondo le regole de La Cucina del Senza, nuovo e rivoluzionario modo di pensare la cucina: “senza… grassi o senza… sale e dessert senza… zucchero aggiunti”.

“Gusto in Scena” non è un semplice appuntamento dedicato all’enogastronomia. E’ cultura, studio e ricerca, fucina di idee nuove. Marcello Coronini. Per il 2015 il tema del congresso sarà: I piatti Firma e I piatti della grande tradizione italiana rivisti attraverso LA CUCINA DEL SENZA 2015 senza grassi o senza sale o dessert senza zucchero aggiunti”. Chiederemo a ognuno degli chef relatori di preparare due piatti: uno senza sale e uno senza grassi aggiunti, ovvero: uno il piatto Firma che lo identifica e l’altro tradizionale della sua regione, entrambi con le varianti indicate. Novità dell’edizione 2015 sarà La Pizza del Senza. I migliori pizzaioli d’Italia, guidati da Marcello Coronini, spiegheranno come realizzare pizze senza sale o grassi aggiunti. Passo dopo passo, mostreranno com’è possibile preparare pizze gustose e saporite semplicemente valorizzando le materie prime che vengono utilizzate, senza la necessità di aggiungere altro.

Uno sguardo agli chef

  Ecco chi sono i grandi cuochi che quest’anno animeranno la VII edizione del congresso di alta cucina “Gusto in Scena”.

1- Andrea Aprea, napoletano, 37 anni, Andrea Aprea è l’Executive Chef del Ristorante VUN dell’hotel Park Hyatt Milano. Forte di esperienze importanti sia in Italia che all’estero, lo stile di Aprea è basato sulla sperimentazione e sulla continua ricerca di suggestioni.

2-. Enrico Crippa, classe 1971, di Carate Brianza; una folgorante carriera lo porta in breve tempo a raggiungere con il suo Piazza Duomo di Alba (Cn) il riconoscimento che lo proietta nel gotha della ristorazione italiana: le 3 stelle Michelin. Una cucina di grande leggerezza e piacevolezza, basata sulla freschezza e la qualità delle materie prime che si sposa perfettamente con La Cucina del Senza.

3-I fratelli Costardi: il trentaduenne Christian, chef “salato”, e il ventitreenne Manuel, lo chef dei “dolci”, entrambi impegnati alla “Risotteria” dell’Hotel Cinzia di Vercelli, oggi Da Christian e Manuel, con una stella Michelin.

Herbert Hintner chef del Ristorante Zur Rose di Appiano, in Alto Adige. 1 stella Michelin, 2 cappelli Gault Millau. Nasce nel 1957 a Colle in Val Casies e per 6 anni è presidente per l’Italia dell’Associazione “Jeunes Restaurateurs d’Europe”. La sua è una cucina di grande gusto e di ricerca di prodotti tipo le radici antiche che ritrova presso i vecchi contadini.

5-Campano, classe 1982 è Giuseppe Iannotti, che dal 2011 lavora nel suo Krèsios, appena fuori Telese Terme (BN). Un ristorante gourmet, una bottega e un bistrot che segue con cura maniacale. Nel 2013 entra a far parte dei JRE, conquista il titolo di Miglior giovane ristoratore della Guida L’Espresso e altri prestigiosi riconoscimenti, fino alla stella Michelin nel 2014.

6-Davide Oldani, chef cresciuto alla scuola di Gualtiero Marchesi, dal 2003 impegnato nel suo D’O a Milano, 1 stella Michelin.

7-Due stelle michelin anche per Maurizio Serva chef del Ristorante La Trota a Rivodruti, nel Riminese. Una cucina impeccabile e di gran mestiere specializzata sul pesce d’acqua dolce.

8- Paolo Teverini, a Bagno di Romagna (Bo), una stella Michelin. Una cucina d’autore ingegnosa sia nell’interpretazione delle ricette tradizionali, sia nel creare nuove proposte gastronomiche, frutto di sperimentazioni inconsuete e sempre originali.

9-Napoletano di nascita, Ilario Vinciguerra ha portato a Gallarate (VA) una cucina mediterranea, dai sapori netti con il giusto tocco di sorprendente estrosità. La stella Michelin conferma una spiccata dote nella scelta delle materie prime, che esalta con gli aromi dell’olio extravergine d’oliva e sublima con accostamenti, tecniche ardite e ispirazione.

10-Cresciuto sotto l’ala di Massimiliano Alajmo, Enrico Bartolini ha ottenuto a soli 29 anni la sua prima Stella Michelin e a 33 la seconda. La sua filosofia di cucina BE Contemporary Classic sta suscitando un forte interesse nel mondo della gastronomia. I valori del passato e l’attualità del presente si fondono per dare vita a nuovi sapori originali e equilibrati. È spesso raccontata come innovativa, equilibrata e meditativa. Dal 2010 gestisce il Devero Ristorante a Cavenago di Brianza a 20 minuti da Milano.

11-Il Maiale è il re della cucina parmense e L’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense di Massimo Spigaroli è il suo castello. Il suo culatello è tra i più apprezzati nel mondo e la sua cucina è stata premiata con 1 stella Michelin per l’impegno e il rigore con cui trasforma in piatti ricchi di gusto i prodotti del suo territorio che sono coltivati in massima parte nell’azienda agricola di famiglia.




My FitnessPal la nuova app conta calorie

Inizia il count down per l’estate e per la fatidica prova bikini.  My FitnessPal è la nuova app gratuita che accompagna in una nuova era coloro che vogliono perdere peso, mantenerlo o semplicemente  vivere il proprio corpo in maniera consapevole ed attenta.

My FitnessPal permette infatti di acquisire una maggiore consapevolezza delle calorie assunte e di quelle bruciate tramite con tutte le attività parte della vita quotidiana. L’applicazione mostra come una dieta cosciente e l’esercizio abbiano un effetto positivo sul benessere mentale e fisico.

 MyFitnessPal ha poi stilato quattro consigli per una vita più sana:
1-Cibi che saziano: l’applicazione aiuterà a scegliere cibi che saziano per un lasso di tempo maggiore, come ad esempio le proteine piuttosto che i carboidrati.

2-Prendersi tempo: mangiare freneticamente un sandwich non è salutare. Una corretta digestione può avvenire solo se ci si prende del tempo. Senza considerare che il cibo è anche un piacere da godersi, con calma, boccone per boccone.

3-Sete o Fame: è sempre importante bere sufficiente acqua, non solo per il corretto bilanciamento dei fluidi nel proprio corpo. Se ci si sente affamati, è meglio prima bere un bicchiere di acqua piuttosto che mangiare uno snack. La disidratazione spesso segnalata dalla fame.

4-Stare sempre in movimento: esercizi sufficienti, affiancati da un’alimentazione salutare, sono un must per una vita sana. Persino piccoli cambiamenti nella routine quotidiana risulteranno preziosi per innalzare il metabolismo basale: lasciare l’automobile a casa e prendere la bicicletta al suo posto, alzarsi a parlare con le colleghe invece che mandare una mail, utilizzare gli spot commerciali davanti alla tv per brevi esercizi.