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Arte come progetto culturale. Le Gallerie d’Italia a Prato

di Cristina T. Chiochia Ci sono posti privilegiati. Sicuramente il bel Palazzo degli Alberti (storico palazzo gentilizio di Prato, situato nel centro della città), è uno di questi. Dimora del XIII secolo con splendidi loggiati ed aperture in alberese che, pur mantenendo intatto l’aspetto quattrocentesco, venne modificato nei restauri del secolo scorso. Sede storica della Cassa di Risparmio e Depositi di Prato dal 1870 è ora di Banca Intesa San Paolo che ne riapre ora al pubblico, tutti i fine settimana, la Galleria a partire dal 25 Marzo 2022. Capolavori, oltre 90,  tra cui Bellini, Bronzino, Caravaggio e Filippino Lippi.  Un grande sforzo espositivo, curato da Lia Brunori con passione. Con visite ad ingresso gratuito ed apertura nei giorni festivi di sabato e domenica,  la prenotazione è possibile online direttamente dal sito delle Gallerie d’Italia.
Un dono per una città come Prato con una forte identità artistica ma che sta cambiando volto. Aprendosi in modo poderoso alla cultura, oltre al famoso polo culturale del Pecci, anche alla conservazione dei proprio capolavori identitari. “È con particolare orgoglio che oggi offriamo a Prato ed a coloro che la visitano la possibilità di accedere ad un nuovo ambiente espositivo ricco di opere, capolavori e di un’importante parte della storia di questa città. Un patrimonio culturale che come Intesa Sanpaolo siamo particolarmente lieti di essere riusciti a valorizzare, rispettando l’impegno preso nel 2018 con meticolosa attenzione all’identità, alla cura e tutela del patrimonio, alle specificità che questo territorio esprime”, la dichiarazione di Luca Severini, Direttore Regionale per Toscana e Umbria di Intesa Sanpaolo.
Terminato infatti il grande lavoro di ristrutturazione ecco un tesoro architettonico della città, si offre per essere vissuto dai suoi abitanti oltre che dai turisti e fare di Prato con visite guidate, quasi un nuovo fulcro di un progetto culturale più ampio per questa città ed unico, fatto di arte. Prato ed il suo territorio. Al fine di darne davvero valore con le sue tradizioni, a solo titolo di esempio, come quella della Madonna della Cinta, reliquia più famosa di Prato e conservata nel suo Duomo e nelle Gallerie con una sezione a lei dedicata. Come recita il comunicato stampa: “grazie al dialogo con Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A., il Comune di Prato e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le Province di Pistoia e Prato, è stato possibile consentire la riapertura a beneficio della collettività, in linea con i principi di Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo. Centrale l’obiettivo della tutela del patrimonio artistico: oltre al progetto architettonico – in accordo con Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A. e con la Soprintendenza – sono stati realizzati importanti interventi di conservazione sulle opere.
Oggi la Galleria di Palazzo degli Alberti inaugura con un allestimento che si pone in continuità con il precedente con spazi maggiori e più funzionali al percorso di visita. La collezione consiste in 142 opere, 90 in esposizione e le restanti in deposito, tra cui beni di particolare pregio come i capolavori di Giovanni Bellini, Caravaggio, Filippo Lippi, oltre a opere di Puccio di Simone, Bronzino, Santi di Tito, Poppi, numerose e prestigiose opere del Seicento fiorentino e un cospicuo numero di sculture di Lorenzo Bartolini, artista di Prato attivo nella prima metà dell’Ottocento […]”. Un grande sforzo espositivo che è anche un grande successo per il territorio. Ne è un esempio l’ordine cronologico dei capolavori della Galleria stessa e la presenza , come si diceva precedentemente, di una sezione anche della devozione pratese della Sacra Cintola di Maria (presente in Galleria quella realizzata per l’oratorio dei Vivorati sul Cantaccio da Santi di Tito nel 1600)che si diceva miracolosa (San Tommaso, incredulo per l’assunzione della Vergine in cielo, trovò solo la cintura del suo abito da quel momento, venne conservata ed approdò a Prato, dove che divenne, nei secoli, devozione delle donne desiderose di avere un figlio. Un museo unico. Sul territorio. Per il territorio. Con il nuovo attesissimo allestimento, per tornare a “vivere la bellezza” e l’arte come un vero progetto culturale. Un successo.