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Al Castello di Miradolo per ammirare le camelie

Il Parco del Castello di Miradolo riapre con la fioritura delle camelie e proporne diverse iniziative (visite guidate, visita al camelieto del parco, Caccia al tesoro nel parco di Grandi Giardini Italiani, letture sotto il ginkgo e anche degustazione guidata di tè) volte a coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Nel Parco del Castello di Miradolo si trovano oltre 130 giovani esemplari di camelie, moltissime delle quali uniche in Italia, propagate da piante  appartenenti a due tra le collezioni di camelie più antiche d’Italia (dal giardino dell’ex Albergo Eden di Verbania Pallanza e dal Parco di Villa Durazzo Pallavicini di Genova Pegli). Alle trenta camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano così le 130 nuove cultivar, recuperate e salvate dall’abbandono. La collezione di Miradolo offre fioriture a scalare con colorazioni dal bianco puro sino al rosso intenso, passando per le diverse sfumature di rosa.

Il Parco del Castello di Miradolo è un esempio di giardino all’inglese. Negli oltre sei ettari sono presenti tra l’altro anche alberi monumentali: il carpino bianco, dal tronco spettacolare che ricorda un antico merletto; il tasso, l’albero più antico del parco; il Ginkgo biloba, nella radura dei tassodi; l’albero dei tulipani, lungo il viale di antichi bossi, che supera i 40 metri; il cipresso calvo, adiacente alla corte rustica. Nei pressi della casa del custode sorge poi il bosco dei bambù giganti. Al centro del canneto, come nel resto del giardino, la presenza dell’acqua è importante: l’intero parco è attraversato da un sistema di canali irrigui che permette alla vegetazione di prosperare e diffonde intorno una rilassante sonorità.

 




Helisinki a tutto design

Helsinki non è fredda è cool. Anche in inverno quando, complice la temperatura, si può dedicare maggior tempo a esplorare musei, come l’avveniristico museo Amos Rex, negozi di design e di moda sulla Mannerheimintie, oltre a cocktail bar dove scoprire tutte le declinazioni del glögi, una bevanda speziata bollente vero e proprio toccasana per il freddo quasi artico.

Adagiata sulle rive del Mar Baltico, Helsinki è in pieno boom e le inaugurazioni di gallerie e atelier sono giornaliere  Alle storiche icone di Alvar Aalto, l’architetto che, con la Finlandia Hall e la Libreria Accademica, ha dato forma al design finlandese moderno, e di Marimekko, coloratissimo brand creato nel 1951 da Armi Ratia e indossato da Jacky O’, si stanno infatti rapidamente accostando nuovi nomi destinati a fare la storia di una capitale in continua evoluzione.

Qui, dove le parole d’ordine sono sperimentare e immaginare, il design è diventato uno stile di vita anche nei luoghi di fede, come dimostra la Kamppi Chapel of Silence, una cappella rotonda in legno dedicata alla meditazione, e nei luoghi pubblici come accade con la Oodi Library, la nuovissima biblioteca di fronte al Parlamento e integrata nel polo culturale formato dall’Helsinki Music Centre, dalla Sanoma House e dal Museo di Arte Contemporanea Kiasma. Nella Oodi Library, un lungo edificio color sabbia progettato dallo studio Ala Architects e caratterizzato da linee sinuose e grandi vetrate, oltre ai libri trovano posto le arti, la musica, ristoranti e persino diversi laboratori artigianali aperti al pubblico. Da non perdere poi il Museo di Architettura Finlandese tra i più antichi al mondo nel settore, il Design Museum e l’Littala & Arabia Design Centre, dove i due marchi leggendari nella ceramica e nel vetro sono accostati a esposizioni e opere di artisti contemporanei. Con più di mille possibilità di colorazioni, Littala ha una padronanza del pigmento assolutamente unica e lo showroom del marchio offre l’opportunità di ammirare l’arte in vetro e l’intera linea di prodotti. Per chi vuole riscoprire la tradizione finlandese, è immancabile la visita al Museo del Design Arabia che ospita una ricca collezione
di ceramiche e vetri lavorati secondo la tradizione finlandese. Il museo ha come tema il vetro, la ceramica, l’arte e il tempo e racchiude opere iconiche di alcune leggende del design come Kaj Franck, Timo Sarpaneva, Rut Bryk e Tapio Wirkkala. I capolavori di Alvar Aalto si incontrano invece nel  Sanatorio di Paimio del 1933, uno dei progetti iconici di Aino e Alvar Aalto. L’edificio, immerso in una foresta di alti pini, torna a offrire le stesse medicine di sempre: luce, sole e aria.

Al termine della giornata a Helsinki non si può rinunciare a  un momento di relax all’Allas Sea Pool nelle saune con vista sul Parlamento e le piscine sul Baltico. Qui si dimentica lo stress a mollo in acqua calda godendosi lo skyline cittadino. Un drink sulla terrazza dello Scandic Simonkentta, da cui si domina l’intera Helsinki, è infine la degna conclusione di una giornata a tutto design nella capitale nordica.




Ponti di primavera nell’Italia rurale e dei borghi

I ponti di primavera rappresentano un’occasione speciale per concedersi vacanze dal ritmo lento e rilassato della stagione. E l’Italia dei piccoli borghi e dei sentieri naturalistici permette di immergersi nella natura anche a una manciata di chilometri dalle grandi città e con una ampia tipologia di strutture (dagli hotel a cinque stelle, agli agriturismi proposti da portali dedicati come agriturismo.it e CaseVacanze.it). Ecco sei itinerari rurali che uniscono bellezze naturali, relax, buona cucina e un immenso patrimonio paesaggistico e culturale da esplorare nelle vacanze di Pasqua o nei ponti di primavera successivi.

La magia della Val d’Orcia
Una distesa di colline attraversata da bianche strade di campagna protette da lunghi filari di pioppi.  La Val d’Orcia è pura magia e, meteo permettendo, le vacanze di primavera offrono il periodo migliore per esplorare un territorio così ricco di cultura con la natura in fiore. Tra i borghi più noti di questa terra dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2004 per l’identità storica unica al mondo impressa sulla natura dal lavoro dell’uomo ci sono: Pienza, archetipo della città ideale del Rinascimento rimodellato tra il 1459 e il 1462 per volontà di Enea Silvio Piccolomini (poi Papa Pio II) dall’architetto Bernardo Rossellino e da Leon Battisti Alberti e dichiarato patrimonio Unesco nel 1996; la città del vino, Montalcino con la vicina Abbazia di Sant’Antimo e Bagni Vignoni con le sue acque termali note fin dall’antichità.  Tra cucina tipica, negozi alimentari dove fare incetta delle eccellenze della zona, vino, olio, i pici, i salumi di Cinta Senese, razza allevata da secoli in Val d’Orcia, il pecorino di Pienza, le innumerevoli cantine da visitare e le camere con vista sul paesaggio collinare, la Val d’Orcia può a buon titolo dirsi destinazione ideale da scoprire nelle vacanze primavera.

Pace e relax in Valnerina
La Valnerina è una stretta valle tra i monti dell’Umbria sud-orientale percorsa dal fiume Nera e costellata di borghi storici, a iniziare da Castelluccio di Norcia che in primavera si veste di mille colori, ed è uno degli angoli più selvaggi dell’Umbria. Per smaltire i peccati di gola delle vacanze di Pasqua non c’è niente di meglio che un’escursione a piedi, in macchina o un giro in bici, magari a pedalata assistita, per esplorare gli angoli più remoti della Valnerina. Si può partire dal tracciato che segue la sponda sinistra del fiume Nera da Sant’Anatolia di Narco e che tocca i borghi dominati da fortezze quasi millenarie di Scheggino, Arrone e Ferentillo dove, all’interno della cripta romanica di Santo Stefano si trova un peculiare Museo delle Mummie. Luoghi del silenzio dove è piacevole lasciarsi trasportare dalle leggende medievali che li pervadono. Il percorso si collega poi con la ciclabile realizzata sul tracciato dell’ex ferrovia Norcia- Spoleto e arriva fino alla Cascata delle Marmore, tre salti d’acqua di 165 metri complessivi creati in epoca romana e  circondati da foreste che in autunno si vestono d’oro e rubino.

Ponti di Primavera in Val D'Orcia

L’inizio della primavera sul Lago di Como
Il lago di Como è un grande classico, ancora di più nelle vacanze di primavera quando giardini delle ville (Carlotta e Camilla solo per citarne due) risplendono di mille colori.  Numerosi borghi da scoprire in queste vacanze sul lago tra cui Rezzonico e Varenna, oltre alle meraviglie naturali, come l’isola Comacina e l’orrido di Bellano.

A Imperia e dintorni in una Liguria inedita
Nella Riviera di Ponente, la provincia di Imperia è una meta tutta da esplorare nelle vacanze di primavera, a iniziare dal capoluogo, bellissima città sul mare. E non mancano borghi storici come Cervo, affacciato sul mare e vicino alle spiagge sabbiose di San Bartolomeo al Mare, Apricale, che si trova invece nell’entroterra di Bordighera arroccato sulla cima di una montagna o Dolceacqua che, tra il suo iconico Ponte Vecchio e il Castello dei Doria, offre tante sorprese ai suoi visitatori. Oltre al mare le montagne liguri sono uno spettacolo da togliere il fiato agli appassionati e non solo. Il Parco delle Alpi Liguri è una meraviglia incontaminata da scoprire.

L’incanto della Costiera Amalfitana
In primavera la Costiera Amalfitana mostra il meglio di sé. Senza la folla estiva un viaggio alla (ri)scoperta di una delle coste più famose d’Italia e del mondo permette di immergersi nelle sue bellezze paesaggistiche, architettoniche, culturali e gastronomiche. Estesa per 40km da Vietri sul Mare a Positano, è un susseguirsi di borghi: Cetara, Maiori, Minori, Ravello, Scala, Atrani, Furore e Conca dei Marini. Ma, soprattutto, Amalfi, cuore geografico e storico della Costiera. Basta perdersi tra i vicoli per scoprire con lentezza la sua architettura e le sue viste panoramiche. Per chi cerca la natura incontaminata ci sono la meravigliosa riserva Valle delle Ferriere o il Sentiero degli Dei, nella top ten dei sentieri più belli al mondo. Molte anche le grotte che si aprono in vari punti del litorale, come la Grotta dello Smeraldo.

Il Sud Sardegna tra mare e cultura
Tra spiagge, isole e borghi storici, il Sud Sardegna è la destinazione giusta per vivere una Pasqua diversa dalle altre.
Nella parte più meridionale, dalle isole di San Pietro e Sant’Antioco fino a Porto Corallo, si avvicendano spiagge dall’anima tropicale. Carloforte è un bellissimo comune sull’Isola di San Pietro. Iglesias, regina delle rievocazioni medievali, accoglie fra miniere e antiche chiese. Pula, con le sue animate piazzette e il patrimonio artistico dell’area archeologica di Nora offrono l’occasione di riflettere sulle civiltà del passato. Perla del Sud è Villasimius. Poco distante Capo Carbonara, che con le isole dei Cavoli e di Serpentara è stata nominata area marina protetta. Senza dimenticare Cagliari, il capoluogo dell’Isola al centro del Golfo degli Angeli, città di bellezze artistiche che si rincorrono fra le vie dei quartieri storici.




Milano – Ireland Week 2024

Dal 10 al 17 marzo ritorna a Milano la Ireland Week, un’esperienza unica che celebra la cultura, l’arte e la tradizione irlandese nel cuore della metropoli lombarda. In occasione della settimana di San Patrizio, la città si trasforma in un crocevia di eccellenze irlandesi offrendo un viaggio coinvolgente attraverso l’affascinante storia e la ricca eredità del popolo irlandese.

Sarà una settimana ricca di eventi, che spaziano dalle esibizioni di musica tradizionali alle performance di danza tipica irlandese. Sarà possibile scoprire l’autentica gastronomia irlandese grazie a A Taste of Ireland, e lasciarsi trasportare dai sapori unici di questa straordinaria cultura culinaria.
Gli appassionati di cinema avranno l’opportunità di godere di proiezioni di film irlandesi acclamati grazie alla proiezione di 5 film durante l’Ireland Week Film Festival.

Una mostra fotografica che porterà il titolo “Irlanda on the road” sarà allestita en plein air in via Dante e tra le novità più belle dell’edizione 2024 si mette in evidenza la giornata a porte aperte “Experience Ireland”, in calendario proprio il 10 marzo, giorno in cui la Ireland Week prende il via: una giornata esperienziale ad accesso gratuito presso Open, spazio multimediale di Porta Romana, che dalla mattina alle 11:30 alle 19:00, farà da teatro a degustazioni, laboratori, travel talks, danza, musica, arte con un  focus sull’Irlanda del Nord.
Sarà presente il noto artista nordirlandese Adrian Margey, con una “live performance” che darà vita ad un’opera su Belfast e alla sua personale interpretazione del festival culturale Belfast 2024.
Tra gli ospiti in arrivo direttamente dall’isola di smeraldo ci saranno i rappresentanti dell’industria turistica irlandese: Aran Island Ferries, Bakehouse, EPIC The Irish Emigration Museum, Kylemore Abbey Powerscourt Distillery, The Chocolate Manor e The Spirit Circle e dall’Italia Gen d’Ys (accademia di danze irlandesi). 

La parola d’ordine sarà “interazione” interpretata nel corso dei laboratori dedicati, tra le altre cose, all’arte del pane in stile irlandese, ai passi di danza tradizionali, alle degustazioni sensoriali di distillati e di cioccolato. E chi sarà particolarmente curioso potrà addirittura ripassare l’inglese attraverso la musica, imparare un po’ di gaelico irlandese con insegnanti d’eccezione delle isole Aran, e scoprire come intrecciare la Croce di Santa Brigida, santa patrona importantissima per la storia d’Irlanda e figura femminile straordinaria, di cui nel 2024 ricorrono 1500 anni dalla morte.
Non mancheranno anche i Travel Talks: presentazioni per idee di viaggio, in collaborazione con Lonely Planet, giornalisti, influencers ed esperti di Irlanda.
Anche i bambini avranno un posto speciale, con laboratori creati proprio per loro con un kids corner dedicato.
Tutte le attività sono gratuite previa prenotazione su www.irelandweek.it/experienceireland

L’ampia offerta comprende inoltre attività di plogging; una mostra fotografica en plein air in via Dante; musica e danze tradizionali con i celebri buskers; concerti in diversi locali della città; tornei di rugby, calcio gaelico e golf; e offerte speciali per chi prenota soggiorni e viaggi nell’isola di smeraldo proprio durante questa settimana.

“Il 2024 è l’anno in cui l’Ireland Week esce dai confini milanesi non solo in Italia: oltre a quella di Roma, ci saranno, infatti, edizioni anche a Madrid, Parigi, Vienna e Zurigo. Siamo felici di come la nostra città accoglie la manifestazione, come conferma il patrocinio del Comune di Milano, che ci ha supportati sin dall’inizio, consentendoci di far conoscere ai milanesi la cultura e le tradizioni dell’Isola di Irlanda” commenta Marcella Ercolini, direttrice di Turismo Irlandese in Italia.

Programma e calendario completo degli eventi su  www.irelandweek.it




2 profumi (e mezzo) per … marzo

Marzo: il mese del risveglio, dei primi boccioli e delle prime fioriture, nonché il mese della giornata internazionale della donna. Dunque quale migliore nota olfattiva da indossare questo mese se non la mimosa?

La prima fragranza che vi vogliamo consigliare è Mimosa Tanneron di Perris Monte Carlo, un brand che ci piace tantissimo e che seguiamo sin dalla sua nascita nel 2011 perché unisce tradizione e modernità, utilizzo sapiente di materie prime e un’allure di pulizia e sobrietà non comune.

Il Massiccio del Tanneron si estende alle spalle di Cannes ed è il massiccio della mimosa:  le mimose selvatiche si alternano alle varietà coltivate in quella che è la patria di questa coltura e che gli è valso l’appellativo di  «Più grande bosco di mimose d’Europa». Non sappiamo voi, ma noi adoriamo il profumo di questo fiore, che è unico, soave ed inebriante allo stesso tempo. E il maestro Jean-Claude Ellena con Mimosa Tanneron ha voluto omaggiare la dolcezza e la tenerezza che si prova all’inizio dell’innamoramento, catturando l’atmosfera ariosa e leggera che l’inizio della primavera porta con sé. In aggiunta, il parfumeur ha scelto Biancospino, Rosa e Muschio bianco, per esaltare al massimo il profumo naturale di questo fiore.

Quando indossiamo Mimosa Tanneron un sorriso illumina immediatamente il volto, sentiamo una sferzata di ottimismo e di allegria, e ci sembra che la primavera sia davvero vicina: una fragranza insomma davvero consigliata!

(Perris Monte Carlo official website)

A proposito di profumi che hanno fatto la storia…vi ricordate del mitico Champs-Elysées di Guerlain? Lanciato nel 1996, è stato uno dei profumi best sellers degli anni ‘90; creato da Raymond Guerlain in omaggio alla storica boutique della Maison, accosta la mimosa alla rosa, in modo che la seconda addolcisca il temperamento frizzantino della prima. Ma qui stiamo divagando…

(bottiglia vintage)

Dato che marzo è anche il mese in cui festeggiamo i papà, il secondo profumo che vogliamo consigliarvi è dedicato proprio agli uomini (anche se sapete che nella profumeria artistica si preferisce parlare di profumi unisex, perché questa distinzione tra profumi femminili e maschili è figlia della profumeria commerciale): parliamo di Terre d’Hermès Eau Givrée, l’ultimo flanker (uscito nel 2022) di questo spettacolare e mitico profumo creato – come Mimosa Tanneron – da Jean-Claude Ellena nel 2007.

Il naso di Eau Givrée è Christine Nagel, la quale così racconta la sua creazione: “Un velo di brina rende fertile la terra e la esalta con una forza nuova e rinvigorente”. L’EDP Terre d’Hermès Eau Givrée associa la vivacità del cedro, la freschezza incisiva della bacca di ginepro e il carattere esplosivo del pepe di Timut. La potente sensazione di un soffio ghiacciato si affianca alla generosità delle note minerali e boisé tipiche di Terre d’Hermès.

La sensazione è dunque fresca, pungente e rinvigorente, con al contempo un cuore caldo e sensuale: perfetta per il periodo primaverile in cui freschezza e primi caldi si alternano, in un gioco spensierato e delicato.

(Hermès official website)

E voi: avete già voglia di profumi più freschi e sbarazzini? Fatecelo sapere nei commenti!




Giardini storici e parchi: quando il design è green

Il periodo migliore per scoprire il design in verde è tra fine inverno e inizio primavera quando le fioriture esplodono in mille colori nei grandi giardini storici italiani gli stessi che, nel corso dei secoli, hanno reso l’Italia famosa nel mondo come giardino d’Europa. Non è mai troppo presto per organizzare un tour per parchi giardini, luoghi della cultura e borghi storici in vista delle fioriture.

GIARDINI E VILLE SUL LAGO MAGGIORE Meta prediletta per le prime giornate primaverili sono i giardini a bordo lago. Come i giardini botanici di Villa Taranto di Verbania sul Lago Maggiore dove in primavera trionfano muscari e narcisi in vere e proprie tavolozze di colore e fioriscono azalee, rododendri, forsizie e magnolie. I giardini sono frutto del sogno del capitano Nail Mc Eacharn che acquisì la proprietà nel 1931 dalla marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un giardino all’inglese. Oggi il patrimonio botanico dei giardini comprende 20mila varietà che regalano scenari unici in ogni stagione dell’anno.
Sempre sul Lago Maggiore le isole Borromee sono al massimo del loro splendore in primavera. Sulle dieci terrazze che compongono il giardino all’italiana dell’Isola Bella, uno scrigno d’arte barocca sospeso sull’acqua, fioriscono rododendri e camelie, oltre a una magnifica collezione di rose. Anche all’Isola Madre definita da Gustave Flaubert come “il luogo più voluttuoso al mondo”, l’atmosfera è incantata. Nei suoi giardini accanto a piante secolari di rododendri, camelie, azalee e al pergolato di glicini, trovano posto alberi e fiori esotici in mezzo a cui passeggiano pavoni e fagiani.

IL PARCO SUL MINCIO Il Parco Sigurtà di Valeggio sul Mincio, tra Mantova e Verona, è un giardino voluto, a metà del 900, da Carlo Sigurtà, industriale farmaceutico innamoratosi del territorio (alcune aree del parco sono state disegnate da Cocker Henry, tra i più noti architetti del passaggio del Novecento).  Nel parco si susseguono boschi e prati e trovano posto un labirinto Boschi, viali delle rose e laghetti con ninfee oltre a fioriture straordinarie di tulipani, giacinti e narcisi.

OLTRE CONFINE: UN PARCO SVIZZERO AFFACCIATO SUL CERESIO A pochi chilometri dal confine, sul Lago del Ceresio (o di Lugano), il Parco Scherrer di Morcote accoglie i visitatori con una vegetazione lussureggiante tra camelie, glicini, magnolie, azalee ma anche cipressi, eucalipti e limoni. Definito il “Giardino delle Meraviglie” , il parco è stato realizzato da Arturo Scherrer , appassionato viaggiatore amante dell’arte, con la volontà di ospitare opere provenienti da tutto il mondo (come una copia dell’Eretteo) immerse nella vegetazione.

CASTELLI, PARCHI E GIARDINI PIEMONTESI Tra gli itinerari di primavera non mancano ville e castelli storici dove assistere allo spettacolo della natura. Come il Castello di Pralormo (Torino) dove la manifestazione Messer Tulipano celebra la fioritura di 80mila tulipani circa.
Da non perdere anche un’altra destinazione piemontese: l’Oasi Zegna a Trivero sulle Alpi Biellesi. Quest’angolo di paradiso nasconde una storia di impresa di puro fascino posto che fu lo stesso Ermenegildo Zegna, a partire dagli Anni ’20 del secolo scorso, a decidere di riqualificare l’area piantando migliaia di conifere, azalee, dalie, ortensie, e, soprattutto, rododendri provenienti dal Belgio. Trivero ha poi visto all’opera nel corso degli anni anche l’architetto paesaggista Pietro Porcinai e, più recentemente, l’architetto Paolo Pejrone.

I GRANDI GIARDINI ITALIANI  Per cercare nuovi spunti per organizzare week end di primavera, possono venire in aiuto i suggerimenti dei Grandi Giardini Italiani, il network fondato nel 1997 per far conoscere gli oltre 150 parchi della rete, giardini da considerarsi e veri e propri monumenti rappresentativi della storia del Paese. Come Palazzo Farnese di Caprarola (Viterbo), icona dei giardini all’italiana rinascimentali, ideata dall’architetto Jacopo Barozzi da Vignola su commissione del cardinale Alessandro Farnese a Caprarola, a una cinquantina di chilometri da Roma. Qui l’uso bosso in forma geometrica, oltre alla presenza di grotti, fontane e corsi d’acqua artificiali sottolinea la consapevolezza raggiunta dell’uomo artefice di se stesso.  O Villa Garzoni di Collodi (Pistoia), emblema di un ‘700 in cui i palazzi aristocratici ospitavano luoghi di svago e cultura per le corti, divenendo centri di relazione personali e politiche. O, nel piacentino, Grazzano Visconti, un parco ottocentesco di oltre 120mila metri quadrati, disegnato dal duca Giuseppe Visconti di Modrone per abbracciare il castello di famiglia attorno a cui il duca volle inoltre ricreare un borgo di all’atmosfera medievale.  Qui convivono le simmetrie, le linee del giardino all’italiana e l’atmosfera romantica del bosco.  Da non perdere infine Casa Cuseni, una villa siciliana con un giardino art déco ispirato agli ideali di pace e realizzato da Robert Hawthorn Kitson in cui le prospettive sull’Etna e sul golfo di Naxos sono utilizzati come elementi decorativi e le piante africane si mescolano agli agrumi siciliani e alle rose inglesi.




Valtellina, una meta ideale per un break di primavera

Relax, enogastronomia di eccellenza, panorami da sogno e palazzi e musei da scoprire. La Valtellina diventa una meta ideale per un ponte di primavera, magari approfittano dei diversi ponti in calendario.  Proprio in primavera tra l’altro riaprono le porte palazzi e musei che offrono  la possibilità di esplorare la storia della Valtellina visitando meravigliose dimore storiche.

A Sondrio, Palazzo Sertoli stupisce per le sue facciate austere ed eleganti che si contrappongono agli interni dove ci sono forti richiami al rococò. Di particolare bellezza è il salone dei balli, una sala del secondo piano decorata con stucchi e dipinti. Da non perdere Palazzo Sassi de’ Lavizzari: all’interno si trova il MVSA, il Museo Valtellinese di Storia e Arte, per conoscere la storia della Valtellina e le sue diverse espressioni artistiche attraverso laboratori creativi per i bambini e visite guidate per gli adulti. Girando per la città si possono ammirare dall’esterno altri palazzi tra cui Palazzo Pretorio (sede del comune), Palazzo Martinengo (sede degli uffici comunali), Palazzo Muzio (sede degli uffici della Provincia di Sondrio) e Villa Quadrio (sede della Biblioteca Rajna e con all’interno il grande salone dei concerti con soffitto decorato da spettacolari stucchi). Nel capoluogo della Valtellina e nei suoi dintorni non mancano castelli e fortezze tutti da scoprire. Come  il Castello Masegra che ospita il CAST, il CAstello delle STorie di montagna (un museo narrante che invita i suoi ospiti a conoscere la cultura montana rappresentata da storie di alpinismo, arrampicata e ambiente; trait d’union è la tecnologia che rende la visita interattiva e strizza l’occhio ai visitatori più piccoli) e il Museo dei Minerali della Valtellina e della Valchiavenna, un’incredibile raccolta di minerali tra i più belli, rari e importanti della Valtellina. O il Castello Grumello, donato al FAI nel 1990 e meta perfetta per le famiglie.

A Teglio oltre all’Accademia del Pizzocchero, da non perdere Palazzo Besta, tra i principali palazzi rinascimentali della Valtellina e uno dei più interessanti in tutta la Lombardia. Al suo interno sono raffigurate scene dell’Eneide, dell’Orlando Furioso (poema ripreso in valtellina anche in cicli di affreschi presso al Castello Masegra, a Sondrio, che pare appartenga a dei discendenti di Orlando e a Palazzo Valenti, a Talamona), delle Metamorfosi e di scene bibliche. Il piano terra inoltre ospita l’Antiquarium, dove sono custodite testimonianze della preistoria della Valtellina.

A Tirano, crocevia tra la Valtellina e la Sizzera,  Palazzo Salis si ammirano, tra l’altro,  la Camera delle otto meraviglie e  il Saloncello, una stanza a volta con affreschi a trompe l’oeil. Non lontano da Tirano, a Grosio, si visita Villa Visconti Venosta, mentre a Bormio è da non perdere Palazzo De Simoni al cui interno si trova il Museo Civico, caratterizzato da tipiche sc’tue (stanze) in legno mentre nelle 27 sale custodisce la storia del paese raccontando usi, costumi e mestieri di una volta, ritratti e dipinti legati alla cultura locale oltre a reperti bellici e alla narrazione degli sport della neve.

Palazzo Malacrida di Morbegno stupisce visitatori mettendo in scena, al primo piano,  il meglio del rococò. Qui si possono ammirare le quadrature di Giuseppe Coduri, con prospettive architettoniche che creano l’illusione di ampliamento degli spazi grazie all’effetto del trompe l’œil, e alcuni capolavori di Cesare Ligari, tra cui Il trionfo della verità nelle arti e nelle scienze, sull’ignoranza.

Spostandosi infine in ValchiavennaProsto di Piuro ospita Palazzo Vertemate Franchi, una meravigliosa dimora rinascimentale considerata uno tra i palazzi più importanti della Valchiavenna e dell’intera provincia di Sondrio.




Sci ed enogastronomia a Plan de Corones

A Plan de Corones lo sci sposa, a oltre duemila metri di altitudine, cultura ed enogastronomia di eccellenza. Sul maestoso panettone che dà il nome al comprensorio e domina Brunico si scia su quasi 120 chilometri di piste (DolomitiSuperSki) fino al 14 aprile e si fa tappa all’AlpiNN. In questo rifugio glamour all’interno del  Lumen, il museo della fotografia di montagna, lo chef tristellato Norbert Niederkolfer propone la sua visione di cucina fondata sulla attenzione al territorio, sulla sostenibilità e sull’etica no waste secondo cui tutto può diventare un ingrediente di ricette creative (menù degustazione da quattro portate a partire da 78 euro). Ogni piatto, secondo questa idea di cucina, rappresenta le montagne, la fatica dei contadini, la qualità dei prodotti e le tradizioni tramandate da generazioni.

PLAN DE CORONES PARADISO DELLO SCI Kronplatz 2000- Plan de Corones si raggiunge facilmente perfino in treno (gratis con la guest card che viene consegnata all’arrivo degli ospiti nelle strutture convenzionate). Agli impianti di risalita del comprensorio di Plan de Corones infatti si può accedere anche dalla fermata del treno (Ski Pusteral Express che ogni mezz’ora minuti collega il comprensorio 3 Cime con quello di Plan de Corones, scarponi ai piedi). In pochi minuti si sale quindi da Brunico a 2275 metri pronti per esplorare, sci ai piedi, una destinazione che può ben definirsi mecca dello sci. Da qui lo sguardo si perde sulle cime più famose delle Dolomiti e non solo: dalla catena delle Odle fino alla Marmolada, passando dal Sassolungo, Sassopiatto, Croda Rossa d’Ampezzo e Tofane, fino alla distesa delle Alpi Aurine.  Impossibile annoiarsi. Dalla Campana della Concordia che, suona tutti i giorni a mezzogiorno per portare il suo messaggio di pace nel mondo, si scende a valle lungo ampie piste, come la Furcia, da godersi  perdifiato come prima discesa della giornata. Non mancano le black five le cinque piste nere del comprensorio, compresa la Piculin che scende quasi i verticale a Piccolino in Val Badia da cui in pochi minuti di bus (il 460) si arriva a La Villa, porta di accesso al circuito del SellaRonda.

RELAX ALLLA PARTENZA PER PLAN DE CORONES  A Riscone (frazione di Brunico), a meno di duecento metri dagli impianti di risalita di Plan De Corones, il  Falkensteiner Hotel Kronplatz offre una base di partenza ideale per godersi tutto lo sci della Val Pusteria e il relax della sua Acquapura Mountain spa dedicata agli elementi della natura. Qui sulla piscina a sfioro all’ultimo piano della struttura, si attende che la calda luce del tramonto inondi le Dolomiti per poi concedersi come aperitivo la merenda proposta dalla struttura.

 




I tre processi di Oscar Wilde di nuovo all’Elfo Puccini

di zZz

‘In piedi. Entra la corte’ – Tutti vogliono la verità (come se ci fosse una sola verità…), ma la vogliono o senza fare domande o avendo già le risposte. La ‘corte’ giudica ciò che pensa di vedere e di sentire senza un vero contraddittorio; la corte si affida al mormorio e lo amplifica per fare ‘giustizia’ a tutti i costi. La parola d’ordine è fare ordine, costi quel che costi: normalizzare (come se ci fosse una normalità…). Ma non c’è solo una corte. C’è pure la stampa sensazionalistica e, poi, ci sono i social media e qui è ancora peggio perché, qui, chi non sa parla e chi scrive non sa. Tutti hanno la propria verità preconfezionata e, fièri, tutti accusano tutti, tutti condannano, infangano e calunniano. Ma la verità è che “la verità è raramente pura” e che “la verità non è mai semplice” (O. Wilde), nemmeno (o tanto meno) in Atti osceni [ovvero, ne] I tre processi di Oscar Wilde, in scena all’Elfo Puccini di Milano (13 gennaio-4 febbraio 2024), per la regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia.

Il sipario è aperto, il palco è vuoto. Il pubblico prende posto nella sala per assistere a un processo, ma, in questa aula di giustizia, al posto de La legge è uguale per tutti campeggia (come monito e come anticipazione di quel che accadrà sulla scena) una verità meno rassicurante e nondimeno ‘vera’: la complessità di stabilire una verità, quando di verità non ce n’è una, ma molto spesso ce ne sono ‘centomila’ o ‘nessuna’.

Atti osceni è, davvero, un dramma sulle ‘verità’: una ‘micro’ storia drammatica (quella di O. Wilde e delle sue di-avventure giudiziarie del 1895) che ha il potere di superare gli oceani del tempo ed essere attualissima e valida per tutti, non solo per lui che ama lui, per lei che ama lei etc. etc.

Più di due ore di parole: quelle dell’accusato, O. Wilde (un misuratissimo Giovanni Franzoni dalla straordinaria ed energica presenza scenica), quelle dei testimoni, degli avvocati e dei benpensanti… Tante parole che, con ritmi e timbri diversi, si alternano sapientemente e animano una vera e propria partitura a più voci mirabilmente eseguita dagli attori.

Lo spettacolo si fa seguire ed è avvincente: il tempo passa in fretta; la tensione resta sempre alta, anche se le azioni sono poche. La mano della regia (come quella del disegno delle luci) è efficacemente delicata, semplice, leggera (ma mai superficiale). Spesso il movimento degli attori sembra una danza nello spazio e nel tempo: dall’inizio alla fine la scena non cambia, ma i cambi scena ci sono e si vedono bene soprattutto quando l’ordine cronologico degli avvenimenti viene interrotto per lasciar posto alla rievocazione di fatti, parole e personaggi menzionati nel corso del processo. Insomma, uno spettacolo forte, potente e ben fatto: da rivedere e, magari, anche da riascoltare come se fosse la diretta di un processo trasmesso per radio. Un testo difficile ma tradotto per la scena in maniera talmente magistrale che non è possibile non apprezzare.

In scena al Teatro Elfo Puccini fino al 4 febbraio 2024

Atti osceni. I tre processi di Oscar Wilde

di Moisés Kaufman

traduzione Lucio De Capitani

regia, scene e costumi Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli

con Giovanni Franzoni, Riccardo Buffonini, Ciro Masella, Nicola Stravalaci, Giuseppe Lanino, Giusto Cucchiarini, Filippo Quezel, Edoardo Chiabolotti, Ludovico D’Agostino

produzione Teatro dell’Elfo




Thomas De Monaco – Lusso sostenibile

Oggi vi vogliamo parlare di un brand di profumeria di nicchia che abbiamo scoperto da poco: Thomas De Monaco. Chi è costui?

Thomas De Monaco è un bravissimo fotografo, che vive e lavora come direttore creativo e fotografo tra Parigi – sua città di adozione – e Zurigo, nella natia Svizzera, lavorando per clienti internazionali nei settori premium e del lusso: Hermès, Dior, YSL, Armani, Moët & Chandon, Hennessy, Rolex, Cartier e Piaget, solo per citarne alcuni.

Da sempre appassionato di profumi (dice che il suo primo ricordo è l’odore delle fette biscottate nella cucina di sua mamma), ad un certo punto ha voluto fare un regalo ai suoi amici e ha deciso di creare un profumo. E’ così che nel dicembre 2020, dopo più di tre anni di sviluppo, ha presentato Raw Gold, la sua prima fragranza. Come prima edizione limitata con 1.400 flaconi, l’Eau de Parfum è stata oggetto di numerose discussioni e ha subito trovato un posto speciale nel cuore di collezionisti e intenditori. Nel 2022 ha lanciato la sua seconda collezione limitata composta da Eau Coeur a settembre e Grand Beau a novembre. Entrambi i profumi sono intensamente luminosi e duraturi, realizzati con bellissime materie prime e molecole contemporanee.

Dice il fondatore del brand: “Con il mio lavoro di fotografo, raggiungo regolarmente i limiti dell’espressione. Con i miei profumi, posso trascendere questi limiti entrando nel mondo della poesia. Catturo sensazioni emotive e creo profumi al di là delle immagini. È una forma di espressione, un altro strato del nostro carattere, della nostra personalità”. I suoi profumi sono pensati per il qui e ora e si può sentire in essi questa libertà creativa che lo contraddistingue. Tutte le fragranze sono prodotte nella propria manifattura a Zurigo, ricavata da un antico edificio costruito da Gustave Eiffel. Un patrimonio pieno di indipendenza artistica, poetica, emotiva e autentica, destinato al lusso sostenibile. Oltre ai flaconi artistici, il marchio ha molto da offrire anche a livello tattile, il che dimostra l’amore di Thomas per i dettagli. La confezione esterna, ad esempio, è realizzata in cellulosa compostabile e carta di canapa europea.

Abbiamo avuto la possibilità di testare tutte e 5 le fragranze che compongono la collezione, e siamo rimasti entusiasti. Il profumo più venduto – e come abbiamo detto il primo profumo prodotto – è Raw Gold. Un profumo complesso, intrigante, sensuale, che grida passione pura e lusso sontuoso senza essere però invadente ed eccessivo. L’aroma dell’olio di davana è accompagnato dal ricco calore del legno di cedro e dalla profondità terrosa dell’iris. Nel cuore si uniscono il patchouli, il legno di guaiaco e il vellutato camoscio. Il fondo è caratterizzato da vaniglia, olio di oud e benzoino balsamico: un bagno nella luminosità e nel calore eccitante dell’oro puro.

Sol Salgado è come una passeggiata lungo la costa, dove il sole accarezza la pelle e il sale nell’aria rinfresca i sensi. L’apertura con i fiori di tiglio e mimosa è davvero spettacolare ed ariosa, sono le note che ci hanno fatto innamorare di questa fragranza! La vaniglia e il dolce accordo di eliotropio danzano insieme mentre la brezza marina salata conferisce alla fragranza la sua caratteristica profondità. Normalmente questi accordi ariosi e leggeri non durano molto sulla pelle, invece Sol Salgado ha anche una eccellente persistenza.

Agli antipodi, una fragranza potente come il fuoco inarrestabile del futuro. Fuego Futuro inizia con un’audace apertura di pepe, mate ed elemi, come una scintilla che accende l’avventura. Il cuore combina note di salvia affumicata, fieno e incenso. Il fondo rivela la profondità dell’avventura con accordi di sandalo, legno di cedro e una nota di cenere. È qui che viene raccontata la storia della fragranza: un viaggio dalla scintilla ai resti fumosi di un fuoco appassionato. Questo profumo accende il vostro spirito pionieristico e interpreta un viaggio nel futuro incerto, dove il fuoco dell’avventura arde sempre.

Grand beau è un omaggio ai classici chypre: radicale, incredibilmente secco e decisamente rinfrescante. Il calore speziato dell’assoluta di pino; la freschezza delle bacche di ginepro che ricordano il gin; l’infuso di angelica; la tuberosa, il vetiver e l’olibano. Le alghe, asciutte e leggermente salate, in combinazione con muschio e note ambrate portano ad un profumo dall’infinita grazia e bellezza. E’ il ricordo di un momento al mare, dietro le dune di sabbia, occhi chiusi, sotto l’ombra degli alberi di pino.

Eau Coeur è un profumo radioso e fiorito, che sembra venire direttamente da un cuore desideroso d’amore: un momento magnifico, seducente e aggraziato, allo stesso tempo tenero ma evocativo nella sua delicatezza.

La fragranza si apre con un’intrigante alleanza tra il misterioso olio di magnolia, il profumo legnoso di pesca dell’osmanto assoluto con le sue note selvatiche e di cuoio e un’inflessione di tonificante pepe rosa. La nota di cuore emana un accenno di rosa assoluta del Marocco, rafforzata dal legno di cedro della Virginia e dal legno di quercia affumicata, le cui sfumature aspre di vaniglia indugiano anche nella nota di fondo dove il loro impatto sensuale è tanto più potente in compagnia dell’assoluta di fava tonka. Il muschio tenero invoca la passione. Il tutto condito da un’eccessiva indulgenza di ambroxan, che conferisce al profumo la sua armoniosa unione e longevità.

I profumi di Thomas De Monaco sono distribuiti da alcuni selezionati partner europei. Potete trovare l’elenco nel sito del brand: thomasdemonaco.com. Account Instagram: @thomasdemonacoparfums