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La croce del Giubileo: Borromini dialoga con Lady Be

Lady Be reinterpreta l’opera di Francesco Borromini, un’importante opera del 1625, eseguita dal mosaicista Giovan Battista Calandra, La Croce fu realizzata su commissione di Papa Urbano VIII Barberini, come sigillo della porta santa dopo il Giubileo del 1625.

Quando Innocenzo X Pamphilij riaprì la porta santa per il suo giubileo, nel 1649, ruppe simbolicamente il sigillo e ne fece dono al cardinale nipote (nipote di donna Olimpia, Francesco Maidalchini), e per questa via il piccolo mosaico venne riposizionato sullo stipite della porta della chiesa, che era divenuta la cappella privata dell’adiacente giardino di donna Olimpia in Trastevere.

Il 4 Settembre verrà presentata a Roma in località Trastevere, nella Chiesa di Santa Maria in Cappella, è l’opera più recente della eco-artista Lady Be; l’ultima perla realizzata per un progetto esclusivo realizzato per l’evento “Di là dal fiume”, giunto alla quarta edizione.

L’opera rappresenta una croce ed è la reinterpretazione del mosaico borrominiano presente nella stessa chiesa, ma con materiali di recupero, ovvero oggetti di plastica di varia provenienza usati in tutte le opere di Lady Be (tappi di bottiglie, involucri, bigiotteria, cancelleria, giocattoli vecchi, tubi, cavi elettrici).

L’opera è sagomata e fedele ai colori originali, che grazie all’utilizzo della plastica risultano brillanti e decisi, la composizione è ben equilibrata. Come nell’opera originale, è presente la fronda d’ulivo simbolo dei Pamphilij, e la particolarità che salta subito all’occhio è la presenza di 5 api (regine) attorno alla croce,  simbolo di laboriosità, purezza, capacità di comando, di orientamento ed abilità nella costruzione dei nidi con celle esagonali, scelte per nobilitare il simbolo della famiglia. Sono presenti in tante altre opere commissionate dai Barberini, tra cui il Baldacchino dell’ altare maggiore di San Pietro.

Lo speciale eco-mosaico, di dimensioni 54 x 88 cm, verrà presentato durante la visita guidata alla Chiesa, in Via Piero Peretti 6  alle ore 11; la visita è su prenotazione obbligatoria ed è necessario esibire il green-pass.

L’evento si svolge nell’ambito del festival curato dall’Associazione Culturale Teatroinscatola, “Di là dal fiume” il cui programma va dal 29 agosto al 5 settembre, ed offre esperienze culturali insolite, gratuite e diffuse in luoghi ogni volta differenti, con particolare attenzione al XII Municipio di Roma.

Musica, incontri, installazioni, proiezioni, presentazioni libri, mostre, fotografia, blitz urbani e biciclettate in undici location, cui si aggiunge quest’anno un programma di visite guidate presso quattro edifici di culto, come la Chiesa a Trastevere in cui si svolge l’esposizione della preziosa opera di Lady Be.

La “sfida” del festival è quella di portare in spazi ordinari eventi di qualità, nell’idea di fondo che il riuso di strade, edifici, piazze e aree della città mediante l’interazione con le arti possa creare inediti luoghi di relazione, dove la fruizione dell’evento da parte dello spettatore è spesso casuale.

Il progetto è congeniale all’idea di Lady Be, che fa del “riuso” il suo punto di forza, ed è ciò che consolida questa collaborazione oltre alla presenza del mosaico.

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Infatti, dal 2019 Lady Be ha cominciato a portare la sua arte in luoghi non espressamente nati per l’arte (ma fruibili liberamente dal pubblico) realizzando maestose esposizioni; dalla sua personale allestita all’Aeroporto di Milano Malpensa (mostra attualmente visitabile) all’esposizione nell’Università di Pavia, alla presenza delle sue opere sostenibili a Fiumicino nell’ambito di un evento organizzato da Disney e Legambiente e nel backstage del Concertone del 1 Maggio a Roma.

L’idea è che l’arte vada verso lo spettatore, abbandonando così gli asettici musei e altre realtà come gallerie d’arte e altri luoghi frequentati soltanto da appassionati d’arte.

Il pubblico di grandi e piccoli da sempre apprezza molto le opere di Lady Be. L’artista porta avanti questa attività da più di 10 anni e lo fa per sostenere il suo importante messaggio per l’ambiente, non sprecare ma trovare risorse e alternative per utilizzare e smaltire correttamente tutti i materiali, in particolare la plastica che è ciò che attualmente provoca più problemi di inquinamento in particolare di mari e oceani, andando a stravolgere l’intero eco-sistema.

Gran parte del materiale che utilizza Lady Be nelle opere proviene infatti dalla raccolta sulle spiagge, altro deriva dalle scuole e da mercatini dell’usato. Gli oggetti vengono consegnati inconsapevolmente dal popolo, e divengono tasselli del suo speciale mosaico.

Nel caso della croce, è possibile vedere diversi pezzi di materiale riconoscibile intero e spezzettato, per riprodurre con minuzia e maestria i diversi dettagli della croce, dalla presenza delle 5 api, al rosone di luce in alto, con sfumature dorate ricercate nei materiali, alle foglie di ulivo con diverse sfumature di verde.

Il mosaico borrominiano, infatti, leggermente minore di dimensioni rispetto all’opera di Lady Be, è un minuzioso lavoro di micro-mosaico, che a detta dei custodi è stato apprezzato moltissimo anche dal critico Vittorio Sgarbi che, avendo a disposizione poco tempo, ha voluto vedere solo quello e ha scattato decine di foto.

Lo stesso critico d’arte che conosce da anni l’arte di Lady Be apprezza molto anche i suoi mosaici, che nelle sue recensioni ha definito “formidabili”; “sorprendenti figurazioni”.

 

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