Quattro chiacchiere con Umberto Noto, zio Fester ne “La Famiglia Addams “

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Al Teatro Nuovo di Milano, fino al 25 marzo, è in scena il musical La Famiglia Addams con la regia di Claudio Insegno. Una favola noir, ispirata ai personaggi di Charles Addams, con un forte messaggio sui valori della famiglia, resa credibile e godibile da un cast di grandissimo livello.

Umberto Noto, in questa nuova produzione, interpreta Zio Fester.

Umberto, raccontaci qualcosa di te.

Mi sono diplomato nel 2002 alla MTS – musical the school di Milano e da allora ho sempre lavorato, passando dalle navi da crociera prima, dove ho girato il mondo come performer, alla prosa, al musical e alla televisione. Solo per citare alcuni titoli di spettacoli teatrali: I Promessi sposi , Il ritratto di Dorian Gray, Saranno Famosi, Gian Burrasca, Sogno di una notte di mezza estate, La Sposa in Blu, commedia della quale ho curato la mia prima regia, Be Italian, una produzione italo paraguayana,  fino a Spamalot e La Famiglia Addams con Claudio Insegno.

Ho  recitato anche in importanti serie tv come Camera Café e Piloti, sono stato acting coach della quarta stagione della serie tv Disney Alex & Co. e ho avuto l’onore di far parte del cast internazionale del film di prossima uscita nelle sale Ulysses – A dark Odyssey.

La filosofia di vita di Umberto si può sintetizzare con un verso di una canzone di Spamalot: Always look at the bright side of life, guarda sempre il lato positivo della vita.

Certe cose succedono perché devono succedere. Bisogna sempre tenerlo a mente, crederci e mai arrendersi di fronte alle avversità della vita, perché alla fine sono quelle che fanno crescere.

Ho fatto provini per ruoli per cui alla fine non sono stato preso. Non era semplicemente il momento. Ne sono poi arrivati altri perfetti per me come Sir Robin in Spamalot ed  attualmente Zio Fester ne La Famiglia Addams e ne sono infinitamente felice.

Parliamo degli Addams e di Fester.

Lo spettacolo parla della famiglia, dei valori della famiglia, ma anche di stranezze, verità nascoste, normalità diversa o diversa normalità. Fester incarna un po’ tutte queste cose. Ho lavorato molto sul personaggio per cercare di dargli tante sfaccettature. Non volevo che fosse solo “calvo, grasso e con una sessualità indefinita” come si definisce lui. Il mio Fester è giocherellone, umano, divertente e romantico. È capace di lasciare la sua famiglia, a cui è profondamente legato, per realizzare il suo obiettivo.

Fester infatti è innamorato della luna. La luna gli regala emozioni forti e lui riesce a raggiungerla, dimostrando così che quando si prova qualcosa per qualcuno, se il sentimento è vero e  puro, lo puoi avere. Io credo molto nella legge dell’attrazione che nasce da un desiderio profondo, dalla semplice volontà del cuore.

Nella vita l’energia positiva è la chiave di tutto.

La storia d’amore di Fester con la luna è una provocazione: parla dell’amore universale, di un amore profondo che va al di là di tutto e che regala emozioni, di un amore, per qualcuno o per qualcosa, che è sempre giusto.

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Come ti sei trovato a lavorare con gli altri membri del cast, con Elio, Gabriele Cirilli e con Claudio Insegno?

Per fare questo lavoro bisogna avere solidi valori e credere nel lavoro di gruppo. Sotto questo punto di vista, questo cast, così come quello di Spamalot, è perfetto: è come stare in famiglia, si cresce insieme, ci si compensa, senza invidie o desideri di primeggiare gli uni sugli altri. Sono tutti grandi e bravissimi professionisti. Elio è stato una grande scoperta, umanamente parlando, un perfetto Re Artù ed un compagno di viaggio indimenticabile. Gabriele Cirilli è un uomo e un artista eccezionale, è il fratello maggiore che tutti vorrebbero avere, forte sostenitore del lavoro di squadra. Porta in dote la sua esperienza teatrale trentennale iniziata alla scuola di Gigi Proietti. Claudio Insegno è un grande attore e Maestro: ci forgia, ci insegna a svecchiare il teatro e la comicità adattando il tutto ad un pubblico che cambia continuamente. Lavorare con lui è una continua esperienza formativa. Non vuole attori impostati, non vuole sentire una voce: cerca la verità nel personaggio. Per fare questo, lascia molta libertà interpretativa a noi attori. Capisci che hai trovato la giusta chiave di lettura quando gli si illuminano gli occhi e sorride. Vuol dire che lo hai convinto. Con Claudio ti devi lasciare andare, devi giocare a carte scoperte. Lui è lì, sempre disponibile, ti segue passo per passo. Ama ciò che fa, è nato per insegnare e lo capisci perché mentre lo fa si emoziona sempre.

Quali ruoli ti piacerebbe interpretare in futuro?

Ci sono tanti ruoli! Una volta, come primo ruolo, avrei forse scelto Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ma credo che ora non sarebbe il momento. Oggi mi sento più orientato verso un teatro che va dalla riflessione al divertimento. Mi piacerebbe interpretare il Genio in Aladdin della Disney, perché è un signor ruolo, con belle canzoni e lo spettacolo è pura magia. Mi piacerebbe anche o un ruolo en travesti, come quello di Bernadette in Priscilla, un personaggio irriverente, simpatico e nostalgico; o l’ambiguo Maestro di Cerimonie di Cabaret o Lumière nella Bella e la Bestia.

Hai dei performer italiani di riferimento?

I miei esempi sono Manuel Frattini, Giampiero Ingrassia, Pierfrancesco Favino, Gigi Proietti, professionisti a completo servizio del teatro, che regalano sempre grandi emozioni.

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