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GREASE: in anteprima il video di Greased Lightnin’’”

Continua il successo di GREASE, il grande musical cult firmato Compagnia della Rancia. La nuova edizione, infatti, replica dopo replica, colleziona applausi e sold-out con oltre 25.000 spettatori. Il Teatro della Luna di Milano si è trasformato, in questi giorni, nel tempio del rock ‘n’ roll che fa da cornice all’intramontabile storia d’amore tra Danny e Sandy.

L’’inarrestabile fenomeno della “Greasemania” dagli anni ’50 si catapulta direttamente nel 2015: per la prima volta in Italia, anticipando l’’uscita del CD (prodotto da Compagnia della Rancia, edizioni Warner Chappell Music Italiana Srl e Sony Music/ATV), le atmosfere anni ’50 che si vivono a teatro sul palcoscenico si catapultano nella vita di tutti i giorni con un videoclip dal ritmo travolgente.

Nel 2015 con GREASE si evoca il mondo perfetto degli anni ‘50, un’’atmosfera semplice ma irresistibile, reinterpretandoli con gli occhi di oggi. GREASE compie 18 anni e parla ai diciottenni di oggi: tutti i ragazzi possono essere Danny o Kenickie, tutte le ragazze possono identificarsi in Sandy o in Rizzo, tra un messaggio inaspettato su WhatsApp, una foto su Instagram, un pomeriggio in palestra e una partita a bowling.

Sulle note di “Greased Lightnin’’”, nella nuova traduzione di Franco Travaglio, le voci di Gianluca Sticotti (Kenickie) e Giuseppe Verzicco (Danny), insieme a tutto il cast di GREASE, raccontano i sentimenti tipici di un’’età, non di un’epoca: un mondo fatto di amori, amicizie e tanto divertimento, sognando un “fulmine di brillantina” per passare a prendere le ragazze e conquistarle con le seducenti cromature di un bolide.

 

Il videoclip, realizzato da Stagemedia – Matteo Luchinovich e Giovanni Cintoli, è stato girato sul palcoscenico del Teatro della Luna, nell’Arena Centrale e nell’Area Multisport del Mediolanum Forum e alle Residenze Milanofiori Nord di Assago. Le coreografie sono di Gillian Bruce, la supervisione musicale di Marco Iacomelli, la direzione musicale di Riccardo Di Paola e la produzione musicale di Donato Pepe.

Prodotto da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi, GREASE resta in scena al Teatro della Luna di Milano solo fino al 3 maggio con le ultime repliche salutando l’arrivo di EXPO 2015.

GREASE sarà in scena anche al Teatro Brancaccio di Roma dal 5 al 17 maggio e la GREASEMANIA non si fermerà neanche d’estate, con due date speciali al Teatro La Fenice di Senigallia (AN) l’11 e 12 agosto in occasione di SEM – Senigallia Estate Musical, in attesa di proseguire il tour nella stagione 2015/2016.

Biglietti su TicketOne.it e nei punti vendita TicketOne

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#greasemania

#seiperfettoperme




Campari dà il benvenuto nella capitale dell’aperitivo

Campari brinda alla “Milano da bere” con un nutrito programma di eventi  appositamente studiato per l’EXPO ormai quasi al via (1 maggio-31 ottobre 2015) nei padiglioni di Rho.

Campari che ha esportato il made in Italy alcolico in tutto il mondo, tra spritz e campari orange, si prepara a celebrare, insieme a Milano, l’aperitivo come momento da scoprire, degustare e condividere, allietando i momenti di svago e di piacere non solo dei milanesi ma degli oltre 20 milioni di visitatori attesi.

Campari

Nel corso di una manifestazione che, per sei mesi, vedrà come cuore pulsante quella che è ormai considerata a livello internazionale la capitale dell’aperitivo, il brand milanese offre alla propria città d’origine una vera “Campari experience” a 360 gradi, esprimendosi con i linguaggi che più gli appartengono: stile italiano, arte della miscelazione e piacere di stare

Centro nevralgico sarà il Camparino in Galleria, locale che, nato 100 anni fa, ha visto nascere il mito dell’aperitivo ed è divenuto artefice della diffusione di questa moda non solo sul territorio italiano ma anche all’estero.

La novità più cool riguarderà la sua trasformazione, per sole quattro serate, in un ambiente anni’30 che riprenderà il concetto di speakeasy, nuova tendenza della mixology internazionale: il 21 maggio (in partnership con “The Jerry Thomas project” – Roma), il 18 giugno (con “1930” – Milano), il 24 settembre (con “Rita & Cocktails“ – Milano) e il 15 ottobre (con “Octavius” – Milano). In perfetto stile speakeasy, gli ingressi saranno limitati e, ogni volta, sarà necessario ingegnarsi per scoprire la chiave d’accesso e immergersi in questa “secret room” dall’atmosfera esclusiva.

Ma le soprese non finiscono qui. Il Camparino ospiterà, con cadenza mensile, 5 top bartender italiani che, affermatisi ormai come vere e proprie star all’estero, regaleranno momenti di alta degustazione attraverso nuove interpretazioni di un grande classico come Campari: dal Negroni più antico del mondo al Campari speziato e preparato su misura in base ai gusti del cliente.

Primo appuntamento il 14 maggio con Agostino Perrone (The Connaught, Londra), seguito da “The Maestro” Salvatore Calabrese (The Playboy Club, Londra) atteso per il 4 giugno e Luca Cinalli (Nightjar, Londra) il 9 luglio. Simone Caporale (Artesian, Londra) sarà in scena il 10 settembre, mentre chiuderà gli appuntamenti Mauro Majhub (Negroni’s Bar), l’8 ottobre.

Infine, 10 talenti emergenti del bartending italiano avranno l’opportunità di esibirsi al bancone del Camparino nel corso di altrettante serate a tema durante le quali, come tributo al 100° anniversario del locale, sarà interpretata la tendenza di una diversa decade attraverso un particolare cocktail.

Non solo il Camparino, ma anche più di 100 luoghi di consumo tra locali, ristoranti e hotel, proporranno, con il supporto di Campari, l’aperitivo in perfetto stile italiano. Per trovarli, basta scaricare la App “Campari Experience”, disponibile da maggio, consultare una delle 500 mila mappe Campari posizionate, in modo capillare, in tutta la città o cercare dove è esposta la magnum da 3 l Campari disegnata da Ugo Nespolo appositamente per l’occasione.

Anche le strade e le piazze si accenderanno di rosso con eventi aperti al pubblico che, nei mesi di luglio e ottobre, trasformeranno i Navigli e il Quadrilatero della moda in suggestivi scenari per party a cielo aperto con vertical stage su balconi e terrazze che faranno ballare tutta la città.




La “Cantatrice calva” in arrivo al Manzoni

Eugène Ionesco in arrivo al teatro Manzoni di Milano. Sarà in scena dal 27 al 29 aprile al teatro milanese, l’opera forse più nota dell’autore: la “Cantatrice calva” diretta da Marco Rampoldi. In scena: Leonardo Manera; Roberta Petrozzi, Max Pisu, Stefania Pepe, Marta Marangoni, Diego Parassole.

“Serata inglese”… ma non troppo. In questa “Cantatrice calva” i dintorni di Londra assomigliano ai dintorni di molte città italiane, nel 2015. E l’interno borghese – in cui gli irreprensibili signori Smith ricevono la non particolarmente gradita visita dei coniugi (ma forse no) Martin, e del capitano dei pompieri, esperto in aneddoti, alla disperata ricerca di un incendio da spegnere – possiede una concretezza quotidiana assolutamente riconoscibile.

In questo modo, il contrasto fra una forma cui siamo abituati e un contenuto che, privo dei consueti rassicuranti appigli logici, scivola inesorabilmente verso l’assurdo, può esplodere nel modo più comicamente dirompente.

Il contrasto è reso ancor più evidente dall’interpretazione dei protagonisti: tutte le coppie, infatti, sono rese dinamicamente divertenti dall’incontro fra l’impostazione più tradizionale dell’elemento femminile, e la continua sorpresa che sanno regalare ai testi strutturati i “performers” abituati a portare sul palcoscenico le proprie parole, in un dialogo molto diretto con la platea. Volti noti ed amati dagli spettatori, che grazie a ciò saranno portati a una forte immedesimazione e potranno provare sulla propria pelle l’ironico disgregarsi di un linguaggio ormai privo di senso. Forse per trovare il coraggio di scoprire, o riscoprire, forme di comunicazione più piene e vitali.

DOVE, COME E A QUANTO
Al Teatro Manzoni :   dal 27 al 29 aprile  2015
Orari:  ore 20.45
Biglietto:  poltronissima € 25,00 – poltrona € 18,00  – giovani fino a  26 anni € 12,50




Expo: Festival delle Orchestre Internazionali alla Scala

Dal 2 maggio al 27 ottobre 14 compagnie provenienti da otto diversi paesi (Austria, Germania, Israele, Italia, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria, Venezuela) sfileranno sul palcoscenico del Teatro alla Scala per il Festival delle Orchestre Internazionali per Expo, che si annuncia come uno dei più rilevanti cartelloni sinfonici mai presentati nel nostro paese.

Il festival sarà l’occasione per ascoltare a Milano alcuni tra i più prestigiosi direttori dei nostri anni che sono stati poco o per nulla presenti nella programmazione delle istituzioni italiane (tra gli altri Sir Simon Rattle, Mariss Jansons, Andris Nelsons Nikolaus Harnoncourt) e importanti solisti tra cui spiccano Cecilia Bartoli, protagonista del concerto conclusivo il 27 ottobre, Yefim Bronfman e Radu Lupu.

L’apertura, sabato 2 maggio alle ore 21, è affidata ai Berliner Philharmoniker guidati dal loro Direttore Musicale Sir Simon Rattle, che tornano così alla Scala dopo 10 anni (l’ultima presenza nel maggio 2005 per la Croce Rossa Italiana, ancora con Rattle). I Berliner, che l’11 maggio eleggeranno il successore di Rattle, eseguiranno la Sinfonietta di Janáček e la Sinfonia n° 7 di Anton Bruckner. Le presenze scaligere dei Berliner sono rare e preziose.

Giovedì 25 e venerdì 26 giugno, in occasione della partecipazione dell’Austria a Expo 2015, tornano alla Scala i Wiener Philharmoniker con Mariss Jansons (che insieme a Bernard Haitink è il meno facile da ascoltare in Italia tra i grandissimi del nostro tempo), il Singverein der Gesellschaft der Musikfreunde in Wien e il Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala. Solista è il mezzosoprano Bernarda Fink, sui leggii la Sinfonia n°3 di Gustav Mahler.

Sabato 1° agosto la Budapest Festival Orchestra guidata dal suo Direttore Principale Iván Fischer presenta un impaginato dal forte connotato nazionale: di Béla Bartók le Scene ungheresi per orchestra e il Concerto per pianoforte e orchestra e di Gustav Mahler la Sinfonia n°4 Das himmlische Leben. Anche in questo caso sono presenti due importanti solisti, il pianista Yefim Bronfman e il soprano Miah Persson.

Dal 12 agosto al 4 settembre il Teatro alla Scala porta a Milano e alla ribalta internazionale di Expo tre orchestre e due cori appartenenti al “Sistema Nacional de Orquestas y Coros Juveniles e Infantiles de Venezuela”, la rete di orchestre fondata da José Antonio Abreu che coinvolge ogni anno oltre 400.000 bambini. Si tratta del più ricco e vasto progetto per il progresso culturale e sociale mai sviluppato attraverso la musica: nato in Venezuela, il Sistema è stato imitato in numerosi Paesi in tutto il mondo ed è arrivato anche in Lombardia con una rete di orchestre giovanili. Anche per questo è importante una programmazione che non include solo l’orchestra più celebre, l’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar con il suo Direttore Musicale Gustavo Dudamel, ma una rappresentanza completa dei diversi volti del Sistema, incluso il Coro Manos Blancas che terrà due concerti il 12 e il 13 agosto nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano. L’apertura del “Progetto el Sistema” alla Scala è affidata venerdì 21 e domenica 23 agosto al Direttore Principale del Teatro Riccardo Chailly alla testa dell’Orquesta Sinfónica Nacional Infantil de Venezuela, composta da bambini tra gli otto e i dodici anni. Il programma, aperto dallo Scherzo fantastique di Igor Stravinskij diretto dal ventenne Jesús Alberto Parra, prosegue con il Divertimento da Le baiser de la fée, sempre di Stravinskij, e con la Sinfonia n° 4 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Lunedì 24 agosto la Sinfónica Juvenil “Teresa Carreño” diretta dal suo Direttore Musicale Christian Vásquez presenta un programma spettacolare che include, tra l’Ouverture da Candide di Leonard Bernstein e la Symphonie fantastique di Hector Berlioz, due brani del repertorio sudamericano: Margeritena di Inocente Carreño e Sinfonia India di Carlos Chavez. Giovedì 27 agosto la Sinfónica Juvenil de Caracas diretta da Dietrich Paredes apre la serata con l’Ouverture de La forza del destino di Verdi e prosegue con la Francesca da Rimini di Čajkovskij e la Sinfonia n°3 Avec orgue di Camille Saint-Saëns. Venerdì 28 alle ore 12 la Juvenil de Caracas si unirà all’Orchestra di El Sistema Europa in un concerto diretto da Dietrich Paredes. Gli ultimi tre concerti riportano a Milano l’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar con il suo direttore Gustavo Dudamel: il programma di domenica 30 agosto è interamente dedicato a Čajkovskij, di cui si eseguono la Fantasia sinfonica La Tempesta, l’Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta e la Sinfonia n° 6 Patetica. Nei concerti di giovedì 3 settembre e venerdì 4 settembre all’orchestra si aggiunge il Coro Nacional Juvenil Simón Bolívar: il programma del 3 include la Sinfonia n°1 di Beethoven, Chôros n°10 di Heitor Villa-Lobos e la Cantata Criolla di Emilio Estévez. Il progetto si conclude il 4 settembre con la Sinfonia n° 9 di Beethoven, solisti Genia Kühmeier, Wiebke Lehmkuhl, Brian Hymel e Georg Zeppenfeld.   Dal 19 agosto al 2 settembre Gustavo Dudamel e la Bolívar saranno impegnati anche in otto repliche de La bohème nello storico allestimento di Franco Zeffirelli con un importante cast che comprende Maria Agresta e Vittorio Grigolo nei ruoli principali.

Martedì 1° settembre debutta la prima orchestra proveniente dagli Stati Uniti, la Boston Symphony, una delle cosiddette “big five”, le cinque principali orchestre degli Stati Uniti, per la prima volta al Piermarini. Sul podio un altro debutto illustre, quello di Andris Nelsons, uno dei direttori più apprezzati della nuova generazione. Sui leggii la Sinfonia n° 6 di Gustav Mahler.

Di nuovo Mahler, la Sinfonia n° 9, nel programma della Israel Philharmonic che torna alla Scala martedì 8 settembre con Zubin Mehta sul podio. Alla Scala, dove è stato recentemente applaudito in Die Schöpfung di Haydn e in Aida di Verdi, il Maestro Mehta torna con l’orchestra di cui è Direttore Musicale.

Domenica 11 la Scala ospita nuovamente l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con il suo Direttore Musicale Antonio Pappano in un programma che evidenzia le radici classiche delle Sinfonie di Beethoven facendo precedere la n° 2 e la n° 5 dall’Ouverture della Olympie di Spontini.

Altre due sinfonie di Beethoven, la n° 8 e la n° 7, sono sui leggii del Concentus Musicus Wien diretto dal suo fondatore Nikolaus Harnoncourt martedì 13 ottobre. Harnoncourt, uno dei maestri di più vasta influenza sull’interpretazione di un repertorio vastissimo negli ultimi cinquant’anni, mancava dal teatro alla Scala dal 1978, quando concluse con

L’incoronazione di Poppea uno storico trittico monteverdiano con la regia di Jean-Pierre Ponnelle.

Domenica 18 ottobre Franz Welser-Möst porta al debutto alla Scala The Cleveland Orchestra, un’altra delle “big five” americane, in un programma che accosta Hymne di Oliver Messiaen, il Concerto n° 4 di Beethoven e Also sprach Zarathustra di Strauss. Solista nel concerto beethoveniano è uno dei maggiori pianisti viventi, Radu Lupu.

Il festival si conclude martedì 27 ottobre con il ritorno alla Scala di Cecilia Bartoli, protagonista di un “Omaggio a Vivaldi” insieme ai Barocchisti diretti da Diego Fasolis. Sfruttando la sua popolarità globale  di diva del canto Cecilia Bartoli ha dato un enorme contributo alla riscoperta e alla diffusione di un vasto repertorio, principalmente italiano, colpevolmente dimenticato: il programma per il finale musicale di Expo prevede una scelta di arie del più amato e spettacolare compositore italiano del ‘700, Antonio Vivaldi.




In arrivo un’Expo carica di opere d’arte

Prende il via anche il percorso artistico del Padiglione Italia per l’Expo 2015 che a breve aprirà in cancelli a Milano (1 maggio-31 ottobre). E sono tante, di spiccato interesse e provenienti da diverse regioni d’Italia le opere in arrivo, strumentali al percorso multisensoriale sull’identità italiana proposto dal direttore artistico del Padiglione Marco Balich.  D’altro canto la cultura offre uno strumento fondamentale per nutrire la mente e per ampliare gli orizzonti della nostra vita.

Padiglione Italia ha scelto di inserire nel suo percorso espositivo importanti opere d’arte che simboleggiano la storia del genio artistico italico e che ben testimoniano la potenza della nostra grande bellezza. Entrando nel Padiglione, nelle intenzioni degli organizzatori, i visitatori di tutto il mondo potranno scoprire la magia di un viaggio dentro l’Italia di ieri, di oggi e di domani. Un grand tour riproposta e modernizzato per l’era 2.0 Saranno le opere stesse a dialogare, in un’alternanza di stili che si alimentano reciprocamente, come all’interno di una storia raccontata da più narratori, dove l’ultima frase di uno è l’incipit di quello successivo.

“L’arte diventa uno strumento per acquisire consapevolezza su cosa significhi essere italiani. In quest’ottica, è  di grande rilevanza il dialogo che Vanessa Beecroft, la più grande artista italiana contemporanea, è riuscita a creare con la Hora/Demetra, un’opera classica pregna di significati coerenti con i temi di Expo 2015”  ha commentato Marco Balich.

Le opere d’arte si inseriscono in modo funzionale nel percorso che si snoderà all’interno del Padiglione per rappresentare l’identità di tutta l’Italia.

L’esposizione di Padiglione Italia vanterà la presenza di una scultura realizzata appositamente per Expo Milano 2015 da Vanessa Beecroft, artista italiana fra le più note nel panorama internazionale. Jennifer Statuario, questo il nome dell’opera, si compone di due sculture entrambe ricavate dal calco dal vero della sorella dell’artista. Lo stile utilizzato è quello classico-figurativo, mentre la posizione della scultura, posta a testa in giù, insieme ad altri elementi, ha lo scopo di destabilizzare l’idea di classicità, rappresentata invece appieno da un’altra opera del percorso artistico, la Hora, avvicinandosi al concetto di “membre fantome”, la cosiddetta sindrome dell’arto fantasma, che l’artista indaga nelle sue opere a partire dal 1993.

La statua di Hora, realizzata in marmo lunense di Carrara, appartiene probabilmente al I secolo d.C. con integrazioni quali la testa, la base e parte delle mani, risalenti a metà del XVI secolo. Conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Arcimboldo l'Ortolano

La Vucciria di Renato Guttuso, tra i più importanti e rappresentativi interpreti della storia dell’arte italiana del ‘900 è un olio su tela, realizzato nel 1974 che offre un’intensa rappresentazione del famoso, storico mercato palermitano. Il quadro è generalmente conservato presso palazzo Steri a Palermo.

L’Ortolano il dipinto che sarà ospitato in Palazzo Italia è una delle rarissime opere di Arcimboldo ad essere reversibile: ruotandolo di 180 gradi si trasforma infatti in un altro soggetto completamente diverso dal primo.  In questo caso la Ciotola di ortaggi si trasforma, capovolgendola, nella testa dell’Ortolano, costruito in modo da suggerire chiare allusioni sessuali maschili, simbolo di fecondità e della forza generatrice della natura. L’opera proviene dal  Museo Civico Ala Ponzone di Cremona.

Il Trapezophoros è un sostegno di mensa, in marmo dipinto, risalente alla seconda metà del IV secolo a.C. e rappresenta uno dei simboli dell’attività di recupero dei capolavori dell’arte e dei reperti archeologici trafugati,  svolta in Italia dal Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

A completare l’esposizione di Padiglione Italia l’opera “Genio Futurista” di Giacomo Balla, ritenuta dalla critica simbolo della sua presenza all’Exposition Internationale des Arts décoratifs modernes di Parigi del 1925.




Con “Nerone, duemila anni di calunnie” al Manzoni si assaggia l’Expo

In arrivo al Teatro Manzoni di Milano lo spettacolo “Nerone, duemila anni di calunnie”, spettacolo che costituisce la punta di diamante del cosiddetto “EXPO in Città”. E infatti, per raggiungere gli spettatori di tutto il mondo, la pièce sarà sottotitolata integralmente in inglese.

“Nerone, duemila anni di calunnie” è il titolo dello spettacolo interpretato e scritto da Edoardo Sylos Labini con Angelo Crespi.  Lo spettacolo, nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, è liberamente tratto dal saggio di Massimo Fini “Nerone – Duemila anni di calunnie”. Per l’autore infatti: “Nessun personaggio storico ha mai goduto di così cattiva stampa come Nerone. Alcuni autori cristiani ritennero che fosse addirittura l’Anticristo. In realtà è certo che questo imperatore chitarrista, cantante, poeta, attore, scrittore, curioso di scienza e di tecnica, fu un unicum nella storia dell’Impero Romano. Le élite economiche e intellettuali del tempo non lo capirono, oppure lo capirono fin troppo bene e per questo lo osteggiarono ferocemente costringendolo, alla fine, al suicidio».

LO SPETTACOLO

Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, di cui Nerone sarà ingiustamente accusato di essere il mandante, lo spettacolo tenterà di svelare chi era davvero questo controverso imperatore, rispondendo ad alcuni quesiti ancora oggi irrisolti. Nerone era davvero quel pazzo megalomane precursore antesignano della moderna politica-spettacolo? Da dove arrivava quel malore esistenziale che lo spingeva a primeggiare su tutti? A chi voleva piacere quando cantava o recitava i versi in greco? Cosa c’era dietro al consiglio del suo precettore Seneca, o all’ossessiva presenza della madre Agrippina?
La scena si apre tra i marmi della Domus Aurea, dove Nerone, tormentato dal fantasma della madre, rivive le presenze più importanti della sua vita.
Una tempesta di sentimenti, passioni, intrighi, paure e riflessioni tragiche, dall’avvincente amore per la bellissima e ambiziosa Poppea all’allucinazione del matricidio, fino ai dissapori con la classe patrizia e politica, dapprima adorante e compiacente, poi golpista e sanguinaria.
Un avvincente contrasto tra un ambiente pubblico della corte neroniana tra feste, ricevimenti e musiche frenetiche scandite da un mimo-DJ e un coro di giovani artisti e musicisti, e uno privato dove, nel buio, nascono complotti di senatori preoccupati per la loro sorte e per quella dell’impero, e inconfessabili segreti da nascondere sotto le lenzuola. Intrighi politici del passato che sembrano ripercorrere vicende moderne ed attuali.

In scena con Nerone, interpretato da Edoardo Sylos Labini, Sebastiano Tringali (Seneca), Dajana Roncione (Poppea), Giancarlo Condè (Fenio Rufo), Gualtiero Scola (Otone) e con la partecipazione nel ruolo di Agrippina di Fiorella Rubino. Il DJ e mimo Paul Vallery, autore delle musiche originali, insieme alla corte, interpretata dagli allievi attori di Adiacademy, farà invece rivivere le sonorità e le stravaganti atmosfere della Domus Aurea. L’allestimento e i costumi sono invece affidati all’estro di Marta Crisolini Malatesta, il disegno luci è curato da Pietro Sperduti. La drammaturgia è di Angelo Crespi.

DOVE, COME E A QUANTO
AL TEATRO MANZONI DAL 4 AL 16 MAGGIO 2015

Da lunedì a sabato. Orario: 21:00 Domenica riposo

Biglietto: poltronissima € 39,00 – poltrona € 34,00 – giovani fino a 26 anni € 19,00




“Crimini del cuore” debutta al Teatro San Babila

“Crimini del cuore” debutta al Teatro San Babila di Milano il prossimo 24 aprile con Benedicta Boccoli, Fulvia Lorenzetti,  Paola Bonesi, Cristina Fondi, Marco Casazza, Leonardo Sbragia. Firma lo spettacolo, in scena fino al 3 maggio, il regista Marco Mattolini.
Il testo di Beth Henley racconta le vicissitudini delle tre sorelle Magrath si ritrovatesi, pe uno strano destino, nella vecchia casa paterna nel Mississippi. Là vive Lenny, una zitella lamentosa e un po’ squinternata, che si occupa di un nonno vecchio e malato. Nel giorno del suo malinconico compleanno, arriva Meg, da tempo lontana in cerca di successi teatrali e canori e successivamente accolgono Babe, appena rilasciata dalla polizia dopo aver sparato all’oppressivo marito.
L’incontro inconsueto è l’occasione adatta per ricreare l’atmosfera di famiglia. Mille ricordi allegri e tristi riaffiorano…

Quando e a Quanto

Martedì – Giovedì – Venerdì – Sabato ore 20.30

Mercoledì – Domenica ore 15.30

Biglietti da euro 22 a euro 27,50

Credits Foto: Margherita Mirabella

 




Leonardo show al Palazzo Reale di Milano

Al via a più grande esposizione dedicata a Leonardo in Italia. La mostra aprirà il 16 aprire a Palazzo Reale di Milano e chiuderà i battenti il 19 luglio.
L’esposizione presenta una visione di Leonardo non mitografica, né retorica né celebrativa, ma trasversale su tutta l’opera del poliedrico personaggio, considerato come artista e scienziato attraverso alcuni temi centrali individuati dai curatori: il disegno, fondamentale nell’opera di Leonardo; il continuo paragone tra le arti: disegno, pittura, scultura; il confronto con l’antico; la novità assoluta dei moti dell’animo; il suo tendere verso progetti utopistici, veri e propri sogni, come poter volare o camminare sull’acqua per cui sarà allestita in mostra una apposita sezione; l’automazione meccanica e così via, temi che lo hanno reso un alfiere dell’unità del sapere, con l’intrecciarsi continuo nella sua opera di scienze e arti.

La sequenza del percorso espositivo presenta nelle varie sezioni opere autografe di Leonardo – dipinti, disegni e manoscritti –, introdotte dalle opere dei suoi predecessori – pittori, scultori, tecnici, teorici – che possano contestualizzare il contributo di Leonardo nella storia dell’arte, della scienza e della tecnica e offrire nel contempo una visione della figura di Leonardo artista e scienziato del suo tempo, senza concessioni alla mitografia e alla banalizzazione. Due sezioni finali, tuttavia, mostreranno anche l’influenza di Leonardo pittore e teorico dell’arte in età moderna e la formazione del suo mito, incentrato sulla Gioconda.

Sezioni della mostra

1. Il Disegno come fondamento
2. Natura e scienza della Pittura
3. Il Paragone delle Arti
4. Il Paragone con gli Antichi
5. Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo
6. Invenzione e Meccanica
7. Il Sogno
8. Realtà e Utopia
9. L’unità del sapere
10. De coelo et mundo: immagini del divino
11. La diffusione e la fortuna: dai leonardeschi al Trattato della Pittura
12. Il Mito

La mostra prevede di esporre un nucleo significativo di capolavori pittorici di Leonardo, alcuni dei suoi codici originali e oltre cento disegni autografi, oltre che un cospicuo numero di opere d’arte – disegni, manoscritti, sculture, codici, incunaboli e cinquecentine – provenienti dai maggiori Musei e Biblioteche del mondo e da collezioni private, tra cui opere di Antonello da Messina, Botticelli, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Ghirlandaio, Verrocchio, Lorenzo di Credi, Antonio e Piero del Pollaiolo, Jean van Eyck, Della Robbia, Jacopo di Mariano detto il Taccola, Guido da Vigevano, Francesco di Giorgio Martini, Bonaccorso Ghiberti, Giuliano da Sangallo, Bramante e di altri trattatisti anonimi dei secoli XV e XVI.

La diffusione e la fortuna dell’arte e dei modelli di Leonardo è rappresentata in mostra da opere di Boltraffio, Marco d’Oggiono, Francesco Napoletano, Solario, Francesco Melzi, Giampietrino, Cesare da Sesto, Girolamo e Giovanni Ambrogio Figino e da altri artisti.

La mostra avrà anche una serie di approfondimenti fuori sede (oltre Palazzo Reale), che coinvolgeranno, nel territorio urbano e lombardo, i luoghi di Leonardo, con mostre parallele nella Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco di Milano (Il Codice Trivulziano e la ricostruzione della Biblioteca di Leonardo), nella Sala delle Asse sempre al Castello (sulla decorazione e il restauro del monocromo di Leonardo), nella Pinacoteca Ambrosiana (Il Mondo di Leonardo).




Il Billy Elliot italiano è Alessandro Frola

E’ Alessandro Frola il Billy Elliot italiano pronto a debuttare, al Teatro Sistina di Roma, il prossimo 5 maggio con la versione italiana  di “Billy Elliot, il Musical”, la prima al mondo non in inglese, firmata e prodotta da Massimo Romeo Piparo, ha il suo protagonista.

Billy Elliot

Alessandro Frola viene da Parma, ha quattordici anni e un curriculum da piccola étoile. Occhi chiari, sguardo timido e doti straordinarie, con il suo talento ha subito colpito il regista Massimo Romeo Piparo, che l’ha scelto tra centinaia di candidati giunti al Sistina da tutta Italia.
A quattro anni Alessandro muove i primi passi nella scuola di Danza diretta dalla madre Lucia Giuffrida e ancora piccolissimo si guadagna una borsa di studio e un biglietto per due destinazioni top nel mondo della danza: l’American Ballet di New York e il Royal Ballet di Londra. Un palmares da campione che l’ha portato a danzare a Parigi e Berlino, in Europa come in Messico e negli Stati Uniti. Ma è a Roma che Alessandro raggiunge il suo traguardo più grande. Dopo oltre un mese e mezzo di casting di bambini tra gli 8 e i 14 anni, approda al call back di “Billy Elliot“, le audizioni finali per il ruolo di protagonista nella versione italiana prodotta da PeepArrow Entertainment e Il Sistina.

Le audizioni del nuovo Musical di Massimo Romeo Piparo – che completa una trilogia  iniziata con “The Full Monty” e proseguita con “Jesus Christ Superstar” – hanno registrato un record di richieste di partecipazione, con circa 1.200 aspiranti Billy. Dallo scorso dicembre il Teatro Sistina si è trasformato in un set permanente, invaso da giovanissimi e bravissimi interpreti. Alla fine l’amore, la passione, l’amicizia, la voglia di farcela trionfano sempre e il sogno si è avverato. Alessandro ha conquistato il ruolo di Billy Elliot e, a soli 14 anni, si è guadagnato il prestigioso palco del Tempio della Commedia Musicale Italiana.

Billy Elliot il Musical, che si preannuncia come lo spettacolo dell’anno, porta in scena una delle storie più amate del cinema europeo: il giovane Billy ama la danza e in un’Inghilterra bigotta targata Thatcher, l’Inghilterra delle miniere che chiudono e dei lavoratori in rivolta, deve tristemente fare i conti con un padre e un fratello che lo vorrebbero veder diventare un pugile. Il Musical ha debuttato nel West End (Victoria Palace Theatre, Londra) nel 2005 ed è stato nominato per nove Laurence Olivier Awards – il massimo riconoscimento europeo per i Musical – vincendone ben quattro. L’incredibile successo conseguito ha fatto sì che il musical approdasse anche a Broadway nel 2008 dove ha vinto dieci Tony Awards – gli Oscar del Musical –  e dieci Drama Desk Awards.

Con le musiche pluripremiate di Elton John in un allestimento dal respiro internazionale, la Prima assoluta di “Billy Elliot, il Musical” sarà in scena il prossimo 5 maggio al Teatro Sistina di Roma. La storia del ballerino che fa sognare intere generazioni di talenti si preannuncia un evento e la “febbre di Billy Elliot”… è già alta.




Fast and Furious 7 è firmato Sparco

C’è tanto made in Italy in Fast and Furious 7, il blockbuster diretto da James Wan recentemente arrivato anche nelle sale cinematografiche italiane. Sparco, leader di mercato nel campo motoristico, nell’abbigliamento sportivo e negli accessori da competizione, è stato scelto per allestire le auto di Fast and Furious 7, settimo episodio della saga ad alta velocità.

L’innovazione, il confort e il design italiano sono stati scelti da Hollywood per una produzione già campione di incassi, con oltre 384 milioni di euro già guadagnati a livello mondiale e al primo posto della classifica anche in Italia.

La qualità dei prodotti Sparco non è però esclusiva di Vin Diesel, Jason Statham o dei piloti di Formula Uno: Sparco Fashion, la linea di calzature sportive, si veste di un look raffinato per piacere all’uomo dallo stile sporty chic.

La gamma è acquistabile attraverso Brandsdistribution.com,  licenziatario ufficiale per la vendita online della collezione Sparco Fashion. fino al 2017.

“La collaborazione tra Brandsdistribution.com e Sparco sta dando ottimi risultati e siamo felici che abbiano deciso di rinnovare ancora per i prossimi due anni la fiducia al nostro Gruppo”, ha affermato Angelo Muratore, Presidente di Brandsdistribution.com.