Londra, attenti all’Oyster

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Patiti di Londra aprite bene gli occhi. E non solo per ammirare una delle città più belle del mondo tra musei, parchi, monumenti, castelli e vie che sembrano la Via dei ciliegi di Mary Poppins costellate da case georgiane o villette rosse a due piani con giardino privato. La Oyster card, la carta magnetica su cui caricare sterline che consente, in teoria, il modo più razionale di muoversi nella City (si paga ad uso con un tetto massimo equivalente al biglietto giornaliero equivalente alle zone attraversate), può riservare salate sorprese.

La carta deve essere vidimata in entrata e in uscita dai treni della metro e in entrata sugli autobus. Qual è il problema? Che se non si fa attenzione, l’ingresso e l’uscita potrebbero non essere  registrati correttamente. La cifra scalata dall’Oyster allora raddoppierà rispetto al biglietto normale (5 sterline rispetto alle 2,3 sterline circa che si pagano per muoversi dentro le zone centrali) e in uscita sarà scalato l’importo massimo previsto per viaggiare all’interno delle sei zone di Londra. Non si tratta di pura teoria. Provare per credere. Stazioni come Leicester Square, Covent Garden; Oxford Circus sono costantemente prese d’assalto da turisti e londinesi, non c’è il tempo di procedere con calma controllando la lucina verde che registra la Oyster e dà accesso alla metro e segnala l’uscita. Basta un nonnulla, una spinta o una distrazione qualsiasi, per non accorgersi che in realtà la barriera non ha registrato la propria Oyster ma è ancora alle prese con la tessera del viaggiatore precedente. A me è capitato di vedermi scalare 14 sterline per un’andata e ritorno tra Charing Cross e Cutty Sark. Un viaggio che avrebbe dovuto costare meno della metà. La responsabilità è del passeggero che, soprattutto se è un turista alle prime armi, generalmente neppure se ne accorge né si preoccupa del fatto che la Oyster si svuoti velocemente, più velocemente del solito (un biglietto giornaliero nelle prime due zone di Londra costa intorno alle 7,7 sterline). Il turista semplicemente procede a ricaricare la Oyster e torna a godersi una delle città più belle del mondo, senza realizzare di aver pagato un conto ben più salato del dovuto.  Attenzione anche al passaggio compulsivo della Oyster sui lettori (in particolare sui lettori dei treni della Dlr che spesso non hanno barriere di accesso), potrebbe addirittura essere deleterio, o registrando più viaggi o aprendo un viaggio che non sarà poi chiuso (e quindi costerà al povero viaggiatore l’equivalente di un viaggio nelle sei zone di Londra). A me è capitato di dover spiegare, ad esempio, che il doppio passaggio consecutivo (!!!) della mia Oyster sul lettore del City Airport non era dovuto a un viaggio ulteriore, ma solo alla  volontà di registrare correttamente  la mia uscita dai treni della Dlr prima del ritorno in Italia.

Cosa fare quindi? Preferire la travel card, ovvero il biglietto giornaliero cartaceo, per periodi brevi potrebbe essere una soluzione. O, se la Oyster è una necessità, è bene tenere gli occhi sempre ben aperti in entrata e in uscita per controllare che il proprio credito non crolli all’improvviso.

In caso di dubbio, la Oyster può essere letta dalla macchinette per le ricariche disseminate in tutte le stazioni della metropolitana. In caso di problemi con gli importi ci si può rivolgere al personale. Talvolta è anche disponibile. Altre rinvia al sito web o dà in mano un numero di telefono, inglese ovviamente.

 

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