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La cucina di Singapore sbarca a Milano con Pasta B

A due passi dal Duomo di Milano è possibile provare la cucina singaporiana in un locale dall’atmosfera rilassata ma curata specializzato nella pasta che, per quanto riguarda la cucina asiatica, significa principalmente, ma non solo, ravioli e noodles. L’indirizzo è di quelli da portare sempre con sé, per uan paua pranzo fuori dall’ordinario, una gustosa alternativa all’aperitivo o un dopo cinema in pieno centro di Milano e a prezzi accessibili (si può cenare con 20 euro): Pasta B via Hoepli 3.   La ricetta dell’impasto è un segreto che i signori Han custodiscono da 27 anni  e che, di fatto, è diventata porta bandiera dei diversi locali aperti nel mondo:  Jing Hua Xiao Chi o, in italiano, Pasta B.

Pasta B

Tutto è iniziato nel 1989 quando i signori Han aprirono il Jing Hua Xiao Chi, un locale specializzato nella preparazione di ravioli. Dopo quasi trent’anni di esperienza, la seconda generazione ha svelato al mondo le preziose ricette per realizzare le specialità che, fin ad allora, era possibile assaggiare solo a Singapore e in Giappone. Milano è finora la sola città europea in cui è approdata Jing Hua Xiao Chi, Pasta B, anche se non si escludono nuove aperture nella penisola.

Pasta B 3

Pasta B grazie alle origini della stessa famiglia Han dove si fondono tradizioni giapponesi, coreane e indonesiane, propone una cucina singaporiana con influenze fusion. Tra le specialità di Pasta B spiccano i ravioli: alla piastra, al vapore e bolliti, interamente fatti a mano arricchiti da diversi e gustosi ripieni comemaiale e gambero (della tradizione di Singapore), pollo, manzo o solo verdure. Il più famoso dei ravioli Jing Hua è il “little juicy steamed meat dumpling”, un bocconcino ripieno di carne trita di maiale e una zuppa ricca di sapore, tutto racchiuso in una pasta sottile ma resistente.  Da non perder ei ravioli alla piastra, la cottura infatti esalta in modo sorprendendo i gustosi ripieni. Assolutamente da provare i noodles, ovvero gli “spaghetti” tipici della tradizione orientale, realizzati homemade, saltati o in brodo, con verdure, pollo o maiale. Potete accompagnarli dal caratteristico katsuobushi ,pesce affumicato ed essiccato a scaglie, dal mentaiko (uova di pesce Pollack marinate con erbe e spezie) o dallo shiso (erba medicinale chiamata anche basilico cinese). I dolci infine sono fatti tutti in casa e proposti con un’ accurata selezione di tè asiatici. Servizio veloce e attento. Un consiglio: il personale è davvero preparato sulla misteriosa cucina singaporiana e sulle influenze asiatiche, non abbiate timore di chiedere approfondimenti o di farvi consigliare i diversi accostamenti possibili che possano esaltare il piatto ordinato.

Pasta B 2

DOVE, COME E A QUANTO

PastaB
Indirizzo: via Hoepli 3
Orari: Apertura dalle 11:30 alle 22:00. Riposo il lunedì a cena.
Telefono: 02 7200 4298
Prezzo medio: 20-25 euro




Anne Leibovitz in mostra a Milano dal 9 settembre 2016

“WOMEN: New Portraits”, la mostra in cui si possono ammirare i nuovi scatti commissionati alla celebre fotografa Annie Leibovitz, sarà inaugurata a Milano il 9 settembre 2016 presso gli spazi di Fabbrica Orobia 15, e resterà in programma fino al 2 ottobre, come tappa di un tour globale che tocca 10 città.​

Il nuovo lavoro di Annie Leibovitz prosegue un progetto iniziato oltre quindici anni fa con “Women”, una raccolta di ritratti pubblicata nel 1999 e tuttora molto popolare. Susan Sontag, che aveva collaborato alla realizzazione del primo progetto, l’aveva definita un “work in progress”. “WOMEN: New Portraits” riflette i cambiamenti del ruolo della donna nella società contemporanea e, nel corso del prossimo anno, andrà a costituire un’unica opera composta da molteplici scatti.​

Il progetto è stato voluto da UBS. Annie Leibovitz ha dichiarato: “Quando ho proposto a UBS di proseguire il progetto WOMEN, non c’è stata alcuna esitazione. Facciamolo, è stata la risposta, e il supporto è stato straordinario su tutti i fronti. L’impresa è molto ambiziosa, il soggetto talmente vasto, è come andare in mare aperto e fotografare l’oceano.”

DOVE, COME E A QUANTO
Fabbrica Orobia 15
Via Orobia 15, 20139 Milano, Italia
9 settembre – 2 ottobre 2016
Dal lunedì alla domenica ore 10-18, venerdì fino alle ore 20
Ingresso LIBERO
Fabbrica Orobia 15, costruita nel 1920, è uno spazio industriale storico, situato nel sud di Milano, vicino alla Fondazione Prada, in una zona che sta rapidamente diventando una destinazione per l’arte, la cultura e la moda.




I Giardini Paprika e Cannella portano, anche ad agosto, la Sardegna a Milano

Chi ad agosto resta a Milano, potrà comunque sognare il mare con l’avventura culinaria proposta da Ai  Giardini Paprika e Cannella, il salotto condotto dalla coppia Davide Paderi e Giovanna Taddei che offre golosi piatti della tradizione italiana e mediterranea, con una particolare declinazione al meglio della Sardegna.

Ai Giardini Paprika e Cannella 2

Ai Giardini Paprika e Cannella a dirigere è lo chef Mauro Bizzarro (per otto anni nelle cucine di Giacomo Milano) possono . Nel menu stagionale spiccano tra gli antipasti i classici “mare crudo” (gamberi gobbetti al lime, scampo di Mazara del Vallo, carpaccio di tonno rosso, tartare di salmone e ricciola, ostrica con bagnetto rosso) o il “mare caldo” (insalata di polpo alla catalana, salmone confit con cremoso di barbabietola e cipolla rossa brasata, crema di ceci con gambero rosso al vapore, spiedini di seppia in panure aromatica e gambero gratinato al pistacchio); il tortino di alici del Mediterraneo al crumble di pistacchi di Bronte, melanzane, mozzarella di bufala campana e olio al pomodoro e basilico o la tartare di salmone irlandese al fresco di limone, insalatina di finocchi e chutney di mango al rhum scuro e cannella. Spettacolare e assolutamente da provare la parmigiana di melanzane con vellutata di basilico e pomodorini confit così come la norcineria di Camaiore Prosciutto toscano DOP Bonuccelli tagliato al coltello o la mortadella al tartufo del salumificio B.B.S o il culatello nostrano di Novellara servite con gnocco fritto. Tra i primi troviamo i paccheri napoletani “Vicedomini” al ragu di mare; i culurgiones di patate alla nuorese con salsa di pomodoro, parmigiano e basilico; le chicche di patate abruzzesi al ragù di scorfano, profumo di timo e datterini arrosto; i ravioli al nero di seppia ripieno di branzino con ricotta di bufala campana su ristretto di gamberi rossi ed erba cipollina; la fregola sarda fatta a mano alle vongole veraci e bottarga di muggine. Secondi di mare come un’impareggiabile frittura di calamaro, gamberi rossi e zucchine julienne; il filetto di tonno su riduzione al porto bianco, cristalli di porro e fagiolini sautè; il salmone marinato alla barbabietola e coriandolo con insalatina croccante e yogurt greco al finocchietto selvatico; il calamaro ripieno al frutto del cappero, pomodorini San Marzano su fresco di gazpacho rosso; i gamberoni flambati al calvados su vellutata di patate viola e polvere di olive nere. Non mancano le escursioni gastronomiche di terra tra costata fiorentina di bovino “Carni Nobili”, galletto amburghese al mattone con salsa bbq e verdure grigliate, costolette d’agnello in croccante di pane a scaglie con caponata di melanzane all’agretto e maionese di sedano. Senza dimenticare i dolci, tutti fatti in casa come il pane e la focaccia,: dalle caramelle di pasta sfoglia con crema al mascarpone alla delizia al limone e frutto della passione, al soufflé al cioccolato caldo con gelato alla crema. La lista vini comprende svariate etichette provenienti da ogni regione italiana, diverse bottiglie importanti e qualche bollicina francese.

Ai Giardini Paprika e Cannella Culurgiones

DOVE, COME E A QUANTO

Ai Giardini Paprika e Cannella
Via Ludovico Settala 2, Milano
Tel. 02.2049650
Chiuso domenica e sabato a pranzo
Prezzo medio 35€

 Ai Giardini Paprika e Cannella 3




A Milano si vola con la galleria del vento

Per tutti i milanesi che vedono le vacanze come un traguardo ancora lontano da raggiungere, è in programma un evento assolutamente da non perdere che potrebbe aiutare a sopportare meglio gli ultimi giorni di lavoro prima delle agognate vacanze.

Venerdì 22 luglio, dalle ore 15.00 alle 24.00, sarà installata presso Marketsound – il village che ospita i grandi eventi musicali dell’estate milanese – una galleria del vento verticale che in tutta sicurezza permette di sfruttare un potente flusso d’aria che annulla la forza di gravità, permettendo alla persona di galleggiare su una bolla d’aria, esattamente come succede a un paracadutista quando si lancia da un aeroplano. Il tunnel, che garantisce una vera e propria esperienza di volo, è attualmente l’unico disponibile in Italia e ha un diametro di 11 mt. per 8 mt. di altezza. La struttura del tunnel permette a chi vola di godersi una prospettiva inedita e di interagire con gli spettatori. Si tratta di un’esperienza alla portata di tutti, dai 14 ai 60 anni e non richiede una prestazione fisica particolare né comporta alcun rischio. Serve solo tanta voglia di divertirsi e di lasciarsi andare. L’esperienza è stata voluta da Groupon che,  con l’obiettivo di continuare a proporre esperienze che rendano l’estate degli italiani “sensazionale”, ha voluto regalare ai milanesi la possibilità di vivere, gratuitamente, un’esperienza unica, come quella di volare!




Alessandro Siani è tra le “Stelle a metà”

Alessandro Siani torna al Teatro Sistina di Roma con “Stelle a metà” il prossimo 21 e 22 maggio. Il musical, scritto dallo stesso Siani, è interpretato da Sal Da Vinci, autore anche delle musiche, con le coreografie originali di Luca Tommassini e prodotto da Tunnel Cabaret. “Stelle a metà” è una commedia musicale nuova dove si ride, si canta, si soffre per amore ma soprattutto ci si emoziona con la voce di Sal da Vinci e la poesia dei testi dei brani di  Siani. “Stelle a metà”  vuole raccontare tutti quei talenti che non vanno in tv e che, non avendo questa straordinaria vetrina, risultano invisibili. Ma alla fine il talento vero supera ogni porta in faccia: perché il talento entra senza bussare” spiega Siani.

“Stelle a metà”, è ambientato in un piccolo centro dell’area vesuviana dove Nicola Avetrana detto Nick (il personaggio interpretato da Sal Da Vinci), ex cantante di successo, ha fondato la sua Star Academy, scuola di musica per giovani talenti. Le difficoltà sono molte, ma la passione, l’impegno e la volontà di salvare quei ragazzi da un destino fatto di strada ed emarginazione, spingono Nick a lottare con tutte le forze per tenere in piedi la sua scuola. La sorte però lo porta a scontrarsi con gli interessi di una grande multinazionale che, proprio in quel quartiere, vorrebbe creare un centro commerciale. E a curare gli interessi del gruppo, verrà mandata a Napoli una vecchia conoscenza di Nick: Mia, il suo primo, grande e indimenticato amore.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Sistina, Roma – 21 (h 21.00) e 22 maggio h 17.00)
Biglietti a partire da da 20 euro

 




X-CHANGE: arte fotografica e sensibilizzazione ambientale

Amy-d Arte Spazio, in occasione dell’edizione 2016 del Mia Fair, presenta a Milano X-CHANGE, un progetto economART a cura di Anna d’Ambrosio.

Nel tempo in cui l’ambiente è al cuore delle preoccupazioni pubbliche, sullo sfondo anche della COP21, la conferenza mondiale sul clima, Amy-d Arte Spazio presenta un progetto di arte fotografica e sensibilizzazione ambientale che parla di cambiamenti climatici e cambiamenti cause ed effetto che si generano, creano, producono.

X-CHANGE è il tentativo di costruzione di una cosmologia, ad opera di Beba Stoppani, Daesung Lee, Edoardo Miola; un progetto modulare discorsivo di confronto dialettico tra tre artisti, narrazione visiva di una storia da dove si era interrotta.

La costruzione di una cosmologia è uno spazio di produzione di pensiero, di conoscenza e di (auto)coscienza. Questo progetto nasce da un vuoto, un’urgenza, che gli artisti, compagni di viaggio, hanno avvertito.

Quali le reali potenzialità dell’arte nell’operare cambiamenti all’interno del corpo sociale?

Quale ruolo può avere la ricerca artistica nell’ambito degli studi e delle pratiche legate alla sostenibilità?

Quale il valore aggiunto nel coinvolgimento degli artisti in questo ambito?

Esiste un’Estetica della Sostenibilità?

Questi e altri quesiti sono alla base della sperimentazione che si vuole mostrare.

Il progetto intende proporre una riflessione critica articolata che affronti in maniera interdisciplinare la questione ambientale, intesa nel duplice aspetto di crisi della società termo-industriale fondata su fonti energetiche non rinnovabili e di crisi ecologica dovuta all’inquinamento e al preoccupante surriscaldamento del pianeta.

Il problema ecologico non può essere ridotto ad una questione ambientalista tout court, ma va analizzato e inteso nelle sue molteplici implicazioni filosofiche, psicologiche, ambientali, economiche e sociali. L’ecologia non solo come scienza della natura, ma come scienza dell’interrelazione del confine, della trasversalità, quale nesso focale del binomio natura/cultura.

Le diverse specificità artistiche presenti in X-CHANGE, ad opera degli artisti Beba Stoppani, Daesung Lee e Edoardo Miola, condividono una strategia che non denuncia passivamente il degrado del nostro pianeta, né offre nuove e funzionali soluzioni tecnologiche; articolano, invece, le contraddizioni e le responsabilità incrociate in cui ci imbattiamo in prima persona e come società.

La loro “arte” non indica la “giusta” via etica ed ambientalista, ma permette di analizzare e mettere in discussione le nostre azioni e le nostre percezioni.

Mette in moto un atteggiamento critico che interviene, si infiltra, re-interpreta e decodifica le relazioni umane con le forme di vita non-umana e con gli altri esseri viventi.

L’obiettivo è ricercare, rivelando nella riutilizzazione di materiale fotografico realtà incorporate, corpi organici/inorganici nascosti.

Emergono forme di vita e di interazione natura-uomo-macchina come mutante che documentano i loro interventi di ricerca e di creatività sperimentale.

Pertanto, questo tipo di X-CHANGE emerge come pratica contemporanea.

X-CHANGE

ARTISTI:

Beba Stoppani, 0° a 5000 mt

Daesung Lee, Ghoramara / Futuristic Archaeology

Edoardo Miola, FORE-X

Testo critico: Gigliola Foschi

5 – 15 maggio 2016

Amy-d Arte Spazio

Via Lovanio 6, 20121 Milano

MM2 Moscova

www.amyd.it – info@amyd.it – 02.654872

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“La vita non è un film di Doris Day” in scena al Teatro San Babila

“La vita non è un film di Doris Day” si prepara a debuttare al Teatro San Babila di Milano. L’irriverente commedia, scritta da Mino Bellei  e diretta da Claudio Bellanti, andrà in scena dal 6 al 15 maggio. Protagoniste sul palco  tre grandi interpreti Paola Gassman, Mirella Mazzeranghi e Paola Roman. “La vita non è un film di Doris Day” è spettacolo i centrato su da tre amiche che, alla soglia dei 70 anni,  scelgono proprio il giorno di Natale, il giorno tradizionalmente dedicato alla famiglia e ai buoni sentimenti, per dirsi improvvisamente tutto quello che, per quieto vivere, hanno preferito tacere nei decenni di amicizia precedenti.  Quelli che vanno in scena sono  infatti degli auguri un po’ insoliti, che degenerano fino a diventare al vetriolo. Le tre amiche finiscono, infatti, per rivelarsi senza alcun pudore tutte le scomode verità a lungo celate.  E’ proprio qui che  “La vita non è un film di Doris Day” rivela tutta la sua provocatoria freschezza e la sua dissacrante energia.

“La scelta di mettere in scena “La vita non è un film di Doris Day”, nasce dal desiderio di rendere omaggio all’intelligenza con cui la drammaturgia italiana ha saputo e sa affrontare le questioni profonde dell’esistenza umana” sostiene Bellanti che poi aggiunge: “La commedia di Bellei, attraverso la divertente, dissacrante, provocatoria conversazione di tre vecchie amiche, affronta nodi esistenziali profondi, filtrati da un umorismo esilarante e una ironia feroce”.

DOVE E QUANDO
Teatro San Babila di Milano
martedì – giovedì – venerdì – sabato ore 20.30
mercoledì – domenica ore 15.30




Bertamè un garage che si trasforma in ristorante

Bertamè è  la storia di un meccanico della vecchia Milano e, allo stesso tempo, è anche la storia di un ragazzo appassionato di sport e di cose belle, che si mette prima in gioco per creare un concept store e poi per reinventare il futuro  di una vecchia trattoria di quartiere, con un pergolato incorniciato da un glicine secolare, che riprende vita grazie al sogno di due ragazzi che guardano al futuro con il gusto per i sapori

Bertamè è la storia di Lorenzo Bertamé e riunisce, sotto un solo nome, tre anime: un garage, un concept store e una trattoria dove i vecchi sapori sono reinventati alla luce di una cucina che coniuga tradizione e innovazione. Un marchio che nasce in un garage e arriva fino in tavola, trovandosi perfettamente a suo agio e lavorando ad alti livelli in ognuna di queste realtà.

È il 1981 quando la piccola auto officina Bertamé apre i battenti in via Lomonaco, traversa di Viale Lombardia, in Città Studi a Milano. Un riferimento per gli abitanti del quartiere, che nel corso degli anni hanno stabilito un rapporto familiare con il proprio meccanico di fiducia. Come spesso accade, Roberto Bertamé non manca di insegnare un mestiere al figlio Lorenzo, classe 1972, cresciuto tra il rombo dei motori.  Lorenzo rileva l’attività nel 2004 e , in poco tempo, il garage diventa  una sorta di spa per le automobili.  Gli affari vanno bene e, se Lorenzo fosse stato un tipo di quelli che si accontentano, non avrebbe nemmeno notato i locali vuoti lasciati dalla banca fallita all’angolo, con quelle belle vetrate che si affacciano sul trafficato viale Lombardia. Invece Lorenzo rileva i locali e li trasforma in un open space, “Be More, dove dare una sbirciatina agli accessori per auto e moto, ma anche oggettistica, dipinti, pezzi d’arredo di design, fino ad arrivare a capi d’abbigliamento e bijoux.

Dal design alla cucina spesso il passo è breve, non solo per quanto riguarda la mise en place della tavola. Affascinato della manualità e dalla cura artigianale di ogni genere di prodotto e grande cultore della qualità della materia prima, Lorenzo Bertamé ha potuto recentemente rilevare i locali di una storica trattoria in via Lomonaco, che ha appena riaperti i battenti, dopo un accurato lavoro di ristrutturazione.

La Trattoria Bertamé si configura come un luogo intimo e familiare, che racchiude in sé tutto l’amore la tradizione e per la cura dei dettagli con la freschezza di un design raffinato. Punto forte del locale è sicuramente il giardino d’inverno, situato sotto un pergolato incorniciato da un magnifico glicine secolare, che per tutta l’estate si configurerà come un ambìto angolo di pace al riparo dal caos cittadino.

Lorenzo Bertamé ha lavorato in prima persona alla ristrutturazione del locale, supportato da Marcello Baroli, che nel 2011 ha fondato MBM Extreme Designer, unendo la pratica dell’attività agonistica relativa all’ambiente motociclistico con quella di interior. Bertamé ha poi affidato le chiavi della cucina a Uriel Manuel Cosi, giovanissimo chef  cresciuto tra il Messico e gli Stati Uniti che ha studiato per la Tattoria Bertamè un menù fatto di pochi piatti ben selezionati, in cui la qualità della materia prima la fa da padrone: il Tartufo di San Giovanni D’Asso, la Composta di Cipolla di Cannara o la Bottarga di Orbetello.  Tutto è rigorosamente preparato al momento, a partire dal pane. Manuel rivisita la cucina tradizionale con il tocco sapiente dello chef, che sa aggiungere una nota esotica ed inaspettata in ogni piatto, da cui emergono chiaramente la sua passione e la dedizione per questo lavoro. Già con 30 euro si può sperimentare una cena sotto il pergolato. A pranzo la Trattoria Bertamè offre soluzioni anche più convenienti.

 




“Il Metodo”, una commedia nera sulla crudeltà dei rapporti di lavoro

“Il Metodo” è in arrivo al Teatro Manzoni di Milano, una commedia nera di estrema attualità sui rapporti di lavoro e sui compromessi che si è disposti ad accettare in vista di carriera e professione, traguardi oggi sempre più fragili,  difficili da raggiungere ma, allo stesso tempo, necessari per raggiungere l’accettazione sociale. Lo spettacolo porta la firma di Lorenzo Lavia e vede in scena Giorgio Pasotto, Fiorella Rubino, Gigio Alberti  e Antonello Fassari.  Il debutto de “Il Metodo”  è fissato per il 5 maggio e lo spettacolo resterà in scena fino al 22 maggio. La commedia dell’autore catalano Jordi Galceran racconta la crudeltà dei rapporti lavorativi: quanto possa essere crudele lo stesso ambiente professionale, fino a che punto si possa permettere alle aziende di applicare gerarchie ingiuste e, indefinitiva, fin dove si arrivi a ritenere una simile rappresentazione teatrale verosimile?  È su questi temi, quanto mai attuali, che si sviluppa “Il metodo”.

“Il Metodo Gronholm, questo è il titolo originale, anche se ho preferito chiamarlo semplicemente “Il Metodo” per cercare di astrarre il più possibile ogni riferimento geografico o alla persona, come se questo “Metodo” di giudizio che servirà per scegliere uno dei quattro personaggi per un impiego, fosse anche un “Metodo” archetipo della società” spiega Lavia secondo cui  la società in cui viviamo è “una società che cerca sempre di sapere chi siamo, per poterci meglio controllare, una società pronta ad elevarci, per poi rigettarci verso il fondo. Uomini costretti ad umiliarsi per poter far parte della comunità globale in cui viviamo tutti quanti noi”. Nella commedia, viene usato il lavoro, come fondamento della  società, con tutti i suoi difetti di sessismo, razzismo, odio, menzogna, dove ci si deve velare per potersi svelare e una ipotetica multinazionale che qui diventa un simbolo religioso ed unico.

“Il metodo” si apre  in una sala riunioni asettica, si trovano, per l’ultimo colloquio “congiunto”, quattro candidati ad un incarico di manager per una importante multinazionale. I quattro personaggi de “Il metodo” si rivelano subito persone ciniche, disposte a tutto pur di ottenere il solo posto disponibile. In una busta chiusa arrivano delle prove e qui comincia il gioco, il thriller.

Galceran, nell’opera originale a cui si ispira “Il Metodo” chiama Dekia la fantomatica multinazionale svedese entro cui si svolge la storia. “E’ chiaro che il gioco di parole con L’Ikea non è casuale, perché viene presa come la multinazionale assoluta, simbolo unico della nostra collettività. … Ogni casa  in qualunque parte del mondo, anche se sono in guerra tra loro, ha almeno un oggetto dell’Ikea o “Dekia” ” ricorda Lavia che poi spiega: “Ecco perché ho scelto di far svolgere la storia in un luogo non luogo, che possa essere una stanza o il mondo intero e dove l’unico contatto con l’esterno, ovvero quello che non vediamo e non sentiamo, come tutte le cose di cui abbiamo fede o temiamo, viene dall’alto. Un luogo del profondo dove gli unici colori che esistono, arrivano dalle cose che noi usiamo ed indossiamo e consumiamo. A parte il colore di un cielo che ogni tanto ci ricorda cosa siamo veramente”.

La drammaturgia de “Il metodo” è scorrevole e permette un vivo coinvolgimento del pubblico che si trova continuamente a dover valutare ciò a cui assiste. Lo spettacolo ha il grande pregio di riprodurre in scena ambienti e situazioni comuni a tutti, che viviamo ripetutamente nella quotidianità e ritroviamo sul palco con tutta un’altra suspense. Un cinismo maieutico, che riesce a far risultare chiara, ma mai banale, la possibilità di rispondere “no” alle ingiustizie.

 

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro Manzoni di Milano – 5-22 maggio
Orari: Feriali  ore 20.45 –  Domenica ore 15.30
Biglietti a partire da 23 euro

 




Malika Ayane è Evita

Malika Ayane incontra il mito di Evita Perón nel nuovo musical firmato da Massimo Romeo Piparo: sarà infatti la cantante milanese a vestire i panni della protagonista nella nuova produzione targata Peep Arrow Entertainment, che presenta per la prima volta in italiano il celebre musical scritto da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, liberamente ispirato alla vita dell’indimenticabile moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón. Un debutto atteso per questa nuova versione di Evita, che promette forti emozioni e che consegna al pubblico le luci e le ombre di una figura entrata nell’immaginario collettivo popolare. Accompagnata dall’orchestra dal vivo, Malika Ayane si troverà dunque faccia a faccia con questa icona di carisma e determinazione, in un musical sofisticato e curatissimo, che fa dell’intensità la sua carta vincente. Molto amata dal pubblico per la classe e le suggestioni della sua voce, l’artista metterà il suo poliedrico talento al servizio di un personaggio complesso e affascinante, dalle mille sfaccettature.