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Monte Carlo si veste a festa

Perché non regalarsi qualche ora nel lusso a Monte Carlo, a pochi chilometri di treno dal confine italiano? Il Principato di Monaco, facilmente raggiungibile anche in treno, sotto le Feste diventa ancora più scintillante tra luci e decorazioni natalizie che illuminano le strade da metà novembre a inizio gennaio, il villaggio di Natale di Port Hercule e la festa alla Place du Casino, dove MonteCarlo Société des Bains de Mer celebra la magia del Natale con i festeggiamenti prenderanno il via il 30 novembre alle 18:30 sulla Place du Casino grazie alla illuminazione della piazza e ai numerosi eventi che si terranno fino al 5 gennaio.

In Place du Casino le palle di neve giganti saranno dedicate ai momenti tipici del periodo natalizio, come il calendario dell’Avvento, i piatti caratteristici della festività, la notte di Natale, l’abete e l’apertura dei regali. Tutte queste scene vivranno nelle cinque decorazioni giganti, appese ad un abete monumentale, alto ben 18 metri. In programma, nel cuore delle Feste di Montecarlo anche il coro natalizio che si esibirà il 21, 22, 24 e 25 dicembre dalle 13:00 alle 16:30; l“Elf Mapping Show” che sarà proiettato sulla facciata del Casinò ogni venerdì e sabato a partire dal 6 dicembre, dalle 18.00 alle 22.00, e ogni giorno dal 21 dicembre al 5 gennaio; l’incontro con Babbo Natale il 21, 22, 23, 24 e 25 dicembre, dalle 13:00 alle 16:30 e il conto alla rovescia nella notte di Capodanno.

Da non perdere l’assaggio del tronchetto di Natale, dolce tipico di questa ricorrenza: la versione del gruppo SBM, “Mon Chalet Douillet”, è stata creata da Maxime Reriouedj ed è composta da castagne, cocco, limoni di Mentone e banane. Un altra rappa per i golosi è ai Jardins des Boulingrins dove sarà attivo il pop-up “Le Noël de nos Chefs” per comprare le brioche al miele e zafferano realizzate da Yannick Alléno, il panettone di Alain Ducasse, i marrons glacés, i torroni e il pan di zenzero ad opera di Dominique Lory e i Rochers creati da Marcel Ravin.

Un tour per le feste di Natale a Monte Carlo non può prescindere da uno sguardo alle decorazioni dell’Hôtel de Paris, proprio accanto al Casinò, con un abete decorato da Chopard e le note del piano suonato della lobby per tutta la durata delle Feste natalizie; e neppure dalle luci dell’Hôtel Hermitage, in Square Beaumarchais,  con le decorazioni dell’albero di Natale firmate da Repossi e o da una tappa al Perfect Chalet Illusion il pop up invernale dell Monte Carlo Bay Hotel & Resort, visitabile dal 26 novembre 2024 al 16 marzo 2025, e dove ogni giorno, dalle 18.30 all’1:30, si potrà sperimentare un’accoglienza degna dei migliori rifugi alpini con vista sul Mar Mediterraneo. Da non perdere poi un giro  nell’atrio del Casino di Monte Carlo per scoprire l’imponente albero di Natale, addobbato nelle tonalità del rosso e dell’oro.

E per eventuali grinch che non amano lo spirito delle Feste, il Principato di Monaco offre numerose alternative, dalle passeggiate con vista mare, alla scoperta dell’acquario fino a una visita alla Rocca di Monaco e alla sua Cattedrale dell’Immacolata Concezione.

 




Black (hole) Friday all’Osservatorio astronomico in Val d’Aosta

In Val d’Aosta si organizza un Black Friday davvero insolito. Nella giornata dello shopping e delle occasioni, che quest’anno cade il prossimo 29 novembre, l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta di Saint-Barthélemy propone un’iniziativa dedicata all’acquisto di conoscenza sugli oggetti astrofisici più popolari e meno compresi dell’astronomia, i buchi neri. I ricercatori attivi a Saint-Barthélemy,  spiegheranno le caratteristiche principali dei buchi neri, misteriosi corpi astronomici.

L’Osservatorio Astronomico a Saint-Barthélemy è situato nel primo Starlight Stellar Park in Italia, riconosciuto dall’Unesco e vanta diversi premi e certificati di eccellenza.

La prenotazione per questo evento unico  per trascorrere il venerdì sera è obbligatoria e può fornire l’occasione perfetta per organizzare un week end lungo in Val d’Aosta dove è già iniziata la stagione della neve. Prima di tutte, in Italia, è stata infatti la stazione sciistica di Breuil-Cervinia ad aprire i battenti, lo scorso 26 ottobre. Seguono,a partire dal 30 novembre, Courmayeur, La Thuile e Pila, mente il 6 dicembre è la volta delle valli d’Ayas e Gressoney, ai piedi del Monte Rosa. A seguire, le stazioni minori. Non solo.  E poi i villaggi alpini, che si accendono nell’incanto nei mercatini di Natale, dove lasciarsi stupire dal fine artigianato locale e dalle gustose ricette natalizie.




La Toscana trionfa ai TheFork Awards

Il Caffè Giubbe Rosse di Firenze guidato dallo chef Giuseppe Lo Presti ha conquistato il People Choice Award che ha chiuso la sesta edizione dei TheFork Awards.
L’evento promosso da TheFork ha visto la partecipazione di oltre 70 Grandi Chef italiani, coinvolti da Identità Golose e ha registrato la partecipazione di oltre 20mila voti espressi dagli utenti della piattaforma leader nella prenotazione online dei ristoranti.
Oltre al Caffè Giubbe Rossevincitore sia del premio nazionale che del Centro Italia, sono stati premiati per il Nord Italia l‘Agriturismo La Pedrosa (Rimini) che sotto la direzione dello chef Francesco Montemurro  combina ingredienti locali, storia, innovazione e raffinatezza, e  per il Sud Italia Joca (Napoli)  dove lo chef Gianluca d’Agostino propone una cucina gourmet e creativa, accanto a una selezione di tapas che rivisitano i classici della tradizione italiana e campana.
Sono stati inoltre assegnati premi speciali per altre sette nuove aperture e gestioni del 2024, riconoscendo l’eccellenza in innovazione, sfida, ricerca, sostenibilità, contemporaneità, racconto social e media.
Il premio innovazione, promosso da Electrolux, è andato a San Tommaso 10 (Torino), guidato dallo chef Gabriele Eusebi. Nei locali dove è nata Lavazza, Eusebi propone un viaggio gastronomico attraverso l’Italia, con piatti che fondono classicità piemontese e influenze da altre regioni con piatti come “Lasagna di finanziera” o “Insalata russa come una cassata”. Innovazione quindi come creazione di una nuova tradizione.
Il premio sfida promosso da Barilla, è stato assegnato a L’Aurum (Erbusco, Brescia). Il ristorante guidato dallo chef Alberto Quadrio rende omaggio al maestro Gualtiero Marchesi ed esalta le materie prime del territorio.
Il premio ricerca promosso da Acqua Panna – S. Pellegrino, è stato assegnato a Campana 12 (Corigliano Calabro, Cosenza) ideato dallo chef Daniele Campana per dare un nuovo volto alla vecchia pizzeria del padre e promuovere la regione attraverso il cibo.
Il premio cucina sostenibile, promosso da Plenitude, è stato assegnato ad Ausa (Isernia), un progetto gastronomico firmato da Anisia Cafiero e Pasquale De Biase. Il ristorante racconta l’idea di una cucina naturale basata su materie prime locali, provenienti da piccoli produttori, e piatti vegetali, in un ambiente intimo con pochi tavoli e una selezione di vini internazionali.
Il premio contemporaneità, promosso da Molino Casillo, è andato a TAC Thin and Crunchy (Roma), sotto la guida dello chef Pier Daniele Seu ch quie dà nuova vita alla cosiddetta “pizza romana”, quella “fina e croccante” giocando poi di par suo con i topping, in un meraviglioso caleidoscopio di sapori, profumi, suggestioni e folgorazioni.
Il premio influencers choice award  è stato assegnato a Gloria Osteria (Milano), sotto la guida dello chef Manuel Prota.
Il premio media choice award  è stato assegnato al ristorante Ego (Roma) guidato dallo chef Lorenzo De Lio.



A San Simpliciano risuona Bach. Ingresso libero

Per tre sere San Simpliciano sarà inondata di musica. Il 9,16 e 23 ottobre infatti la seconda edizione del Festival “Bach in Basilica” porta la musica del grande maestro tedesco a Milano. L’ingresso è libero.

L’iniziativa, promossa dai direttori artistici Gianluca Capuano e Lorenzo Ghielmi, vede protagonisti alcuni celebri musicisti  internazionali insieme al grande organo di San Simpliciano, costruito nel 1991 da Jürgen Ahrend e voluto da un comitato di appassionati e dal Comune di Milano per avere uno strumento ideale per la musica di Johann Sebastian Bach.

Nella serata inaugurale, il 9 ottobre, Bernard Foccroulle presenta un dialogo virtuale fra Bach e Matthias Weckmann, musicista che ricoprì a lungo la carica di organista della chiesa di San Giacomo ad Amburgo. La musica di Bach e quella di Weckmann sono accomunate dalla ricchezza polifonica. Spesso Weckmann scrive a 5 o 6 voci, affidando ben due voci al pedale; esattamente come fa Bach nel grande corale Aus tiefer Not, in programma nel concerto di Foccroulle. I virtuosismi contrappuntistici e l’amore per i canoni, presenti nella musica di Weckmann, sono gli stessi che Bach, qualche decennio più tardi, utilizzerà nell’Arte della Fuga.

Il 16 ottobre Bernhard Haas accosta due compositori nati nello stesso anno a pochi chilometri di distanza uno dall’altro ma che nella vita non si sono mai incontrati: Georg Friedrich Händel e Johann Sebastian Bach.

Il programma di Simone Vebber, il 23 ottobre, accosta ad alcune fra le più celebri composizioni di Bach alcune pagine di autori contemporanei, e più precisamente di autori che compongono secondo un’estetica minimalista, uno stile compositivo che utilizza cellule melodiche brevi e ripetitive, originando nell’ascoltatore la sensazione di un fluire lento e tranquillo del tempo.




La Carmen colossal di Zeffirelli seduce l’Arena di Verona

La Carmen in versione colossal di Franco Zeffirelli in scena all’Arena di Verona è un caleidoscopio di colori, danze travolgenti, emozioni e musica che catapulta lo spettatore in una caotica Siviglia ottocentesca rendendolo partecipe delle vicende dell’eroina raccontata da Prosper Mérimée che, anche grazie ai librettisti Meilhac e Halévy, è allo stesso tempo una femme fatale determinata, egoiste e sprezzante capace di far perdere all’uomo il controllo di sé, una donna consapevole dei propri desideri, uno spirito libero e la vittima chi  è incapace di accettare la libertà come valore fondate della vita di una persona.. L’allestimento, che ha aperto l’Opera Festival due anni fa, porta sul palco cinquecento persone tra solisti, coro delle voci bianche A.li.ve diretto da Paolo Facincani, coro, orchestra, ballo della Fondazione Arena di Verona, figuranti, i ballerini della Compañia Gades e cinque cavalli. È un allestimento dinamico, colorato cinematografico, autentico, immersivo che per le quattro ore circa dell’opera avvolge lo spettatore.

Zeffirelli accompagna lo spettatore dentro la tormentata vicenda della sigaraia e dei suoi amori feroci e roventi con il brigadiere Don Josè e il torero Escamillo, con quadri che, fin dall’ouverture, mostrano la grandezza delle masse in scena. Lo spettacolare allestimento integra, anche grazie al coinvolgimento della Fondazione Franco Zeffirelli, le migliori intuizioni del Maestro  per gli allestimenti del 1995 e del 2009 con nuovi elementi tratti dai bozzetti originali come i velari che incorniciano il proscenio delimitando, come in un teatro al chiuso, i confini della storia raccontata sul palco. Gli sgargianti costumi sono quelli originali di Anna Anni, mentre le luci sono opera di Paolo Mazzon che evidenzia prima l’atmosfera mediterranea, poi la segretezza dei traffici notturni sui monti e infine il climax con la torrida piazza con al centro una croce votiva quando, nel giorno della corrida, si consuma la tragedia.

La seconda rappresentazione di Carmen al 101° Arena di Verona Opera Festival, in una serata dedicata a Carlo Bergoni nel centenario della sua nascita, è stata accolta da una lunga standing ovation che ha tributato il successo dell’opera e dell’intero cast. A dirigere il maestro Leonardo Sini che ha impresso un efficace ritmo teatrale e creato le giuste atmosfere cromatiche.  Protagonista del capolavoro di Bizet nella serata del 13 luglio è Aigul Akhmetshina che ha saputo sprigionare la sensualità di Carmen in una interpretazione fluida e disinvolta. La sua gitana, nata libera, seduce Don Josè, interpretato dal tenore Freddie De Tommaso che ha unito un’esecuzione impeccabile alla tragica espressività del protagonista, salvo poi innamorarsi del toreador Escamillo, portato in scena da un convincente Erwin Schrott dalla voce piena e potente. Daria Ryback è stata una Micala, la fidanzata di Don Josè, dalla vocalità fresca e sicura che ha incantato il pubblico nel terzo atto nella struggente Je dis que rien ne m’épouvante. Completano il cast Jan Antem e Vincent Ordonneau (i contrabbandieri Dancairo e Remendado), Chiara Maria Fiorani, al suo debutto areniano, Alessia Nadin (le amiche di Carmen: Frasquita e Mercedes), Gabriele Sagona e Fabio Previati (Zuniga e Morales).

Nonostante Carmen sia la seconda opera più rappresentata sul palco dell’Arena di Verona subito dopo l’Aida (nel 1914, fu il primo titolo ad essere rappresentato in Arena dopo il successo della prima Aida e con il Festival 2025 si raggiungeranno le 300 rappresentazioni), questa versione vale sicuramente il viaggio a Verona per l’atmosfera incandescente creata sul palco; per l’attualità di una storia, quella di Carmen, in grado di rinnovarsi anno dopo anno e di apparire sempre moderna agli occhi degli spettatori; per la realizzazione d’eccezione in ogni singolo dettaglio, compresa l’improvvisazione flamenca a cui la Compañia Antonio Gades dà vita nel cambio di scena a cavallo tra il terzo e quarto atto; ma soprattutto per le voci in grado di incantare, replica dopo replica, migliaia di turisti e melomani.

Meglio organizzarsi fin da subito per non lasciarsi sfuggire l’occasione di assistere a questo appassionante allestimento che ha dato il via al 101° Opera Festival 2024. Le repliche rimaste non sono tantissime e nell’ordine: il 20 e 25 luglio; il 3, 8, 17, 23 agosto e il 7 settembre. Sul palco si alterneranno stelle internazionali come Clémentine Margaine (20, 25/7 e 3, 17, 23/8) e Alisa Kolosova (8/8) nel ruolo di Carmen; i tenore Francesco Meli (il 20/7, 3, 8, 17/8 e 7/9), Roberto Alagna (25/7 e 23/8) e Paolo Lardizzone nel ruolo di Don Josè; i soprani Daria Rybak (20/7), Aleksandra Kurzak (25/7 e 23/8), Pretty Yende (3/8 e 8/8), Mariangela Sicilia (17/8 e 7/9) nel ruolo di Micaela e  Luca Micheletti (20/7 e 25/7), Dalibor Jenis (8/8, 17/8, 23/8 e 7/9) e Ludovic Tézier (il 3/8) nel ruolo di Escamillo. Per l’ultima rappresentazione del 7 settembre sul podio è atteso infine il ritorno di Daniel Oren.




Hannibal illumina la notte di Sölden

Il 5 aprile Hannibal illuminerà la notte di Sölden in Tirolo.  Lo spettacolo multimediale, giunto alla sua 16° edizione, prende vita ogni due anni sul ghiacciaio  Rettenbach e ripropone in uno show unico nel suo genere la traversata delle Alpi di Annibale unendo tecnologia, musica e sport. 

Hannibal rilegge in chiave (molto) moderna e (ancora più) fantasiosa la traversa delle Alpi messa in atto dal condottiero cartaginese nel 218 a.C. per conquistare ora con un esercito composto da oltre 60mila persone e diversi elefanti.  Hannibal si propone quindi come una parabola moderna sulla ricerca del potere, dell’amore, degli intrighi e della politica mondiale. 

La regia di Hannibal, che coinvolge oltre trecento persone tra atleti e ballerini oltre a elicotteri, motoslitte, paracadutisti e sciatori,  è firmata da Hubert Lepka.

 




Capodanno in pista in attesa della neve

Fiaccolate, fuochi d’artificio, vin brûlé e sci. Tutto è pronto per festeggiare Capodanno in pista, fatta eccezione forse per la neve. Gli eventi,  nei comprensori più noti delle Alpi, sono numerosi, così come le proposte per trascorrere la sera di Capodanno in pista e nei rifugi in quota.

In Valtellina, la sera del 31 dicembre, si può scegliere tra tre fiaccolate su tre diverse piste prima che lo spettacolo dei fuochi d’artificio illumini il comprensorio e dia avvio ai festeggiamenti per il Nuovo Anno: la Stelvio di Bormio, discesa leggendaria che per le Olimpiadi del 2026 ospiterà, oltre alle gare di sci alpino, per la prima volta come nuova disciplina olimpica anche lo sci alpinismo, la Cevedale di Santa Caterina Valfurva e la Doss Alt di Valdidentro, la più lunga di San Colombano – Cima Piazzi.

A San Vigilio, in Val Badia, inizia invece alle ore 18.00 l’attesa del Nuovo Anno. Ci si ritrova al fondo della pista Erta per ammirare la  fiaccolata dei maestri e degli allievi delle scuole di sci e lo show con i gatti della neve.  Il countdownparty in centro paese, i mercatini e i chioschi di degustazioni sono pronti poi a scaldare l’atmosfera in attesa del nuovo anno.

E anche ad Arabba, nel cuore del DolomiSuperSki, il 31 dicembre l’appuntamento è sulle piste. La tradizionale fiaccolata di fine anno con i maestri delle scuole sci, lungo la pista che dal Monte Burz posta ad Arabba, è un evento imperdibile per chi vuole salutare il nuovo anno.

In Val Gardena, sempre nel cuore del DolomitiSuperSki, a Ortisei, lo show dei maestri di sci sulla pista Palmer è in programma alle 18.15 mentre per la festa di Capodanno l’appuntamento è in piazza. si festeggia il Capodanno in Piazza anche delle vicine Selva di Val Gardena e Santa Caterina.  Festa in piazza anche a Cortina

In trentino, alla Paganella la fiaccolata dei maestri di sci è previsa alle 17.00  presso il campo scuola Laghet,  seguita da fuochi d’artificio e vin brûlé, mentre a Folgaria invece, si festeggia in piazza a partire dalle 22:00.

A Madonna di Campiglio sulle Dolomiti del Brenta, per la serata di Capodanno, l’appuntamento è alle 22.30 in Piazza Sissi per la Festa di Capodanno a Madonna di Campiglio con Rudy Zerbi e Andrea & Michele di Radio Deejay. Festa in piazza anche a La Thuile dove la fiaccolata dei maestri di sci è anticipata al 30 dicembre.

 




In arrivo l’ottava edizione del Magnetic Opera Festival all’Isola d’Elba

Venerdì 8 luglio alle ore 21.30 a Portoferraio ritorna il Magnetic Opera Festival 2022, giunto alla sua ottava edizione. Ad aprire il Festival, presso l’area archeologica della Linguella, sarà il concerto Giovani Eroi all’insegna del più raffinato repertorio barocco.

Giovani e affermati artisti interpretano i personaggi eroici e le mitiche vicende, tra amore, gelosia, guerra e intrighi, evocate dalla musica di Georg Friedrich Händel e Antonio Vivaldi.

Star della serata il controtenore polacco Jakub Józef Orliński, per la prima volta all’Isola d’Elba per il MOF 2022, e il mezzosoprano Natalia Kawałek, specialista indiscussa del repertorio e gradito ritorno per il pubblico del festival. Le voci sono accompagnate dall’ensemble barocco Il Giardino d’Amore, diretto dal maestro Stefan Plewniak nel doppio ruolo di direttore e solista al violino.

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La serata è un invito a immergersi nelle atmosfere di Ercole sul Termodonte e Andromeda liberata di Vivaldi e Tolomeo, Re d’Egitto, Rodelinda, Rinaldo, Giulio Cesare in Egitto e Teseo di Händel, grazie all’accurata selezione delle più belle arie e duetti. E ancora, pagine strumentali scelte dal Concerto in fa maggiore “Il Proteo ò sia il mondo al rovescio” RV 544, dal Concerto in sol minore RV 578a e dal Concerto in re minore RV 540 di Vivaldi.

Il Festival prosegue poi lunedì 11 luglio alle ore 21.30 in Piazza Matteotti a Porto Azzurro con Swinging Generation, progetto crossover tra swing, musica classica e pop con la brillante voce di Natalia Kawałek, accanto al timbro caldo ed emozionale di Stan Plewniak e la The FeelHarmony band guidata da Stefan Plewniak.

Mercoledì 13 luglio, alle 11, nella raccolta cornice del Santuario della Madonna delle Grazie di Capoliveri si terrà il concerto per organo e sassofono ORGANic WOODWINDs, che vede allo strumento a fiato il polistrumentista stiriano Georg Gratzer e all’antico organo di Filippo Tronci del 1738 l’organista, improvvisatore e direttore d’orchestra austriaco Johannes Ebenbauer, impegnati in un inedito dialogo fatto di improvvisazioni su canti gregoriani e inni medievali, arrangiamenti del repertorio classico, ma anche composizioni proprie.

Lunedì 18 luglio alle ore 21.30 è la volta della serata di punta del Festival 2022 alla Linguella di Portoferraio: Una serata con José Carreras, gala concerto con protagonista il grande tenore spagnolo e, accanto a lui, il pluripremiato soprano croato-sloveno Martina Zadro con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da David Giménez.

Corona il programma martedì 26 luglio alle 21.30, sempre alla Linguella di Portoferraio, La Bohème di Giacomo Puccini, per la regia di Alessandro Brachetti e le scene e i costumi di Artemio Cabassi; protagonisti Renata Campanella e Danilo Formaggia, accompagnati dal Coro dell’Opera di Parma preparato da Emiliano Esposito e dall’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli.

Completano il festival anche tre Matinée di musica da camera in Piazza Matteotti a Capoliveri alle ore 10 di domenica 10 luglio, domenica 17 luglio e martedì 26 luglio.

Il Magnetic Opera Festival è realizzato con il patrocinio dei Comuni di Portoferraio, Porto Azzurro e Capoliveri.

Biglietti del MOF 2022 disponibili su www.liveticket.it/maggyart.

Informazioni sul sito www.maggyart.it e sui canali social ufficiali dell’Associazione Maggyart Facebook e Instagram.




In Arena la Carmen colossal di Zeffirelli

Cinquecento persone sul palco e 13mila sedute tra platea e gradinate dell’Arena di Verona per applaudire con una standing ovation il nuovo allestimento colossal di Carmen di Franco Zeffirelli. L’opera si propone come sintesi dei due diversi allestimenti creati dal Maestro per la messa in scena dell’opera di Georges Bizet all’Opera Festival di Verona. Un caleidoscopio di colori, danze travolgenti, emozioni e musica che catapulta lo spettatore in una caotica Siviglia ottocentesca, ricostruita tra palco a grandezza naturale con case, chiese e piazze avvolte da un sole abbacinante, rendendolo partecipe delle vicende dell’eroina raccontata da Prosper Mérimée che, anche grazie ai librettisti Meilhac e Halévy, è allo stesso tempo una femme fatale sprezzante capace di far perdere all’uomo il controllo di sé, una donna consapevole dei propri desideri, uno spirito libero e la vittima chi  è incapace di accettare la libertà come valore fondate della vita di una persona.

Zeffirelli accompagna lo spettatore dentro la tormentata vicenda della sigaraia e dei suoi amori feroci roventi con il brigadiere Don Josè e il torero Escamillo, con quadri che, fin dall’ouverture, mostrano la grandezza delle masse in scena. Lo spettacolare allestimento integra, anche grazie al coinvolgimento della Fondazione Franco Zeffirelli, la supervisione del suo presidente Pippo Zeffirelli e la partecipazione degli storici collaboratori del Maestro (come Carlo Centolavigna e Lucia Real), le migliori intuizioni di Zeffirelli per gli allestimenti del 1995 e del 2009 con nuovi elementi tratti dai bozzetti originali come i velari che incorniciano il proscenio delimitando, come in un teatro al chiuso, i confini della storia raccontata sul palco. Dirige il maestro Marco Armiliato, Direttore Musicale del 99° Opera Festival, che guida, imprimendo un efficace ritmo teatrale e creando le giuste atmosfere cromatiche Orchestra e Coro della Fondazione Arena di Verona, le voci bianche di A.Li.Ve  e un cast internazionale di stelle a cui si aggiungono la compagnia di ballo areniana con le coreografie originali di El Camborio riprese da Lucia Real e la Compañia Antonio Gades diretta da Stella Arauzo, protagonista di un applaudito intermezzo flamenco tra il terzo e quarto atto. Gli sgargianti costumi sono quelli originali di Anna Anni, mentre le luci sono opera di Paolo Mazzon che evidenzia prima l’atmosfera mediterranea, poi la segretezza dei traffici notturni sui monti e infine il climax con la torrida piazza con al centro una croce votiva quando, nel giorno della corrida, si consuma la tragedia.

Nonostante Carmen sia la seconda opera più rappresentata sul palco dell’Arena di Verona, subito dopo l’Aida e nonostante i due precedenti allestimenti di Zeffirelli siano stati una costante negli ultimi anni, questa versione vale sicuramente il viaggio a Verona per l’atmosfera incandescente creata sul palco; per l’attualità di una storia, quella di Carmen, in grado di rinnovarsi anno dopo anno e di apparire sempre moderna agli occhi degli spettatori; per la realizzazione d’eccezione in ogni singolo dettaglio, compresa l’improvvisazione flamenca a cui la Compañia Antonio Gades dà vita nel cambio di scena a cavallo tra il terzo e quarto atto; ma soprattutto per le voci in grado di incantare, replica dopo replica, migliaia di turisti e melomani.  Meglio organizzarsi fin da subito per non lasciarsi sfuggire l’occasione di assistere a questo appassionante allestimento che ha dato il via al 99° Opera Festival 2022. Le repliche, dopo la prima del 17 giugno, non sono tantissime e nell’ordine: 30 giugno, 14,21,31 luglio e 11,14 e 27 agosto.​




A Verona torna il Nabucco risorgimentale

Un fil rouge unisce l’Arena di Verona e Teatro alla Scala di Milano nell’allestimento del Nabucco di Arnaud Bernard che, dopo aver inaugurato il festival de 2017, torna in scena per otto serate. Dopo il debutto del 25 giugno sono previste altre sette repliche dell’opera di Giuseppe Verdi ambientata in epoca risorgimentale: 1, 7, 10, 23, 29 luglio, 18 agosto, 3 settembre.

Uno spettacolo di ampio respiro storico e cinematografico che si rifà visivamente a Senso, capolavoro di Luchino Visconti, aiutato dall’imponente scenografia di Alessandro Camera che, fra barricate e saloni, ruota intorno al Teatro alla Scala di Milano, città al centro dei moti risorgimentali del 1848. Bernard ricolloca la vicenda biblica negli anni in cui Verdi compose l’opera, mentre gli italiani combattevano per la propria indipendenza e identità nazionale, eleggendo il Nabucco di Verdi, al debutto su libretto di Temistocle Solera, alla Teatro alla Scala di Milano nel 1842 icona di questa lotta. Ecco quindi il tripudio sul palco dell’Arena di bandiere tricolori e anche di un “Viva Verdi” (che, negli ultimi anni dell’occupazione austriaca del lombardo veneto, sottendendo Vittorio Emanuele Re d’Italia, permetteva ai patrioti di manifestare senza incorrere in repressioni) che travolgono il pubblico di emozioni. Efficace la rappresentazione del coro degli ebrei, il coro dei cori con  “Va’, pensiero, sull’ale dorate…”,  all’interno dell’allestimento del Nabucco nel Teatro alla Scala. Una rappresentazione nella rappresentazione, un teatro nel teatro” che, grazie a questo espediente è capace di raccontare la nostra storia

L’allestimento di Bernard legge quindi nel contrasto insito nella vicenda narrata nell’opera – il conflitto tra Babilonia e Gerusalemme – la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento. Ed è questa visione profondamente risorgimentale suggerita da musica e libretto, e propria dei rivoluzionari italiani negli anni in cui Verdi componeva, che ha permesso a Nabucco di diventare nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il suo Va’, pensiero che si eleva ad inno del riscatto nazionale. Bernard parte da questa interpretazione per rendere il dramma più storico, umano e verosimile.

Il collegamento tra Milano e Verona ha inoltre un doppio valore storico per due motivi: la collaborazione tra le due fondazioni e le stesse origini del teatro milanese che, inaugurato nel 1778, ha ereditato nome e sede dalla chiesa di Santa Maria alla Scala (così chiamata in onore di Regina della Scala, della dinastia degli Scaligeri, Signori di Verona, e moglie di Bernabò Visconti, Signore di Milano) demolita proprio per fargli posto,  Poi, nel ‘900, si è stabilito un tradizionale stretto rapporto tra le due Fondazioni liriche (tanti anni fa l’Arena era definita la “Scala d’estate”).

Con il Nabucco sale sul podio il maestro Daniel Oren che dirige (richiamando anche il pubblico scatenato nella richiesta di bis dopo la prima esecuzione “Va’ pensiero”) Orchestra e Coro, preparato da Ulisse Trabacchin. Nel ruolo del titolo il baritono Amartuvshin Enkhbat che, acclamato in Arena fin dai suoi esordi, torna a Verona immediatamente dopo il successo personale riscosso come nuovo Rigoletto al Teatro alla Scala. Accanto a lui, il soprano uruguaiano Maria José Siri interpreta per la prima volta a Verona il difficilissimo ruolo di Abigaille, al suo debutto areniano il basso Abramo Rosalen nei panni di Zaccaria, mentre il tenore Samuele Simoncini e il mezzosoprano Francesca Di Sauro interpretano rispettivamente Ismaele e Fenena.