In Sicilia per Pasqua
Pasqua e i ponti di aprile offrono un’occasione perfetta per immergersi nella cultura e nelle tradizioni della Sicilia. Le giornate lunghe e tiepide e la primavera rendono un viaggio in Sicilia per Pasqua ancora più bello.
Ogni provincia vanta una sua tradizione secolare in cui fede e folklore si mescolano dando vita a riti come il “ballu di li diavoli” di Prizzi nel palermitano nella domenica di Pasqua, o la Pasqua bizantina di Piana degli Albanesi con la sfilata in abiti tradizionali o la processione dei misteri siciliani di Trapani con la ricostruzione della via Crucis con venti gruppi sacri. La processione dei Misteri di Barette Messina risale addirittura al 1610, mentre quella di Lipari si tiene nel contesto particolarmente suggestivo del centro storico della città fino al castello normanno. A Ispica, nel Ragusano, la via Crucis inizia alle due del mattino. In provincia di Siracusa, a Sortino nella notte del giovedì santo si accendono piccoli falò, fareti, al passaggio della processione. A Messina infine le statue della Madonna e del Cristo Risorto si cercano per le strade della città.
Un viaggio ideale in Sicilia in primavera non può comunque che iniziare dalla distesa di mandorli fioriti della Valle dei Templi di Agrigento, l’antica Akragas definita da Pindaro la più bella tra le città dei mortali, per poi proseguire a Piazza Armerina dove dedicare tutta la giornata alla Villa del Casale e ai suoi straordinari mosaici.
Al di fuori dai classici tour, Caltanissetta ed Enna, facilmente raggiungibili, possono essere considerate due tappe interessanti a livello culturale ed enogastronomico. Ancora di più a Pasqua.
Sul centro storico di Caltanissetta, considerata a inizio novecento la capitale mondiale della produzione di zolfo, spicca il monumentale Palazzo Moncada, reggia cinquecentesca in stile barocco con influenze rinascimentali, la cui costruzione non fu mai ultimata. Da non perdere anche una visita all’antica Abbazia di Santo Spirito e al monumento al “Redentore” da cui si gode uno splendido panorama sulla città, sulle Madonie e sull’Etna. Vanto della città è poi la raffinata pasticceria. Proprio qui, secondo la leggenda, è nato il cannolo. A Caltanissetta, la Settimana Santa, gemellata con quella di Siviglia, si celebra con rituali antichi che si sviluppano nell’arco di sette giorni. Si parte dal corteo della Real Maestranza, fino alle “Vare”, i grandi gruppi statuari che sfilano la sera del Giovedì Santo, per arrivare alla processione del Cristo Nero, accompagnata dalle ladate dei “fogliamari”, i raccoglitori di verdure selvatiche.
Dal capoluogo nisseno, per raggiungere Enna bastano appena trenta minuti di auto o treno. La città è arroccata su un monte terrazzato, definito nei tempi antichi “ombelico della Sicilia”. Il Duomo, dedicato a Maria Santissima della Visitazione, è stato costruito nel Trecento per volere di Eleonora d’Angiò, moglie del re di Sicilia Federico III d’Aragona, per celebrare la nascita del figlio Pietro. A poca distanza si ergono d la Torre di Federico II, usata probabilmente come residenza estiva dell’imperatore e il castello di Lombardia, di origine medievale, che deve il suo nome a una guarnigione di soldati lombardi posti a difesa del maniero durante la dominazione normanna. Anche ad Enna, i riti della Settimana Santa sono particolarmente sentiti e culminano con la processione degli incappucciati del Venerdì Santo, quando tremila confrati circa procedono lentamente lungo le vie cittadine, accompagnando le Vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, in un’atmosfera carica di spiritualità. In provincia di Enna, vale infine la pena ricordare la “Corsa dei Santoni”, statue alte oltre tre metri che raffigurano i dodici apostoli che si tiene ad Aidone la Domenica della Palme.