I profumi che hanno fatto la storia: LA MAISON GUERLAIN
di Claudia Marchini
Da quasi due secoli, cinque generazioni di profumieri Guerlain hanno tenuto le redini creative della Maison. Oggi, il Maître Parfumeur Thierry Wasser è erede di un patrimonio olfattivo di oltre 1100 fragranze. Guerlain è uno dei pochissimi marchi che è esistito per anni producendo e commercializzando esclusivamente profumi, a cui soltanto in anni più recenti sono state aggiunte alcune linee di cosmetici.
Era il 1828 quando Pierre-François-Pascal Guerlain, profumiere e chimico, il fondatore della Maison, inaugurava la sua prima boutique nel cuore di Parigi, al numero 42 di rue de Rivoli. L’indirizzo diventa immediatamente una meta imprescindibile per i dandy e le donne eleganti della città e non solo. La fama e il successo della Maison Guerlain raggiungono presto tutte le corti d’Europa.
Potremmo parlare per ore ricordando tutte le meravigliose creazioni della Maison: da Jicky, che risale al 1889 e che – inizialmente creata per il pubblico maschile – ebbe la sua maggior fortuna quando venne commercializzata per il pubblico femminile, a Après l’ondée, leggendaria fragranza del 1906 che simula l’odore dell’aria dopo la pioggia; da Vetiver a Samsara; da Champs-Elysées alla fresca serie delle Aqua Allegoria.
Sono 3 però secondo noi le fragranze che un appassionato non può non conoscere, perché sono emblematiche del periodo storico in cui furono create oppure perché rappresentarono un punto di rottura col passato.
La prima è L’Heure Bleu, creata da Jacques Guerlain nel 1912 per celebrare il suo momento preferito della giornata. L’ora blu è quel momento fra il giorno e la notte, all’imbrunire: il sole è già tramontato, ma la notte non è ancora arrivata. È l’ora in cui il tempo si ferma… L’ora in cui ci troviamo in armonia con il mondo e con la luce. La fragranza fu creata in omaggio alla moglie Lily e divenne, durante la guerra, simbolo di femminilità. Fazzoletti imbevuti di profumo furono distribuiti ai soldati in trincea per sollevare il loro morale.
Il design del flacone in stile Art Nouveau è stato creato da Georges Chevalier e realizzato dalle cristallerie Baccarat.
La violetta è in grande spolvero, insieme ai semi di anice, eliotropio, neroli e tuberosa in questo capolavoro crepuscolare, cipriato, con una leggerezza tutta parigina e – qualcuno dice – con una vena di tristezza e melanconia. E’ un profumo da budoir, che sembra dare l’addio – forse con un po’ di rimpianto – a quella Belle Epoque che stava per terminare.
E’ del 1919 il secondo capolavoro di Jacque Guerlan: Mitzouko. E’ proprio in quell’anno infatti che l’Europa si appassiona al Giappone e alla sua storia e cultura, e la parola Mitsouko è il nome dell’eroina del racconto di Claude Farrère, La bataille. La storia, ambientata in Giappone durante la guerra russo-giapponese, racconta l’amore impossibile fra un ufficiale inglese e Mitsouko, la moglie dell’ammiraglio Togo. Nonostante l’ispirazione sia il tema dell’adulterio, questo profumo non ha nulla di provocante: la sua composizione non contiene accordi romantici e tradizionalmente femminili, ma è piuttosto cupo e intenso, totalmente unisex, ancorché soffice come un cuscino di velluto verde scuro.
Mitsouko, che significa ‘mistero’ in lingua giapponese, è dunque il simbolo di una nuova femminilità, appassionata e misteriosa.
Una nuova fragranza, originale ed equilibrata, misteriosa e vellutata, che apre la strada alle composizioni fruttate-chypre, utilizzando per prima la nota di pesca. Quest’ultima è abbinata a fiori di gelsomino e rosa di maggio, mentre il fondo combina spezie ad un terroso patchouli, al vetiver e al legno di aloe. L’idea, eccezionale e audace, di Jacques Guerlain fu di unire un chypre (Chypre è una famiglia di profumi composti da note di testa agrumate, un cuore fiorito ed un fondo animale/muschiato) con la nota decisamente marcata della pesca, conferendo a questo profumo il suo caratteristico tocco moderno.
Anche questa fragranza non ha mai smesso di essere prodotta e venduta, diventando quindi una delle più antiche che ci siano in commercio.
Infine, ultimo di questo tris di stelle della profumeria (ma solo perché più recente, essendo stao creato nel 1925) è il celeberrimo Shalimar. Questo profumo è diventato da tempo ormai il punto di riferimento della famiglia olfattiva degli Orientali, gruppo di profumi marcatamente caldi ed opulenti a causa dei molti ingredienti inebrianti (muschio, vaniglia, spezie, fiori, frutti, resine e legni), che si innestano su un fondo di ambra.
Si racconta che Jacques Guerlain abbia creato il profumo Shalimar in omaggio alla leggendaria storia d’amore ambientata nel XVII secolo tra Mumtaz Mahal e l’imperatore Shah Jahan nei giardini di Shalimar ad Agra in India. Quando la donna morì, l’imperatore devastato dal dolore, decise di costruirle una tomba nel punto in cui, 14 anni dopo, sorse il Taj Mahal.
Questo jus femminile, sensuale, voluttuoso e ipnotico – Shalimar significa letteralmente “tempio dell’amore” – fu presentato al pubblico nel 1925 all’Esposizione delle Arti Decorative a Parigi, al Grand Palais. In seguito al successo ottenuto a bordo del transatlantico Normandie, in occasione di una traversata verso New York di Raymond Guerlain (cugino di Jacques) e di sua moglie, Shalimar venne lanciato in anteprima negli Stati Uniti.
Ed è proprio Raymond che disegna la bottiglia di Shalimar, ispirandosi alle vasche di quei giardini, con l’inconfondibile tappo a forma di ventaglio e la “trasparenza di zaffiro che ricorda le loro acque eternamente zampillanti”.
Il profumo – sfacciatamente sensuale – si apre con note di mandarino, cedro, bergamotto (questo ingrediente occupa il 30% della fragranza) e limone, matura in accordi di iris, patchouli, gelsomino, vetiver e rosa e si chiude in un fondo di cuoio, sandalo, opoponax, muschio animale, zibetto, vaniglia, incenso e fava tonka. Questo contrasto tra il preludio pungente di penetranti note agrumate, il cuore fiorito e il fondo caldo e sensuale è ciò che fa di questo profumo una delizia imperitura.
Nonostante le sue note dolci, questa fragranza non ha nulla di stucchevole e sdolcinato, come ben sottolineò Ernest Beaux, creatore del mitico Chanel N°5 (vedi la prima puntata della serie dedicata ai profumi che hanno fatto la storia): “Con questo pacchetto di vaniglia, sarei stato in grado di creare soltanto una crema pasticcera, mentre lui, Jacques Guerlain, creò Shalimar”. Fu un jus talmente vincente che oltre a essere ancora attuale è stato di ispirazione nella creazione di capolavori olfattivi quali, per citarne alcuni, L’Instant de Guerlain, Obsession di Calvin Klein e Opium di Yves Saint-Laurent.
Cuando ti lego cara Claudia mi vene la voglia di volere comprare tutti questi profumi e assajarli tutti per ogni occassione speciale!
Grazie!
Brava Claudia Marchini, il tuo entusiasmo per l’argomento è palpabile, ma la tua non è una lezione fine a se stessa, ci accompagni per mano nella storia stimolando la nostra curiosità su questi famosi marchi, anche a chi non si era mai posto certe domande. E questo è il risultato penso più importante. Chapeau.