Rigoletto, il castello di Mantova prende vita in Arena

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Entrati in Arena a Verona per la messa in scena del Rigoletto, il primo colpo d’occhio è la fedele riproduzione del Castello di Mantova che prende vita sulle gradinate dell’Anfiteatro preceduto da grandi pannelli in cui sono riproposti gli affreschi della “Camera degli Sposi”.  Ed è subito magia, un incanto che riporta ad altri luoghi ed altre epoche. L’allestimento è certo ultratradizionale forse un po’ antiquato volendo, ma per una volta, è bello non doversi soffermare sui significati reconditi di scelte artistiche peculiari e lasciarsi trasportare dalla musica di Giuseppe Verdi, dalla tragica storia del Rigoletto, il buffone di corte “esternamente difforme e ridicolo-  nelle parole di Verdi -, e internamente appassionato e pieno d’amore”,  e dall’immenso spettacolo realizzato per il Festival per questa nuova stagione, considerata quella della rinascita dopo le difficoltà finanziarie che, lo scorso anno, avevano fatto temere il peggio.tn_0207_Rigoletto_FotoEnnevi_032_20170701

credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
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La regia è di Ivo Guerra, le scene di Raffaele Del Savio ed i costumi di Carla Galleri. Sul podio Julian Kovatchev. In scena il baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat (1 – 6 luglio), già vincitore di numerosi concorsi internazionali e, con il Rigoletto, al suo debutto in Arena, che si alterna nel ruolo con  Carlos Álvarez (14 e 19 luglio) e Leo Nucci (27 luglio), Rigoletto per eccellenza tanto che, solo a Verona è stato buffone alla Corte del Duca di Mantova per 45 volte. Il ruolo Duca di Mantova è di Gianluca Terranova (1 e  27 luglio), Francesco Demuro (6 luglio) e Arturo Chacón-Cruz (14 e 19 luglio), mentre Gilda è interpretata da Elena Mosuc (1 luglio), Jessica Pratt (6/7), Ekaterina Siurina (14 e 19 luglio),  e Jessica Nuccio (27 luglio).

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La lettura del regista Ivo Guerra  è fedele al libretto e prende ispirazione dalla prima rappresentazione areniana di Rigoletto del 1928, come omaggio ai grandiosi allestimenti dei primi festival lirici. L’allestimento de Il Rigoletto di Guerra è andato in scena per la prima volta nel 2003, per essere e poi ripreso nel 2004, nel 2008 e nel 2013. Raffaele Del Savio riproduce sulle gradinate areniane l’aspetto rinascimentale della città di Mantova, incorniciando i ricercati costumi cinquecenteschi ricreati da Carla Galleri. Da 1928 in poi in Arena sono stati comunque ben 10 gli allestimenti del Rigoletto, per un totale di rappresentazioni che, già ora, sfiora le 100 rappresentazioni. Si tratta, in effetti, della settima opera più rappresenta nell’anfiteatro  romano e sempre con un enorme successo di pubblico: sabato 1 luglio sulle gradinate non c’era un posto libero e c’èe da scommettere che il sold out sarà bissato nelle prossime repliche. D’altro canto lo stesso Verdi parlava del Rigoletto come della sua “opera migliore”. Il titolo, insieme a Il Trovatore e a la Traviata, appartiene alla triologia popolare dell’autore di Busseto ed è assolutamente godibile per un pubblico non solo di melomani. Al di là delle voci, e in particolare di quelle di Enkhbat  e Terranova, il Rigoletto entrata  un’opera nella memoria collettiva di ogni italiano che ne conosce ogni dettaglio della storia , di nascosto, ne canticchia e arie più note da “Bella figlia dell’Amore” a “Vendetta tremenda vendetta”.   Senza poi considerare che lo spettacolo in Arena è travolgente tra l’allestimento grandioso della Mantova Rinascimentale, i costumi da Oscar e l’uso massiccio e coreografico di comparse, coro e balletto.

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credito: ©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona
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Purtroppo ci sono solo altre quattro opportunità per assistere, in Arena, al Rigoletto che è proposto per la 95° edizione dell’Opera Festival, il 6, 14, 19 e 27 luglio alle 21.00. I biglietti per le gradinate partono da 22 euro. Insomma è un’occasione da non perdere:

 

 

 

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