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Alex Mastromarino e Jersey Boys tornano in Italia

Jersey Boys”, il pluripremiato show rivelazione della scorsa stagione, vincitore degli Italian Musical Awards, torna a Milano al Teatro Nuovo dal 3 al 20 novembre, dopo aver conquistato il pubblico parigino. Lo spettacolo del regista Claudio Insegno, infatti, ha letteralmente sbancato al Folies Bergère di Parigi, registrando il tutto esaurito ogni sera, standing ovations da parte di un pubblico coinvolto e molto entusiasta nonché un grande successo di critica sulla stampa locale.

Abbiamo incontrato Alex Mastromarino, il protagonista di questo entusiasmante show. Alex, che veste i panni di Frankie Valli, storica indimenticabile voce dei Four Seasons, è stato scelto tra oltre duemila perfomer e, dopo tanti anni da caratterista, ora è al suo primo vero ruolo da protagonista.

D. Alex, calchi le scene da circa 16 anni, sei un performer completo, cosa ti ha portato a voler far parte del cast di “Jersey Boys”?

R. Intanto “Jersey Boys” segna il mio ritorno al musical, dopo tre anni di fermo in cui mi sono dedicato all’apertura della mia accademia a Livorno, la WOS Academy, nella quale a tutt’oggi insegno. In questi 16 anni di palco scenico ho fatto tanti spettacoli, tutte esperienze favolose. Tra i tanti mi piace ricordare “Pippi Calzelunghe” con Gigi Proietti e la regia di Fabrizio Angelini; “Aladin” con Manuel Frattini, in cui interpretavo Abù; due spettacoli che ho fatto con Paolo Ruffini; e naturalmente i musical fatti con Compagnia della Rancia: “The Producers” con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi e “Grease” in cui avevo il ruolo di Roger. Tutte bellissime esperienze, che mi hanno dato molto, ma in cui ero un caratterista. “Jersey Boys” mi ha convinto a ritornare al musical perché finalmente non sarei più stato un caratterista ma un personaggio a tutto tondo, completo, che vive momenti drammatici, commoventi e anche divertenti. Finalmente un ruolo da protagonista.

D. Frankie Valli è un personaggio completo quindi?

R. Questo spettacolo è costruito tutto in flash back. I 4 ragazzi, i Four Season, ricordano e rivivono il loro percorso artistico dagli albori fino ad oggi o meglio fino al 1999, anno in cui sono stati inseriti nella Vocal Group Hall of Fame. Il mio Frankie, in scena, vive dai 16 anni fino ai 65. Anche per questo è un personaggio a tutto tondo.

D. Come è stato lavorare con Claudio Insegno?

R. È stato fantastico! Claudio è un grande, una persona molto simpatica. La cosa che più ho apprezzato di lui è che ci ha lasciato molta libertà nella creazione dei personaggi. Non ci ha obbligati a restare fedeli al copione né ad imparare miliardi di battute o movimenti a memoria, lasciando così la possibilità di costruirci i personaggi addosso, di metterci molto di noi stessi. Questa libertà ha permesso anche di avere sempre un clima molto sereno e giocoso durante le prove.

D. Lo spettacolo è fedele all’originale inglese?

R. Assolutamente, sia a livello di scenografia sia di costumi sia di coreografie. Unica modifica, e anche in questo Claudio è stato un grande, è l’umorismo. Le battute sono state adattate al pubblico italiano. L’umorismo anglosassone non avrebbe di certo funzionato qui da noi. Claudio ha caratterizzato moltissimo l’ensemble, tutti attori bravissimi, un cast meraviglioso, di grandi eccellenze, “italianizzandolo” a livello di battute e di testo.

D. “Italianizzazione” che è stata apprezzata anche a Parigi. Come è andata al Folies Bergère?

R. È stata una grandissima esperienza! Mai mi sarei aspettato che lo spettacolo arrivasse fino in Francia. Non mi sono accorto della grandiosità di questa trasferta fino a quando non ho realizzato appieno che eravamo su tutti i giornali locali, come Le Monde, Le Parisien,… Lì ho capito che stavo vivendo una situazione fantastica, fuori dal comune. Sono rimasto stupito dal successo che abbiamo avuto, anche perché lo spettacolo era in italiano con sottotitoli in inglese. Invece il pubblico era entusiasta. Ogni sera vi era grande partecipazione: la gente rideva, applaudiva e si alzava a ballare. E noi che pensavamo di trovare un pubblico ipercritico e silenzioso! Ogni sera, molte persone mi aspettavano per firmare autografi e scattare foto. E la mia vocalità ha suscitato grande interesse: sono stato invitato per interviste in molte trasmissioni televisive e sono stato ospite presso la prestigiosa Accademia Nazionale del Musical. È stato straordinario. Si sono formati contatti e anche prospettive di lavoro. Non escludo di dover tornare a breve in Francia!

D. Alex, sei cantante, ballerino, attore ma anche regista e autore di spettacoli anche musical…

R. …parlare di me come regista forse è dire troppo! Non mi sono mai sentito un regista, ho fatto delle piccole cose per delle produzioni semi professionistiche ma preferisco lasciar fare questo mestiere a chi lo sa davvero fare. Sicuramente ho avuto anche questo tipo di esperienza.

D. Che cosa vedi nel tuo futuro oltre ad un possibile ritorno in Francia?

R. Nel mio futuro vedo sempre la mia WOS Academy di Livorno. Amo insegnare, amo portare i miei ragazzi a vivere le belle esperienze che mi concedo di tanto in tanto anche io. Laureandomi in vocal coaching mi sono avvicinato all’insegnamento, un mondo che mi affascina tantissimo, mi ha preso molto, ed è una strada che non lascerò mai, anzi vorrei coltivarla sempre di più perché amo davvero fare il vocal coach. Ovviamente mi piacerebbe anche fare altre esperienze a livello di spettacoli. Ora che mi sono avvicinato all’esperienza da protagonista, mi piacerebbe andare a ricoprire quei ruoli che, fisicamente, a livello attoriale, potrebbero essere congeniali per me come, ad esempio, Seamur nella “Piccola Bottega degli Orrori”.

D. C’è un musical in particolare che ti piacerebbe fare?

R. C’è uno spettacolo che ho amato moltissimo, uno spettacolo tutto italiano: “Hollywood – Ritratto di un Divo” che vedeva il grande Massimo Ranieri nel ruolo del protagonista, John Gilbert. Questo ruolo mi ha sempre molto affascinato e mi piacerebbe moltissimo un giorno poterlo fare anche io. Inoltre so che presto arriverà anche l’edizione italiana di “Mary Poppins”! Se alla produzione andasse bene un Bert non troppo alto… io mi propongo!




Alex Mastromarino è Frankie Valli in “Jersey Boys”

Vi abbiamo già parlato di “Jersey Boys”, lo show che ha debuttato lo scorso 15 aprile al Teatro Nuovo di Milano, dove resterà in scena fino al 15 maggio. “Jersey Boys” era la scommessa del regista Claudio Insegno. Una scommessa decisamente vinta, visto il grande successo che sta ottenendo lo spettacolo: serate sold out, pubblico entusiasta che torna anche più volte a rivedere il musical, critica in estasi.

Oggi, dopo aver incontrato e intervistato il regista Claudio Insegno, vogliamo presentarvi il protagonista di questo entusiasmante show: Alex Mastromarino. Alex, che veste i panni di Frankie Valli, storica indimenticabile voce dei Four Seasons, è stato scelto tra oltre duemila perfomer e, dopo tanti anni da caratterista, ora è al suo primo vero ruolo da protagonista.

D. Alex, calchi le scene da circa 16 anni, sei un performer completo, cosa ti ha portato a voler far parte del cast  di “Jersey Boys”?

R. Intanto “Jersey Boys” segna il mio ritorno al musical, dopo tre anni di fermo in cui mi sono dedicato all’apertura della mia accademia a Livorno, la WOS Academy, nella quale a tutt’oggi insegno. In questi 16 anni di palco scenico ho fatto tanti spettacoli, tutte esperienze favolose. Tra i tanti mi piace ricordare “Pippi Calzelunghe” con Gigi Proietti e la regia di Fabrizio Angelini; “Aladin” con Manuel Frattini, in cui interpretavo Abù; due spettacoli che ho fatto con Paolo Ruffini; e naturalmente i musical fatti con Compagnia della Rancia: “The Producers” con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi e “Grease” in cui avevo il ruolo di Roger. Tutte bellissime esperienze, che mi hanno dato molto, ma in cui ero un caratterista. “Jersey Boys” mi ha convinto a ritornare al musical perché finalmente non sarei più stato un caratterista ma un personaggio a tutto tondo, completo, che vive momenti drammatici, commoventi e anche divertenti. Finalmente un ruolo da protagonista.

D. Frankie Valli è un personaggio completo quindi?

R. Questo spettacolo è costruito tutto in flash back. I 4 ragazzi, i Four Season, ricordano e rivivono il loro percorso artistico dagli albori fino ad oggi o meglio fino al 1999, anno in cui sono stati inseriti nella Vocal Group Hall of Fame. Il mio Frankie, in scena, vive dai 16 anni fino ai 65. Anche per questo è un personaggio a tutto tondo.

D. Come è stato lavorare con Claudio Insegno?

R. è stato fantastico! Claudio è un grande, una persona molto simpatica. La cosa che più ho apprezzato di lui è che ci ha lasciato molta libertà nella creazione dei personaggi. Non ci ha obbligati a restare fedeli al copione né ad imparare miliardi di battute o movimenti a memoria, lasciando così la possibilità di costruirci i personaggi addosso, di metterci molto di noi stessi. Questa libertà ha permesso anche di avere sempre un clima molto sereno e giocoso durante le prove.

D. Lo spettacolo è fedele all’originale inglese?

R. Assolutamente, sia a livello di scenografia sia di costumi sia di coreografie. Unica modifica, e anche in questo Claudio è stato un grande, è l’umorismo. Le battute sono state adattate al pubblico italiano. L’umorismo anglosassone non avrebbe di certo funzionato qui da noi. Claudio ha caratterizzato moltissimo l’ensemble, tutti attori bravissimi, un cast meraviglioso, di grandi eccellenze, “italianizzandolo” a livello di battute e di testo.

D. Alex, sei cantante, ballerino, attore ma anche regista e autore di spettacoli anche musical…

R. …parlare di me come regista forse è  dire troppo! Non mi sono mai sentito un regista, ho fatto delle piccole cose per delle produzioni semi professionistiche ma preferisco lasciar fare questo mestiere a chi lo sa davvero fare. Sicuramente ho avuto anche questo tipo di esperienza.

D. Che cosa vedi nel tuo futuro?

R. Nel mio futuro vedo la mia WOS Academy di Livorno. Amo insegnare, amo portare i miei ragazzi a vivere le belle esperienze che mi concedo di tanto in tanto anche io. Laureandomi in vocal coaching mi sono avvicinato all’insegnamento, un mondo che mi affascina tantissimo, mi ha preso molto, ed è una strada che non lascerò mai, anzi vorrei coltivarla sempre di più perché amo davvero fare il vocal coach. Ovviamente mi piacerebbe anche fare altre esperienze a livello di spettacoli. Ora che mi sono avvicinato all’esperienza da protagonista, mi piacerebbe andare a ricoprire quei ruoli che, fisicamente, a livello attoriale, potrebbero essere congeniali per me come, ad esempio, Seamur nella “Piccola Bottega degli Orrori”.

D. C’è un musical in particolare che ti piacerebbe fare?

R. C’è uno spettacolo che ho amato moltissimo, uno spettacolo tutto italiano: “Hollywood – Ritratto di un Divo” che vedeva il grande Massimo Ranieri nel ruolo del protagonista, John Gilbert. Questo ruolo mi ha sempre molto affascinato e mi piacerebbe moltissimo un giorno poterlo fare anche io. Inoltre so che presto arriverà anche l’edizione italiana di “Mary Poppins”! Se alla produzione andasse bene un Bert non troppo alto… io mi propongo!




“Jersey Boys” e la scommessa di Claudio Insegno

I “Jersey Boys” promettono di invadere Milano e,  da lì, conquistare l’Italia.  Lo show debutta il 15 aprile al Teatro Nuovo di Milano dove resterà in scena per un mese esatto, fino al 15 maggio. “Jersey Boys”  porta la firma alla regia di Claudio Insegno e alla produzione di Lorenzo Vitali. e  Il protagonista, Alex Mastromarino nel ruolo di Frankie Valli (storica voce dei “Jersey Boys” ovvero dei Four Seasons), è stato scelto tra oltre 2mila aspiranti. E questo non è il solo numero da record  per “Jersey Boys” che conta su ben 60 costumi e, di conseguenza su cambi calcolati al secondo, 15 artisti tra attori, cantanti e performer sul palco, un’orchestra di dieci elementi dal vivo e venti tecnici. Nelle due incalzanti ore di show “Jersey Boys” farà rivivere 35 successi dei Four Season, la band ispiratrice del musical capace di vendere 175milioni di dischi. La direzione musicale di “Jersey Boys” è affidata a Emanuele Friello, mentre le coreografie sono di Valeriano Longoni.

“Ho visto il film di Clint Eastwood in un cinema di Roma su suggerimento di un amico. In sala eravamo in pochi, decisamente troppo pochi considerando la pellicola, la regia e il sound dei Four Seasons, icona per più di una generazione” racconta Claudio Insegno a Cosmopeople per poi proseguire: “Mi sono innamorato della costruzione della storia, della drammatizzazione della vita e dei percorsi artistici dei quattro “Jersey Boys”  che componevano i Four Seasons e dello show e sono persino andato più volte a vedere “Jersey Boys” a Londra. Ho deciso di scommettere su una produzione tutta italiana e di alta qualità. Ma non è stato semplice. In Italia non c’è cultura dei musical, anzi … spesso le persone, dopo anni di produzioni tutt’altro che entusiasmanti, hanno un atteggiamento disincantato verso i musical. Per di più “Jersey Boys” non era finora un titolo particolarmente noto al pubblico e buona parte del pubblico riconduceva né ai “Jersey Boys” né ai Four Seasons” successi mondiali che hanno segnato la storia musicale degli ultimi tempi”. Non solo. Come spiega Insegno: “non ho voluto ricorrere ad alcuna scorciatoia e, d’accordo con la produzione di Lorenzo Vitali, ho deciso di evitare il facile ricorso a starlette televisive o a personaggi dello showbiz che avrebbero potuto spianarmi le vendite. Ho voluto privilegiare un cast di qualità e ho imposto un’orchestra. Come si fa d’altro canto a produrre musical senza musica dal vivo? Con “Jersey Boys” voglio riportare il grande pubblico a teatro, facendogli apprezzare la magia del musical di alta qualità”. Non sarà facile. Ma ho già altri progetti anche per il futuro”. Insomma Milano sempre più West End.

In Italia “Jersey Boys” arriva finalmente dopo undici anni di successi raccolti in giro per il mondo. Il musical infatti  ha debuttato nel West End di Londra nel 2005 (dove è a tutt’oggi in scena), per poi procedere con tour in Nord America e svariate produzioni a New York, Las Vegas, Chicago, Toronto, Melbourne, Singapore, in Sud Africa e in Olanda. Nel 2006, “Jersey Boys” ha vinto quattro Tony Awards, incluso quello per Best Musical, e due Drama Desk Award. Nel 2007 è stato premiato con il Grammy come Best Musical Show Album e l’anno successivo con il Laurence Olivier Award come Best New Musical. “Jersey Boys” ha poi ispirato l’omonimo film di Clint Eastwood.  “Jersey Boys” racconta l’ascesa al successo, non priva di ostacoli e di difficoltà, di Frankie Valli e dei Four Seasons, tra i gruppi emblemi dei favolosi Anni ’60 con canzoni come “Sherry”, “Big girls don’t cry”, “Walk like a man” fino a “Can’t take my eyes off you”. Un juke-box di canzoni entrate nel mito e una commovente storia di quattro ragazzi del New Jersey alle prese con un nuovo sound e una improvvisa fortuna, difficile da gestire. Uno spettacolo da non perdere.

DOVE, COME E A QUANTO
Teatro nuovo di Milano 15 aprile-15 maggio h 20.45
Biglietti da 49,5 euro.