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Veronica Pivetti è Viktor und Viktoria

Veronica Pivetti torna sul palco con VIKTOR und VIKTORIA, la commedia ispirata al film di Reinhold Schunzel, al Teatro Nuovo di Milano dal 15 al 24 marzo. In scena con lei Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti, diretti da Emanuele Gamba nella versione originale di Giovanna Gra.

Quando la crisi colpisce il mondo dello spettacolo anche gli artisti Il devono aguzzare l’ingegno per sopravvivere. Così Viktoria, talentuosa cantante disoccupata nella Berlino degli anni Trenta, si finge Viktor e conquista le platee, scatenando però, con il suo fascino androgino, curiosità e sospetti. 

Una commedia che, con leggerezza, arriva in profondità: tra battute di spirito e divertenti equivoci, infatti, critica una società bigotta e superficiale, molto simile alla nostra, che giudica solo dalle apparenze. 

In una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della repubblica di Weimar un’attrice di provincia, Susanne Weber, approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. Il freddo le ha congelato le membra, e anche il cuore non è rimasto illeso. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, si scambieranno anche sesso ed identità! Ed è per proprio per l’affamata ditta che Susanne si sacrifica e diventa Viktor und Viktoria, cioè un acclamato ed affascinante en travesti, anche grazie all’aggiunta di un colorato, buffo e stravagante fallo di cotone che diventa l’emblema del loro piccolo grande segreto. Viktor und Viktoria viene acclamato in tutti i teatri d’Europa. Una brillante compagnia capitanata dalla caustica Baronessa Ellinor Von Punkertin in cui spiccano Lilli Shultz, buffa e biondissima ballerina di fila di cui Vito è innamorato e un attrezzista dai modi bruschi e obliqui, Gerhardt miete successi ovunque. Ma, tornati a casa per l’ultima recita, un incontro fatale con il fascinoso conte Frederich Von Stein sfiorerà il cuore gelato di Susanne. Purtroppo, anche il conte ha un segreto e la liaison si complica. E, mentre a Berlino la situazione politica degenera precipitosamente, la nostra protagonista sarà costretta a fare le sue scelte: sentimentali e di vita. Non tradire mai Vito, l’amico inseparabile, né il conte, ormai padrone del suo cuore. Riuscirà Susanne/Viktor ad abbandonarsi fra le braccia del suo inaspettato amore senza che la scelta le risulti fatale?

Sullo sfondo di una Berlino anni trenta, una Veronica Pivetti racconta una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, scambi di persona e ricca di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi, cimentandosi nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale.

VIKTOR UND VIKTORIA

Commedia Con Musiche Liberamente Ispirata all’omonimo Film di Reinhold Schunzel 

Versione Originale Giovanna Gra 

Regia Emanuele Gamba 

Con Veronica Pivetti

Con Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci, Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti 

Scene Alessandro Chiti 

Costumi Valter Azzini 

Luci Alessandro Verazzi 

Musiche Originali e Arrangiamenti Maurizio Abeni 

Aiuto Regia Vittorio Testa                                     

TEATRO NUOVO DI MILANO

piazza San Babila 2

dal 15 al 24 marzo ore 20.45

16 marzo, 17 marzo, 24 marzo ore 15.30

BIGLIETTI

Prevendita online: www.teatronuovo.itwww.ticketone.it 

Biglietteria Teatro Nuovo
02.794026
Da lunedì a sabato 10:00/19:00 orario continuato
Domenica 14:00/17:00
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Gli Uccelli di Aristofane al teatro Menotti: in scena la Nubicuculia di Emilio Russo

di zZz – Resta, ormai, poco tempo prima che la città degli Uccelli (Nubicuculia) chiuda i suoi battenti. Venite ad abitare tra le nuvole: a metà strada tra la terra degli uomini (corrotta) e il cielo degli dèi (distratto). Basta seguire il verso dell’Upupa (o dell’allodola, o magari dell’usignolo…) e varcherete le porte del non-luogo felice (forse) e godrete di ali e sentirete dolci melodie e camminerete al ritmo di Bodhran. Cercate una nuova patria? Una nuova carta d’identità?  Ebbene, Nubicuculia ve la darà: bastano solo 120 minuti – intervallo compreso – per entrare nel misterioso universo ri-creato da Emilio Russo, che ha sapientemente “riscritto”, con (e per) i suoi attori (tutti giovani e davvero bravi), la commedia di Aristofane, rendendo ancora attuale un testo del quinto secolo a.C. Ma solo chi è in grado di cogliere gli ultrasuoni durante lo spettacolo sentirà il sussurro allusivo ai nostri tempi; un riferimento sottile che fa giustamente a meno delle retoriche pompose sullo ‘straniero’ e sui miti della politica attuale. Tutto è trattato con la giusta leggerezza: con quella ironia e con quel garbo di cui Aristofane fu maestro grande, irriverente e cinico. Non è facile – diciamolo – mettere in scena una tragedia e una commedia antica in un teatro ‘chiuso’; non è facile ammaliare il pubblico senza una scenografia naturale, quale invece può offrire un teatro greco o un sito archeologico. Eppure, Emilio Russo ci è riuscito, senza strafare e senza grandi ‘arredamenti’, ma interpretando bene lo spirito dell’opera originale. È bastata una gradinata in legno per richiamare i teatri antichi; è bastato sfruttare i diversi livelli (alto/basso) per enfatizzare i conflitti tra i personaggi e per creare l’illusione di altre dimensioni poste al di sopra e al di sotto del palcoscenico; è bastato un gruppo di attori ‘vivi’ e ‘naturali’ per riportare alla luce (con il bel contributo delle ombre della compagnia “Controluce”) la storia, il viaggio e il progetto dei due ateniesi fuoriusciti dalla loro città (Pisetero ed Evelpide). Peccato – ma è comprensibile – che il numero degli attori sia ridotto al minimo indispensabile; peccato non aver potuto vedere sulla scena un coro di uccelli più consistente. Peccato davvero perché, anche se formato da pochi elementi, il coro è stato proprio ben diretto: una bella sorpresa degna di nota per i movimenti, la forza, il ritmo e la coordinazione degli attori (anzi, delle attrici in questo caso: tutte giovani, quasi tutte abbastanza brave e ben vestite da Pamela Aicardi). Un bel coro davvero, dunque. Il che non è cosa da poco. Una delle difficoltà da affrontare quando si mette in scena una commedia o una tragedia greca è costituita sicuramente dal coro; ma Emilio Russo ha trovato un’ottima soluzione gradevole alla vista e all’udito. La seconda difficoltà riguarda gli dèi. E in questo la scelta delle maschere non mi è piaciuta. Forse si è trattato di una scelta obbligata perché gli attori erano pochi (e un attore doveva interpretare due o tre parti); in ogni caso, mi sarei aspettato una soluzione diversa, soprattutto perché lo spettacolo è di qualità e il gran lavoro fatto dagli attori e dal regista si vede tutto… ed è degno di essere visto e applaudito.  

Gli Uccelli di Aristofane al Teatro Menotti dal 17 gennaio al 3 febbraio 2019




Queen LeaR: la magia delle Nina’s incontra Shakespeare

di Vittoria Colli – Eccolo, è arrivato, il primo regalo del 2019 e non è la solita sciarpa ma un intero guardaroba di tweed glitterato caldo unito a quel ricordo di famiglia che viene passato di generazione in generazione.

Le Nina’s Drag Queens tornano a Milano con Queen LeaR, roboante adattamento en travesti dell’omonimo dramma di Shakespeare.

La storia è quella di Re Lear ma calata nella realtà contemporanea. Qui il sovrano è l’anziana Lea Rossi, emigrata in Inghilterra e proprietaria di un negozio di giocattoli che, arrivata alla pensione, vende l’attività e decide di affidarsi alle cure delle sue tre figlie e della fidata amica Kent.

Lo spettacolo si sviluppa fra istantanee di ambienti in continuo dialogo, cambi di scena come lunghi piani sequenza a passare da una casa all’altra, dalla strada all’ospizio, dall’amore filiale all’esasperazione, dall’abbandono degli “ultimi” al miraggio di una vita migliore, dalla tolleranza alla crudeltà parentale, ricordandoci che si può essere spietati anche quando si hanno le migliori intenzioni, anche quando a muoverci è l’affetto. 

Il tema della vecchiaia e delle sue conseguenze è centrale in tutto lo spettacolo, pronto a fare capolino anche nelle parti più divertenti. Sì, perché si ride anche, ci si diverte. Le Nina’s riescono a misurare sapientemente gli ingredienti portando leggerezza e ironia all’insieme, creando un saliscendi di emozioni che pungolano continuamente la platea.

Il testo mixa sapientemente citazioni pop e brani dal Lear originale, aumentando al massimo la vicinanza col pubblico. Un modus operandi che da sempre caratterizza la compagnia. Rispetto alla formula classica però svaniscono i lipsync propri della tradizione drag, lasciando spazio a inedite canzoni scritte e musicate appositamente per lo spettacolo, tutte rigorosamente cantate live dagli attori.

La scelta è sicuramente ambiziosa ma la sperimentazione, oltre che coraggiosa, è soprattutto necessaria nella continua evoluzione della compagnia drag più famosa d’Italia.

A colorare il tutto, una scenografia in perfetta sintonia con musiche, luci e costumi: scelte cromatiche che creano fotografie multicolori o delicatamente tono su tono, un mondo avvolgente che porta lo spettatore da un vivido e saturo arcobaleno, fino al vuoto freddo delle scene finali. Un sincronismo continuo con la trama.

Una prova di alto livello per tutti gli attori, perfetti e virtuosi in un meccanismo complesso e variegato di movimenti ed espressioni. Sax Nicosia è una regina austera ed orgogliosa, magnetica ed immensa per tutta la durata della pièce; Lorenzo Piccolo e Ulisse Romanó interpretano le sorelle Gonerilla e Regana, unite e divise dalle mille sfaccettature dell’amore; Gianluca di Lauro è Kent l’amica innamorata di Lea, la speranza che mai si arrende; Alessio Calciolari dà anima e corpo al migrante Edmund, che cerca e trova la sua strada, e a Cordelia, la terza figlia di Lea che, alla fine, riunisce la famiglia.

Applausi e standing ovations meritatissimi

Uno spettacolo assolutamente da non perdere, diverso, vero, intenso, che fa sorridere, ridere, commuovere e che porta un messaggio universale che di questi tempi si dà sempre troppo per scontato: ama finché sei in tempo.

Concedetevi un giro su questa magica giostra di emozioni. 

Queen LeaR

Fino al 20 gennaio al Teatro Carcano 

www.teatrocarcano.com/spettacoli/queen-lear/




Yury Revich e Simone Di Crescenzo raccontano Dreamland

Il prossimo 22 novembre, nella prestigiosa sede del Theater an der Wien a Vienna, avrà luogo un evento davvero speciale: Dreamland, un charity gala a favore di UNICEF. Organizzatore della manifestazione è il giovane pluripremiato violinista Yury Revich che ha riunito sul palco, per l’occasione, artisti internazionali tra cui anche il Maestro Simone Di Crescenzo. Cosmopeople ha intervistato Yury Revich e Simone Di Crescenzo per scoprire tutto su questo grande e importante evento.

Che cos’è Dreamland?

S.D.C. – Dreamlan è un progetto nato dalla collaborazione tra “Friday Nights with Yury Revich“, fondato e diretto dal celebre violinista russo e Unicef, che vedrà impegnati tantissimi artisti legati dall’intento di offrire, attraverso l’arte, un contributo concreto per il benessere dei bambini meno fortunati.

Parliamo di una manifestazione culturale di alto livello in cui viene messa a fuoco l’idea neo-rinascimentale del “Concerto delle Arti“, che è alla base del progetto di Yury e che io condivido fortemente. In questa prospettiva il concetto di Arte è molto liquido, abbraccia e combina insieme vari elementi. A mio parere soprattutto al giorno d’oggi, una visione di questo tipo, che pone le sue fondamenta sui concetti di interazione ed integrazione, deve essere più che mai sostenuta.

Si tratta di un evento veramente ricco e spettacolare, in cui musica, danza, teatro e pittura si incontreranno e si andranno a compenetrare: sarà una serata variopinta popolata da grandi personalità artistiche e sono molto onorato di farne parte.

Perché Dreamland?

S.D.C. – Dreamland perché è un gala interamente votato al sogno e alla speranza, prerogativa di tutti i bambini. Anche il repertorio che abbiamo scelto volge lo sguardo ad atmosfere notturne e sognanti, per descrivere al meglio alcuni aspetti particolari dell’infanzia. Personalmente eseguirò degli estratti dalle Kinderszenen di R. Schumann, delle ‘scene infantili’ appunto, che prenderanno forma e colore grazie a Simona Atzori, accompagnerò Sumi Jo nell’interpretazione di “Casta Diva” di V. Bellini e “Meine Lippen, sie kussen so heiss” di F. Lehár. Last but not least, insieme a Sumi Jo e Yury Revich chiuderemo il concerto con le note variazioni “Ah, Vous Dirai-Je Maman!” dalla commedia musicale Le Toreador di A. Adam, noto motivo popolare francese dal carattere giocoso, che è presente nella memoria musicale di molti grazie alle variazioni per pianoforte scritte da Mozart. 

Dreamland perché sarà palcoscenico di giochi musicali, divertimento e colori, per ricordare e non dimenticare che ogni bambino ha diritto all’infanzia.

Come nasce l’idea di unire in un unico evento grandi nomi del panorama artistico internazionale?

S.D.C. – L’idea nasce innanzitutto dal forte desiderio di dare un’ampia risonanza agli scopi di questa manifestazione, tanto nobili e alti quanto spesso percepiti “in sordina” dal pubblico e non solo. Yury è riuscito ad avere con sé sul palco artisti come l’attrice Christiane Hörbiger e l’étoile della Wiener Staatsoper Liudmila Konovalova, insieme a grandi personalità internazionali, come Sumi Jo, Ute Lemper e Thiago Soares, che hanno entusiasticamente sposato la causa. Abbiamo fatto questo per mettere in luce come la cooperazione tra le arti sia non solo una realtà possibile, ma anche una ricchezza ed un pregio per il mondo della cultura. 

Questo progetto nasce con l’intento di suggerire e promuovere quell’apertura necessaria in primis per vivere in armonia e poi per fare arte insieme. Capita spesso di perdere di vista valori importanti come questi e credo che avvicinarsi alla realtà dei bambini, i veri protagonisti di questo evento, possa aiutare a riprenderne piena coscienza.

Simone, sei emozionato di debuttare in un teatro così prestigioso?

S.D.C. – Sono doppiamente emozionato sia perché si tratta di un palcoscenico che ha segnato la storia della musica e sul quale sono state date prime esecuzioni assolute in opere di Beethoven, Strauss, Lehár e molti altri compositori, sia perché affiancherò un parterre di altissima caratura artistica. Si tratta inoltre del mio primo concerto a Vienna, una città così significativa per il mondo musicale, con una tradizione così grande ! 

Yury sei la rivelazione di questi ultimi anni. Ti aspettavi un successo simile nella tua vita?

Y.R. – Grazie mille! Sto lavorando sodo, e ho ancora molti piani e molti sogni da realizzare!

Per me questo progetto è molto significativo, come artista ho la possibilità di raggiungere un pubblico ampio e posso cercare di sensibilizzare le persone su cause, temi e progetti sociali importanti. Sono consapevole della mia fortuna nel poter vivere il mio sogno ma ci sono moltissime persone che non hanno le mie stesse possibilità e attraverso i miei progetti umanitari cerco di dar loro voce, credo sia necessario che ognuno dia il proprio contributo. 

Tu e Simone collaborate insieme da un po’ di tempo, pensate di continuare a farlo?

Y.R. – Simone è un meraviglioso pianista ed una splendida persona, e sono molto contento di suonare con lui: non vedo l’ora di lavorare ai nostri progetti futuri!

Avete dei progetti insieme dopo Dreamland? 

Y.R. – Si, ma è un segreto! Stay tuned! Saranno rivelati prestissimo!

Ci sarà un’incisione del concerto viennese?

Y.R. – Dreamland verrà filmato, presto potrete vederlo ed emozionarvi insieme a noi!

Yury, puoi darci qualche anticipazione dei tuoi prossimi progetti? 

Y.R. – Sono molto emozionato per la nuova stagione di Friday Nights with Yury Revich (http://www.fnights.com/); ci sarà un nuovo CD con concerti di Johanna Doderer e Dmitry Kabalevsky ed un paio di importanti debutti con grandi orchestre!

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Torna Grease di Compagnia della Rancia

Il mitico film Grease compie 40 anni e per l’occasione torna in edizione restaurata in Dvd, Blu-ray e 4K Ultra Hd con Universal Pictures Home Entertainment Italia. Per festeggiare l’anniversario, a Cannes, è stata organizzata una proiezione speciale sulla spiaggia presentata da Randal Kleiser, regista del film, e dal protagonista John Travolta.

Anche in Italia si festeggia l’anniversario grazie a Compagnia della Rancia che porta nuovamente in scena Grease il musical. Scritto da Jim Jacobs e Warren Casey, con la regia di Saverio Marconi, Grease è diventato un vero e proprio fenomeno di costume, uno spettacolo cult apprezzato, da oltre vent’anni, da più di 1.750.000 spettatori di tutte le età.

Grease il musical incomincia la tournée 2018/2019 dal palco del Teatro della Luna di Milano dall’8 novembre al 2 dicembre 2018 (Tutte le tappe sul sito ufficiale grease.musical.it).

Nel rodato cast della scorsa stagione c’è una new entry: Giulio Corso, nel ruolo di Danny Zuko.

E allora tutti pronti a tornare al Liceo Rydell, tra T-Birds e Pink Ladies, per vivere la storia d’amore di Danny e Sandy con le indimenticabili hits di Grease!

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Grease il musical

8 novembre – 2 dicembre 2018

Teatro della Luna – Milano 

Biglietti a partire da € 25




I Muffin presentano il musical La Principessa sul Pisello al Teatro del Baraccano di Bologna

Il 6 e 7 ottobre al Teatro del Baraccano di Bologna debutta un musical inedito: “La principessa sul pisello”.

La favola scritta da Hans  Christian  Handersen  viene portata in scena dal gruppo teatrale I Muffin (Riccardo Sarti, Giulia Mattarucco, Maddalena  Luppi e Stefano Colli) in un divertentissimo  allestimento musicale.

La storia segue le avventure della goffa  ed  impacciata  Winnifred  alle prese con la perfida regina Aggravia a cui vuole dimostrare di essere una vera principessa.

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Tutti pronti, quindi, a compiere un magico viaggio musicale nel Medioevo che, tra  cavalieri,  maghi,  incantesimi,  materassi,  madri  gelose,  un  bizzarro  re  muto  e  un piccolo  pisello  verde, farà  ridere  ed emozionare  tutta  la  famiglia.

6 – 7 Ottobre 2018

La Principessa sul Pisello

Teatro  del  Baraccano

Bologna  – Via  del  Baraccano  2

Prevendita  su  Vivaticket al link:  bit.ly/principessasulpisello




Mary Poppins torna a Milano

È vero, c’è qualcosa di magico nell’aria, il vento dell’est si sta alzando nuovamente e la tata più famosa al mondo sta per tornare a Milano. Mary Poppins, la tata “praticamente perfetta sotto ogni aspetto”, dopo il successo della scorsa stagione, si prepara a conquistare ancora il cuore di tante famiglie e, soprattutto, di tanti bambini.

Dal 5 ottobreMary Poppins il musical” tornerà in scena al  Teatro Nazionale CheBanca! di Milano. Con canzoni indimenticabili come “Supercalifragilistichespiralidoso”, “Cam caminì”, “Com’è bello passeggiar con Mary” e “Un poco di zucchero” e un cast di artisti di primo livello, capeggiati dalla bravissima Giulia Fabbri nel ruolo di Mary, lo show, con la sua magica e affascinante atmosfera, fatta anche di incredibili effetti e coinvolgenti coreografie, è pronto a far divertire e commuovere grandi e piccini.

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Mary Poppins il musical, inoltre, sostiene la Fabbrica del Sorriso, grazie al sodalizio tra WEC – World Entertainment Company e Mediafriends Onlus. Un’unione significativa fra uno spettacolo amato soprattutto dalle famiglie e un’iniziativa che pone al centro i bambini, con i loro bisogni e i loro desideri. Parte del ricavato della vendita dei biglietti di Mary Poppins il musical verrà devoluto come contributo per i progetti individuati da Fabbrica del Sorriso per il 2018, donando così una possibilità concreta ai bambini, in Italia e nel mondo, per uscire dalla povertà, dal disagio e dall’emarginazione.

Foto di Alessandro Pinna

Mary Poppins il musical

Teatro Nazionale CheBanca! di Milano 

dal 5 ottobre 2018

Biglietti da € 34




Carmen ammalia Verona

Una Carmen ribelle, sensuale, passionale, egoista, dominatrice e determinata è quella che ha aperto la stagione del 96° Opera Festival all’Arena di Verona. La Carmen immaginata da Hugo de Ana prende vita in epoca franchista, a metà degli Anni ’30, oltre cinquant’anni la messa in scena della prima rappresentazione di una delle opere più amate a livello mondiale grazie a quell’afflato di libertà che contraddistingue la protagonista. Carmen infatti è una donna che si distingue tra le altre proprio per la risoluta ricerca della libertà, scelta che riafferma con orgoglio anche di fronte anche alla morte imminente. Una vittima di femminicidio, come è stato sottolineato nel corso della prima rappresentazione areniana di un mese fa con la deposizione al posto 32 della platea di 32 rose rosse a ricordo della vittima di femminicidio da inizio anno. Da allora, il numero è salito a 39. Il che evidenzia, purtroppo, l’attualità dell’opera di Georges Bizet su libretto di Prosper Mérimée: dalla prima rappresentazione della Carmen del 1875 sono passati oltre cent’anni ma poco è cambiato, rimangono purtroppo numerosi gli uomini come Don Jose che confondono l’ossessione malata per amore e non accettano il “no” come risposta.

 

La scelta di de Ana di ambientare l’opera durante la guerra civile spagnola che ha imperversato nella Penisola iberica negli Anni ’30, ben si adatta al personaggio di Bizet. In quegli anni infatti, partecipando alla lotta armata, le donne hanno avuto modo di iniziare l’emancipazione anche sul fronte politico. Un altro tassello che ben si adatta alla rivoluzionaria complessità di Carmen. L’allestimento è dinamico tra cavalli, auto, carri si muovono ballerini, sigaraie e soldati in un movimento talvolta caotico ma studiato sulle le macerie di una Spagna ferita dalla guerra civile. Uno scenario che sottolinea la brutalità della guerra, piuttosto che la Spagna da cartolina spesso convenzionalmente rappresentata in Carmen. Nel primo e nel terzo atto predominano i colori più cupi, il bianco e il nero, mente il secondo atto, quello ambientato alla locanda di Lillas Pastia è un tripudio di colori e in qualche modo ricorda e forse omaggia, nell’uso dei grandi cartelloni pubblicitari di corride e spettacoli di flamenco, la Carmen di Franco Zeffirelli che ha trionfato in Arena nel corso delle ultime stagioni. Peccato solo che la piaggia abbia interrotto il 4° e ultimo atto dell’opera che avrebbe portato in scena la rappresentazione della corrida con l’ideazione di un’arena in arena. Ma in Arena capita ed è anzi una fortuna che, in una giornata di tempeste e temporali su tutto il Veneto come quella di sabato 21 luglio, sia stato comunque possibile assistere ai primi tre atti. Interessante infine l’uso del video mapping sugli spalti dietro il palco, ovvero la proiezione di scritte che contestualizzano la storia rappresentata in un luogo e in momento storico preciso e, talvolta, producono le immagini della città andalusa. Un spunto ulteriore è stara poi l’idea di de Ana di prevedere un percorso circolare che inizia dalla fine (una conclusione immaginata), l’esecuzione di Don Jose in seguito all’uccisione di Carmen nella stessa arena che vede nel 4 atto il trionfo di Escamillo.

 

Sul palco ottima prova per Anna Goryachova, mezzosoprano dal timbro omogeneo che ha saputo sprigionar la sensualità di Carmen in una interpretazione fluida e disinvolta. Serena Gamberoni, soprano al suo debutto in questa stagione in arena, è stata un Micaela dalla vocalità fresca e sicura che ha incantato il pubblico nel terzo atto nella struggente Je dis que rien ne m’épouvante. Un plauso a Francesco Meli, Don Jose, compagno di palco e di vita di Serena Gamberoni che ha unito un’esecuzione impeccabile alla tragica espressività del protagonista.  Alexander Vinogradov è stato infine un convincente Escamillo dalla voce piena e potente. In scena anche Ruth Iniesta (Frasquita) e Arina Alexeeva (Mercédès) che insieme a Goryachova hanno dato vita all’incantevole terzetto Mêlons!, Coupons!, divertente prima e con un crescendo drammatico sul finale. Completano il cast Davide Fersini (Dancairo), Enrico Casari (Remendado), Gianluca Breda (Zuniga) e Gocha Abuladze ( Moralès). A dirigere l’orchestra Francesco Ivan Ciampa, mentre il maestro del coro è Vito Lombardi e il coordinatore del ballo è Gaetano Petrosino. Il Coro di Voci bianche ALiVe è infine diretto da Paolo Facincani.

Uno spettacolo da non perdere.

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©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Repliche:  3, 9, 12, 22, 25, 28 e 31 agosto  (h 20.45).

Biglietti a partire da 22 euro




Forever Crazy. Il Crazy Horse arriva a Milano

Luci soffuse, tavolini, bottiglie di champagne e sul palco bellissime ballerine che ammaliano e conquistano gli spettatori . Non è un sogno! Dal 20 al 24 giugno la sala del Teatro Nuovo di Milano si trasforma nel locale più glamour, affascinante e trasgressivo di Parigi: il Crazy Horse!

A distanza di quattro anni, torna a Milano l’eccezionale show che dagli anni Cinquanta conquista milioni di spettatori, e torna con il nuovo incredibile spettacolo  FOREVER CRAZY: sessantasette anni di creazione e follia concentrati in novanta minuti di incanto.

Forever Crazy” è uno show eccezionale grazie alla selezione dei numeri più famosi del cabaret più glamour di Parigi: dal leggendario “God Save Our Bareskin”, numero coreografato da un tenente dell’esercito britannico, che apre dal 1989 tutte le serate del locale parigino, fino alle recenti creazioni firmate dal coreografo Philippe Decouflé e dalla regina della lingerie chic Chantal Thomass.

Le performance sono esaltate da eleganti costumi, musiche originali, giochi di luci e proiezioni ad alta definizione. Il risultato è uno spettacolo unico, tra arte e divertimento, un caleidoscopio unico di bellezza, passione e precisione.

Crazy Horse presenta

Forevere Crazy

 

Teatro Nuovo di Milano 

piazza San Babila – Milano

dal 20 al 24 giugno 2018

ore 20.45  

venerdì 22 e sabato 23 giugno anche alle 23.15

Biglietti da 34.50€

www.teatronuovo.it




Barbara Foria torna al Nuovo con Eu…foria!

Torna al Teatro Nuovo di Milano un grande successo della scorsa stagione: Eu…foria! con la comicità travolgente di Barbara Foria.

Una carica esplosiva di femminilità e la consapevolezza di sentirsi, dopo i 40 anni, una “gnocca vintage” con ancora  un corpo da favola.

Barbara Foria, dopo una straordinaria edizione di Colorado su Italia 1 nei panni di Scianel (parodia di successo della boss di Gomorra), un cinepattone al fianco di Massimo Boldi, e dopo aver recitato al Teatro Manzoni e al Leonardo, è pronta a mostrare a Milano tutto il suo talento e la sua autoironia raccontando, in esilaranti monologhi, tutto quello che le donne non dicono, ma pensano!

Un mirabolante viaggio della donna d’oggi, in eterna lotta con i social, con whatsapp  e con l’amore sempre più virtuale e sempre meno reale. Una donna alle prese con il corpo che cambia e il metabolismo che va in blocco come le caldaie, e mai che si vedesse un’idraulico capace di sbloccare la situazione!

Barbara Foria affronta con la solita grande ironia i vizi e le virtù dell’essere donna con la D maiuscola, in balia di uomini con la C minuscola. Dove la C fa ovviamente riferimento al Cervello… o al Cuore.

La vita va vissuta con ironia e tanta euforia. Dopo i 40 ci chiamano M.I.L.F.? Per me è l’acronimo di: MO’ INIZIA LA FELICITÁ!

4 – 13 maggio 2018

Teatro Nuovo di Milano

Eu…foria!

di e con Barbara Foria

Biglietti e info

Tel. 02794026

Biglietti da 14,50€

www.teatronuovo.it