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Autobiografia Erotica di Starnone in scena al Parenti

In un appartamento di Roma, un uomo e una donna, Aristide e Mariella, si rivedono dopo 20 anni. Non sono amici, solo due sconosciuti che si sono incontrati, una volta sola e per poche ore, 20 anni prima, e hanno avuto un furtivo e frettoloso rapporto sessuale.

Lui, pur non ricordando chi fosse quando ha ricevuto la sfacciata convocazione da parte di lei, accetta l’invito. Lei ora gli chiede di scavare in quelle poche ore di molti anni prima e di ricostruirle minutamente, utilizzando, per giunta, un linguaggio lascivo.

«Cosa è accaduto allora? La realizzazione di un puro, irresponsabile desiderio sessuale? Se è così – dice Mariella – perché parlarne con il linguaggio dolce dell’amore? Meglio l’oscenità».

Comincia così un gioco, in cui i due ripercorrono, scompongono e analizzano il loro primo incontro, mettendo a confronto, ora con allegria ora con crudeltà, due esperienze sulla sessualità molto diverse, alla ricerca di un punto di incontro.

In un mondo dove solo il sesso sembra dar senso alle cose, che sembra essersi trasformato in una nuova  religione laica con cui fare i conti quotidianamente, un ago della bilancia che soppesa, valuta, influenza ogni azione volontaria o involontaria.

E la psicanalisi, nuovo dogma dell’uomo moderno, fa da arbitro che ora assolve e ora condanna.

Domenico Starnone, dopo Lacci e La scuola, ritorna ancora una volta alla drammaturgia teatrale con Autobiografia Erotica (dal suo romanzo Autobiografia erotica di Aristide Gambía) in uno spettacolo diretto da Andrea De Rosa.

Credo che l’esperienza più importante che si possa fare ancora oggi a teatro è quella di mettere in discussione la propria identità – dice il regista Andrea De RosaPer questo sono affascinato da quei personaggi che, credendo di conoscersi, nel corso di un dramma o di una commedia finiscono invece per vedere sgretolarsi le proprie certezze, scoprono che ciò che credevano di sapere di sé stessi e della propria vita era falso, artefatto o almeno incompleto (Edipo è l’esempio più grande di questo tipo di personaggio). È ciò che accade ad Aristide Gambia, nel corso del bellissimo testo che Domenico Starnone ha tratto dal suo romanzo. Una donna si ripresenta nella vita di Aristide a distanza di vent’anni e lo invita, in maniera insieme ludica e misteriosa, a ripercorrere un episodio che lui aveva velocemente archiviato nel reparto “avventure erotiche senza importanza della mia vita”: una mezza giornata trascorsa insieme, una scopata veloce, vent’anni prima. Attraverso un linguaggio crudo ed esplicito, la memoria di quella giornata diventa pian piano il pretesto per andare a fondo nel pozzo nero della rimozione, dove spesso accantoniamo ciò che crediamo senza alcuna importanza e che è invece lì, in agguato, pronto a rimescolare profondamente il senso della nostra vita. Ho scelto di cancellare dalla scena e dal testo originale qualunque riferimento realistico. Dopo molti spettacoli in cui ho sperimentato a fondo gli apparati che le nuove tecnologie offrono al teatro (soprattutto nel campo delle tecnologie del suono), ho scelto stavolta di lavorare solo con gli attori, un tavolo e due sedie, per concentrarmi esclusivamente sulla domanda che il testo porta dentro di sé, l’unica che mi preme davvero: chi siamo noi, chi sono io veramente?

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24 – 29 aprile 2018

Teatro Franco Parenti – Sala AcomeA

Autobiografia Erotica

di Domenico Starnone
tratto da Autobiografia erotica di Aristide Gambía, romanzo di Domenico Starnone
con Vanessa Scalera e Pier Giorgio Bellocchio
Regia Andrea De Rosa

produzioni Cardellino srl

Biglietti
intero: platea 23,50€; galleria 18€
convenzioni > 18€
over 65/ under 26 > 15€
+ diritti di prevendita

Info e biglietteria 

Biglietteria
via Pier Lombardo 14
02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it




La Giostra, il musical debutta a Torino

Debutta a Torino, il 21 aprile, al Teatro Sporting Dora, l’inedita commedia musicale “La Giostra, il musical”.

Lo spettacolo, ambientato in una casa di accoglienza, agli inizi degli anni 90, racconta il percorso esistenziale di giovani ragazzi che, dalle ombre delle proprie paure, risorgono fino a diventare protagonisti della propria vita.

Il soggetto inedito è di Federica Cardamone e Santi Scammacca, che ne cura anche la regia, mentre i brani musicali, tutti originali, sono stati composti dal M° Umberto Gaudino e da Carlo Montanari.

Lo spettacolo è interamente realizzato da artisti della città di Torino che hanno osato indagare il teatro musicale nelle sue più complesse forme, tanto da creare un’opera matura e dal sicuro effetto drammatico.

La città di Torino, riconosciuta l’importanza artistica del progetto, si è prestata con le sue risorse alla realizzazione dello stesso. OffGrid Italia ha costruito la scenografia con materiali di scarto e rifiuti, cui ha dato una seconda vita e una nuova bellezza. L’utilizzo di tali materiali si pone anche in relazione con i personaggi e la storia, andando a sottolineare ancora di più l’analogia tra il decadimento personale dei protagonisti e quello dell’ambiente che li circonda. Questa forte tematica ha fatto sì che anche il Museo dell’Ambiente (MACA) desse il proprio supporto.

I costumi di scena, pezzi originali dismessi degli anni ’90, sono stati forniti dall’atelier Cha.rly Vintage & Flowers.

Abbiamo scelto l’ambientazione negli anni 90 perché sono sempre di forte tendenza in ogni elemento mediatico – dicono gli autori – Tra l’altro, essendo uno spettacolo autoprodotto ed ecosostenibile, la moda degli anni 90, un patchwork di tanti stili, era più facilmente reperibile e riusabile

Salite, salite, amici miei sulla giostra. Quale meravigliosa attrazione!”.

Teatro Sporting Dora – Torino
21 aprile 2018 ore 21

La Giostra, il musical

con Alberto Bellomo, Federica Cardamone, Stefano Limerutti, Arianna Luzi, Maria Elvira Rao, Francesca Canova, Davide Najjar, Elia Rossi, Giulia Sferrazza e Denise Zaffonte.

Regia di Santi Scammacca

Coreografie: Anna Amelio

Arredi di scena: OffGrid Italia, ReLand

Costumi: Cha.rly Vintage&Flowers

Biglietti : 18 euro (prezzo intero); 15 euro (prezzo ridotto under 16 e over 65)

Per maggiori info:

https://www.lagiostramusical.it/

https://www.facebook.com/lagiostramusical/

https://www.instagram.com/lagiostramusical/

https://twitter.com/giostramusical




Il pop didattico di Lorenzo Baglioni al Teatro Nuovo di Milano

Dopo aver insegnato con ironia agli italiani l’uso del congiuntivo, dal palco di Sanremo, con una canzone tra le più interessanti della kermesse canora, Lorenzo Baglioni, classe 1986, toscano, laureato in matematica e ex professore, arriva in tour al Teatro Nuovo di Milano il prossimo 28 marzo.

Lorenzo è un artista eclettico: si muove tra il cantautorato, la recitazione e il teatro-canzone, e con la sua musica ha dato vita a un pop didattico, in cui si trovano ironia, musica e materie scolastiche.

Il brano sanremese Il Congiuntivo è diventato un vero e proprio caso mediatico e di studio: il videoclip in poco tempo ha collezionato oltre 7 milioni di visualizzazioni sul web e l’Accademia della Crusca, dopo aver elogiato la canzone sui social, ha ospitato Lorenzo Baglioni in uno dei suoi appuntamenti pubblici rivolto ai giovani in cui si parlava dell’importanza della lingua italiana.

Il 16 febbraio è uscito l’album “Bella, Prof!”, che segna il debutto discografico di Lorenzo con Sony Music. L’album è composto da 12 tracce dedicate a 12 materie scolastiche differenti che, sullo stile del brano presentato sul palco del Teatro Ariston Il Congiuntivo, gioca con ironia portando avanti intenti didattici precisi.

Il disco è una provocazione nei confronti della didattica ‘classica’, proponendo, con intelligente ironia, un’alternativa, un modo leggero per trattare argomenti seriosi, attraverso due assi vincenti della comunicazione: la musica e la comicità.

In “Bella, Prof!” si va così da Le leggi di Keplero, raccontate con lo stile pop delle boy-band americane a El Corazon, dove su melodie reggaeton viene descritto il funzionamento anatomico dell’organo cardiaco. Non mancano poi tracce dance legate alla grammatica italiana come L’apostrofo o punk legate alla scienza come La classificazione dei Silicati, fino alla fisica de Il piano inclinato descritto in chiave rap. Un vero e proprio ripasso a tempo di musica in tour nei principali teatri italiani

Sempre a marzo è prevista anche la messa in onda su Sky Uno HD dell’omonimo programma tv “Bella, Prof!”: un edutainment dove in 12 puntate Lorenzo approfondirà le materie scolastiche dell’album. Ogni episodio, della durata di 5 minuti, svelerà un videoclip inedito delle varie tracce dell’album dal tono volutamente ironico e tagliente cui farà seguito una vera e propria lezione didattica presieduta da Lorenzo e un professore della materia affrontata.

Bella, Prof!” è un progetto articolato che si esprime attraverso differenti piani di narrazione: musicale – con l’uscita dell’album – televisivo – con l’omonimo programma tv in onda su Sky Uno e live – con un tour nei principali teatri italiani.

Teatro Nuovo


Piazza San Babila, Milano – 02.794026

LORENZO BAGLIONI – BELLA, PROF!
28 marzo ore 20.45


Info Botteghino

Da lunedì a sabato 10:00/19:00 orario continuato

Domenica 14:00/17:00

Per info:

www.teatronuovo.it


www.facebook.com/lorenzo.baglioni/
www.Youtube.Com/User/Lorenzobaglioni




“Minchia signor tenente” da Faletti a Grosso

“Minchia signor tenente” è una commedia che racconta l’incontro tra l’Italia che c’è e quella che avremmo voluto avere. Un tema oggi più che  mai attuale.  Cinque carabinieri, un tenente e la mafia che li circonda… questa potrebbe sembrare la classica storia del cattivo e dei buoni in cui il bene vince sempre… invece no… Lo spettacolo rappresenta quell’Italia che tante volte ci ha fatto soffrire, ridere, piangere e sperare…dove la riflessione si accompagna al sorriso e al racconto degli ultimi, degli eroi minori che troppo spesso fanno la storia e ne sono dimenticati.  Dopo 300 repliche in dieci anni lo spettacolo si avvia a dare il suo arrivederci al pubblico …per ritrovarlo quanto prima al cinema. Un’occasione quindi da non lanciarsi sfuggire.

“Minchia signor tenente”, opera prima di Antonio Grosso e diretto da Nicola Pistoia, è in scena al Teatro San Babila di Milano dal 20 al 25 marzo e vede tra i suoi protagonisti oltre allo stesso Grosso, anche Gaspare Di Stefano Alessandra Falanga, Francesco Nannarelli, Antonello Pascale, Francesco Stella, Ariele Vincenti e  Natale Russo.

Sicilia “isola, isola bella” come la definisce lo spettacolo in apertura, terra di contraddizioni in un anno, per di più esemplare, il 1992, l’anno delle stragi di mafia.  In un piccolo paesino dell’isola c’è una caserma dei carabinieri, posta sul cucuzzolo di una montagna.  I nostri militari, ognuno proveniente da una diversa regione italiana, affrontano la quotidianità del paesino, dove la cosa che turba di più la gente del posto è il ladro di galline: una volpe. Tra sfottò e paradossi, un matto che denuncia continuamente cose impossibili e situazioni personali, i ragazzi si sentono parte di una famiglia, un’unica famiglia. L’arrivo di un tenente destabilizzerà l’unione dei cinque carabinieri. “Minchia Signor Tenente” racconta la quotidianità, lenta, a volte divertente, interrotta da un importante evento.”Minchia Signor Tenente” è l’espressione amara, quasi sussurrata tra i denti perché “urlarla perché significherebbe insubordinazione”, ma che, allo stesso tempo, esce dal cuore. Non n dirla significherebbe arrendersi al male.   “Ho cercato di rappresentare al massimo il rapporto di quotidianità che un gruppo di carabinieri ha dovuto affrontare durante gli anni in cui il nostro paese era devastato dalla furia omicida della mafia. Come può reagire una piccola caserma in un piccolo paese dopo l’uccisione di CassaràDalla ChiesaFalcone? “Minchia Signor Tenente”, non è il solito spettacolo in cui si cerca di raccontare le storie dei protagonisti della guerra di mafia. Ma è semplicemente parlare in modo leggero, addirittura comico, di un argomento che è stato per anni il cancro della nostra società”.

Nicola Pistoia rappresenta rapporto di quotidianità che accompagna i cinque  militari sembrano non accorgersi della guerra di mafia che perversa nel Paese, di cui arrivano solo delle notizie fugaci, ma la loro terra sembra uno stato nello stato, in cui tutto ciò non può succedere, in cui tutto ciò è solo fantasia.  Ma quando ci si alza dalla poltrona si realizza che forse il racconto andato in scena non riguarda solo il passato. “La mafia prima era presente con bombe, attentati e omicidi: oggi tutto questo non c’è più, ed oggi che si presenta silenziosa e sembra essere sconfitta, proprio oggi la mafia è a mio avviso più pericolosa che mai” sosteneva infatti Grosso presentando lo spettacolo.

Il titolo dello spettacolo richiama apertamente “Signor tenente” presentata a Sanremo da Giorgio Faletti nel 1994 in cui l’autore (ex comico di Drive in e in seguito apprezzato scrittore) denunciava al pubblico nazional-popolare del Festival, abituato a ben altri temi (“sole, cuore e amore ” cantavano per la’ppunto anni dopo), le stragi di mafia e la sotto valutazione del ruolo dei carabinieri come argine della legalità nel Paese.

“…Minchia signor tenente e siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie da quando sono derise da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare per poco più di un milione al mese
E c’è una cosa qui nella gola, una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola
Se chi ci ammazza prende di più di quel che prende la brava gente”

Giorgio Faletti – 1994

Grosso, in merito raccontava qualche tempo fa “Era l’anno 1994,il Festival di Sanremo  era arrivato quasi alla fine,  Pippo Baudo aveva la busta con il nome del vincitore, erano rimasti in due: Aleandro Baldi con il brano “Passerà” e Giorgio Faletti con “Signor Tenente”. Ricordo gli occhi di mio padre fissi che penetravano il televisore. Papà disse “Se vince Faletti, L’Italia cambia…” Faletti non vinse e L’Italia rimase sempre quello che era e che è…la patria dei “rifugiati”. Io figlio di un ex maresciallo dei carabinieri ho provato forse, dopo un po’ di anni, quella sensazione che mio padre provò allora. Da bambino io vivevo nel terrore, quando ascoltavo la radio, oppure guardavo la televisione e vedevo parlare di carabinieri, poliziotti che a “causa” soltanto del loro lavoro, venivano ammazzati senza alcuna pietà. La mia paura era che mio padre avesse dovuto fare lo stesso lavoro dei suoi colleghi morti ammazzati. Intanto il tempo è passato e qualche anno fa, per caso, ho riascoltato il brano “Signor Tenente” alla radio, improvvisamente la paura e la voglia di reagire sono contemporaneamente riemersi e non avendo altro strumento che la scrittura, ho elaborato lo spettacolo “Minchia Signor Tenente”. C

 




Sunset Boulevard a Trieste

Sunset Boulevard, uno dei più grandi capolavori di Andrew Lloyd Webber, arriva per la prima volta in Italia, in lingua originale, in esclusiva nazionale, al Politeama Rossetti di Trieste dal 21 al 25 marzo.

Lo spettacolo sarà dunque ospite della stagione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, nel prezioso allestimento originale del UK-Tour, con orchestra dal vivo di 16 elementi, una delle maggiori che si muovano in tournée, e con un cast stellare che vede nel ruolo di Norma Desmond una star del calibro di Ria Jones, già acclamata sostituta di Glenn Close nell’edizione del West End di due anni fa.

Sunset Boulevard, tratto dall’omonimo film di Billy Wilder con Gloria Swanson, William Holden e Erich von Stroheim, racconta la storia del doloroso declino di una diva del cinema, del suo amore ossessivo per un giovane squattrinato soggettista di Hollywood, e del cinismo dello star system.

Il libretto e le liriche sono di Don Black e Christopher Hamptons. La colonna sonora è composta da musiche e arie emozionanti come Sunset Boulevard, With One Look, As If We Never Said Goodbye, The Greatest Star Of All e The Perfect Year.

Sunset Boulevard
di Andrew Lloyd Webber

Teatro Politeama Rossetti – Trieste
dal 21 al 25 marzo

Biglietti da euro 30 a euro 65 in vendita su vivaticket.it




Tornano gli Oblivion ed è subito festa

Tornano gli Oblivion con una nuova e scintillante edizione de “The Human Jukebox” che promette di far scatenare l’intera Milano fino al 29 marzo. Lo show, ogni sera diverso, grazie a “mashup”,  parodie e battaglie musicali su richiesta del pubblico,  è in scena al Teatro Leonardo da Vinci.

Dai Ricchi e Poveri alle leggende del rock fino  rapper, da Ligabue ai cori Gospel, da Morandi ai Queen, passando da Al Bano fino al Volo, in un flusso di note infinito prende vita per una esperienza folle e mai ripetibile. Nessun cantante potrà sentirsi al riparo da questo articolato mangianastri umano che mastica le note e le digerisce in diretta in modi mai sentiti prima. Gli Oblivion hanno dato nuova vita alla “satira musicale” e con il loro repertorio praticamente infinito sono pronti ad affrontare sfide sempre più difficili a colpi duetti impossibili e canzoni strampalate. Nessuno spettacolo sarà uguale al precedente.

La magnifica cinquina degli Oblivion è composta da Graziana Borciani, Davide Calabresi, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli. Gli Oblivion  si incontrano nel 2003 a Bologna dove iniziano a frequentare (ma solo virtualmente) una serie di maestri eccellenti come il Quartetto Cetra, Giorgio Gaber, i Monty Python fino a creare un loro stile originale che mescola modernità e tradizione, vintage e attualità. Trascorrono anni intensi spesi nel teatro di rivista e nei musical, poi nel 2009 diventano notissimi al grande pubblico grazie al loro video su YouTube “I Promessi Sposi in 10 minuti”, ancora oggi una vera e propria icona.

 

DOVE COME E A QUANTO

OBLIVION THE HUMAN JUKEBOX dal 13 al 29 marzo
Teatro Leonardo da Vinci di Milano – Via Ampère 1, Milano
Biglietti da 25,80 euro. Dalle 20.30

Il tour degli Oblivion prosegue in altre tre tappe:

10-11 aprile – VIGEVANO (MI) – Teatro Cagnoni
12 aprile – CONCOREZZO (MB) – Teatro San Luigi
dal 18 al 21 aprile – GENOVA  – Teatro della Corte




Sonia Bergamasco interpreta Il Ballo della Némirovski

Questa bambinetta, questa mocciosa venire al ballo, figurarsi…Aspetta un po’, bella mia, ti farò passare io tutte le idee di grandezza…Ah, credi di fare il tuo debutto in società l’anno prossimo! Chi ti ha messo questi grilli per il capo? Sappi, mia cara, che io ho cominciato soltanto adesso a vivere, capisci, io, e che non ho intenzione di avere tra i piedi una figlia da marito…
(I. Némirovski, Il ballo)

Antoinette, la ragazzina protagonista del romanzo breve Il Ballo di Irène Némirovsky, è una quattordicenne, figlia di una coppia di ebrei arricchiti, vessata e umiliata dalla madre, che la esclude da un sontuoso ballo, che dovrebbe sancire la consacrazione sociale della donna. E Antoinette allora si vendica molto crudelmente.

Sonia Bergamasco interpreta questa favola nera della Némirovsky, spietata come può essere la storia della scrittrice, morta ad Auschwitz, odiata da una madre egoista e narcisista, che le sopravvivrà e finirà serenamente la propria vita a Nizza, in Francia.

Questa storia – dice la Bergamascoraccoglie cinque voci essenziali: la madre, la figlia, il padre, l’istitutrice e la vecchia cugina. Una storia di vendetta e disamore. Attraverso lo sguardo di Antoinette, la figlia adolescente, cerco negli specchi le figure di un teatro che sonnecchia nelle pieghe del quotidiano. Cerco il teatro di un bambino solo che costruisce il suo mondo perché il mondo conosciuto (quello degli adulti) non è bello e non gli piace. La storia di Antoinette è molto più di questo. È la presa di coscienza del rispecchiamento umano e feroce di due donne, madre e figlia. È l’arma di vendetta di una scrittrice che sempre, in ogni sua opera, ricorda e non perdona. La scrittura come arma, scoperta molto presto da Irène, proprio contro quella famiglia, quella madre che non aveva saputo amarla. È anche una dichiarazione d’amore nei confronti della letteratura, del libro come oggetto e come cura, della lettura come invenzione di mondi e materia sediziosa. Così il Piccolo Principe, ma anche Cenerentola e Biancaneve si affacciano da questi specchi e affondano lo sguardo sul presente. Gioco, vita, storie e destino”
.

Teatro Franco Parenti – Sala Tre
17-25 marzo 2018

Il ballo
racconto di scena ideato e interpretato da Sonia Bergamasco
liberamente ispirato a “Il ballo” di Irène Némirovsky

disegno luci Cesare Accetta
scena Barbara Petrecca
costume di scena Giovanna Buzzi
produzione Teatro Franco Parenti / Sonia Bergamasco

Biglietti

intero: platea 23,50€
; convenzioni > 18€
over 65/ under 26 > 15€
+ diritti di prevendita

Info e biglietteria

via Pier Lombardo 14
 – tel. 02 59995206
 – mail: biglietteria@teatrofrancoparenti.it

Tournée
2 marzo – 3 marzo Spazio Kor – ASTI
6 marzo – 11 marzoTeatro Gobetti – TORINO




Billy Elliot in tour riparte da Milano

Torna Billy Elliot, il musical prodotto da PeepArrow Entertainment e da Il Sistina, diretto e adattato in italiano da Massimo Romeo Piparo.

Dal 15 marzo lo spettacolo rivelazione delle scorse stagioni ripartirà in tour dal Teatro Arcimboldi di Milano.

Billy Elliot il Musical promette nuove emozioni grazie a un cast rinnovato: Tancredi Di Marco, Davide Fabbri e Matteo Valentini, tre giovanissimi allievi dell’Accademia il Sistina, vestiranno i panni del giovane e grintoso ballerino capace di realizzare il suo sogno di danzare. I tre giovani protagonisti sono pronti a portare sulla scena tutto l’entusiasmo e la creatività della loro giovane età.

Sul palco con loro troviamo Sabrina Marciano, acclamatissima nel ruolo di Mrs. Wilkinson, Elisabetta Tulli e per la prima volta Eleonora Facchini, tre artiste dal grande talento, protagoniste del musical Mamma Mia!, il più grande evento teatrale della stagione. E ancora: Luca Biagini nel ruolo del padre Jackie Elliot; Cristina Noci nel ruolo della nonna; Donato Altomare, nel ruolo del fratello Tony; una strepitosa orchestra dal vivo e un cast di 30 straordinari performer coreografati da Roberto Croce.

Lo spettacolo, basato sull’omonimo film di Stephen Daldry, con le musiche pluripremiate di Elton John, vede alla direzione musicale il Maestro Emanuele Friello, alle scene Teresa Caruso, ai costumi Cecilia Betona e all’impianto luci Umile Vanieri.

La passione per la danza, la tenacia e la fiducia in se stessi sono i cardini di una storia straordinaria, che ha conquistato il cuore del pubblico di ogni età. Billy è un ragazzo che per amore della danza sfida anche l’ottusità di un padre e un fratello che vorrebbero diventasse pugile. A far da sfondo alla sua avventura, che ha nutrito sogni e speranze di intere generazioni di talenti, l’Inghilterra dell’era Thatcher, con le miniere che chiudono e i lavoratori in rivolta, ma anche il mondo della danza, fatto di poesia e di faticose ore di prove. Come in ogni grande storia, ad accendere le emozioni ci pensano grandi valori come l’amore, la determinazione, la voglia di farcela, ma anche l’amicizia tra adolescenti, che riesce a far superare ogni discriminazione di orientamento sessuale.

BILLY ELLIOT – IL MUSICAL

www.billyelliot.it
www.ilsistina.it
www.peeparrow.com

TOUR ITALIANO

MILANO – dal 15 al 25 marzo 2018 Teatro Arcimboldi
ROMA dal 6 al 22 aprile 2018 Teatro Sistina
IMOLA dal 25 al 29 aprile 2018 Teatro Stignani
MESTRE dall’8 al 13 maggio 2018 Teatro Toniolo
MODENA dal 15 al 16 maggio 2018 Teatro Pavarotti




Andrée Ruth Shammah porta in scena Cita a ciegas

Andrée Ruth Shammah firma la regia di Cita a ciegas, un thriller appassionante, un avvincente intreccio di incontri apparentemente casuali dove violenza, inquietudine e comicità serpeggiano dentro rapporti d’amore.

La regista milanese si è innamorata subito di Cita a ciegas, il testo più rappresentato al mondo di Mario Diament, famoso scrittore e drammaturgo argentino.

La trama. Un uomo cieco è seduto su una panchina di un parco a Buenos Aires. È un famoso scrittore e filosofo – chiaramente ispirato all’autore argentino Jorge Luis Borges – che era solito godersi l’aria mattutina. Quella mattina, la sua meditazione viene interrotta da un passante: da qui una serie di incontri e dialoghi svelano legami tra i personaggi sempre più inquietanti, misteriosi e a tratti inaspettatamente divertenti.

Come Borges, che crebbe parlando e scrivendo in inglese e spagnolo e visse in diversi paesi, Diament è uno scrittore interculturale, un emigrato e un esule che scrive della e sull’Argentina, sull’identità e l’isolamento, come fece il grande poeta argentino.

Con la messa in scena firmata da Andrée Ruth Shammah, Cita a ciegas viene presentato per la prima volta in Italia.

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Cita a ciegas
(Appuntamento al buio)

di Mario Diament
traduzione, adattamento e regia di Andrée Ruth Shammah
con Gioele Dix, Laura Marinoni, Elia Schilton, Sara Bertelà, Roberta Lanave

Teatro Franco Parenti
6 – 29 marzo 2018

Date e orari
Martedì , venerdì h 20.00 (venerdì 9 marzo h 20.30); mercoledì 19.30; giovedì h 21.00; sabato h 20.30; domenica ore 16.00; lunedì riposo

Biglietti

intero: prime file biglietto unico 38€; I e II settore 30€; III settore 23,50€
convenzioni (escluso prime file) > 21€
over 65/ under 26 (escluso prime file) > 18€
+ diritti di prevendita

Info e biglietteria
Biglietteria
: via Pier Lombardo 14
02 – tel. 59995206
 – mail biglietteria@teatrofrancoparenti.it




La Famiglia Addams al Teatro Nuovo di Milano

Come sempre ho voluto fare un po’ mio anche questo spettacolo, l’ho personalizzato per renderlo più divertente, con un ritmo serrato tutto botta e risposta e con un carattere da cartone animato” dice così il regista Claudio Insegno alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo lavoro, il musical La Famiglia Addams. È una nuova produzione di Lorenzo Vitali in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 9 al 25 marzo.

Rivivono così sul palco i personaggi creati da Charles Addams negli anni Trenta e resi famosi dall’omonimo cartone animato, da una serie tv di grande successo e da due film sul grande schermo con attori del calibro di Raul Julia e Anjelica Houston.

Nei panni di Gomez Addams, il capofamiglia, troviamo Gabriele Cirilli. “ Se vi chiedete perché ho scelto Gabriele – dice Insegno – la risposta è una sola: perché è un attore”. Gabriele Cirilli ha infatti un curriculum teatrale di tutto rispetto e, tra l’altro, proprio quest’anno festeggia i suoi 30 anni di carriera tornando in scena, come al suo esordio, con un musical. “Ho iniziato 30 anni fa con Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso – dice Gabriele – Mi sono reso conto di avere una grande responsabilità per questo nuovo spettacolo quando ho visto appeso in giro il manifesto dello spettacolo con il mio nome. Ma non sono il protagonista, tutto il cast lo è, sono tutti grandi professionisti”.

Sul palco con Cirilli troviamo infatti grandi artisti del musical italiano: Jacquline Maria Ferry, la gelida moglie Morticia, Lucia Blanco e Alfredo Simeone, nei panni rispettivamente di Mercoledì e Puglsley, i figli Addams, Umberto Noto, zio Fester, Annamaria Schiattarella, Nonna Addams, Filippo Musenga, Lurch, Andrea Spina, Mal Beineke, Giovanna D’Angi, Alice Beineke, e Luigi Fiorenti, Lucas Beineke. L’Ensemble è composto da Simone De Rose, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Daniele Romano e Eus Santucci.

La regia è di Claudio Insegno reduce dal successo di altre produzioni targate Teatro Nuovo come Spamalot e Hairspray, Musical che hanno conquistato pubblico e critica. Le coreografie e le musiche portano la firma rispettivamente di Valeriano Longoni e del M° Angelo Racz. Musica e liriche sono di Andrew Lippa, il libretto è di Marshall Brickman e Rick Elice.

La famiglia Addams racconta una storia originale, che in realtà è l’incubo di ogni padre. In un’enorme e fatiscente villa di stile vittoriano, decisamente sinistra, vive una ricchissima famiglia: la Famiglia Addams, appunto. La primogenita Mercoledì, la principessa delle tenebre, è ormai diventata una piccola donna e come spesso accade nell’adolescenza, si è innamorata di un giovane ragazzo, dolce, intelligente, cresciuto in un’ordinaria, famiglia rispettabile. Spaventata dalla possibile reazione della madre, Mercoledì decide di confidarsi con il padre Gomez che si vede costretto a fare una cosa che non ha mai fatto in vita sua: mantenere un segreto alla sua amatissima e fascinosissima moglie, Morticia. Tutto procede tranquillamente fino a quando improvvisamente qualcuno decide di imbastire una cena di gala per il fidanzato della giovane.

La famiglia più eccentrica e macabra del mondo diventa così una sorta di metafora al contrario delle più comuni abitudini della famiglia media americana, restituendocene con ironia, brivido surreale e un divertimento assicurato un’immagine che non si può dimenticare e non amare.