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Umbria, dove ascoltare il silenzio

Con la primavera che avanza verso l’estate, cresce la voglia di week end, di fughe più o meno lunghe dalla città, dal lavoro e dalle convenzioni. Non viaggi e vacanze vere e proprie, ma giornate all’insegna del relax, per rigenerarsi dopo gli intensi mesi invernali.  L’Umbria, per chi può, può offrire un’ottima alternativa: culla dell’arte italiana, ricca di tesori storici, patrimonio dell’enogastronomia. Insomma se si ha a disposizione qualche giornata da dedicare a se stessi … un fine settimana a metà strada tra Assisi, Spello e Perugia può fornire un’ottima alternativa

In Umbria borghi e città offrono ai visitatori un patrimonio artistico notevole, tra splendori architettonici, capolavori di pittura e scultura, eventi culturali. Località dove ancor oggi si respira il misticismo di tempi passati, legati a testimoni di fede che hanno contribuito a renderle celebri. San Francesco e Santa Chiara sono sicuramente i più noti, ma anche San Benedetto da Norcia, San Valentino, patrono di Terni, Santa Rita da Cascia. Luoghi di fede che diventano veri e propri percorsi per chi cerca silenzio e spiritualità. In Umbria anche il panorama che si apre allo sguardo tra dolci colline, borghi medioevali e uliveti, regala una boccata di ossigeno, una sensazione di pace e serenità, un’immagine che si imprime nello spirito e nel cuore. In ascolto del silenzio

E Brufa, con il Borgobrufa SPA Resort,  potrebbe essere un buon punto di partenza grazie ad una collocaiozne che lo pone nel cuore stesso dell’Umbria, a 15 minuti da Perugia, Assisi, Spello; poco più di 30 minuti da Todi, Spoleto, Gubbio, il Lago Trasimeno e Orvieto. Non solo. Lo stesso Brufa offre un inconsueto parco di sculture en plein air: è “Scultori a Brufa”, ideato nel 1987, dove ogni anno in agosto uno scultore espone i propri lavori per le strade e le piazzette del borgo e realizza un’opera ad hoc che viene donata al paese per arricchire il parco sculture. Tra le opere spicca anche “Il grande alone” di Gino Marotta (2002),  gigantesco albero in acciaio inox alto 8 metri,.

L’hotel immerso in 4 ettari di verde, tra olivi e giardini, offre un’oasi di silenzio dove è assicurata la totale privacy, il luogo ideale per fuggire dalla quotidianità. Costituito da vari casolari, il Resort è stato completamente ristrutturato dall’attuale proprietario Andrea Sfascia e dalla moglie Ivana, mantenendo l’originaria struttura dell’antico borgo tipico umbro e nel rispetto della natura, in piena armonia con il territorio. Eccellente gastronomia e ambienti di charme sono elementi di spicco del resort, ma punta di diamante è sicuramente la Spa. Oltre 1.200 mq ne fanno il centro benessere più grande dell’Umbria, con ambienti esclusivi, trattamenti personalizzati, prodotti naturali e marchi di ottimo livello. Silenzio, relax, quiete, pace, romanticismo: sono queste le parole chiave di Borgobrufa SPA Resort. Proprio per questo, per regalare agli ospiti una pausa di pace l’hotel con una scleta piuttosto inconsueta ha deciso di non ospitare matrimoni né grandi eventi e da quest’anno ha scelto di essere 15+, ovvero accessibile solo ad un pubblico adulto.

Info: Borgobrufa SPA Resort – Via del Colle 38, Torgiano (PG) – tel. 075 985267–

www.borgobrufa.it




STOMP porta in scena il ritmo del Millennio

Energia pura  contaminazione di più generi. Tutto questo e molto di più è  STOMP, di ritorno in Italia, dopo aver girato oltre 40 Paesi, e in scena al Barclays Teatro Nazionale di Milano fino al 31 maggio.
L’occasione è unica per una serata speciale dove rimanere fermi e seduti composti, come un tempo raccomandavano tutte le mamme del mondo, sarà un’impresa particolarmente  ardua.  Per fortuna il cast coinvolge in più di un’occasione il pubblico presente in sala dando vita a uno spettacolo nello spettacolo.

In scena da anni a Londra, STOMP  è stato creato e diretto  da Luke Cresswell, che firma anche la coreografia, e Steve McNicholas. “STOMP parla tutte le lingue del mondo” è questo il refrain che campeggia da meno un decennio nel West End londinese. E in effetti non occorre nessuna preparazione per godersi uno spettacolo che vuole trovare la bellezza nella quotidianità, travolgendo con un ritmo contagioso ogni mezzo e strumento della vita concreta: dalle scope ai bidoni della spazzatura. Il disordine della vita urbana diventa fonte di stupore e ritmo contagioso, il rumore si trasforma in musica e uno spettacolo di ballerini-acrobati e percussionisti in evento unico.

Senza trama, personaggi né parole, STOMP mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i formidabili ballerini-percussionisti-attori-acrobati di STOMP danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni,  in un “delirio” artistico di ironia travolgente. Sfidando continuamente ogni convenzione sui confini di genere, STOMP è danza, dall’hip hop al tip tap fino al flamenco all’acrobatico, teatro e musica insieme. È un elettrizzante evento rock, un anomalo concerto sinfonico in stile “videoclip”: senso rapido del tempo, visualizzazione della musica, vortice ritmico nella scansione delle immagini.

Oltre a pezzi ormai classici, con secchi, bidoni, scope, da segnalare un suggestivo brano eseguito dall’intero cast al boio  con il solo ausilio degli accendini. mai visto qualcosa di simile.

STOMP nasce a Brighton (Inghilterra) nel 1991 dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, ha trionfato in questi ultimi anni nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo.

 

Dove, come e a quanto
Barclays teatro Nazionale

Orario spettacolo:
dal martedì al sabato ore 20.45
sabato e domenica anche pomeridiana ore 15.30

Prezzi dei biglietti comprensivi di prevendita:

martedì/mercoledì/giovedì e sabato pomeriggio Poltronissima € 51,50 – Poltrona €40,00 – Galleria €28,50

venerdì/sabato sera e domenica pomeriggio Poltronissima € 57,50 – Poltrona €46,00 – Galleria €34,50




Arena di Verona: ancora poco e si alza il sipario

Lo spettacolo sta per iniziare. Fervono i preparativi per la 93ma edizione del Festival lirico 2015 all’Arena di Verona su cui si alzerà il sipario il prossimo 19 giugno per poi proseguire fino al 6 settembre con 54 serate di spettacolo.

In programma 6 titoli d’Opera – Nabucco, Aida, Tosca, Don Giovanni, Il Barbiere di Siviglia e Roméo et Juliette – 2 imperdibili Gala – Roberto Bolle and Friends e Carmen Gala Concert – e il grande ritorno di Carmina Burana.

Il Festival, nell’anno di Expo Milano 2015, propone i titoli lirici più amati ed agli allestimenti più spettacolari e applauditi degli ultimi anni di oltre un secolo di storia areniana. Inoltre, assistere a uno spettacolo all’Arena di Verona è anche l’occasione perfetta per andare alla scoperta di una delle città più belle d’Italia, Verona.

Alla Prima del 19 giugno l’Arena di Verona presenta Nabucco di Giuseppe Verdi nella messa in scena di Gianfranco de Bosio: un palcoscenico perfetto per un’opera che coinvolge complessi artistici numerosi e  imponenti scenografie. Segue un’altra opera verdiana: Aida, simbolo dell’Arena nonché titolo più rappresentato con un record di oltre seicento recite, in scena nel grandioso allestimento di Franco Zeffirelli. È poi la volta di Tosca di Giacomo Puccini, con una rappresentazione sontuosa curata da Hugo de Ana, seguita dal capolavoro di Wolfgang Amadeus Mozart, Don Giovanni, che vede ancora Franco Zeffirelli come regista e scenografo. Il palcoscenico del celebre anfiteatro veronese si trasformerà quindi nel giardino ideato da Hugo de Ana per Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, caratterizzato dalle gigantesche rose simbolo di AMO Arena Museo Opera, il Museo della Fondazione Arena di Verona. Infine, il teatro all’aperto più grande del mondo ospiterà un moderno teatro shakespeariano ispirato al londinese Globe, allestito per l’immancabile opera Roméo et Juliette di Charles Gounod, rappresentazione della storia d’amore più tormentata di sempre che ha reso Verona famosa in tutto il mondo.

Arricchiscono il cartellone 2015 tre serate speciali: il 22 luglio Roberto Bolle and Friends, l’appuntamento con la danza internazionale che vede l’étoile Roberto Bolle esibirsi assieme agli artisti provenienti dalle migliori compagnie mondiali; il 24 luglio Carmen Gala Concert, che rende omaggio al capolavoro di Georges Bizet a 140 anni dalla sua prima rappresentazione all’Opéra-Comique di Parigi nel 1875, e infine il 25 agosto i Carmina Burana di Carl Orff, pronti a replicare lo straordinario successo del debutto in Arena della passata stagione.

Per tutti coloro che assisteranno agli spettacoli areniani, si consiglia inoltre la visita di AMO Arena Museo Opera, il Museo della Fondazione Arena di Verona collocato nella splendida cornice di Palazzo Forti e dedicato alla creatività e all’eccellenza dell’opera lirica italiana, che ha come obiettivo quello di far conoscere la perfetta macchina creativa che sta alla base della nascita delle celebri opere rappresentate.

Oltre alle collezioni permanenti ed alle mostre temporanee, dal 22 maggio al 27 settembre 2015 AMO ospiterà l’imperdibile mostra Dario Fo dipinge Maria Callas, con oltre 70 opere in esposizione che il Premio Nobel italiano ha dedicato alla Divina dell’Opera.

Per informazioni www.arena.it




Parigi Bistrot: gli indirizzi da non perdere

Siete finalmente approdati nella Ville Lumiere e non  sapete scegliere tra le tante delizie della cucina francese?
Atmosfera, sapori e quel gusto spesso un po’ retro (ma non sempre) che abbiamo imparato ad amare nei film che fanno di Parigi la vera protagonista della pellicola. Un buon punto partenza potrebbero essere questa manciata di indirizzi che propongono un connubbio  innovazione e tradizione della migliore cucina d’Oltralpe selezionati da rendezvousenfrance
Quanto ai prezzi…ce ne è per tutte le tasche….

1)  Le Baratin
3 Rue Jouye-Rouve (XX° arrondissement)

Atmosfera da vecchio bistrot, menù scritto sulla lavagna e la cucina della chef argentina Raquel Carena così semplice e personale.

2) La Crèmerie
9 Rue des Quatre Vents, Saint-Germain

Si possono degustare la burrata con qualche pomodori ciliegino, il camembert fermier, il tian di verdure preparato da Hélène.

3) Benoit
20 rue Saint Martin (IV arrondissement)

É una delle perle dell’universo gastronomico di Alain Ducasse e unico bistrot stellato della capitale dall’atmosfera confortevole, aperto nel 1912 e mantenuto l’atmosfera dell’epoca: boiseries, velluto, specchi e lampadari d’antan. Specialità parigine classiche, dal pâté in crosta alle lumache, il filetto di sogliola, la leggendaria tête de veau, i profiteroles Benoit e una carta dei vini di oltre 350 referenze. Secondo il noto chef Alain Ducasse non esiste posto “più bistrot e più parigino di Benoit”.

4) Terroirs Parisiens
20 Rue Saint-Victor (V arrondissement)

Yannick Allena, chef celebratissimo (tre stelle Michelin dal 2007 nel suo ristorante gastronomico, e “chef dell’anno” 2014 per Gault&Millau), è erede di una famiglia di bistrotiers e in omaggio ai locali che i suoi genitori gestivano nei dintorni di Parigi, dove è cresciuto, ha aperto un bistrot dal look contemporaneo (design Wilmotte) e dalla cucina di tradizione, attenta ai produttori e alle ricette dell’Île de France. Per molti il miglior bistrot della città.

5) Allard
41 Rue Saint-André des Arts (VI arrondissement)

Nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, un bistrot  aperto nel 1932 dalla mère cuisinière Marthe Allard, arrivata a Parigi dalla Borgogna. Gestito dalla famiglia Allard fino alla metà degli anni ’80, ne continua lo spirito di tradizione. Specialità classiche, dalle cosce di rana al pollo arrosto della Bresse e l’immancabile Tarte Tatin. Il tutto preparato dalla chef Laëtitia Rouabah e dal suo “secondo”, un’altra donna, Emilie Villon.

6) Abri
92 Rue du Faubourg-Poissonnière (X arrondissement)

Un piccolo bistrot (bourgeois-bohémien), nel quale opera lo chef giapponese Katsuaki Okiyama, considerato una star della Bistronomie, (neologismo che interpreta la nuova tendenza della cucina francese) con proposte francesi rivisitate con raffinatezza e leggerezza japan.

7) Le Comptoir
9 Carrefour de l’Odéon

Yves Camdeborde e tutta la sua équipe propongono una cucina Bistrot Brasserie con l’intento di riprendere la tradizione francese di una cucina golosa e raffinata.

8) La Dame de Pic
20 Rue du Louvre (I arrondissement)

Anne-Sophie Pic gestisce il bistrot con lo chef Xavier Jarry. La Pic ricrea l’universo gastronomico francese ogni giorno nei suoi piatti, nei quali vista, odore e sapore devono essere le componenti essenziali.

9) L’Opéra Restaurant
Place Jacques Rouché – Palais Garnier (IX arrondissement)

Un luogo unico concepito dall’architetto Odile Decq con scalinata teatrale e mezzanino dalle forme avvolgenti. Lo chef Stéphane Midi propone una cucina francese rivisitata.

10) Sur Mesure
251 Rue Saint-Honoré (I Arrondissement)

Lo chef stellato Trierry Marx propone una cucina innovativa e creativa che combina ispirazioni francesi e asiatiche. La location è interamente bianca, curata da Patrick Jouin e Sanjit Manku.

11) Ma Cocotte
106 Rue des Rosiers (XVIII arrondissement)

Vicinissimo al famoso mercato delle pulci di Saint-Ouen. Philippe Starck, noto designer francese ha contribuito a creare un luogo vintage, speciale e surreale. Cucina tipica da Bistrot, ma non solo.

12) Le ciel de Paris
Tour Maine Montparnasse, 33 avenue du Maine (XV arrondissement)

Si trova al 56° piano del secondo grattacielo più alto della capitale francese, la Tour Montparnasse. Ciel de Paris unisce l’eccellenza della cucina e una sensazione unica, quella di avere Parigi ai propri piedi. La cucina è diretta dallo Chef de cuisine Christophe Marchais e dallo Chef Pâtissier Baptiste Méthivier; i piatti, delicatissimi e raffinati, ripercorrono le grandi tappe della cucina francese.




EXPO a tre stelle Michelin: il Regis Marcon prende per la gola i visitatori

Per tutti gli amanti dell’arte in cucina è da non perdere il Café des Chefs del Padiglione Francia in EXPO dove si celebra Regis Marcon, chef dell’omonimo paradiso gastronomico dell’Alvernia a tre stelle Michelin e vincitore del Bocuse d’Or nel 1995. E non è un caso che Regis Marcon provenga da quella regione Rodano Alpi patria dello stesso Bocuse.

Il Rodano Alpi è la prima regione protagonista al Padiglione Francia di EXPO 2015. Per due mesi, sino a fine giugno, la regione accoglierà i visitatori del Padiglione Francia prendendoli letteralmente per la gola con delizie della tradizione pur sempre accompagnate dalla costante innovazione e ricerca che contraddistingue la cucina francese.  La regione infatti vuole far godere le papille gustative di milanesi, italiani e turisti stranieri in  visita ad EXPO anche grazie  una gastronomia da sempre uno punti forti dell’area. Si tratta di un’occasione unica per scoprire una cucina attenta al dettaglio, accostamenti innovativi e prodotti a kilometro zero di una regione tutta da gustare. Un menù è alla portata di tutte le tasche, studiato apposta per avvicinare i milioni di persone che transiteranno dall’EXPO in un viaggio alla scoperta di nuovi sapori, godendo per di più se si ha piacere dalla terrazza panoramica del padiglione francese che sovrasta il Decumano.

Regis Marcon ha quindi previsto una formula a 37 euro (…un prezzo imbattibile considerando che il parallelo tricolore,  Identità Golose offre, sempre in EXPO, menù stellati a 75 euro),  per provare le delizie della cucina della regione attraverso una  cucina che racconta e riflette la natura circostante e le tradizioni dell’area. Una cucina innovativa in cui i prodotti hanno gusto che si assapora lentamente, facendo riemergere sensazioni e ricordi. Il menù è a base di prodotti del territorio: nougat di pollo ai funghi selvatici, con insalata di farro e verdurine croccanti; salmerino dell’Isère con asparagi e spugnole, quindi selezione di formaggi e per dessert la torta al cioccolato Andoa 70% bio della Maison Valrhona con sorbetto di pera e chantilly alla Verbena. Di rilievo, in particolare, salmerino: un piatto fresco, leggero delicato pur con quel tocco inconsueto rappresento dalle spugnole che esaltano i sapori primaverili della proposta di Regis Marcon.   Il menù  è stato studiato e preparato a quattro mani dallo stesso  Regis Marcon con Julien Machet chef di La Tania in Savoia, nel comprensorio delle 3 vallees vicino a Courchevel che rappresenterà la Francia all’ International Chef Cup che si svolgerà a Milano il prossimo 19 giugno.

Ovviamente presso il  Café des Chefs del Padiglione Francia si possono gustare anche piatti alla carta. Qualora invece si volesse scegliere qualora di più veloce per la pausa pranzo (ma per la sera il menù di Regis Marcon rimane imbattibile), il padiglione francese offre tutte quelle prelibatezze che hanno reso giustamente noti i nostri cugini d’Oltralpe: dalle baguette al pain au chololat.

 

 




Turandot alla Scala per EXPO

Riccardo Chailly esordisce sul podio del Teatro alla Scala in veste di Direttore Principale dirigendo Turandot di Giacomo Puccini in occasione di Expo Milano 2015. Turandot inaugura la programmazione scaligera per Expo: sei mesi in cui il teatro sarà aperto per 122 serate d’opera, 62 di balletto e 90 concerti. Turandot sarà in scena a maggio: 1, 5, 8, 12, 15, 17, 20, 23.

Nina Stemme è Turandot, Aleksandrs Antonenko il principe Calaf, Maria Agresta Liù, Alexander Tsymbalyuk Timur. Il finale scelto per l’opera incompiuta di Puccini è quello di Luciano Berio, che viene eseguito per la prima volta in forma scenica alla Scala. Berio lo compose nel 2001 riprendendo per la prima volta 23 dei complessivi 30 schizzi lasciati da Puccini; la prima assoluta fu diretta da Riccardo Chailly nel 2002 al Festival delle Canarie.

 L’opera
I dubbi di Puccini e il finale di Alfano per l’opera degli enigmi
Giacomo Puccini muore a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando incompiuta la sua ultima opera, Turandot, segnata da uno sforzo di rinnovamento stilistico che pone l’autore accanto ai principali compositori europei del suo tempo. Nel dicembre 1923, la partitura sembra quasi finita: compiuta la scena tragica della morte di Liù, manca solo il duetto finale in cui la principessa si abbandona finalmente all’amore. Ma il passaggio dal lutto per Liù allo “sgelamento” della principessa, all’ardore amoroso di Calaf e a un rapido lieto fine si rivela uno scoglio estremamente arduo dal punto di vista drammaturgico e musicale. Puccini, colpito da un tumore alla gola, continua a scrivere producendo 23 fogli che contengono 30 frammenti musicali. Ci lavora fino all’ultimo, portandoli con sé anche a Bruxelles dove si reca per un ultimo consulto medico.

Dopo la morte del Maestro, l’editore Ricordi decide, su pressione di Arturo Toscanini, di affidare il completamento dell’opera sulla base delle bozze disponibili a Franco Alfano, già autore dell’opera di ambientazione orientale Sakuntala. Toscanini tuttavia non è per nulla soddisfatto della prima versione del finale propostagli da Alfano in cui sono ripresi, insieme a diversi temi degli atti precedenti, solo 3 dei frammenti di Puccini e gli impone di scriverne una seconda, più stringata, in cui i frammenti pucciniani diventano 4. La prima rappresentazione di Turandot ha luogo al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926. Dirige Arturo Toscanini che, dopo la morte di Liù, depone la bacchetta e rivolge al pubblico la frase “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”. Da allora il secondo finale di Alfano è rimasto in repertorio, ma senza convincere del tutto per i limiti di scrittura dovuti anche alla rapidità di realizzazione, ma soprattutto perché il tono trionfale della nuova conclusione contrasta con le parole vergate dal compositore negli schizzi: “e poi Tristano”.

Il Tristano e Isotta di Wagner, costantemente presente in una partitura che appartiene a un orizzonte stilistico nuovo rispetto alla produzione precedente di Puccini, si conclude in pianissimo, con un’estasi amorosa che è anche estasi di morte: tutto il contrario del coro trionfante cui Alfano fa cantare le parole (assenti dal libretto originale) “ride e canta l’infinita nostra felicità”. Un’indicazione preziosa sulle intenzioni di Puccini viene dal critico musicale Leonardo Pinzauti che in una lettera a Luciano Berio riporta la testimonianza di Salvatore Orlando, proveniente da una famiglia di armatori livornesi amici del compositore. Il giovane Orlando frequentava la villa di Puccini a Torre del Lago e ricorda che nel 1923 il Maestro gli fece ascoltare l’ultima scena al pianoforte spiegandogli che si trattava di un finale “come quello di Tristano”. Le ultime battute erano pianissimo.

Il finale di Luciano Berio

Nel 2000 il Festival delle Canarie commissiona un nuovo completamento dell’opera a Luciano Berio. Berio si dedica innanzitutto allo studio dei frammenti originali e opera una serie di tagli al libretto eliminando molti dei passaggi per cui non esistono idee musicali di Puccini. A differenza di Alfano, Berio si ripropone di utilizzare il più possibile gli schizzi, inclusi quelli strumentali in cui Puccini sembra discostarsi in modo radicale dal suo stile precedente, e ne inserisce 23 su 30 (delle complessive 307 battute del finale 133 sono di mano di Puccini, 174 di mano di Berio) combinandoli con una serie di rimandi a temi già presenti nel resto dell’opera, a cominciare dal “Nessun dorma” utilizzato anche da Alfano. Si accentua così nel finale il pluralismo di stili che è caratteristica dell’intera opera e ne fa un punto di svolta rispetto alla precedente produzione pucciniana.

Per il punto culminante, lo “sgelamento”, Berio si rifà alle indicazioni di Puccini: “Nel duetto si può arrivare a un pathos grande. E per giungere a questo io dico che Calaf deve baciare Turandot e mostrare il suo amore alla fredda donna. Dopo baciata con un bacio che dura qualche secondo (…) le dice il suo nome sulla bocca” (lettera a Adami, novembre 1921). Si rende necessario un momento di “intimità amorosa” abbastanza prolungato da rendere drammaticamente credibile il cedimento della principessa: Berio lo realizza con un interludio strumentale apertamente debitore del cromatismo di Wagner, cui già aveva fatto riferimento Puccini prima dell’aria di Liù (è interessante osservare come anche Alfano nella prima versione del suo finale avesse proposto un interludio in questo punto). L’accordo del Tristano ricorre in diversi momenti dell’opera, a cominciare delle prime note del I atto, gettando un’ombra di ambiguità e di morte sulla vicenda amorosa.

Nel finale di Berio il lutto per la morte di Liù non è dimenticato e termina in pianissimo su un’atmosfera di sospensione e incertezza: “si conclude con una domanda – dichiarava Berio – e il pubblico si ritrova a chiedersi che cosa ha visto e come sia possibile completare in qualche modo la soluzione dell’enigma che è Turandot”. Il risultato è una pagina in cui Berio non finge di essere Puccini ma restituisce all’ascoltatore quasi tutta la musica effettivamente scritta dal compositore, le sue intenzioni estetiche e drammaturgiche e anche la problematicità di un’opera che, terminata nel 1924, riflette a pieno titolo le tensioni e le aperture del ‘900 musicale.

Lo spettacolo

Il finale di Berio vede la luce in forma di concerto il 25 gennaio 2002 al Festival de Gran Canaria, con il Concertgebouw diretto da Riccardo Chailly. Il 1° giugno il nuovo finale viene presentato in forma scenica alla Nederlandse Opera, sempre con Chailly e il Concertgebouw e la regia di Nikolaus Lehnhoff. Luciano Berio è presente, segue le prove: insieme a lui Lehnhoff decide di lasciare in scena il corpo di Liù durante il duetto dello “sgelamento”, come un’ombra luttuosa che si stende sull’estasi degli amanti. L’allestimento di Lehnhoff resta quello preferito da Berio, che sarebbe scomparso nel maggio 2003, e giunge ora alla Scala in una nuova produzione ripensata dal regista.

Nella parte di Turandot torna alla Scala il soprano svedese Nina Stemme, una delle grandi voci wagneriane del nostro tempo che ha già affrontato diversi ruoli pucciniani, incluso questo a Stoccolma nel 2013. Nina Stemme è stata ascoltata al Piermarini in un recital e nel Gala per Plácido Domingo diretto da Daniel Barenboim nel 2009 e, sempre con Barenboim, come Brünnhilde in Die Walküre il 7 dicembre 2010 e in Siegfried nel 2012 oltre che nel Fidelio in forma di concerto diretto da Franz Welser- Möst nel 2010.

Il principe Calaf è Aleksandrs Antonenko, tenore lettone affermatosi in ruoli come Otello, che ha cantato con Riccardo Muti al Festival di Salisburgo nel 2008 e a Chicago nel 2013, Samson, Radamès e Dick Johnson. Alla Scala è stato Cavaradossi in Tosca nel 2011 con Omer Meir Wellber e nel 2012 con Nicola Luisotti, e Ismaele in Nabucco ancora con Luisotti nel 2013. Maria Agresta canta la parte di Liù. Il suo debutto nella sala del Piermarini avviene nelle vesti di Elvira nel Don Giovanni diretto da Barenboim nel 2011: seguono La bohème con Daniele Rustioni nel 2012, Requiem di Verdi a Berlino con Barenboim e Oberto conte di San Bonifacio con Frizza nel 2013 e Il trovatore con Daniele Rustioni nel 2014.

 




Delta del Po, un week end a cavallo in riva al mare

Argini, dune, valli che si rincorrono e seguendo il grande fiume lo accompagnano a incontrare il mare. Le grida di uccelli rari, che qui  nidificano, solitarie barche che scivolano lungo i canali e  approdano alle cavane. E’ questo il l fascino del Parco Naturale  del Delta del Po, tutto da scoprire, a partire dal  15 maggio 2015, con una vacanza al Barricata Holiday   Village. Magari a cavallo, grazie al Barricata   Ranch, che si trova all’interno del villaggio e offre un’occasione  unica per gli amanti dell’equitazione: portare il    proprio cavallo in vacanza con sé per lunghe e   rilassanti passeggiate lungo il Delta del Po o in riva al   mare. Tutti però possono provare queste emozioni, con il “Battesimo della sella”: corsi per principianti e bambini per   avvicinarsi al mondo dell’equitazione e a fine vacanza provare  l’emozione di una passeggiata a cavallo sul bagnasciuga.

Gli  itinerari della Piccola Camargue d’Italia

Uno degli scorci più belli è la   Sacca di Scardovari. E’ la laguna più ampia del Delta, meta  conosciuta per la pesca, per la raccolta delle vongole e  per le “peociare”, gli allevamenti delle cozze. Ha una fauna eccezionalmente ricca. Nelle sue oasi, tra canneti,          paludi, campi di riso e erba medica si incontrano rapaci, gabbiani,  sterne, passeriformi, ibis, gru e anitre. Facile da  visitare in barca, la si può ammirare nel suo complesso solo percorrendo in bici la strada panoramica arginale che costeggia tutta la Sacca, forniti di binocolo per osservare da   vicino gli uccelli. Tutt’intorno alla laguna, l’infilata di  palafitte con le barche colorate legate ai pali di sostegno dà un tocco fiabesco al paesaggio.

Gli amanti delle due ruote   possono noleggiare le biciclette direttamente al villaggio  e farsi consigliare uno dei tanti tracciati che si  snodano tra argini e dune. Tra questi il percorso ad  anello, circa 70 km, che partendo da Porto Tolle – Cà            Tiepolo fa il giro completo dell’isola della Donzella,  toccando la Sacca di Scardovari.

 




“The Best of Musical” torna in scena con EXPO

In omaggio all’apertura di EXPO 2015, “The Best of Musical” torna a Milano, al Barclays Teatro Nazionale, dal 5 al 17 maggio per uno spettacolo unico che riunisce le star del musical italiano e, in particolare, i protagonisti delle  produzioni Stage Italia dal 2009 al 2013: La Bella e La Bestia, mamma Mia, La febbre de sabato sera e Sister Act.

A firmare la regia sarà Chiara Noschese che con Stage Italia ha una lunga e felicissima collaborazione: già eccezionale leading lady di “Mamma Mia” poi casting director e acting coach per “Sister Act” e infine regista associato per la “Febbre del Sabato Sera”. Le coreografie sono ideate da Eleonora Lombardo.

Il pubblico ritroverà sul palco alcuni dei protagonisti (Arianna Bergamaschi, Michel Altieri, Gabrio Gentilini, Francesca Taverni, Michele Carfora, Elisa Lombardi, Chiara Materassi, Samuele Cavallo, Simona Di Stefano e Giulio Benvenuti) che hanno contribuito al successo di questi grandi titoli in un viaggio attraverso le storie, il fascino, ma soprattutto la musica.

Un evento unico nel suo genere che mette in scena dieci artisti/performer accompagnati dalle leggendarie canzoni degli Abba, dei Bee Gees e di Alan Menken eseguite dal vivo.

“THE BEST OF MUSICAL” è una produzione Show 4 Fun in collaborazione con Stage Entertainment.

Dove, Come e a Quanto:

Teatro Barclays Nazionale
dal martedì al sabato ore 20.45 – domenica ore 19.00
sabato e domenica anche pomeridiane ore 15.30
Prezzi dei biglietti comprensivi di prevendita:

Poltronissima € 56,00 – Poltrona €41,00 – Galleria €31,00 – Palchi di platea € 86,00




Apre Priceless Milano, un ristorante sospeso sulla città

In arrivo un’esperienza da brivido. Il 6 maggio aprirà le porte, per un tempo limitato, “Priceless Milano”, un ristorante in cima a Palazzo Beltrami, sede di Gallerie d’Italia in Piazza della Scala. E quando si dice in cima è davvero in cima. “Priceless Milano” è infatti in parte sospeso su Piazza della Scala … con un panorama d’eccezione sul cuore di Milano, vista Duomo compresa , … per chi non soffre di vertigini. Lo spazio – 24 posti a sedere – sarà aperto per i sei mesi di EXPO, da maggio ad ottobre, a pranzo e cena, e offrirà sorprese indimenticabili ai cittadini e ai turisti che visiteranno la città.

“Priceless Milano” è una vera e propria installazione, capace di inserirsi nel contesto urbano in modo discreto e spettacolare al tempo stesso, con le sue forme leggere e trasparenti. L’architettura, progettata dallo studio Park Associati, contribuirà ad offrire un’esperienza d’eccezione, scenografica come quella di un teatro: pareti scorrevoli si muoveranno per isolare la zona cucina dalla zona pranzo, dal soffitto scenderà il tavolo già apparecchiato sorprendendo gli ospiti all’ ingresso, o al contrario il tavolo potrà alzarsi fino al soffitto per liberare spazio per momenti speciali. Anche il design è stato studiato all’insegna della sostenibilità, con ampie vetrate, una spettacolare terrazza panoramica e strutture in materiali riciclabili “made in Italy”.

A “Priceless Milano” sarà lo chef Antonello Colonna ad aprire le danze, per poi alternarsi nel corso degli altri mesi a 35 chef italiani ed europei dell’associazione JRE (Jeunes Restaurateurs d’Europe), presieduta in Italia dallo chef Marco Stabile, per offrire menu sempre inediti e coinvolgere gli ospiti in un’esperienza unica e sorprendente, legata al gusto ma anche a un vero e proprio “racconto” del cibo: gli chef commenteranno le loro creazioni, dialogando con il pubblico e anche riservandogli sorprese inaspettate.

Cuore di “Priceless Milano” sarà un tavolo unico, dove si cercherà di recuperare una convivialità antica e quasi perduta, in un costante dialogo tra visitatori, chef e ospiti. Show cooking, degustazioni, incontri con celebrità, momenti musicali, anteprime culturali, “eventi a sorpresa” e performance dal vivo scandiranno i sei mesi di apertura, in un ricco palinsesto quotidiano.

Il ristorante rientra in “Priceless Cities”, un programma attivo in 35 città voluto da MasterCard per offrire esperienze uniche e privilegiate, tra cui quella del gusto e dei sapori.




Swarovski Kristallwelten: i mondi di cristallo riaprono le porte

Swarovski Kristallwelten (i mondi  di Cristallo Swarovski) riaprono le porte in occasione del 120° anniversario della fondazione dell’omonima azienda austriaca Swarovski e del  ventennale dell’inaugurazione del museo. Nel museo sono stati effettuati importanti lavori di ristrutturazione per 34 milioni di euro di investimenti, la superficie è più che raddoppiata rispetto a un anno e mezzo fa, cinque camere delle meraviglie sono state riallestite ed è stato realizzato, su 7,5 ettari,  un ampio parco con  installazioni uniche e nuove costruzioni, il tutto in collaborazione con artisti, designer e  architetti.

“Con l’ampliamento per i visitatori miglioria anche la qualità di questa esperienza globale.” spiega Markus Langes-Swarovski, membro del cda di Swarovski. “In collaborazione con i nostri partner austriacie internazionali abbiamo realizzato qualcosa di inedito, dall’atmosfera veramente incomparabile. Con questa offerta aggiuntiva è nostro obiettivo attirare ancora più visitatori da tutto il mondo e rafforzare la posizione dei Mondi di Cristallo Swarovski come destinazione per tutto l’anno,  raddoppiando anche la durata media della visita, dalle due alle quattro ore”, sottolinea Stefan Isser, amministratore delegato della D. Swarovski Tourism Services GmbH.

DOVE, COME E A QUANTO

A partire dal 30 aprile 2015 i Mondi di Cristallo Swarovski sono aperti tutto l’anno e tutti i giorni dalle 9 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17.30). I prezzi per la visita vanno dai 7,50 euro per i bambini (fino ai sei anni non compiuti i bambini entrano gratuitamente) ai 19 euro per gli adulti.

 Swarovski Ingresso gigante