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Aspettando Kinky Boots Italia: intervista a Simon-Anthony Rhoden, Lola nello show UK

È vero, siamo nel pieno delle vacanze estive ma come addolcire l’idea del rientro? Per gli amanti del musical la risposta è semplice: l’autunno infatti porta con sé il debutto di un titolo importante, Kinky Boots con la regia di Claudio Insegno al Teatro Nuovo di Milano.

Kinky Boots, basato sull’omonimo film del 2005, racconta la storia del giovane Charlie Price che eredita dal padre la fabbrica di scarpe di famiglia, ormai ridotta sul lastrico. Per non licenziare i fedeli dipendenti e risollevare le sorti dell’azienda, Charlie capisce che deve assolutamente diversificare la sua produzione ma serve un’idea straordinaria. E l’idea arriva per caso: una sera Charlie assiste allo spettacolo di Lola, una favolosa drag queen che, per esigenze sceniche, ha bisogno di nuovi stivali con tacchi forti e robusti.

La musica e i testi del musical sono scritti dalla cantante icona degli anni ottanta Cyndi Lauper mentre il libretto è firmato da Harvey Fierstein.

Il musical ha debuttato a Broadway nel 2013 aggiudicandosi sei premi alla 67ª edizione dei Tony Awards, tra cui miglior musical e miglior colonna sonora. Nel 2015 ha debuttato a Londra con grande successo di pubblico e di critica.

In attesa della versione italiana di questo straordinario spettacolo abbiamo intervistato il performer Simon-Anthony Rhoden che al teatro Adelphi di Londra interpreta il ruolo della meravigliosa Lola.

 

Come ti sei avvicinato al personaggio di Lola?

Quando ho letto per la prima volta il personaggio, Lola ha parlato a me come persona e come attore. Il viaggio che percorre, la sua stessa storia, sono profondamente collegati con me. Sono entrato in rapporto con il personaggio di Lola anche perché sono stato così fortunato da vederlo interpretato da Matt Henry, quando ho cominciato ad essere il suo sostituto in teatro. Da allora mi sono sempre chiesto come avrei interpretato il personaggio se mai ne avessi avuto l’opportunità.

Conoscevi il film prima di studiare il musical?

Non sapevo nulla dello show o del film finché non ho fatto l’audizione. Non ho mai avuto il tempo materiale di vedere il film. Non appena sono stato chiamato ho incominciato a fare tutte le ricerche che potevo. Credo che l’interpretazione di Chiwetel Ejiofor sia brillante. All’inizio di questo viaggio mi sono più volte riferito al film per confrontarmi su alcune scene. Lo schermo e il palcoscenico sono però due spazi completamente diversi e quello che si recita al cinema è diverso da quello che si vede sul palco. Comunque un’ispirazione è sempre utile.

Lola è un ruolo potente. Quanto è rilevante una voce importante come la tua nell’interpretazione di questa parte?

Non è fondamentale avere una voce grande come la mia. É invece fondamentale cantare le canzoni così come sono state scritte perché c’è una ragione. Chiunque reciti la parte di Lola darà la propria interpretazione ricordando sempre però di cercare in essa la verità. Il personaggio è scritto così bene che un attore non dovrebbe essere spaventato dalla sua complessità.

Che cosa significa di Kinky Boots oggi?

Il significato di Kinky Boots oggi trascende i valori della comunità LGBTQ e ognuno si può riconoscere in questo show. Il messaggio chiave è che puoi cambiare il mondo se cambi la tua mentalità. E questo possiamo metterlo in pratica tutti ogni giorno.

Hai qualche consiglio o suggerimento per il tuo collega italiano che sarà Lola il prossimo autunno?

Il mio consiglio è di non avere paura di dare una interpretazione. Il personaggio è scritto così bene che basta essere sinceri, raccontare la storia e divertirsi. Io mi sono ispirato anche ai miti della mia infanzia, le DIVAS. Consiglio a tutti di fare riferimento alle proprie esperienze di crescita.

Kinky Boots a Londra sta per chiudere. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ci sono alcuni progetti all’orizzonte ma non essendoci conferme preferisco non parlarne. Mi dispiace che Kinky Boots chiuda perché penso che uno show del genere superi l’esame del tempo, specialmente nel West End.

 

WAITING FOR KINKY BOOTS ITALY: INTERVIEW WITH SIMON-ANTHONY RHODEN, LOLA IN THE UK SHOW

It is true, we are in the height of the summer, but how can we come back happily from holidays? For Italian musical’s lovers, there is no doubt: Autumn brings one of the most exciting debuts: the Italian version of Kinky Boots, directed by Claudio Insegno.

Kinky Boots, based on the 2005 movie, tells the story of Charlie Price, who has inherited a nearly bankrupted shoe factory from his father. Charlie has to come up with a brilliant plan to keep his factory afloat. A chance meeting with drag queen Lola ends in an idea to keep the doors open: fabulous heels for women who just happen to be men. What Lola wants is “two-and-a-half feet of irresistible tubular sex” that won’t break under her body weight.

The 1980’s pop icon Cyndi Lauper-penned musical, with book by Harvey Fierstein, opened in Broadway in 2013. The production earned 6 Tony Awards, including Best Musical and Best Score.

In 2015 it opened in London, surpassing its rivals with audiences in weekly box office gross.

While the Italian version of this stunning musical is on its way, we have interviewed Simon-Anthony Rhoden, who is Lola the amazing drag-queen on the stage of the Adelphi Theatre in London. 

How did you become familiar with the character of Lola?

When I first read for the character Lola it spoke to me as a person as well as an actor. The journey she goes on and the story I get to tell really connected with me. I became familiar with it also because I was fortunate enough to watch the role be played by Matt Henry every night as I started as a swing/understudy on Kinky Boots UK. I always wondered how I’d play the part if ever I got the chance. 

Did you know the film before studying the musical?

I knew nothing about the show or the film until I had to audition for it. I remember always meaning to go watch the film but never making the time. But once I got the call, I did as much research as I possibly could. I think that Chiwetel Ejiofor’s interpretation of the character is brilliant. In the beginning of my journey playing the role I would often go back and refer to the movie if I was feeling unsure about a particular scene or action. The only difference is, the stage is a completely different beast to the screen and so something that is played/read for screen will not always be seen/read from the stage. But it is always good to have a little inspiration. 

Lola is a powerful role. How crucial is a powerful voice like yours when playing this part?

It is not crucial to have a big voice like mine at all. It is crucial to be able to sing the songs however, as they were written that way for a reason. But whoever plays the role of Lola should do their own interpretation of the role as well as remembering to always look for the truth in it. The character is written so well and so an actor shouldn’t be scared of the complexities within the role. 

What’s the meaning of Kinky Boots today?

The meaning of Kinky Boots today transcends the LGBTQ community in that everyone can learn from this show no matter what walk of life. The key message is “You change the world when you change your mind” and that is something we can all practice and remind ourselves everyday. 

Do you have any suggestions, any pieces of advice for your Italian colleague who will be playing the part next Autumn?

My advice is don’t be afraid of your own interpretation of this role. It is written so well that all you need to do is be truthful, tell the story and have fun. I also like to use some of my own childhood DIVAS as inspiration too, so whoever they were to you growing up, use them!

In London Kinky Boots is closing soon. What are your new projects?

There are a few projects in the pipe line but as nothing is confirmed and cannot speak about that. I do think it is sad that Kinky Boots UK is closing as I would like to think that a show like this would stand the test of time, especially in its home in the west end.




Quattro chiacchiere con Umberto Noto, zio Fester ne “La Famiglia Addams “

Al Teatro Nuovo di Milano, fino al 25 marzo, è in scena il musical La Famiglia Addams con la regia di Claudio Insegno. Una favola noir, ispirata ai personaggi di Charles Addams, con un forte messaggio sui valori della famiglia, resa credibile e godibile da un cast di grandissimo livello.

Umberto Noto, in questa nuova produzione, interpreta Zio Fester.

Umberto, raccontaci qualcosa di te.

Mi sono diplomato nel 2002 alla MTS – musical the school di Milano e da allora ho sempre lavorato, passando dalle navi da crociera prima, dove ho girato il mondo come performer, alla prosa, al musical e alla televisione. Solo per citare alcuni titoli di spettacoli teatrali: I Promessi sposi , Il ritratto di Dorian Gray, Saranno Famosi, Gian Burrasca, Sogno di una notte di mezza estate, La Sposa in Blu, commedia della quale ho curato la mia prima regia, Be Italian, una produzione italo paraguayana,  fino a Spamalot e La Famiglia Addams con Claudio Insegno.

Ho  recitato anche in importanti serie tv come Camera Café e Piloti, sono stato acting coach della quarta stagione della serie tv Disney Alex & Co. e ho avuto l’onore di far parte del cast internazionale del film di prossima uscita nelle sale Ulysses – A dark Odyssey.

La filosofia di vita di Umberto si può sintetizzare con un verso di una canzone di Spamalot: Always look at the bright side of life, guarda sempre il lato positivo della vita.

Certe cose succedono perché devono succedere. Bisogna sempre tenerlo a mente, crederci e mai arrendersi di fronte alle avversità della vita, perché alla fine sono quelle che fanno crescere.

Ho fatto provini per ruoli per cui alla fine non sono stato preso. Non era semplicemente il momento. Ne sono poi arrivati altri perfetti per me come Sir Robin in Spamalot ed  attualmente Zio Fester ne La Famiglia Addams e ne sono infinitamente felice.

Parliamo degli Addams e di Fester.

Lo spettacolo parla della famiglia, dei valori della famiglia, ma anche di stranezze, verità nascoste, normalità diversa o diversa normalità. Fester incarna un po’ tutte queste cose. Ho lavorato molto sul personaggio per cercare di dargli tante sfaccettature. Non volevo che fosse solo “calvo, grasso e con una sessualità indefinita” come si definisce lui. Il mio Fester è giocherellone, umano, divertente e romantico. È capace di lasciare la sua famiglia, a cui è profondamente legato, per realizzare il suo obiettivo.

Fester infatti è innamorato della luna. La luna gli regala emozioni forti e lui riesce a raggiungerla, dimostrando così che quando si prova qualcosa per qualcuno, se il sentimento è vero e  puro, lo puoi avere. Io credo molto nella legge dell’attrazione che nasce da un desiderio profondo, dalla semplice volontà del cuore.

Nella vita l’energia positiva è la chiave di tutto.

La storia d’amore di Fester con la luna è una provocazione: parla dell’amore universale, di un amore profondo che va al di là di tutto e che regala emozioni, di un amore, per qualcuno o per qualcosa, che è sempre giusto.

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Come ti sei trovato a lavorare con gli altri membri del cast, con Elio, Gabriele Cirilli e con Claudio Insegno?

Per fare questo lavoro bisogna avere solidi valori e credere nel lavoro di gruppo. Sotto questo punto di vista, questo cast, così come quello di Spamalot, è perfetto: è come stare in famiglia, si cresce insieme, ci si compensa, senza invidie o desideri di primeggiare gli uni sugli altri. Sono tutti grandi e bravissimi professionisti. Elio è stato una grande scoperta, umanamente parlando, un perfetto Re Artù ed un compagno di viaggio indimenticabile. Gabriele Cirilli è un uomo e un artista eccezionale, è il fratello maggiore che tutti vorrebbero avere, forte sostenitore del lavoro di squadra. Porta in dote la sua esperienza teatrale trentennale iniziata alla scuola di Gigi Proietti. Claudio Insegno è un grande attore e Maestro: ci forgia, ci insegna a svecchiare il teatro e la comicità adattando il tutto ad un pubblico che cambia continuamente. Lavorare con lui è una continua esperienza formativa. Non vuole attori impostati, non vuole sentire una voce: cerca la verità nel personaggio. Per fare questo, lascia molta libertà interpretativa a noi attori. Capisci che hai trovato la giusta chiave di lettura quando gli si illuminano gli occhi e sorride. Vuol dire che lo hai convinto. Con Claudio ti devi lasciare andare, devi giocare a carte scoperte. Lui è lì, sempre disponibile, ti segue passo per passo. Ama ciò che fa, è nato per insegnare e lo capisci perché mentre lo fa si emoziona sempre.

Quali ruoli ti piacerebbe interpretare in futuro?

Ci sono tanti ruoli! Una volta, come primo ruolo, avrei forse scelto Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, ma credo che ora non sarebbe il momento. Oggi mi sento più orientato verso un teatro che va dalla riflessione al divertimento. Mi piacerebbe interpretare il Genio in Aladdin della Disney, perché è un signor ruolo, con belle canzoni e lo spettacolo è pura magia. Mi piacerebbe anche o un ruolo en travesti, come quello di Bernadette in Priscilla, un personaggio irriverente, simpatico e nostalgico; o l’ambiguo Maestro di Cerimonie di Cabaret o Lumière nella Bella e la Bestia.

Hai dei performer italiani di riferimento?

I miei esempi sono Manuel Frattini, Giampiero Ingrassia, Pierfrancesco Favino, Gigi Proietti, professionisti a completo servizio del teatro, che regalano sempre grandi emozioni.




La Famiglia Addams al Teatro Nuovo di Milano

Come sempre ho voluto fare un po’ mio anche questo spettacolo, l’ho personalizzato per renderlo più divertente, con un ritmo serrato tutto botta e risposta e con un carattere da cartone animato” dice così il regista Claudio Insegno alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo lavoro, il musical La Famiglia Addams. È una nuova produzione di Lorenzo Vitali in scena al Teatro Nuovo di Milano dal 9 al 25 marzo.

Rivivono così sul palco i personaggi creati da Charles Addams negli anni Trenta e resi famosi dall’omonimo cartone animato, da una serie tv di grande successo e da due film sul grande schermo con attori del calibro di Raul Julia e Anjelica Houston.

Nei panni di Gomez Addams, il capofamiglia, troviamo Gabriele Cirilli. “ Se vi chiedete perché ho scelto Gabriele – dice Insegno – la risposta è una sola: perché è un attore”. Gabriele Cirilli ha infatti un curriculum teatrale di tutto rispetto e, tra l’altro, proprio quest’anno festeggia i suoi 30 anni di carriera tornando in scena, come al suo esordio, con un musical. “Ho iniziato 30 anni fa con Il desiderio preso per la coda di Pablo Picasso – dice Gabriele – Mi sono reso conto di avere una grande responsabilità per questo nuovo spettacolo quando ho visto appeso in giro il manifesto dello spettacolo con il mio nome. Ma non sono il protagonista, tutto il cast lo è, sono tutti grandi professionisti”.

Sul palco con Cirilli troviamo infatti grandi artisti del musical italiano: Jacquline Maria Ferry, la gelida moglie Morticia, Lucia Blanco e Alfredo Simeone, nei panni rispettivamente di Mercoledì e Puglsley, i figli Addams, Umberto Noto, zio Fester, Annamaria Schiattarella, Nonna Addams, Filippo Musenga, Lurch, Andrea Spina, Mal Beineke, Giovanna D’Angi, Alice Beineke, e Luigi Fiorenti, Lucas Beineke. L’Ensemble è composto da Simone De Rose, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Daniele Romano e Eus Santucci.

La regia è di Claudio Insegno reduce dal successo di altre produzioni targate Teatro Nuovo come Spamalot e Hairspray, Musical che hanno conquistato pubblico e critica. Le coreografie e le musiche portano la firma rispettivamente di Valeriano Longoni e del M° Angelo Racz. Musica e liriche sono di Andrew Lippa, il libretto è di Marshall Brickman e Rick Elice.

La famiglia Addams racconta una storia originale, che in realtà è l’incubo di ogni padre. In un’enorme e fatiscente villa di stile vittoriano, decisamente sinistra, vive una ricchissima famiglia: la Famiglia Addams, appunto. La primogenita Mercoledì, la principessa delle tenebre, è ormai diventata una piccola donna e come spesso accade nell’adolescenza, si è innamorata di un giovane ragazzo, dolce, intelligente, cresciuto in un’ordinaria, famiglia rispettabile. Spaventata dalla possibile reazione della madre, Mercoledì decide di confidarsi con il padre Gomez che si vede costretto a fare una cosa che non ha mai fatto in vita sua: mantenere un segreto alla sua amatissima e fascinosissima moglie, Morticia. Tutto procede tranquillamente fino a quando improvvisamente qualcuno decide di imbastire una cena di gala per il fidanzato della giovane.

La famiglia più eccentrica e macabra del mondo diventa così una sorta di metafora al contrario delle più comuni abitudini della famiglia media americana, restituendocene con ironia, brivido surreale e un divertimento assicurato un’immagine che non si può dimenticare e non amare.




Hairspray – Grasso è bello: tutti pronti a ballare e a riflettere

In un periodo in cui si parla spesso di bullismo, niente è più attuale del messaggio del nostro spettacolo: grasso è bello, da intendersi diverso è bello”. Esordisce così il regista Claudio Insegno alla presentazione del musical Hairspray – Grasso è bello in programmazione da domani 2 febbraio fino al 18 febbraio al Teatro Nuovo di Milano.

Lo spettacolo è ambientato nella Baltimora degli anni sessanta, protagonista è Tracy Turnblad, una ragazzina cicciottella con un grande sogno da realizzare: diventare una ballerina nello show televisivo del momento, il Corny Collins Show. La determinazione, la forza di volontà e il buon cuore di Tracy la porteranno a coronare il suo sogno e poi a battersi con successo per un’altra nobile causa: permettere che i ragazzi di colore, costretti a ballare in una zona separata del programma tv, possano esibirsi insieme a tutti gli altri ragazzi.

Claudio Insegno si prepara a conquistare nuovamente il cuore del pubblico milanese, e dal 20 febbraio quello romano al Teatro Brancaccio, portandolo nell’America degli anni sessanta grazie a una particolare scenografia, ai costumi di scena elettrici, molto colorati, e a canzoni che rimangono nel cuore sia per la loro orecchiabilità sia per il testo.

Nel ruolo di Edna, la mamma di Tracy, troviamo il poliedrico Giampiero Ingrassia en travesti. “Attorialmente è l’ennesima sfida – dice Ingrassia – Interpreto una donna nel modo più vero possibile. Voglio che il pubblico veda sul palco una donna, una madre, non un uomo che fa la donna. Certo scarpe e tacchi mi fanno malissimo! Quando mi è stato offerto il ruolo ho detto subito di sì: è una favola con lieto fine, per fortuna, che pone molte domande”.

Sul palco insieme a Ingrassia un cast di giovani e talentuosi performer, a partire da Mary La Targia che interpreta Tracy, realizzando così anche un suo sogno personale, Floriana Monici nel ruolo della perfida Velma Von Tussle, Gianluca Sticotti in quello di Corny Collins, Beatrice Baldaccini in quello di Amber Von Tussle e Riccardo Sinisi nel ruolo dell’affascinante e inconsapevolmente bello Link Larkin. E ancora: Claudia Campolongo, Giulia Sol, Roberto Colombo, Elder Dias, Luca Spadaro, Cristina Benedetti, Francesca Piersante, Stephanie Dansou, Helen Tesfazghi, Fabio Gentile, Federica Nicolò, Monica Ruggeri, Martina Lunghi, Giuseppe Brancato, Max Francese e Robert Ediogu.

Musica dal vivo con orchestra diretta dal Maestro Angelo Racz.

HAIRSPRAY – Grasso è bello
regia di Claudio Insegno

Teatro Nuovo
Piazza San Babila – Milano
dal 2 al 18 febbraio 2018

Biglietti a partire da euro 39,50




Pamela Lacerenza, la diva di Spamalot

È il musical del momento, sta letteralmente sbancando il botteghino, un successo inaspettato, forse proprio per la comicità surreale e demenziale tanto lontana dalla nostra tradizione teatrale. Stiamo parlando di Spamalot, il musical ispirato al film Monty Python e il Sacro Graal, ora in scena al Teatro Nuovo di Milano, con la regia di Claudio Insegno, traduzione e adattamento del testo di Rocco Tanica. In scena, oltre a Elio nel ruolo di Re Artù, un gruppo tutto al maschile di grandi talenti, molto affiatato, e un’unica protagonista femminile, la Dama del Lago.

Cosmopeople ha incontrato la bravissima Pamela Lacerenza, la Dama del Lago.

Conoscevi i Monty Python e, nel caso, cosa apprezzavi maggiormente dei loro sketch?

Purtroppo devo ammettere che non conoscevo i Monty Python ed oggi mi chiedo come abbia fatto a vivere senza aver visto mai un loro sketch! Esilaranti, geniali! Per fortuna ho avuto l’occasione di avvicinarmi al loro mondo per la preparazione di Spamalot.

Hai avuto occasione di vedere le produzioni estere di Spamalot? Cosa ne pensi?

Ho visto gran parte delle produzioni solo attraverso la rete, mai dal vivo. Nonostante fossero diverse tra loro, a volte per scenografia, per contesto, costumi,… erano tutte accumunate dallo spirito con cui venivano messe in scena: divertirsi e far divertire. A prescindere dal luogo e dalla lingua in cui Spamalot è stato rappresentato il risultato è sempre lo stesso: grandi risate e tanti applausi.

In scena prendete in giro, neanche troppo velatamente, Llyod Webber e Grease. Cosa ne pensi a riguardo?

A Spamalot tutto è concesso!

Ritieni che l’arrivo di Spamalot, che si distingue tra gli show finora proposti al pubblico italiano quanto meno come musical, apra le porte a nuovi spettacoli meno tradizionali e più irriverenti?

Credo che il successo di Spamalot darà una spinta ad investire su prodotti diversi e meno conosciuti, poi ben venga anche la tradizione!

Come sei arrivato a interpretare la Dama del Lago? Hai fatto il provino solo per la Dama o ti eri candidata anche per altri ruoli? Cosa ti colpisce maggiormente di questo ruolo?

Sotto consiglio di un mio carissimo amico che mi ha chiamata dicendomi “dovresti mandare la candidatura per questo ruolo”, ho aperto il bando di audizione, ho visto il personaggio che cercavano e prima di mandare la candidatura mi sono documentata per capire se potessi essere adatta o meno. Ne sono rimasta folgorata! Canzoni meravigliose, costumi da sogno e poi lei, la diva che fa il verso alla diva, la regina alla quale ogni tanto “cade la corona”. Lei è tutto e in attimo… niente, tant’è che si dimenticano di lei lasciandola in disparte per 45 minuti! Me ne sono completamente innamorata.

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(foto di scena Luca Vantusso)

La tua voce esplode potente sul palco. Come ti sei preparata al ruolo e a chi ti sei ispirata?

Il mio percorso è un po’ diverso. Vengo dal mondo del live club, dei concerti, dell’intrattenimento e successivamente mi sono affacciata al teatro grazie al Micca Club, marchio che ha portato il burlesque in Italia e ora è leader nel campo del cabaret retrò, del Varietà e del cafè chantant, da 4 anni in scena con i suoi spettacoli al Salone Margherita di Roma. Quest’ultima esperienza mi ha arricchito artisticamente, mi ha avvicinato a cantanti come Judy Garland e Liza Minnelli, la mia fonte d’ispirazione, e mi ha portato alla realizzazione di due spettacoli in stile retrò “Tra le luci dello swing” e “Swinglesque” in cui sono cantante, show girl e conduttrice.

La maggior parte dei brani che ho cantato sul palco del Salone Margherita di Roma non sono altro che brani tratti dai musical di Broadway, quindi mi sono sempre sentita molto vicina a questa realtà.

Come protagonista di un Musical in Italia è la mia prima volta perciò non ho potuto far altro che mettere me stessa in tutto e per tutto e mi sono lasciata guidare dalla mano esperta di Claudio Insegno e dagli accorgimenti preziosi di Elio e Rocco Tanica. La cosa più complicata, per me, era portare in scena la mia versione della Dama del Lago. Spero proprio di esserci riuscita.

Dopo Spamalot cosa ti aspetta? Hai già dei progetti?

Dopo Spamalot tornerò nuovamente in scena al Salone Margherita di Roma con lo spettacolo Velvet Cabaret, produzione Micca Club. Tonerò ad interpretare il mio personaggio “Gigì” che tanto amo e al quale devo tantissimo.

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Con Spamalot i Monty Python sbarcano in Italia

Elio porta in scena, in prima nazionale, Spamalot– Il cavalieri della tavola molto, molto, molto rotonda,  la surreale parodia della saga di Re Artù basato sul cult dei Monty Pyton “Monty Python e il Sacro Graal” del 1974 è prodotta da Lorenzo Vitali e dal Teatro Nuovo di Milano e diretta da Claudio Insegno. L’adattamento italiano di Spamalot, musical scritto da Eric Idle (membro dei Mothy Python) e John Du Prez che ha sbancato i botteghini internazionale, è firmato da Rocco Tanica. Una band di dieci elementi suonerà dal vivo. Spamalot è in scena al Teatro Nuovo di Milano fino al 6 gennaio dove promette di far divertire milanesi e non per tutte le Feste prima di proseguire la tournée nel Paese.

Spamalot è andato in scena per la prima volta a Chicago nel 2004, a 30 anni dall’uscita eni cinema del film e ha subito conquistato 3 Tony Awards. Il musical si porpone come un viaggio parodia all’interno dl mondo di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda alla ricerca del sacro Graal e nel farlo ironizzasul mondo dei musical e dello show business.  

In quarant’anni anni nessuno aveva mai osato mettere in scena i Monty Python in Italia, con la loro comicità surreale e testi pieni di riferimenti e giochi verbali spesso intraducibili o difficilmente comprensibili per un pubblico non anglosassone.  “Trentaquattro anni fa vidi al cinema Monty Python, Il senso della vita – dice Tanica – e fu una folgorazione. È un onore essere stato scelto per quest’incarico”. Quanto a Elio che nei panni di Re Artù  arruolerà per un’importante missione i cavalieri della tavola molto molto molto rotonda sostiene: “Anch’io trentaquattro anni fa vidi “Il senso della vita”, ma a differenza di Rocco l’unica conseguenza fu che persi le chiavi della macchina, una 127 blu che oltretutto non era veramente mia, ma di mia mamma. Tornai il giorno dopo nel parcheggio e fortunatamente le ritrovai”.

Sul palco insieme ad Elio, Pamela Lacerenza, Andrea Spina, Umberto Noto, Giuseppe Orsillo, Filippo Musenga, Thomas Santu, Luigi Fiorenti, Michela Delle Chiaie, Greta Disabato, Federica Laganà, Maria Carlotta Noè, Simone De Rose, Daniele Romano, Alfredo Simeone, Giovanni Zummo.

 




Anna Foria: da “La Febbre del Sabato Sera” a “Chicago”

“La Febbre del Sabato Sera” festeggia i 40 anni dall’uscita dell’iconico film con John Travolta a teatro con l’allestimento firmato da Claudio Insegno e prodotto dal Teatro Nuovo di Milano che da mesi sta riempiendo le sale italiane anche grazie a un cast di talenti come la travolgente Anna Foria, cantante, attrice e ballerina e co-protagonista dello spettacolo nel ruolo di “Stephanie Mangano”, che abbiamo incontrato all’indomani della tappa milanese della tournée. Napoletana, classe ’91, Anna Foria ha debuttato nel 2010 in “C’era una volta Scugnizzi” diretto da Claudio Mattone e con le coreografie di Gino Landi per poi approdare nell’ensemble de “La febbre del Sabato Sera” nella produzione del 2012 diretta da Carline Brouwer e Chiara Noschese e coreografie di Christopher Baldock e nel 2016 in “Grease” nel ruolo di Cha Cha De Gregorio. Il prossimo obiettivo? Interpretare Roxie. Non appena “Chicago” dovesse finalmente approdare sui palcoscenici italiani

Da un anno ormai “La Febbre del Sabato Sera” è sold out nei teatri di tutta Italia. Quali retroscena ci puoi raccontare?
Penso che la forza di questo spettacolo siano sicuramente le hit che tutti conoscono, queste musiche così moderne nonostante gli anni trascorsi, queste musiche che fanno vibrare tutti dalle poltrone. Ma c’è anche da dire che trovarsi in un cast coeso di persone ci dà la possibilità di far trasparire  la serenità e l’amore che proviamo nel fare questo spettacolo. Dovreste vedere il nostro backstage … abbiamo addirittura scritto il testo di una canzone su vari avvenimenti accaduti. Insomma che dire ci divertiamo molto e sia fuori che dentro la scena e questo per lo spettacolo e per noi è una grande vittoria.

Quali sono gli aspetti che ti coinvolgono maggiormente del ruolo di Stephanie Mangano?
Questi suoi modi di essere a volte un po’ troppo duri pur di mascherare i suoi momenti di fragilità e di insicurezza.

Quali sono le maggiori difficoltà che hai sostenuto per affrontata il ruolo e come ti sei preparata?
Mi sono impegnata al massimo e ho cercato come una spugna di assorbire quanto più nozioni possibile e ad oggi sono soddisfatta del risultato che ho portato in scena anche se continuamente cerco di trovare nuovi stimoli per arricchire il mio personaggio. Per affrontare questo ruolo ci sono stati tanti momenti di sconforto, ma fortunatamente sono una persona abbastanza forte e mi piace imbattermi in situazioni più grandi di me e quindi con la mia tenacia sono riuscita a superare delle lacune che credevo potessero ostacolare il mio percorso.

Eri già presente nel cast de “La Febbre del Sabato Sera” di Stage Enterteinment. Cosa ti ricordi di quella edizione?
Avevo solo 19 anni e non avevo tutta l’esperienza che ho oggi, ma non avevo nemmeno la responsabilità di affrontare un ruolo perché facevo parte dell’ensemble e quindi tutto era molto più spensierato. Ma ricordo con piacere quel bellissimo momento con un cast pieno di artisti e colleghi talentuosi.

Anna Foria 2

Prima di allora avvi avuto occasione di vedere il film del 1977? E, nel caso, il film ti aveva in qualche modo colpito o emozionato?
il film lo avevo visto appunto in occasione del musical e ad esser sincera la storia non mi ha mai entusiasmata così tanto, ma il grandissimo John Travolta era un mito in quel film e con le musiche dei Bee Gees non è stato così difficile farmelo piacere.

Dopo “La febbre del Sabato Sera cosa ti aspetta? Stai già lavorando a nuovi ruoli?
Beh dopo la Febbre chi può dirlo cosa mi aspetta, sono giovane e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Prenderò parte ad uno spettacolo di prosa con alcuni colleghi e poi aspetterò e continuerò a fare audizioni su audizioni. In ogni caso mi auguro tante cose belle sicuramente.

Hai mai pensato di andare oltre confine, da Londra a Broadway, per confrontarti con un mercato più ampio?
Per il momento preferisco restare nella mia amata Italia fin quando ho la possibilità di lavorare, poi chissà non escludo sicuramente la possibilità di potermi appunto confrontare con un mercato più ampio.

A quale spettatolo o ruolo sei rimasta maggiormente legata?
Uno degli spettacoli a cui sono maggiormente legata è senza dubbio il musical “C’era una volta Scugnizzi” di Claudio Mattone perché ho vissuto i momenti più belli della mia vita, emozioni e sensazioni meravigliose che auguro a tutti di vivere in uno show

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Quale ruolo vorresti interpretare?
Mi piacerebbe interpretare il ruolo di Roxie in Chicago perchè è un ruolo che mi ha sempre affascinata sin da piccola.

Anna Foria La Febbre del Sabato Sera




Teatro Nuovo compie 80 anni e festeggia con una stagione ricca

Il Teatro Nuovo di Milano compie 80 anni e festeggia con una stagione ricca di spettacoli, tra vecchi successi e nuove produzioni, a partire dal 24 settembre. Musical, comicità e commedia sono ingredienti perfetti per una stagione all’insegna dell’allegria.

Si comincia con Buon Compleanno Mimì, una festa per celebrare la grande artista.

Dal 29 settembre all’8 ottobre spazio ai giovani con Musica Ribelle, uno spettacolo dedicato agli anni ’70 che vede una band dal vivo suonare le musiche di Eugenio Finardi.

Il 18 ottobre il sipario si apre su una grande donna: alle 20.45 è in scena CALLAS – prosa e romanze di Maria Callas, un grandissimo omaggio ad una straordinaria artista.

Dal 19 al 22 ottobre è in scena Massimo Ranieri con Sogno e son desto…in viaggio. Tra canzoni e monologhi il mattatore ripercorre il repertorio dei suoi successi e i brani di celebri cantautori italiani e internazionali.

Spazio alla comicità dal 24 al 29 ottobre Ale e Franz in Tanti Lati, Lati Tanti. Il duo comico è in scena con uno spettacolo che esplora in modo ironico il mondo delle relazioni.

Il 31 ottobre AbbaShow torna per festeggiare Halloween con un nuovo concerto rigorosamente live.

Torna, dopo tanti successi, La Febbre del Sabato Sera che farà scatenare il pubblico con il ritmo degli anni ’70.

Grande attesa per Spamalot tratto dal film Monty Python’s e il Sacro Graal. In scena Elio diretto da Claudio Insegno mentre traduzione e adattamento sono a cura di Rocco Tanica.

Il 6 dicembre Gabriele Cirilli, uno dei comici più amati dal pubblico, si racconta sul palco con #TaleEQualeAMe…Again.

Dal 19 al 23 dicembre Cinque du Shatush è il nuovo spettacolo di Arteteca il duo di Made in Sud. Uno show comico che coinvolgerà il pubblico, bimbi compresi.

Il 24 dicembre è la volta di Christmas Gospel, il tradizionale concerto con Harlem Voice, mentre non può mancare il brindisi del 1 gennaio con Il valzer Viennese diretto dal Maestro P.Marchese e la soprano Alessandra Floresta. Il 7 e l’8 gennaio è in scena il Balletto di Mosca La Classique con Il Lago dei Cigni e Lo Schiaccianoci.

La risata firmata Made in Sud arriva dal 9 al 14 gennaio con i comici del programma di Rai2.

Dopo un grande tour la storia dei Four Season torna sul palco. Dal 16 al 18 gennaio riflettori su i Jersey Boys e i successi degli anni ’60 e ’70.

Dal 19 al 28 gennaio due artiste che hanno fatto la storia della tv italiana: Iva Zanicchi e Marisa Laurito in Due donne in fuga.

Il 4 febbraio è la volta della comicità graffiante di Giorgio Montanini. Lunedì 5 febbraio Ballet Flamenco Espaniol in Bolero la fusione di due stili, danza spagnola e flamenco portato alla sua dimensione massima.

Dal 2 al 18 febbraio una nuova produzione firmata Teatro Nuovo è Hairspray, grasso è bello un musical con Giampiero Ingrassia con band dal vivo.

Il 22 febbraio la Compagnia Internazionale Raffaele Paganini è in scena con La bella addormentata.

L’ispettore Drake e il delitto perfetto è lo spettacolo che vede sul palco Sergio Assisi dal 23 febbraio al 4 marzo, un vero giallo che verrà risolto da un eccezionale cast.

Dal 9 al 25 marzo La famiglia Addams, lo Humor Nero arriva direttamente da Parigi.

Lunedì 26 marzo per la prima volta arrivano al Teatro Nuovo i Bugiardini con Blue il Musical Improvvisato.

Manuel Frattini è Robin Hood dal 6 al 15 aprile. Torna in scena il musical che ha incantato grandi e piccini ripercorrendo le gesta dell’eroe di tutti i tempi.

Barbara Foria con Eu..Foria! Lo stand up comedy più rosa che c’è con un divertente monologo che coinvolgerà tutti con la sua carica esplosiva dal 4 al 13 maggio.

SAN REMO MUSICAL” nuova produzione dal 18 al 27 maggio chiuderà la stagione.

Il cartellone si arricchisce ulteriormente con gli spettacoli per bambini con Rapunzel, Hotel Transilvania, Il magico mondo delle principesse, Hakuna Matata, Il Magico Show di Natale, La vera storia di Babbo Natale, La Regina dei Ghiacchi, Le golose avventure della Fabbrica di Cioccolato, Uncino vs Peter Pan, La bella e la bestia, Quasimodo Il gobbo de Notre Dame, Ariel una sirenetta a Palm Beach, Alice nel paese delle meraviglie, Il volo di Leonardo ma grande attesa c’è per Cinderella il Musical dal 16 al 23 dicembre.

Il Teatro Nuovo sembra non chiudere mai e apre le porte anche il pomeriggio con una vasta proposta per chi ama il teatro a tutte le ore. Il 9 novembre Walter Di Gemma in Milano Ride & Canta, il 12 dicembre La Locandiera, il 18 gennaio Ona Famiglia de Casciaball, il 7 febbraio Il Giuoco delle Parti, il 22 marzo con L’importanza di essere Ernesto.

Un cartellone ricco di proposte che accontenta i gusti di tutti – afferma il direttore Lorenzo Vitali – da sempre il Teatro Nuovo si caratterizza per la sua vasta offerta, e per l’ottantesimo anniversario non potevamo fare diversamente”.

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Teatro Nuovo
Piazza San Babila – Milano
Tel 02/794026
info@teatronuovo.it
www.teatronuovo.it




Un successo di nome Claudio Insegno

Al Teatro Nuovo di Milano, fino al 9 aprile 2017, è in scena una delle commedie più divertenti che sia mai stata scritta, “Rumori fuori scena” di Michael Frayn. Grande mattatore della pièce, nel duplice ruolo di attore e regista, è uno dei più grandi artisti dei nostri giorni: Claudio Insegno, che nella scorsa stagione ha sbancato il botteghino con il musical “Jersey Boys“.

Claudio, torni sul palco, come attore, con un testo di prosa molto accattivante.

Rumori fuori scena” è un classico del teatro comico. È uno spettacolo che, nel tempo, ha avuto tantissimo successo, fin da quando lo portava in scena la Compagnia Attori e Tecnici. Abbiamo deciso di rinnovarlo un pochino e quindi riportarlo in teatro anche con la nostra compagnia di Torino, prodotto da TPE. Lo spettacolo è una vera e propria macchina da guerra per far ridere! “Rumori fuori scena” parla di tutto quello che succede dentro la scena, fuori dalla scena, nella vita di tutti i giorni degli attori che qui sono un po’ più saltimbanchi che attori.

Come mai questo ritorno a fare l’attore?

Ogni anno faccio almeno uno spettacolo come regista e attore. È quasi un obbligo per me, come andare dallo psicanalista: è una necessità, e in un certo senso quasi uno sfogo, cercare di fare uno spettacolo che mi porti anche sul palcoscenico.

La domanda è d’obbligo: Claudio Insegno è più attore o regista?

Non ho davvero preferenze, mi piace fare entrambe le cose: fare uno spettacolo come attore, come dicevo prima, per me è una necessità, perché comunque mi fa sfogare, mi fa stare bene dopo lo stress magari di qualche spettacolo fatto come regia; ma non posso non fare anche uno spettacolo come regia perché mi piace avere in pugno tutta la situazione e creare qualcosa che piaccia. Finora devo dire che è andata bene. Creare spettacoli per il pubblico mi riempie di gioia. È quasi come aver dato vita a un bambino, anche se certamente non è proprio la stessa cosa. Io non ho figli ma questi spettacoli sono per me come figli: in un certo senso li accompagno per mano per molto tempo e cerco di insegnare loro la strada giusta.

La scorsa stagione hai avuto un successo incredibile con “Jersey Boys”, con riconoscimenti anche internazionali. Ti aspettavi una cosa del genere?

Jersey Boys” è stato una sorpresa, una vera sorpresa, nel senso che mi aspettavo di fare un buon musical ma non a quel livello. Certo partivo con dei bravissimi attori, una splendida scenografia, bellissime canzoni e una validissima orchestra. Il tutto – diciamo – è stato un po’ ispirato perché comunque mi piace parlare della vita vera di artisti, delle sofferenze e di tante altre cose; mi piace la storia perché parla di noi, di quello che siamo, del nostro passato sulla terra e, in un certo senso, della nostra vita. Davvero non mi aspettavo questo successo e infatti, per scherzo, dico sempre che sembra che non sia un mio spettacolo, per quanto è bello! Forse è proprio l’amore che ho messo in questo spettacolo che il pubblico percepisce e, a sua volta, ama.

Che cosa ti riserva il futuro?

Nel futuro come musical sto preparando “Spamalot” dei Monty Python, con Elio di Elio e le Storie Tese. Sarò poi in tournée con “Rumori fuori scena” mentre al Casinò di Parigi prosegue il successo di “Jersey Boys“.

Hai un sogno nel cassetto?

Avrei la voglia di scrivere e dirigere un musical tutto mio, non musicato da me, perché non sono all’altezza di comporre le musiche, ma almeno concepito interamente da me. Nella prosa c’è un testo di Neil Simon, completamente sconosciuto, che mi piacerebbe mettere in scena: si intitola “Il favorito di Dio” e credo che potrebbe essere davvero uno spettacolo di successo.




“La febbre del sabato sera” torna a teatro

A quarant’anni esatti del debutto sugli schermi di Tony Manero, torna a teatro “La febbre del sabato sera” in una nuova scintillante produzione firmata da Lorenzo Vitali con la regia di Claudio Insegno. Vitale e Insegno hanno già lavorato insieme nei “Jersey Boys”

“La febbre del sabato sera” debutta il 9 dicembre al Teatro Nuovo di Milano dove rimarrà in scena fino al 29 gennaio Spettacolare juke boxe musicale che, per una serata, farà rivivere i successi della disco music anni ’70, da Stayin’ Alive a Disco Inferno, riportando alla luce l’era della Disco nella New York degli anni Settanta.

Protagonisti della scena Giuseppe Verzicco, nel ruolo di Tony Manero ricoperto al cinema da John Travolta e Anna Foria nel ruolo di Stephanie Mangano. “La febbre del sabato sera” porta sul palco oltre venti artisti e otto maestri componenti dell’orchestra diretta da Massimo Carrieri.

 

DOCE, COME E A QUANTO

“La febbre del sabato sera”, Teatro Nuovo (Milano).
Ore 20.45.
Biglietti a partire da 24,5 euro