“Non commettere atti impuri”: l’esordio letterario di Alberto Bernardi
Un backgroud professionale nell’ambito della produzione cine-televisiva dal 2000 (in RAI ha collaborato a programmi quali “Sì Viaggiare”, “L´Italia sul Due”, “Easy Driver”, “Costume e Società”, “TG1 Cultura”, “La Vita in Diretta”, “Chi l’ha Visto?”, “Rai News 24”, “TSP” e “Alle Falde del Kilimangiaro”), da sempre attento alla narrazione per immagine e convinto che la parola abbia il potere di trasformarsi, sino a scomparire, Alberto Bernardi si riscopre scrittore ed esordisce con il suo primo lavoro “Non commettere atti impuri”, presentato in Feltrinelli a Bologna lo scorso 16 giugno.
Un thriller originale, destinato agli amanti del mistero e dell’affascinante universo onirico. Un racconto dalle venature metafisiche, un vero e proprio psicofilm, composto da totali, primi piani, cambi di scena e flash-back: tra amore, mistero, sesso, azione, una storia densa di colpi di scena, dal finale mozzafiato…
D. “Non commettere atti impuri” è un libro pieno di sorprese e colpi di scena. Come nasce l’idea di questo romanzo?
R. Non è stata un’idea improvvisa. Sono curioso, guardo il mondo e le persone intorno a me.
Inoltre, amo i documentari: da uno in particolare mi è nata l’idea di una storia che toccasse aspetti quali il multiverso e la percezione del mondo che per ognuno di noi è del tutto soggettiva.
Faccio riferimento a (COSMOS) Carl Sagan quando , oltrepassato Nettuno, convince la NASA a girare la fotocamera del Voyager 1 verso la Terra per un ultimo sguardo e ciò che vede è “un pallido puntino azzurro” in un tenue raggio di sole”.
La scienza dell’infinitamente piccolo ci dice che il mondo è una pura “rappresentazione” personale che si manifesta nel momento stesso che lo osserviamo. Tutti i possibili avvenimenti coesistono in contemporanea. Per farla semplice immaginiamoci attori, abbiamo recitato in tutti i film possibili e immaginabili e ora li stanno trasmettendo tutti sui canali TV. Essi convivono in simultanea sulle diverse frequenze ma noi, cambiando canale, ne vediamo soltanto uno per volta.
D. Ci racconti la trama senza svelare troppo?
R. Protagonista è il trentacinquenne Carlo, che vive in un cottage della campagna toscana insieme al suo cane Ambra. Carlo nasconde un segreto inconfessabile, una grave e sconosciuta malattia che gli preclude di vivere un’esistenza normale. Si tratta di un’inspiegabile catatonia che quando lo coglie è improvvisa e totale, tanto da farlo sembrare morto. L’incontro con Laura innescherà una serie di eventi imprevedibili. Una narrazione serrata in cui si inserisce, in parallelo, la storia di Bro, coetaneo di Carlo, con un’infanzia disastrosa. Occultato ai vicini perché visto come un mostro, e pertanto odiato dalla madre che se ne sbarazza in malo modo. Violento e perverso, è ossessionato dalle donne che considera oggetti da usare in tutti i modi che la sua fantasia malata gli suggerisce. Due vite opposte, ma destinate a incrociarsi, in maniera apparentemente casuale… non diciamo di più per ora.
D. Nel romanzo abbiamo quindi un protagonista Carlo e un antagonista Bro, due storie e due personaggi antitetici, come un po’ tutto il romanzo è segnato da un dualismo profondo: luce/ombra, bene/male, luce/buio, sogno/realtà…
R. Lo psicanalista Jung sosteneva che noi tutti abbiamo due facce: una è quella pubblica e l’altra è quella privata. Della seconda spesso ci vergogniamo nonostante sia la più vera.
Ogni aspetto delle vita ha due facce, anche l’amore. Esistono grandi storie d’amore senza figli e rapporti fugaci, di violenza, di sopruso, che generano figli. Non è solo l’amore a generare la vita.
L’ideale è quando l’amore e il sesso si bilanciano, ma io credo che sempre e comunque si sia un po’ di più nella luce o un po’ di più nel buio.
D. Sembrerebbe esservi un maggiore approfondimento psicologico nelle figure maschili del romanzo che in quelle femminili, come mai?
R. Ciò che si deve fare è guardare il racconto come un immenso “panorama”.
Le figure femminili sullo sfondo, in realtà, sono quelle che tracciano tutto il percorso della trama, Carlo e Bro sono come palline che rimbalzano in un flipper. L’attenzione si concentra sulla pallina, ma le figure femminili sono lì a condizionarne il percorso, nel bene e nel male.
D. Non commettere atti impuri, perché questo titolo?
R. In realtà, come tanti altri elementi nel corso della lettura, è il tassello di un puzzle che piano piano viene a completarsi. Durante una discussione questa frase viene pronunciata nei confronti di Carlo che, quindi, comincia a temere che la sua condizione di salute sia in qualche modo, proprio per via di questo comandamento, una punizione.
D. In generale nel romanzo sono numerosi i riferimenti filosofici, scientifici, storici nonché derivati dalla fisica e dalla vita reale. Quanta ricerca e documentazione ha richiesto questa tua opera?
R. Il romanzo è ambientato nel 2008. Il lavoro più grosso, pertanto, una volta tracciata la trama, è stato controllare la veridicità di alcune supposizioni.
Ho dovuto verificare se certe “invenzioni”, studi scientifici, film, o altro, esistessero nel 2008 e se la storia potesse reggere in termini temporali. Ho impiegato anni a raccogliere tutte le informazioni nel tempo libero, poi un fermo forzato, per motivi di salute, ha fatto sì che l’idea, la trama e gli appunti, diventassero il romanzo che è oggi.
D. Il romanzo è stato definito una sorta di film psichico, del resto tu stesso arrivi dall’ambiente cinematografico e televisivo, e sei da sempre attento alla narrazione per immagine. In che modo questo tuo stile narrativo si concretizza nel romanzo?
R. Scrivendolo ho cercato di fare in modo che il lettore “vedesse” ciò che leggeva, rappresentando anche le emozioni, quando fattibile, con il tremore di una mano o un’espressione.
Il limite di uno scritto è che è sequenziale, una cosa è obbligata a seguire l’altra, mentre in un solo frame cinematografico posso dire molteplici cose simultaneamente.
D. A chi è destinato il romanzo? Avevi già in mente un pubblico ideale nel momento dell’ideazione?
R. A un pubblico adulto, senza preconcetti, che attende di giungere alla fine per capire che, a dispetto di tutto, quello che ha letto è un messaggio di speranza.
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“Non commettere atti impuri”
di Alberto Bernardi
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